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Bolzano: don Peter Gschnitzer beccato per pedopornografia, Patteggia.

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GalileoGalilei
view post Posted on 9/10/2008, 11:17 by: GalileoGalilei
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http://ricerca.quotidianiespresso.it/altoa...Z1PO_AZ101.html

Foto pedofile, indagato un parroco

L'Alto Adige, 9 ott 08

Don Peter Gschnitzer di Castelbello Ciardes tradito dalla memoria del proprio computer

Foto Nell’appartamento in canonica sequestrati album con decine di foto oscene con minori

La segnalazione alla magistratura è giunta dai tecnici a cui il pc era stato affidato per un guasto.

Bolznao. Ancora un sacerdote inquisito in Alto Adige per questioni legate alla sfera sessuale. Dopo il caso don Carli (che pende ancora in Cassazione) e quello relativo alla condanna in primo grado di Hansjörg Rigger di Bressanone, sono nuovamente le presunte inclinazioni pedofile ad inguaiare un religioso in provincia di Bolzano. Sul registro degli indagati della Procura della Repubblica è infatti stato iscritto il parroco di Castelbello Ciardes. Si tratta di Peter Gschnitzer di 56 anni. Nel suo computer i carabinieri della zona hanno rinvenuto una serie di fotografie pedopornografiche. La successiva perquisizione nell’appartamento del prete, in canonica, ha permesso di scoprire altre foto oscene con protagonisti minorenni. Da parte della Curia altoatesina per il momento non c’è stata alcuna reazione ufficiale. Sino a ieri a tarda sera il sacerdote non risultava rintracciabile. La vicenda, comunque, risale ad una quindicina di giorni fa e per il momento il sacerdote è ancora al suo posto nella piccola parrocchia della val Venosta. E’ stato un guasto tecnico al computer personale del sacerdote a permettere agli inquirenti di scoprire le passioni segrete e maniacali, sotto il profilo sessuale, del sacerdote. In effetti sarebbe stato lo stesso prete a consegnare il proprio computer ad un tecnico per procedere ad una riparazione. Il religioso non aveva messo in preventivo che le foto inserire nella memoria potessero essere notate. In effetti sarebbe stato proprio il tecnico a segnalare ai carabinieri la presenza nella memoria elettronica dell’apparecchiatura di immagini di sesso con minorenni. La segnalazione ha indotto carabinieri e magistratura ad intervenire in tempi piuttosto rapidi. In effetti di lì a pochi giorni è scattato il blitz nella canonica e nell’abitazione privata del sacerdote. I sospetti avrebbero trovato piena conferma. Peter Gschnitzer è infatti stato trovato in possesso di altro materiale fotografico proibito. Si tratta di fotografie stampate, messe su carta e custodite in alcuni album personali del sacerdote. Anche in questo caso le immagini riguarderebbero situazioni pornografiche con il coinvolgimento di minorenni. Tutto il materiale è stato sequestrato ed è a disposizione dell’autorità giudiziaria. Il procuratore Cuno Tarfusser ha già disposto una serie di accertamenti per cercare di stabilire se vi sia stata cessione o scambio con altri soggetti delle foto pedofile sequestrate. Un accertamento tecnico non certo fine a se stesso. Il codice penale, infatti, non solo punisce la detenzione di materiale pedopornografico (con pene previste sino a tre anni di reclusione) ma prevede conseguenze ancora più severe per chi fa commercio o cede anche a titolo gratuito a terzi immagini realizzate grazie allo sfruttamento sessuale di minorenni. Per il momento il sacerdote non è stato interrogato dalla Procura della Repubblica. Per una definizione più precisa del capo d’imputazione sarà in effetti importante attendere l’esito degli accertamenti sui contatti e collegamenti con altre persone via internet.
Pubblicato da notiziegay.it a 11.37


http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...Z1PO_AZ107.html

Alto Adige Pagina 17

Don Rigger condannato a 18 mesi
Per il teologo di Bressanone pende il giudizio in appello

IL PRECEDENTE Il professore non si difese

BOLZANO. E’ molto probabile che Peter Gschnitzer non faccia lo stesso errore del suo collega Hansjörg Rigger, il decano dello studio teologico accademico di Bressanone finito nei guai tre anni fa con la stessa imputazione (detenzione di immagini pedopornografiche) e condannato in contumacia in primo grado dal tribunale di Siracusa ad un anno e mezzo di reclusione. In quel caso don Rigger (professore di «Nuovo Testamento» e «Sacra Scrittura») pur essendo stato a conoscenza dell’inchiesta partita a suo carico su iniziativa della Procura siciliana, si disinteressò sempre della vicenda processuale, non nominò nemmeno un proprio legale di difesa e si ritrovò poi a fare i conti con una rilevante condanna subìta in primo grado. Ora pende l’appello.
Don Rigger era stato incriminato tre anni fa a seguito di indagini sugli scambi di materiale pedopornografico via internet. Gli inquirenti erano riusciti a individuare un sito proibito identificando e denunciando 186 utenti dotati di password d’accesso. Dopo la condanna di primo grado il sacerdote brissinese venne sospeso dal vescovo Wilhelm Egger.



http://ricerca.quotidianiespresso.it/altoa...Z1PO_AZ103.html

Alto Adige

IL GIORNALE DI OGGI, GIOVEDÌ 9 OTTOBRE 2008 › CRONACA

Pagina 17

«Fa male, ma serve prudenza»
Don Golser: dove è finito il segreto istruttorio?

BOLZANO. Il caso di don Hansjörg Rigger lo aveva fatto piangere. Quello di don Carli lo aveva raccontato al Papa spiegando che era stato uno dei suoi grandi dolori. Chissà come lo scomparso vescovo Wilhelm Egger avrebbe risposto a questo nuovo colpo. Il suo sostituto, l’amministratore diocesano Josef Matzneller, ha deciso di dormirci su una notte. «Oggi niente prese di posizione, arriverà un comunicato ufficiale domani» (oggi per chi legge, ndr), fa sapere l’ufficio stampa della Diocesi.

In Curia la notizia dell’indagine sul parroco di Castelbello è stata uno shock. Don Ivo Muser, rettore del Seminario di Bressanone e tra i candidati a succedere ad Egger, non si pronuncia: «Aspetto anch’io di sentire cosa dirà l’amministratore diocesano. Prima dobbiamo capire cosa è successo».

Anche don Karl Golser, un altro dei possibili successori di Egger, viene colto di sorpresa: «Non sapevo nulla, il caso non lo conosco e non posso commentarlo». Resta però il fatto che è il terzo presunto caso di pedofilia che tocca la diocesi di Bolzano in un lasso di tempo breve. Ad aprile don Giorgio Carli era stato condannato in Corte d’Appello a 7 anni e 6 mesi di reclusione per violenze sessuali nei confronti di una sua parrocchiana, mentre poco meno di un anno fa l’ex decano dello Studio Teologico Accademico di Bressanone Hansjörg Rigger era stato condannato a Siracusa ad un anno e mezzo di reclusione. Non bisogna fare confusione, ammonisce però Golser: «Il caso di don Carli - sottolinea - è completamente diverso. Non si parla di foto trovate su un computer, ma di un’accusa tutta costruita attorno ai ricordi di una ragazza».


Proprio quello che Egger ha sempre affermato difendendo don Carli in aperta polemica con la Procura. Risale proprio al processo al prete bolzanino l’inizio di una serie di frecciate e controfrecciate tra Curia e Procura. Cuno Tarfusser, il procuratore capo, era arrivato a parlare di «ambienti omertosi» riferendosi proprio alla Curia, ma ancora più duro fu l’attacco del vescovo dopo la condanna di don Rigger: «Mentre la Chiesa e la Cutria di Bolzano hanno sempre rispettato e rispettano profondamente la giustizia civile e penale, non altrettanto è stato fatto dalla giustizia dello Stato italiano, che non rispettando le norme del Concordato non ha dato nessuna notizia formale, né preventiva né successiva, del procedimento in corso», erano state le parole di monsignor Wilhelm Egger.

Ora don Golser torna a criticare il modo di operare della Procura: «Ripeto - dice - il caso concreto non lo conosco. Però mettiamo che il computer della parrocchia fosse stato accessibile anche ad altre persone... E in ogni caso a volte il segreto istruttorio andrebbe mantenuto. È chiaro che la notizia di questa indagine avrà ampio rilievo e quindi in ogni caso resterà un’immagine che non è conciliabile con la figura del sacerdote». La Procura, insomma, secondo Golser avrebbe fatto meglio a non rendere note le generalità dell’indagato, anche perché il procedimento è solo all’inizio e non si è di fronte a nessun tipo di condanna definitiva. (mi.m.)

Edited by GalileoGalilei - 10/10/2008, 01:13
 
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