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Masturbava bimbi all'oratorio. Fa ancora il prete don Mologni, condannato per stupro di minore disabile, Ivrea. Prescritte le violenze su minori. Se la cava con 3 anni e 11 mesi.

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view post Posted on 24/7/2008, 08:23
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Ivrea. Prescritte le violenze su minori




http://unionesarda.ilsole24ore.com/unione2...contentId=34211

Torino: prete indagato per pedofilia
La Procura di Torino ha aperto un'indagine su un anziano parroco canavesano, con l'ipotesi di reato di pedofilia. Al sacerdote sarebbe stato notificato un ordine di custodia cautelare, che non gli è stato consegnato perchè è in coma per setticemia in un ospedale della zona. Qualche giorno fa era stata perquisita la casa del parroco ed era stato sequestrato un computer nel quale erano presenti inequivocabili immagini. La segnalazione era partita da genitori i cui figli avevano frequentato il prete.
24/07/2008 01:58

www.cronacaqui.it/news-masturbava-i...lo--_10225.html


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Dopo la denuncia il sacerdote è in coma
Masturbava i bimbi in oratorio
Arrestato il parroco pedofilo

Le testimonianze: «Ci vestiva da Tarzan e faceva le foto»
LOMBARDORE 24/07/2008 - L’orrore. È scoprire che il parroco del paese approfittava dei ragazzini dell’oratorio toccandoli, fotografandoli e talvolta masturbandoli. L’orrore è scoprire che quelle “voci” di paese si sono trasformate in realtà. Nei guai è finito don Pierpaolo Mologni, 60 anni. Parroco per lungo tempo a Lombardore. La Procura di Torino ne ha disposto gli arresti domiciliari dopo le lunghe indagini coordinate dal pubblico ministero Stefano De Montis e condotte da carabinieri. Ma don Pierpaolo, quegli arresti, difficilmente riuscirà a scontarli: al momento, infatti, si trova in coma presso il reparto di rianimazione dell’ospedale di Ivrea.

Costumino di Tarzan
Secondo quanto denunciato da alcune vittime del parroco direttamente ai carabinieri, don Pierpaolo era solito compiere i suoi gesti osceni presso la sua abitazione, dietro la chiesa di Lombardore. Con i più “svegli” si limitava a delle carezze. Con altri, di età compresa tra i 13 e i 15 anni, esagerava. Se loro non si ritraevano, in un attimo saltava fuori la macchina fotografica. E giù di foto osè, con i bimbi in posizioni inequivocabili, magari con indosso il costumino di Tartan che il parroco 60enne aveva appositamente confezionato per le sue piccole vittime. Spesso e volentieri convinceva i ragazzini a fare la doccia nella sua abitazione: e anche in quei casi non perdeva l’occasione per scattare scabrose istantanee. I carabinieri, che hanno effettuato una perquisizione nei suoi alloggi di Ozegna, dove era stato trasferito un paio di mesi fa, hanno rinvenuto un migliaio di foto compromettenti. Alcune datate 1979.

Le confidenze
Quando don Pierpaolo era certo di aver ottenuto la fiducia della vittima, passava ad un livello superiore di molestie. Era solito far stendere il ragazzino in questione per masturbarlo direttamente sul suo letto. Successivamente, almeno in certi casi, finiva col masturbarsi lui stesso. Secondo gli inquirenti creava una sorta di rapporto di “fiducia” con la vittima e la convinceva in qualche modo a non raccontare nulla dei suoi comportamenti osceni.

Le indagini
A distanza di anni sono invece piovute due distinte denunce sui comportamenti di don Pierpaolo. Da due distinte famiglie. La macchina investigativa dei carabinieri ha poi fatto il resto trovando conferma delle parole di decine di ragazzini di Lombardore e paesi limitrofi nel computer del parroco, zeppo di foto e materiale compromettente. Dopo la perquisizione ad Ozegna, per don Mologni, è giunto anche un avviso di garanzia. Poi, improvvisamente, le sue condizioni di salute sono precipitate: prima un’improvvisa setticemia e, da qualche giorno, il coma profondo. Precauzionalmente la Procura ha fatto sequestrare la sua cartella clinica.


Alessandro Previati


www.cronacaqui.it/news-le-testimoni...foto_10226.html

Le incredibili dichiarazioni dei bambini e lo stupore del paese
Le testimonianze: «Ci vestiva da Tarzan e faceva le foto»


LOMBARDORE 24/07/2008 - Raccontare in Procura gli abusi subiti anni fa è stato difficilissimo. Eppure molti ragazzini, un tempo alle prese con i comportamenti osceni di don Pierpaolo Mologni, hanno trovato il coraggio per combattere questo orrore, rivangando storie che, probabilmente, avevano deciso di dimenticare. Per sempre.

Alcuni di loro, oggi, sono appena maggiorenni. Allora avevano quindici o sedici anni. «Ci portava nei suoi alloggi in parrocchia sempre con la stessa scusa – racconta uno di loro – voleva “misurarci” per vedere se eravamo cresciuti». Una scusa banale alla quale i ragazzini, senza malizia, abboccavano senza sospetti. Poi la situazione degenerava se le vittime non reagivano sdegnate: «Massaggi, carezze, sfioramenti nelle parti intime – precisa uno dei giovani – a volte tirava fuori quel costumino di Tarzan dal quale si intravedeva tutto. Era troppo stretto. Magari scattava qualche foto». Poi la masturbazione: «Su un tappeto, oppure direttamente sul letto». Quanti ragazzini hanno avuto il coraggio di raccontare tutto subito? Praticamente nessuno. Poi due famiglie hanno deciso di rompere il silenzio, di denunciare una storia assurda e al tempo stesso ignobilmente reale.

Senza parole anche il sindaco di Lombardore, Diego Maria Bili, ben a conoscenza delle indagini dei carabinieri e della Procura: «Il nostro è un paese piccolo. Le cose si vengono a sapere quasi subito. Sapevo che molti cittadini ascoltati in Procura e dai militari dell’Arma. Ovviamente speravo che le voci di paese non fossero corrispondenti a quanto emerso». Bili, oltretutto, ammette di non aver mai avuto un rapporto molto sereno con don Mologni: «I nostri scontri erano alla luce del sole, lo ha sempre saputo anche il vescovo». Le dicerie del paese, però, non sembravano realtà: «Diciamo che le chiacchiere non sempre rappresentano la verità – conferma il sindaco – però è vero che c’erano strane voci anche prima che io diventassi sindaco. Nessuna prova, però, fino a qualche giorno fa».

Don Pierpaolo, per una decina d’anni parroco di Lombardore, aveva operato prima a Rivarolo e Mercenasco. Il suo trasferimento ad Ozegna nella primavera scorsa.
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Edited by pincopallino2 - 20/2/2022, 16:49
 
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http://stage7.presstoday.com/_Standard/Articles/4824432

La Stampa pag. 78
"I sacerdoti che si macchiano di tale vergogna devono essere condannati"
Data: 24/07/08


Cronaca Locale


Stampa Articolo




I sacerdoti
che si macchiano
di tale vergogna
devono essere
condannati


Benedetto XVI



Piccolo, occhiali spessi e dalla montatura scura, spigoloso. «O lo ami o lo odi, don Pierpaolo è fatto così. Con lui non c’è via di mezzo» dicono. E anche se odiare è una parola grossa è vero che don Pierpaolo Mologni non ha mai unito i suoi parrocchiani. Chi, per così dire, lo ama ricorda il suo impegno a favore dei ragazzi. I gruppi parrocchiali che ha fondato. Il suo lavoro con gli scout. Chi preferirebbe non aver mai avuto a che fare con lui mette sul piatto le stesse cose, ma in versione negativa. «Formava gruppi chiusi». «Il suo rapporto con i ragazzi era ambiguo». «Con la scusa degli scout...». Certo, a sentire adesso il sindaco di Ozegna, l’ultimo paese del Canavese dove il sacerdote è approdato, inseguito da una coda di polemiche e veleni, qualche dubbio sorge anche al suo più strenuo difensore. «È arrivato qui e ha rivoluzionato tutto. Pensi: faceva catechismo ai ragazzi lui personalmente. A gruppi di due o tre al massimo. A volte anche con uno soltanto. E spesso la sera», racconta Ivo Chiarabaglio, il sindaco. Molestie ai ragazzi del paese? «Ma no, per carità. Però, sa, dopo quello che è successo. E poi, anche a Lombardore mica si scherzava». Lombardore, Mercenasco, Rivarolo. Percorre a ritroso la cronistoria della carriera ecclesiastica del sacerdote è come tuffarsi nelle polemiche. E nelle storie strane. Due volte lo hanno picchiato, e mica soltanto con qualche ceffone. Una volta lo hanno rapinato di beni e arredi sacri per un valore che supera il miliardo del vecchio conio. Cinque o sei o dieci volte qualcuno s’è rivolto al vescovo di Ivrea per protestare contro di lui. A Lombardore, era nel 2003, venne aggredito in canonica. Botte. Gli portarono via una pala del 1400 e altri oggetti, mai più recuperati. Allora si disse che qualcuno avesse voluto vendicarsi. Di cosa? «Mah, sa c’erano così tanti pettegolezzi in giro», dicono in paese. Ma a quelle voci non furono mai trovati riscontri e i pettegolezzi rimasero tali. Per anni. E la storia della piscina nel cortile dell’oratorio continuò a far discutere. «Nel 2006, in occasione della festa di sant’Agapito, si rifiutò di celebrare la messa e la processione», ricorda il sindaco Diego Maria Bili. «Dovemmo far intervenire un altro sacerdote per celebrare il santo patrono».
A Mercenasco, invece, dove arrivò ancora giovane a bordo della sua «mitica» Renault, le botte le ricevette dopo appena tre anni che era lì. Schiaffi, pugni sulla soglia della parrocchia. Perché? L’attuale sindaco del paese, Giuseppe Vesco, allarga le braccia: «Mah...». Ma poi, sollecitato ricorda che, allora, in paese, circolavano voci di «foto fatte a bambini nudi dalla cintola in giù». Ma chi le aveva messe in giro queste voci? «Ma cosa vuole che sappia. E poi, all’epoca, io non ero mica il sindaco. Io non so nulla di certo. Denunce? Non credo. Non che io sappia, almeno». E restano ancora una volta soltanto le dicerie. Sempre le stesse. Qualcuna resiste anche in quel di Rivarolo, dove don Pierpaolo Mologni arrivò con l’incarico di viceparroco. Giovanissimo fonda il gruppo scout. Organizza i chierichetti, s’inventa un gioco per cui chi va a servire messa riceve dei punti. Che può spendere per comprare regali nella bottega dell’oratorio. Si chiamava il «Clan del gufo». Poi arrivarono le prime voci. Poca cosa. Anzi, quasi nulla. Ma adesso qualcuno ricorda che sì: «Qualche genitore non era contento che suo figlio lo frequentasse». Lasciò il paese, comunque, in pompa magna, destinato a Lombardore.
«Sì, è una vicenda delicata. E noi vorremmo che a parlare fosse il vescovo», dice al telefono, don Silvio Faga, vicario generale della diocesi di Ivrea. Ma monsignor Arrigo Miglio in questi giorni è a Sydney, con un gruppo di ragazzi della diocesi. È andato lì ad ascoltare le parole del Santo Padre, che ha condannato, senza indugio, i preti pedofili.

 
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Da La Stampa di Torino di oggi, pag. 78

http://pdf.presstoday.com/viewclip.php?pdf...05&bbpos=1&rect

Qualche giorno dopo la perquisizione e la denuncia don Pierpaolo si è sentito male. Lo hanno portato in ospedale, priima a Cuorgnè e dopo a Ivrea. Grave, gravissimo. Una brutta setticemia. La Procura, per vederci chiaro, ha ordinato l'immediato sequestro delle cartelle cliniche: quella malattia è considerata troppo sospetta

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Mio commento:

Tentativo di suicidio? Vendetta?
 
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A quanto pare il prete non è più in coma .... giusto il tempo di evitare la galera

http://www.cronacaqui.it/news-don-mologni-...izia_10281.html

Le parole del sacerdote di Lombardore accusato di abusi sessuali
Don Mologni: «Infangato da uomini malvagi, ho fiducia nella giustizia»

IVREA 25/07/2008 - Si dichiara innocente, don Pierpaolo Mologni, il parroco di Ozegna accusato di pedofilia. Ma dichiara anche di aver fiducia nella giustizia.

In clinica
Ieri pomeriggio il sacerdote ha lasciato l’ospedale di Ivrea - dove fino all’altro giorno era ricoverato in rianimazione - ed è stato trasporto alla Casa del Clero, dove è attualmente ricoverato.

Una delle ultime persone ad averlo incontrato è stato il suo difensore, l’avvocato Elio Guglielmino del foro di Ivrea.

L’avvocato Guglielmino ha trovato l’anziano parroco molto provato ed in condizioni di salute precarie, ma fermo del respingere tutte le accuse che gli verrebbero mosse.

Anche oggi il prevosto ha respinto ogni addebito: «Sono estraneo ad ogni fatto che mi vene addebitato dalla Procura di Torino. Anzi non sono ancora a conoscenza dei motivi veri di queste falsità e della fonte da cui possono venire simili e gravi accuse. Di tutto il materiale che io avrei avuto non so proprio cosa dire, non ho mai conservato fotografie pedopornografiche di bambini. Nella mia vita – prosegue don Pierpaolo – credo di non aver mai commesso alcunché di delittuoso ma confido serenamente nel corso della giustizia, sono fermamente convinto di uscire da questa brutta storia nel migliore dei modi perché non ho commesso gli atti di cui mi si accusa».

Dichiarazioni di una certa e completa innocenza ed estraneità ai gravi fatti addebitategli, una posizione nettamente antitetica a quanto emergerebbe, invece, dai fascicoli di indagine.

«Sono falsità – ha ripetuto il sacerdote – io non ho mai toccato un bambino in vita mia e credo che certe cose siano venute fuori per la malvagità di certi uomini. Io sono un uomo di Chiesa e se devo sopportare questo Calvario, lo faccio con la serenità di chi sa di non aver commesso alcunché. E fin d’ora dico – ha voluto concludere il parroco di Ozegna – che perdono coloro che hanno orchestrato questa dolorosa calunnia».

La curia
Nel frattempo la curia vescovile eporediese si è affrettata a diffondere un comunicato stampa, attribuito direttamente al vescovo Miglio e concordato con il cardinal Bertone, nel quale si prendono decise distanze dal sacerdote indagato. «Sorpresa e sofferenza hanno destato le accuse rivolte ad un sacerdote della nostra diocesi - scrive il presule, quasi per allontanare da sè il sospetto che la vicenda di don Pierpaolo fosse in qualche modo già nota in ambienti ecclesiastici -, circondato dalla stima e dall’affetto di molti che lo conoscono, al quale tutti esprimiamo gratitudine per il bene compiuto e vicinanza in questo particolare momento».

Miglio si rivolge ai giudici e alle vittime del “presunto” prete pedofilo: «Esprimiamo fiducia nella magistratura per il suo delicato compito, vicinanza e solidarietà alle persone, specialmente se minori, per quanto possono aver patito in questa vicenda». E poi la “stoccata” finale: «È molto vivo in tutti noi l’eco delle parole pronunciate da Benedetto XVI sia nel recente viaggio negli Stati Uniti, sia in Australia in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù appena conclusasi» e cioè: «I preti pedofili devono essere condannati».

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Il giornale CronacaQui ci ricorda i casi di pedofilia in Piemonte e come tutto si sia risolto a tarallucci e vino senza che il prete sia stato cacciato dal clero. Evidentemente la pedofilia è compatibile col sacerdozio

http://www.cronacaqui.it/news-per-i-pedofi...ilio_10280.html

Aumenta font Diminuisci font Stampa questo articolo Segnala a un amico Sotto accusa i tribunali ecclesiastici
Per i pedofili in parrocchia niente galera, soltanto l'esilio
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Don Mologni: «Infangato da uomini malvagi, ho fiducia nella giustizia»
TORINO 25/07/2008 - Sulla pedofilia Sua Santità l’ha detto chiaramente: «I sacerdoti che si macchiano di questa vergogna devono essere condannati». Papa Benedetto XVI l’ha detto solo pochi giorni fa, durante le Giornate mondiali della gioventù a Sidney. Ma l’interrogativo che ci si pone è se questi sacerdoti debbano essere condannati dalla magistratura ordinaria o da quella del Vaticano.

L’ultimo sacerdote condannato da un tribunale piemontese è stato don Roberto Volaterra, giovane parroco di Castagnole Piemonte, arrestato quattro anni fa con l’accusa di violenza sessuale: molestie e attenzioni morbose per una ragazzina di 11 anni, che avrebbe dovuto aiutare a fare i compiti. Tempo dopo lo stesso sacerdote avrebbe confessato tutto: «Ero innamorato di lei». Poi, nel luglio del 2005, il patteggiamento a un anno e otto mesi di reclusione e 45mila euro di risarcimento alla famiglia della piccola. Ma don Volaterra non è mai andato in prigione: grazie alla sospensione condizionale. E così, lasciata la parrocchia di Mirafiori dove aveva scontato i domiciliari, ha raggiunto la nuova destinazione scelta per lui dall’arcivescovo di Torino, il cardinale Poletto: una comunità gestita dalla Congregazione di Gesù sacerdote dei Padri Venturini a Trento. Non dice più messa, è ovvio, ma è ancora un prete. Il Concilio di Trento, infatti, ha stabilito chiaramente l’impossibilità del ritorno alla condizione di laico.

Stessa sorte - patteggiamento ed esilio - era toccata a padre Domenico Marcanti di Alessandria: tre anni di reclusione la condanna per abusi sessuali nei confronti di alcuni ragazzini del doposcuola.

In ciascuno di questi casi, come è naturale, le rispettive diocesi avevano «fatto quadrato», mirando a difendere l’integrità e la bontà del mondo sacerdotale dall’infamia del comportamento di pochi. Teoricamente, però, oltre alla condanna in tribunale, questi sacerdote avrebbero dovuto rendere conto alla legislazione ecclesiastica. Ed è qui il vero nocciolo del problema. Il Tribunale Vaticano, infatti, è segnato dai processi lumaca.
Solo l’anno scorso una inchiesta del settimanale “Panorama” aveva svelato i problemi della giustizia d’Oltretevere. In pratica nel giro di sei anni, al Tribunale Ecclesiastico sono giunti un migliaio di segnalazioni di casi di pedofilia e abusi sessuali da ogni parte del mondo. Ma solo una decina sono i processi avviati. Anche in virtù della lentezza della macchina giuridica che deve occuparsi di raccogliere informative da tutto il mondo, svolgere accertamenti, redigere voluminosi dossier. Processi e sentenze sono poi coperti dal più totale segreto. Le pene che possono essere comminate vanno dalla sospensione del sacerdote, alla dimissione - molto rara - per l’abuso sessuale, fino alla scomunica «latae sententiae» prevista per chi si macchia di complicità, ossia assolve la persona con cui ha avuto rapporti sessuali dal peccato di atti impuri.

Scritto da: Andrea Monticone - [email protected]

Edited by GalileoGalilei - 25/7/2008, 09:18
 
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http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...rete-grave.html

Indagato per molestie, prete grave
Repubblica — 24 luglio 2008 pagina 11 sezione: TORINO

Quando i carabinieri della Sezione di polizia giudiziaria gli hanno notificato l' avviso che il suo nome era stato iscritto nel registro degli indagati della Procura della Repubblica di Torino perché accusato di violenza sessuale don P. M., 63 anni, parroco di Lombardore, è impallidito. Poi, premendosi una mano sul petto, è crollato a terra. Ora è ricoverato all' ospedale di Ivrea con prognosi riservata. Contro di lui ci sono le accuse di un ragazzo di 18 anni che nei mesi scorsi ha denunciato di essere stato oggetto di molestie sessuali mentre frequentava l' oratorio della parrocchia. L' inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica Stefano De Montis ed è stata avviata nel mese di maggio, quando il giovane ha presentato la denuncia. I carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria stanno ora cercando di ricostruire i fatti che risalirebbero alla prima metà del 2007. L' avvocato Giampaolo Zancan, il legale che assiste il religioso, taglia corto: «Il mio assistito respinge ogni accusa e purtroppo è molto provato dalla vicenda in quanto soffre di gravi disfunzioni cardiache». A Lombardore però nessuno si è stupito di quanto accaduto. In paese circolavano da tempo voci sugli strani comportamenti di don P. «Voci che ho sentito anch' io. D' altronde qui prima c' era un oratorio che funzionava benissimo ed era molto frequentato e che ora invece è praticamente deserto - afferma il sindaco Diego Bili - Il paese è piccolo e, come dice l' adagio, "la gente mormora". Io posso soltanto dire che non avevo buoni rapporti con lui. Questioni di carattere, credo. All' inizio del mio mandato volevo collaborare con lui; ma poi, di fronte ai suoi atteggiamenti di chiusura, ho lasciato perdere». Don P. però non sarebbe nuovo ai guai giudiziari. In passato la Curia lo aveva già trasferito da un' altra parrocchia del Canavese e sempre per colpa di voci, attendibili o infondate che fossero, intorno ai suoi rapporti con i giovani frequentatori dell' oratorio. Da lì quindi il parroco era finito a Lombardore dove però, stando alle accuse ora al vaglio della magistratura, nella primavera dello scorso anno si sarebbe rimesso nei guai. Ieri pomeriggio è anche circolata la voce che nel suo computer fossero state scoperte centinaia di foto pedopornografiche e che alla prima denuncia se ne fosse aggiunta un' altra presentata da una famiglia di un paese vicino. In procura però smentiscono spiegando: «La denuncia per ora è una sola e non sono state trovate foto pedopornografiche». - MEO PONTE
 
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La Repubblica pag. 11
"prete indagato "stupore e sofferenza""
Data: 25/07/08


Cronaca Locale


Elenco Titoli Stampa questo articolo

VENERDÌ, 25 LUGLIO 2008

Pagina XI - Torino

Ivrea, documento della diocesi

Prete indagato "Stupore e sofferenza"






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«SORPRESA e sofferenza» alla notizia che un parroco canavesano è stato indagato per violenza sessuale dalla procura è stata espressa oggi dalla Diocesi di Ivrea, dove si sottolinea che il sacerdote «è circondato dalla stima e dall´affetto di molti che lo conoscono» e si esprime nei suoi confronti «gratitudine per il bene compiuto e vicinanza in questo particolare momento». Secondo l´accusa, sostenuta dal pm Stefano Demontis, quando era in un´altra parrocchia rispetto a quella attuale, avrebbe avuto atteggiamenti equivoci con i ragazzi, alcuni dei quali avrebbero subito anche palpeggiamenti e carezze particolari. Le denunce sono un paio. In una perquisizione nell´abitazione del sacerdote sono state trovate molte foto di bambini, che lascerebbero pensare a una attenzione morbosa nei confronti dei più piccoli.
«Esprimiamo fiducia nella magistratura per il suo delicato compito - aggiunge la Diocesi - vicinanza e solidarietà alle persone, specialmente se minori, per quanto possono aver patito in questa vicenda. Il tema e´ bruciante ed e´ molto vivo in tutti noi l´eco delle parole pronunciate da Benedetto XVI sia nel recente viaggio negli Stati Uniti, sia in Australia in occasione della Giornata Mondiale della Gioventu´ appena conclusasi». Tra l´altro monsignor Miglio, vescovo di Ivrea, ha partecipato con un gruppo di giovani della diocesi alla spedizione in Australia. Il sacerdote indagato, che dopo la perquisizione si era sentito male ed era stato ricoverato in ospedale, e´ stato trasferito in una casa di cura della Diocesi.
 
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www.notiziarioitaliano.it/italia/cr...reclusione.html

Pedofilia: Prete abusa di minore disabile, chiesti 4 anni e 2 mesi di reclusione

TORINO – Il pubblico ministero Stefano Demontis, ha chiesto nei giorni scorsi una condanna a 4 anni e 2 mesi di reclusione per violenza sessuale ai danni di un minore disabile, per don Pierpaolo Mologni.
L'ex parroco di Lombardore, abusò più volte nel 2007 di un 17enne con un sensibile deficit psichico. Il processo che si celebra con il rito abbreviato, ha visto anche la testimonianza cruda e brutale della povera vittima che ha raccontato ciò che accadeva in quelle occasioni. «Mi portava nel suo alloggio in parrocchia, sempre con la stessa scusa: voleva “misurarmi” per vedere se ero cresciuto – racconta il ragazzo - Massaggi, carezze, la sua mano che sfiorava le mie parti intime. A volte tirava fuori dall’armadio quel costumino di Tarzan dal quale si intravedeva tutto. Dovevo indossarlo, ma era troppo stretto. Lui insisteva, poi cominciava a scattare foto, tante foto». La giovane vittima racconta anche di episodi di masturbazione: «Succedeva su un tappeto, oppure direttamente sul letto. Mi toccava, poi si toccava anche lui».
Una storia difficile da raccontare, ma che il ragazzino nonostante le turbe e lo shock ha trovato il coraggio di ricordare e raccontare, denunciando l'orrore di mesi di abusi.

19/02/10 10:34
Aniello Maria Mormile

http://www.cronacaqui.it/news-abusi-in-par...sso-_32793.html

Abusi in parrocchia sul ragazzo disabile. Prete sotto processo

I fatti nel 2007, quando la vittima aveva 17 anni

TORINO. 19/02/2010 - I reati datati primi anni ’90 sono già caduti in prescrizione, l’accusa più recente resta invece in piedi e inchioda don Pierpaolo Mologni sul banco degli imputati di un’aula del tribunale di Torino.

Nei confronti del sessantaduenne ex parroco di Lombardore, il pubblico ministero Stefano Demontis ha chiesto nei giorni scorsi una condanna a 4 anni e due mesi di reclusione per violenza sessuale verso un minore. Il minore, parte civile nel processo con l’avvocato Francesca Violante, all’epoca dei fatti, era il 2007, aveva 17 anni e un sensibile deficit psichico. Il prete avrebbe abusato del ragazzino in più occasioni. Don Pierpaolo Mologni è assistito dall’avvocato Gian Paolo Zancan. Il processo si celebra con rito abbreviato.

La testimonianza resa agli inquirenti dalla vittima era stata particolarmente cruda e brutale. Il ragazzino aveva descritto gli abusi subiti, si era soffermato su dettagli e particolari non di poco conto. «Mi portava nel suo alloggio in parrocchia, sempre con la stessa scusa: voleva “misurarmi” per vedere se ero cresciuto». Poi la situazione degenerava: «Massaggi, carezze, la sua mano che sfiorava le mie parti intime. A volte tirava fuori dall’armadio quel costumino di Tarzan dal quale si intravedeva tutto. Dovevo indossarlo, ma era troppo stretto. Lui insisteva, poi cominciava a scattare foto, tante foto». Infine, il salto di qualità: la masturbazione. «Succedeva su un tappeto, oppure direttamente sul letto. Mi toccava, poi si toccava anche lui».

Non era stato facile per la vittima raccontare gli abusi subiti in parrocchia. Eppure, alla fine il diciassettenne aveva trovato il coraggio di ricordare, raccontare, denunciare l’or rore vissuto per mesi accanto a quell’uomo. Aveva rovistato nella memoria e scovato storie che aveva deciso di cancellare per sempre. Storie di baci, carezze. Carezze sempre più intime e invadenti, sempre più imbarazzanti.
Questa mattina in aula sarà il turno della difesa, a parlare sarà l’avvocato difensore Gian Paolo Zancan. Dopo le eventuali repliche arriverà quindi la sentenza.
 
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view post Posted on 10/3/2010, 09:38
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http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cro...lo/lstp/154622/

10/03/2010 -

LOMBARDORE. ALTRE TRE DENUNCE PER LO STESSO REATO SONO INVECE CADUTE IN PRESCRIZIONE
Carezze ai ragazzini
condannato il parroco


La chiesa di Lombardore dove il sacerdote è stato parroco

image

Tre anni e 11 mesi per violenza sessuale e foto pedopornografiche


grazia longo
torino

La condanna è di quelle che bruciano. Non solo perché sfiora i quattro anni. Non solo perché l’accusa è quella di pedofilia. Ma perché l’uomo considerato colpevole è un prete. Tre anni e 11 mesi è la sentenza inflitta ieri mattina dal giudice Andrea Natale a Don Pierpaolo Mologni, ex parroco ultrasessantenne di Lombardore.

Delle quattro denunce partite nel luglio 2008 soltanto una è sfociata nel processo che si è concluso ieri, con il rito abbreviato. Le altre, troppo in là con gli anni (alcune risalgono a quasi 20 anni fa) sono cadute in prescrizione. Ma la storia del ragazzino, che chiameremo Simone, per cui don Pierpaolo è stato giudicato colpevole, è simile a quella degli altri.

Racconta di bambini vestiti - o meglio svestiti - da Tarzan con solo un asciugamanino intorno alla vita, con la scusa di giocare alla jungla. Fotografati in mutande. Spogliati per la doccia e palpeggiati con il pretesto di stendere meglio il borotalco. In parrocchia i carabinieri della Procura - coordinati dal pm Stefano Demontis - trovarono un migliaio di fotografie ambigue di ragazzini, le più vecchie risalgono al 1979. Alcuni bambini erano semisvestiti, alcuni nudi dalla cintola in giù. Don Pierpaolo Mologni, difeso dagli avvocati Gianpaolo Zancan ed Elio Guglielmino - è stato infatti condannato, oltre che per violenza sessuale anche per detenzione di materiale pedopornografico.

Simone, che si è costituito parte civile con l’avvocato Francesca Violante, ha ottenuto, in attesa di un risarcimento definitivo, una provvisionale di 5 mila euro. Una storia drammatica e delicata. Da una parte le accuse dei ragazzini, dall’altra la difesa del prete - che si è sempre proclamato innocente - e quella di alcuni fedeli. In molti si sono schierati al suo fianco. «Non può aver fatto quelle cose, è un ottimo prete, creativo e sempre attento alle esigenze dei ragazzini».

Eppure non mancano - e non sono mancate nel passato - anche opinioni diverse, opposte. Anche in altri paesi, dove Pierpaolo era stato negli anni precedenti a quelli di Lombardore. Già a Marcenasco, dove arrivò ancora giovane a bordo della sua «mitica» Renault, circolavano voci di «foto fatte a bambini nudi dalla cintola in giù».

E dicerie, sempre le stesse, giravano anche a Rivarolo. Qui don Pierpaolo Mologni arrivò con l’incarico di viceparroco e fondò il gruppo scout.

La tecnica di approccio era sempre la stessa. I ragazzini, tutti maschi tra i 12 e i 14 anni, venivano abbordati in oratorio. Con la scusa di misurarli, don Mologni li avrebbe fatti spogliare e sfiorati con carezze leggere, per vedere come reagivano. Se non scappano passava a palpeggiamenti più espliciti, massaggi con talco e carezze spinte.

Fin qui il passato. Oggi, don Pierpaolo vive nella Casa del Clero ad Ivrea.

LA DIFESA: «E' innocente: Ricorreremo in appello»

«Ha sempre ribadito la sua più completa innocenza, e per continuare a difenderlo ricorreremo in appello». I legali di don Pierpaolo Mologni (nella foto), gli avvocati Gianpaolo Zancan ed Elio Guglielmino annunciano di continuare a rivolgersi ai giudici per dimostrare l’innocenza del loro assistito.

Don Pierpaolo, non appena le indagini, nell’estate 2008, divennero incalzanti, si sentì male e venne ricoverato alla Rianimazione dell’ospedale di Ivrea. Dimesso dall’ospedale si è ritirato nella casa del clero «Beato Warmondo» a Ivrea. Sempre continuando a proclamare l’estraneità ai fatti che gli venivano contestati dalla procura torinese.

Edited by GalileoGalilei - 10/3/2010, 09:56
 
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view post Posted on 10/3/2010, 11:57
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www.cronacaqui.it/news-abusi-sessua...filo_33521.html

Tre anni e undici mesi a don Mologni. Vittima un diciassettenne
Abusi sessuali in parrocchia
Condannato prete pedofilo


TORINO 10/03/2010 - Arrestato nel luglio di due anni fa, processato nei primi giorni del febbraio scorso, condannato ieri mattina a 3 anni e undici mesi di reclusione, in abbreviato, con le accuse di detenzione di materiale pedopornografico e atti sessuali nei confronti di un minorenne affetto da difficoltà psichiche. Don Pierpaolo Mologni, 63 anni, ex parroco di Lombardore, è attualmente ospite di una casa di cura nell’eporediese. Nei suoi confronti, il pubblico ministero Stefano Demontis aveva chiesto una condanna a 4 anni e due mesi di reclusione. Al minorenne vittima di abusi, parte civile con l’avvocato Francesca Violante, il giudice Andrea Natale ha riconosciuto una provvisionale di cinquemila euro. Don Mologni era assistito dall’avvocato Gian Paolo Zancan.

Risalgono al 2007 i fatti oggetti dell’indagine avviata dalla procura di Torino. All’epoca, il ragazzino vittima di abusi aveva 17 anni. La testimonianza resa dalla vittima agli inquirenti fu particolarmente cruda e brutale. Il ragazzino descrisse gli abusi subiti, si soffermò con scrupolo e precisione su dettagli e particolari non di poco conto. «Mi portava nel suo alloggio in parrocchia, sempre con la stessa scusa: voleva “misurarmi” per vedere se ero cresciuto». Poi la situazione degenerava: «Massaggi, carezze, la sua mano che sfiorava le mie parti intime. A volte tirava fuori dall’armadio quel costumino di Tarzan dal quale si intravedeva tutto. Dovevo indossarlo, ma era troppo stretto. Lui insisteva, io non riuscivo ad oppormi. Non c’era niente da fare, alla fine vinceva sempre lui. Cominciava quindi a scattare foto, tante, tantissime foto. Sembrava non volesse più smettere». Infine, il momento più brutto, quello più temuto dalla giovane preda: la masturbazione. «Succedeva su un tappeto, oppure direttamente sul letto. Mi toccava, poi si toccava anche lui». Poi era tutto finito, in attesa del successivo e inevitabile incontro.

Non era stato facile per la giovane vittima raccontare gli abusi subiti in parrocchia. Eppure, alla fine il diciassettenne trovò il coraggio di farlo. Il minorenne ebbe la forza di ricordare, raccontare, denunciare l’orrore vissuto per mesi accanto a quell’uomo tanto più anziano di lui. Rovistò nella memoria e riscoprì la presenza di storie che aveva deciso di cancellare per sempre. Storie di baci, carezze. Carezze sempre più intime e invadenti, sempre più imbarazzanti. Adesso l’inferno è finito, l’incubo è passato. Restano i ricordi, sfortunatamente.

Giovanni Falconieri
 
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view post Posted on 20/2/2022, 16:48

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MOLOGNI Don Pier Paolo
Titolo:Don
Nome:Pier Paolo
Cognome:MOLOGNI
Tipo:Presbitero diocesano
Data di nascita:29-06-1942
Data ordinazione:27-04-1969
 
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Ma quando i genitori avranno la consapevolezza di smetterla di lasciare i figli nelle sacrestie? Eppure ne abbiamo le tasche piene di cronache pedofile che avvengono nelle mura delle chiese
 
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