Laici Libertari Anticlericali Forum

Il monastero horror. Lavori forzati, suicidi, torture nella sfarzosa "Fraternità di Gesù"., Soppressa da papa Ratzinger nel 2010, riciclatasi con altro nome. Preti trasferiti e scappati da Ivrea

« Older   Newer »
  Share  
pincopallino2
view post Posted on 14/1/2019, 13:18 by: pincopallino2

Group:
Administrator
Posts:
8,011

Status:


http://www.quotidianocanavese.it/cronaca/b...o-passato-20340

BELMONTE - Spariti i preti arrivati prima di Natale: giallo al santuario. Sono stati «allontanati» per il loro passato?
14 gennaio 2019 | Don Tarcisio Benvenuti, don Zeno Sartori e don Antonio Malagisi hanno già lasciato il Canavese. Annunciati come i «salvatori» del santuario patrimonio dell'umanità Unesco, i tre sacerdoti sono già andati via...
+ Miei preferiti
inShare

BELMONTE - Spariti i preti arrivati prima di Natale: giallo al santuario. Sono stati «allontanati» per il loro passato?
Sono arrivati prima di Natale e hanno già fatto i bagagli. Don Tarcisio Benvenuti, don Zeno Sartori e don Antonio Malagisi (nella foto con i sindaci del territorio) sono rimasti alla guida di Belmonte non più di due settimane. Annunciati come i «salvatori» del santuario patrimonio dell'umanità Unesco, i tre sacerdoti sono già andati via. Nessuno ha fatto in tempo nemmeno a salutarli. E se dalla curia di Torino fanno sapere che «era tutto già previsto», in Canavese, questa fuga, tanto prevista non era. E infatti sabato, quando i fedeli si sono ritrovati un solo sacerdote alla Messa (e per giunta "in prestito" da Cuorgnè) sono cominciate a circolare voci più o meno incontrollate sul repentino addio di don Tarcisio Benvenuti, don Zeno Sartori e don Antonio Malagisi.

Avrebbe influito sulla fuga dei tre sacerdoti provenienti dal Veneto il loro stesso passato. Don Tarcisio Benvenuti è stato il fondatore della «Famiglia monastica Fraternità di Gesù», alla quale, sotto Giovanni Paolo II, venne affidata la storica abbazia di San Paolo Fuori le Mura a Roma. La Fraternità si è sfaldata in pochi anni, affossata da scandali clamorosi tanto che la Santa Sede, nel 2010, ha soppresso definitivamente la congregazione. Secondo le accuse, i responsabili della comunità, e tra questi il fondatore don Tarcisio Benvenuti e il suo braccio destro don Zeno Sartori, abusavano della loro autorità e costringevano gli appartenenti a duro lavoro continuativo. Ci sono state diverse denunce e segnalazioni alle autorità, alcune persino per la presunta istigazione al suicidio di ex adepti.

Accuse pesanti che, però, sono emerse solo dopo il loro arrivo a Belmonte. Prima nessuno si era accorto di questo passato "ingombrante". Al santuario mariano, adesso, si ricomincia da capo. Con la speranza che l'assenza di religiosi in pianta stabile sia solo temporanea.

https://www.lastampa.it/2019/01/14/cronaca...fdJ/pagina.html

I salvatori del santuario di Belmonte messi in fuga da un passato scomodo
Erano stati presentati ai sindaci come la famiglia religiosa che si sarebbe presa cura del santuario. Ma Ratzinger nel 2007 aveva soppresso la comunità monastica che avevano fondato e li aveva esiliati in Austria

I religiosi con i sindaci dei Comuni vicini al santuario di Belmonte il 23 dicembre, giorno dell’insediamento


CONDIVIDI



Pubblicato il 14/01/2019
Ultima modifica il 14/01/2019 alle ore 12:42
ALESSANDRO PREVIATI
BELMONTE (TORINO)
Un passato scomodo e persino accuse di istigazione al suicidio. La presenza a Belmonte, patrimonio Unesco, di don Tarcisio, don Zeno e don Antonio, i tre sacerdoti individuati per far rinascere il santuario (rimasto deserto a seguito dell’addio dei francescani), è durata poco più di un lampo. Dopo l’Epifania, infatti, i tre religiosi, in fretta e furia, hanno dovuto lasciare il convento. Fatti i bagagli sono partiti, a quanto pare per l’Austria.

Addio repentino

Per i fedeli di questo angolo di Canavese si è trattato di una vera e propria fuga. Da un giorno all’altro, al santuario è rimasto solo don Gianluca Capello che, da sabato, tutti i giorni, sale a Belmonte per le funzioni e, alla sera, torna in parrocchia a Cuorgnè. Nessuno ha mai sospettato che dietro ai tre sacerdoti, accolti in pompa magna prima di Natale da fedeli, sindaci e parlamentari, potesse esserci una storia tanto complessa.

LEGGI ANCHE “Belmonte sta cadendo a pezzi”: e i francescani lasciano il santuario

Già, perché don Tarcisio Benvenuti è stato il fondatore della «Famiglia monastica Fraternità di Gesù», arrivata ad un soffio dal vedersi affidare addirittura la basilica di San Paolo Fuori le Mura a Roma. Ma successive ispezioni volute dalla Santa Sede diedero avvio alla fine della Fraternità, affossata da scandali clamorosi tanto che la Santa Sede, nel 2010, la soppresse.

Le segnalazioni

Secondo le accuse, i responsabili della comunità, e tra questi il fondatore Benvenuti e il suo braccio destro don Zeno Sartori, abusavano della loro autorità e costringevano gli appartenenti a duro lavoro continuativo. Ci sono state diverse denunce e segnalazioni alle autorità, alcune persino per l’istigazione al suicidio di ex adepti. E dire che, nel Lazio, la Fraternità aveva dato vita a una coop di falegnameria, una di agricoltura bio, e ad una comunità per il recupero dei tossicodipendenti. Sembrava tutto perfetto. Invece a fine Anni 80, la situazione prende una piega diversa. Ai membri della comunità viene imposto un abito religioso e la disciplina diventa ferrea. Nel 2007, l’ispezione ordinata da Papa Ratzinger porta alla luce la situazione. E’ allora che don Tarcisio e don Zeno vengono esiliati in un santuario sulle montagne austriache, nell’arcidiocesi di Vienna.

LEGGI ANCHE La Regione chiede aiuto alla Curia per salvare il santuario di Belmonte

Dalla Curia di Torino

Sulla vicenda, dalla Curia di Torino arriva una spiegazione che sembra correggere quanto finora si era appreso sulla riapertura del santuario e cioè che fosse stata individuata nei tre sacerdoti la nuova comunità che si sarebbe presa cura di Belmonte. «I tre sacerdoti, incardinati nell’Arcidiocesi di Vienna, in dicembre erano ospiti di don Ciotti al Gruppo Abele: è stato chiesto loro il servizio liturgico e pastorale per riaprire il santuario nel periodo natalizio - spiega don Livio Demarie, direttore delle Comunicazioni sociali della Diocesi -, un tempo nel quale i sacerdoti diocesani intensificano gli impegni nelle rispettive comunità. Questa è la ragione per la quale il 23 dicembre sono stati presentati durante la festa per la riapertura del santuario». Un incarico «a termine», insomma, programmato così fin dall’inizio. «La Diocesi di Torino ha scelto di prendersi la responsabilità liturgica e il coordinamento pastorale e spirituale di Belmonte: per ora ci sarà una turnazione di preti, ma presto verrà annunciato il nome di chi avrà l’incarico». Sulla storia passata dei padri don Demarie invita a riflettere sul fatto che «la Chiesa non ha dato loro censure».
 
Top
13 replies since 27/6/2008, 18:20   19544 views
  Share