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Morto Georg Ratzinger, custode dei segreti dei 547 bimbi abusati da preti nel coro di Ratisbona, Diocesi offrì 2.500 € a 72 vittime. Ma per il Vaticano sono scherzi da caserma

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pincopallino2
view post Posted on 18/7/2017, 21:26 by: pincopallino2

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http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/18...muller/3737282/

Violenze sui bambini del Coro di Ratisbona: il 30ennio di Georg Ratzinger e quella promozione del cardinale Müller
Violenze sui bambini del Coro di Ratisbona: il 30ennio di Georg Ratzinger e quella promozione del cardinale Müller
CRONACA
Il fratello di Benedetto XVI e lo stesso Pontefice emerito sono legati a doppio filo al Regensburger Domspatzen, eccellenza mondiale tra i cori maschili di voci bianche. Padre Georg ne è stato il direttore dal 1964 al '94, ovvero quando sono maturati gli abusi, anche sessuali: ha ammesso di essere a conoscenza degli schiaffi. Determinante, in questa storia, la gestione della diocesi: a dirigerla fino al 2012 è stato il cardinale Gerhard Ludwig Müller, poi nominato al vertice dell'ex Sant'Uffizio dal predecessore di Bergoglio. Quest'ultimo, però, qualche settimana fa lo ha silurato. Su di lui le accuse di non aver contribuito a far emergere la verità sui casi di pedofilia nella Chiesa
di Francesco Antonio Grana | 18 luglio 2017
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Più informazioni su: Jorge Mario Bergoglio, Joseph Ratzinger, Papa Francesco, Pedofilia, Vaticano
Il nome di Ratzinger è legato a doppio filo a quello del coro maschile di voci bianche della cattedrale di Ratisbona. I Regensburger Domspatzen, un’eccellenza conosciuta e apprezzata in tutto il mondo come la Cappella Sistina, sono stati diretti per trent’anni, dal 1964 al 1994, da monsignor Georg Ratzinger, fratello maggiore di Benedetto XVI, oggi 93enne. È proprio durante gran parte di questo lunghissimo periodo che sono avvenuti gli abusi di almeno 547 bambini del coro. Una tegola pesantissima per la famiglia Ratzinger e in particolare per Benedetto XVI che ha attuato con coraggio e determinazione la politica della tolleranza zero nel contrasto della pedofilia del clero. Una piaga che, proprio durante il suo pontificato, è deflagrata in modo impressionante, dall’Irlanda agli Stati Uniti d’America, ma anche in tanti altri Paesi del mondo. E già allora non aveva risparmiato il coro dei “Passeri del Duomo” di Ratisbona come viene chiamato in tutto il mondo.

Era il 2010 e mentre Benedetto XVI cercava di arginare lo scandalo della pedofilia scoppiato proprio durante l’anno sacerdotale da lui indetto, il fratello Georg ammise, tra lo stupore generale, di aver dato qualche volta dei ceffoni ai bambini del suo coro. Ma monsignor Ratzinger non si fermò qui, rivelando anche che dai piccoli aveva saputo che il rettore del convitto nel quale vivevano li picchiava sistematicamente con estrema durezza, imponendo loro anche delle punizioni corporali del tutto immotivate. “Io ero felice a ogni prova del coro – raccontò allora Georg Ratzinger – ma devo ammettere che spesso diventavo depresso, perché non raggiungevamo i risultati che volevo. E all’inizio io ho spesso distribuito schiaffi, anche se poi mi rimordeva la coscienza per averlo fatto”.

Il fratello di Benedetto XVI precisò “di non aver mai picchiato nessun ragazzo fino a procurargli lividi o lesioni. I ragazzi – proseguì il presule – mi hanno raccontato cosa succedeva al convitto. Sapevo che il rettore dava loro schiaffi molto violenti e anche che lo faceva per motivi molto futili”. Ma monsignor Georg si giustificò dicendo che il convitto era un’istituzione indipendente, quindi egli, come maestro del coro, non aveva l’autorità di denunciarlo. E comunque non seppe mai di abusi sessuali. In ogni caso, precisò ancora monsignor Georg, “io fui molto felice, mi sentii sollevato quando nel 1980 furono vietate le punizioni corporali. Anch’io, da piccolo, presi dei ceffoni”.

Determinante nella gestione di quella vicenda, che creò non poco imbarazzo a Benedetto XVI, fu l’azione – che all’epoca sembrò risolutiva – dell’allora vescovo di Ratisbona, monsignor Gerhard Ludwig Müller, che da otto anni, ovvero dal 2002, era stato nominato da Giovanni Paolo II alla guida della diocesi. Due anni più tardi Müller, che intanto aveva già iniziato a curare l’Opera Omnia di Benedetto XVI, fu nominato proprio dal Papa tedesco prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, divenendo così il secondo successore di Ratzinger alla guida del più importante dicastero vaticano. Nel 2014 Francesco, in omaggio a Benedetto XVI lo nominò cardinale. Recentemente, però, al termine del quinquennio di Müller al vertice dell’ex Sant’Uffizio, Bergoglio lo ha licenziato mandandolo in pensione a 69 anni e mezzo, ben cinque anni prima dell’età prevista dal Codice di diritto canonico. A puntare il dito contro il porporato è stata l’ex vittima di abusi sessuali, Marie Collins, nominata da Francesco nella Pontificia Commissione per la tutela dei minori. La donna irlandese, infatti, si è dimessa dal suo incarico accusando Müller di aver ostacolato il lavoro dell’organismo vaticano voluto da Bergoglio per sradicare la pedofilia nella Chiesa. Un’accusa che ora, con il riemergere in modo drammatico degli abusi sui bambini del coro di Ratisbona, si fa ancora più inquietante e apre diversi interrogativi sulla gestione della diocesi tedesca da parte di Müller.

I “Regensburger Domspatzen” sono tra i cori di voci bianche maschili più antichi del mondo. La loro origine risale addirittura alla vigilia dell’anno 1000 ma, secondo alcuni storici, potrebbe essere addirittura di tre secoli più antica. Esso è composto attualmente da una quarantina di bambini che curano l’accompagnamento musicale di tutte le liturgie che si svolgono nella cattedrale di Ratisbona. Durante il periodo in cui partecipano al coro, i ragazzi frequentano l’annesso liceo musicale e così hanno la possibilità di conseguire un titolo spendibile nella loro vita una volta che, cambiata la voce con l’età dello sviluppo, sono costretti a dover abbandonare i “Regensburger Domspatzen”. Ma questa eccellenza musicale conosciuta in tutto il mondo è impegnata anche in numerose tournée internazionali: dall’America Latina all’Africa e all’Asia. Le loro incisioni su cd si sono trasformate negli anni in best seller che hanno scalato le classifiche di musica classica del globo. I “Passeri del Duomo” sono, inoltre, ambasciatori dell’Unicef e ambasciatori culturali d’Europa.

Alla guida del coro di Ratisbona monsignor Ratzinger ha effettuato numerosi concerti in tutto il mondo partecipando anche alle rassegne corali internazionali di musica sacra negli Stati Uniti, in Scandinavia, Canada, Taiwan, Giappone, Irlanda, Polonia, Ungheria, Italia e ovviamente in Vaticano, oltre a esibizioni in Germania e Austria. Furono proprio i “Regensburger Domspatzen” ad accompagnare l’ingresso nell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga dell’allora monsignor Joseph Ratzinger, nel 1977. Il 22 ottobre 2005 il coro si esibì nella Cappella Sistina per omaggiare Benedetto XVI, che pochi mesi prima era stato eletto Papa, e il loro storico direttore Georg Ratzinger. “Ascoltandovi – disse il Pontefice tedesco al termine dell’esibizione – mi sono sentito riportato nei miei anni di Ratisbona, tempi belli quando mediante il mio fratello ho potuto integrarmi anch’io un po’ nella famiglia dei ‘Domspatzen’. Alla fine dei trent’anni di lavoro con il vostro coro, egli ha detto: ‘Il buon Dio non avrebbe potuto affidarmi un compito più bello’. Questo non è stato soltanto un ringraziamento personale per una chiamata meravigliosa; è stato al contempo un augurio: che i ‘Domspatzen’ continuino ad essere messaggeri del bello, messaggeri della fede, messaggeri di Dio in questo mondo, e trovino sempre, secondo la loro chiamata principale, il centro della loro attività nel servizio liturgico per la gloria di Dio”.

Twitter: @FrancescoGrana

di Francesco Antonio Grana | 18 luglio 2017

http://www.lastampa.it/2017/07/18/vaticani...fhN/pagina.html

Ratisbona, 547 bambini del coro del Duomo vittime di abusi
Il rapporto finale presentato dall’avvocato Ulrich Weber e divulgato dai media tedeschi: 49 colpevoli sono stati identificati. George Ratzinger, fratello di Benedetto XVI, fu direttore dell'ensemble per trent'anni. Il legale: «Lui sapeva e ha chiuso gli occhi»
ANSA
Germania, 547 bambini del coro del Duomo di Ratisbona vittime di abusi

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Pubblicato il 18/07/2017
Ultima modifica il 18/07/2017 alle ore 20:16
SALVATORE CERNUZIO
CITTÀ DEL VATICANO
Violenze corporali, dagli schiaffi alle punizioni fisiche. E violenze sessuali, dalle carezze agli stupri. Circa 547 bambini del coro del Duomo di Ratisbona, diretto per 30 anni dal fratello del Papa emerito, George Ratzinger, ne sono state vittime nel corso di quattro decenni. Lo sconcertante risultato emerge dal rapporto finale presentato dall’avvocato Ulrich Weber, incaricato nel 2016 dalla diocesi tedesca di far luce su questa drammatica vicenda gravata per anni sui piccoli membri del coro Regensburger Domsplatzen, meglio conosciuti come i “Passeri del Duomo”.

Weber aveva denunciato lo scorso anno che tra il 1953 e il 1992, circa un terzo degli alunni del coro e della scuola adiacente subirono una qualche forma di violenza fisica, citando anche fatti come percosse, maltrattamenti, privazione di cibo o aggressioni carnali. Decine di vittime erano state ascoltato dall’avvocato, come pure i responsabili dell’istituzione, e tutti utilizzavano le medesime parole per denunciare il clima interno: «Una prigione», «un inferno», «un campo di concentramento».

Sarebbero oltre 500 i bambini del coro di Ratisbona vittime di violenze

ANSA

In un primo momento l’indagine parlava di 231 casi di maltrattamenti: 40 minorenni erano stati stuprati, come dichiarava l'avvocato al quotidiano Bbc Mundo. Una cinquantina di bambini avevano fatto pure i nomi di dieci responsabili del coro, la maggior parte dei quali già morti. I reati tuttavia erano caduti in prescrizione, quindi non sarebbero comunque stati condannati. Il rapporto finale evidenzia ora un numero di vittime duplicato e conferma che 49 colpevoli sono stati identificati.

Nel 2010 gli abusi nel coro erano stati ammessi dall’allora vescovo di Ratisbona il cardinale Gerhard Ludwig Müller, fino al 1° luglio scorso prefetto della Congregazione per la Dottrina delle Fede, accusato peraltro da Marie Collins, membro dimissionario della Pontificia Commissione per la Tutela dei minori e vittima lei stessa di abusi in passato, di aver fatto poco per la lotta alla pedofilia in Vaticano, anzi, a volte di aver intralciato il lavoro del team istituito da Papa Francesco. Ed anche su questa vicenda Müller era stato accusato di mala gestione, nonostante sette anni fa avesse ammesso pubblicamente i crimini. Con una precisazione: che gli episodi di violenza non coincidevano con il periodo dell’incarico del maestro Ratzinger, direttore dell’ensemble dal 1964 al 1993.

Da parte sua, monsignor Georg precisava di non essere a conoscenza di episodi di violenza sessuale, anche se, in una intervista al quotidiano conservatore bavarese “Passauer Neue Presse”, dichiarava che alcuni ragazzi gli avevano raccontato certi strani episodi che avvenivano nella scuola di preparazione che, tuttavia, non lo avevano indotto a pensare di dover intervenire in qualche modo: «Se fossi stato a conoscenza dell’eccesso di violenza utilizzato, avrei fatto qualcosa».

Ratzinger chiedeva comunque perdono per aver dato qualche schiaffo o “tirata d’orecchio” ai ragazzi negli anni ’70, quando si usava - anche nelle scuole - dare qualche ceffone agli allievi in quanto funzionale a ottenere «disciplina e rigore», requisiti necessari «per raggiungere un livello musicale e artistico superiore». Anche lui stesso diceva di averne ricevuto qualcuno da piccolo. Assicurava poi di non aver mai provocato lividi o lesioni a nessuno e confidava di essere stato «sollevato» quando le punizioni fisiche vennero vietate dalla legge all’inizio degli Anni 80.

Weber aveva messo in discussione le dichiarazioni del fratello di Benedetto XVI: «Secondo, me non dice tutta la verità», affermava. Oggi nella conferenza stampa di presentazione del report gli attribuisce delle «corresponsabilità», perché - ha detto - «ha fatto finta di non vedere, o comunque ha mancato di intervenire».

In ogni caso non è Georg Ratzinger il principale accusato della vicenda. Nel rapporto viene indicato il nome di Johan Meier, direttore della scuola adiacente al coro (del cui consiglio di sovrintendenza era membro anche Ratzinger) tra il 1953 e il 1992, morto poco dopo il pensionamento in circostanze tuttora misteriose. Nell’indagine risulta che sia stato Meier il principale responsabile delle molestie. Testimoni riferivano di sgabelli lanciati contro i suoi allievi - una volta ne aveva rotto uno sulla spalla di un bambino - o dell’abitudine a portare due o tre bambini, solitamente tra gli 8 e i 9 anni, nella sua stanza per offrirgli dell’alcol e poi punirli. Un sistema dal quale traeva piacere sessuale.

Alle vittime la diocesi di Ratisbona - che lo scorso anno ammetteva in un comunicato che 72 ex allievi del famoso coro erano stati picchiati con tanta violenza da aver subito lesioni corporali - ha offerto un risarcimento economico pari a 2550 euro ciascuno. Il portavoce diocesano Clemens Neck assicurava la piena collaborazione con l’avvocato Weber, i cui colloqui con le vittime erano di vitale importanza. Ribadiva inoltre che il lavoro di indagine sarebbe proseguito in maniera autonoma e che sarebbe stato decisivo solo il rapporto finale. Quello pubblicato oggi che mostra il volto più orribile del coro che, con oltre mille anni di storia, è probabilmente il più antico del mondo.
 
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10 replies since 22/3/2010, 20:12   10237 views
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