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Scandali in Curia a Siena. Prescrizione salva don Acampa per incendio doloso e calunnia, nell'inchiesta anche incontri sessuali tra preti gay

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GalileoGalilei
view post Posted on 22/1/2008, 22:27 by: GalileoGalilei
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http://www.agi.it/firenze/notizie/20080122...012478-art.html

INCENDIO CURIA SIENA, PER DON ACAMPA GUP DECIDE IL 29 FEBBRAIO


(AGI) - Siena, 22 gen. - E' stata rinviata al 29 febbraio l'udienza del giudice delle udienze preliminari per decidere o meno sul rinvio a giudizio di don Giuseppe Acampa, economo della curia arcivescovile di Siena, in relazione ad un incendio scoppiato il 2 aprile del 2006 nei locali dell'economato, che provoco' la distruzione di documenti che vi erano custoditi.
Sul sacerdote, che a Siena e' molto noto, pendono le accuse di incendio doloso e calunnia nei confronti dell'archivista professor Paolo Nardi che in un primo momento era stato indagato.
Successivamente, in base alle indagini coordinate dal sostituto procuratore Nicola Marini, si e' arrivati alla decisione di chiedere il rinvio a giudizio per il sacerdote. I difensori di don Acampa questa mattina hanno presentato una perizia firmata da un ex dirigente dei vigili del fuoco, Natale Inzaghi, nella quale si esamina in maniera diversa da quella dei vigili del fuoco di Siena la tempistica riguardante lo scoppio dell'incendio nei locali della curia. (AGI)

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronach...ovo_siena.shtml

Gli inquirenti cercano contatti con le indagini di Firenze Estorsione, indagato arcivescovo di Siena Inchiesta sulla vendita di case. E un incendio doloso in Curia


L’arcivescovo di Siena Antonio Buoncristiani (Ansa)
FIRENZE — Gestione del patrimonio immobiliare e incontri proibiti organizzati da sacerdoti. C’è un’altra inchiesta che coinvolge le gerarchie ecclesiastiche della Toscana. Mentre la procura di Firenze dispone nuovi accertamenti sull’attività del vescovo ausiliare Claudio Maniago, quella di Siena iscrive nel registro degli indagati l’arcivescovo Antonio Buoncristiani per estorsione. L’alto prelato viene coinvolto nell’indagine che ha già portato alla richiesta di rinvio a giudizio di monsignor Giuseppe Acampa, 38 anni, l’economo della Curia cittadina accusato di incendio doloso, calunnia e truffa. E adesso gli inquirenti fiorentini vogliono accertare se ci sia un collegamento tra le due vicende, soprattutto per quanto riguarda l’amministrazione degli immobili e del denaro della Chiesa.

L’INCENDIO DOLOSO — Comincia tutto il 2 aprile del 2006 quando un rogo divampa nella sede dell’Economato della Curia di Siena. Monsignor Acampa accusa un archivista di aver appiccato l’incendio, ma gli accertamenti della polizia delineano un quadro diverso. E alla fine è proprio lui a finire indagato. Secondo i magistrati avrebbe dato alle fiamme l’ufficio «con l’unica finalità di distruggere documenti attinenti operazioni finanziarie promosse dalla diocesi attraverso la Curia». Gli affari curati dal sacerdote vengono analizzati attraverso accertamenti bancari e patrimoniali. Si scopre così che il prelato ha venduto a un imprenditore veneto uno degli immobili ereditati dalla diocesi, «a prezzi molto inferiori a quelli di mercato». Come ricompensa per il favore si sarebbe fatto regalare «un’Audi A3 dal valore di 27.000 euro» e per questo viene accusato di truffa ai danni della Chiesa. Si scopre anche che avrebbe partecipato a incontri particolari con altri due preti. Le testimonianze di alcuni sacerdoti forniscono i dettagli. Nessun reato viene contestato per questi episodi, ma la sua immagine ne esce a pezzi. Alla fine di giugno arriva la svolta. Le intercettazioni telefoniche e ambientali svelano i tentativi che sarebbero stati fatti dall’arcivescovo di Siena per convincere i testimoni a ritrattare. Qualche giorno dopo Buoncristiani viene iscritto nel registro degli indagati per estorsione. Sospettato di aver indotto numerose persone «anche con mirate pressioni» a fornire una versione diversa da quella verbalizzata davanti ai pubblici ministeri. Nei suoi confronti sono ancora in corso gli accertamenti, le stesse autorità ecclesiastiche stanno valutando la situazione. Intanto esplode il caso di Firenze.

APPARTAMENTI E FESTINI —Dopo aver accertato che don Lelio Cantini, il parroco accusato di violenza sessuale su numerose ragazze minorenni, si era fatto consegnare dai fedeli denaro e proprietà, i pm hanno deciso di verificare eventuali «coperture» che per anni gli avrebbero garantito l’impunità. Le verifiche hanno consentito di stabilire che la curia fiorentina ha beneficiato di eredità e donazioni, arrivando a possedere almeno 2.000 immobili. Palazzi e terreni, accusano adesso due dipendenti e due sacerdoti, che il vescovo ausiliare Claudio Maniago avrebbe gestito in maniera disinvolta. «Ci minacciava intimandoci di non parlare della sua attività», hanno raccontato a verbale prima di accusarlo di non essere intervenuto per fermare don Cantini pur essendo perfettamente a conoscenza dei suoi illeciti.E di aver partecipato a festini a luci rosse, circostanza confermata da un uomo di quarant’anni che si è presentato in Procura lo scorso aprile per raccontare i dettagli di un incontro avvenuto dieci anni fa. «Dichiarazioni infamanti », secondo la Curia e l’arcidiocesi cittadina che hanno già annunciato di voler «procedere per vie legali di fronte ad incredibili affermazioni di presunti testimoni». Versioni da verificare, secondo imagistrati. Non nasconde irritazione per la fuga di notizie il procuratore Ubaldo Nannucci: «Si tratta di rivelazioni molto gravi per l’indagine, che spero non sia morta, ma è certamente compromessa».
Fiorenza Sarzanini
19 settembre 2007

http://beppegrillo.meetup.com/90/messages/...?thread=3547564

Posted set 19, 2007 at 4:53 PM Link to this discussion
user 2436419
Siena, IT
156th Post

Da Dagospia

L?avviso in Curia
Anche a Siena la Curia è investita da una bufera giudiziaria. Per estorsione è indagato l?arcivescovo Antonio Buoncristiani: avrebbe cercato di «convincere» diversi testimoni a ritrattare le loro accuse contro l?economo diocesano, protetto dal Vescovo, monsignor Giuseppe Acampa, nei confronti del quale il 22 gennaio prossimo si terrà l?udienza preliminare. Il pm Marini ha chiesto il processo per incendio doloso e calunnia.

Che storia, quella di Siena. Incredibile e indicibile nello stesso tempo perché, al di là dei riscontri «tecnici» che hanno inchiodato - per la Procura - monsignor Acampa, colpisce che proprio dall?interno della Curia, della comunità cattolica si siano levate denunce e critiche nei confronti di Acampa e del suo protettore, il Vescovo appunto, che gli ha affidato la gestione unica del patrimonio immobiliare e finanziario della Diocesi.

Sesso e soldi
Per certi versi gli ingredienti sono gli stessi di Firenze, anche se Siena è molto più avanti nelle indagini: festini a luci rosse anche qui, ma soprattutto gestione «opaca» del patrimonio immobiliare. Tanto simili, le storie, che la Procura di Firenze non esclude di poter verificare, nella sua agenda di lavoro, se vi siano collegamenti diretti tra le due inchieste.

L?inchiesta di Siena muove i suoi primi passi il 2 aprile del 2006, quando alle 11,20 di quella domenica, monsignor Acampa chiama i Vigili del fuoco: «Venite, c?è un incendio....». L?incendio era in realtà divampato una ventina di minuti prima e il monsignore, che si trovava nella Curia, la prima telefonata la fa a una impiegata dell?economato. I vigili del fuoco e la Scientifica, nella loro perizia, hanno dimostrato che l?incendio è stato innescato in contemporanea all?arrivo di monsignor Acampa nella Curia. Ma questo lo si accerterà nel corso delle indagini.

Alle sue prime battute, Acampa, sentito dagli investigatori, accusa il povero archivista (e per questo sarà indagato poi per calunnia), il professore Franco Nardi, che finisce come il sospettato numero uno e che adesso aspetta che la sua denuncia contro il Vescovo Buoncristiani (per averlo licenziato per non aver ritrattato le sue accuse) faccia il suo corso. L?incendio aveva distrutto «solo» gli uffici dell?economato con quello di prezioso che c?era: computer, documentazione, lasciti testamentari..

Nel mirino
Nel prosieguo delle indagini, infatti, una volta che i sospetti si sono concentrati sull'economo, anche perché ad accusarlo sono stati diversi preti di Siena, i telefoni di monsignor Acampa sono stati intercettati e sono emersi rapporti omosessuali tra l'economo e alcuni sacerdoti. E c'è il sospetto che qualche ricatto sia girato anche per questo. Pensava di godere una sorta di impunità «extraterritoriale», aveva preteso dal Procuratore capo di Siena che intervenisse per addolcire l'inchiesta e lo aveva persino offeso.

Pensava di essere «protetto» e invece l?inchiesta della Procura di Siena ha accertato almeno un caso in cui Acampa - e per questo è accusato di truffa - aveva venduto a un imprenditore veneto, Fernando René Caovilla, a prezzi stracciati, un immobile della Curia, a ridosso di Porta Tufi, ricevendo in cambio dall?imprenditore una fiammante Audi A3.

La «faida»
Ma quando arriva, nel giugno scorso, la data della udienza preliminare, la Curia di Siena insorge: «Con dispiacere si constata che gli inquirenti sembrano essere giunti a conclusioni che distorcono completamente la realtà dei fatti, accumulando una quantità di dati che rischiano solamente di compromettere parti in realtà lese, come la Chiesa senese».

Ma è proprio il comunicato ufficiale della Curia che si insinua il sospetto di una «faida» interna alla comunità ecclesiale: «Tale procedere delle indagini ha assecondato e si è servito pure del desiderio di rivalsa di componenti ecclesiali probabilmente contrarie all?attuazione della riorganizzazione degli uffici di Curia....». In ogni caso, il Vescovo Buoncristiani non solo ha difeso pubblicamente il suo protetto, monsignor Acampa, ma si è impegnato «attivamente» a far ritrattare le accuse nei suoi confronti da diversi sacerdoti. Forse troppo «attivamente».




http://www.lucacicca.it/2007/09/14/due-int...per-don-acampa/

Due interrogazioni parlamentari per Don Acampa
Published by lucaciccaon 14 Settembre 2007in siena.
Apprendo da il quotidiano online Il Cittadino Oggi che sarebbero state presentate due interrogazioni parlamentari rivolte al Ministro di Grazia e Giustizia Clemente Mastella sul caso del rogo alla curia di Siena.

A presentare le interrogazioni sono Alleanza Nazionale e la Lega Nord.

Alla base delle due interrogazioni ci sono le intercettazioni telefoniche pubblicate sulla cronaca fiorentina di Repubblica, nelle quali venivano riportate le parole del Provveditore della Misericordia di Siena che si offriva di parlare con il Ministro Mastella per tentare di “risolvere la vicenda”.

AN e Lega chiedono al Ministro di dire che cosa sappia sulla vicenda.

Non è un caso che le due iniziative siano state portate avanti da due partiti di opposizione, solitamente invisibili a Siena, ma questo fa parte del gioco.
Povero Mastella, gli mancavano anche le diatribe senesi…

Il Cittadino Oggi riporta anche lo sfogo dell’archivista della Curia che dice di essere stato abbandonato dalla Chiesa senese, comprese le organizzazioni cattoliche che, secondo lui, non si sono mai esposte in sua difesa durante tutta la vicenda.

Effettivamente a Siena c’è un gran silenzio, o meglio c’è un gran brusio che non evolve mai in dichiarazioni pubbliche.

Miiinchia! Statte zitto!

Luca


http://nuovisacerdoti.altervista.org/novit1992.html

Sesso e soldi

Per certi versi gli ingredienti sono gli stessi di Firenze, anche se Siena è molto più avanti nelle indagini: festini a luci rosse anche qui, ma soprattutto gestione «opaca» del patrimonio immobiliare. Tanto simili, le storie, che la Procura di Firenze non esclude di poter verificare, nella sua agenda di lavoro, se vi siano collegamenti diretti tra le due inchieste.

L’inchiesta di Siena muove i suoi primi passi il 2 aprile del 2006, quando alle 11,20 di quella domenica, monsignor Acampa chiama i Vigili del fuoco: «Venite, c’è un incendio....». L’incendio era in realtà divampato una ventina di minuti prima e il monsignore, che si trovava nella Curia, la prima telefonata la fa a una impiegata dell’economato. I vigili del fuoco e la Scientifica, nella loro perizia, hanno dimostrato che l’incendio è stato innescato in contemporanea all’arrivo di monsignor Acampa nella Curia. Ma questo lo si accerterà nel corso delle indagini. Alle sue prime battute, Acampa, sentito dagli investigatori, accusa il povero archivista (e per questo sarà indagato poi per calunnia), il professore Franco Nardi, che finisce come il sospettato numero uno e che adesso aspetta che la sua denuncia contro il Vescovo Buoncristiani (per averlo licenziato per non aver ritrattato le sue accuse) faccia il suo corso. L’incendio aveva distrutto «solo» gli uffici dell’economato con quello di prezioso che c’era: computer, documentazione, lasciti testamentari..

Nel mirino

Nel prosieguo delle indagini, infatti, una volta che i sospetti si sono concentrati sull’economo, anche perché ad accusarlo sono stati diversi preti di Siena, i telefoni di monsignor Acampa sono stati intercettati e sono emersi rapporti omosessuali tra l’economo e alcuni sacerdoti. E c’è il sospetto che qualche ricatto sia girato anche per questo. Pensava di godere una sorta di impunità «extraterritoriale», aveva preteso dal Procuratore capo di Siena che intervenisse per addolcire l’inchiesta e lo aveva persino offeso. Pensava di essere «protetto» e invece l’inchiesta della Procura di Siena ha accertato almeno un caso in cui Acampa - e per questo è accusato di truffa - aveva venduto a un imprenditore veneto, Fernando René Caovilla, a prezzi stracciati, un immobile della Curia, a ridosso di Porta Tufi, ricevendo in cambio dall’imprenditore una fiammante Audi A3.

La «faida»

Ma quando arriva, nel giugno scorso, la data della udienza preliminare, la Curia di Siena insorge: «Con dispiacere si constata che gli inquirenti sembrano essere giunti a conclusioni che distorcono completamente la realtà dei fatti, accumulando una quantità di dati che rischiano solamente di compromettere parti in realtà lese, come la Chiesa senese». Ma è proprio il comunicato ufficiale della Curia che si insinua il sospetto di una «faida» interna alla comunità ecclesiale: «Tale procedere delle indagini ha assecondato e si è servito pure del desiderio di rivalsa di componenti ecclesiali probabilmente contrarie all’attuazione della riorganizzazione degli uffici di Curia....». In ogni caso, il Vescovo Buoncristiani non solo ha difeso pubblicamente il suo protetto, monsignor Acampa, ma si è impegnato «attivamente» a far ritrattare le accuse nei suoi confronti da diversi sacerdoti. Forse troppo «attivamente». fonte: la stampa.it


http://vaticano.noblogs.org/post/2007/10/0...rebbe-scottarsi

Mercoledì, Ottobre 03, 2007

Il fuoco sotto le ceneri della diocesi di Siena. E anche il vescovo potrebbe "scottarsi"

34047. SIENA-ADISTA. Un fuoco che ha covato sotto la cenere per oltre un anno e che adesso minaccia di incendiare l'intera Chiesa senese: l'incendio era già scoppiato il 2 aprile 2006 nei locali dell'economato dell'arcidiocesi di Siena, di origine - hanno accertato gli inquirenti - sicuramente dolosa (v. Adista n. 55/07). Inizialmente i sospetti erano ricaduti sull'archivista dell'arcidiocesi, il professor Franco Nardi: a fare il suo nome era stato l'economo della Curia, don Giuseppe Acampa, su cui però, nel corso dei mesi, si sono concentrate le attenzioni degli investigatori fino all'incriminazione, lo scorso giugno, per calunnia e truffa aggravata, oltre che per il rogo: avrebbe appiccato il fuoco, secondo gli investigatori, per far sparire documenti compromettenti sulla sua disinvolta gestione degli affari della curia.

La notizia dello scandalo della Chiesa senese - finora pressoché ignorata dalla stampa nazionale - è 'scoppiata' quando sono emersi presunti collegamenti - poi smentiti dalla procura di Siena - con la vicenda che sta coinvolgendo il vescovo ausiliare di Firenze, mons. Claudio Maniago, allievo prediletto di don Lelio Cantini, il prete accusato di abusi sessuali anche su minori (v. articolo su questo numero e v. Adista n. 29/07). Ma con l'avvicinarsi dell'udienza che deciderà del rinvio a giudizio di don Acampa, fissata per il 22 gennaio, il quadro di una Curia arcivescovile con il pallino degli affari molto più che della pastorale diventa sempre più chiaro, mentre tra i preti dell'arcidiocesi cresce lo scontento nei confronti dei propri vertici.

Un incontro a lungo atteso

Il clero di Siena ha aspettato per oltre un anno prima di ricevere dal proprio vescovo un chiarimento sullo scandalo che coinvolgeva la propria Chiesa e attendeva con ansia la tre giorni di formazione pastorale a Colle Val d'Elsa conclusasi lo scorso 19 settembre. Ma il chiarimento non c'è stato: l'arcivescovo, mons. Antonio Buoncristiani - "agitatissimo", secondo alcuni testimoni -, si è limitato a leggere un comunicato in cui ribadiva senza mezzi termini l'innocenza di don Acampa, accusando un gruppetto di preti 'ostili' di fomentare la stampa e i giudici contro la Chiesa, e si è rifiutato di rispondere a qualunque domanda. Un prete che stava registrando il suo intervento è stato rimproverato aspramente, tra gli applausi dei suoi colleghi, e costretto a cancellare il nastro.

Eppure mons. Buoncristiani avrebbe avuto molto da spiegare: le intercettazioni, ad esempio, pubblicate dai giornali, in cui don Acampa e il segretario del vescovo, don Andrea Bechi, parlano di rivolgersi al ministro della Giustizia Clemente Mastella per "tappare" l'inchiesta. Tramite per arrivare al ministro sarebbe il presidente della Misericordia di Siena, Mario Marzucchi. D'altra parte, Mastella è stato l'ospite d'onore, lo scorso maggio, delle Feste internazionali cateriniane, con cui l'arcidiocesi ha celebrato la sua santa più illustre.

Acampa e Bechi - secondo quanto emerso dalle intercettazioni - avrebbero anche pensato di rivolgersi al procuratore Nino Calabrese, che non avrebbe vigilato a sufficienza sul suo sostituto responsabile dell'indagine, Nicola Marini: sorprendentemente, infatti, malgrado fosse ancora ufficialmente parte lesa, sembra che Acampa fosse interessato ad una rapida archiviazione delle indagini più che alla scoperta del colpevole. Calabrese, d'altra parte, ha un 'debito di riconoscenza' nei confronti della Curia, perché sua figlia ha in affitto, a un buon prezzo, una casa in pieno centro di proprietà dell'arcidiocesi.

Intimidazioni e intercettazioni

Ci sono poi le voci di intimidazioni, da parte del vescovo e di Acampa, nei confronti di quei preti che si sono macchiati della 'colpa' di aver collaborato con le indagini: si parla di velate allusioni a trasferimenti nelle parrocchie più 'scomode', di minacce di rimozioni da incarichi; si ripete anche la storia dell'anziano parroco di Vagliagli, don Mino Marchetti, che si sarebbe all'improvviso visto sospendere da parte dell'arcidiocesi la pubblicazione di un'opera storica a cui lavorava da dieci anni. D'altra parte, discutendo con un altro influente amico, Giuseppe Mussari, presidente del Monte dei Paschi di Siena, don Acampa (il cui padre era un importante funzionario della banca) aveva promesso di mettere alle corse i "preti nemici giurati" che sarebbero, secondo lui, all'origine della svolta delle indagini: "Io penso che sia un gruppo di affari politico-pretonzolo", aveva detto. L'arcivescovo avrebbe anche preteso - senza ottenerla, malgrado numerose pressioni - una dichiarazione pubblica di sostegno ad Acampa da parte del clero dell'arcidiocesi.

Tra i preti di Siena, comunque, l'aria che si respira è pesante: "Questo vescovo non è né un padre né un maestro", ha detto ad Adista un sacerdote; "tante cose", aggiunge un altro, "non tornavano nella gestione degli affari della diocesi". Destava sospetti la delega pressoché illimitata per la gestione dei beni della Curia concessa nel 2004, senza alcuna consultazione del clero, da mons. Buoncristiani a don Acampa. L'economo, si racconta, si faceva vedere spesso per le strade di Siena a bordo di una Ferrari. Gli si contestava spesso la gestione squisitamente "affaristica" dei beni della Chiesa: ad esempio, appena nominato arciprete di Colle Val d'Elsa (una delle due ex-diocesi incorporate, assieme a quella di Montalcino, nell'arcidiocesi di Siena) aveva subito avviato la vendita di vari appartamenti di proprietà della Curia, ordinato la riduzione del numero delle messe e chiuso agli studiosi il palazzo vescovile, in vista forse di qualche progetto di sviluppo. (alessandro speciale)

Adista notizie n.65 - 2007


Inviato da Vaticano (Pedofilia, Comunita', Politica, Commercio) :: Commenti (2) :: Permalink :: Trackback (0) :: Bookmarka su Lilith :: letto 240 volte

Acampa [Replica]

E del podere che si è comprato, mi sembra verso Fungaia chi ne parla?

Edited by GalileoGalilei - 28/12/2009, 10:27
 
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28 replies since 18/6/2007, 08:23   6322 views
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