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Pedofilia e scandali sessuali in Croazia, Protagonisti preti di Istria e Dalmazia: Arbe, Fiume, Zara

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view post Posted on 29/3/2010, 08:59
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http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...NZ_05_SINI.html

Croazia, in carcere l ex parroco di Arbe

il Piccolo — 26 marzo 2010 pagina 05 sezione: ATTUALITÀ
di ANDREA MARSANICH FIUME Drago Ljubicic, 66 anni, sacerdote catechista, ex parroco di Banjol, nell’isola quarnerina di Arbe. Da alcuni giorni Ljubicic è nel penitenziario di Lepoglava (contea di Varazdin, nel nord della Croazia), dove dovrà scontare tre anni di reclusione per pedofilia. Si tratta del primo prete croato ad essere condannato al carcere per avere molestato sessualmente dei bambini. La sua storia è molto nota in Croazia: nella condanna comminatagli dal Tribunale regionale di Fiume, e passata di recente in giudicato, si rileva che Ljubicic aveva commesso atti di libidine a Banjol nei confronti di cinque ragazzini, nel periodo compreso tra il 2003 e il 2007. Era stato dapprima un bambino, allora di dieci anni, a lamentarsi con i propri genitori per il comportamento del sacerdote. Di lì a breve, altri quattro suoi coetanei avevano fatto la stessa cosa, denunciando il religioso e costringendo la polizia ad entrare in azione. Ljubicic era stato fermato dalle forze dell’ordine tre anni fa e alcuni mesi dopo sottoposto a processo, dal quale era scaturito il verdetto di condanna. Ad onor del vero, Ljubicic non è il primo sacerdote condannato per pedofilia in Croazia. Don Ivan Cucek, parroco di Sestine (Zagabria) era finito nel mirino della giustizia nel 2003, fatto segno di una sentenza non esecutiva di un anno e nove mesi di prigione, per tredici casi accertati di libidine nei riguardi di ragazzine. Successivamente il Tribunale conteale di Zagabria aveva mutato la pena detentiva in condanna di 6 mesi con la condizionale di tre anni. Uno dei motivi della modifica, che aveva suscitato clamore tra l’opinione pubblica, era che «don Cucek non è più in contatto con i bambini». Va detto che la reazione dell’arcivescovo di Fiume, monsignor Ivan Devcic, al momento dell’arresto di Ljubicic, era stata molto ferma: «Se i sospetti si riveleranno fondati, condanneremo con forza una simile vicenda». Come in effetti avvenuto più tardi. Da ricordare le voci ufficiose circolate nel 2007 e mai confermate: il sacerdote era stato accusato di pedofilia anche quando svolgeva l’incarico di parroco nell’isola di Veglia, dalla quale sarebbe stato trasferito ad Arbe proprio per evitare la reazione dei genitori veglioti, esasperati dal comportamento di Ljubicic verso i loro bambini.
 
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view post Posted on 16/11/2011, 11:07
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www.giornalettismo.com/archives/168...esi-perche-gay/

15 novembre 2011

Questa la decisione dei vertici ecclesiastici di Fiume
Alcuni giovani seminaristi sono stati allontanati dal Collegio cattolico di Fiume (Rijeka), in Croazia, che frequentavano per diventare sacerdoti. Tutto ciò è avvenuto perché si è scoperto che erano gay.

LA DENUNCIA - La vicenda, avvenuta qualche settimana fa, in corrispondenza all’inizio del nuovo anno accademico, è stata rivelata oggi dal quotidiano Novi List. I ragazzi, di cui non si precisa né l’identità né quanti fossero, sono stati denunciati da un loro collega che aveva cercato e trovato materiale e contenuti di carattere omosessuale sui loro computer privati, per poi mostrarlo ai dirigenti del Collegio. Il primo ad essere espulso è stato proprio lui “per aver violato in modo inaccettabile la privacy di altri seminaristi”, spiega comunque una nota dell’ufficio stampa dell’Arcivescovado di Fiume, impartendo una lezione non da poco al ficcanaso in questione.

DICHIARAZIONI UFFICIALI - Nella dichiarazione dell’Arcivescovado di Fiume, rilasciata su richiesta di precisazioni da parte del giornale Novi List, si dice che “le regole ecclesiastiche relative ai candidati per diventare sacerdoti sono chiare: la Congregazione per l’educazione cattolica ha emesso nel 2005 una direttiva che prevede, tra l’altro, che non possono diventare sacerdoti persone per le quali sono state accertate inclinazioni omosessuali profondamente radicate”. L’Arcivescovado ha aggiunto che si tratta di persone giovani e che “una decisione definitiva nei loro riguardi non sarà presa frettolosamente, per non arrecare loro un’ingiustizia”. I ragazzi sono per ora sospesi e ogni singolo caso sarà sottoposto al vaglio del loro vescovo locale. Nella nota si sostiene che si tratti di una questione intra-ecclesiale, e pertanto si invita il giornale a non renderla pubblica. Il Novi List ha invece deciso di parlarne, dedicando oggi l’intera prima pagina al caso. Tutti i portali d’informazione, dopo aver appreso i dettagli, stanno dando notevole rilievo all’argomento. (ANSA).



www.gaywave.it/articolo/i-seminaris...polemica/35215/
I seminaristi sono gay? Il collegio li sospende, e a Fiume scoppia la polemica



I seminaristi sono gay? Allora vanno sospesi! E’ questa la decisione presa in un Collegio cattolico di Fiume (Rijeka), in Croazia, dove alcuni seminaristi sarebbero stati sospesi dopo che la loro omosessualità era stata resa nota. Ma facciamo un passo indietro, e torniamo al giorno in cui, un collega dei ragazzi incriminati, ha deciso di “fare la spia”, e di mostrare del materiale che dimostrava inequivocabilmente l’omosessualità dei compagni di corso. Il ragazzo in questione ha pensato bene di mostrare il materiale ai dirigenti del Collegio, che per tutta risposta hanno deciso di espellere il collega spione, “per aver violato in modo inaccettabile la privacy di altri seminaristi”.

Purtroppo però la querelle non si è conclusa qui, e per i ragazzi “accusati” di essere omosessuali, i guai continuano! Dopo essere stati smascherati i ragazzi sono stati espulsi, come riporta il giornale Novi List.

Sin dal 2005 la congregazione cattolica avrebbe adottato una legge secondo cui, le persone che dimostrano di avere delle inclinazioni omosessuali non possono diventare sacerdoti, quindi – a causa di desolanti pregiudizi – i seminaristi gay potrebbero dover rinunciare alla loro vocazione.

“Una decisione definitiva nei riguardi dei giovani non sarà presa frettolosamente, – si legge in una dichiarazione dell’Arcivescovado di Fiume – per non arrecare loro un’ingiustizia. I ragazzi sono per ora sospesi e ogni singolo caso sarà sottoposto al vaglio del loro vescovo locale“.

In merito alla vicenda, la congregazione aveva chiesto il massimo riserbo, ma nonostante tale richiesta, il giornale Novi List ha ugualmente deciso di pubblicare la notizia, una notizia destinata a creare parecchio scalpore.

www.lanuovabq.it/it/soldi-abusi-e-o...a-chiesa-croata
Soldi, abusi e omosessualità, così si perde la Chiesa croata
ECCLESIA22-01-2019
Ad esempio, nel 2011 è scoppiato nel Seminario Arcidiocesano di Fiume lo scandalo di sei seminaristi di tendenza omosessuale, scoperti da un loro collega. Il fatto era ormai diventato pubblico, e l'Arcidiocesi, a norma di legge canonica, ha dovuto escludere i sei dalla formazione sacerdotale, tuttavia ha espulso anche il seminarista che li aveva scoperti, ufficialmente per avere violato la privacy dei sei seminaristi da lui accusati. In pratica, un avvertimento sulle conseguenze che avrebbe sofferto chi in futuro avesse avuto l'ardire di denunciare fatti di questo genere.

Edited by pincopallino2 - 22/1/2019, 22:36
 
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view post Posted on 20/3/2012, 10:46
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http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2012/0...filia-1.3700096


Il vecchio parroco accusato di pedofilia

Le vittime hanno rotto l’omertà dopo decenni. Il prete denunciato li avrebbe molestati a Bibigne, paese alle porte di Zara

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di Andrea Marsanich

ZARA. Per anni avrebbe molestato un imprecisato numero di ragazzini che assistevano in chiesa all’ora di catechismo, coperto da un muro di omertà, rassegnazione e paura. Ma qualcuno ha deciso di parlare dopo decenni ed ora il presunto, clamoroso caso di pedofilia è in mano alla Procura statale croata e agli investigatori della Questura di Zara.

Le indagini sono state avviate nei confronti di don Nedjeljko Ivanov, 72 anni, sacerdote emerito e per lungo tempo parroco di Bibigne, piccola località costiera alle porte di Zara. Ivanov, sistemato nella Casa per sacerdoti emeriti dall’anno del suo pensionamento, nel 1996, è stato denunciato pubblicamente da tre uomini, definitisi pluriennali vittime del parroco e che vivono all’estero.

Sono il dottor Nenad Bugarija, residente negli Stati Uniti, Josip Lisica che vive in Svizzera e infine Mate Sindija, da anni in Australia, persone negli anta e che da adolescenti risiedevano in questo villaggio dalmata, sovente al centro di casi di cronaca nera, specie per episodi di violenza o per questioni legate alla droga. Della vicenda si è occupato anche il sindaco di Bibigne, Nino Simunic, che si è detto scioccato delle denunce. «Tutti sapevano e nessuno parlava? Ammetto di non aver udito mai una voce contro don Ivanov, che reputo fino a prova contraria un sacerdote e una persona esemplari.

Non per niente il Consiglio comunale di Bibigne ha deciso di assegnargli il premio municipale per l’opera omnia, avendo contribuito al restauro della vecchia chiesa e alla costruzione di una nuova nella nostra località». Il sindaco ha aggiunto che la decisione sull’eventuale ritiro del premio, dovessero le accuse rivelarsi vere, spetterà pure al parlamentino locale.

Non è rimasto insensibile nemmeno il ministro croato degli Interni, Ranko Ostojic, il quale ha confermato ai giornalisti che il caso del presunto prete pedofilo è quasi certamente caduto in prescrizione. «La Procura statale è al lavoro per capire cosa si possa ancora fare. Purtroppo all’epoca non c’è stata la collaborazione necessaria, né da parte delle vittime, né dei loro familiari o amici. So della proposta che si vorrebbero installare videocamere all’interno delle chiese, ma è una cosa senza senso perché vorrebbe dire generalizzare quanto avviene in questa importante istituzione. Piuttosto non si dovrebbe tacere su episodi del genere, denunciandoli invece apertamente».

19 marzo 2012
 
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view post Posted on 11/4/2012, 15:45
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http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-euro...gabria-1188742/

Croazia, arrestato per pedofilia un prete cattolico a Zagabria

TAG: croazia, pedofilia, zagabria

ZAGABRIA – A Zagabria un prete cattolico croato ha ammesso il reato di uso di materiale pedopornografico, ed ha raggiunto un accordo con la magistratura patteggiando una pena di un anno di carcere.

Mladen Kozina, che negli scorsi dieci anni era a capo di una parrocchia nella periferia della capitale croata, e' stato arrestato in ottobre nell'ambito di una vasta operazione internazionale contro la pedofilia, conosciuta sotto il nome in codice 'Oliver'.

In Croazia sono state trenta le persone coinvolte nelle indagini. Nel computer di Kozina la polizia aveva trovato migliaia di foto a contenuto pornografico, che mostravano neonati e bambine.

La notizia dell'arresto del sacerdote e' stata diffusa dell'Arcivescovato di Zagabria, che lo ha immediatamente sospeso in attesa del processo. Non ci sono finora indizi o testimonianze su un suo eventuale abuso diretto sui minori.

Si tratta del terzo prete cattolico condannato per pedofilia in Croazia negli ultimi cinque anni.
11 aprile 2012 12:58
 
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view post Posted on 5/6/2018, 17:55

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www.portalnovosti.com/pedofil-za-oltarom


Pedofilo per l'altare
Scandalo a Krk Diocesi: invece di sanzioni ecclesiastiche, pedofilo condannato Don Drago Ljubicic con il vescovo Valter Zupan e il suo successore Ivica Petanjko per anni divise l'altare, fa un pellegrinaggio, anniversari, commemorazioni e partecipando alle celebrazioni di massa di Epifania, Domenica delle Palme, Santo Giovedi, Venerdì e sabato
Drago Ljubicic, un sacerdote che nel 2009 è stato condannato a tre anni di carcere per abusi sessuali di Rab dell'altare, non solo vera massa 'per la famiglia ei giovani' a lui ogni anno vescovo di Krk Ivica Petanjak personalmente approvato, come abbiamo scoperto in numero pretprošlom. Negli ultimi sei anni, dal rilascio 2012, Ljubicic è le feste più importanti del calendario cristiano trascorso presso l'altare della cattedrale di Krk, con il vescovo ei suoi predecessori PETANJKO Valter Zupan. Anche se ufficialmente in pensione, spesso con i vescovi hanno partecipato alle celebrazioni di massa di altre parrocchie, l'ordinazione dei sacerdoti, le riunioni plenarie del clero Krk, riunioni di famiglia, i vari anniversari, commemorazioni e viaggi in altri paesi. Dimostrano le foto e i testi sulle pagine ufficiali di Krka e diverse altre diocesi. Prima riempito la cattedrale, in abiti sacerdotali, Ljubicic ha più volte partecipato a celebrazioni di massa sempre accompagnati dal primo uomo della diocesi, i sacerdoti delle parrocchie locali e altare giovanile. Ha anche frequentato alcuni anni fa la messa nella chiesa di Veloscourish dove è stato picchiato sui bambini negli anni '80.

La Chiesa deve essere sul lato delle vittime e dei loro cari e dai loro ranghi per rimuovere i responsabili di queste atrocità terribili e mostruose, al fine di proteggere le vittime future e prevenire l'abuso del ministero sacerdotale - dice frate Drago Bojić

La conoscenza di queste informazioni non arriva una settimana dopo la loro separazione monaci annunciato che dai loro ranghi era un uomo che si è dichiarato colpevole di abusi su minori, anche se è una punizione giudiziaria bypassato a causa della prescrizione, che è nel pubblico attribuisce ad un cover-up pluriennale nella parte superiore dello Split-Makarska Arcidiocesi. caso Ljubicic è un completo opposto di questo epilogo: puntuale come condannato istituzioni laiche dopo l'accesso dei genitori, o privi di adeguate sanzioni ecclesiastiche. Un religioso legalmente condannato per gravi crimini ha continuato a frequentare le attività ecclesiastiche descritte grazie al vertice della diocesi di Krska.

Cronologia, infatti, per lo più associato con il rapporto della Chiesa al parroco John Cucek che nel 2005 è stato condannato a un anno e sei mesi di libertà vigilata per atti indecenti dieci anni ragazze. Tre anni dopo, Čuček apparve per l'altare della chiesa di Santa Maria nel Kaptol di Zagabria. I media poi riferito che pedofilo condannato aveva il permesso del primo uomo della Chiesa cattolica in Croazia, Josip Bozanic, a servire la Messa. Anche se, a differenza di Cucek, Ljubicic per sanzioni più severe e più prove concrete servito carcere, con il permesso del vescovo per tenere la massa anche in piedi per l'altare.

Abbiamo chiesto quindi una manifestazione della diocesi di Krk, Conferenza Episcopale Croata, il nunzio papale e l'ex vescovo di Krk, oggi Cardinale Josip Bozanic. Abbiamo chiesto loro, tra le altre cose, è opportuno che l'uomo che è stato condannato per pedofilia prendere parte alle celebrazioni di massa e se i responsabili della diocesi incorrere in eventuali sanzioni per tali comportamenti. Con la conclusione del testo nessuna risposta, se non che siamo stati da Zagreb inviato sull'isola di Krk, non risponde alla richiesta di inviare il supervisore richiesta cardinale Bozanić. Nella diocesi di Krk, hanno chiuso il telefono appena abbiamo presentato e richiesto il Vicario Generale Franjo Velcic. Così, c'è stato negato la ripresa dei colloqui con il vicario, che due settimane fa finita la nostra domanda circa i tempi di appropriatezza Ljubicic di massa all'interno della Chiesa cattolica. 'Nell'ambito di tale manterrà, se non la Chiesa cattolica? ", Disse il Vicario Generale, assicurandoci che Ljubicic esegue effettivamente le funzioni di dell'altare solo in una casa di cura per i sacerdoti, ma non tra i bambini e gli altri credenti. Come vicario generale della diocesi, Velcic doveva sapere che da anni divide Ljubicic Mishnah festa del vescovo, come, dopo tutto, e con lui personalmente. Velcic e Ljubicic in modo che le fotografie che vediamo l'altare nella cattedrale di Krk per la settimana di Pasqua 2015, il Giovedi Santo 2016 e in pellegrinaggio in Slovenia nel mese di aprile scorso, nel 2017. In tutte e tre le occasioni, c'è anche il competente vescovo Petanjak, che Papa Francesco ha nominato nel 2015. Né lui, tuttavia, ha risposto alla nostra inchiesta.

Invece di essere processati in tempo, i vescovi con lui tengono le masse. L'unica risposta possibile è quello di smettere di andare in chiesa, come ho fatto proprio a causa di questo caso - ha detto il padre di una delle vittime Novalja Drago Ljubicic

L'ex ambasciatrice del Vaticano e sociologa della religione Ivica Maštruko è stata sorpresa dal comportamento della diocesi. "Parallelamente al verdetto civile, avrebbe dovuto essere adeguatamente perseguito ai sensi del diritto canonico. Il peso della carica comporterebbe anche una frase appropriata che varia dal divieto di celebrare la Messa, pregare e trasferirsi in Chiesa. In questo caso le conseguenze sono, a dir poco, inappropriato ", ha detto Maštruko.Sličnog le opinioni e Frate Drago Bojić, che crede che per reati di questo tipo non dovrebbe essere alcuna tolleranza non è una scusa, che, ha ricordato, di recente dicendo e papa Francesco. "I sacerdoti che hanno abusato dei bambini non dovrebbero avere alcun ministero nella Chiesa, specialmente a contatto con bambini e giovani. Dopo tali atrocità non possono più essere annunciatori credibili della Parola di Dio e, pertanto, è inaccettabile che, dopo le sentenze civili servire la Messa o eseguire altre ministero sacerdotale "ha detto Bojic, sottolineando che la Chiesa cattolica" deve affrontare con il male e criminali nella propria ranghi. 'Deve essere dalla parte delle vittime e dei loro cari e dai loro ranghi per rimuovere i responsabili di queste atrocità terribili e mostruose e agire preventivamente per proteggere le vittime future e prevenire l'abuso del ministero sacerdotale ", ha aggiunto. La chiesa sarebbe stata, a suo parere, dovrebbe decisamente impostato e molestatori di bambini di riferire alle autorità civili perché sarà anche proteggere e me, ma anche sacerdoti che in modo responsabile e moralmente svolgere il loro službe.Teologinja Lana Bobic capisce che la Chiesa deve prendere cura di ogni persona, è quindi è un rifugio per i pedofili, ma crede che il limite debba ancora esistere per proteggere le vittime e la loro dignità. Gran parte di ciò, dice, è un'omissione grave in questo caso. 'Questo è un altro esempio che indica la necessità di educazione sessuale nelle scuole. Il tabù della sessualità non può preparare i bambini a rispondere correttamente in caso di abuso o disturbo. La Chiesa ha il mio sostegno assoluto per trovare lo spazio per i pedofili che sono usciti di prigione e per prendersi cura della sua anima, ma non vicino ai giovani ", ha detto. Ogni dettaglio del caso Ljubicic, tuttavia, mostra che la Chiesa ha agito in contrasto con questi sugestijama.Nakon nel 2007, la polizia ha avviato un'indagine contro Ljubicic con l'accusa di compiere atti osceni di cinque ragazzi che avevano tra i 10 ei 12 anni, la diocesi è stata riluttante credere nel contenuto delle accuse. E 'diventato il leader Ivan Kordic, Diocesi posizione predecessore Velčićev Vicario Generale di Krk, caro amico Ljubicic e pastore nella sua Poljice villaggio natale. "Lo conosco bene e posso solo dirgli la cosa più bella e più positiva. L'uomo è delicato, disponibile, compassionevole, coscienzioso e collaborativo ", ha detto Kordic allo scoppio della storia. Dopo il suo rilascio dalla custodia cautelare Ljubicic chiamare Kordic leggere il Vangelo durante la messa in Poljice confessando maloljetnike.'Stvarno non so che cosa potrebbe essere contestata. Siamo insieme in quel giorno nella Chiesa professata bambini, con quello che sono consapevoli di quali possibili obiezioni credente, ho sentito le confessioni in sacrestia, e Ljubicic doveri sacerdotali eseguito all'aria aperta, o in chiesa, dove tutti potevano vederlo, e quelli che ha confessato. Ogni bambino poteva scegliere chi sarebbe stato il prete a confessarlo ", ha risposto Kordić alle lamentele di alcuni genitori. "Dopo tutto, non è stato condannato e non ci sono prove di accuse a sue spese", ha concluso. Due anni dopo, le prove e le accuse diventeranno parte integrante del verdetto finale. Tuttavia, il premio della corte non ha cambiato l'atteggiamento della diocesi in Ljubicic. Nel dicembre 2011, ben sei mesi prima del suo rilascio dal carcere, Vescovo Valter Zupan che lo istruì agosto 2012 mass hold 'per la famiglia ei giovani' e per venire alla riunione plenaria annuale del clero Krk. Lì hanno discusso l'approccio della chiesa alla famiglia e ai bambini, mentre i sacerdoti hanno dato "nuovi incentivi e suggerimenti per l'annuncio e la testimonianza di fede". Gazzetta ufficiale della diocesi di trasferimenti Krk durante questo periodo omelia vescovo Zupan secondo il quale 'figli sono cresciuti senza il padre presenza il 69 per cento delle vittime di abusi sessuali', invita i fedeli a scuola famiglia con il tema "La famiglia, i giovani e la sessualità - atteggiamenti morali e dei valori nella vita familiare 'con Don Damirom Stojić come docente, sottolineando il secondo posto che un rapporto arbitrario con la sessualità, come l'aborto, significa degradare e degenerare la persona. 'Young, non ti arrendere con promesse poco costose! Famiglie, credi che Dio sia tuo alleato. Tieniti sue istruzioni, se si vuole mettere te stesso, i tuoi figli e le persone', dice il Vescovo sindaco e poi un paio di mesi dopo, nel marzo 2013, ha portato e moderato preduskrsni riunione plenaria dei sacerdoti a cui lui e Ljubicic. Lì il vescovo dice a Ljubicic e ad altri di venire alla nuova evangelizzazione dei fedeli. 'L'opportunità è ogni incontro con le persone, sia personali che comuni.' È anche popolare nell'aprile 2014 per organizzare il primo incontro diocesano della famiglia. Preghiere per 'la famiglia, per l'unità della famiglia, la loro crescita della fiducia e tradizione, apertura alla vita, il coraggio e la perseveranza nelle difficoltà della vita, preghiere per i loro figli' imposto contro un gran numero di famiglie con bambini, mentre accanto a lui, insieme ad altri sacerdoti e chierichetti, in piedi don Ljubičić, dr
 
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IL CASO
Soldi, abusi e omosessualità, così si perde la Chiesa croata
ECCLESIA22-01-2019
Casi di abusi sessuali, scandali finanziari, passatempi pericolosi (un vescovo incriminato per aver impallinato un altro cacciatore durante una battuta di caccia al cinghiale), casi clamorosi di omosessualità nei seminari e acquiescenza verso le relazioni omosessuali. Chiesa croata nella bufera.

Il cacciatore, mons. Vjekoslav Huzjak
La Chiesa croata non è immune dalla grave crisi morale che attanaglia la Chiesa in tutto il mondo. È una crisi che coinvolge in primo luogo l’episcopato, che appare più interessato alla cura e alla gestione dei propri interessi terreni che alla cura delle anime. Non è un caso che la reazione dei vescovi croati al blocco della canonizzazione del beato Alojzije Stepinac, decisa dalla Santa Sede a seguito delle proteste della Chiesa ortodossa serba, sia stata molto più blanda rispetto a quella che, nel 2011, prese di mira Benedetto XVI a seguito dell'“affare Daila“, vale a dire l'assegnazione a un monastero benedettino italiano, ai danni della Diocesi di Parenzo-Pola, di una piccola parte dei possedimenti dell'ex convento benedettino di Daila, in Istria, decisa da una commissione vaticana e avallata dal Papa.

E' cronaca di questi giorni l'incriminazione di mons. Vjekoslav Huzjak, vescovo di Križevci-Bjelovar (diocesi suffraganea dell'Arcidiocesi di Zagabria), per un reato che corrisponde alle “lesioni gravi“ dell'ordinamento giuridico italiano. Durante una battuta di caccia al cinghiale, mons. Huzjak ha per errore sparato a un altro cacciatore che si trovava nelle vicinanze, ferendolo gravemente (vedi qui). Inutile dire che i media cattolici, riportando i fatti, le scuse del vescovo e la sua visita in ospedale al cacciatore ferito, che comunque non è in pericolo di vita (vedi qui), non si sono posti il dubbio circa l’opportunità che un successore degli apostoli impugni e utilizzi armi da fuoco e pratichi passatempi così pericolosi.

Non è raro leggere sui giornali di gravi perdite di denaro da parte di organi ecclesiastici e diocesi a seguito di cattivi investimenti. Il più grave di questi scandali, che ha fatto traballare il seggio episcopale del cardinal Josip Bozanić, arcivescovo di Zagabria, è scoppiato lo scorso anno coinvolgendo il Collegio dei Prebendari della Cattedrale di Zagabria, composto da sacerdoti il cui compito principale è quello di confessare in Cattedrale.

La cattiva gestione dei beni di questo Collegio e un vorticoso giro di mutui e di cattivi investimenti immobiliari ha provocato la perdita di diverse decine di milioni di Euro. A farne le spese il capo dei prebendari, mons. Mijo Gabrić, sospeso da ogni funzione e condannato alla perdita del titolo di monsignore, nonché a una vita di ritiro, preghiera e penitenza (vedi qui). Nessun provvedimento, invece, è stato preso verso chi in questi anni non ha sufficientemente vigilato sull'attività del Collegio dei prebendari e ha chiuso un occhio sul fatto che Gabrić da ben sette anni non presentasse alcun rendiconto sull'attività finanziaria del Collegio.

Un altro prebendario della Cattedrale di Zagabria, Zvonimir Kurečić, è stato denunciato il mese scorso da un professore universitario, ex seminarista ed ex frate francescano, oggi sposato (e divorziato) con una figlia, per avere tentato di abusare sessualmente di lui dopo averlo invitato con un pretesto nel suo appartamento (vedi qui). L'accusatore ha affermato di essere a conoscenza di un altro uomo che avrebbe subito le stesse morbose attenzioni da parte di Kurečić, riservandosi tuttavia di rivelare il suo nome nel momento in cui sarà necessaria la sua testimonianza in sede di processo penale.

Contro il prebendario è stato avviato anche un procedimento canonico presso l'Arcidiocesi di Zagabria, tuttavia ciò appare come espressione della consueta prassi clericale di agire solo dopo che è scoppiato lo scandalo pubblico, poiché negli ambienti ecclesiastici il comportamento sopra le righe di Kurečić era noto a tutti (nel Seminario Maggiore girava la battuta: «Se devi andare a casa di Kurečić, vedi di non andarci da solo»).

La diffusa immoralità nel clero provoca anche un indebolimento nell'insegnamento della morale cristiana, tanto più che i luoghi destinati alla formazione delle future generazioni di sacerdoti, i seminari, anche in Croazia non appaiono immuni da una sempre più marcata presenza omosessuale.

Ad esempio, nel 2011 è scoppiato nel Seminario Arcidiocesano di Fiume lo scandalo di sei seminaristi di tendenza omosessuale, scoperti da un loro collega. Il fatto era ormai diventato pubblico, e l'Arcidiocesi, a norma di legge canonica, ha dovuto escludere i sei dalla formazione sacerdotale, tuttavia ha espulso anche il seminarista che li aveva scoperti, ufficialmente per avere violato la privacy dei sei seminaristi da lui accusati. In pratica, un avvertimento sulle conseguenze che avrebbe sofferto chi in futuro avesse avuto l'ardire di denunciare fatti di questo genere.

Sempre l'Arcidiocesi di Fiume, in occasione delle celebrazioni, avvenute nel maggio 2012, del decimo anniversario della creazione dell'Ufficio per la Famiglia, non ha trovato di meglio che invitare l'allora ministro delle politiche sociali e dei giovani, Milanka Opačić, rappresentante LGBT nel governo di sinistra di Zoran Milanović, che proprio in quei giorni organizzava l'indottrinamento all'ideologia gender nelle scuole croate di ogni ordine e grado, poi fallito.

Attorno al 2015-2016 era previsto un ricambio generazionale della componente vescovile della Chiesa croata, con il quasi contemporaneo pensionamento di diversi vescovi, la maggioranza dei quali notoriamente conservatori. Conoscendo le tendenze in atto nella Chiesa universale, molti fedeli cattolici temevano che al posto di mons. Valter Župan, vescovo di Veglia, di mons. Ante Ivas, vescovo di Sebenico, e di mons. Mile Bogović, vescovo di Gospić-Segna, sarebbero stati nominati nuovi vescovi incaricati di portare il nuovo verbo della cosiddetta “Chiesa in uscita“.

Tale timore si è avverato con la nomina del carmelitano Zdenko Križić a vescovo di Gospić-Segna, diocesi che copre un’area tra le più conservatrici dell’intera Croazia.
Intervistato nel maggio 2016 dal quotidiano Večernji List, mons. Križić, fresco di nomina ma non ancora insediato, faceva affermazioni estremamente discutibili, tuttavia perfettamente in linea con il “nuovo corso”, a proposito dell’atteggiamento della Chiesa nei confronti degli omosessuali (vedi qui).
Egli affermava che essi non possono attendersi un matrimonio in chiesa, poiché «la dottrina della Chiesa per il momento non lo permette», essi tuttavia «possono dare il loro non piccolo contributo alla crescita spirituale della comunità cristiana», e possono andare a fare la Comunione solo dopo avere riconosciuto «davanti a Dio ciò che secondo la loro coscienza essi sentono come peccato». Insomma, per mons. Križić il cosiddetto “matrimonio omosessuale” solo «per il momento» non è permesso, e i gay si possono impegnare in chiesa come qualsiasi altro fedele. Non una parola sul fatto che il vivere una relazione omosessuale è un peccato molto grave. Secondo il vescovo il giudizio morale sulla loro relazione è affidato a loro stessi, e se essi la ritengono conforme alla Legge di Dio, possono fare la Comunione.
 
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