Laici Libertari Anticlericali Forum

Violentò 17 bimbi ad Arcille (GR). Dice messa a Malta, Don Felix Cini patteggiò 2 anni e 6 mesi per abusi e pedopornografia. Già cacciato a furor di popolo da Cercemaggiore (CB)

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obuono
view post Posted on 19/1/2010, 20:18




CITAZIONE (GalileoGalilei @ 19/1/2010, 19:26)
In realtà a quanto pare don Felix ha scontato la pena (si fa per dire) in un comunità a Trento.

E così oltre allo sconto di pena del patteggiamento il prete ha goduto pure di una comoda sistemazione.

Immaginiamo che col conforto della preghiera don Felix si sarà completamente riabilitato.

Cari concittadini tutto quello che ho letto sul forum mi lascia molto perplesso, perchè denoto l'alto grado di ignoranza da parte di chi ancora non ha capito la gravità dell PEDOFILIA.
Questa mattina leggendo alcuni giornali locali la prima cosa che ho visto è l'articolo sul malessere che ha colpito Felix (non lo chiamo Don per rispetto a coloro che hanno dato la propria vita e ancora credono in valori cristiani). La prima cosa che mi è venuta in mente è:
SANTO SUBITO.
Sono daccordo con coloro che voglio che felix resti a cerce, (tanto più di qualche funerale, per il resto non vado, visto i risultati della chiesa), ma ad una condizione:
DICE LA MESSA E PER IL RESTO DELLA GIORNATA VIVE NELLA FAMIGLIA CHE LO OSPITA, INSIEME AI LORO BAMBINI.
Se vi sta bene ve lo potete anche crescere e perchè non ve lo mettete anche sullo stato di famiglia?
A casa vosta siete liberi di ospitare "Cani e Porci" scusate la dialettica forbita ma quando ci vuole ci vuole, visto che anche felix quando gli girano non esita di colorare le persone anche in un luogo sacro.
SANTO SUBITOSANTO SUBITO
 
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erpocholavezzi
view post Posted on 20/1/2010, 12:02




ho appena riletto tutti i post., ai quali devo aggiungere!!!!

1. il nostro vescovo non hai mai ma dico mai detto che padre felix è colpevole. " Se qualcuno di voi fosse andato in chiesa al Santo Natale lo avrebbe sentito ".

2. qualcuno di voi ing. e avv. ha mai fatto una causa alla quale ha patteggiato? "A mio parere non sapete cosa vuol dire nè il temine in questione e nè il termine "Convenienza"".

3. se volete continuare, non serve tutta questa stalla ma basta solamente che prendete tutti e dico tutti i 17 bambini che sono testimoni e li portate in paese faccia a faccia con Don Felix "e lasciate stare le sentenze PATTEGGIATE DI CONVENIENZA"
"Qui ho altro da aggiungere ma in questo Forum non Posso...."

4.vi Consiglio di non parlare più a Vanvera perchè potrebbe rivoltarsi contro voi stessi......
Continuando Cosi rischiate di essere denunciati per falsa testimonianza e non credo che vi convienga!!!

5. a qualche parte del forum è scritto che non è vero che Don Felix ha dato molto,
La Dimostrazione.....Ieri sera alle 21,00 in punto c'è stata un veglia in chiesa per Don Felix, chiedete quanta Gente C'era---......"Soprattutto Giovani"

Mi dispiace dirvelo ma quando saprete la Verità sarà tardi, ormai avete sporcato una persona umana come noi,
State dicendo davvero troppe Stronzate.....Resteranno sulla Vostra Coscienza!!!!
Don Felix non è Spiderman ma un umano e ad essere sincero quando ho letto sul giornale che Don Felix ha avuto il malore perchè ha peccato.....No Comment......

Questo Sarà il mio ultimo Messaggio e cortesemente quando questa storia Sarà Finalmente finita, Venite a rileggerlo...

Ciao a tutti "il ragazzo del muretto!!"
 
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mentesanacercese2
view post Posted on 20/1/2010, 15:05




Caro erpocholavezzi, volevo precisare, che la veglia c'è stata e purtroppo c'era gente (dico purtroppo perchè ho avuto la conferma di quanto sia ignorante il popolo cercese), ma ti chiedo quante persone di quelle secondo te sono realmente cattoliche???? ti chiedo questo perche a mio parere un cattolico fervente prega il Dio ma in silenzio non davanti a giornalisti e telecamere!!!! la cosa che mi fa più SCHIFO è che state strumentalizzando anche la preghiera. fate bene ad invocare lo Spirito Santo, speriamo che riesca lui ad aprirvi gli occhi!!!!
Per quanto riguarda il tuo punto 2 vorrei farti capire che una persona "normale" non patteggia per un reato così pesante, va infondo almeno per una propria dignità, se il prete ha patteggiato o non ha rispetto neppure di se stesso o è davvero colpevole....mi dirai "è stato costretto dai suoi superiori"...bè se aveva un minimo di coscienza e di amore almeno per la sua di vita si sarebbe tolto l'abito e avrebbe deciso da solo come comportarsi...purtroppo non l'ha fatto e queste sono le conseguenze...si ritrova sulle spalle un'accusa enorme, non siamo noi a non dover credere ad una sentenza, doveva essere lui a non farsi ribattezzare "pedofilo"se non lo è davvero!!!!!
La sentenza c'è e ci sono anche testimonianze, non parliamo di 1 o 2 bambini ma di ben 17, inoltre non dimentichiamo che sono state ritrovate sul suo pc immagini pedopornografiche....chi le ha messe sul suo computer??????
MA LA COSA CHE DAVVERO NON DOBBIAMO DIMENTICARE E' CHE ABBIAMO IL DOVERE DI PROTEGGERE I BAMBINI ANCHE QUELLI CHE DEVONO ANCORA ARRIVARE, CHE SIANO BENACCETTI IN QUESTO MONDO!!!!!!
 
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GiovannaD'Arco
view post Posted on 20/1/2010, 15:09




CITAZIONE (erpocholavezzi @ 20/1/2010, 12:02)
ho appena riletto tutti i post., ai quali devo aggiungere!!!!

1. il nostro vescovo non hai mai ma dico mai detto che padre felix è colpevole. " Se qualcuno di voi fosse andato in chiesa al Santo Natale lo avrebbe sentito ".

2. qualcuno di voi ing. e avv. ha mai fatto una causa alla quale ha patteggiato? "A mio parere non sapete cosa vuol dire nè il temine in questione e nè il termine "Convenienza"".

3. se volete continuare, non serve tutta questa stalla ma basta solamente che prendete tutti e dico tutti i 17 bambini che sono testimoni e li portate in paese faccia a faccia con Don Felix "e lasciate stare le sentenze PATTEGGIATE DI CONVENIENZA"
"Qui ho altro da aggiungere ma in questo Forum non Posso...."

4.vi Consiglio di non parlare più a Vanvera perchè potrebbe rivoltarsi contro voi stessi......
Continuando Cosi rischiate di essere denunciati per falsa testimonianza e non credo che vi convienga!!!

5. a qualche parte del forum è scritto che non è vero che Don Felix ha dato molto,
La Dimostrazione.....Ieri sera alle 21,00 in punto c'è stata un veglia in chiesa per Don Felix, chiedete quanta Gente C'era---......"Soprattutto Giovani"

Mi dispiace dirvelo ma quando saprete la Verità sarà tardi, ormai avete sporcato una persona umana come noi,
State dicendo davvero troppe Stronzate.....Resteranno sulla Vostra Coscienza!!!!
Don Felix non è Spiderman ma un umano e ad essere sincero quando ho letto sul giornale che Don Felix ha avuto il malore perchè ha peccato.....No Comment......

Questo Sarà il mio ultimo Messaggio e cortesemente quando questa storia Sarà Finalmente finita, Venite a rileggerlo...

Ciao a tutti "il ragazzo del muretto!!"

1. Io ho parlato direttamente, faccia a faccia, con il nostro Vescovo...e non spetta a lui decidere se è o meno colpevole. Il vescovo può mettere al vaglio solo i peccati di Don felix, non i REATI, per questi c'è la magistratura che opera in Italia.

2. UNA PERSONA ACCUSATA DI **PEDOFILIA**, se innocente....NON PATTEGGIAAAAAAAA!!!!! ARRIVA FINO IN FONDO...Evidentemente ha patteggiato perché patteggiare era più conveniente del carcere a vita. Inoltre, tu, erpocholavezzi, mi dici come fai ad avere la certezza della sua innocenza? HANNO PER CASO RIAPERTO IL CASO ED EMESSO UNA SENTENZA IN CUI VENIVA DICHIARATO INNOCENTE? FINO A PROVA CONTRARIA LA SENTENZA NON MI DICE CHE E' INNOCENTE! ma parla solo ed esclusivamente di colpevolezza.
Invece, in merito alla terminologia utilizzata di cui tu parli, *patteggiamento* e *convenienza*...te lo dico io cosa sono, perché, forse è a te che risulta forse ignaro il loro significato:
Il patteggiamento è un modo di concludere un procedimento penale ammettendo la propria colpevolezza o comunque rinunciando a difendersi nel merito, probabilmente perché SEI STATO COLTO IN FLAGRANTE e non hai pertanto elementi a tua discolpa....il tutto in cambio di uno sconto di pena e dell’applicazione di una serie di benefici connessi di solito alla scelta di questo rimedio. Quando si patteggia, oltre allo sconto di pena previsto dal codice, solitamente i giudici largheggiano anche con la concessione di altri benefici, quali la concessione delle attenuanti generiche, della sospensione condizionale e così via. Quando si parla di patteggiamento si parla di CONVENIENZA perché esso CONVIENE allo Stato, perchè gli consente di fare il suo lavoro senza dover fare tutto il dibattimento, che è molto oneroso, e CONVIENE all’investigato perchè gli consente di definire un procedimento penale con molti VANTAGGI.

3. E tu, più :xD: di Ofelix, vorresti rimandare quei 17 bambini d'avanti al loro orco? I 17 bambini sono stati più volte ascoltati dalle autorità competenti e, sempre le autorità competenti, hanno verificato, confrontato e constatato che le loro dichiarazioni erano corrispondenti a quanto ritrovato anche sui suoi computer, ovvero materiale pedopornografico....(ma qui entriamo troppo nel merito dei dettagli del processo).

4. Parlo quanto volgio perchè in Italia vige la liberta di parola e di stampa. Chi sei tu per dirmi di tacere? Se ritieni io sia colpevole di falsa testimonianza...procedi pure :rido:
Non credi forse che una denuncia potrebbero piuttosto beccarsela coloro che in paese spalleggiano la pedofilia a scapito dei diritti del bambino?

5. Noi, dal canto nostro, preghiamo dalle nostre case e ovunque, la casa del signore è anche intorno a noi. Ci sentiamo protetti da Dio ogni giorno e in ogni luogo. E la veglia è la dismostrazione di quanto questo prete vi stia strumentalizzando per ottenere i suoi vantaggi.


TUTTI SBAGLIAMO e tutti abbiamo diritto al perdono...Noi perdoniamo don felix...ma questo non restituisce la sicurezzza ai nostri bambini. Pertantyo va allontanato. Va adibito ad altri ruoli.
Non fatevi ingannare....****Il perdono non serve certo a guarire dal disturbo della personalità che è la pedofilia. Il pedofilo può non violentare qualcuno per paura di essere scoperto, di subire le rappresaglie o il giudizio dei tribunali. Ma non smette di essere pedofilo****(v.. GalileoGalilei del 19/1/2010, 13:34).

E RILEGGETEVI MEGLIO IL GIORNALE.

Buona giornata a tutti


P.S.: Spero davvero che questo sia il tuo ultimo messaggio...perché di bufale e di broccoli così non ne avevo mai letti.

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

QUALCUNO PRIMA O POI DOVRA' RENDERE CONTO DI TUTTO QUESTO...e temo non sarà certo il comitato...



 
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Felipe-bis
view post Posted on 20/1/2010, 15:26




Per chiarezza, vediamo cos'é il patteggiamento:

CITAZIONE
www.studiolegalegallo.it/patteggiamento.html

IL PATTEGGIAMENTO

Natura della sentenza emessa ex art. 444 c.p.p.

La natura della sentenza di patteggiamento, costituisce una delle problematiche più controverse dell'istituto introdotto dal codice di procedura penale.
Va evidenziato che la sentenza di patteggiamento, non ha le caratteristiche proprie di una sentenza di condanna, "stante carenza di quella piena valutazione dei fatti e delle prove che costituisce nel giudizio ordinario la premessa necessaria per l'applicazione della pena" .
Questa linea è ulteriormente precisata e sviluppata da alcune decisioni delle Sezioni Unite della Cassazione. Infatti, il giudice penale è pervenuto, attraverso un articolato iter argomentativo, alla conclusione che la sentenza emessa all'esito della procedura di applicazione della pena su richiesta delle parti, ex artt. 444 e ss. c.p.p., non ha natura di sentenza di condanna
Il giudice infatti, non compie un approfondito accertamento della responsabilità dell’imputato ma è tenuto soltanto a verificare sulla base degli atti, oltre alla legittimità dell'accordo, alcuni aspetti di merito: la correttezza del nomen iuris attribuito al fatto, dell'applicazione e del bilanciamento delle circostanze e, dopo la sentenza della Consulta
n. 313/901, la congruità della pena.
Si tratta quindi per l’indagato o per l’imputato (dato che la sentenza di patteggiamento può essere richiesta sia nella fase delle indagini preliminari sia nel primo atto di apertura del dibattimento), di una scelta di strategia difensiva, che comporta la rinuncia a far valere le proprie difese, a favore di una molteplicità di benefici come quello della pena sospesa, della non applicazione delle pene accessorie, del mancato pagamento delle spese processuali e della estinzione della pena una volta che, senza commettere più delitti, siano passati cinque anni dalla sua applicazione se si tratta di delitti, e di due se si tratta di contravvenzioni.
Altro e non ultimo beneficio, è quello di evitare i danni derivanti dalla lunghezza di un rito ordinario e dalla pubblicità del dibattimento e nell’evitare i rilevanti costi economici della difesa tecnica.
Per questi motivi, tale scelta può convenire tanto al reo quanto all'innocente che ritenga di non avere buone probabilità di dimostrare la sua innocenza, oppure preferisca non essere coinvolto in annose vicende giudiziarie dall'esito incerto. In sostanza l'istituto "si fonda su un incontro di convenienze": da una parte l'interesse pubblico alla sollecita amministrazione della giustizia e alla diminuzione dei carichi pendenti e, dall'altra, l'interesse del privato ad un esito concordato del processo.
la sentenza di patteggiamento, non contiene un approfondito accertamento della responsabilità dell'imputato e pertanto non può dirsi che detta sentenza abbia le caratteristiche proprie di una sentenza di condanna, stante la carenza di quella piena valutazione dei fatti e delle prove che costituisce nel giudizio ordinario, la premessa necessaria per l’applicazione della pena.
Cio nonostante, Secondo la previsione dell'art. 445 c.p.p., "salve diverse disposizioni di legge, la sentenza è equiparata a una pronuncia di condanna". La formula linguistica prescelta dal legislatore evidenzia, quindi, che la pronuncia di patteggiamento è logicamente distinta da quella di condanna, alla quale è soltanto equiparata, a determinati scopi.
Pertanto, la sentenza di patteggiamento e quella di condanna presentano "differenze formali, strutturali, genetiche e funzionali," basate sulla circostanza che, mentre nella prima "viene applicata la pena così come tra le parti concordata e dal giudice ritenuta congrua rispetto alla qualificazione giuridica del fatto ed alle circostanze, per esse dalle parti indicate", nella seconda "la pena è sempre autonomamente disposta dal giudice, nell'esercizio del suo potere discrezionale, e non già sulla base della sola contestazione del fatto reato, bensì dopo che si è accertata e quindi dichiarata la colpevolezza dell'imputato".
Queste peculiarità del rito del patteggiamento sono state poste a base dell'affermazione secondo cui la sentenza ex art. 444 c.p.p. non comporta la decadenza dal beneficio della sospensione condizionale della pena, perché l'art. 168 c.p., riferendosi alla "condanna", senza ulteriori specificazione, "postula sempre un accertamento dotato di quelle caratteristiche di completezza in ordine alla commissione del reato e, quindi, alla colpevolezza dell'imputato, accertamento che è conseguibile solo mediante una sentenza pronunciata in esito ad un giudizio con plena cognitio del reato e della pena".
Riconoscere di non possedere elementi utili, allo stato degli atti, per dimostrare l'insussistenza del reato contestato, o comunque la propria innocenza, non può, certamente, considerarsi affermazione equivalente ad un riconoscimento della propria colpevolezza. E, nello stesso senso, si è giustamente sottolineato che l'accertamento negativo concernente l'insussistenza delle cause di proscioglimento di cui all'art.129 c.p.p. "non equivale, di per sé simmetricamente, ad una pronuncia positiva di responsabilità".
Le conclusioni cui perviene la Cassazione sono sostanzialmente condivise dalla Corte Costituzionale, secondo la quale il profilo prevalentemente "negoziale" della sentenza di patteggiamento e la conseguente carenza di quella piena valutazione dei fatti e delle prove impedisce di attribuire alla pronuncia la natura di decisione di
condanna.

Resta da capire perché, nel caso in questione, è stato scelto il patteggiamento se -come qui sopra qualcuno sottolinea- il prete e i suoi avvocati erano certi dell'innocenza dell'imputato, e perché il vescovo ha mentito (o quantomeno omesso di dire tutta la verità) alla vostra comunità.
Il signor "so tutto io", qui sopra, magari potrebbe spiegarcelo, visto che certamente lo sa. Così ci togliamo il dubbio.
 
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GiovannaD'Arco
view post Posted on 20/1/2010, 17:21




Grande Felipe-bis, PRECISSISSIMA.

SI, infatti, chiedo anch'io a ***erpocholavezzi*** di chiarirci i dubbi...se è a conoscenza di cose che noi non sappiamo ci aggiornasse....
Come mai il Vescovo ha taciuto? Ci sono prove discolpanti di cui il Tribunale di Grosseto non è stato messo al corrente?
 
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view post Posted on 20/1/2010, 19:55
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Don Felix per giustificare la scelta di patteggiare ha detto che c'erano "motivazioni politiche".

Ora chiediamo a don Felix quale sia questa motivazione. Altrimenti restano le solite chiacchiere.

A me non risulta che la pedofilia sia un crimine politico. Mi risulta che sia un crimine sessuale. Violenza sessuale su minore.

Di tutte le palle lette in questa vicenda di don Felix questa mi sembra la più ridicola.

Una persona che ritiene di poter dimostrare la sua innocenza non sceglie il patteggiamento. Semmai, per garantirsi comunque un probabilissimo sconto di pena, ricorre al giudizio abbreviato.

Evidentemente il nostro don Felix era consapevole che le dichiarazioni dei 17 bambini che lo hanno accusato lo incastravano.
 
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view post Posted on 21/1/2010, 14:06
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http://social.tiscali.it/articoli/collabor..._la_tonaca.html

L'orco con la tonaca



Il paese si divide come sempre accade in questi casi. Innocentisti e colpevolisti. Chi lo vuole e non crede a quello che dicono in giro, e chi invece, non lo vuole perché crede.
Torniamo a parlare di pedofilia e chiesa, e mi scuseranno i lettori se la riflessione di oggi sarà un po’ più lunga, ma credo che sia doverosa. La riflessione parte da un fatto di cronaca, una cronaca che da un po’ di tempo ha luogo in una piccola comunità del Molise dove i fedeli si sono divisi in due gruppi a causa di un prete , pro e contro. Nulla di nuovo, dato che accade sempre più spesso , se non fosse che qui non ci sono soltanto delle accuse, ma una condanna. Infatti, il prete della loro parrocchia è arrivato in paese dopo aver patteggiato una condanna a due anni e sei mesi di reclusione per aver abusato in passato ed in un ‘altra comunità, di alcuni bambini. Sono certo che un prete che patteggia un reato del genere si dichiara assolutamente colpevole, altrimenti accetterebbe il giudizio per dimostrare la propria innocenza. Dopo la condanna è stato trasferito dalla propria parrocchia in un’altra comunità dove nessuno fosse a conoscenza della sua vicenda. E, udite udite!, dov’è stato trasferito il prete? In una parrocchia di Malta, ma per fortuna oggi su internet le notizie circolano. Dopo qualche anno, però, eccolo che torna in Italia, in questa piccola comunità oggi divisa. Infatti, alcune mamme e papà, saputo del suo passato, si sono costituiti in un comitato spontaneo per chiederne il trasferimento. Gli altri si oppongono e il perché di questo essere contrari non riesco proprio ad capirlo.
A parte la grande ammirazione per le persone che hanno trovato il coraggio di tutelare preventivamente i propri figli, questa vicenda mi fa venire in mente una riflessione del libro di Massimiliano Frassi, presidente dell’Associazione Prometeo, nel suo libro “Predatori di Bambini”: quanti di noi affiderebbero tutti i loro risparmi ad un direttore di banca che è stato condannato per aver derubato i propri clienti di una precedente filiale? Io credo nessuno, e allora capisco bene perché le mamme non vogliano affidare i propri figli a chi è stato condannato per aver rubato l’innocenza di altri bambini. Ma sono anche certo che una banca licenzierebbe immediatamente il suo direttore condannato o, quanto meno, l’unica cosa che gli farebbe fare, è quello di svuotare i cestini della carta quando ormai le casse sono chiuse. La chiesa, a quanto pare, è un po’ più permissiva. Il timore adesso è che quel prete venga trasferito in un’altra parrocchia dove nulla si sa, e dove, forse, non ci saranno fedeli coraggiosi che alzeranno la voce. Allora cosa fare di quel pedofilo travestito da prete, che ormai ha scontato la sua pena? Qui non bisogna farsi tentare dall’istinto e fermarsi prima di rispondere. “E’ a posto con la giustizia”, mi ha suggerito qualcuno, non a caso era un prete.” Ha sbagliato, ha pagato e merita il perdono”. Il perdono è un fatto di coscienza, e di certo non spetta a me. A me spetta prendere atto dell’incapacità della chiesa di affrontare questi casi. Perché di alternative forse ce ne sono: potrebbe lavorare in diocesi, fare il segretario del vescovo, il cappellano delle suore, o qualsiasi altro ruolo che non lo porti a contatto con i bambini. Invece, ormai è accertato, l’unica cosa che la chiesa ha saputo fare è trasferirlo da una parrocchia all’altra. E qui sorge un’altra riflessione suggerita anche dalla stampa della settimana scorsa. Infatti, molti quotidiani hanno riportato intervista rilasciata all’Osservatore Romano, dal Cardinale Hummes, prefetto della congregazione per il clero, che proprio in merito alle vicende di pedofilia che hanno coinvolto alcuni sacerdoti, ha affermato che la chiesa vuole massima fermezza in questi casi, facendo anche ricorso alla giustizia ordinaria. Molti, a queste parole, hanno tirato un sospiro di sollievo: finalmente, era ora, meglio tardi che mai. Ma forse a questi molti è sfuggita parte delle parole del cardinale che aveva anche detto: accertati oggettivamente i fatti. E queste parole mi lasciano ancora più perplesso di quanto non fossi. Il presupposto per il ricorso alla giustizia ordinaria, almeno così mi sembra di capire, è successivo all’accertamento delle responsabilità del prete pedofilo da parte del tribunale per il clero. Cosa accadeva quindi ? Quando un sacerdote o un vescovo avevano notizia di un prete accusato di abusi sui bambini, conducevano delle indagini interne, senza denunciarlo ad un magistrato che le indagini le fa per mestiere. Se, e quando, ne fossero state accertate le responsabilità, lo condannava, a quali pene non ci è dato sapere. Oggi, stando alle parole del cardinale, solo dopo questa condanna, dovrebbero “consegnare” il reo alla giustizia ordinaria. Ma con quali strumenti vengono effettuate queste indagini? Forse con intercettazioni telefoniche? Appostamenti? Già è difficile per un magistrato, figuriamoci per un vescovo! Oggi, la certezza è che, se condannato dalla giustizia della chiesa, e se in paese si comincia a mormorare dei suoi precedenti, il prete in questione viene spostato in un’ altra parrocchia, dove, come dimostrano molti fatti, abusa di altri bambini.
Vien da chiedersi cosa accadrebbe in Italia se venisse pubblicato un rapporto “Murphy” come quello Irlandese che ha accertato oltre quarantasette casi di pedofilia compiuti da preti e coperti dai vescovi negli ultimi trenta anni. Io penso di sapere la risposta: non accadrebbe nulla. Forse nessuno avrebbe il coraggio di pubblicarlo, e se anche dovesse esistere un coraggioso, la comunità si dividerebbe ancora una volta in due: quelli che direbbero che quei preti sono vittime delle fantasie dei bambini, oppure che dietro a tutto c’è la mafia, perché sono preti scomodi, e quelli, che con un immenso coraggio, prenderebbero una posizione netta a tutela dei bambini.
Chissà, forse allora qualcuno ci dirà nuovamente: “Chiediamo scusa, da oggi tolleranza zero!”.
 
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CORAGGIO
view post Posted on 21/1/2010, 15:08




www.nuovomolise.net/e_view.asp?E=12745&S=1&C=1&G=3

21/01/2010 su Nuovo Molise
Don Felix Cini, altre verità inquietanti
Abusi su minori ma anche pedopornografia, la Lattanzio ha inviato tutto alla Santa Sede

CERCEMAGGIORE - Le testimonianze di 17 ragazzini, tutti minorenni. E il contenuto di due hard disk, sequestrati nella canonica della chiesa di Arcille.
Questi i due nodi da sciogliere della vicenda giudiziaria - e purtroppo umana - che ha travolto don Felix Cini, il parroco di Cercemaggiore stretto fra i suoi sostenitori, che minacciano azioni eclatanti a sostegno del sacerdote e chi, invece, crede che sia meglio che lasci la comunità ecclesiale del piccolo centro del Fortore e sia destinato ad un altro incarico. Una mansione che non lo veda a stretto contatto con gli adolescenti, come i giudici hanno scritto sotto la sentenza di condanna per abusi sessuali su minori che adesso, a sei anni di distanza, sta travolgendo il sacerdote maltese e la Chiesa molisana. Il giudice, infatti, dopo aver accolto la proposta di patteggiamento avanzata dai due legali di don Felix Cini, ha comminato anche la interdizione perpetua da qualsiasi ufficio attinente alla tutela e alla curatela.
Emergono altri inquietanti particolari sulla vicenda di don Felix Cini, il parroco della piccola e combattiva comunità del centro del Fortore. Balzato - suo malgrado visto che aveva sempre asserito che si trattava di un semplice caso di omonimia - agli onori della cronaca per una condanna comminata nel 2004 a due anni e 6 mesi per molestie ai danni di 17 ragazzini di età compresa tra i 10 e i 14 anni, è attualmente al centro di una complicata vicenda che ha coinvolto - come era logico - i cittadini di Cercemaggiore, la Chiesa e il Tutore Pubblico dei Minori. Una larga parte di fedeli lo appoggia, continua a sostenere che il suo posto è alla guida spirituale della comunità religiosa. C'è però una parte della cittadinanza che insiste nel chiedere il rispetto dei termini perentori della condanna. Che recita testualmente: interdizione perpetua da qualsiasi ufficio attinente alla tutela e alla curatela. Il che vuol dire, in termini facili facili, che don Felix Cini non dovrebbe avere a che fare con gli adolescenti. La questione non è di semplice risoluzione, visto anche l'atteggiamento di attesa che caratterizza l'Arcidiocesi di Campobasso-Bojano. Nessun provvedimento tangibile, solo la richiesta di silenzio e preghiera. Che non basta a quei genitori di Cercemaggiore che hanno dato vita ad un Comitato e chiedono che don Felix sia destinato ad altri incarichi. Una domanda supportata anche dall'azione incisiva messa in campo dal Tutore Pubblico dei Minori, Nunzia Lattanzio che - visto il silenzio della Chiesa locale - starebbe muovendosi direttamente con la Santa Sede.
Era il 15 aprile del 2003, don Felix fu prelevato dai Carabinieri e portato, in regime di arresti domiciliari, nella sede della Comunità Siloe di Sasso d'Ombrone nel comune di Cinigiano. I domiciliari durarono fino al 3 giugno dello stesso anno, quando fu rimesso in libertà con obbligo di dimora. Il 31 luglio del 2003 il giudice firmò una ordinanza di divieto di accesso e dimora in due comuni. Campagnatico e Scansano. Lui, don Felix, a <il Tirreno>, aveva detto (come riporta il giornalista Vladimiro Polchi il 2 luglio 2004): <voglio perdonare coloro che mi stanno facendo del male ma in tribunale verrà fuori la mia verità>. Le stesse parole che pronuncia oggi, alla luce del clamore che ha suscitato la notizia della sua condanna per abusi sessuali su minori. Ma allora, dopo la dichiarazione, seguì la richiesta di patteggiamento. Avanzata dai suoi legali forse per evitare la pubblicità del dibattimento e <archiviare la triste storia senza clamori> scriveva allora il cronista di giudiziaria. Una richiesta di patteggiamento che conferma l'impianto accusatorio del pubblico ministero Eugenio Albamonte. Il Vescovo Franco Agostinelli - quando don Felix venne arrestato - decise di sospendere il sacerdote in via cautelativa dall'esercizio del ministero pastorale. Quell'arresto, comunque, non era piovuto giù dal cielo per caso.
Era arrivato al termine di una complessa indagine avviata nel mese di dicembre del 2002 dai Carabinieri di Grosseto e dalla Polizia Postale. L'indagine, condotta dai sostituti Eugenio Albamonte e Maria Navarro, aveva preso il via dalla denuncia di alcuni genitori di Arcille. A loro il terribile compito di ascoltare quello che i loro figli gli raccontavano: strane attenzioni ricevute più volte dal parroco. L'inchiesta portò, il 3 febbraio 2004, al sequestro di due personal computer di proprietà di don Felix. Un lavoro delicato che ha impegnato e non poco gli inquirenti che hanno dovuto ricostruire tutta la corrispondenza informatica e il materiale internet scaricato da don Cini. Pedopornografico.
L'incidente probatorio ebbe inizio qualche mese dopo. Furono ascoltati i 17 minorenni, di età compresa tra i 10 e i 14 anni, tutti accompagnati dai loro genitori. I ragazzi - secondo quanto ricostruito dal giornalista de <il Tirreno> che ha seguito il caso - raccontarono gli episodi che poi avrebbero inchiodato il parroco. Tante carezze ed attenzioni non consentite a nessuno. Men che meno ad un sacerdote.
Episodi riferibili anche ad anni addietro. Saputo dell'inchiesta il vescovo Agostinelli decise di sospendere il parroco. Il resto è storia nota: gli arresti domiciliari, la scelta di non rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari Marco Mezzaluna davanti al quale don Felix - assistito dagli avvocati Paolo Bastianini e Bruno Leporatti - non disse nemmeno una parola avvalendosi della facoltà prevista dal codice. <la verità verrà fuori> continuava a dire don Felix Cini. Così come oggi ribadisce di essere stato vittima di una <macchinazione politica o massonica>.
Ma tra i proclami tesi al perdono cristiano e quelli relativi ad una verità che non ha mai detto, visto che ha scelto di patteggiare la pena, resta una sola, drammatica certezza. La condanna a due anni e 6 mesi per molestie sessuali su minori e navigazione in siti pedopornografici. Nessun genitore, allora, si costituì parte civile. Ma quelle mamme e quei papà accompagnarono i loro figli in Questura, ascoltarono i loro racconti. E quelle testimonianze furono prove schiaccianti per il giudice che condannò don Cini.
Oggi, a Cercemaggiore, i genitori sono divisi da un solco evidente.
Ma possibile mai che nessuna mamma e nessun papà creda alle parole scritte dal giudice?
Possibile mai che l'allarme lanciato dal Tutore Pubblico dei Minori in merito all'elevato tasso di recidiva che colpisce i pedofili non abbia colpito nessuno di quelli che sostengono don Felix?
Possibile mai che l'aver riportato i giovani in Chiesa e l'aver ristrutturato l'organo dell'edificio di culto possa bastare a restituire quello che don Felix ha perso con consapevolezza visto che ha richiesto di patteggiare la pena?
Possibile mai che si minaccino anche azioni clamorose a sostegno del parroco nonostante quelle accuse così pesanti e senza appello?
lusa

Edited by GalileoGalilei - 21/1/2010, 16:29
 
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I GIOVANI DI CRECEMAGGIORE
view post Posted on 21/1/2010, 15:41




MA STATE TUTTI ZITTI..........STI ESAURITI DON FELIX è PIù INNOCENTE DI VOI E SE LO MANDANO VIA VUOL DIRE CHE METTONO I PIEDI IN FACCIA A 3000 PERSONE.....................VOGLIAMO DON FELIX DAI RAGAZZI DI CERCEMAGGIORE



Lascio solo una parte di questovolgare e offensivo commento per dare l'idea di che gente si raduna intorno a questo prete pedofilo. Il resto del messaggio è stato cancellato per evidenti ragioni di carattere penale. G.Galilei

Edited by GalileoGalilei - 21/1/2010, 16:39
 
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GiovannaD'Arco
view post Posted on 21/1/2010, 15:46




NOTIZIA DELL'ULTIM'ORA:

Comunicato stampa da parte della Santa Sede...Don Felix Cini è stato allontanato da Cercemaggiore.

Questo quanto comunicato oggi alle 14.00 dai TG regionali.

Non ho ancora avuto modo di ascoltare o leggere direttamente la notizia... volevo solo darvi l'aggiornamento...
L'unica cosa che posso dire ora velocemente è che non si può certo parlare di vittoria da parte di chi chiedeva il suo allontanamento, perché resta comunque la grossa spaccatura tra chi, come me, crede di aver agito spinto da senso civico e per amore dei bambini e del nostro futuro, e chi invece crede che le nostre 'azioni' siano state mosse da chissà quali interessi.... Vabbé....

a presto
ciaooooooo!


 
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view post Posted on 21/1/2010, 16:27
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Se fosse confermata sarebbe una buona notizia.

Ma non basta. Servirebbe sapere dove è stato spedito don Felix e se per lui è stato avviato un percorso di recupero psicoterpeutico.

Vogliamo sapere se altri parrocchiani inconsapevoli avranno a che fare con don Cini e con altri preti pedofili.

Vogliamo sapere se la "riabilitazione" di un prete pedofilo si fa a forza di preghiere e di trasferimenti di èarrocchia in parrocchia o attraverso un percorso di recupero psicoterpeutico.

Vogliamo che il vescovo Bregantini paghi per aver trovato questo nascondiglio e dia le dimissioni.


Edited by GalileoGalilei - 21/1/2010, 16:28
 
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CORAGGIO1
view post Posted on 21/1/2010, 16:27




Cara Giovanna la buona notizia è arrivata ...non preoccuparti per il resto, la decisione è stata presa dalla Santa Sede,devono capire questo quelle persone che lo sostengono. Riconosco, e ti assicuro non sono l'unica, l'ottimo lavoro del Comitato e della gente che lo sosteneva anche se non era suo membro, per aver fatto aprire gli occhi ad un gran numero di cercesi....buona giornata e sii felice, perchè tu puoi guardare in faccia un bambino e sorridere, saprà dal tuo sguardo che stai dalla sua parte.
 
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view post Posted on 21/1/2010, 16:35
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Qualcuno riesce a trovare una fonte della notizia sul trasferimento di don Cini?
 
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cercese vero
view post Posted on 21/1/2010, 16:48




il trasferimento è stato annunciato dal telegiornale di teleregionemolise
questa non è una vittoria per il Comitato poichè in paese resta la spaccatura. Gli unici vincitori sono i bambini e gli adolescenti che si sono visti riconosciuti i loro diritti.
 
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