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Argentina. Vescovo appena nominato si dimette per accusa di stupro, La donna: "l'ho denunciato da tempo". Vaticano: "voci senza fondamento"

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pincopallino2
view post Posted on 19/1/2024, 08:34 by: pincopallino2

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La donna: "l'ho denunciato da tempo". Vaticano: "voci senza fondamento"



www.pillarcatholic.com/p/second-ar...-in-row-resigns

Il secondo vescovo argentino consecutivo si dimette prima dell'insediamento
LUCA COPPEN
17 gennaio 2024 . 18:51

Mercoledì una sede argentina è diventata nuovamente vacante dopo che un secondo vescovo consecutivo si è dimesso prima di essere insediato a capo della diocesi.

Mons. Gustavo Larrazábal, Vescovo Ausiliare di San Juan de Cuyo (Argentina). Scout408 tramite Wikimedia (CC0).
Papa Francesco ha accettato le dimissioni il 17 gennaio del vescovo Gustavo Larrazábal, 62 anni, 35 giorni dopo averlo nominato vescovo di Mar del Plata, nell'Argentina orientale, e appena tre giorni prima dell'insediamento di Larrazábal .

Il papa aveva nominato Larrazábal il giorno in cui aveva accettato le dimissioni del vescovo José María Baliña, 65 anni, 22 giorni dopo averlo nominato capo della diocesi che serve circa 774.000 cattolici.

Il Vaticano non ha fornito motivazioni per le dimissioni di nessuno dei due vescovi. Ma Baliña ha detto, in una lettera del 5 dicembre ai cattolici di Mar del Plata, di aver sofferto dopo un intervento chirurgico per un distacco di retina e di aver deciso di dimettersi “dopo ulteriore discernimento e consultazione con la Santa Sede”.

In una lettera del 17 gennaio ai membri della diocesi, Larrazábal scriveva: “Condivido con voi che dopo un processo di discernimento e di preghiera condotto in modo molto coscienzioso, ho concluso che non è opportuno assumere il governo pastorale della diocesi di Mar del Plata ed io abbiamo presentato le mie dimissioni a Papa Francesco, che con molta comprensione le ha accettate”.

“Per questo motivo continuerò il mio servizio come vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di San Juan”.


Una mappa che mostra l'ubicazione della diocesi di Mar del Plata nella provincia di Buenos Aires e in Argentina. Croberto68 tramite Wikimedia (CC BY-SA 3.0).
Prima delle dimissioni di Larrazábal, la nunziatura apostolica in Argentina ha fatto il consueto passo di rilasciare un comunicato pubblico in cui sottolineava che la Santa Sede aveva “piena fiducia” nel vescovo.

Il comunicato stampa del 9 gennaio deplorava anche quelle che descriveva come “le voci che circolano e non hanno alcun fondamento”.

La nunziatura non ha precisato la natura delle voci, ma il quotidiano locale La Capital ha riferito lo stesso giorno che l'insediamento di Larrazábal era in dubbio a causa dell'emergere di accuse contro il vescovo, membro dell'ordine clarettiano.

Il giornale afferma che Larrazábal ha dovuto affrontare accuse di molestie e abuso di potere da parte di una donna anonima di Mar del Plata che lavora per un'organizzazione legata alla Chiesa. Ha affermato che i suoi giornalisti hanno "raccolto testimonianze di persone molto vicine alla donna", che non hanno voluto parlare con i media.

“La donna, 56 anni, accusa che i fatti sono avvenuti a Buenos Aires tra il 2007 e il 2013, dopo i quali il religioso è stato trasferito a Mendoza, provincia dove era nato il 31 gennaio 1961, nella località di San José, Dipartimento di Guaymallén”, ha scritto La Capital.

Larrazábal, nominato vescovo ausiliare dell'arcidiocesi di San Juan de Cuyo, nell'Argentina occidentale, nel marzo 2022, non sembra aver risposto pubblicamente alle accuse .


La diocesi di Mar del Plata è diventata vacante il 28 luglio 2023, quando il suo vescovo Gabriel Antonio Mestre è stato nominato arcivescovo di La Plata, succedendo al cardinale Víctor Manuel Fernández, dopo che Fernández è stato nominato prefetto del Dicastero vaticano per la Dottrina della Fede.

Mentre Papa Francesco considera la sua terza scelta per la diocesi, il vescovo ausiliare di Buenos Aires Ernesto Giobando, SJ, fungerà da amministratore apostolico di Mar del Plata.

La diocesi, fondata nel 1957 dai territori dell'arcidiocesi di Bahía Blanca e dell'arcidiocesi di La Plata, conta 49 parrocchie, 68 sacerdoti, 14 diaconi permanenti, 74 religiose e 23 religiosi.

Il suo secondo vescovo fu Eduardo Francisco Pironio, che fu poi nominato cardinale e prestò servizio come presidente del Pontificio Consiglio per i Laici a Roma. È stato beatificato il 16 dicembre 2023, nella Basilica di Nostra Signora di Luján a Buenos Aires.

www.fanpage.it/esteri/nuovo-scanda...papa-francesco/
18 GENNAIO 2024
11:04
Nuovo scandalo legato ad abusi sessuali in Argentina: si dimette il vescovo voluto da papa Francesco
Monsignor Gustavo Larranzabal è stato accusato di molestie da una donna. Nonostante questo, il pontefice lo ha difeso strenuamente fino alla fine.
A cura di Michele M. Ippolito
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Nuovo scandalo legato ad abusi sessuali in Argentina. Papa Francesco, nelle scorse ore, ha accettato la rinuncia di monsignor Gustavo Larrazabal dall’incarico di vescovo di Mar de la Plata, che avrebbe dovuto assumere il prossimo 20 gennaio. È il secondo vescovo in pochi mesi che si dimette dall’incarico senza prima assumerlo e, al suo posto, il Papa ha nominato non un nuovo vescovo ma un amministratore apostolico.

La vicenda sta creando imbarazzo in Vaticano, perché il pontefice, che ha più volte preso posizioni nettissime contro gli abusi sessuali, ha difeso fino alla fine la nomina di Larranzabal.

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Monsignor Gustavo Larrazabal
Monsignor Larranzabal si è dimesso dopo che è infuriata una polemica legata ad accuse di abusi sessuali da parte di una donna nei suoi confronti, nonostante il Vaticano avesse bollato in un comunicato queste accuse come “prive di fondamento” e il prelato avesse ottenuto il massimo sostegno della nunziatura apostolica in Argentina.


Il Vaticano non ha commentato la rinuncia di monsignor Larranzabal, mentre lo stesso nunzio (cioè l’ambasciatore vaticano in Argentina) ha fatto una vera e propria retromarcia emettendo una dichiarazione per la stampa in cui afferma che "al termine di un processo di discernimento e preghiera realizzato con molta coscienza monsignor Larranzabal è giunto alla conclusione che non è opportuno assumere il governo pastorale della diocesi di Mar de la Plata e ha presentato la sua rinuncia a papa Francesco che, con molta comprensione, l’ha accettata".

Nonostante ciò, lo scandalo era ormai troppo evidente e Larranzabal, a cui Francesco ha rinnovato la piena fiducia appena pochi giorni fa, ha fatto un passo indietro. Gli abusi sarebbero avvenuti tra il 2007 ed il 2013, ma con maggiore intensità tra il 2008 ed il 2009. La donna, una cinquantaseienne che ha rifiutato di parlare con la stampa per paura, ha già da tempo presentato formale denuncia alle autorità religiose argentine, e avrebbe dichiarato che la situazione è ben nota negli ambienti cattolici di Mar de la Plata.

Non è la prima volta che un nuovo vescovo scelto direttamente da Francesco si trova al centro di uno scandalo prima ancora di assumere il governo della sede assegnatagli. Questo accade con maggiore frequenza che in passato perché, per prassi, era la Congregazione per i Vescovi, guidata da un cardinale, che proponeva al Papa terne di nomi dopo una fase di indagine in cui si scandagliavano pro e contro di ogni possibile nomina.

Negli ultimi anni, invece, Francesco ha declassato la Congregazione a dicastero, depotenziandolo, e decide nella massima autonomia i nomi dei nuovi vescovi, in molti casi, spesso senza verificare approfonditamente le storie dei candidati.


www.korazym.org/100030/lesemplific...a-salta-e-oran/

L’esemplificativo caso delle diocesi argentine di Mar del Plata, Salta e Orán
18 Gennaio 2024 Blog dell'Editore
di Vik van Brantegem


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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 18.01.2024 – Vik van Brantegem] – Ospite a distanza nel salotto di Fabio Fazio sulla Nove [QUI], Papa Francesco ha detto che ha intenzione di visitare l’Argentina, dove non ha più messo piede dopo la partenza per partecipare al Conclave che lo ha eletto. Pare che c’è una certa necessità lì, della sua presenza fisica (anche se la sua presenza a distanza c’è sempre, e pure forte). Nel giro di 2 giorni, sul Bollettino della Santa Sede sono apparse notizie in riferimento alla Diocesi di Mar del Plata e all’Arcidiocesi di Salta (a capo della provincia ecclesiastica di cui fa parte anche la Diocesi di Orán). Iniziamo con il caso Salta-Orán (con i scandali Zanchetta e Cargnello), per poi passare al caso della Diocesi di Mar del Plata (che ha avuto tre vescovi in tre mesi).

Il Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede ha comunicato che il Santo Padre Francesco ha ricevuto oggi in Udienza Mons. Mario Antonio Cargnello, Arcivescovo metropolita di Salta (Argentina). Di Cargnello ci siamo occupato già due anni fa, il 22 aprile 2022, con l’articolo Il caso Cargnello. Nuovo scandalo ecclesiastico in Argentina. Monache di clausura denunciano per violenza di genere l’Arcivescovo di Salta [QUI], di come la massima autorità ecclesiastica della provincia di Salta, la provincia più cattolica dell’Argentina, era stata accusata niente di più e niente di meno di violenza di genere. E come se non bastasse, che la denuncia arrivava da monache di clausura.

Mons. Cargnello è uno dei predecessori (dal 7 aprile 1994 al 24 giugno 1998) di Mons. Gustavo Oscar Zanchetta [QUI] al governo pastorale della Diocesi di Orán e co-consacrante del suo successore Mons. Luis Antonio Scozzina, O.F.M. (che secondo le testimonianze al processo in Argentina ha fatto di tutto per insabbiare il caso Zanchetta). La Diocesi di Orán fa parte della provincia ecclesiastica di Salta.
Quattro mesi dopo della nomina di Mons. Gabriel Antonio Mestre, Vescovo di Mar del Plata (in carica dal 18 luglio 2017) il 28 luglio 2023 ad Arcivescovo metropolita di La Plata (succedendo a Mons. Víctor Manuel Fernández, in carica dal 2 giugno 2018 e il 1º luglio 2023 nominato Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede), il Papa il 21 novembre 2023 ha eletto a Vescovo di Mar del Plata, Mons. José María Baliña (il 26 marzo 2022 era stato nominato Vescovo ausiliare di Buenos Aires, ricevendo l’ordinazione episcopale il 18 giugno successivo). Baliña il 13 dicembre 2023 ha rinunciato e nel contempo il Papa ha eletto al suo posto il Vescovo ausiliare di San Juan de Cuyo, Mons. Gustavo Manuel Larrazábal, C.M.F. (foto di copertina), che a sua volta ha rinunciato ieri, il 17 gennaio 2024, un mese e quattro giorni dopo. Larrazábal avrebbe dovuto prendere possesso domenica prossima, 20 gennaio in occasione di una Celebrazione Eucaristica, prevista alle ore 18.00 nella cattedrale dei Santi Pietro e Cecilia. Nel contempo alla comunicazione della sua rinuncia, il Papa ha nominato Amministratore apostolico sede vacante di Mar del Plata, Mons. Ernesto Giobando, S.I., Vescovo ausiliare di Buenos Aires.

Singolare, nella comunicazione pubblicato sul Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede: “Il Santo Padre ha disposto che S.E. Mons. Gustavo Larrazabal, C.M.F., seguirá come Vescovo Ausiliare di San Juan de Cuyo conservando la Sede titolare Buslacena”), l’uso del verbo “seguirà”, che fa pensare alla fonte come spagnola, ma riportato male, visto che correttamente sarebbe dovuto essere “seguirà siendo” (continuerà ad essere), non “seguirá come”.

Solo una settimana prima, il 9 gennaio 2024, la Nunziatura Apostolica in Argentina aveva diffuso un Comunica stampa, con cui informava: “Il Santo Padre e la Santa Sede hanno piena fiducia nella persona di S.E. Mons. Gustavo Manuel Larrazábal, Vescovo eletto di Mar del Plata. Ci rammarichiamo delle voci che circolano e che non hanno alcun fondamento”.

Diversi media argentini hanno fatto eco ad una presunta preoccupazione in diversi settori della diocesi “essendo venuti a conoscenza di denunce tempestivamente presentate” anni fa contro il vescovo eletto. Secondo le informazioni mediatiche, queste denunce, presentate da una donna di Mar del Plata che attualmente vive nella città di Buenos Aires, sono legate ai reati di molestie e abuso di potere, presumibilmente esercitati da Larrazábal tra il 2007 e il 2013.

In quel periodo, Larrazábal è stato Vicario provinciale dei Claretiani (2002-2012) e Vicario parrocchiale di Corazón de María (1997-2000) e di San Jorge in Florencio Varela (2000-2001).

I giornalisti argentini hanno raccolto testimonianze di persone molto vicine alla donna che ha denunciato il vescovo. “Ha ancora paura e preferisce non parlare alla stampa di questo trauma che ha dovuto vivere”, ha detto una delle fonti ascoltate. Allo stesso modo, è stato chiarito che la donna, che svolge compiti in un’organizzazione molto vicina alla Chiesa, “si è già esposta in modo tempestivo e ha vissuto momenti molto difficili”.

La donna, 56 anni, ha riferito che i fatti sono avvenuti a Buenos Aires tra il 2007 e il 2013, dopodiché, il 25 febbraio 2013 Larrazábal fu trasferito nell’Arcidiocesi di Mendoza, dove era nato nel 31 gennaio 1961. Tutto ciò non ha impedito che la Santa Sede venisse in sua difesa e facesse sì che Papa Francesco lo ha sostenuto strenuamente fino alla fine.

Al momento della sua nomina a Vescovo ausiliare di San Juan de Cuyo il 26 marzo 2022, 2 settimane dopo l’elezione di Papa Francesco, la stampa locale di Mendoza ha scritto che aveva «un rapporto stretto e una comunicazione fluida con Papa Francesco, al punto che lo stesso Bergoglio lo chiama spesso per chiedere consigli».

Ancora prima, il 13 febbraio 2022, il sito Diario Uno scrisse: «Una data, due destinazioni. Gustavo Larrazábal non dimenticherà mai il 25 febbraio 2013. Quel lunedì iniziò il viaggio verso la sua nuova destinazione sacerdotale: Mendoza. E Bergoglio si preparava a volare a Roma, al conclave che il 13 marzo lo avrebbe eletto successore di San Pietro. “Ci siamo salutati in modo molto naturale. Mi ha augurato buona fortuna a Mendoza e mi ha detto che quando sarebbe tornato dal Vaticano sarebbe venuto a trovarmi e bevuto il vino”, ricorda Larrazábal, che ha un rapporto permanente con Papa Francesco. “Gli scrivo e-mail e lui risponde o mi chiama direttamente. Qualche tempo fa, un giorno, mi chiese i dati di un vescovo che aveva nominato per Bariloche. Senza tanto protocollo, gli piace il rapporto diretto con le persone, come sempre».


La lettera di “spiegazioni” ai fedeli che non spiega niente

Tre giorni prima della prevista presa di possesso, Mons. Gustavo Larrazábal ha comunicato la sua rinuncia ai fedeli di Mar del Plata con una lettera, di cui riportiamo di seguito il testo nella nostra traduzione italiana dallo spagnolo:

«San Juan, 17 gennaio 2024
Cari fratelli e sorelle:
Condivido con voi che dopo un processo di discernimento e di preghiera svolto con molta coscienza, sono giunto alla conclusione che non è opportuno assumere il governo pastorale della Diocesi di Mar del Plata e ho presentato le mie dimissioni a Papa Francesco, che con grande comprensione le accettò. Per questo motivo continuerò il mio servizio come Vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi di San Juan.
Uniti nella preghiera per tutta la Chiesa.
Padre Vescovo Gustavo Larrazábal».

Dimissioni volontarie?

Lo strumento delle “dimissioni volontarie” di vescovi, è stato utilizzato più volte in passato per nascondere ciò che in realtà è una rimozione. È quanto accaduto a Mons. Manuel Ureña, Arcivescovo emerito di Saragozza, il quale, dopo aver annunciato le sue dimissioni per motivi di salute, ha dichiarato il giorno successivo di essere in perfette condizioni. Più scandaloso è stato il caso di Mons. Gustavo Zanchetta, di cui erano state annunciate le dimissioni da Vescovo di Orán, anche per motivi di salute, quando in realtà era stato oggetto di una denuncia per abusi sessuali su seminaristi, per la quale è stato infine condannato al carcere, ma non prima di aver ricevuto uno strano appoggio personale da parte del Papa, che per lui aveva creato anche un incarico ad hoc in Vaticano.

Una glossa
La fragilità della Santa Sede nella verifica previa sui candidati vescovi

«Se Mons. Larrazábal ha problemi di “molestie”, non va bene come vescovo effettivo ma come ausiliare sì? I poveri fedeli di San Jaun de Cuyo se lo devono tenere? Ci si chiede quale sia il criterio seguito per queste nomine, se sono effettivamente controllati e verificati i candidati oppure, come purtroppo sembra ultimamente avvenire, affidate al mero arbitrio» (MessainLatino-MiL).

Non è detto che passa un tempo tranquillo, il Nunzio Apostolico a Buenos Aires. Tuttavia, non è la prima volta che un vescovo eletto si trova al centro di uno scandalo prima ancora di assumere il governo pastorale della diocesi assegnata. Non è un mistero perché questo accade gli ultimi anni con maggiore frequenza che in passato, quando era la Congregazione per i Vescovi, che dopo una rigorosa fase di indagine previa, con il coinvolgimento in loco della Nunziatura Apostolica, in cui si pesavano i pro e contro di ogni candidato, sottoponeva al Papa una terna di nomi per ogni nomina.
L’attuale Papa invece, bypassando la Congregazione, decide autonomamente sull’elezione di nuovi vescovi – come si vede – spesso senza verificare l’idoneità delle persone scelte da lui in piena autonomia.
Anche Franca Giansoldati, sull’edizione online de Il Messaggero di oggi, osserva che anche questa vicenda fa affiorare la fragilità – almeno negli ultimi anni – del processo delle verifiche previe sui possibili candidati vescovi, evitando di arrivare a testa-coda del genere come è successo a Mar del Plata.

Il dossier arrivato sul tavolo del Papa sul Vescovo Larrazabal – che lo ha poi costretto a rinunciare alla nomina – fa venire in mente altri casi, scrive Giansoldati:
«Tra tutti, forse il più emblematico è avvenuto in Italia. Si tratta della designazione del nuovo ausiliare di Palermo che era stata scelta dal Papa nella persona di un frate cappuccino psicoterapeuta molto potente e molto chiacchierato, padre Giovanni Salonia. Anche in questo frangente la nomina già annunciata dalla Santa Sede era poi stata successivamente ritirata senza mai fornire spiegazioni ufficiali.
Il cappuccino in questione – Salonia – è stato in seguito processato da un tribunale italiano per abusi. Nel capo di imputazione si leggeva: “Nella veste di psicoterapeuta e nello stesso tempo di sacerdote costringeva la suora, una sua paziente, a compiere e subire atti sessuali” in diversi incontri tra il 2009 e il 2013. Per la giustizia italiana quella storia si è risolta. Padre Giovanni Salonia è stato scagionato. I suoi avvocati si sono battuti per il «non luogo a procedere per la tardività della querela e perché il fatto non sussiste». I magistrati hanno accolto solo la prima ipotesi, cioè quella relativa ad una denuncia arrivata fuori tempo massimo. “Querela tardiva – scriveva il giudice Daniela D’Auria – il merito della questione oggetto del procedimento non può essere esaminato”. La vittima, infatti, aveva denunciato solo nel 2017, dopo diversi anni e dopo aver preso coscienza che “non devono esistere terapie psicologiche che prevedono contatti intimi tra psicoterapeuta e paziente, e che questi sono severamente vietati non solo dal codice penale ma anche dalle regole deontologiche”. Per la legge italiana la denuncia della religiosa essendo stata fatta in ritardo è così decaduta. “È da considerarsi tale in quanto sporta dopo oltre 5 anni dai fatti”.
Davanti ai magistrati italiani il religioso Salonia ha sempre rigettato la versione della suora. Anche se nell’interrogatorio aveva confermato di avere avuto in passato una relazione con un’altra sua ex paziente e che proprio per questo era stato parallelamente denunciato in Vaticano. Nell’interrogatorio aveva spiegato – stando agli atti – di avere potuto parlare personalmente con il Papa «moltissime volte» a Santa Marta, sulle voci malevole che arrivavano contro di lui, contenute in lettere piene di accuse che naturalmente lo avrebbero ostacolato a diventare vescovo.
Dalle carte che Il Messaggero ha potuto consultare si legge che Papa Francesco lo convocò per dirgli che erano arrivate lettere sul suo conto che parlavano di abusi. Secondo Salonia il Pontefice gli disse: “Ce l’hanno con te e ti massacreranno sui giornali anche se non c’è niente di vero”. Salonia allora gli suggeriva di non essere consacrato vescovo e il Papa aggiungeva: “Queste lettere rendono difficile consacrarti, anche se non c’è niente di reato”.
L’avvocato del frate, il penalista Pierpaolo Dell’Anno, all’epoca spiegò che la vicenda di padre Salonia “può forse inquadrarsi all’interno delle lotte intestine vaticane suscitate dalla sua nomina a vescovo ausiliario di Palermo”.
Tuttavia per il caso di Palermo, come per quello più recente di Mar del Plata sorge il dubbio che forse i meccanismi per i controlli dei candidati all’episcopato dovrebbero essere rispettati o effettuati meglio» [QUI].

Caso Salonia

Sul caso Salonia abbiamo riportato l’inchiesta giornalistica dal titolo inGiustizia Vaticana che parte dal caso Salonia, a cura di Angelo Di Natale, pubblicata sul sito InSiciliaReport.it in sette parti dal 14 ottobre al 25 novembre 2023 a cadenza settimanale [QUI].
 
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