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Pedofilia all'asilo. Suor Soledad, Cassazione accusa Procura: "Inspiegabile la non impugnazione", Vallo della Lucania (CE). Processo civile a suora novizia. In primo grado condannata ad 8 anni. Ma lei è fuggita in sud America

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view post Posted on 30/10/2014, 11:50
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Abusi all'asilo di Vallo, nel 2015 la sentenza d'appello Soledad non è più suora

Pubblicato Mercoledì, 29 Ottobre 2014 15:27

Vive ora in famiglia e non è più una suora Soledad Bazan Verde, la novizia al centro dello scandalo emerso nel 2006 a Vallo della Lucania dove una trentina di bambini denunciò di essere stata vittima delle sue attenzioni morbose. All’indomani della vicenda, Suor Soledad era stata trasferita e protetta presso l’Istituto delle Ancelle di Santa Teresa del Bambin Gesù a Roma. Poi era sopraggiunto il rimpatrio organizzato dallo stesso Stato italiano alla scadenza del suo permesso di soggiorno, nonostante il giudizio fosse ancora in corso. Ora è in Perù, pare proprio nella capitale Lima, dove è tornata dalla sua famiglia e ha deciso di togliersi il velo, per mettere fine ad un capitolo burrascoso e difficile della sua vita. Il processo di secondo grado, sebbene abbia visto allungarsi i tempi, a causa del trasferimento a Lagonegro di uno dei componenti del collegio giudicante, potrebbe ribaltare la sentenza del Tribunale di Vallo della Lucania che la condannò a 8 anni di reclusione . A questo fa pensare la dura requisitoria del Procuratore Generale che criticò le indagini e il processo di primo grado e chiese l’assoluzione oltre che per gli imputati già assolti, anche per Soledad e le altre due suore condannate per favoreggiamento. Comunque andrà a finire Soledad è in Perù a ricominciare una nuova vita . Non è così per le famiglie dei bimbi di Vallo Della Lucania che hanno forse in parte attutito la rabbia dei primi tempi ma non di certo la sofferenza. “Il problema non è che Soledad si sia spogliata- dicono – ma è l’atteggiamento del mondo che le sta intorno. Siamo ancora pazientemente in attesa di una parola che venga dal Pastore della Diocesi di Vallo della Lucania, non a noi, ma ai nostri figli che oggi sono quasi adolescenti e rivivono gli insulti ricevuti quando erano piccolissimi perché ora cominciano a fare esperienze diverse. Noi possiamo dire ai nostri figli di aver fatto il possibile e cerchiamo di rispondere alle loro domande. Che cosa possono dire gli altri ? L’importante è che la società vallese abbia ripreso la sua vita normale e abbia dimenticato tutto. “C’è ancora tanta amrezza nelle parole dei genitori che proseguono “ Noi non smettiamo di credere . Percepiamo la presenza di Dio ma non quella dei suoi pastori che non hanno avuto parole per queste pecorelle. Questo, tuttavia, è un problema delle loro coscienze. Esiste per la coscienza di Monsignor Ciro Miniero, con tutto il rispetto per la sua figura, un problema di questo tipo? E per quella di Monsignor Favale?” Ora il processo riprenderà a febbraio con la conclusione delle parti civili. A marzo la parola passerà alla difesa in due udienze e forse poi si giungerà alla sentenza finale.

Daria Scarpitta
 
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Stop al processo per gli abusi all’asilo. L’ira delle famiglie.
Redazione Web 28 marzo 2015

Doveva essere il giorno della sentenza. E’ diventato il giorno della rabbia, per un errore che porta indietro di un anno le lancette del processo sugli abusi sessuali nell’asilo “Paolo VI” di Vallo della Lucania, passando un colpo di spugna su tutte le udienze del giudizio di appello. Lo stop arriva percgè a discussione conclusa, ci si accorge che uno dei giudici che compongono la Corte è incompatibile, in quanto membro del collegio di Riesame che nel luglio del 2006 ha deciso sulla misura cautelare per suor Soledad, la principale accusata delle violenze sui bimbi.

Sono passate da poco le 13 quando il presidente Claudio Tringali lo annuncia alle parti: “L’avvocato Felice Lentini parte civile, mi ha presentato la circostanza in via informale. Ho acquisito il provvedimento del Riesame e ho verificato che l’informazione è giusta”.

Inevitabile la trasmissione dei documenti al primo presidente della Corte d’appello, che deciderà sulla nuova composizione del collegio. In caso contrario la sentenza avrebbe corso il rischio di un annullamento in Cassazione e per il giudice incompatibile , Vincenzo Pellegrino, sarebbe potuto scattare un provvedimento disciplinare.


Nel formalizzare l’astensione Pellegrino avverte il dovere di giustificarsi: “Non essendo stato relatore non avevo copia del provvedimento del Riesame e non ne conservavo alcuna memoria”. Dai banche delle difese si alza una levata di scudi in suo favore, per evidenziare che nessuno ha messo in dubbio la sua correttezza.

Ma il clima è teso , e le frizioni divampano tra difensori e parti civili. Per la nuova prima udienza di appello si slitta al 21 luglio, con proseguo già fissato a settembre e la certezza di arrivare al 2016, visto che era il maggio del 2014 quando il processo bis è iniziato e il pg Maddalena Russo ha chiesto l’assoluzione per tutti.

Tra i genitori in aula esplode la rabbia. C’è chi piange, chi inveisce, un papaà sbotta: “ E’ uno scandalo, una vergogna. Sono 9 anni che aspettiamo, parliamo di bambini e oggi la giustizia mi sta dicendo che questi bambini non li tutela”.
 
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2015 → novembre → 18 → Processo suor Soledad: la sentenza nei prossimi giorni

Processo suor Soledad: la sentenza nei prossimi giorni

Redazione Infocilento 18 novembre 2015, 19:01 suor soledad, vallo della lucania

La prossima settimana potrebbero arrivare le sentenze del processo suor Soledad.
Sembra giunto al termine, dopo quasi dieci anni, il processo Suor Soledad, la suora condannata a sei anni in primo grado per presunti abusi sui bambini dell’istituto Santa Teresa di Vallo della Lucania. Il prossimo 20 novembre, infatti, dovrebbe tenersi l’ultima udienza del processo d’appello ed il 27 novembre potrebbe giungere la sentenza.

I fatti risalgono al 2006. Il 17 giugno la suora di origine peruviana venne arrestata mentre era in partenza dall’aeroporto di Fiumicino. Fu accusata di abusi sessuali su alcuni bambini dai 3 ai 5 anni. Il 29 maggio del 2006 i genitori dei piccoli denunciarono in Procura casi di violenza sessuale.

In primo grado, nel 2012, Carmen Soledad Bazan Verde, che intanto ha deciso di spogliarsi e non essere più una suora e di far ritorno in Perù, fu condannata a sei anni. Il processo d’appello, invece, stava per concludersi la scorsa primavera ma dopo due anni di dibattimenti è dovuto ricominciare da zero. Nell’ultima udienza, infatti, il presidente del collegio giudicante Claudio Tringali comunicò ai presenti che il processo sarebbe dovuto ricominciare con una nuova composizione del collegio giudicante. Ciò per la presunta posizione di incompatibilità di uno dei giudici a latere, Vincenzo Pellegrino, che si era già occupato della vicenda nel 2006 quando da componente del collegio giudicante presso il tribunale del riesame rigettando la richiesta della difesa di Soledad confermava la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza a carico della monaca peruviana.

La prossima udienza, stavolta, potrebbe essere davvero l’ultima. Oltre a Suor Soledad, in primo grado furono condannate a sedici mesi per favoreggiamento anche due consorelle.
 
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view post Posted on 11/12/2015, 19:04
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http://www.giornaledelcilento.it/it/11_12_...ml#.VmsQC0rhCUl

Vallo della Lucania, processo suor Soledad: slitta a marzo sentenza d'appello
Marianna Vallone • 11 dicembre 2015 13:54

Rinviata la sentenza in appello del processo a carico di suor Soledad, la monaca peruviana, all'epoca dei fatti 23enne, accusata di abusi sessuali sui piccoli allievi della scuola Santa Teresa di Vallo della Lucania. La corte d'Appello di Salerno, venerdì, si sarebbe pronunciata accogliendo o meno la richiesta del procuratore generale Maddalena Russo, che aveva chiesto l’assoluzione per la novizia e per le altre due consorelle, condannate dal tribunale di Vallo a 8 anni di reclusione per la suora peruviana e sedici mesi per suor Romana e suor Agnese, per favoreggiamento. L’assoluzione era stata chiesta anche per il muratore e il fotografo coinvolti nel secondo filone di indagini, entrambi già assolti in primo grado. La sentenza ora slitta a venerdì 11 marzo 2016.
 
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view post Posted on 11/3/2016, 17:33
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"perché il fatto non sussister; Rigetta gli appelli proposti dal PG e dalle parti civili costituite condannando queste ultime al pagamento delle spese del presente grado di giudizio e revocando le statuizioni civili di cui alla sentenza impugnata; conferma nel resto motivi riservati in giorni novanta

Il Presidente

Claudio Tringali"
 
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view post Posted on 12/3/2016, 21:54
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http://www.infocilento.it/2016/03/11/clamo...i-gli-imputati/

Assoluzione di tutti gli imputati nel procedimento a carico di Suor Soledad. Oggi la sentenza di secondo grado.

Oggi la Corte di Appello di Salerno, presieduta dal dott. Claudio Tringali ha assolto con formula piena la suora Bazan Verde Carmen Soledad dall’accusa di avere compiuto molestie sessuali in danno di 40 bambini che frequentavano la scuola Palo VI, gestita dall’Istituto religioso suore “Ancelle di S. Teresa del Gesù Bambino” di Vallo della Lucania, e le suore Cafasso Agnese, suor Agnese, e De Paola Giuseppina, suor Romana, dall’accusa di favoreggiamento. Sono stati altresì assolti tutti gli altri imputati nel processo.

Il Tribunale di Vallo della Lucania aveva condannato suor Soledad, alla pena di anni 8 di reclusione, ed ad un anno e mesi 4 di reclusione le altre due suore.

Suor Soledad, una giovine novizia, verso la quale si erano appuntate le accuse, è stata sottoposta alla custodia cautelare in carcere per dieci giorni ed agli arresti domiciliari per quasi un anno. Nel periodo di detenzione le autorità procedenti ebbero a negarle anche il permesso di recarsi a Messa il giorno della domenica.

Gli avvocati Guglielmo Gulotta, del foro di Milano, e Vincenzo Cannavacciuolo, del foro di Vallo della Lucania, hanno fortemente criticato la sentenza di condanna emessa dal Tribunale, che non aveva tenuto conto di una autorevole e voluminosa perizia, redatta nelle forme dell’incidente probatorio da un qualificato collegio romano composto da ben quattro periti e presieduto dal Prof. Ugo Sabatello. Nell’articolato elaborato si attribuiva la causa delle accuse dei genitori alle loro ansie e preoccupazioni ed al contagio psicologico che si era venuto a creare nella comunicazione della notizia dei presunti abusi nel gruppo dei genitori. Tutto ciò aveva anche spaventato alcuni bambini, che essendo stati trattati dai genitori come bambini traumatizzati, tali si sentivano.

Il P.G., dott.ssa Maddalena Russo, nella sua requisitoria, nel chiedere la assoluzione di tutti gli imputati, ha fortemente criticato la conduzione delle indagini da parte del P.M., definendo il processo come “Un processo nato male” e la sentenza emessa dal Tribunale come estremamente superficiale e frettolosa.

Per un ulteriore commento si allega un estratto dei Motivi di Appello redatto dagli avvocati Gulotta e Cannavacciuolo e il dispositivo di sentenza appena pronunciato dalla Corte d’Appello.

http://www.giornaledelcilento.it/it/11_03_...ml#.VuSBcPnhCUk

Presunti abusi a Vallo della Lucania: assolta Suor Soledad e tutti gli imputati
Marianna Vallone • 11 marzo 2016 17:39

Assolte tutte le suore, rigettati perché il fatto non sussiste gli appelli della Procura Generale nei confronti di A.L.B, e del fotografo A.R. e, al contrario, condannate le parti civili a rimborsare agli imputati le spese e i compensi del giudizio. Questa in sintesi la decisione della Corte d’appello di Salerno, che ha dunque accolto la richiesta del procuratore generale Maddalena Russo, che aveva chiesto l’assoluzione per la novizia (condannata dal tribunale di Vallo a 8 anni di reclusione) e per le altre due consorelle condannate (a sedici mesi ciascuna), per favoreggiamento nonché per il muratore e il fotografo coinvolti nel secondo filone di indagini, entrambi già assolti in primo grado.

Era iniziato il 2 luglio 2013 il dibattimento d’appello per molestie sessuali a carico della suora peruviana suor Soledad (all'anagrafe Carmen Soledad Bazan Verde), accusata di aver abusato di oltre quaranta bambini dell'asilo Santa Teresa di Vallo della Lucania, gestito dalle religiose dell'ordine di Santa Teresa del Bambino Gesù. Il Tribunale di Vallo della Lucania aveva condannato in primo grado nel gennaio 2012 Suor Soledad ad otto anni di reclusione. Sedici mesi per le due suore, suor Romana e suor Agnese, per favoreggiamento personale. Mentre il giudice aveva già assolto il muratore (considerato il fidanzato di Suor Soledad) ed il fotografo, anch’essi coinvolti nella vicenda. In appello i genitori dei piccoli sono stati condannati alle spese del giudizio.
 
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Il mistero di perché i bimbi raccontassero atti sessuali da loro conosciuti



http://www.giornaledelcilento.it/it/suor_s...ml#.V16FS7uLSUn

Suor Soledad, i perché della sentenza: «Indagini non approfondite, mistero su dettagli sessuali conosciuti dai bambini»
Marianna Vallone • 12 giugno 2016 15:39

I giudici della Corte d’appello hanno assolto con formula piena tutti gli imputati coinvolti nel processo sui presunti abusi sessuali ai danni dei piccoli alunni dell'asilo Paolo VI di Vallo della Lucania. Ma nelle motivazioni della sentenza, arrivate dopo 90 giorni, gli stessi giudici sospettano che i bambini abbiano potuto subire dei maltrattamenti. Principale coinvolta e indagata suor Soledad, una novizia peruviana all'anagrafe Carmen Soledad Bazan Verde, accusata di aver abusato di oltre quaranta bambini di età dai 3 ai 5 anni dell'asilo gestito dalle religiose dell'ordine di Santa Teresa del Bambino Gesù, poi due suore accusate di favoreggiamento, e in un secondo filone d'inchiesta indagati anche il muratore Aniello La Bruna (ritenuto il presunto fidanzato di suo Soledad) e il fotografo Antonio Rinaldi. Questi ultimi erano stati già assolti in primo grado da Tribunale di Vallo che invece aveva condannato la suora a 8 anni e a 16 mesi le due consorelle, Agnese Cafasso e Giuseppina De Paola. Presunti abusi a Vallo della Lucania: assolta Suor Soledad e tutti gli imputati.

La Corte d’appello di Salerno ha dunque accolto la richiesta del procuratore generale Maddalena Russo, che aveva chiesto l’assoluzione per tutti gli imputati. Ma forse qualcosa in quell'asilo è successo. Lo ipotizzano gli stessi giudici nelle motivazioni della sentenza depositata nei giorni scorsi. Nello specifico - scrivono - alla luce dell’intero compendio probatorio dei medici si ritiene che nessun abuso di natura sessuale sia stato commesso all’interno dell’asilo dalla suora e che le prove portino ad escludere la sussistenza del reato di atti sessuali ai danni dei piccoli alunni dell’istituto - ma non esclude che - le attività investigative hanno compromesso la possibilità di accertare in modo obiettivo e sereno i fatti verificatisi, che al più si concretano in ipotesi di maltrattamenti (reato che però ormai sarebbe prescritto in ragione della data dei fatti e del tempo trascorso.

Sul secondo filone i giudici sottolineano «che in assenza di altri elementi di prova da porre a riscontro dei fatti (intercettazioni, reperimento dei reperti fotografici e audiovisivi) le testimonianze indirette dei minori sono assolutamente inidonee a comprovare i reati». I giudici poi ipotizzano che all'origine delle testimonianze rese dai bambini possano esserci «l'involontario stimolo al racconto proveniente dalle persone che circondavano i minori, il condizionamento generato sulla psiche di questi ultimi dal clamore provocato dalle investigazioni e il desiderio - scrive il collegio - ben comprensibile di un bimbo giovanissimo di continuare ad ottenere dai genitori le cure e il trattamento oltremisura affettuoso ricevuto con ogni probabilità nel trimestre precedente».

Nelle motivazioni i giudici però «bacchettano» gli inquirenti sia per il primo che per il secondo filone d'indagine. «La presenza di un quadro dichiarativo di tale complessità avrebbe reso necessario l’esperimento di un nuovo incidente probatorio e ciò allo scopo di operare con l’ausilio di esperti, l’opportuna depurazione delle dichiarazioni dei minori e di far affiorare la realtà se esistente dei fatti da essi narrati», scrivono e aggiungono: «Una operazione possibile solo se posta in essere tempestivamente ossia nella fase delle indagini preliminari, nei modi opportuni e con l’ausilio di qualificati psicologi dell’età evolutiva. Rimane il mistero su come i minori (nello specifico tre) abbiano potuto conoscere in modo dettagliato determinate pratiche sessuali. Nei loro racconti i tre minori hanno fatto riferimento a scene di esplicito tenore pornografico» e qui il riferimento a quanto raccontato dai bambini su «scene di sesso orale e pipì sul seno».

http://lacittadisalerno.gelocal.it/salerno...iate-1.13644280

Suor Soledad, l’accusa dei giudici «Le indagini furono sbagliate»
La Corte d’appello spiega le assoluzioni nel processo per pedofilia all’asilo di Vallo. Ipotizzati i maltrattamenti: «Ma l’attività investigativa ha compromesso l’accertamento della verità»
di Clemy De Maio
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11 giugno 2016



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Il Ris a Vallo della Lucania
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VALLO DELLA LUCANIA. Forse qualcosa di increscioso è davvero accaduto nell’asilo “Paolo VI” che nel 2006 fu travolto da un’inchiesta per pedofilia. Lo ipotizzano gli stessi giudici della Corte d’appello che per quell’accusa hanno assolto con formula piena tutti gli imputati e che però, nelle motivazioni della sentenza depositate ieri, avanzano il sospetto di maltrattamenti. Sposano così la tesi del sostituto procuratore generale Maddalena Russo, che nel chiedere per tutti l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”, accusava gli inquirenti di aver tralasciato altre piste per seguire quella «a senso unico» degli abusi sessuali. Una censura che la Corte d’appello (presidente Claudio Tringali, a latere Silvana Clemente e Massimiliano De Simone) non fa mistero di condividere scrivendo che «le attività investigative, condotte in seguito alle denunce presentate (senza tenere conto della particolare condizione in cui versavano i minori, particolarmente vulnerabili ed altamente suggestionabili per la tenera età) hanno compromesso la possibilità di accertare in modo obiettivo e sereno i fatti verificatisi, che al più si concretano in ipotesi di maltrattamenti (reato che sarebbe oramai prescritto in ragione della data dei fatti e del tempo trascorso)». Insomma indietro non si torna, e ai genitori dei bambini che ancora credono alle violenze sessuali non resta che il ricorso in Cassazione su questa ipotesi, senza che sia più possibile un’imputazione alternativa.
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Tutto è iniziato dieci anni fa, quando trenta genitori si rivolsero alla Procura di Vallo della Lucania per denunciare gli abusi sessuali di cui sarebbero stati vittima i figli, bambini tra i 3 e i 5 anni che frequentavano l’asilo gestito dalle suore. Le indagini furono seguite dal procuratore Alfredo Greco, si disposero perizie, sopralluoghi, arrivarono i Ris di Parma e criminologi di fama nazionale. Da principio fu coinvolta soltanto suor Soledad, alias la novizia peruviana Carmen Soledad Bazan Verde, poi due suore accusata di averla coperta e infine, in una seconda fase, il muratore Aniello La Bruna (presunto fidanzato di Soledad) e il fotografo Antonio Rinaldi, che si accusava di foto pedopornografiche. Gli ultimi due sono stati assolti già in primo grado dal Tribunale di Vallo della Lucania, che ha invece condannato a 8 anni suor Soledad per pedofilia e a 16 mesi le consorelle Agnese Cafasso e Giuseppina De Paola, accusate di favoreggiamento perché avrebbero saputo ed erano rimaste in silenzio.
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A marzo la sentenza d’appello ha invece assolto tutti per insussistenza del fatto («Si rende giustizia a persone che erano state dipinte come mostri» dichiarò l’avvocato Franco Maldonato che difende La Bruna) e ieri le motivazioni hanno riproposto le “bacchettate” agli inquirenti sia nella prima fase dell’indagine che in quella seguente, quando alcuni bimbi iniziarono a parlare del muratore e del fotografo arricchendo i racconti di particolari fantastici come la presenza di indiani e la casa che scompariva. «La presenza di un quadro dichiarativo di tale complessità – scrivono i giudici – avrebbe reso necessario l’esperimento di un nuovo incidente probatorio, e ciò allo scopo di operare, con l’ausilio di esperti, l’opportuna depurazione delle dichiarazioni dei minori e di far affiorare la realtà, se esistente, dei fatti da essi narrati». E, visto che visioni sessuali emergevano, «sarebbe stato opportuno tentare di investigarne l’origine in altri ambienti extrafamiliari frequentati dai minori».

http://www.angelacappetta.it/asilo-degli-o...re-lo-scandalo/

Asilo degli orrori: assolta suor Soledad tra indagini carenti e minacce per mettere a tacere lo scandalo
in NEWS, PROCESSI 12 marzo 2016 410 Visite

“E adesso cosa dico a mia figlia?”. La signora Nadia è nell’aula della Corte d’Appello di Salerno, quando i giudici assolvono suor Soledad, condannata in primo grado a 8 anni per violenza sessuale su minori. La figlia della signora Nadia è una dei tredici bambini che all’istituto “Santa Teresa” di Vallo della Lucania avrebbero subito violenze e minacce nella “casa dei mostri”.
Soledad Carmen Bazan Verde fra qualche giorno compirà 36 anni. Non è una più una suora. Ha rinunciato ai voti dopo il noviziato trascorso nella scuola materna di Vallo della Lucania, gestita dalle Ancelle di Santa Teresa di Gesù Bambino, ed è tornata a casa sua, in Perù, dopo lo scandalo scoppiato nel piccolo centro dell’alto Cilento.
La figlia della signora Nadia oggi ha 14 anni ed è ancora in cura da uno psichiatra. I suoi disegni, fatti quando era ricoverata all’ospedale Bambin Gesù di Roma, sono ancora allegati agli atti del processo come documenti di prova di una storia fatta di abusi, violenze, minacce e silenzio, a cui avrebbero preso parte altre due suore dell’istituto – suor Agnese e suor Romana -, un fotografo e un muratore (questi ultimi già assolti in primo grado).
Maggio 2006: Chiara (nome di fantasia) ha quattro anni e viene ricoverata al Bambin Gesù perchè ha continue infezioni alla vagina, lividi alle parti intime e sulle gambe, è nervosa, sempre agitata e aggredisce chiunque cerca di toccarla. A meno che non sia lei a cercare il contatto fisico con le sorelline e i genitori.
Al reparto di neurologia, i medici intuiscono che il disagio della piccola è psicologico e, quando le visite mediche riscontrano anche una lesione all’imene non congenita, Chiara viene sottoposta ad una terapia psichiatrica. La piccola comincia a disegnare parti intime del corpo maschile e una casa dove non entra mai la luce. Il referto parla di “comportamenti sessualizzati” e “trauma da abusi subiti”.
Frattanto, a più di trecento chilometri di distanza, a Vallo della Lucania, un gruppo di genitori si incontra ad una festa e si scambia preoccupazioni sui comportamenti dei propri figli: anche questi bambini, maschi e femmine, hanno lividi nelle parti intime, infezioni e non vogliono più andare all’asilo. Le voci fanno presto a diffondersi in un paese di poche migliaia di abitanti, dove in un modo o nell’altro si conoscono tutti.
E basterà questo per improntare la strategia difensiva sulla “suggestione collettiva”, sul “contagio” di accuse che avrebbe contaminato i genitori delle piccole vittime. Suor Soledad, che intanto ha lasciato Vallo e si è trasferita a Roma, si affida ad uno dei psichiatri-avvocati più conosciuti in Italia, Guglielmo Gulotta, e come perito di parte sceglie il criminologo dei salotti mediatici, Francesco Bruno.
Il quadro investigativo che emerge è inquietante. I bambini raccontano ai loro genitori del “gioco del lupo”, una sorta di nascondino che la novizia li costringeva a fare a scuola, di abusi perpetrati nel bagno dell’istituto, anche alla presenza di suor Agnese che più volte avrebbe rimproverato suor Soledad e raccontato tutto a suor Romana, preoccupata che episodi del genere avrebbero fatto “chiudere la scuola”. Raccontano che suor Soledad li portava a casa del suo “fidanzato”, individuato poi in un muratore che stava facendo lavori di riparazione all’istituto. E qui entra in gioco la “casa dei mostri”, una casa buia e sporca, dove c’era un grande letto e un divano, dove suor Soledad si incontrava con un uomo e costringeva i bimbi ad assistere ai loro rapporti sessuali alla presenza di un fotografo che riprendeva tutto.
I genitori denunciano e la Procura di Vallo della Lucania apre un’inchiesta. Ma le investigazioni presentano già delle falle. Già durante la fase delle indagini preliminari, si scopre che una consulente del gip ha costanti rapporti telefonici con uno degli indagati: viene estromessa dal procedimento e gli avvocati di parte civile riescono ad evitare l’archiviazione.
La “casa dei mostri” viene perquisita e vengono trovati giochi e impronte digitali di bambini, ma il muratore si rifiuta di far comparare le impronte con quelle dei suoi nipoti. Sarà uno dei marescialli dei carabinieri a dichiarare durante il processo che la Procura di Vallo della Lucania non ha più disposto alcune rilevazioni all’interno di quella casa. Quelle impronte restano quindi un mistero.
Ma c’è un altro particolare che sfugge alle indagini: le minacce che i genitori di un bambino avrebbero subito per evitare di denunciare il tutto in Procura. Tre uomini, tra cui un politico, avrebbero chiesto il silenzio in cambio di vantaggi lavorativi. Grazie ad un confronto all’americana, l’episodio riesce ad entrare comunque negli atti del processo, ma nessuna indagine viene avviata e anche questo particolare resta un mistero.
Un mistero che porterà il collegio di primo grado a condannare suor Soledad per violenze sessuali e le due suore per favoreggiamento, ma ad assolvere i due uomini, calando un velo di silenzio sulla “casa dei mostri”.
“Cosa dico adesso a mia figlia?”, si chiede in lacrima la signora Nadia dopo la lettura del dispositivo della sentenza di assoluzione in appello. “Che questa sentenza è la giustizia dell’ingiustizia italiana”, risponde il padre di un’altra piccola vittima: un bimbo di 4 anni che, ora che ne ha 14, ha ancora paura del buio.

© Angela Cappetta
 
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Suor Soledad, i perché della sentenza: «Indagini non approfondite, mistero su dettagli sessuali conosciuti dai bambini»
Marianna Vallone • 12 giugno 2016 15:39

I giudici della Corte d’appello hanno assolto con formula piena tutti gli imputati coinvolti nel processo sui presunti abusi sessuali ai danni dei piccoli alunni dell'asilo Paolo VI di Vallo della Lucania. Ma nelle motivazioni della sentenza, arrivate dopo 90 giorni, gli stessi giudici sospettano che i bambini abbiano potuto subire dei maltrattamenti. Principale coinvolta e indagata suor Soledad, una novizia peruviana all'anagrafe Carmen Soledad Bazan Verde, accusata di aver abusato di oltre quaranta bambini di età dai 3 ai 5 anni dell'asilo gestito dalle religiose dell'ordine di Santa Teresa del Bambino Gesù, poi due suore accusate di favoreggiamento, e in un secondo filone d'inchiesta indagati anche il muratore Aniello La Bruna (ritenuto il presunto fidanzato di suo Soledad) e il fotografo Antonio Rinaldi. Questi ultimi erano stati già assolti in primo grado da Tribunale di Vallo che invece aveva condannato la suora a 8 anni e a 16 mesi le due consorelle, Agnese Cafasso e Giuseppina De Paola. Presunti abusi a Vallo della Lucania: assolta Suor Soledad e tutti gli imputati.

La Corte d’appello di Salerno ha dunque accolto la richiesta del procuratore generale Maddalena Russo, che aveva chiesto l’assoluzione per tutti gli imputati. Ma forse qualcosa in quell'asilo è successo. Lo ipotizzano gli stessi giudici nelle motivazioni della sentenza depositata nei giorni scorsi. Nello specifico - scrivono - alla luce dell’intero compendio probatorio dei medici si ritiene che nessun abuso di natura sessuale sia stato commesso all’interno dell’asilo dalla suora e che le prove portino ad escludere la sussistenza del reato di atti sessuali ai danni dei piccoli alunni dell’istituto - ma non esclude che - le attività investigative hanno compromesso la possibilità di accertare in modo obiettivo e sereno i fatti verificatisi, che al più si concretano in ipotesi di maltrattamenti (reato che però ormai sarebbe prescritto in ragione della data dei fatti e del tempo trascorso.

Sul secondo filone i giudici sottolineano «che in assenza di altri elementi di prova da porre a riscontro dei fatti (intercettazioni, reperimento dei reperti fotografici e audiovisivi) le testimonianze indirette dei minori sono assolutamente inidonee a comprovare i reati». I giudici poi ipotizzano che all'origine delle testimonianze rese dai bambini possano esserci «l'involontario stimolo al racconto proveniente dalle persone che circondavano i minori, il condizionamento generato sulla psiche di questi ultimi dal clamore provocato dalle investigazioni e il desiderio - scrive il collegio - ben comprensibile di un bimbo giovanissimo di continuare ad ottenere dai genitori le cure e il trattamento oltremisura affettuoso ricevuto con ogni probabilità nel trimestre precedente».

Nelle motivazioni i giudici però «bacchettano» gli inquirenti sia per il primo che per il secondo filone d'indagine. «La presenza di un quadro dichiarativo di tale complessità avrebbe reso necessario l’esperimento di un nuovo incidente probatorio e ciò allo scopo di operare con l’ausilio di esperti, l’opportuna depurazione delle dichiarazioni dei minori e di far affiorare la realtà se esistente dei fatti da essi narrati», scrivono e aggiungono: «Una operazione possibile solo se posta in essere tempestivamente ossia nella fase delle indagini preliminari, nei modi opportuni e con l’ausilio di qualificati psicologi dell’età evolutiva. Rimane il mistero su come i minori (nello specifico tre) abbiano potuto conoscere in modo dettagliato determinate pratiche sessuali. Nei loro racconti i tre minori hanno fatto riferimento a scene di esplicito tenore pornografico» e qui il riferimento a quanto raccontato dai bambini su «scene di sesso orale e pipì sul seno».

http://lacittadisalerno.gelocal.it/salerno...iate-1.13644280

Suor Soledad, l’accusa dei giudici «Le indagini furono sbagliate»
La Corte d’appello spiega le assoluzioni nel processo per pedofilia all’asilo di Vallo. Ipotizzati i maltrattamenti: «Ma l’attività investigativa ha compromesso l’accertamento della verità»
di Clemy De Maio
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11 giugno 2016



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Il Ris a Vallo della Lucania
Il Ris a Vallo della Lucania
VALLO DELLA LUCANIA. Forse qualcosa di increscioso è davvero accaduto nell’asilo “Paolo VI” che nel 2006 fu travolto da un’inchiesta per pedofilia. Lo ipotizzano gli stessi giudici della Corte d’appello che per quell’accusa hanno assolto con formula piena tutti gli imputati e che però, nelle motivazioni della sentenza depositate ieri, avanzano il sospetto di maltrattamenti. Sposano così la tesi del sostituto procuratore generale Maddalena Russo, che nel chiedere per tutti l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”, accusava gli inquirenti di aver tralasciato altre piste per seguire quella «a senso unico» degli abusi sessuali. Una censura che la Corte d’appello (presidente Claudio Tringali, a latere Silvana Clemente e Massimiliano De Simone) non fa mistero di condividere scrivendo che «le attività investigative, condotte in seguito alle denunce presentate (senza tenere conto della particolare condizione in cui versavano i minori, particolarmente vulnerabili ed altamente suggestionabili per la tenera età) hanno compromesso la possibilità di accertare in modo obiettivo e sereno i fatti verificatisi, che al più si concretano in ipotesi di maltrattamenti (reato che sarebbe oramai prescritto in ragione della data dei fatti e del tempo trascorso)». Insomma indietro non si torna, e ai genitori dei bambini che ancora credono alle violenze sessuali non resta che il ricorso in Cassazione su questa ipotesi, senza che sia più possibile un’imputazione alternativa.
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Tutto è iniziato dieci anni fa, quando trenta genitori si rivolsero alla Procura di Vallo della Lucania per denunciare gli abusi sessuali di cui sarebbero stati vittima i figli, bambini tra i 3 e i 5 anni che frequentavano l’asilo gestito dalle suore. Le indagini furono seguite dal procuratore Alfredo Greco, si disposero perizie, sopralluoghi, arrivarono i Ris di Parma e criminologi di fama nazionale. Da principio fu coinvolta soltanto suor Soledad, alias la novizia peruviana Carmen Soledad Bazan Verde, poi due suore accusata di averla coperta e infine, in una seconda fase, il muratore Aniello La Bruna (presunto fidanzato di Soledad) e il fotografo Antonio Rinaldi, che si accusava di foto pedopornografiche. Gli ultimi due sono stati assolti già in primo grado dal Tribunale di Vallo della Lucania, che ha invece condannato a 8 anni suor Soledad per pedofilia e a 16 mesi le consorelle Agnese Cafasso e Giuseppina De Paola, accusate di favoreggiamento perché avrebbero saputo ed erano rimaste in silenzio.
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www.angelacappetta.it/asilo-degli-o...re-lo-scandalo/

Asilo degli orrori: assolta suor Soledad tra indagini carenti e minacce per mettere a tacere lo scandalo
in NEWS, PROCESSI 12 marzo 2016 410 Visite

“E adesso cosa dico a mia figlia?”. La signora Nadia è nell’aula della Corte d’Appello di Salerno, quando i giudici assolvono suor Soledad, condannata in primo grado a 8 anni per violenza sessuale su minori. La figlia della signora Nadia è una dei tredici bambini che all’istituto “Santa Teresa” di Vallo della Lucania avrebbero subito violenze e minacce nella “casa dei mostri”.
Soledad Carmen Bazan Verde fra qualche giorno compirà 36 anni. Non è una più una suora. Ha rinunciato ai voti dopo il noviziato trascorso nella scuola materna di Vallo della Lucania, gestita dalle Ancelle di Santa Teresa di Gesù Bambino, ed è tornata a casa sua, in Perù, dopo lo scandalo scoppiato nel piccolo centro dell’alto Cilento.
La figlia della signora Nadia oggi ha 14 anni ed è ancora in cura da uno psichiatra. I suoi disegni, fatti quando era ricoverata all’ospedale Bambin Gesù di Roma, sono ancora allegati agli atti del processo come documenti di prova di una storia fatta di abusi, violenze, minacce e silenzio, a cui avrebbero preso parte altre due suore dell’istituto – suor Agnese e suor Romana -, un fotografo e un muratore (questi ultimi già assolti in primo grado).
Maggio 2006: Chiara (nome di fantasia) ha quattro anni e viene ricoverata al Bambin Gesù perchè ha continue infezioni alla vagina, lividi alle parti intime e sulle gambe, è nervosa, sempre agitata e aggredisce chiunque cerca di toccarla. A meno che non sia lei a cercare il contatto fisico con le sorelline e i genitori.
Al reparto di neurologia, i medici intuiscono che il disagio della piccola è psicologico e, quando le visite mediche riscontrano anche una lesione all’imene non congenita, Chiara viene sottoposta ad una terapia psichiatrica. La piccola comincia a disegnare parti intime del corpo maschile e una casa dove non entra mai la luce. Il referto parla di “comportamenti sessualizzati” e “trauma da abusi subiti”.
Frattanto, a più di trecento chilometri di distanza, a Vallo della Lucania, un gruppo di genitori si incontra ad una festa e si scambia preoccupazioni sui comportamenti dei propri figli: anche questi bambini, maschi e femmine, hanno lividi nelle parti intime, infezioni e non vogliono più andare all’asilo. Le voci fanno presto a diffondersi in un paese di poche migliaia di abitanti, dove in un modo o nell’altro si conoscono tutti.
E basterà questo per improntare la strategia difensiva sulla “suggestione collettiva”, sul “contagio” di accuse che avrebbe contaminato i genitori delle piccole vittime. Suor Soledad, che intanto ha lasciato Vallo e si è trasferita a Roma, si affida ad uno dei psichiatri-avvocati più conosciuti in Italia, Guglielmo Gulotta, e come perito di parte sceglie il criminologo dei salotti mediatici, Francesco Bruno.
Il quadro investigativo che emerge è inquietante. I bambini raccontano ai loro genitori del “gioco del lupo”, una sorta di nascondino che la novizia li costringeva a fare a scuola, di abusi perpetrati nel bagno dell’istituto, anche alla presenza di suor Agnese che più volte avrebbe rimproverato suor Soledad e raccontato tutto a suor Romana, preoccupata che episodi del genere avrebbero fatto “chiudere la scuola”. Raccontano che suor Soledad li portava a casa del suo “fidanzato”, individuato poi in un muratore che stava facendo lavori di riparazione all’istituto. E qui entra in gioco la “casa dei mostri”, una casa buia e sporca, dove c’era un grande letto e un divano, dove suor Soledad si incontrava con un uomo e costringeva i bimbi ad assistere ai loro rapporti sessuali alla presenza di un fotografo che riprendeva tutto.
I genitori denunciano e la Procura di Vallo della Lucania apre un’inchiesta. Ma le investigazioni presentano già delle falle. Già durante la fase delle indagini preliminari, si scopre che una consulente del gip ha costanti rapporti telefonici con uno degli indagati: viene estromessa dal procedimento e gli avvocati di parte civile riescono ad evitare l’archiviazione.
La “casa dei mostri” viene perquisita e vengono trovati giochi e impronte digitali di bambini, ma il muratore si rifiuta di far comparare le impronte con quelle dei suoi nipoti. Sarà uno dei marescialli dei carabinieri a dichiarare durante il processo che la Procura di Vallo della Lucania non ha più disposto alcune rilevazioni all’interno di quella casa. Quelle impronte restano quindi un mistero.
Ma c’è un altro particolare che sfugge alle indagini: le minacce che i genitori di un bambino avrebbero subito per evitare di denunciare il tutto in Procura. Tre uomini, tra cui un politico, avrebbero chiesto il silenzio in cambio di vantaggi lavorativi. Grazie ad un confronto all’americana, l’episodio riesce ad entrare comunque negli atti del processo, ma nessuna indagine viene avviata e anche questo particolare resta un mistero.
Un mistero che porterà il collegio di primo grado a condannare suor Soledad per violenze sessuali e le due suore per favoreggiamento, ma ad assolvere i due uomini, calando un velo di silenzio sulla “casa dei mostri”.
“Cosa dico adesso a mia figlia?”, si chiede in lacrima la signora Nadia dopo la lettura del dispositivo della sentenza di assoluzione in appello. “Che questa sentenza è la giustizia dell’ingiustizia italiana”, risponde il padre di un’altra piccola vittima: un bimbo di 4 anni che, ora che ne ha 14, ha ancora paura del buio.

© Angela Cappetta
 
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Tutti assolti nel caso Suor Soledad: attesa Cassazione su ricorso contro sentenza di appello
M.V. • 10 aprile 2017 07:42

A breve - nella giornata di lunedì 10 aprile - la decisione della Cassazione sul ricorso delle parti civili contro la sentenza della Corte d'appello di Salerno che ha assolto tutti gli imputati coinvolti nel processo di Suor Soledad. I genitori dei bambini credono alle violenze sessuali nell'asilo gestito dalle suore a Vallo della Lucania. E su questa ipotesi è stato formulato il ricorso in Cassazione dalle parti civili contro l'assoluzione degli imputati da parte dei giudici per insussistenza del fatto.

La vicenda risale al 2006 quando l'asilo 'Paolo VI' venne travolto da un’inchiesta per pedofilia. Coinvolta Suor Soledad, la novizia peruviana Carmen Soledad Bazan Verde, il muratore Aniello La Bruna (presunto fidanzato di Soledad) e il fotografo Antonio Rinaldi, accusato di foto pedopornografiche. Poi accusate anche le consorelle Agnese Cafasso e Giuseppina De Paola, per favoreggiamento. La Bruna e Rinaldi sono stati assolti già in primo grado dal tribunale di Vallo della Lucania, che ha invece condannato a 8 anni suor Soledad per pedofilia e a 16 mesi le consorelle.

A marzo scorso la sentenza d’appello ha, invece, assolto tutti perchè «il fatto non sussiste». Ma nelle motivazioni arrivate dopo 90 giorni, gli stessi giudici sospettano che i bambini abbiano potuto subire dei maltrattamenti.
 
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Suor Soledad: Cassazione accoglie ricorsi solo contro la novizia e le suore
Marianna Vallone • 10 aprile 2017 20:11

La Corte d'appello di Salerno deve riesaminare la questione, sollevata dalla difesa delle parti civili, sul processo relativo al caso di Suor Soledad. Lo ha stabilito la Corte suprema, che, dopo una camera di consiglio svolta lunedì, ha annullato con rinvio alla Corte d'appello per gli interessi civili limitatamente ai reati di violenza sessuale contestati a Suor Soledad e favoreggiamento alle due consorelle. Rigettati invece i ricorsi contro La Bruna e Rinaldi, fuori definitivamente dal processo già assolti con formula piena in Appello.

Bisognerà attendere il deposito delle motivazioni per capire quali siano i perché che hanno convinto la Suprema Corte ad accogliere i ricorsi delle parti civili e quali siano dunque i punti da chiarire. I fatti risalgono al 2006 quando l'asilo 'Paolo VI' venne travolto da un’inchiesta per pedofilia. Coinvolta Suor Soledad, la novizia peruviana, il muratore Aniello La Bruna (presunto fidanzato di Soledad) e il fotografo Antonio Rinaldi, accusato di foto pedopornografiche. Poi accusate anche le consorelle Agnese Cafasso e Giuseppina De Paola, per favoreggiamento. La Bruna e Rinaldi sono stati assolti già in primo grado dal tribunale di Vallo della Lucania, in Appello, e ora in via definitiva, mentre in primo grado erano state condannate a 8 anni suor Soledad per pedofilia e a 16 mesi le consorelle, poi assolte dalla corte d’appello.

L'annullamento con rinvio della Cassazione ora riapre il caso. Per saperne di più, occorre attendere il deposito delle motivazioni del verdetto emesso nel pomeriggio di oggi. Il caso si chiude definitivamente solo per La Bruna e Rinaldi. «La Corte Suprema ha rigettato i ricorsi contro un umile lavoratore, Aniello La Bruna, proposti sebbene nei suoi confronti fosse già stata pronunciata una doppia sentenza di assoluzione dei giudici di merito - ha commentato il legale, l'avvocato Franco Maldonato - Si chiude così una vicenda che non avrebbe dovuto mai aprirsi e che ha provocato dolori insanabili e danni non ristorabili, anche per effetto della risonanza assicurata da un sistema d'informazione non consapevole del proprio ruolo».
 
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Vallo, caso Suor Soledad. Depositate le motivazioni della Cassazione.
Pubblicato Venerdì, 18 Maggio 2018 13:36

Risultati immagini per abusi vallo della lucania 105tv

Sono state depositate nei giorni scorsi le motivazioni della Cassazione sul caso degli abusi sessuali su minori avvenuti all’asilo di Vallo della Lucania. Una dura critica alle decisioni prese in Appello, dove vennero assolti tutti gli imputati con il Procuratore Generale che rinunciò a presentare ricorso in Cassazione ponendo fine così per sempre al processo penale. La Suprema Corte nell’aprile 2017 riaprì i giochimper le tre consorelle coinvolte, annullando la decisione della Corte d’Appello di Salerno e inviando nuovamente la questione ad essa ma solo per gli interessi civili, e sancì l’uscita definitiva dal processo del muratore e del fotografo, finiti loro malgrado al centro del secondo filone dell’inchiesta. Ora sono state rese note le motivazioni di questa decisione. La Cassazione già nel pronunciare un anno fa il proprio giudizio definì la sentenza di secondo grado scialba. “Nelle motivazioni - ha detto oggi uno dei legali delle parti civili, l’avvocato Domenico Del Gaudio- la Suprema Corte ha evidenziato che questo è un caso in cui lo Stato italiano ha rinunciato a perseguire penalmente gli imputati. Se avessero impugnato la sentenza della Corte d’Appello, le cose sarebbero andate diversamente. Un comportamento inspiegabile quello tenuto dallo Stato che emerge anche dalle motivazioni della Cassazione” . La riflessione della Suprema Corte sulla vicenda è stata pubblicata sulla rivista seguita dai cassazionisti “Il Quotidiano Giuridico”, dove è stata diffusa, con i relativi omissis, l’intera sentenza che ripercorre tutta la vicenda con i suoi particolari, soltanto in parte emersi pubblicamente in tutti questi anni.

Daria Scarpitta
 
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Vallo della Lucania (SA). Processo civile a suora e novizia. In primo grado condannata ad 8 anni. Ma lei è fuggita in sud America

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view post Posted on 9/10/2018, 21:00

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www.infocilento.it/2018/10/08/abus...oledad-riparte/

Abusi nell’asilo di Vallo della Lucania: processo Suor Soledad riparte
L'udienza il prossimo maggio
Redazione Infocilento 8 ottobre 2018

VALLO DELLA LUCANIA. E’ prevista per il prossimo 23 maggio la nuova udienza del Processo Suor Soledad, la suora peruviana finita al centro di un’inchiesta per presunti abusi ai danni dei bambini dell’istituto Santa Teresa. La Corte di Cassazione la scorsa primavera aveva annullato la sentenza di seconda grado ai fini civili e rinviato gli atti alla Corte d’Appello di Salerno limitatamente ai reati di violenza sessuale contestati alla monaca peruviana e favoreggiamento contestato alle consorelle.

Nei giorni scorsi le parti civili hanno incardinato il giudizio dinanzi la Corte d’Appello. La sentenza della Cassazione dell’aprile scorso aveva rappresentato un vero e proprio colpo di scena.

Bazan Verde Carmen Soledad era stata processata con l’accusa di molestie sessuali su 40 bambini che frequentavano l’asilo Santa Teresa di Vallo della Lucania. Il procedimento penale si era chiuso con la sentenza di assoluzione emessa dalla Corte di Appello di Salerno contro cui il Procuratore generale non ha presentato ricorso in Cassazione. Il processo civile, invece, era proseguito dopo il ricorso presentato dagli avvocati Felice Lentini e Carlo Di Ruocco, legali delle famiglie dei bambini. Il procuratore della cassazione aveva definito la sentenza di Appello “scialba e squallida”.

Ora le famiglie dovranno iniziare un giudizio innanzi alla Corte di Appello civile di Salerno al fine di ottenere un possibile risarcimento di un danno del quale dovranno comunque fornire la prova.
 
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view post Posted on 9/10/2018, 21:04

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Cassazione stronca l'assoluzione "scialba e squallida" del processo penale.

La lunga vicenda ricostruita qui: https://laici.forumcommunity.net/?t=10860603

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Abusi nell’asilo di Vallo della Lucania: processo Suor Soledad riparte
L'udienza il prossimo maggio
Redazione Infocilento 8 ottobre 2018

VALLO DELLA LUCANIA. E’ prevista per il prossimo 23 maggio la nuova udienza del Processo Suor Soledad, la suora peruviana finita al centro di un’inchiesta per presunti abusi ai danni dei bambini dell’istituto Santa Teresa. La Corte di Cassazione la scorsa primavera aveva annullato la sentenza di seconda grado ai fini civili e rinviato gli atti alla Corte d’Appello di Salerno limitatamente ai reati di violenza sessuale contestati alla monaca peruviana e favoreggiamento contestato alle consorelle.

Nei giorni scorsi le parti civili hanno incardinato il giudizio dinanzi la Corte d’Appello. La sentenza della Cassazione dell’aprile scorso aveva rappresentato un vero e proprio colpo di scena.

Bazan Verde Carmen Soledad era stata processata con l’accusa di molestie sessuali su 40 bambini che frequentavano l’asilo Santa Teresa di Vallo della Lucania. Il procedimento penale si era chiuso con la sentenza di assoluzione emessa dalla Corte di Appello di Salerno contro cui il Procuratore generale non ha presentato ricorso in Cassazione. Il processo civile, invece, era proseguito dopo il ricorso presentato dagli avvocati Felice Lentini e Carlo Di Ruocco, legali delle famiglie dei bambini. Il procuratore della cassazione aveva definito la sentenza di Appello “scialba e squallida”.

Ora le famiglie dovranno iniziare un giudizio innanzi alla Corte di Appello civile di Salerno al fine di ottenere un possibile risarcimento di un danno del quale dovranno comunque fornire la prova.
 
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Condannata 8 anni, assolta in appello ma la Cassazione dispone processo per risarcire le vittime

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La lunga vicenda di suor Soledad: https://laici.forumcommunity.net/?t=10860603

www.infocilento.it/2019/07/04/proc...sara-risarcita/
Processo Suor Soledad: la suora sarà risarcita
La monaca otterrà 60mila euro per ingiusta detenzione
Redazione Infocilento 4 Luglio 2019 3.3K Meno di un minuto di lettura
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VALLO DELLA LUCANIA. Suor Soledad ha ottenuto risarcimento danni per oltre 60mila euro per ingiusta detenzione. Lo ha deciso la Corte di Appello di Salerno. La religiosa, che è ritornata in Perù, era difesa dall’avvocato Vincenzo Cannavacciuolo. Era accusata di molestie sessuali su 40 bambini che frequentavano l’asilo Santa Teresa di Vallo della Lucania. Il processo penale si è chiuso con la sentenza di assoluzione emessa dalla Corte di Appello di Salerno contro cui il Procuratore generale non ha presentato ricorso in Cassazione.



Il Tribunale di Vallo della Lucania inizialmente aveva condannato suor Soledad, alla pena di anni 8 di reclusione, ed ad un anno e mesi 4 di reclusione le altre due suore accusate di favoreggiamento. Poi in appello la svolta con l’assoluzione degli accusati.

Suor Soledad, una giovine novizia, verso la quale erano state mosse le accuse, era stata sottoposta alla custodia cautelare in carcere per dieci giorni ed agli arresti domiciliari per quasi un anno. Nel periodo di detenzione le autorità procedenti ebbero a negarle anche il permesso di recarsi a Messa il giorno della domenica.

Intanto prosegue il processo civile dopo il ricorso presentato dagli avvocati Felice Lentini e Carlo Di Ruocco, legali delle famiglie dei bambini. Il 4 ottobre l’udienza.
 
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