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Spagna. Il governo socialista rende imprescrittibili i crimini pedofili, Il Ministro della Giustizia informa il Vaticano: niente più scappatoie per i preti predatori

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view post Posted on 30/10/2018, 07:35

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Il Ministro della Giustizia informa il Vaticano: niente più scappatoie per i preti predatori

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Il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin e la vicepresidente spagnola Carmen Calvo (Efe)

www.lastampa.it/2018/10/29/vatican..._mc5MViWgeaspZg

Spagna, la Santa Sede non si opporrà alla esumazione dei resti del dittatore Franco
Incontro di due ore stamane tra il segretario di Stato Parolin e la vicepresidente Carmen Calvo, la prima dall’avvio dell’esecutivo di Pedro Sánchez. Presentati gli emendamenti al Codice penale perché i crimini di abusi non cadano in prescrizione


Pubblicato il 29/10/2018
Ultima modifica il 29/10/2018 alle ore 17:12
SALVATORE CERNUZIO
CITTÀ DEL VATICANO
La Santa Sede non si opporrà alla esumazione dei resti del dittatore Francisco Franco e la loro rimozione dal memoriale della Valle dei Caduti, che lo stesso generale volle far costruire in ricordo dei morti della Guerra civile. Ad assicurarlo è il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin che ha incontrato questa mattina la vicepresidente del governo spagnolo, nonché ministro della Presidenza, Relazioni con la Corte e Uguaglianza, Carmen Calvo, nel Palazzo Apostolico vaticano.



Si tratta del primo incontro tra rappresentanti dei due Stati, dopo l’avvio del nuovo esecutivo, il 2 giugno scorso, del socialista Pedro Sánchez, dichiaratamente ateo ma sostenitore delle «tradizionali e fluide relazioni» bilaterali mantenute da sempre.



Dell’incontro tra Parolin e Calvo, di circa due ore, la Santa Sede non ha fornito alcuna notizia, limitandosi a commentarlo come un appuntamento «ordinario». Una nota stringata del governo spagnolo – diffusa dai media iberici – informa invece che l’udienza, «estremamente cordiale», è stata organizzata dalla nunziatura al fine di «scambiare punti di vista e informazioni su differenti questioni di interesse di entrambe le parti». Tra i temi affrontati, in particolare, vengono segnalati il regime fiscale della Chiesa in Spagna e il processo di revisione dei beni ecclesiastici; a riguardo il Vaticano, tramite il suo “primo ministro” Parolin, ha confermato «la disponibilità a trattare congiuntamente entrambe le questioni per raggiungere punti di incontro».



Un obiettivo comune intanto c’è già ed è il contrasto del fenomeno degli abusi del clero: «La Chiesa – si legge nel comunicato - ha condiviso la sua preoccupazione, che è la stessa del governo, di rendere giustizia alle vittime degli abusi e di prevenire questi eventi in futuro». A tal proposito, Carmen Calvo ha informato il segretario di Stato degli emendamenti del Codice penale per garantire che tali crimini siano imprescrittibili.



In mezzo ad altri argomenti come l’agenda internazionale di entrambi gli Stati o la comunicazione «cordiale» reciproca portata avanti grazie anche all’arcivescovo di Madrid, Carlos Osoro Sierra, e al presidente della Conferenza episcopale, Ricardo Blázquez, si è fatto cenno durante l’udienza alla questione che in Spagna ha generato dalla scorsa estate non poche polemiche e dibattiti: l’esumazione dei resti di Franco.



Il decreto legge, presentato alla fine di agosto dall’esecutivo di Sanchez e approvato dal Parlamento spagnolo il 13 settembre, aveva ottenuto 172 sì, due no e 164 astenuti (i popolari e i centristi di Ciudadanos). Il provvedimento modifica di fatto l’Historical Memory Act del 2007 per facilitare la riesumazione e proteggerla dalle eventuali richieste della famiglia del dittatore, morto nel 1975, ad 82 anni, che ha già annunciato azioni legali contro il governo.



La richiesta avanzata è che la salma venga trasferita nella cripta della cattedrale della Almudena a Madrid, cosa che ha generato diverse critiche. Ma al momento ancora non si conosce il luogo in cui essa verrà spostata una volta rimossa dall’attuale luogo di sepoltura: il monumentale mausoleo nella Valle de los Caidos, che custodisce i resti di circa 32mila caduti di entrambi gli schieramenti della guerra civile spagnola. All’epoca fu presentato dal regime come luogo di riconciliazione, ma negli anni dopo la morte del “Caudillo” è andato trasformandosi in un luogo simbolo per i nostalgici del franchismo e, come tale, un monumento ingombrante per la democrazia spagnola. Da qui il decreto legge. «Un dittatore non può avere una tomba di Stato in una democrazia consolidata come quella della Spagna. È incompatibile», aveva detto la stessa Calvo in conferenza stampa.



Da parte sua la Santa Sede non si opporrà alla esumazione, come ha assicurato Parolin secondo quanto riferito dalla nota del Governo spagnolo (non confermata né smentita dalla Sala Stampa vaticana). Riguardo alla sepoltura, si legge, «entrambe le parti hanno concordato sulla necessità di cercare una soluzione e continuare a mantenere il dialogo».
 
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