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Scarcerato don Rugolo. Abusi su 3 minori: 25.000 € dalla Caritas. Il vescovo: "Ho insabbiato tutto", Mons Gisana lo trasferisce per "ragioni di studio" e se la prende con la Procura: "offeso per non essere stato informato"

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view post Posted on 10/2/2021, 16:40

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Il vescovo di Piazza Armerina invece di denunciarlo se la prende con la Procura: "offeso per non essere stato informato"



https://www.lasicilia.it/news/cronaca/3922...ICsl_CGDhyFCQX8

Enna, avviso di garanzia al prete accusato di abusi su un minore
10/02/2021 - 15:42di Redazione
Il sacerdote di Enna Giuseppe Rugolo, trasferito a Ferrara dal vescovo di Piazza Armerina, sotto inchiesta per violenza sessuale aggravata
Enna , avviso di garanzia al prete accusato di abusi su un minori


ENNA - Un avviso di garanzia, con l'accusa di violenza sessuale aggravata, ha raggiunto il sacerdote di Enna Giuseppe Rugolo. A due mesi dall’esposto di un giovane che ha denunciato al capo della squadra mobile, Nino Ciavola, di avere subito abusi, da minorenne, dal 2008 al 2013, la procura di Enna, con a capo il procuratore Massimo Palmeri, ha formalizzato l’atto di accusa.

Decine le persone sentite, tra le quali, oltre al vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, numerosi sacerdoti di Enna ai quali il giovane, ora maggiorenne aveva chiesto aiuto, raccontando le presunte violenze subite.

La denuncia alla polizia segue un processo al tribunale ecclesiastico di Palermo. Ma il vescovo - che in un primo momento aveva assicurato alla famiglia l’ammonimento scritto e il trasferimento del parroco che ha gestito un’associazione con centinaia di giovani - aveva poi optato per un trasferimento temporaneo a Ferrara, dove il prete sta frequentando un dottorato di ricerca.
 
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www.diocesipiazza.it/diocesi/clero/
don GIUSEPPE RUGOLO
Indirizzo: Via Giuseppe Fabbri 410 - Ferrara 44124
Dati Anagrafici
Luogo di nascita: Enna
Data di nascita: 23/07/1981
Data ordinazione: 13/04/2013

https://www.lasiciliaweb.it/2021/02/10/abu...anzia-al-prete/

Abusi su minore, avviso di garanzia al prete
Dopo la denuncia a Enna formalizzato l’atto di accusa per don Giuseppe Rugolo

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Data: mercoledì 10 Febbraio 2021in: Sicilia
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Abusi su minore, avviso di garanzia al prete

Un avviso di garanzia, con l’accusa di violenza sessuale aggravata, ha raggiunto il sacerdote di Enna Giuseppe Rugolo. A due mesi dall’esposto di un giovane che ha denunciato al capo della squadra mobile di avere subito abusi, da minorenne, dal 2008 al 2013, la Procura di Enna ha formalizzato l’atto di accusa.

Decine le persone sentite. Oltre al vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, numerosi sacerdoti di Enna ai quali il giovane, ora maggiorenne, aveva chiesto aiuto, raccontando le presunte violenze subite.

La denuncia alla polizia segue un processo al tribunale ecclesiastico di Palermo. Ma il vescovo – che in un primo momento aveva assicurato alla famiglia l’ammonimento scritto e il trasferimento del parroco che ha gestito un’associazione con centinaia di giovani – aveva poi optato per un trasferimento temporaneo a Ferrara, dove il prete sta frequentando un dottorato di ricerca.
 
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https://lanuovaferrara.gelocal.it/ferrara/...cesi-1.39887659

Ferrara, violenza sessuale: indagato un sacerdote ospite della Diocesi

La Curia ferrarese: «Durante il periodo trascorso in Arcidiocesi non è accaduto nulla che facesse dubitare della sua condotta sacerdotale. L'indagine ha creato sgomento»

11 FEBBRAIO 2021

www.estense.com/?p=894368

Gio 11 Feb 2021 - 1760 visiteCronaca / Vetrina | Di Redazione

Accusato di abusi su minore parroco ospitato a Ferrara
Indagine a Enna per violenza sessuale su minore. La diocesi estense: “La sua venuta concordata con il suo vescovo, qui non è accaduto nulla che facesse dubitare della sua condotta sacerdotale”
È ospite della Diocesi di Ferrara, il sacerdote di Enna indagato dalla Procura siciliana per violenza sessuale aggravata nei confronti di un uomo, oggi 27enne, che all’epoca dei fatti era minorenne.

Il don frequenta un dottorato di ricerca a Padova e la sua permanenza a Ferrara, fa sapere direttamente la Diocesi di Ferrara-Comacchio, “è stata attentamente concordata con il suo vescovo, e al momento della sua venuta nel 2019 non esisteva alcun impedimento canonico, affinché potesse completare alla Facoltà teologica di Padova il curriculum universitario”.

“Durante il periodo trascorso in Arcidiocesi – precisa ancora la nota – non è accaduto nulla che facesse dubitare della sua condotta sacerdotale, anzi se ne è riscontrata la grande disponibilità e il diffuso apprezzamento tra coloro che lo hanno conosciuto. Per tali ragioni l’attuale indagine ha destato sorpresa e sgomento. Nonostante ciò, l’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio ha subito provveduto a porre in atto le misure richieste in tale situazione, e si è prontamente messa a disposizione della giustizia italiana e di quella ecclesiastica, fiduciosa che l’indagine possa fare piena luce sulla vicenda, attraverso l’accertamento della verità, frutto di un cammino di ricerca autentica e della valutazione imparziale dei fatti”.

Il prete è stato raggiunto da un avviso di garanzia a due mesi dall’esposto presentato da un giovane di 27 anni che ha denunciato alla Polizia di avere subito abusi, da minorenne, dal 2008 al 2013. Da quanto emerge, sono state decine le persone già sentite, tra le quali il vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, oltre a numerosi sacerdoti di Enna ai quali il giovane avrebbe chiesto aiuto, raccontando le presunte violenze subite.
 
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https://dedalomultimedia.it/notizie/ultime...ilit%C3%A0.html

Enna - Progetto 360, si apre la stagione delle responsabilità

Pubblicato: 26 Ottobre 2019
Enna
Progetto 360

Nuovo direttivo e nuovi impegni per gli oltre duecento ragazzi di Enna che fanno parte dell’associazione giovanile Progetto 360. giovani con padre Rugolo
Dopo l’annunciato ritiro del fondatore e guida spirituale del gruppo, don Giuseppe Rugolo, allontanatosi dalla città per motivi di salute, i giovani hanno deciso di continuare a portare avanti le tante attività formative e sociali che li vedono coinvolti da quasi quattro anni, assumendosi un grande carico di responsabilità.

“Faccio un grosso in bocca al lupo ai ragazzi – ha detto don Rugolo prima di andare via – per loro si apre la stagione della responsabilità e ho la profonda certezza che questi giovani faranno più e meglio di quanto io ho fatto per loro in passato”.

Ancora ricolmi del messaggio di saluto del loro padre spirituale, i giovani nei giorni scorsi hanno rinnovato le cariche direttive e hanno subito assicurato di voler portare avanti le attività così come in passato, rendendo protagonisti gli associati – tutti adolescenti – di iniziative culturali e sociali, senza trascurare la formazione umana e spirituale. “Lavoriamo per migliorarci ancora di più e per smuovere le coscienze della nostra città”, hanno dichiarato all’unisono.

Tra i grandi eventi già in programma, la festa di San Giovanni Bosco del 31 gennaio (compleanno del Progetto 360) e il Grest 2020.

È Marco Greco il presidente eletto del Senato, formato da Alessia Li Muti, Marco Barbagallo e Salvatore Matraxia. Nel Consiglio direttivo ci sono Jacopo Matraxia, Emanuele Minissale, Fabriano Caruso, Federica Ingrà ed Emanuela Castaldo, coadiuvati dalla segretaria Laura Alvano. Tanti i ragazzi referenti dei diversi ambiti dell’associazione: Angelo Milazzotto per Politica e città, Daniele Vetri per Sport e tempo libero, Stefano Milano per Formazione cristiana, Roberta Caramanna per la Solidarietà, Andrea Prestifilippo è il referente per il gruppo 2.0 (giovani a partire dagli 11 anni), Luigi Varisano è il referente dell’associazione e Salvatore Cacciato è il referente per la parrocchia San Cataldo all’interno della quale rimarrà la sede del Progetto 360.

I giovani saranno sostenuti nel loro percorso dalla parrocchia di San Cataldo, le suore clarisse francescane missionarie del Santissimo Sacramento e gli esperti laici che da sempre li affiancano nelle loro attività: Elisa Di Dio, Luca Manuli, Silvia Vicari e Mariangela Vacanti.
 
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view post Posted on 12/2/2021, 15:21

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https://www.blogsicilia.it/oltrelostretto/...ferrara/577920/

Indagato sacerdote a Enna per presunti abusi su minore, sequestri a Ferrara
INDAGINI ANCHE A FERRARAdi Redazione | 12/02/2021

Un avviso di garanzia, con l’accusa di violenza sessuale aggravata, ha raggiunto il sacerdote di Enna Giuseppe Rugolo. A due mesi dall’esposto di un giovane che ha denunciato al capo della squadra mobile, Nino Ciavola, di avere subito abusi, da minorenne, dal 2008 al 2013, la procura di Enna, con a capo il procuratore Massimo Palmeri, ha formalizzato l’atto di accusa.


Indagini anche a Ferrara
Nei giorni scorsi la Polizia ha svolto una perquisizione in locali del seminario di Ferrara dove vive un sacerdote, indagato dalla Procura di Enna per abusi sessuali, dopo la denuncia di un giovane, risalente a dicembre. Nei suoi confronti è stata fatta anche una ispezione del contenuto del telefono, alla ricerca d’immagine, che, come spiegato dal difensore, avvocato Denis Lovison, ha dato esito negativo.

Disposto il sequestro del pc e del cellulare
Quindi è stato anche disposto il sequestro di pc e cellulare, per fare approfondimenti. “E’ legittimo che le persone denuncino quello che ritengono, è altrettanto legittimo che le si verifichino – dice l’avvocato Lovison all’ANSA. “Noi siamo contenti che si facciano le verifiche e sicuri che quello che ci viene contestato non è corretto. Ogni attività può solo dimostrare la non correttezza di queste accuse, che peraltro non conosciamo completamente”. Il sacerdote vive a Ferrara da un paio d’anni.

Le indagini a Enna
Decine le persone sentite tra le quali, oltre al vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, numerosi sacerdoti di Enna ai quali il giovane, ora maggiorenne aveva chiesto aiuto, raccontando le presunte violenze subite. La denuncia alla polizia segue un processo al tribunale ecclesiastico di Palermo. Ma il vescovo – che in un primo momento aveva assicurato alla famiglia l’ammonimento scritto e il trasferimento del parroco che ha gestito un’associazione con centinaia di giovani – aveva poi optato per un trasferimento temporaneo a Ferrara, dove il prete sta frequentando un dottorato di ricerca.

http://www.ennaora.it/2021/02/11/inchiesta...LlH2KxYxUoiaXSI

Inchiesta. Anche un sacerdote della provincia di Enna nel “dossier” del gigolò dei preti
11 Febbraio 2021 Redazione dossier Mangiacapra, EnnaOra, Pierelisa Rizzo
di Pierelisa Rizzo

Voglio ringraziare il direttore di EnnaOra, Josè Trovato, che ospita la mia piccola inchiesta che, preannuncio, si snoderà in qualche puntata. Con Josè siamo cresciuti professionalmente insieme nel rispetto di una serie di valore imprescindibili per chi fa il giornalista: il rispetto della verità, il controllo delle fonti e l’assenza di commenti personali nei propri articoli. Ecco perché, dalle pagine virtuali di EnnaOra, mi sento di rispondere ai tanti che, in questi giorni sproloquiano sui social. Quando da giornalisti scriviamo, raccontiamo fatti documentati di cui siamo venuti a conoscenza. Non commentiamo, non condanniamo nessuno, non diamo giudizi, che non spettano certamente a noi, non inventiamo storie. Perché, come scriveva Thomas Jefferson, "Dove la stampa è libera e tutti sanno leggere non ci sono pericoli" (p.r.).

Una cinquantina di preti delle Diocesi di tutta Italia, mappati in un dossier, conosciuto come “Dossier Mangiacapra” che, nel febbraio del 2018, Francesco Mangiacapra, avvocato napoletano e gigolò di riferimento di una parte del mondo ecclesiastico, consegna alla Curia Campana. 1300 pagine arricchite da screenshot di conversazioni e fotografie che i sacerdoti si scambiavano con il gigolò, che non lasciano molto spazio all’immaginazione. Ogni diocesi ha la sua “croce”, come dicono in gergo i seminaristi che subiscono violenze.

E così alla voce “Diocesi di Piazza Armerina”, scopriamo che c’è un tale parroco della provincia di Enna, che avrebbe chattato con Mangiacapra , che “ammette tramite facebook di avere rapporti sessuali pur essendo sacerdote, che manifesta interesse sia per gli uomini che per le donne, che ricerca incontri di sesso”. E tutto questo comprovato dallo screenshot delle conversazioni che non lasciano dubbi. Il sacerdote, dopo la presentazione del dossier - che ha provocato in tutte le Curie italiane un vero e proprio terremoto - è stato promosso con un incarico aggiuntivo.

Dalla lettura di questo dossier, a tratti imbarazzante, dove, in una delle foto si vede un prete compiere atti di autoerotismo con sullo sfondo una statuetta della Madonna, viene fuori la doppia morale di una certa Chiesa, arroccata su posizioni che appaiono non solo obsolete ma persino ipocrite. Uno specchio deformante dove sembra ormai chiaro che il sacerdozio, per molti, diventa un porto sicuro per vivere tranquillamente la propria omosessualità. Un’omosessualità che si fa fatica a confessare in famiglia e che si preferisce nascondere dietro l’abito talare. Nessun giudizio sugli orientamenti sessuali di ciascuno, se però quel ciascuno non è lo stesso che, dall’alto di un pulpito, sentenzia contro quei rapporti “contronatura”, quelle famiglie non tradizionali, che porterebbero a peccati mortali, per tutti, tranne che per quei preti.

E’ chiaro che, dopo il dossier Mangiacapra, che non lesina dettagli anche sui seminaristi, talvolta usati da sacerdoti più grandi come vere e propri oggetti di piacere, la Curia di Napoli inviò tutto al Vaticano che a sua volta informò vescovi della presenza nelle proprie Diocesi di sacerdoti coinvolti . E resta da chiedersi cosa accadde anche nella nostra Diocesi, anche alla luce del ciclone Rugolo, il prete di Enna che un giovane accusa di violenze ai suoi danni dal 2008 al 2013. Accuse che sono tuttora oggetto di un'indagine aperta dalla Procura di Enna.

Ospitare una voce libera come quella di Pierelisa è sempre un onore. La ricerca della verità è ciò che sta a cuore a tutti. A me spetta il compito di sottolineare, in aggiunta a questo pezzo e all'inchiesta che ospiteremo, che per quanto riguarda l'ultimo inciso - relativo all'inchiesta della Procura di Enna, caso attualissimo che non riguarda per nulla, in sè, i fatti narrati in questa puntata dell'inchiesta giornalistica della collega - vige sempre la più assoluta presunzione di non colpevolezza, principio cardine su cui ispirerò sempre la mia attività giornalistica. Inoltre aggiungo un piccolo personale monito: a nessuno sfugga che eventuali condotte di singoli riguardano, per l'appunto, casi singoli; non la quasi totalità degli uomini di Chiesa, i quali vivono h24, senza tentennamenti, la propria spiritualità. Sono cresciuto in una Parrocchia della provincia di Enna e conosco lo stile di vita di tantissimi sacerdoti, non solo coloro che mi sono stati vicini, improntato ai dogmi di fede e alla sincera devozione. Nessuno escluso. (Josè Trovato)

 
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view post Posted on 12/2/2021, 16:10

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www.ennaora.it/2021/02/12/inchiest...-una-ragazzina/

Inchiesta/2. A Gela sacerdote sotto processo per abusi sessuali su una ragazzina
12 Febbraio 2021 Redazione Diocesi di Piazza Armerina, Pierelisa Rizzo, prete, quasi ottantenne, sacerdoti
di Pierelisa Rizzo

Continua il nostro viaggio all’interno della Diocesi di Piazza Armerina. Un viaggio doloroso che sembra, a tratti, confermare quella dichiarazione resa all’Ansa dal Vescovo, Rosario Gisana, che alla domanda di chiarimenti sul sacerdote accusato di avere abusato di un minore ad Enna, negli anni tra il 2008 e il 2013, risponde: “Non ho capito di chi si parli. Abbiamo tanti casi”. Il nostro viaggio non è un atto d’accusa, piuttosto una decouverte di casi alcuni dubbi, e altri palesemente conclamati, di prelati che si sarebbero dedicati ad altro mentre facevano o fanno i sacerdoti. Un viaggio che nasce dal caso di Enna e dal coraggio di un giovane uomo che, dopo tanti anni, ha trovato la forza di denunciare. Ecco perché ferisce leggere sui social che la denuncia ennese nascerebbe semplicemente da una “lite tra omosessuali”. Ci fregiamo tanto di simboli, ci ergiamo a moralisti e a salvatori della Patria, vestiamo i panni dei progressisti ma, quando il marcio ci tocca da vicino, siamo abili a derubricare tutto banalizzandolo. Allora riflettiamo prima di scrivere, di giudicare, di sentenziare. E, principalmente abbiamo rispetto delle ferite che hanno, comunque, graffiato irrimediabilmente l’Anima.



Fa parte sempre della Diocesi di Piazza Armerina il prete, quasi ottantenne, accusato di avere adescato una minore della parrocchia, invitandola più volte in chiesa mentre non c’era nessuno, con la scusa della redenzione. Siamo a Gela, il prete viene nominato dal vescovo Gisana parroco in quel quartiere, tra i più poveri della città, dopo che il precedente vescovo Michele Pennisi lo aveva misteriosamente allontanato per qualche tempo. La vicenda riguarda dunque un parroco avanti nell’età e una ragazzina, di una famiglia disagiata, che gli consegna le sue fragilità, i suoi pensieri, i sogni di una preadolescente. Ed è in quel varco di incertezza, propria dell’età, che si sarebbe insinuato il parroco; il quale avrebbe iniziato a intrattenersi con la ragazzina, a invitarla continuamente in parrocchia quando non c’era nessuno, fino a quando lei non si sarebbe decisa a raccontare e far scattare l’inchiesta.

Sentita la minore, che ha confermato tutto, ora si attende il processo. E su quel tutto volutamente non ci dilunghiamo in dettagli morbosi, che tanto piacciono ad alcuni lettori ma preferiamo lasciare tutto in un limbo di pudore. Questo caso figura nella relazione della Corte d’Appello di Caltanissetta, depositata dal presidente in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario.

Edited by pincopallino2 - 12/2/2021, 16:27
 
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https://www.sicilianews.it/prete-indagato-...-pc-e-telefoni/

PERIZIE TECNICHE
Prete indagato per abusi sessuali a Enna: accertamenti su pc e telefoni
A carico del sacerdote il tribunale ecclesiastico aveva aperto un procedimento canonico dopo che la presunta vittima aveva denunciato ad altri sacerdoti e al vescovo



Ci sarebbero anche altri minorenni, oltre al giovane che ha denunciato, tra le vittime degli abusi sessuali del sacerdote di Enna indagato per violenza sessuale aggravata. La circostanza, sulla quale viene mantenuto il massimo riserbo, sarebbe emersa nel corso delle indagini svolte dalla Squadra mobile di Enna e coordinate dalla procura. Oggi pomeriggio gli accertamenti irripetibili sui computer e sui telefoni del prete sequestrati dieci giorni fa a Ferrara, dove era stato temporaneamente trasferito a ottobre 2019, ufficialmente per lo svolgimento di un dottorato. A disporre le perizie tecniche sui supporti informatici, sono stati i sostituti procuratore di Enna Stefania Leonte e Orazio Longo.

A carico del sacerdote il tribunale ecclesiastico aveva aperto un procedimento canonico dopo che la presunta vittima oggi venticinquenne, aveva denunciato tutto ad altri sacerdoti e poi al vescovo di Piazza Armerina Rosario Gisana. Il procedimento, però si era chiuso quando il tribunale aveva dichiarato il difetto di competenza perché i fatti risalivano a quando il prete era seminarista. Nel frattempo diventato sacerdote e nominato parroco, era stato assegnato a Ferrara, dove si trova tuttora e dove sono stati sequestrati computer e cellulari. La presunta vittima aveva denunciato alla polizia di avere subito abusi dal 2008 quando era quindicenne, al 2013. Nel corso delle indagini che hanno portato all’emissione di un avviso di garanzia per il sacerdote, sarebbe emerso che le ulteriori ipotesi di abusi su altri ragazzi sarebbero successive e anche molto più recenti, con casi che si sarebbero verificati nel 2019, poco prima che il sacerdote venisse trasferito a Ferrara.
 
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view post Posted on 9/4/2021, 21:35

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www.ilmessaggero.it/vaticano/pedof...go-5887697.html

Vittima (ora maggiorenne) scrive al Papa: sono stato abusato e il prete trasferito a Ferrara
VATICANO
Venerdì 9 Aprile 2021 di Franca Giansoldati
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Vittima (ora maggiorenne) scrive al Papa: sono stato abusato e il prete è stato trasferito a Ferrara
Città del Vaticano - «Padre Santo, mi rivolgo a lei come capo della Chiesa a cui credo e mi affido sempre. Mi rivolgo a lei come ultima possibilità». Era il 20 ottobre 2020 e Alessandro (il nome è di fantasia), firmandosi con nome e cognome, scriveva una lettera terribile a Papa Francesco per riferire degli abusi subiti per anni, quando era minorenne, da parte di un prete di Enna (all'epoca seminarista). Era l'ultima possibilità che concedeva a se stesso prima di andare dritto in Questura. Voleva metterlo a conoscenza che il vescovo di Piazza Armerina, la diocesi siciliana dove si sono svolti i fatti risalenti a dieci anni fa - monsignor Rosario Gisana - pur «sapendo ogni cosa» decise di traccheggiare e trasferire per due anni il prete al Nord, a Ferrara, con la motivazione ufficiale che doveva terminare gli studi teologici. Nel frattempo visto che la giustizia ecclesiale si impantanava, e non vedendo nemmeno arrivare una risposta dal Papa, la vittima si è rivolta ai magistrati italiani. Ora la Procura di Enna sta indagando e il vescovo Gisana è stato ascoltato per ore dai magistrati il 21 gennaio.

Alessandro, 27 anni, nella lettera al pontefice descrive con dovizia di particolari il calvario burocratico al quale è stato sottoposto dalla Chiesa: «Nel 2018 ho presentato una denuncia scritta a monsignor Rosario Gisana, il quale era già stato informato dai miei genitori che si erano recati da lui». La madre e il padre di Alessandro, infatti, ebbero un lungo incontro con il vescovo di Piazza Armerina l'anno prima, ma anche in quella occasione non successe nulla. Come spesso accade invece che tutelare le vittime, tante diocesi sono ancora orientate a fare quadrato sull'istituzione. Le conseguenze psicologiche per le vittime però sono devastanti.

«Mi sono ritrovato a percorrere un inutile calvario di udienze private, interrogatori, incontri che hanno portato all'avvio di una indagine previa che ha coinvolto il Tribunale ecclesiastico di Palermo». Di quella indagine canonica però «non se ne è più saputo nulla» e, allo stato attuale, sembrano risultati vani tutti i tentativi della vittima, della sua famiglia e dei suoi legali di avere informazioni. Insomma, il solito muro di gomma.
 
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view post Posted on 27/4/2021, 09:07

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https://palermo.repubblica.it/cronaca/2021...uale-298273868/

Enna, sacerdote arrestato per violenza sessuale dopo la denuncia di un giovane
di Salvo Palazzolo

La procura contesta a don Giuseppe Rugolo l'aggravante di aver approfittato delle vittime a lui affidate per "ragioni di istruzione ed educazione alla religione cattolica"
27 APRILE 2021

Qualche mese fa, un 27enne si era presentato alla squadra mobile di Enna denunciando: "Da anni mi porto dentro un peso, un sacerdote di cui mi fidavo ha abusato di me". Quelle accuse hanno trovato riscontri nelle indagini della polizia. Don Giuseppe Rugolo, 40 anni, sacerdote molto noto in città per il suo impegno con i giovani, è stato arrestato: questa mattina, gli è stato notificato un provvedimento di arresti domiciliari a Ferrara, dove era stato trasferito da qualche tempo. La procura contesta le accuse di violenza sessuale e di atti sessuali con minorenni, commessi quando il sacerdote era seminarista e anche dopo la sua ordinazione. Contestata pure l'aggravante di aver approfittato delle vittime a lui affidate "per ragioni di istruzione ed educazione alla religione cattolica".


Il gip ha accolto la richiesta del procuratore Massimo Palmeri e dei sostituti Stefania Leonte e Orazio Longo. Una la violenza sessuale nel capo d'accusa. Due le vittime dell'altro reato, il 609 quater, "atti sessuali con minorenne". La squadra mobile, diretta da Nino Ciavola, ha raccolto le testimonianze di altri giovani dopo che il caso è diventato pubblico.

Questa è una vicenda parecchio travagliata. Sopratutto perché, come raccontato da Repubblica, due anni fa, la Chiesa aveva archiviato l’indagine nei confronti del sacerdote accusato di aver abusato di un giovane di Enna. Lui aveva raccontato le violenze, ma il caso era stato chiuso con una motivazione formale, un “difetto di competenza”: all’epoca dei fatti, il prete era ancora seminarista. Dunque, al di fuori dalla giurisdizione ecclesiale. Così fu deciso. Dopo la denuncia della vittima alla polizia e il clamore mediatico, il Vaticano ha chiesto informazioni sul caso al vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana. Anche il procuratore di Enna Massimo Palmeri ha convocato il vescovo, come persona informata sui fatti.

Per certo, la Chiesa non ha mai segnalato la vicenda alla magistratura. E sembra aver dimenticato in fretta quella denuncia. Il sacerdote finito sotto accusa è stato sì allontanato alla fine del 2019, ufficialmente per motivi di salute e studio, ma la scorsa estate è tornato a celebrare messa ad Enna, a dicembre ha partecipato addirittura a un incontro di catechesi on line con il vescovo Gisana, rivolto ai giovani. La registrazione, del 23 dicembre 2020, è su Facebook. Era forse il preludio di un ritorno ad Enna di don Rugolo?


www.lastampa.it/cronaca/2021/04/27...rina-1.40203878

Enna, violenza sessuale su minori: arrestato il parroco a Piazza Armerina
Gli abusi sarebbero avvenuti quando era ancora seminarista e proseguiti quando era sacerdote

27 Aprile 2021

ENNA. Un sacerdote della diocesi di Piazza Armerina è stato arrestato dalla Squadra mobile di Enna con l'accusa di violenza sessuale e atti sessuali con minorenni. Si chiama don Luigi Rugolo e da tempo è stato trasferito nel Ferrarese. Gli agenti hanno dato esecuzione alla misura cautelare degli arresti domiciliari disposta dal gip di Enna su richiesta del procuratore Massimo Palmeri e dei sostituti Stefania Leonte e Orazio Longo. Secondo l'accusa, gli abusi sarebbero stati compiuti sia quando era ancora seminarista, sia dopo essere stato ordinato sacerdote. «Reati aggravati dal fatto di essere stati consumati in danno di minori a lui affidati per ragioni di istruzione ed educazione alla religione cattolica», spiegano gli investigatori.

In particolare, un giovane ha raccontato ogni dettaglio degli atti subiti tra il 2009 e il 2013, da quando aveva appena compiuto 16 anni e fino ai 20. Lo stesso giovane aveva segnalato le violenze subìte ad altri sacerdoti e al vescovo della diocesi di Piazza Armerina, che aveva trasferito il sacerdote in altra sede, ufficialmente per seguire un dottorato. A quel punto, la vittima aveva scritto a papa Bergoglio e poi aveva deciso di denunciare la vicenda alla polizia.

I pm hanno delegato l'attività investigativa alla Squadra mobile di Enna, che ha sentito decine di persone informate sui fatti, molte delle quali hanno fornito elementi di riscontro a quanto denunciato dalla vittima. Molte di loro da anni non vivono più a Enna per motivi di studio o di lavoro ed è stata richiesta la collaborazione delle Squadre Mobili di varie questure d'Italia. Ogni dettaglio raccontato dalla presunta vittima ha trovato riscontro anche sui pc, telefoni e supporti informatici, che nei mesi scorsi erano stati sequestrati al sacerdote, per anni parroco a Enna e alla guida di un'associazione giovanile. L'esame, affidato a un consulente della procura, ha accertato che i contenuti dei numerosi supporti di memoria confermano i fatti. Tra l'altro, le indagini hanno permesso di trovare riscontri sugli abusi che avrebbero subito altri due minorenni dei quali il sacerdote era la guida spirituale. Dopo essere stato condotto in questura per la formale contestazione dei capi di accusa e il rilievo delle impronte, il sacerdote è stato posto agli arresti domiciliari.

La procura di Enna non esclude che possano esserci, però, altre potenziali vittime «alla luce delle numerose e concordanti risultanze emerse dalle indagini». L'appello dei magistrati è rivolto a loro: «Denuncino quanto subìto».
Alcuni mesi fa, don Rugolo aveva ricevuto dalla procura l’avviso delle indagini. Nel Ferrarese, il sacerdote ha fondato un’associazione che raccoglie 300 giovani. E sono state proprio alcune mamme a formare il «Comitato per don Rugolo», che definisce «indicibili ed inaccettabili» gli accertamenti e i risultati dell’inchiesta.

www.quotidiano.net/cronaca/piazza-...stato-1.6295098

27 aprile 2021

Piazza Armerina: sacerdote arrestato per violenza sessuale. Ordinanza eseguita a Ferrara
L'accusa: atti sessuali con minorenni quando era seminarista e anche dopo l'ordinazione. Una vittima aveva scritto anche a Papa Francesco

Enna, 27 aprile 2021 - Una storiaccia ancora tutta da definire arriva oggi dalla Sicilia. Un sacerdote della diocesi di Piazza Armerina è stato arrestato dalla quadra mobile di Enna per violenza sessuale e atti sessuali con minorenni commessi quando era seminarista e anche dopo la sua ordinazione. L'ordinanza è stata eseguita a Ferrara dove il sacerdote si è trasferito.

Un'accisa devastante che ora dovrà ovviamente trovare i riscontri dall'inchiesta giudiziaria e dall'eventuale processo. La Procura contesta al religioso l'aggravante dell'aver approfittato delle presunte vittime a lui affidate per ragioni di istruzione ed educazione alla religione cattolica. Il Gip, accogliendo la richiesta del procuratore Massimo Palmeri e dei sostituti Stefania Leonte e Orazio Longo, ha emesso un'ordinanza agli arresti domiciliari. Le indagini erano stata avviate lo scorso dicembre dopo la denuncia di un giovane alla squadra mobile.

L'indagine, condotta dalla polizia di Enna e coordinata dalla Procura, è particolarmente complessa: nasce dalla denuncia di un giovane, oggi maggiorenne, che aveva segnalato le violenze prima ad altri sacerdoti e al vescovo della diocesi di Piazza Armerina, tradottasi solo nel trasferimento del sacerdote in altra sede, ufficialmente per seguire un dottorato. La vittima a quel punto, dopo avere scritto anche a Papa Bergoglio, ha denunciato tutto alla polizia.


Sono tre le presunte vittime, all'epoca dei fatti tutti minorenni, Sono un giovane che avrebbe subito violenza sessuale e altri due ragazzini vittime di abusi.

Oltre a intercettazioni ed alle tecniche investigative di tipo tradizionale, la polizia ha effettuato perquisizioni domiciliari e accertamenti informatici alla ricerca di elementi di prova. Grazie al prezioso lavoro della Polizia Postale i contenuti dei numerosi supporti di memoria, computer e telefono cellulare sono stati sequestrati, duplicati da un consulente tecnico nominato dalla Procura e analizzati dalla squadra mobile di Enna.

www.rainews.it/dl/rainews/articoli...html?refresh_ce

Violenza sessuale su minori, arrestato parroco a Piazza Armerina Gli abusi compiuti da seminarista e da sacerdote su minori a lui affidati per l'educazione religiosa

27 aprile 2021

Un sacerdote della diocesi di Piazza Armerina è stato arrestato dalla Squadra mobile di Enna con l'accusa di violenza sessuale e atti sessuali con minorenni. Gli agenti hanno dato esecuzione alla misura cautelare degli arresti domiciliari disposta dal gip di Enna su richiesta del procuratore Massimo Palmeri e dei sostituti Stefania Leonte e Orazio Longo. Secondo l'accusa, gli abusi sarebbero stati compiuti sia quando era ancora seminarista, sia dopo essere stato ordinato sacerdote. "Reati aggravati dal fatto di essere stati consumati in danno di minori a lui affidati per ragioni di istruzione ed educazione alla religione cattolica", spiegano gli investigatori. Oltre al giovane che lo scorso dicembre ha chiesto aiuto agli uomini della Squadra mobile di Enna, facendo scattare le manette, tra le presunte vittime del parroco ci sarebbero altri due minori, nei confronti dei quali l'indagato ha svolto il ruolo di guida spirituale. La Procura di Enna non esclude che possano esserci, però, altre potenziali vittime "alla luce delle numerose e concordanti risultanze emerse dalle indagini". L'appello dei magistrati è rivolto a loro: "Denuncino quanto prima ". Dopo le segnalazioni alla Curia di Piazza Armerina, il sacerdote era stato trasferito: nel corso di una Messa a ottobre 2019, aveva detto che a seguito di una malattia era costretto a lasciare Enna per il nord Italia. La scorsa estate, però, il prete è tornato in città, ha officiato riti religiosi e avrebbe anche preso parte ad attività con bambini e adolescenti, circostanza che avrebbe indotto il ventenne a denunciare fatti e silenzi. Aveva scritto anche a Papa Bergoglio che aveva immediatamente chiesto chiarimenti alla Curia di Piazza Armerina. Dai genitori della vittima era giunta una dura accusa: "Soldi della Caritas e l'accettazione della clausola della riservatezza, per garantire il silenzio di nostro figlio abusato", sarebbe stata la proposta venuta dalla diocesi di Piazza Armerina, quando erano andati a chiedere giustizia per il figlio. Il procuratore Palmieri a gennaio dichiarava: "Non abbiamo ricevuto niente dalla Curia. Siamo venuti a conoscenza del reato solo quando il giovane ha denunciato alla Squadra mobile". Da parte sua il vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, ha confermato di avere "sempre attivato la procedura canonica informando le autorità ecclesiastiche". Il caso era stato esaminato dal Tribunale ecclesiastico di Palermo, ma il prete, dopo avere fornito alcune dichiarazioni al vescovo di Piazza Armerina, non si era mai presentato. I risultati sarebbero stati trasmessi alla congregazione del Vaticano, ma l'inchiesta sarebbe stata chiusa "per difetto di competenza", in quanto all'epoca dei fatti contestati l'uomo non era ancora sacerdote, ma seminarista.
 
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https://agenparl.eu/comunicato-stampa-arresto-sacerdote/

Comunicato stampa arresto sacerdote

Redazione
27 Aprile 2021

(AGENPARL) – mar 27 aprile 2021 PROCURA DELLA REPUBBLICA DI ENNA QUESTURA DI ENNA
Enna, 27 aprile 2021
COMUNICATO STAMPA
La Polizia di Stato di Enna arresta sacerdote indagato per i reati di violenza sessuale e atti sessuali con minorenni, aggravati dall’aver approfittato delle presunte vittime a lui affidate per ragioni di istruzione ed educazione alla religione cattolica.
La Procura della Repubblica lancia un appello invitando le eventuali altre presunte vittime a denunciare.
La Polizia di Stato – Squadra Mobile di Enna – ha eseguito la misura cautelare degli arresti domiciliari, disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Enna su richiesta del Procuratore della Repubblica, dott. Massimo Palmeri, e dei Sostituti Procuratori, Dr.ssa Stefania Leonte e Dott. Orazio Longo.
La misura cautelare è stata applicata ad un sacerdote della diocesi di Piazza Armerina, indagato per aver commesso i reati di violenza sessuale ed atti sessuali con minori sia quando era ancora seminarista, sia dopo essere stato ordinato sacerdote; reati aggravati dal fatto di essere stati consumati in danno di minori a lui affidati per ragioni di istruzione ed educazione alla religione cattolica.
Lo scorso mese di dicembre un giovane ha chiesto aiuto agli uomini della Squadra Mobile della Questura di Enna denunciando le violenze subite ad opera di un seminarista (poi ordinato sacerdote), educatore di una associazione cattolica.
Gli investigatori della Polizia di Stato, ascoltati i gravissimi fatti denunciati dal ragazzo, hanno immediatamente avvisato la Procura della Repubblica che ha coordinato le complesse ed articolate indagini con Magistrati altamente specializzati in reati contro la persona.
Il giovane ha raccontato ogni dettaglio circa gli atti subiti tra il 2009 ed il 2013, ovvero da quando aveva appena compiuto 16 anni e fino ai 20. I Pubblici Ministeri hanno delegato ogni attività investigativa alla Squadra Mobile ennese che ha curato l’espletamento delle attività tecniche, esaminando altresì decine di persone informate sui fatti, molte delle quali hanno fornito elementi di riscontro a quanto denunciato dalla vittima.
Molte delle persone a conoscenza dei fatti da anni non vivono più ad Enna per motivi di studio o di lavoro e, pertanto, è stata richiesta la collaborazione delle Squadre Mobili di varie Questure d’Italia.
Oltre alle intercettazioni ed alle tecniche investigative di tipo tradizionale, gli uomini della Polizia di Stato hanno effettuato perquisizioni domiciliari accertamenti informatici, utili per ricercare elementi di prova. Grazie al prezioso lavoro della Polizia Postale, i contenuti dei numerosi supporti di memoria, computer e telefono cellulare, sono stati sequestrati, duplicati da un consulente tecnico nominato dalla Procura della Repubblica e analizzati dalla Squadra Mobile di Enna.
In tal modo ogni dettaglio raccontato dalla presunta vittima ha trovato riscontro all’esito dell’attività investigativa, a conferma della piena genuinità dei fatti denunciati.
Nel corso delle indagini sono emersi ulteriori reati commessi ai danni di altri due minori, nei confronti dei quali l’indagato ha svolto ruolo di guida spirituale.
Alla luce delle numerose e concordanti risultanze emerse dalle indagini della Squadra Mobile, la Procura della Repubblica di Enna non esclude che possano esserci altre potenziali vittime. L’appello dei Magistrati è, quindi, rivolto a tali soggetti, che sono invitati a recarsi presso gli Uffici della Polizia di Stato per denunciare quanto eventualmente subito.
A tale proposito, è opportuno ricordare che presso le Squadre Mobili delle Questure italiane prestano servizio uomini e donne specializzati in materia di reati contro la persona, pronti ad ascoltare le potenziali vittime, avvalendosi anche del supporto di psicologi specializzati.
Nelle prime ore della mattinata odierna, personale della Squadra Mobile della Questura di Enna, coadiuvato dai colleghi della Squadra Mobile della Questura di Ferrara, ha dato esecuzione alla misura cautelare disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Enna. Il sacerdote, dopo essere stato sottoposto ai rilievi foto-dattiloscopici dalla Polizia Scientifica e dopo le incombenze di rito, è stato ristretto in regime di arresti domiciliari per rimanere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
 
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Enna, prete arrestato per abusi su minore. Familiari vittima: “Ci hanno offerto 25mila euro per non dire niente”

L’inchiesta sul sacerdote delle diocesi di Piazza Armerina, don Giuseppe Rugolo, arrestato per violenza sessuale e atti sessuali con minorenni commessi quando era seminarista e anche dopo la sua ordinazione. Secondo i legali del giovane, i familiari avrebbero ricevuto nell’ottobre del 2019 l’offerta di 25 mila euro tramite la Caritas in cambio di un accordo con la clausola del silenzio, scrive Ansa.
ATTUALITÀ 27 APRILE 2021 17:51di Biagio Chiariello

Il prete Giuseppe Rugolo è stato arrestato in Sicilia, in provincia di Enna, per violenza su minori. Il procuratore capo di Enna, Massimo Palmeri, ha affermato che sarebbero stati accertati "Abusi reiterati su tre minori, ma forse anche altri" e ha ribadito l'appello a farsi avanti e denunciare, rivolto ad eventuali altre presunte vittime di abusi sessuali da parte del sacerdote Giuseppe Rugolo, arrestato questa mattina. "Facciamo questo appello ad eventuali altre vittime perché, dalle indagini, oltre alla vittima originaria, ne sono emerse altre due", ha sottolineato.

Ci sono peraltro elementi in base ai quali gli inquirenti ritengono probabile che le violenze dell'uomo di chiesa siano state perpetrate anche nei confronti di altri soggetti. "Noi ci auguriamo che qualche altra presunta, e noi riteniamo probabile, ulteriore vittima delle attenzioni sessuali del sacerdote, si faccia avanti. Le accuse di violenza sessuale – ha proseguito il procuratore di Enna – riguardano, non solo la vittima, ma altre due persone, anche loro minori all'epoca delle violenze subite. C'é sottolineare il ruolo di educatore e formatore spirituale dell'autore di questi fatti, educatori a cui i genitori si rivolgono e affidano speranzosi i loro figli. Questi comportamenti rappresentano una sorta di tradimento per i genitori che si sono fidati".

Il procuratore Palmeri sottolinea come "in questa indagine sono comparse le difficoltà classiche che gli investigatori incontrano in una città come Enna, non abituata a fatti del genere". "Inoltre – osserva -abbiamo avuto la difficoltà di dovere indagare su fatti che non erano più attuali. Si è dovuto scavare nei ricordi delle vittime, sono state fatte attività d'intercettazione e sequestri dei supporti informatici e telefonini che hanno dato confermato la denuncia".

La vittima aveva denunciato gli abusi subiti al vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana. Era stato aperto un procedimento ecclesiastico che aveva concluso che la violenza c'era stata, ma solo quando Rugolo era seminarista. Il sacerdote era stato trasferito a Ferrara, per malattia, mentre, invece, nella città estense per un dottorato di ricerca. Secondo i legali del giovane, i familiari avrebbero ricevuto nell'ottobre del 2019 l'offerta di 25 mila euro tramite la Caritas in cambio di un accordo con la clausola del silenzio, scrive Ansa.

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Papa Francesco, quando spreti i vescovi che usano l'8 x 1000 per l'omertà?



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Enna, prete arrestato per abusi su minore. Familiari vittima: “Ci hanno offerto 25mila euro per non dire niente”

L’inchiesta sul sacerdote delle diocesi di Piazza Armerina, don Giuseppe Rugolo, arrestato per violenza sessuale e atti sessuali con minorenni commessi quando era seminarista e anche dopo la sua ordinazione. Secondo i legali del giovane, i familiari avrebbero ricevuto nell’ottobre del 2019 l’offerta di 25 mila euro tramite la Caritas in cambio di un accordo con la clausola del silenzio, scrive Ansa.
ATTUALITÀ 27 APRILE 2021 17:51di Biagio Chiariello

Il prete Giuseppe Rugolo è stato arrestato in Sicilia, in provincia di Enna, per violenza su minori. Il procuratore capo di Enna, Massimo Palmeri, ha affermato che sarebbero stati accertati "Abusi reiterati su tre minori, ma forse anche altri" e ha ribadito l'appello a farsi avanti e denunciare, rivolto ad eventuali altre presunte vittime di abusi sessuali da parte del sacerdote Giuseppe Rugolo, arrestato questa mattina. "Facciamo questo appello ad eventuali altre vittime perché, dalle indagini, oltre alla vittima originaria, ne sono emerse altre due", ha sottolineato.

Ci sono peraltro elementi in base ai quali gli inquirenti ritengono probabile che le violenze dell'uomo di chiesa siano state perpetrate anche nei confronti di altri soggetti. "Noi ci auguriamo che qualche altra presunta, e noi riteniamo probabile, ulteriore vittima delle attenzioni sessuali del sacerdote, si faccia avanti. Le accuse di violenza sessuale – ha proseguito il procuratore di Enna – riguardano, non solo la vittima, ma altre due persone, anche loro minori all'epoca delle violenze subite. C'é sottolineare il ruolo di educatore e formatore spirituale dell'autore di questi fatti, educatori a cui i genitori si rivolgono e affidano speranzosi i loro figli. Questi comportamenti rappresentano una sorta di tradimento per i genitori che si sono fidati".

Il procuratore Palmeri sottolinea come "in questa indagine sono comparse le difficoltà classiche che gli investigatori incontrano in una città come Enna, non abituata a fatti del genere". "Inoltre – osserva -abbiamo avuto la difficoltà di dovere indagare su fatti che non erano più attuali. Si è dovuto scavare nei ricordi delle vittime, sono state fatte attività d'intercettazione e sequestri dei supporti informatici e telefonini che hanno dato confermato la denuncia".

La vittima aveva denunciato gli abusi subiti al vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana. Era stato aperto un procedimento ecclesiastico che aveva concluso che la violenza c'era stata, ma solo quando Rugolo era seminarista. Il sacerdote era stato trasferito a Ferrara, per malattia, mentre, invece, nella città estense per un dottorato di ricerca. Secondo i legali del giovane, i familiari avrebbero ricevuto nell'ottobre del 2019 l'offerta di 25 mila euro tramite la Caritas in cambio di un accordo con la clausola del silenzio, scrive Ansa.

https://palermo.repubblica.it/cronaca/2021...uto_-298392690/

Il prete e gli abusi sessuali, la diocesi di Enna sapeva ma taceva. Il consiglio alla vittima: "Dimentica cosa è accaduto"
dal nostro inviato Salvo Palazzolo
Don Giuseppe Rugolo
Nel 2004, il primo racconto alle autorità ecclesiastiche delle molestie segrete. I pm: "Mai avvertiti dalla Chiesa"
28 APRILE 2021
2 MINUTI DI LETTURA
ENNA — Questa non è solo una storia di violenze in sacrestia. È, soprattutto, una storia di pesanti silenzi nella Chiesa di Piazza Armerina. In tanti sapevano delle pesanti attenzioni di don Giuseppe Rugolo nei confronti dei giovani dell’Azione Cattolica, ma per molto tempo nessuno è intervenuto.

Nel novembre del 2014, il giovane che per primo ha avuto la forza di rivolgersi alla polizia (la sua denuncia è nel dicembre 2020) si confida con un sacerdote, monsignor Pietro Spina: «Gli raccontai tutto — dice la vittima ai poliziotti della squadra mobile — ma dopo l’incontro, invece di allontanare Rugolo, decise di incontrarlo da solo. Poi, mi offrì un confronto a tre. Rugolo negò tutto, fu un incontro da toni molto accesi. Visto che continuava a negare gli dissi di giurare davanti a Dio e sul santissimo sacramento, ma lui si rifiutò. Alla fine, monsignor Spina appoggiò Rugolo e io venni visto come un visionario, un pazzo che aveva inventato tutto. Credo che per questo, all’epoca, non venne informato neanche il vescovo Pennisi».
Enna, sacerdote arrestato per violenza sessuale dopo la denuncia di un giovane
di Salvo Palazzolo
27 Aprile 2021


La vittima non si arrende: «Dissi a monsignor Spina che non mi ero inventato nulla. Gli spiegai che sapevo di un prestito che lui aveva fatto a Rugolo, un prestito di 50 mila euro. Speravo che capisse la confidenza che avevamo, tanto da sapere cose delicate». Ma monsignor Spina ha continuato a difendere il sacerdote.
Nell’aprile 2015, il giovane incontra un altro prete della diocesi, monsignor Vincenzo Murgano: «Mi chiese come mai non ero più andato in parrocchia, a San Giovanni. All’epoca, non sapevo se entrare in seminario, mi propose di iniziare un percorso spirituale per capire se fossi pronto. Al secondo incontro, gli confidai quanto mi era accaduto, non riuscivo a tenere quel peso dentro».

Il giovane gli disse che il padre avrebbe voluto denunciare tutto alla procura: «Il monsignore mi consigliò di non procedere e di tentare di dimenticare quanto accaduto. Mi disse pure di non informare neanche il nuovo vescovo, Gisana».
Enna, gli abusi del prete. I genitori: "La Curia ci disse di tacere"
25 Gennaio 2021


Solo nel maggio 2016, un semplice parroco, don Giuseppe Fausciana, si attiva subito dopo aver saputo di quella storia di violenze. Avverte il vescovo, che incontra i genitori del giovane. Però, solo nell’agosto 2018, come ricorda la gip Bruno nel provvedimento, avviene l’incontro fra il giovane e Gisana, «il quale lo invitava — scrive la giudice — a presentare una denuncia agli organi ecclesiastici e di lì a poco avviava un’indagine previa, affidandola a due preti del tribunale ecclesiastico di Palermo». Un’indagine piuttosto blanda.
«L’istruttoria ecclesiastica — ricostruisce il gip — non avrebbe dato alcun esito, anche in ragione del fatto che alcuni testimoni non avevano risposto alla convocazione, così come aveva fatto lo stesso Rugolo». Insomma, al principale indagato bastò non presentarsi per fare cadere nel nulla la denuncia. E neanche il vescovo ha mai segnalato il caso alla magistratura. «Abbiamo appreso di questo caso solo quando la vittima ha presentato una denuncia alla polizia, nel dicembre 2020», conferma a Repubblica il procuratore di Enna Massimo Palmeri. «E ci siamo subito attivati».
Il prete di Enna e gli abusi sessuali su un minore, la Chiesa aveva archiviato
di Salvo Palazzolo
22 Gennaio 2021


La stessa sensibilità non hanno avuto alla diocesi di Piazza Armerina, dove ci si è preoccupati soltanto di mettere a posto le carte. Il vescovo, sentito in procura come testimone dopo che il caso è deflagrato sui media, ha detto: «Nel primo incontro che avemmo, Rugolo negò, successivamente ammise qualcosa. Confessò fatti poco gravi, solo successivamente ho capito che i fatti erano gravi. Sentito il racconto della vittima, ho convocato Rugolo e con severità gli ho contestato tutto». Ma, poi, tanta dichiarata severità si tradusse solo nell’inviare gli atti della blanda inchiesta di Palermo alla Congregazione per la dottrina delle fede, in Vaticano, che non poté far altro che archiviare. Perché formalmente il solo abuso che i giudici ecclesiali erano riusciti ad accertare riguardava il periodo in cui Rugolo era seminarista. Dunque, formalmente, fuori dalla giurisdizione ecclesiale.

Così, don Giuseppe fu solo allontanato da Enna. «Ci vennero offerti dei soldi da un avvocato — hanno raccontato i genitori della vittima — avremmo dovuto firmare una clausola di riservatezza». Soldi mai accettati. A dicembre, il sacerdote sperava di averla fatta franca: ha partecipato a un incontro di catechesi on line con il vescovo Gisana. Don Rugolo sperava di tornare presto in Sicilia. Confidando ancora nel silenzio della Chiesa di Piazza Armerina.
 
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Il prete e gli abusi sessuali, la diocesi di Enna sapeva ma taceva. Il consiglio alla vittima: "Dimentica cosa è accaduto"
Don Giuseppe Rugolo

Nel 2004, il primo racconto alle autorità ecclesiastiche delle molestie segrete. I pm: "Mai avvertiti dalla Chiesa"
dal nostro inviato: Salvo Palazzolo
28 Aprile, 2021

ENNA — Questa non è solo una storia di violenze in sacrestia. È, soprattutto, una storia di pesanti silenzi nella Chiesa di Piazza Armerina. In tanti sapevano delle pesanti attenzioni di don Giuseppe Rugolo nei confronti dei giovani dell’Azione Cattolica, ma per molto tempo nessuno è intervenuto.

Nel novembre del 2014, il giovane che per primo ha avuto la forza di rivolgersi alla polizia (la sua denuncia è nel dicembre 2020) si confida con un sacerdote, monsignor Pietro Spina: «Gli raccontai tutto — dice la vittima ai poliziotti della squadra mobile — ma dopo l’incontro, invece di allontanare Rugolo, decise di incontrarlo da solo. Poi, mi offrì un confronto a tre. Rugolo negò tutto, fu un incontro da toni molto accesi. Visto che continuava a negare gli dissi di giurare davanti a Dio e sul santissimo sacramento, ma lui si rifiutò. Alla fine, monsignor Spina appoggiò Rugolo e io venni visto come un visionario, un pazzo che aveva inventato tutto. Credo che per questo, all’epoca, non venne informato neanche il vescovo Pennisi».
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Enna, sacerdote arrestato per violenza sessuale dopo la denuncia di un giovane

La vittima non si arrende: «Dissi a monsignor Spina che non mi ero inventato nulla. Gli spiegai che sapevo di un prestito che lui aveva fatto a Rugolo, un prestito di 50 mila euro. Speravo che capisse la confidenza che avevamo, tanto da sapere cose delicate». Ma monsignor Spina ha continuato a difendere il sacerdote.
Nell’aprile 2015, il giovane incontra un altro prete della diocesi, monsignor Vincenzo Murgano: «Mi chiese come mai non ero più andato in parrocchia, a San Giovanni. All’epoca, non sapevo se entrare in seminario, mi propose di iniziare un percorso spirituale per capire se fossi pronto. Al secondo incontro, gli confidai quanto mi era accaduto, non riuscivo a tenere quel peso dentro».

Il giovane gli disse che il padre avrebbe voluto denunciare tutto alla procura: «Il monsignore mi consigliò di non procedere e di tentare di dimenticare quanto accaduto. Mi disse pure di non informare neanche il nuovo vescovo, Gisana».

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Enna, gli abusi del prete. I genitori: "La Curia ci disse di tacere"

Solo nel maggio 2016, un semplice parroco, don Giuseppe Fausciana, si attiva subito dopo aver saputo di quella storia di violenze. Avverte il vescovo, che incontra i genitori del giovane. Però, solo nell’agosto 2018, come ricorda la gip Bruno nel provvedimento, avviene l’incontro fra il giovane e Gisana, «il quale lo invitava — scrive la giudice — a presentare una denuncia agli organi ecclesiastici e di lì a poco avviava un’indagine previa, affidandola a due preti del tribunale ecclesiastico di Palermo». Un’indagine piuttosto blanda.
«L’istruttoria ecclesiastica — ricostruisce il gip — non avrebbe dato alcun esito, anche in ragione del fatto che alcuni testimoni non avevano risposto alla convocazione, così come aveva fatto lo stesso Rugolo». Insomma, al principale indagato bastò non presentarsi per fare cadere nel nulla la denuncia. E neanche il vescovo ha mai segnalato il caso alla magistratura. «Abbiamo appreso di questo caso solo quando la vittima ha presentato una denuncia alla polizia, nel dicembre 2020», conferma a Repubblica il procuratore di Enna Massimo Palmeri. «E ci siamo subito attivati».
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La stessa sensibilità non hanno avuto alla diocesi di Piazza Armerina, dove ci si è preoccupati soltanto di mettere a posto le carte. Il vescovo, sentito in procura come testimone dopo che il caso è deflagrato sui media, ha detto: «Nel primo incontro che avemmo, Rugolo negò, successivamente ammise qualcosa. Confessò fatti poco gravi, solo successivamente ho capito che i fatti erano gravi. Sentito il racconto della vittima, ho convocato Rugolo e con severità gli ho contestato tutto». Ma, poi, tanta dichiarata severità si tradusse solo nell’inviare gli atti della blanda inchiesta di Palermo alla Congregazione per la dottrina delle fede, in Vaticano, che non poté far altro che archiviare. Perché formalmente il solo abuso che i giudici ecclesiali erano riusciti ad accertare riguardava il periodo in cui Rugolo era seminarista. Dunque, formalmente, fuori dalla giurisdizione ecclesiale.

Così, don Giuseppe fu solo allontanato da Enna. «Ci vennero offerti dei soldi da un avvocato — hanno raccontato i genitori della vittima — avremmo dovuto firmare una clausola di riservatezza». Soldi mai accettati. A dicembre, il sacerdote sperava di averla fatta franca: ha partecipato a un incontro di catechesi on line con il vescovo Gisana. Don Rugolo sperava di tornare presto in Sicilia. Confidando ancora nel silenzio della Chiesa di Piazza Armerina.

www.vivienna.it/2021/04/28/enna-il...ascia-protetta/

Enna, il caso Rugolo a “Chi l’ha visto”. In seconda serata, fascia protetta
28 Aprile 2021

Enna – Stasera, alla trasmissione Chi l’ha visto, sarà il capo della Squadra Mobile di Enna, Antonino Ciavola a rivolgere un appello ad eventuali altre vittime di Giuseppe Rugolo, il prete arrestato ieri a Ferrara con l’accusa di violenza sessuale aggravata a danni di un giovane minorenne all’epoca dei fatti, e di altre due vittime. Già ieri il Procuratore della Repubblica di Enna, Massimo Palmeri, si era rivolto a chi sa e ha preferito tacere. Intanto emergono altri particolari dall’inchiesta che confermano che il Vscovo della Diocesi di Piazza Armerina, Rosario Gisana sapeva delle violenze subite dal minore e che lo stesso Rugolo era stato costretto ad ammetterlo. Gisana lo avrebbe confermato nel corso della sua audizione come persona informata sui fatti ai Pm Stefania Leonte e Orazio Longo che seguono l’inchiesta. “Ho avviato l’indagine previa – dice il vescovo – perché lui effettivamente aveva ammesso. Ma era solo un seminarista”. Nessuno però informa l’autorità giudiziaria e questo porta a dire al giudice per le indagini preliminari, Maria Luisa Bruno, che dalla personalità di Rugolo emergerebbe un’inclinazione a cedere alle pulsioni sessuali in maniera incondizionata in spregio ai principi del culto del quale egli è ministro. Gli inquirenti avrebbero trovato oltre 18 mila accessi a siti porno nel giro di pochi mesi, a qualunque ora giorno dell’ora e della notte, oltre che innumerevoli download di foto ritraenti uomini nudi ed atti sessuali. (Ansa)
 
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Tutti quelli che sapevano a hanno taciuto sono colpevoli nella stessa misura del prete pedofilo.
La Caritas che finanzia il silenzio è maggiormente più colpevole di tutti messi insieme. Ma stiamo al paese dei balocchi o stiamo in un film fantascientifico? Come può esistere una diocesi inquacchiata e omertosa, fatta di uomini che non hanno proprio idea dei valori umani?
 
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www.larampa.it/2021/04/smcv-allont...enzo-gallanoro/

Gli abusi del parroco di Enna: i nuovi indizi e le omissioni del vescovo
29/04/2021 - 14:53di Tiziana Tavella
Dall’ordinanza di arresto emergere «l'inclinazione a cedere alle pulsioni sessuali in maniera incondizionata»
Gli abusi del parroco di Enna: i nuovi indizi e le omissioni del vescovoGiuseppe Rugolo quando fu ordinato sacerdote

ENNA - Un «pericolo concreto di reiterazione di analoghi fatti di reato» ha portato il Gip di Enna, Maria Luisa Bruno, ad accogliere la richiesta di arresti domiciliari per don Giuseppe Rugolo. È l’input dalla Procura di Enna che sta coordinando l’inchiesta condotta dalla polizia su abusi sessuali su minori (che si sarebbero compiuti quando il prete era ancora seminarista ma anche quando era stato già ordinato sacerdote), nata dopo l’esposto di un giovane su fatti avvenuti fra il 2009 e il 2013, e che ha portato ad individuare altre due presunte vittime.

Dall’ordinanza emergere «l'inclinazione a cedere alle pulsioni sessuali in maniera incondizionata, ossia senza timore delle conseguenze delle sue azioni - che pur avevano trovato una certa stigmatizzazione nell’indagine canonica aperta a suo carico e nel trasferimento in altra diocesi- oltre che in spregio ai principi del culto del quale è ministro».

Già poche ore dopo l’esecuzione della misura cautelare, il procuratore di Enna, Massimo Palmeri, aveva rivolto un appello ad eventuali altre vittime a raccontare quanto subito, e ieri sera la richiesta a farsi avanti è stato ribadita dal capo della Squadra Mobile, Antonino Ciavola durante la trasmissione Chi l’ha visto.

Tra il materiale portato a galla dagli uomini della polizia postale ci sarebbero numerose immagini di nudo maschile scaricate dal web e sarebbero stati individuati altrettanto numerosi accessi a siti con contenuti per adulti. Ancora emergono altri particolari dall'inchiesta che confermano che il vescovo della Diocesi di Piazza Armerina, Rosario Gisana sapeva delle violenze subite dal minore e che lo stesso Rugolo era stato costretto ad ammetterlo. Gisana lo avrebbe confermato nel corso della sua audizione come persona informata sui fatti ai pm Stefania Leonte e Orazio Longo che seguono l'inchiesta. Il vescovo avrebbe riferito di avere avviato «l'indagine previa» perché ci sarebbe stata una forma di ammissione ma si trattava di un seminarista e da lì sarebbe quindi partita l’archiviazione per difetto di competenza.

Le omissioni nella Chiesa sarebbero state continue, di fronte alle richieste di ascolto e intervento rivolte dal giovane, che ha poi denunciato lo scorso dicembre, a più preti. Tra gli episodi raccontati dal ragazzo , che avrebbe voluto inizialmente entrare in seminario, quello di un confronto con un sacerdote proprio sul percorso spirituale per capire se fosse pronto o meno. In quella occasione avrebbe raccontato quanto accaduto, perché il peso era troppo grande da tenere dentro, dicendo anche che il padre avrebbe voluto ricorrere alla magistratura, ottenendo come consiglio quello di dimenticare e di non informare il vescovo.

Soltanto dopo sarebbe riuscito a fare partite l’indagine previa che venne affidata a due preti del tribunale ecclesiastico di Palermo. Ma il giovane non si è mai fermato negli anni , e ha inviato anche una lettera a Papa Francesco poco prima di rivolgersi alla magistratura, in cui raccontava il doloroso vissuto. Lettera che avrebbe sortito non soltanto l’effetto di fare arrivare una richiesta di chiarimenti alla Diocesi di Piazza Armerina, ma anche a una attenzione da parte del Vaticano sulle scelte attuate dal vescovo per il “caso Rugolo”.
 
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