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Scandali a ripetizione alla Curia di Salerno., Processi e indagini sui maneggi dei preti

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GalileoGalilei
view post Posted on 6/6/2008, 11:55 by: GalileoGalilei
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Sul numero di oggi di Libero appare una strana precisazione in relazione a un articolo pubblicato su Libero il 08 maggio 2008 dal titolo "Intrigo a Salerno: il Vaticano indaga sul rapporto tra la diocesi e la Massoneria" a firma Peppe Rinaldi.

Si legge di una relazione riservata inviata dal sacerdote Carlo Magna al suo arcivescovo Gerardo Pierro.

Si precisa che don Magna non ha mai parlato al giornalista del seminario metropolitano Giovanni Paolo II di devastazione di altari, furti di ostia, di un seminarista che aveva scoperto tutto, picchiato (interviene la Digos), di un giovane accusato di omicidio e della sua affettuosità con altra carica curiale

A quanto pare la vicenda nasconde dei risvolti molto gravi su cui sarà bene informarsi e tornare


http://stage7.presstoday.com/_Standard/Articles/3870862

A quanto pare don Carlo Magna, ex vicerettore del seminario di Salerno, era stato rimosso dal vescovo Pierro a seguito di una relazione sulla mala gestione del seminario metropolitano.

Il vescovo aveva rimosso il prete ma la "cassazione" vaticana, la Segnatura Apostolica, aveva dato ragione a don Magna.

http://sacerdotisposati.splinder.com/post/14821621

21/11/2007
Sentenza favorevole per un sacerdote del Gregge. È la terza volta che l’arcivescovo viene smentito dalla Santa Sede
di ANTONIO MANZO - fonte: ilmattino.it
«Io, insieme ai seminaristi salernitani, rinnovo l’amore filiale al Santo Padre, Papa Benedetto XVI. Lo dica a Roma che a Salerno sono tutti in filiale comunione con il Vaticano, a partire dai seminaristi...». Quando monsignor Gerardo Pierro pronuncia queste parole, ieri pomeriggio, la mente è corsa subito alle difficili ore che sta vivendo la diocesi sospesa tra mille contestazioni e l’imminente arrivo di un arcivescovo coadiutore che affianchi, con diritto di successione, l’attuale titolare della sede salernitana. Nervosismo e tensione, all’inaugurazione dell’anno accademico. L’arcivescovo si rivolge all’illustre ospite, un arcivescovo di curia esperto in diritto canonico. Finge calma ma, chi lo ha incrociato nel corso della giornata, lo descrive «buio, preoccupato, teso, pronto a scattare». Lo scherzo del destino - o una accorta regia diplomatica - ha voluto che ad inaugurare l’anno accademico al seminario fosse monsignor Francesco Coccopalmerio, un vescovo che è anche giudice della Segnatura Apostolica, la «Cassazione del Papa» che per la terza volta, e pochi giorni fa, ha bocciato un provvedimento assunto da monsignor Pierro nei confronti di un sacerdote del «Gregge». L’imbarazzo, mitigato dalla diplomazia curiale, è stato poi superato dal titolo della lectio magistralis tutta dedicata al diritto canonico, la specializzazione di monsignor Coccopalmerio, già vescovo ausiliare del cardinale Martini a Milano prima di essere nominato presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi. Il dispositivo della sentenza è di pochi giorni fa, la motivazione arriverà fra qualche settimana: la Segnatura apostolica ha annullato il provvedimento di rimozione dall’ufficio di ex vice rettore del seminario metropolitano don Carlo Magna.

Altra sentenza è attesa a giorni ed è quella per don Pietro Rescigno, già cancelliere della Curia. Anche per don Magna l’arcivescovo dovrà fare retromarcia, annullare i provvedimenti del «confino» pastorale: per ora scatta quello a favore di don Magna a San Gregorio Magno. Il dispositivo della sentenza della Segnatura Apostolica per don Carlo Magna non è stato ancora notificato all’arcivescovo di Salerno. «Insussistenza delle reazioni disciplinari» recita il dispositivo facendo chiaramente riferimento ai motivi che spinsero l’arcivescovo a trasferire l’ex vice rettore del seminario, aderente sì al movimento dle Gregge ma anche firmatario di una scottante relazione sulla gestione del seminario metropolitano.

La Segnatura Apostolica è il terzo grado di giudizio per l’impugnazione dei provvedimenti assunti dalla gerarchia ecclesiastica: il primo è l’opposizione che viene inviata al vescovo, il secondo alla congregazione per il clero il terzo alla Segnatura Apostolica. È il terzo caso di sconfitta per il vescovo Pierro davanti alla «Cassazione del Papa»: il primo per il ricorso avanzato dall’ex primicerio della Collegiata di Solofra, don Franco Petrone; il secondo per quello firmato dall’ex parroco della Cattedrale di Campagna, don Antonio Cipollaro; il terzo che arriva per don Carlo Magna.

Ma sia nel caso di Petrone che di Cipollaro alcun provvedimento conseguente è stato assunto con la reimmisione negli incarichi dai quali erano stati destituiti. Nonostante le sentenze i preti restano senza incarichi. Il caso Salerno è come una enciclopedia nelle stanze del Vaticano. Ci sono le sentenze della Segnatura non eseguite, i contenziosi con il movimento ecclesiale del Gregge, le contestazioni ai conti dell’istituto sostentamento del clero, la gestione del patrimonio immobiliare della diocesi. E ultima, ma non per importanza, la relazione del visitatore apostolico, monsignor Agostino Superbo, arcivescovo di Potenza. Ha lavorato per mesi sentendo numerosi preti e laici salernitani per indagare, per conto del Vaticano, sullo stato di salute della diocesi di Salerno. Lavoro concluso con la relazione datata 1 marzo 2007 e spedita al Papa e a diverse congregazioni vaticane.

http://sacerdotisposati.splinder.com/tag/preti

21/11/2007
Il notaio della curia e i preti «puniti»

È il notaio della curia. Si chiama don Sabatino Naddeo, è parroco a Battipaglia, a San Gregorio VII. Lo descrivono come l’ultimo uomo di fiducia e sacerdote fedelissimo all’arcivescovo Pierro. È lui il destinatario delle missioni importanti e, al momento, conta nel potere interno della curia più del vicario generale, don Marcello De Maio, ex componente del Gregge, poi sganciatosi dalla cordata di amici preti. «Per obbedienza al vescovo» disse in quei giorni don Marcello. «Per carrierismo» gli ribatterono i nemici. Monsignor De Maio, solo canonicamente numero due, resta nel suo ufficio ma, quando deve convocare qualche sacerdote «punito» dal vescovo per comunicazioni importanti, viene sempre affiancato da don Sabatino Naddeo, il notaio del vescovo. Una figura prevista dal codice di diritto canonico e che si nomina, solo nelle grandi diocesi, con il cancelliere e il vice cancelliere. Cioè sono gli ufficiali che controfirmano gli atti del vescovo. Fatto è che a Salerno sia il cancelliere, don Peron che il vice don D’Alessio sono stati esautorati dall’incarico e, pur non avendo mai ricevuto il decreto di rimozione, hanno trovato le serrature degli uffici cambiate da un monsignore di curia notoriamente esperto di bricolage. Monta l’imbarazzo, in curia, nei giorni in cui si discute della nomina di un arcivescovo coadiutore che venga a mettere ordine mentre si allunga la lista dei preti puniti e che ottengono ragione solo dal Vaticano. L’elenco è lungo: due vicari generali destituiti, Spatuzzi e Romano, preti cacciati come Cipollaro e Petrone, preti emarginati e confinati, come Magna e Rescigno, preti ridotti al silenzio dei quali magari non si hanno notizie per la loro riservatezza. In curia ti raccontano del rapporto che un santo vescovo, come Gaetano Pollio, martire del Cristianesimo in Cina, seppe avere con il clero. Pollio gestì con sapienza ed equilibrio ben due diocesi, quella di Salerno e quella di Campagna che nei primi anni Settanta fu resa sede vacante (senza più nomina di un vescovo residenziale, l’ultimo fu Jolando Nuzzi) ma affidata alle mani sagge, sicure ed equilibrate di un vicario generale. Ieri mattina la notizia della nomina del coadiutore è diventata pubblica. In Curia sanno del pressing che ambienti vaticani esercitano su monsignor Agostino Superbo. Da noi interpellato, l’attuale arcivescovo di Potenza non ha smentito la nomina di un coadiutore quando ha sostenuto che «nella prassi vaticana nessun visitatore apostolico è stato poi nominato nella diocesi visitata». Ma a Roma lo hanno pregato di accettare. Sempre ieri mattina veloci consultazioni del vescovo con i suoi collaboratori, a partire da don Comincio Lanzara, il monsignore che ha attraversato la fine del secolo scorso fino ai giorni nostri accanto a tutti gli arcivescovi. I collaboratori del vescovo pronunciano a bassa voce i nomi dei possibili coadiutori. Per loro, la prima preferenza, è per l’attuale vescovo di Alife e Caiazzo, monsignor Pietro Farina. ant.man. - in ilmattino.it ed. Salerno
 
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