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Udine, istituto Bearzi: "Violentato per 6 anni dai salesiani". Archiviazione

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GalileoGalilei
view post Posted on 9/9/2008, 08:10 by: GalileoGalilei
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I salesiani del Bearzi, per bocca del direttore don Dino Marcon, già hanno scritto la sentenza: l'accusa è infondata. Millantano fantomatici linciaggi e si dichiarano (tutti) esposti ai pericoli causati dal loro essere annunciatori di Dio (come dire che i preti pedofili sono vittime dell'odio anticristiano).

Se la prendono col giovane in quanto "problematico" (come se non sapessero che i ragazzi problematici sono, nella realtà, le vittime preferite dei pedofili, appunto perchè non hanno figure di riferimento).

L'arcivescovo emerito Alfredo Battisti dice a chiare lettere che il ragazzo "ci calunnia". Io sapevo che la responsabilità penale è personale. Evidentemente il vescovo è a conoscenza di altri preti indagati in materia o si sente in qualche modo tirato in ballo?

E in tutto questo il prete salesiano 60enne del Bearzi è ancora protetto da un complice anonimato.


http://ricerca.quotidianiespresso.it/messa...NZ_09_UDA1.html

In una lettera dall'altare il dolore del Bearzi
Messaggero Veneto — 08 settembre 2008 pagina 09 sezione: NAZIONALE

Molestie e pedofilia: le accuse dell’ex allievo dell’istituto nei confronti di un padre salesiano ha scosso il Bearzi. «Addolorata». La comunità religiosa udinese si definisce così in un testo preparato dal direttore, don Dino Marcon, e letto ieri mattina poco prima della conclusione di tutte e tre le messe celebrate nella chiesa dedicata al fondatore don Giovanni Bosco. «Siamo addolorati per l’infondata accusa mossa nei confronti di un nostro confratello (accusato di pedofilia, ndr)», si legge nella dichiarazione ufficiale diramata dall’altare ai fedeli che, nell’occasione, sono stati mobilitati per partecipare in massa alla veglia di preghiera fissata per domani sera alle 18.30, sempre nella chiesa dell’Istituto salesiano.Ha voluto ringraziare tutti don Dino, attravero la sua comunicazione ai parrocchiani e ai fedeli delle messe salesiane alle 8.30 alle 9.30 e alle 11: «Esprimiamo viva riconoscenza e gratitudine a tutti quelli che, in un modo o nell’altro, ci sono stati vicini e ci stanno vicino e li invitiamo alla veglia perché il Signore ci sostenga e ci dia forza in questo momento di prova». Il vertice della comunità declassa l’accusa a «infondata», e sotto il profilo spirituale si vive secondo un atteggiamento di «prova». Nelle parole dell’omelia pronunciate dai salesiani emergeva, in controluce, qualche riferimento alla vicenda che vede un salesiano denunciato per pedofilia. E’ stata la liturgia della parola della 23esima domenica a indurre a riflessioni sulla carità, la comprensione e la legge della fede. «Noi cristiani - ha detto durante l’omelia don Gustavo Marangone - dobbiamo essere capaci, più degli altri, di capire e compatire e non solo di fare processi e linciaggi; dobbiamo essere noi comprensivi verso gli altri». Dentro la comunità i religiosi cercano di vivere come sempre. «Siamo sereni e tranquilli», ci ha detto, a messa conclusa, don Gustavo che ha aggiunto: «Siamo nelle mani del Signore». Ma se l’accusa si rivelasse fondata? «Continueremo ad avere fede e a pregare», ha rivelato. Anche don Fabrizio Iacuzzi, durante l’omelia, ha sottolineato il ruolo delicato di quanti annunciano la fede: «Sono quelli che rischiano di più la vita; l’annunciatore della parola di Dio può essere colpito per primo, esposto ai maggiori pericoli. Ma questa è la nostra responsabilità». I fedeli, numerosi come sempre, non credono ancora a quanto è successo: «Sono scossa, ma stento a crederci», afferma Angela, 36 anni. «Pure illazioni, senza alcun fondamento», dice Ruggero. «Chi denuncia il salesiano è una persona problematica, probabilmente non riusciva ad ottenere quello che voleva e quindi si è vendicato in questo modo», secondo altre testimonianze raccolte. Intanto, si mobilitano i credenti friulani per la grande veglia.In duomo, invece, nessun riferimento nelle omelie di ieri riguardo alla vicenda del sacerdote dell’Istituto salesiano Bearzi, indagato per presunti episodi di pedofilia. Un fatto che ha profondamente scosso la città. La gente ne parla e si interroga su quanto ipotizzato dalla magistratura. E molte sono state le attestazioni di solidarietà da parte della popolazione nei confronti del sacerdote coinvolto. (i.g. e r.s.)

http://ricerca.quotidianiespresso.it/messa...NZ_09_UDA2.html


«Confido che venga fatta chiarezza»
Messaggero Veneto — 08 settembre 2008 pagina 09 sezione: NAZIONALE

«Prego il Signore perché si faccia luce e perché la fiducia espressa dal direttore dell’istituto Bearzi nei confronti del sacerdote indagato per l’ipotesi di pedofilia sia riconosciuta anche dalla magistratura». Sono le parole dell’arcivescovo emerito Alfredo Battisti, vescovo di Udine dal 1973 al 2000, che in 35 anni di permanenza in Friuli assicura di «non aver mai avuto a che fare con fenomeni di pedofilia». Non a caso, Battisti esprime gratitudine ai salesiani per il ruolo di educatori che svolgono anche in Friuli.Chiarito questo punto, l’arcivescovo si allinea alla tesi di Papa Benedetto XVI che anche nel suo viaggio in America ha espresso parole severe nei confronti della pedofilia. «Abusare degli innocenti minorenni – aggiunge monsignor Battisti – deve terrorizzare la coscienza di qualsiasi educatore. I momenti di debolezza vanno condannati sia dal punto di vista morale che giuridico».Per quanto riguarda, invece, le accuse mosse da un ventisettenne al sacerdote dell’istituto Bearzi, l’arcivescovo preferisce attendere l’esito delle indagini in corso. «Da sempre stimo i salesiani che in Friuli sono presenti a Udine, a Tolmezzo e a Santa Maria la Longa per i tossicodipendenti, nella nostra Diocesi sono una presenza luminosa. Anche per questo mi auguro che la magistratura chiarisca e confermi la fiducia già espressa dal direttore del Bearzi nei confronti del sacerdote».L’arcivescovo, insomma, non riesce a immaginare che il religioso del Bearzi sia stato sopraffatto da un momento di debolezza e ribadisce la tesi del direttore dell’istituto, don Dino Marcon, che fin da subito ha sottolineato: «Se c’è una persona che in tanti anni ha sempre ricevuto tutto il nostro aiuto, quella è proprio il ragazzo che oggi ci calunnia. E che getta così fango sull’istituto e sulle tante persone che, di giorno e di notte, lavorano al solo scopo di aiutare chi ne ha bisogno. Non ne capiamo la ragione, siamo allibiti e, soprattutto, respingiamo qualsiasi tipo di accusa».
 
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