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Molestie sessuali. Morto don Gelmini: "E' un complotto ebraico", 4 anni in galera per truffa, bancarotta fraudolenta, assegni a vuoto

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Ashmael
view post Posted on 21/12/2007, 17:06




iNQUISITO MALATO RITORNELLO GIà SENTITO
 
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view post Posted on 23/12/2007, 19:22
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http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/c...on-gelmini.html

Il sacerdote vuole potersi "difendere liberamente dalle accuse
senza coinvolgere l'autorità ecclesiastica e canonica"
Don Gelmini scrive a Benedetto XVI
"Vorrei essere ridotto a laico"
Il fondatore della Cominità Incontro è indagato per molestie
dopo le accuse di alcuni ex ospiti del suo centro di recupero


Don Piero Gelmini
TERNI - Vuole restare con i suoi ragazzi "fino alla morte", ed essere ridotto allo stato di laico per poter affrontare le questioni giudiziarie senza coinvcolgere l'autorità ecclesiastica. Queste le richieste che don Pierino Gelmini, fondatore della Comunità Incontro, ha avanzato in una lettera scritta di sua iniziativa a Benedetto XVI. Dallo scorso agosto, il sacerdote, 82 anni, è indagato dalla Procura di Terni per presunti abusi sessuali, dopo la denuncia di alcuni ex ospiti della sua comunità.

Don Gelmini, spiegano dalla Comunità, "sua sponte ha mandato una lettera a Sua Santità, finalizzata a garantire perinde cadaver, fino alla morte, la sua permanenza con i ragazzi della Comunità Incontro. Pertanto, a tal fine, siccome si spalanca un orizzonte doloroso legato a questa vicenda giudiziaria, per poter liberamente affrontare le questioni a essa legate, don Gelmini chiede autonomamente pro gratia, quindi non perché imposto, al Santo Padre, la riduzione allo stato laicale, non di diacono come è stato scritto", per "potersi difendere liberamente senza dovere coinvolgere l'autorità ecclesiastica e canonica nelle vicende che seguiranno".

All'inizio di dicembre il sacerdote è stato colpito da un malore di origine cardiaca. Le sue condizioni sono gravi ma stabili. Ha rifiutato il ricovero in ospedale per "restare vicino ai suoi ragazzi", anche se non parteciperà alle celebrazioni per il Natale.

(23 dicembre 2007)
 
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Kulkulcan
view post Posted on 28/12/2007, 11:47




Don Gelmini, chiuse le indagini Otto le presunte vittime di abusi

La Procura di Terni ha fatto notificare al sacerdote l'avviso di fine inchiesta
Un collaboratore, un ex assistente e la madre di un accusatore sospettati di favoreggiamento



TERNI - Sono otto le presunte vittime delle molestie sessuali per le quali è imputato don Pierino Gelmini. La procura della repubblica di Terni ha notificato al sacerdote l'avviso di conclusione delle indagini. Si va verso il rinvio a giudizio del sacerdote. Favoreggiamento personale invece ad altre tre persone, tra cui uno degli attuali collaboratori del religioso della Comunità Incontro, Pierluigi Larocca, e Giampaolo Nicolasi, ex assistente. L'accusa è quella di avere cercato di ostacolare le indagini offrendo anche dei soldi per ritrattare ad uno degli accusatori, la cui madre, Patrizia Guarino, è anche lei imputata di favoreggiamento personale.

Le molestie sessuali sarebbero avvenute tra il '99 e il 2004; due delle vittime all'epoca dei fatti sarebbero stati minorenni. Così scrive la Procura; ora il fascicolo passerà al vaglio del giudice che deciderà sulle richieste dell'accusa.

"L'infamia non mi tocca", aveva detto l'ottantaduenne sacerdote davanti a trecento sostenitori venuti ad accoglierlo l'agosto scorso nella casa madre della Comunità Incontro di Amelia sulle colline dell'Umbria. "Credevano che don Pierino mollasse", tuonò l'anziano religioso dal palco. "Pensavano di avere a che fare con un coniglio, invece hanno trovato un cane che morde. Volevano prendersi la comunità", e chiuse il prologo con il gesto dell'ombrello. "Sto portando la croce : sono innocente e per questo assolutamente tranquillo".

Eppure le accuse sembrano circostanziate. "Mi palpava, baciava e in più occasioni mi ha costretto ad atti sessuali", raccontò Michele Iacobbe, ex tossicodipendente, il primo grande accusatore di don Gelmini, già in carcere a Teramo per una serie di reati compresa l'estorsione e la calunnia. "Quell'uomo mi ha rovinato", disse Iacobbe riferendosi a don Gelmini. "Mi ha costretto a fare delle cose che non avrei mai voluto. Mi diceva: tagliati i capelli, dai lo faccio io che corti mi piacciono di più, dammi un bacio per favore".

(27 dicembre 2007)

La Repubblica
 
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view post Posted on 3/1/2008, 14:11
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http://wildgreta.wordpress.com/2007/12/30/...politici%c2%bb/

«Minacciava i giovani e prometteva favori tramite gli amici politici»
Dicembre 30, 2007 at 3:54 pm (abusi sessuali.) (atto di accusa, baciati, don gelmini, minacciava i giovani, palpeggiati, spogiati)

L’atto di accusa
ROMA — Li avrebbe spogliati, palpeggiati, baciati. Li avrebbe costretti ad avere rapporti sessuali. Giochi erotici che don Gelmini avrebbe organizzato all’interno della comunità Incontro di Amelia. Vittime, i ragazzi che cercavano di uscire dal tunnel della tossicodipendenza. E lo avrebbe fatto, come sottolinea il pubblico ministero nel capo d’imputazione, «minacciando di avvalersi della sua autorità e della conoscenza di numerosi personaggi politici influenti e promettendo favori tramite dette conoscenze ».
Nella «rete» di don Pierino, così come viene individuata dall’accusa, ci sono anche i collaboratori più stretti. Quelli che avrebbero tentato di convincere, in cambio di soldi e di una promessa di lavoro, uno dei giovani a ritrattare. Il prezzo del silenzio sarebbe stato diviso in più rate da 500 euro. In un caso il denaro sarebbe stato consegnato attraverso un bonifico online.

Le richieste sessuali
Sono nove i ragazzi che avrebbero subito la violenza, due erano minorenni. Uno di loro sarebbe stato costretto «fino a tutto il mese di ottobre 2007» e cioè quando il sacerdote era già stato interrogato e dunque sapeva di essere sotto inchiesta. Nel provvedimento il magistrato descrive nei particolari le presunte
avances di don Gelmini. E poi aggiunge: «L’indagato li induceva a soddisfare le proprie richieste sessuali commettendo il fatto nella comunità Incontro di Amelia di cui era responsabile e tenuto, come pubblico ufficiale o comunque incaricato di pubblico servizio, alla cura, vigilanza, educazione e custodia di soggetti in stato di tossicodipendenza, abusando delle condizioni di inferiorità psico-fisica derivanti da tale stato». Contesta poi l’aggravante «per aver approfittato di circostanze di tempo, di luogo e di persone tali da ostacolare la pubblica e privata difesa, con abuso di poteri e con violazione dei doveri inerenti la pubblica funzione o il pubblico servizio e alla qualità di ministro di un culto e con abuso di autorità e di relazioni domestiche o di coabitazione o di ospitalità». Il primo a rivelare che cosa sarebbe avvenuto nella struttura di recupero è stato Michele Iacobbe, 34 anni. La sua de nuncia fu archiviata nel 2002, ma lui non si è arreso. L’ha ripresentata quattro anni dopo e così ha determinato l’apertura di una nuova indagine. Dice di aver cominciato a subire violenza nel 1999 quando, come sottolinea il magistrato nel provvedimento, «era sottoposto a detenzione domiciliare presso la comunità e quindi privato della libertà personale ».
Dopo di lui, altri si sono fatti coraggio e hanno parlato. M.L., anche lui ai domiciliari, ha descritto che cosa avveniva quando il sacerdote lo chiamava nella sua stanza. La maggior parte ha messo a verbale fatti che sarebbero avvenuti tra il 2003 e il 2004. Come D.G., entrato in comunità per decisione del tribunale dei minori di Perugia che gli aveva concesso «l’affidamento in prova». Don Gelmini avrebbe cominciato a manifestargli le sue attenzioni particolari quando aveva 19 anni. La stessa età di M.S. che ha raccontato di aver subito «per almeno quindici volte e fino all’ottobre scorso».
L’inquinamento delle prove
Violenze, ma anche tentativi di depistare le indagini sono descritti nel provvedimento del pubblico ministero. La «rete» si sarebbe attivata alla fine dello scorso anno. Patrizia Guarino, madre di una delle presunte vittime, G.P., «dopo aver saputo le accuse mosse da suo figlio durante l’interrogatorio del 15 novembre 2006 presso la squadra mobile, comunicava le circostanze a Pierluigi La Rocca che lo comunicava a don Gelmini, aiutandolo a eludere le investigazioni». La Rocca è uno dei collaboratori più stretti del fondatore di Incontro. Ora è indagato per favoreggiamento, insieme alla donna e ad un altro dipendente della comunità, Giampaolo Nicolasi. Il pubblico ministero ricostruisce nei dettagli quella che definisce «la loro attività illecita »: «Dopo aver appreso da Guarino dell’esistenza di indagini su don Gelmini e dopo vari colloqui telefonici con la stessa Guarino, La Rocca si recava ad Avellino presso l’abitazione della donna e di suo figlio». Le date diventano a questo punto fondamentali. Il viaggio avviene il 24 novembre 2006. «Mediante offerta di lavoro — contesta il magistrato — La Rocca obbligava G.P. a scrivere una lettera, inviata il 29 novembre successivo alla polizia e alla procura della Repubblica di Terni in cui falsamente affermava di aver reso le dichiarazioni del 15 novembre “in evidente stato confusionale e sotto effetto di psicofarmaci”, aiutando don Gelmini».


La Rocca e Nicolasi sono anche accusati di aver «indotto con un’offerta di lavoro e somme di denaro che venivano effettivamente corrisposte al G.P. in varie occasioni (il 3 aprile 2007 vaglia online di 500 euro) a ribadire mendacemente al pm il contenuto della lettera e più in generale la falsità delle precedenti accusa a carico di don Gelmini e altre circostanze non veritiere, senza riuscire nell’intento perché il 31 maggio 2007 G.P., sentito come indagato per calunnia nei confronti di don Gelmini, ribadiva le accuse e affermava il carattere non spontaneo e mendace della lettera del 24 novembre 2006».
Il primo giugno scorso, durante l’istruttoria, La Rocca è stato interrogato su questo episodio e ha affermato: «Nel novembre del 2006 ero ad Avellino a casa di questa persona ed effettivamente ho assistito alla redazione della missiva, ma non sono stato io a chiedergli di scriverla ». Ma poi ha ammesso che don Ezio Miceli, amico di don Pierino «ha regalato 5.000 euro alla madre del ragazzo perché ne aveva bisogno».
 
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view post Posted on 10/1/2008, 16:20
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http://quomedia.diesis.it/news/11146/a-mat...ttro-di-meluzzi

A Matrix lo spettro di Meluzzi
09/01/2008 17:40

Che cattivo servizio ha fatto ieri a Matrix lo psichiatra Alessandro Meluzzi al suo guru don Gelmini. E gliel'ha fatto prendendo le parti del prete accusato di molestie sessuali, sostenendolo oltre ogni ragionevole dubbio, come direbbero nei serial polizieschi di Raidue.

Meluzzi così studiato e impostato davanti alle telecamere ha perso questa volta il filo di se stesso nel corso di tutto il programma condotto da Enrico Mentana. Il Meluzzi pensiero ha sciabordato a dritta e a poppa riuscendo a liquidare come peccatucci del passato cinque minuti ininterrotti di un reportage denso di precedenti penali a carico del Gelmini. Mica furto di mozzarelle al Pam, ma truffe di ogni dimensione, tutte accompagnate dall'immancabile requisitoria delle vittime: parlava così bene Pierino, ci faceva su come voleva.

Va da se che non sta a noi fare un processo a Gelmini, tanto più che l'accusa non è di truffa, ma di molestie sessuali. Tutt'altra faccenda. E in realtà nemmeno ci importa nulla di don Gelmini in questo momento. Quello che è stato interessante era vedere un uomo pubblico trasformarsi per la passione. Una passione che ondeggiava tra il religioso e il pagano, sfiorando l'idolatria. Niente plastico della villa di Cogne davanti a Meluzzi, ma l'icona di un uomo, di un prete, che per lui non può fallire. E più cercava di convincerci dell'umanità e infallibilità di Pierino, più si avvolgeva in contraddizioni che, brutto dirlo, ha portato a provare pena per lui.

Ne è uscito un Meluzzi apparentemente plagiato, inconsistente nel ragionamento davanti a un perplesso Mentana che gongolava da squalo del video davanti alla catarsi dello psichiatra che spingeva gli ascolti, ma consapevole di avere a che fare con un tema, un prete, che ha intorno a se un grande potere.

Chi ha visto quella trasmissione non inviterà più Meluzzi a un programma televisivo. E c'è il rischio che qualcuno si cercherà un nuovo psichiatra. Il suo carisma scomparso, la sua immagine uno spettro. Salvate il soldato Meluzzi.
 
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view post Posted on 11/1/2008, 17:13
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Commento letto su:

http://www.resistenzalaica.it/index.php?op...jc_writeComment

ho trovato questo facendo una ricerca su google, ho gia' scritto all'insertore. :)


http://www.annunci.net/?view=showad&adid=222199&cityid=79

VENDO a miglior offerente 2 File di VIDEO E AUDIO ( 2 ore e 40 minuti) fatti con telefonino MotorazR2 e microtelecamera digitale alta dfinizione della registrazione INTEGRALE di Matrix di Mentana sul CASO DON GELMINI registrata martedi 8 gennaio e trasmessa in seconda serata.

IMMAGINI CHIARE, AUDIO PERFETTO
la registrazione é ripresa da due punti diversi e CONTIENE

LA PARTE TAGLIATA da MENTANA e NON ANDATA IN ONDA di quel prostituto omosessuale ex attore al telefono dalla Spagna che racconta di quando don Gelmini dopo averlo rimorchiato a villa Borghese assieme all' amico ladro li porta entrambi al ristorante a mangiare e poi a casa sua a fare una doccia e qui si fa conoscere per quello che é.
Si vede e si sente il professor Alessando Meluzzi che lo interrompe impedendogli di parlare e proseguire, quindi minaccia di alzarsi e andarsene, l’altro al telefono lo invita a farlo, ma Meluzzi non lo fa, Meluzzi minaccia a questo punto che la trasmissione per lui finisce li .
Si sente e si vede Mentana che tenta di riportare calma, si sente e si vede Meluzzi che si agita e perde il controllo. Mentana parla a Meluzzi che chiede di tagliare quel pezzo

Questa parte ripeto NON E’ ANDATA IN ONDA

I due VIDEO inoltre contengono anche parti girate durante le pause pubblicitarie con commenti e battute del Meluzzi all’amico dentista mentre deridono il filmato con l'intervista della madre e del figlio tossicodipendente che accusa il prete di avelo molestato, commentano con sarcasmo e deridono la telefonata dalla Spagna e cosí per il fimato che racconta il passato carcerario e trufaldino di don Pierino. Vi sono considerazioni e battute molto interessanti ed altamente istruttive sul Meluzzi psichiatra e neo convertito, soprattutto da parte con cui parla con il dentista, audio fedelissimo, video sfocato per motivi tecnici

ASSICURO trattasi di UNA VERA CHICCA, VIDEO PERFETTO SIA NELLE IMMAGINI CHE NELL' AUDIO, UN DOCUMENTO CHE MERITA ESSERE VISTO E COMMENTATO SU YOUTUBE OPPURE SUI BLOG per farsi delle belle risate GARANTISCO MASSIMA SERIETA’ E RISERVATEZZA, sono ragazzo per bene, un po' sfortunato, disoccupato e voglio realizzare qualche soldo per fare un viaggio dove so io. Attendo contatti seri, solo elementi veramente interessati. Nandino (nome di comodo)
 
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view post Posted on 25/1/2008, 22:35
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http://www.cattoliciromani.com/forum/showp...61&postcount=34




Sto facendo il cammino di Santiago di Compostella per la via de La Plata , sono Bruno Zanin, e aMatrix non fu un fuori programma, anzi, ho rifiutato piú di un invito a testimoniare quanto so su Don Gelmini e non ho versato veleno sul tale prete ma ho raccontato la veritá che poi mi é stata censurata perché Meluzzi si é alzato e ha urlato nel sentirmi dire cose che dico da anni che per lui la puntata di Matrix finiva lì se preseguivo, giá mi aveva fatto sapere che mi avrebbe fatto a pezzi, lui il CRISTOTERAPEUTA ed infattin mi ha insultato alchè Mentana ha dovuto tagliare... quello che si é visto nellapuntata non é quanto é stato registrato, purtroppo la veritá fa male, ma io seppure abbia ricevuto minacce e insulti non taceró quanto ho detto agli inquirenti, e prioma ancora alle autoritá religiose riferendo fatti e nomi, mi puó essere testimone Padre Federico Lombardi di radio Vaticana per cui collaboravo all'epoca della guerra in Bosnia dove operavo, al quale raccontai chi e cosa faceva don Pierino a Mulino Silla e in Taqjlandia, ora dirá forse di non ricordare, ma lui non mi credette, ma mi credette fratel Carlo Carretto che conosceva le malafatte di don Pierino di quando era presidente della Azione Cattolica e Gelmini cappellano dei giovani , manco mi ha creduto ( ora peró spero abbia cambiato idea) Mons. Salvatore Bocaccio quando era Vescovo di Poggio Mirteto, ora Vescovo di Frosinone, per non parlare di Mons. Gualdrini che al telefono taglió corto, cosa diversa dall'attuale vescovo Mons Paglia che sta indagando con molta serietá e decisione. Ne sapeva qualcosa anche Mons. Giovanni d'Ercole quando presso Telepace montai un documentario girato in Bosnia e gli confidai quanto sapevogiá che lui frequentava la comunitá Incontro, finse di cadere dalle nuvole.

Ho la coscienza a posto, don Gelmini é tutto fuori che un Santo, è da sempre un maniaco del sesso, oltre che mitomane e megalomane, la sua biografia é un falso, io conoscevo Alfredo Nunzi ( e anche la moglie americana ) so dove e quando don Pierino e Alfredo Nunzi si sono conosciuti, non a Piazza Navona nel 1963 ma in un luogo che porta un nome diverso ovvero Regina Coeli anni 70, Nunzi non era affatto quel che viene dal Gelmini descritto e mitizzato, era tutto fuorché quel "drogato che chiedeva aiuto" ( nel 63 un ragazzo di borgata non sapeva manco cosa era la droga) io so altre cose "GRAVISSIME " su don Gelminianni 70 che diró quando saró chiamato a testimoniare, non sono matto ne tanto meno uno che cerca querele tanto é vero che non ne ho ricevute pur accusandoilprete apertamente con fatti e nomi...
"Resteró accanto ai miei ragazzi pur di strisciare per terra" disse il Gelmini mesi fa...beh lo vediamo come é stato di parola, é scappato in Costarica...sono a vs disposizione a rispondere alle vostre domande , alla sera negli ostelli dove trovo internet o la mattina mi posso collegare dalle biblioteche comunali......
 
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view post Posted on 1/3/2008, 14:46
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http://www.ansa.it/opencms/export/site/vis...l_17206983.html

DON GELMINI: IL PAPA ACCETTA LA RICHIESTA DI RIDUZIONE STATO LAICALE
TERNI - Don Pierino Gelmini è stato ridotto allo stato laicale dal Papa, come chiesto dallo stesso fondatore della Comunità Incontro di Amelia per difendersi al meglio nell'inchiesta della procura di Terni nella quale è accusato di molestie sessuali nei confronti di alcuni ex ospiti della struttura (addebiti ai quali si è sempre proclamato estraneo). La notizia è stata riportata dal Corriere dell'Umbria.

"Con Gelmini ha accolto con grande gioia la decisione del Papa" ha detto il portavoce del sacerdote, Alessandro Meluzzi, parlando stamani con l'ANSA. "Considera questo - ha aggiunto - un segno di attenzione e disponibilità da parte del Vaticano, in uno spirito di grande unità tra don Pierino e la Chiesa". La decisione del Papa è stata comunicata al vescovo di Terni monsignor Vicenzo Paglia con una lettera.

Don Gelmini in tarda serata tornerà in Italia dopo avere trascorso un soggiorno a scopo terapeutico nelle sue comunità del sud America. In seguito alla riduzione allo stato laicale non potrà più celebrare messa o confessare.

ATTESA PER DECISIONE PM TERNI SU INDAGINE
E' attesa nelle prossime settimane la decisione della procura di Terni per l'inchiesta condotta nei confronti di don Pierino Gelmini accusato di molestie sessuali a carico di alcuni ex ospiti (nove quelli indicati nell'avviso di conclusione indagini) della Comunità Incontro. Il pm Barbara Mazzullo dovrà infatti decidere se chiedere il rinvio a giudizio del sacerdote, che si è sempre proclamato estraneo a ogni addebito, o l'archiviazione del fascicolo. Nell'inchiesta sono coinvolti anche due collaboratori del sacerdote e la madre di uno dei suoi accusatori. Devono rispondere di favoreggiamento per avere aiutato don Gelmini ad eludere gli accertamenti condotti dalla squadra mobile della questura di Terni. A tutti il 27 dicembre scorso è stato notificato l'avviso di conclusione indagini. A don Gelmini la procura contesta di avere costretto noveospiti della comunità a "soddisfare le sue richiestesessuali" mediante "la minaccia di avvalersi della suaautorità e della conoscenza di numerosi personaggi politiciinfluenti o promettendo favori tramite dette conoscenze". Fattiche sarebbero avvenuti nella sede di Molino di Silla dal 1997all' ottobre scorso, quando ormai da quasi un anno il sacerdotesapeva di essere indagato. Circostanza, questa, che al momentodel deposito degli atti era stata sottolineata dal portavoce didon Pierino, Alessandro Meluzzi, il quale aveva parlato di"accuse surreali".


http://qn.quotidiano.net/2008/03/01/68612-...ie_tonaca.shtml

A proposito della sua salute, Merluzzi precisa che "don Pierino sta molto meglio e i due mesi nelle comunità in Costarica e Bolivia l'hanno ritemprato".
 
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Kulkulcan
view post Posted on 2/3/2008, 10:14




Chiesa e giudici si tolgono dall'imbarazzo

Ora si attende il rinvio a giudizio
FRANCESCO GRIGNETTI
ROMA
Nessuno l’ammetterà mai, ma la riduzione allo stato laicale di don Gelmini era la notizia che più s’attendeva nei corridoi della procura di Terni. E ora si rimettono in moto le macchine dell’inchiesta. La partita a scacchi sulla sorte della Comunità Incontro e del suo fondatore riprende. Prossimo atto, la richiesta di rinvio a giudizio. Dovrebbe arrivare a breve termine di tempo: due o tre settimane al massimo. E’ quanto i difensori di don Pierino aspettano. Rassegnati. La procura di Terni, che porta avanti questa spinosa inchiesta sulle molestie sessuali di Gelmini nei confronti degli ospiti della comunità da circa un anno, e che s’è trovata suo malgrado sotto i riflettori nello scorso agosto, aveva notificato due mesi fa al sacerdote (ormai ex) il cosiddetto «Atto di chiusura indagini». Un passaggio di rito. I legali avevano così avuto modo di leggere gli atti dell’accusa e preparare le loro memorie difensive.

Un documento è stato presentato dall’avvocato Manlio Morcella, che difende il signor Giampaolo Nicolasi, braccio destro del vulcanico Pierino. Nicolasi è uno di quelli accusati dai giudici di favoreggiamento. Deve discolparsi anche lui dall’accusa di essersi impegnato a contattare e far ritrattare i testimoni. Lo inguaia un vaglia on-line girato alla famiglia di uno degli accusatori che poi cambiò versione. «Secondo noi, per un basilare principio giuridico - dice l’avvocato Morcella - le intercettazioni non possono essere utilizzate nei reati-satellite». Se le intercettazioni non fossero ammesse al processo, in tutta evidenza la situazione di Nicolasi sarebbe enormemente alleggerita.

L’atto di chiusura indagini era stato notificato il 27 dicembre. Si seppe in quell’occasione che erano nove, alla fine, i testi che accusano di molestie don Pierino. Da allora, però, più nulla. Fatto sta che la pausa, insolitamente lunga, ha permesso al fondatore di trascorrere due mesi all’estero per ritemprarsi e anche al Vaticano per condurre a termine il processo di riduzione a stato laicale. E se fu lo stesso don Gelmini ad avanzare la richiesta di lasciare il sacerdozio «per difendersi meglio» e «non abbandonare i miei figli», quindi uscendo dall’alveo della Chiesa, è evidente che si tratta di una contromisura disperata per impedire a chiunque, nella gerarchia cattolica, di sostituirsi al sacerdote nella guida della comunità. Che fosse questo l’incubo di Gelmini, l’ha detto lui stesso. E l’ha ripetuto l’avvocato Morcella: «La comunità è una realtà economica molto salda su cui ci sono da tempo interessi e mire, da ogni ambito, sia laico che ecclesiale...».

Il patrimonio, già. La comunità Incontro ha la forma giuridica di una onlus con un presidente (fino all’anno scorso era Umbertina Valeria Mosso, avvocato di 86 anni) e un segretario generale dai pieni poteri (il fondatore), 164 sedi italiane e 74 residenze estere. Come raccontò un’inchiesta dell’Espresso, la comunità nel tempo ha acquistato in giro per la provincia di Terni una ventina di ettari ricchi di casali, vigneti e pascoli. Hanno anche comprato una grande tenuta di 400 ettari con una serie di casali sull’appennino bolognese da una cooperativa che aveva tentato la via dell’agriturismo e poi era fallita. In procura, a Terni, ieri si ostentava la massima serenità. Perfino distacco alla notizia che il Vaticano ha ridotto Gelmini allo stato laicale. Da un punto di vista legale, non cambia nulla. Ma da un punto di vista dell’impatto mediatico e politico, le cose cambiano eccome. E a questo punto nessuno potrà neppure chiamare in causa, a ragione o a sproposito, il Vaticano. La vicenda giudiziaria di don Pierino, che ha lasciato la tonaca, ormai è cosa sua e soltanto sua.

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezion...30679girata.asp
 
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view post Posted on 3/3/2008, 10:56
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http://www.repubblica.it/2008/03/sezioni/c...on-gelmini.html

L'ex sacerdote accusato di pedofilia
"Non è un centro religioso, ma politico"
L'ira di Don Gelmini
contro il Vaticano
dal nostro inviato RORY CAPPELLI


Don Gelmini
AMELIA - "Sono appena tornato da un viaggio durato due mesi, lo sapete. Ho visto l'inferno. Bambini di 5 anni morire di Aids. Ragazzini di 10 anni domandarmi "che ne sarà di me?" L'inferno non esiste nell'aldilà: esiste qui, su questa terra, dovrebbero capirlo quelli che stanno nei palazzoni, laggiù, in Vaticano, dove c'è il migliore paradiso possibile, quello dei ricchi e dei potenti. Rigetto il concetto del Vaticano come centro religioso: è un centro politico, qualche volta ambiguo e fuorviante. Altra cosa è la chiesa di Cristo. Altra cosa è la fede", dice Pierino Gelmini.

Poi aggiunge: "Gli intrallazzi non sono fede. Bisogna tornare a Cristo non al cesaro-papismo. Siamo arrivati al punto in cui parliamo più del papa che del Cristo". E' un fiume in piena Gelmini, - ormai ex prete dopo la decisione del Vaticano di accogliere la sua domanda di riduzione allo stato laicale - quando ieri, nel pomeriggio, nella Comunità Incontro di Amelia, seduto su un alto scranno in una sala affrescata con la storia della Comunità in stile murales di Città del Messico, microfono in mano, incontra i suoi ragazzi.

La giornata era iniziata con la messa tenuta da don Enzo nella cappella. Dopo quattro chiacchiere in cortile, qualche sigaretta, le corse dei bambini, era proseguita con il pranzo comunitario nel refettorio: un minuto di silenzio prima di mangiare e un'animazione da gran giorno. Amici, parenti, ragazzi, non parlano d'altro: lui, papà Pierino, "un santo", "un giusto", uno che "non si merita quello che gli hanno buttato addosso", "uno che ha dato la sua vita per gli altri".

"Io amo don Pierino" racconta Christian, venti anni compiuti l'altro ieri, romeno, salvato dalle fogne di Bucarest da Mino D'Amato e dalla sua associazione, portato in Italia che, malato di Aids dall'età di otto anni, pesava venti chili, e che ora sta qui, impara a fare l'elettricista e vuole farsi "tutto il programma della comunità - tre anni - anche se non sono tossicodipendente. Don Pierino? Per me è come un padre. E' un uomo buono. Mi ha salvato. Io credo solo a questo". Lo ripete anche Massimo D'Annibale, ex ospite della comunità, "salvato da don Pierino", e ora medico e padre di due ragazzi con un gran ciuffo di capelli davanti agli occhi, Patrizio e Matteo. E così è per le madri, i padri, le sorelle e i fratelli, gli ex ospiti della comunità, qualche nonna con il bastone, un padre che mostra orgoglioso il figlio che si dà fare per distribuire i piatti per il pranzo. Nessun dubbio, nessun piccolo dubbio? "Nessuno" assicurano. "Don Pierino, papà, è vittima di un imbroglio incomprensibile".

Dopo un giro allo zoo della Comunità Incontro - due poveri leoni, tre struzzi, due pecore thailandesi, un gruppo di lemuri, dei lama, scimmie, cigni e tanti altri animali per una pet terapy un tantino crudele - un'altra sigaretta, un caffè, ecco papà Pierino. Entra nella sala e parte un applauso. Racconta del suo viaggio in Bolivia e Costa Rica, dei suoi acciacchi - da un occhio non vede, ha un pace-maker e disturbi all'intestino - della fatica del viaggio. E del Vaticano. Alla fine dell'incontro, dopo aver baciato tutti i ragazzi che hanno voluto salutarlo, racconta ancora: "La decisione di ridurmi allo stato laico è stata solo mia. Io non appartengo alla diocesi di Terni: il vescovo di Terni, monsignor Paglia, che non ha alcuna giurisdizione su di me, per me è zero. Io appartengo alla chiesa cattolica melchita. Il mio superiore è il patriarca Gregorio III. Per me Paglia è solo il portalettere del Vaticano. Qui Paglia - continua don Pierino - non deve neanche provare a mettere piede.
Non lo voglio più vedere.

Perché? Perché ho avuto la sensazione - ma anche l'informazione - che sia stato uno di quelli più solleciti a creare situazioni per me difficili e che ha avuto una parte negativa forse anche nella vicenda degli abusi". E' vero che si candiderà per il Senato? "Non so cosa farò". Da quale parte politica? "Non so ancora" sorride, sornione. "So che se servisse per la mia comunità, per i miei ragazzi, lo farei". E i ragazzi che l'accusano se non è vero niente perché lo fanno? "Perché sono tutti fuori di testa, ragazzi che non sono riusciti a fare niente, con dieci o venti anni di carcere alle spalle". Tutti? "Tutti. Peggio per loro. Non posso dire altro. Perché qualcosa, alla fine, dirà loro la vita stessa".


(3 marzo 2008)
 
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view post Posted on 26/3/2008, 12:21
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26-03-2008, ore 11:13:52

Italia. Procura: processare don Gelmini per abusi sessuali sui ragazzi della Comunita'

Dopo oltre un anno di indagini la procura della Repubblica di Terni chiude l'indagine a carico di don Pierino Gelmini per presunti abusi sessuali nei confronti di alcuni ex ospiti della Comunita' Incontro chiedendo il rinvio a giudizio del sacerdote. Don Gelmini e' il padre della 'cristoterapia' oltre che uno dei principali ispiratori delle politiche sulle droghe del centro-destra.
Un provvedimento del quale i suoi difensori non hanno potuto prendere visione. Cosi' don Gelmini, che si e' sempre proclamato estraneo a ogni addebito, e i suoi legali hanno scelto di non commentarlo. E assoluto e' il riserbo degli inquirenti.
Nella giornata di ieri, quando ancora la notizia della richiesta di rinvio a giudizio non si era diffusa, il fondatore della Comunita' Incontro aveva parlato dell'indagine che lo riguarda.
'Serenamente continuero' a svolgere la mia attivita' dedicata a chi ha bisogno, pronto ad affrontare qualsiasi evoluzione processuale' aveva detto. Riferendosi alla possibilita' che il pm Barbara Mazzullo potesse chiedere di processarlo aveva sottolineato di avere 'la serenita' del giusto che ha molto lavorato', esprimendo 'la piu' totale fiducia nella magistratura giudicante'. 'Continuero' il mio lavoro - ha sottolineato ancora - senza interruzioni. Vorrei pero' invitare la stampa a non enfatizzare problemi che sono direi di rito, dovuti, per evitare che i ragazzi (della Comunita') possano risentirne'.
Non e' comunque ancora chiaro come sia articolata la richiesta depositata dal magistrato che il 27 dicembre scorso aveva notificato al sacerdote l'avviso di conclusione indagini.
Un provvedimento, quest'ultimo, che aveva riguardato anche due collaboratori del sacerdote e la madre di uno dei suoi accusatori, tutti indagati per favoreggiamento. Non si sa pero' se la richiesta di rinvio a giudizio sia stata formulata anche nei loro confronti.
Con l'avviso di conclusione indagini la procura di Terni ha contestato a don Gelmini di avere costretto nove ospiti della comunita' a 'soddisfare le sue richieste sessuali' mediante 'la minaccia di avvalersi della sua autorita' e della conoscenza di numerosi personaggi politici influenti o promettendo favori tramite dette conoscenze'. Fatti avvenuti a sede di Molino di Silla di Amelia dal 1997 all' ottobre scorso.
Quattro degli ospiti che avrebbero subito le molestie si trovavano in comunita' agli arresti domiciliari o comunque sottoposti a misure di sicurezza alternative al carcere. Gli altri cinque erano tossicodipendenti in cura presso la comunita' e due di loro al momento dei fatti contestati avevano meno di 18 anni. A don Gelmini il pm Mazzullo aveva contestato anche la violazione dei suoi doveri 'inerenti ad una pubblica funzione o a un pubblico servizio e alla qualita' di ministro di culto e con abuso di autorita''. Da chiarire, ora, quali episodi siano confluiti nella richiesta di rinvio a giudizio.
I difensori del sacerdote avevano parlato di accuse 'assurde, non credibili e destituite di fondamento', sottolineando che alcune erano gia' state archiviate dalla procura di Terni negli anni scorsi.
Per difendersi al meglio dagli addebiti don Gelmini, che ha compiuto 83 anni il 20 gennaio scorso, ha chiesto e ottenuto di essere ridotto allo stato laicale dal Papa. Per restare con i suoi ragazzi fino alla morte e per affrontare l'inchiesta senza coinvolgere l'autorita' ecclesiastica.

"In questo momento voglio idealmente abbracciare don Pierino Gelmini. Naturalmente attendo come tutti che la magistratura verifichi l'attendibilità di quanto contestato, ma dico anche che don Pierino merita stima e apprezzamento della comunità nazionale perché ha salvato tanti, tanti ragazzi dalla droga". Lo ha detto il leader di An Gianfranco Fini, parlando a 'Viva voce' su Radio 24, commentando la richiesta di rinvio a giudizio di don Pierino Gelmini.


http://www.droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=17782


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«Processate don Gelmini»Il pm parla di una rete politica Cronache Dopo un anno chiusi gli accertamenti. L'ex sacerdote: attendo sereno
«Processate don Gelmini»
Il pm parla di una rete politica
Il testimone: mi prometteva l'aiuto di Berlusconi
e Imposimato


Don Pierino Gelmini
ROMA — Una decina di ragazzi sarebbero stati costretti a subire le sue attenzioni, obbligati a soddisfare i suoi desideri particolari. Tra loro, anche due giovani che all'epoca dei fatti erano minorenni. La Procura di Terni chiede il rinvio a giudizio di don Pierino Gelmini. Un anno dopo l'avvio degli accertamenti sul suo conto, sollecita il processo per il fondatore della comunità Incontro per violenza sessuale.

I magistrati ritengono dunque attendibili i racconti di quegli ospiti della struttura di Amelia, in Umbria, che cercavano di uscire dalla tossicodipendenza e hanno affermato di essere stati «molestati, palpeggiati, costretti ad atti sessuali». E chiedono che vengano giudicati anche i collaboratori più stretti, Giampaolo Nicolasi e Pierluigi La Rocca. Li accusano di favoreggiamento per aver tentato di convincere i testimoni a ritrattare.
«Pressioni in cambio di soldi », dice l'accusa. E per sostenere la fondatezza di questa circostanza elenca i viaggi e i contatti con le presunte parti lese. Ma chiede anche il processo per Patrizia Guarino, la madre di uno dei ragazzi che avrebbe subito le violenze. La donna avrebbe avvertito don Gelmini delle indagini in corso e avrebbe poi accettato denaro per condizionare il figlio. In particolare è stata trovata traccia di un vaglia online di 500 euro.

A mettere nei guai il sacerdote sono state le testimonianze di oltre trenta persone che hanno raccontato come don Gelmini li chiamasse nella sua stanza e poi li inducesse a partecipare a giochi erotici. Ma poi si è deciso di inserire nel capo di imputazione soltanto gli episodi che, secondo l'accusa, «erano certamente provati».
Nelle carte depositate al termine delle indagini c'è il verbale di Michele Iacobbi, 34 anni, il principale accusatore di don Pierino, che all'epoca era agli arresti domiciliari presso la comunità. È stato lui a presentare la prima denuncia. E ha accusato il sacerdote di aver sfruttato anche le sue amicizie politiche per convincere lui e gli altri giovani tossicodipendenti a soddisfare le proprie esigenze.
«Mi disse — ha messo a verbale Iacobbi — che siccome io ero accusato di mafia lui poteva parlare con Berlusconi, con Taviani e anche con l'ex senatore Imposimato per farmi avere una pena più lieve». La sua testimonianza è stata ritenuta pienamente attendibile e nel capo di imputazione a don Gelmini viene contestato di aver violentato i ragazzi «minacciando di avvalersi della sua autorità e della conoscenza di numerosi personaggi politici influenti e promettendo favori tramite dette conoscenze». Una tesi che il difensore Filippo Dinacci ha contestato nella sua memoria sottolineando la «completa infondatezza delle denunce presentate».

Agli atti del processo i pubblici ministeri hanno allegato anche numerose intercettazioni telefoniche. Il «filtraggio » delle telefonate per don Gelmini — che non possiede un apparecchio cellulare — viene fatto dai collaboratori più stretti e, come sottolinea l'accusa, «la precedenza viene data ai parlamentari e agli altri graduati della Guardia di Finanza e dell'esercito» con i quali il fondatore di Incontro «è in contatto».


Fiorenza Sarzanini
26 marzo 2008

http://www.corriere.it/cronache/08_marzo_2...44f486ba6.shtml




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Don Gelmini tra pistole finte, fatti occulti e soldi pubblici
di Donatella Papi

La galassia di Don Gelmini deve essere assai più ampia di quello che raccontano i ragazzi accusatori del prete di Amelia, i quali avrebbero rivelato presunte attenzioni sessuali e in base ai racconti i magistrati hanno deciso il rinvio a giudizio per il "prete" di Amelia, che tuttavia recentemente ha restituito la tonaca mettendo fuori imbarazzo il Vaticano. Come ha detto lui. Questo gesto pare sia stato suggerito a Pierino Gelmini, che un buon prete comunque non si è dimostrato. A prescindere dalle gravi accuse, il suo modo di finanziare la Comunità Incontro di Amelia con gli ingenti finanziamenti del mondo politico certo non dimostra quel sentimento di carità che è la virtù teologale primaria di chi si incammina nella solidarietà ai sofferenti.

Ma la cosa più importante sarebbe stabilire cosa ci faceva Don Gelmini con tante ingenti somme e con tante potenti relazioni politiche: tutte per i suoi ragazzi e la comunità? E a cosa gli serviva captare nell'orbita della sua congrega il mondo politico più rappresentativo, intercettarlo e poi legarlo al suo anello. Francamente se questi sono i preti e le loro comunità, la Chiesa sarebbe un potere nel potere politico. Il che non mi pare la missione della Chiesa nè di Giovanni Paolo II nè di Benedetto XVI, che hanno dato al mondo la via e l'indirizzo dei valori universali, per la salvezza dell'umanità, per la sconfitta dei dolori che affliggono il globo. Ma la Chiesa era anche confusa con Milingo e Don Gelmini e con altri casi simili.

Milingo è una vicenda che Benedetto XVI ha archiviato in pochi giorni. Don Gelmini altrettanto. Cioè per il Papa essi non sono la Chiesa. Non solo. Il Papa si preoccupa di loro tanto da accettare le loro diciamo "dimissioni". Perchè teme il male.

Piero Gelmini, secondo i ragazzi che lo accusano, avrebbe costretto alcuni di loro a subire le sue attenzioni, obbligandoli a soddisfare i suoi desideri particolari. La Procura di Terni ha così chiesto il rinvio a giudizio e sollecitato il processo per violenza sessuale.

I magistrati ritengono attendibili i racconti di quegli ospiti della struttura di Amelia, in Umbria, che cercavano di uscire dalla tossicodipendenza e hanno affermato di essere stati «molestati, palpeggiati, costretti ad atti sessuali». E chiedono che vengano giudicati anche i collaboratori più stretti, li accusano di favoreggiamento per aver tentato di convincere i testimoni a ritrattare.
«Pressioni in cambio di soldi », dice l'accusa. E per sostenere la fondatezza di questa circostanza elenca i viaggi e i contatti con le presunte parti lese. Ma chiede anche il processo per Patrizia Guarino, la madre di uno dei ragazzi che avrebbe subito le violenze. La donna avrebbe avvertito don Gelmini delle indagini in corso e avrebbe poi accettato denaro per condizionare il figlio. In particolare è stata trovata traccia di un vaglia online di 500 euro.

Queste sono alcune parti dell'accusa. Nelle carte depositate al termine delle indagini ci sarebbe anche il verbale del principale accusatore che ha presentato la prima denuncia. E ha accusato il sacerdote di aver sfruttato anche le sue amicizie politiche per convincere lui e gli altri giovani tossicodipendenti a soddisfare le proprie esigenze.
«Mi disse - risulta a verbale - che siccome io ero accusato di mafia lui poteva parlare con Berlusconi, con Taviani e anche con l'ex senatore Imposimato per farmi avere una pena più lieve». La sua testimonianza è stata ritenuta pienamente attendibile e nel capo di imputazione a don Gelmini viene contestato di aver violentato i ragazzi «minacciando di avvalersi della sua autorità e della conoscenza di numerosi personaggi politici influenti e promettendo favori tramite dette conoscenze». Una tesi che il difensore Filippo Dinacci ha contestato nella sua memoria sottolineando la «completa infondatezza delle denunce presentate».

Stranamente devo dire che l'unica volta che sono andata nella Comunità Incontro di Amelia, in occasione di una festa natalizia, ho visto tra gli altri il ministro allora delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, il quale seppure con tono ironicamente benevolo è stato minacciato da Pierino Gelmini (che allora rivestiva non solo la tonaca ma una croce che io avevo visto bene da un'altra parte simbolica della più misteriosa storia della Chiesa). E poi, casualmente, incontrai in un ristorante dove mi ero recata con mio figlio per consumare un breve pasto nelle prossimità della Comunità Incontro anche il magistrato Ferdinando Imposimato, munito di scorta e pistole. Il che non mi fece un'impressione rassicurante, mi sembrava assai minaccioso anche lui. Non nelle parole che disse, di circostanza, ma sembrava con gli occhi dirmi "stai attenta, vedi questo?". Erano le sua mani disposte a pistola e piazzate sulla tempia di mio figlio, con la scusa di fargli una carezza.

Ora questa gente ha ragione con me. Perchè io, e mio figlio pure, siamo particolarmente intelligenti. E si sa che guardiamo le cose, ci piace far funzionare gli occhi per quello che ci sono stati dati, e io con il mio mestiere giornalistico ragiono, collego, così che direbbe un esperto "sul luogo del delitto" colgo particolari utili. Per cui il mio ingresso nella comunità di Amelia, fermato in tutti i modi anche i più esagerati, doveva essere vissuto con preoccupazione. Non so se per questo o per caso, ma io e mio figlio fummo affiancati dai carabinieri, non ricordo se scorta di qualcuno..ma questa è una lunga storia. Si parte dal sacro sepolcro e si arriva ai nostri giorni, passando per sette, insetti, vedo che ora torturano le giovani dell'est sprofondandole tra serpenti e tarantole, insomma un baccano infernale di cose davvero oscure. Di cui non è facile cogliere i segni, ma facendo attenzione uno sente tutto. Incredibile, ma che dicono questi? Mio figlio disse: "Andiamo via, mamma, ti prego, subito". Io ho insistito tanto che mio figlio si cacciava la testa tra le mani, non voleva stare neppure seduto nella sala, usciva e i carabinieri gli andavano dietro (grazie!), poi rientrava e alla fine ha cominciato a darmi dei calcetti davanti a tutti sulle gambe e diceva "andiamo via?".

Così che dopo, aver sentito una predica di Don Gelmini di tale violenza da alzarsi e dire 'ma scusi posso farle qualche domanda?', mi avvicinai al ministro Gasparri (che conoscevo e avevo salutato) e gli dissi "devo riportare Jacopo a casa" e lo vidi così deluso, amareggiato e chissà che sperava potessi fare? Certo fu un peccato perchè c'era da stare lì a capire e vedere, in fondo la verità anche più grande è sempre nelle cose semplici.

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Ashmael
view post Posted on 26/3/2008, 12:26




Aspettiamo le risultanze processuali. E' sempre possibile che siano accuse false mosse per vendetta.
 
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view post Posted on 19/5/2008, 10:29
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GIOVANARDI: I GIUSTI VALORI PASSANO SOLO PER LA FAMIGLIA
Sottosegretario presidenza ospite di Don Gelmini a Com. Incontro
postato 16 ore fa da APCOM
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Amelia (Tr), 18 mag. (Apcom) - Visita alla comunità incontro di Don Gelmini da parte del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi. Che ha partecipato ad Amelia presenza ad Amelia al Convegno "Impegno e Fedeltà". E Che ha ribadito la sua stima e amicizia nei confronti del prete, per il quale alla fine di marzo la Procura di Terni ha chiesto il rinvio a giudizio con l'ipotesi di violenza sessuale.

"Confermo quanto detto sulla carta stampata - spiega alla platea il sottosegretario -: per me Don Gelmini è come Don Bosco. Anche se Don Pierino dovrà aspettare un po' prima di essere riconosciuto così anche da tutti gli italiani".

Poi Giovanardi è passato a parlare di famiglia: "Bisogna distinguere il bene dal male - si evince da una nota - attraverso i veri valori della vita che si trovano soprattutto nella famiglia. I ragazzi della Comunità, i loro genitori sappiano che la vita è bellissima e che si sono cose stupende da vivere ancora. Per questo è importante che attraverso la famiglia, la cui rilevanza è riconosciuta anche dalla nostra Costituzione, si creino i veri valori di una vita. A questo tende tutta l'opera anche della Comunità"
 
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Kulkulcan
view post Posted on 19/5/2008, 14:23




Paragone del cavolo -_-
 
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20 maggio 2008 | 10:41
Don Gelmini vende: Silvio dietro l'angolo?

La comunità Incontro di Casola Valsenio è in crisi. Arriva un acquirente a sorpresa? Niccolo Ghedini, avvocato di Silvio Berlusconi, sarebbe in trattativa per acquistare Frassineta.

E’ un domino di investimenti immobiliari quella che ha condotto l’impero di Don Pierino Gelmini, indagato per pedofilia l’anno scorso, con 164 comunità italiane e 74 all’estero, fino a Casola Valsenio.
Nel 1989-90 compra, a 14 chilometri dal paese, a 700 metri di altezza sopra Baffadi, oltre 400 ettari di terreno e tre casali: Frassineta, Pioppeto e Faggeto in mezzo ad una natura incontaminata fatta di pascoli, boschi e castagneti.
Una comunità che ai tempi della massima diffusione dell’eroina ha accolto fino a 60 tossicodipendenti alla volta. Quelli che hanno costruito e seguito, in cambio della loro riabilitazione e della loro indipendenza, una grossa azienda agricola dotata di un moderno stabilimento zootecnico per 130 pecore e un centinaio di mucche, del valore notificato di 1 milione e 350 mila euro.
Poi la crisi. Negli ultimi anni, il numero degli ospiti si è ridotto al numero di cinque e sei. Per mandare avanti l’azienda serve più manodopera e una maggiore esperienza, che i ragazzi in soli due-tre anni di comunità (questo il tempo massimo previsto) non possono maturare. Allora Don Gelmini decide di vendere e spunta un compratore.
Le fonti ufficiali non si sbilanciano. Parlano di diverse proposte e contrattazioni in atto. Più sicure invece le voci di corridoio che danno quasi per certo un nome vip come presunto acquirente. Si tratterebbe di Niccolò Ghedini, dal 2005 coordinatore regionale di Forza Italia in Veneto, senatore fino all’ultima legislatura, nonché avvocato di Silvio Berlusconi.
«Sono diversi gli acquirenti all’orizzonte. - spiega Tolmino Zuccoli, coordinatore per Don Gelmini delle comunità dell’Emilia Romagna - Per ora la proprietà è ancora della Comunità Incontro. Del resto sono cinque anni che si dice di vendere e Don Gelmini segue personalmente le contrattazioni. Io non possiedo nessuna informazione sicura».
La notizia pur non certa non stupisce. Silvio Berlusconi è il principale benefattore di Don Gelmini. Nel 2005 ha donato più di oltre 5 milioni di euro per alcuni interventi in Thailandia e poi ancora 450 mila euro per l’emergenza tsunami. Per non dire che Silvio Berlusconi ha nominato, pochi giorni fa, la nipote di Gelmini, Mariastella, ministro dell'Istruzione, università e ricerca scientifica.
Tuttavia Ghedini sarebbe il secondo acquirente subentrato da gennaio a questa parte.
I primi acquirenti sarebbero stati i proprietari di una società della provincia di Mantova che avevano in progetto di recuperare i fabbricati esistenti e di utilizzare le stalle per avviare un allevamento di bufale o asini. A stipula quasi conclusa sono sorti problemi tra le parti e la vendita è inspiegabilmente andata in fumo.
Anche se la comunità non è ancora stata chiusa, i vicini di casa dichiarano che già da almeno una ventina di giorni non vedono più i ragazzi passare. «Abbiamo diverse comunità in Regione. - spiega Tolmino Zuccoli - Sono stati trasferiti a Monghidoro. Del resto siamo abituati a spostare i ragazzi ogni due anni. Lo vuole la filosofia della comunità perché solo attraverso le difficoltà si cresce».
Il programma della comunità non prevede l’intervento di nessun medico, psicologo e l’utilizzo di nessun farmaco.
«Io stesso che 25 anni fa mi sono disintossicato nella comunità di Don Gelmini - spiega Tolmino - Non ho mai assunto farmaci. L’unica trattamento ammesso è la camomilla. Banditi anche caffè e alcol. Solo qualche sigarette al giorno. Nelle nostre comunità i ragazzi escono dalla dipendenza con il dialogo, il confronto con persone come me, che hanno conosciuto in prima persona il problema, e attraverso il lavoro».
Un metodo efficace di cui Don Gelmini va orgoglioso e che - come ha rilasciato in dichiarazioni ufficiali - ha portato almeno cento ospiti delle sue comunità ad impegnarsi in politica (sia a destra che a sinistra, dice) nei consigli comunali, regionali e alcuni anche in Parlamento.
«Molti erano in gamba - racconta Don Giancarlo Menetti di Casola - Io andavo a visitarli una volta alla settimana. In pratica ero l’unico prete. L’ultima volta che ho visto Don Gelmini è stato tre anni fa. Lavoravano molto, facevano legna, in passato avevano anche le mucche e le pecore, poi raccoglievano le castagne che venivano a vendere in paese. Abbiamo avuto un buon numero di risultati. Qualcuno si insediato in paese e si è sposato qui. Altri sono tornati al loro paese. Ogni tanto mi chiamano al telefono per salutarmi. Ma negli ultimi tempi i ragazzi erano sempre meno. Sono aumentate infatti le comunità e le strutture pubbliche per aiutare i tossicodipendenti».
Un affare non così tanto redditizio quindi. Meglio vendere.

Tratto da "sette sere" di venerdì 16 maggio 2008

Stefania Mazzotti
 
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