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Scandali in Curia a Siena. Prescrizione salva don Acampa per incendio doloso e calunnia, nell'inchiesta anche incontri sessuali tra preti gay

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GalileoGalilei
view post Posted on 29/2/2008, 19:48 by: GalileoGalilei
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SIENA, ROGO IN CURIA: DON ACAMPA A GIUDIZIO

sabato 1 marzo 2008 dalle 10:54


Monsignor Giuseppe Acampa è stato rinviato a giudizio con l’accusa di incendio doloso e calunnia. Il giudice delle udienze preliminari Angela Annese, ha ritenuto opportuno spostare al dibattimento in aula il giudizio sul prelato che la procura accusa di essere l’esecutore materiale del rogo che si sviluppò nelle stanze dell’economato il 2 aprile del 2006 e per il quale in un primo momento fu accusato l’archivista Franco Nardi. Ieri mattina per la prima volta Giuseppe Acampa ha rilasciato una dichiarazione spontanea: “Sono innocente, non ho mai cercato di incolpare Nardi e fino ad oggi non ho risposto ai colloqui con gli inquirenti su suggerimento dei miei avvocati”. Per tutta la durata della camera di consiglio, cinque ore, il monsignore ha pregato stringendo fra le mani il rosario. Gli avvocati difensori Mussari e De Martino hanno cercato di smontare l’accusa sostenendo che si tratta solo di indizi senza alcuna prova.



SIENA - Monsignor Giuseppe Acampa è stato rinviato a giudizio con l'accusa di incendio doloso e calunnia. L'udienza è fissata per il 12 novembre del 2008. Sono quasi le 15,30 quando il giudice delle udienze preliminari Angela Annese, pronuncia la sua decisione in camera di consiglio, dopo essersi ritirata per quasi un'ora. Un intervallo di tempo necessario per analizzare bene le carte e valutare i lunghi interventi di difesa e accusa che si sono protratti dalle 9,30 fino alle 14,30. Cinque ore di illustrazione dei fatti occupate per la maggior parte dal pubblico ministero Nicola Marini, che ha parlato per due ore e mezzo di fila.

L’incendio All'udienza era presente anche don Acampa, che mentre il magistrato pronunciava la sua requisitoria recitava il rosario. La procura lo accusa di aver appiccato il fuoco negli uffici dell'economato il 2 aprile del 2006 e di aver tentato successivamente di incolpare l'archivista Franco Nardi che quella domenica mattina si trovava in curia. Da qui l'imputazione di calunnia, in un primo momento era stato indagato proprio Nardi che ieri ha assistito a gran parte della seduta. Per il momento il suo legale Alfredo Fiorindi ha preferito non anticipare la costituzione di parte civile. Lo farà nella seduta del 12 novembre.

L’accusa Il sostituto procuratore Marini ha illustrato i fatti ripercorrendo le fasi più salienti della fase istruttoria che hanno portato all'imputazione del prelato. Giungendo alla conclusione: "Può essere stato solo lui". Questa la sintesi della lunga requisitoria che mette insieme una serie di indizi formando alla fine la prova di colpevolezza, a detta del pm. A partire dalle manovre di depistaggio cercando di incolpare Nardi, fino al tentativo di coinvolgere i centri di potere per allontanare l'attenzione dalla sua persona (intercettazioni telefoniche). Inoltre, sempre secondo il pm, Acampa ha costantemente rifiutato di rispondere alle domande degli inquirenti. Ma la prova più attendibile, per il magistrato, resta la relazione dei vigili del fuoco grazie anche alla "prova Monteroni", con ben tre simulazioni dell'incendio in curia.

Relazione vigili I pompieri non hanno dubbi, al momento dell'arrivo della squadra in Arcivescovado, non sarebbero intercorsi più di 30, 40 minuti dall'inizio dell'incendio. E ciò renderebbe attendibile l'ipotesi che Acampa avrebbe appiccato il fuoco subito dopo la celebrazione della messa in Duomo, alle 11 (l'arrivo dei pompieri è certificato alle 11,28).

Consulente di parte La difesa, sostenuta da Enrico De Martino e Giuseppe Mussari, smonta questa teoria con una apposita perizia effettuata dall'ingegner Natale Inzaghi che colloca l’inizio dell’incendio fra le 10 e le 10,15 del mattino. Ma stabilire un orario preciso, secondo il consulente di parte, è impossibile, soprattutto perché sono stati distrutti i resti dell'incendio stesso e mancano tanti altri elementi obiettivi.

Fotografie L'accusa è invece decisa su questo punto: i vigili hanno fotografato l'ambiente del rogo nel momento in cui sono arrivati ancor prima di attivare gli idranti, e le immagini mostrano fuoco vivo in certi punti, mentre altre suppellettili non erano state ancora minimamente scalfite, né dal fuoco né dal calore. Ora, siccome la carta brucia in tempi relativamente bassi, quella della mezz'ora resta una stima più che fondata.
E il movente? Anche il movente è un punto su cui batte forte la difesa. Dalle indagini non risulta che sia stato mai trovato un vero motivo per cui Acampa avrebbe appiccato il fuoco. Il pm invece ipotizza il tentativo di disfarsi di certi testamenti ma soprattutto la necessità di creare un precedente per poter nascondere in futuro la sparizione improvvisa di altre carte.

Insomma, “occorre una somma di indizi certi per costruire una prova - commenta Mussari - e in questo caso prove non ce ne sono affatto”.

Tre fuochi L'accusa è convinta: si sono accesi tre fuochi, due per distrarre l'attenzione, uno mirato. Il castello accusatorio di Marini è tutto riassunto in una relazione di 83 cartelle letta davanti al gup di cui Acampa non perde una parola. Alla fine, il commento del monsignore: "Santa pazienza, Via Crucis, Stazione quaresimale”. Acampa non aggiunge altro, oltre a ribadire la sua innocenza e la sua estraneità ai fatti.
Veleni Con il verdetto del gup si chiude la fase preliminare ma è ancora tutto da dimostrare e questo avverrà in udienza pubblica. Di sicuro dal fascicolo scomparirà quel corredo di lettere, messaggi anonimi e velenosi allegati. Il giudice Annese ne ha già annunciato, giustamente, la distruzione.
SONIA MAGGI

CORRIERE DI SIENA 1 MARZO 2008



http://www.agi.it/firenze/notizie/20080229...t11129-art.html

SACERDOTE A GIUDIZIO PER INCENDIO DOLOSO E CALUNNIA A SIENA

(AGI) - Siena, 29 feb. - Incendio doloso e calunnia. Con queste accuse Angela Annese, giudice per l'udienza preliminare, dopo un lunghissimo dibattito, ha rinviato questa mattina a giudizio don Giuseppe Acampa, economo della curia arcivescovile di Siena, personaggio bene inserito nella vita pubblica della citta' di Siena. La decisione del giudice riguarda l'incendio avvenuto il 2 aprile del 2006 nei locali dell'archivio del palazzo arcivescovile che provoco' la distruzione di alcuni documenti e in parte anche di computer. In un primo momento le indagini sull'episodio si erano indirizzate verso l'archivista Franco Nardi, che era stato anche indagato. Ma secondo il sostituto procuratore della repubblica, Nicola Marini, che stamattina ha confermato la sua richiesta di rinvio a giudizio, responsabile dell'incendio sarebbe il sacerdote, (difeso dagli avvocati Enrico De Martino e Giuseppe Mussari) che, secondo l'accusa, avrebbe indirizzato le indagini verso l'archivista il cui incarico era svolto in maniera del tutto volontaria. (AGI)

Edited by GalileoGalilei - 28/5/2008, 18:52
 
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