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Tesoro sparito in chiesa. A processo don De Foglio, Oricola (AQ). Offerte dei fedeli, ex voto e gioielli spariti

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Oricola (AQ). Offerte dei fedeli, ex voto e gioielli spariti

Tesoro sparito in chiesa. A processo don De Foglio

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Tesoro sparito in chiesa, prete a processo
Imputato per aver sottratto ex voto dalle statue dei Santi a Oricola e un assegno per le vittime dell’esplosione di Tagliacozzo

di Roberto Raschiatore08 maggio 2019
ORICOLA. Sedici fedeli l’accusano di avere fatto sparire il tesoro dalle statue dei Santi. Ma non solo. Si è volatilizzato nel nulla un assegno da 1.200 euro destinato alle vittime dell’esplosione della fabbrica di fuochi d’artificio “Paolelli” di Tagliacozzo. E si sono perse le tracce anche di una somma di 1.500 euro offerta da due parrocchiani per sistemare il campanile della chiesa. Accuse dalle quali si deve difendere don Andrea De Foglio, sacerdote 39enne di Avezzano, attualmente impegnato nella parrocchia di Pescasseroli. Concluse le indagini preliminari, per il religioso è arrivato il decreto di citazione diretta a giudizio da parte del sostituto procuratore Maurizio Maria Cerrato. L’imputato è accusato di appropriazione indebita, con le aggravanti di avere agito abusando della qualità di ministro di culto e di avere arrecato un ingente danno patrimoniale. Reato punito fino a 3 anni di reclusione. La prima udienza in tribunale è fissata per l’11 settembre.
I fatti contestati si riferiscono al periodo in cui don Andrea De Foglio è stato parroco della chiesa del Santissimo Salvatore di Oricola, dal maggio 2011 all’ottobre 2014. Le indagini della Procura sono scattate dopo l’esposto dei 16 fedeli. Il sacerdote avezzanese, stando alle accuse, si è appropriato del tesoro nella chiesa, costituito dalle donazioni (ex voto) che dalla fine del 1800 i parrocchiani avevano donato per omaggio e devozione alla Madonna e ai Santi Restituta, Luigi e Antonio, le cui statuette si trovano nella chiesa di Oricola. Tesoro del quale don Andrea De Foglio, come sottolinea il pm nel capo d’imputazione, aveva la custodia in ragione della carica di parroco ricoperta e dell’espressa volontà dei fedeli. Si tratta di decine di oggetti preziosi, anche d’epoca, tra bracciali, ciondoli, spille, catenine, orecchine, collane, fedi, medaglie e bracciali. «Ori donati dalle donne nella speranza che i loro mariti tornassero vivi dalla guerra», raccontano i fedeli, «o per ringraziare dalla guarigione da una grave malattia. C’era un enorme valore affettivo anche in considerazione dei sacrifici che i nostri avi fecero a suo tempo nonostante la grande povertà». Tesoro che un bel giorno il sacerdote ha deciso di trasferire prima nella cassaforte della chiesa e successivamente in una cassetta di sicurezza in una banca di Avezzano. Questo il racconto fatto a suo tempo dallo stesso don Andrea De Foglio ai parrocchiani. Sempre stando alla denuncia, messo alle strette nel corso di una riunione alla presenza del vescovo, avvenuta il 19 novembre 2014, il sacerdote ha ammesso di avere venduto tutti gli ex voto senza motivazione alcuna. Il 27 dicembre dello stesso anno è scattato l’esposto firmato dai 16 fedeli, assistiti dall’avvocato Carla Vicini.
Nel febbraio 2015 una seconda denuncia, perché nel frattempo sono emerse altre accuse all’indirizzo del parroco. L’imputato è infatti accusato di essersi appropriato di 1.200 euro raccolti dagli abitanti di Oricola nell’agosto 2014, attraverso il Comitato feste del paese, e che dovevano essere versati su un conto corrente aperto in favore delle vittime dell’esplosione dell’azienda pirotecnica Paolelli di Tagliacozzo. Soldi che dovevano andare al Comitato Piani Palentini che a sua volta avrebbe dovuto girarli ai familiari delle vittime. Il sacerdote, sempre stando alle accuse, ha messo una fotocopia del versamento sulla bacheca della chiesa. Ma di quei 1.200 si sono perse le tracce.
Il terzo presunto reato che porta a processo il sacerdote riguarda la sparizione di altri 1.500 euro che due coniugi del paese hanno regalato per provvedere alla sistemazione del campanile della chiesa di Oricola. Denaro che per l’accusa non solo non è stato utilizzato per lo scopo previsto, ma neppure è stato consegnato al parroco subentrato a De Foglio nell’ottobre 2014.
 
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Prima udienza del processo sulla scomparsa dell’oro dalle statue dei Santi di Oricola, vicenda che arrivò sulle cronache nazionali
NEWSL'AQUILA
di Francesca Salvati Il 11 Settembre, 2019
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Avezzano. C’è grande attesa ad Oricola per la prima udienza del processo a carico dell’ex parroco di Oricola. Una vicenda che è approdata anche alle cronache nazionali della Rai Uno con la trasmissione “La vita in diretta”. Oggi dunque è il giorno della prima udienza ufficiale presso il Tribunale di Avezzano, dove compariranno i cinque attori costituiti parte civile e difesi dall’Avvocato Carla Vicini del Foro di Avezzano. Questi in rappresentanza della Comunità di Oricola, avevano illo tempore, intrapreso azioni legali a difesa dell’oro di Oricola, beni preziosi appartenenti alla storia e alla cultura religiosa della Parrocchia di Oricola, che vennero all’epoca venduti dall’allora parroco. I fatti risalgono a cinque anni fa, una vicenda che ha ferito profondamente una comunità che si è sentita tradita nel pronfondo.

I fatti antecedenti:

Era il 28 dicembre 2014 quando ebbe a partire la prima denuncia redatta dagli Avvocati dello Studio Vicini di Avezzano, inerente la vicenda dell’oro dei Santi di Oricola. Una brutta storia sulla quale i fedeli rappresentati da un comitato appositamente costituito all’epoca di quindici persone le quali intendevano fare chiarezza totale e alle supposizioni volendo dunque far chiarezza su determinati fatti per via giudiziaria. Si avviò quindi un iter che vide coinvolte diverse istituzioni, ma in particolare i fedeli fecero leva sul valore morale, sui sentimenti che erano custoditi nell’oro depositato intorno alle statue dei Santi nel corso del tempo. Improvvisamente, come si ricorderà questo oro non si è piu’ trovato, e probabilmente è risultato venduto.

Molte le supposizioni, le polemiche e le posizioni in merito che hanno visto in prima linea anche il Sindaco Paraninfi e l’amministrazione comunale, ex parroci di Oricola, e soprattutto i fedeli. “Ora la parola passa alla giustizia- commentrono alcuni fedeli all’epoca – oltre a quella Divina, ci sarà dunque anche la legge ad individuare chi ha sbagliato”. Una chiarezza che aveva bisogno sicuramente dei suoi tempi, che però a distanza di cinque anni fa è comparsa sui tavoli del Tribunale di Avezzano. Seguiremo gli sviluppi.
 
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