| Bullismo. Marino: il mio calvario iniziato a 13 anni.
Il mio calvario è iniziato all'età di tredici anni, prima, in maniera ossessiva, durante le medie e poi, in modo sempre più violento, alle superiori.
Non potevo frequentare i ragazzi del paese, io ero quello effemminato, che non parlava in dialetto, che si curava e per loro ero, a seconda dei casi, la "checca", "il frocio", il "finocchio". Non ci si rivolgeva mai a me in modo diverso. I professori delle medie si rendevano conto del mio disagio ma mai nessuno ha mosso un dito per difendermi. Il peggio è arrivato alle superiori, ero innamorato di un mio compagno di classe, ripetente, il quale, insieme ai maschi più grandi non perdeva mai occasione di prendermi in giro. Ormai ero arrivato al punto di desiderare la morte ogni giorno, non potevo uscire per il paese, non potevo parlare con i miei genitori, ero terrorizzato a salire sull'autobus della scuola. L'idea che io fossi gay si era diffusa anche in un'altro istituto vicino al mio così, oltre agli insulti dei compagni maschi di classe, dovevo sopportare anche quello di gente che nemmeno conoscevo. L'unico amico che avevo era additato come il mio ragazzo, gli altri gli chiedevano "ma come fai a uscire con quel finocchio?", poi, per proteggerlo, ho smesso di frequentarlo e mi sono chiuso nel mio silenzio, stavo tutto il giorno in camera mia a leggere e ad ascoltare musica.
Non facevo mai ginnastica con gli altri perché appena entravo negli spogliatoio subito i ragazzi cominciavano a offendermi e a farmi vedere i loro attributi. Una volta, costretto da un professore che non aveva capito nulla di me e della situazione, ho dovuto giocare a calcio. Gli altri mi hanno messo in porta e hanno fatto a gara a chi tirava più forte la palla. Mi sono fatto male a una mano ma sono stato zitto perché non volevo dargliela vinta. Potrei continuare a raccontare cose del genere per ore ma, oggi, a trentuno anni sono felice di quello che sono e quando penso a quei momenti provo solo un'infinita tristezza per quei ragazzi. Ogni volta che accendo la televisione e sento la chiesa che ci offende e ci odia penso a quanto questi falsi pastori di Cristo siano lontani dall'amore di Dio.
Oggi ho letto questa terribile notizia di questo ragazzo che si è suicidato. Queste cose avvengono ogni giorno e nessuno fa niente, forse se qualcuno avesse detto a questo ragazzo che era una persona splendida e che non c'era nulla di sbagliato in lui la tragedia non sarebbe successa. Voglio esprimere tutto il mio dolore alla madre, l'unica che, probabilmente, sapeva quanto fosse bello suo figlio.
Marino Buzzi
Alessandro, 18 anni: mi chiamavano "fmmnel".
Salve,
mi chiamo Alessandro, ragazzo di 18 anni della provincia di Napoli. Vari sono stati gli episodi di bullismo da quando ho capito di essere gay... alle elementari nessun problema, ma quando sono passato alla scuole medie, i problemi sono iniziati.. essendo un ragazzo abbastanza timido che "fatica" a socializzare con gli altri e avendo due cugine nella mia stessa classe frequentavo principalmente loro... i primi commenti iniziarono ad arrivare.."rikkò"..."fmmnel" fino a essere preso in giro anche da persone non della classe... e i professori non hanno mai fatto nulla... e sono portato sempre più ad isolarmi, sarà molto probabilmente per questo motivo che ho un carattere abbastanza chiuso, sono molto riservato, mi faccio i fatti miei stessa cosa quando sono passato alle superiori, e questa volta anche con dei palpeggiamenti.. cambiai scuola per altri motivi e stessa storia, ma non perchè avevo degli atteggiamenti femminili, anzi, sarà un pò per la voce,per il mio carattere pacato,tranquillo... proprio come Matteo.
Per fortuna poi grazie all'indefferenza e aver mostrato la mia mascolinità queste sorti di "tormentoni" che uno ci si sente ripetere sempre nelle orecchie.. ma chi non è maschile? Non è giusto che venga preso in giro! Per fortuna ho saputo sempre far scivolare su di me (relativamente) queste offese gratuite ma soprattutto ignoranti... quand'ero fidanzato non mi facevo nessun problema, ero liberamente fidanzato in pubblico e anche lì i commenti arrivarono, ma come si può far a offendersi da offese fatte da persone ignoranti?
Nella scuola non si potrà mai, spero che venga smentito, a fare una compagna contro l'omofobia, sia perchè parecchi professori sono omofobi loro in prima persona ma anche perchè lo stesso Ministro dell'Istruzione, Fioroni parteciperà al Family Day... quindi non credo proprio che possa far organizzare una campagna contro l'omofobia... Sei gay? E sii felice per quello che sei! Non dar conto a ignoranti che per sentirsi superiori, per farsi vedere dagli amici come "grandi" prendono di mira i più "deboli" di loro, COMBATTILI! Perchè ti accorgerai che ci sono moltissime più persone al tuo fianco che ti aiuteranno a VINCERE.
Francesco, 19 anni: anch'io vittima del bullismo omofobo
Anch'io come tanti altri miei amici gay sono stato vittima di bullismo, a partire dal quarto anno di liceo, solitamente è quello l'anno in cui si socializza di più le classi superiori.
Ho studiato in un liceo scientifico ma non ho avuto problemi con la mia classe, tutti ragazzi dolcissimi e con cui si scherzava spesso su temi quali omosessualità.
I professori sono sempre stati gentilissimi e attenti ai nostri problemi, in particolare la prof. di inglese e quella di filosofia mi volevano realmente bene proprio perchè omosessuale (o forse perchè ero più sensibile degli altri), un amore quasi materno.
Tuttavia i problemi arrivarono dopo dalle altre classi, dopo voci riguardo la mia omosessualità (feci scalpore perchè fui l'unico a dichiararsi) iniziarono gli insulti da parte di un gruppetto di quinta, poi le molestie (tant'è che andavo nel bagno del piano inferiore per evitare di essere... "toccato" alle mie spalle, fuor di metafora).
Ho pensato anch'io al suicidio, sentimento alimentato peraltro dai miei genitori che, in seguito al mio coming out e alla confessione di questi miei problemi, temevano che mi esponessi troppo e che tutti mi prendessero in giro. Fortunatamente non ne ho mai avuto il coraggio.
Ora sono iscritto al primo anno di Ingegneria, buona media e tanti esami. Però mi trovo ancora deriso e schernito, ho trovato addirittura scritte sotto casa, telefonate per i miei e grida da stadio con il mio nome e appellativi tipo:"ricchio', frocio"... Ma lungi da me il suicidio.
Ho scoperto, a malincuore, che omofobia genera altra omofobia. Da due bulli ad un branco e purtroppo l'ignoranza aiuta! La chiesa, i politici... tutti alimentano questo nuovo panico morale verso gli omosessuali e sappiamo cos'accade quando ci va sotto un ragazzo che ha appena scoperto la propria sessualità.
Francesco 1988
Anch'io vittima di bullismo antigay
Mi chiamo Marco F., ho 18 anni, e voglio vuotare il sacco, per la prima volta.
Fin dalle elementari sono stato chiamato con appellativi dispregiativi, come "frocio" o "checca".
I miei compagni, ignari ma perfidi, mi sottoponevano per la mia diversità caratteriale (ero considerato troppo dolce), per il mio disamore verso il calcio (per loro era impossibile che non mi piacesse), per il fatto che non mi lasciassi coinvolgere nelle loro stupide iniziative o giochi, a scherzi e improperi, fino a tentativi di denudarmi in pubblico per accertarsi della mia sessualità.
Per la mia timidezza, le maestre non si sono mai accorte di tutto questo e l'unica volta che ho reagito con violenza a questi comportamenti, dando per difesa un calcio ad un mio compagno, mi hanno difeso, ma non sono riuscite a comprendere il gesto di quel bambino che non aveva mai alzato le mani verso qualcuno.
Con il passaggio alle scuole medie, il clima intimidatorio non è cambiato, anche perchè alcuni vecchi compagni delle elementari avevano influenzato quelli nuovi, portandoli a fare quello che loro facevano.
Un bambino di 11 anni non riesce a razionalizzare le proprie propensioni sessuali, quindi continuavo a subire passivamente, anche se la mia progressiva crescita psicologica faceva sì che le mortificazioni fossero solo verbali, grazie fortunatamente ad un maggiore controllo a cui vengono sottoposti gli alunni alle scuole medie.
Sia per la scaltrezza dei miei compagni a non pronunciare certe frasi in presenza degli insegnanti, sia per una certa tendenza al menefreghismo che caratterizza parte del corpo docente, ho dovuto continuare a "difendermi" da solo, perchè provavo vergogna oltre ad un po’ di orgoglio, a raccontare questi fatti agli adulti.
La parte peggiore della vita scolastica era l'ora di educazione fisica, quando ci dovevamo recare allo spogliatoio.
Lì, forti del fatto che nessuno li potesse sentire, si lasciavano andare alle battute più oscene, ipotizzando l'inesistenza del mio sesso fino all'omosessualità di mio padre.
Uno degli episodi peggiori, consumatosi stavolta in aula, è stato quando, mentre la “prof” di scienze spiegava il sistema respiratorio, alcuni compagni, sempre di sesso maschile, si sono avvicinati per accertarsi se la mia respirazione fosse addominale o pettorale, cioè maschile o femminile.
Naturalmente, dall'insegnante nessuna reazione.
Con il passaggio alle superiori, il cambiamento radicale delle persone, anche per quanto riguarda l'estrazione sociale, e una maggior consapevolezza sia mia che altrui delle questioni legate all'omosessualità, il clima, si è leggermente disteso, anche se inizialmente mi erano stai comunque affibbiati gli stessi appellativi che mi incollato negli anni precedenti.
Ora sono dichiarato con qualche compagna e il mio compagno di banco e va molto meglio.
Non ho mai pensato al suicidio, non l'ho fatto perchè ho un carattere forte e ho imparato a non curarmi delle opinioni altrui anche se questo obiettivamente mi a portato ad essere un po’ isolato.
Oggi si è ucciso un mio quasi coetaneo a Torino.
E' il gesto estremo di una persona che non è stata capita e aiutata.
Per la sua gentilezza ed educazione, qualità che spesso si percepiscono come disvalori, è stati preso di mira.
Provo un profondo disprezzo verso le persone che lo hanno portato a fare quel gesto ed estrema solidarietà verso di lui e la sua famiglia.
So purtroppo che questi non sono sentimenti che cambiano le cose.
La scuola non può fare molto. Molte delle iniziative che da essa vengono promosse sono completamente ignorate dagli alunni.
Servirebbero iniziative rivolte non a noi giovani, ma agli adulti perchè si facciano carico di indirizzare i propri figli (noi!) alla tolleranza.
Marco F. - Roma
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