Laici Libertari Anticlericali Forum

Il cattolicesimo in Cina. Crollo di vocazioni e battesimi., Con la crescita economica Chiesa ufficiale e clandestina accomunate da identica crisi

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view post Posted on 20/1/2007, 17:34
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http://www.ansa.it/opencms/export/site/not...2079755932.html

2007-01-20 13:19
VATICANO: PROSEGUIRE IL DIALOGO RISPETTOSO CON LA CINA
CITTA' DEL VATICANO - Il Vaticano vuole "proseguire il cammino di un dialogo rispettoso e costruttivo" col governo cinese. E' quanto è emerso al termine del summit sulla Cina convocato dal cardinale Tarcisio Bertone. La speranza, si legge in un comunicato della sala stampa vaticana, è di "pervenire a una normalizzazione dei rapporti a vali livelli". E' stato Benedetto XVI "nel desiderio di approfondire la conoscenza della situazione della Chiesa cattolica nella Cina Continentale", ad avere richiesto una apposita riunione in Vaticano. "L'ampio ed articolato dibattito è stato animato da franchezza e da fraterna cordialità" si legge nel comunicato della sala stampa vaitcana.

"Alla luce della travagliata storia della Chiesa in Cina e dei principali avvenimenti degli ultimi anni - si legge - sono stati presi in esame i problemi ecclesiali più gravi e urgenti, che attendono adeguate soluzioni in relazione ai principi fondamentali della costituzione divina della Chiesa e della libertà religiosa. Si è preso atto, con profonda riconoscenza, della luminosa testimonianza, offerta da Vescovi, sacerdoti e fedeli, i quali, senza cedere a compromessi, hanno mantenuto la propria fedeltà alla Sede di Pietro, a volte anche a prezzo di gravi sofferenze".

E' stata manifestata soddisfazione perché la quasi totalità dei vescovi e dei sacerdoti - compresi quelli appartenenti all'Associazione Patriottica - sono ora "in comunione con il pontefice". Il Vaticano giudica poi "sorprendente" la crescita numerica della comunità ecclesiale che, "anche in Cina, è chiamata ad essere testimone di Cristo, a guardare in avanti con speranza e a misurarsi, nell'annuncio del Vangelo, con le nuove sfide che la società sta affrontando". Le conclusioni cui sono giunti i partecipanti del summit, dopo due giorni di riflessione è di portare avanti "il cammino di un dialogo rispettoso e costruttivo con le Autorità governative, per superare le incomprensioni del passato".

L'auspicio è di "pervenire a una normalizzazione dei rapporti ai vari livelli, al fine di consentire la pacifica e fruttuosa vita della fede nella Chiesa e di lavorare insieme per il bene del Popolo cinese e per la pace nel mondo". "Il Papa - conclude il comunicato - è stato ampiamente ragguagliato in merito alle proposte maturate nel corso della Riunione" e ha deciso di indirizzare una Lettera ai cattolici in Cina.
 
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dirk58
view post Posted on 21/1/2007, 20:25




Mi pare giusto che per entrare in un paese come la CINA,devono per lo meno "ridimensionarsi"ora.....poi una volta entrati......in fin dei conti è un bel bacino d'utenza......e non è detto che il governo Cinese non disdegni del tutto un certo colloquio......
 
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view post Posted on 22/1/2007, 00:54
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http://www.borsaitaliana.it/bitApp/news/an...ail.bit?id=3728

Cina prudente su dialogo Vaticano

Pechino pone due condizioni per relazioni con la Santa Sede

(ANSA) - PECHINO, 21 GEN - La Cina ha reagito con prudenza all'offerta di colloqui lanciata ieri dal Vaticano. 'La Secondo il leader dell'Associazione dei cattolici 'patriottici' Liu Bainian il governo cinese ha posto due condizioni per avviare dialoghi con la Santa Sede. La prima e' la rottura delle relazioni tra Vaticano e Taiwan e l'altra la non-interferenza negli affari interni cinesi. Ieri il Vaticano ha offerto alla Cina 'un dialogo rispettoso e costruttivo'.
 
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Scarpia
view post Posted on 22/1/2007, 20:22




In realtà andrei piano a parlare di "persecuzioni" verso i quattro gatti cattolici cinesi.
Pechino (con tutte le critiche che possiamo rivolgere a quel regime) favorisce una "chiesa nazionale" non sottomessa ai diktat di uno stato estero.
Ricordiamoci che quando il Vaticano allaccia rapporti con un qualsiasi paese, preliminare allo scambio di legati pone sempre la firma di un accordo relativo alle attività economiche della "santa" sede. Trattandosi di un paese comunista la chiesa porrà senz'altro la questione di proprietà ex cattoliche nazionalizzate da Mao in poi.
Lo stesso problema, sebbene non pubblicizzato, impedisce normali rapporti con la Russia (il Vaticano ha un nunzio a Mosca, ma in Vaticano la rappresentanza russa non ha status di ambasciata). La Chiesa pone la questione della "restituzione" dei suoi beni (insignificanti se rapportati al territorio russo) o ad una equa compensazione "riparatrice"(più significativa se rapportata al territiorio dell'ex Urss). Cosa impossibile poichè quel paese non prevede la restituzione di quanto confiscato dopo il 17. Al massimo potrebbe esserci (come avvenuto per i pedoortodossi, mussulmani, ecc) una "donazione" da parte dello stato. Ma ai cattolici sembra non vogliano donare. Li conoscono bene.
 
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view post Posted on 25/2/2007, 21:06
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http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/...o/24/cina.shtml

Si afferma la ricerca di una nuova identità individuale e collettiva Cina, boom della religione contro il dio Denaro L'agnosticismo maoista espressione del dominio della politica assolutista e totalizzante, se non proprio superato, è in declino

PECHINO – Nelle feste del Capodanno cinese appena terminato, le moschee, i templi e le chiese si sono riempiti di fedeli. L’ultimo segnale di un risveglio religioso che sta coinvolgendo tutte le fedi e tutti i riti. L’ateismo dà qualche segno di cedimento dinanzi al bisogno di una riflessione spirituale che prima il maoismo poi la crescita economica disordinata e diseguale hanno soffocato o impedito. Il desiderio di un modello di vita più meditato e più equilibrato si è diffuso nelle campagne e da qualche tempo anche nelle città ricche della Cina. I luoghi di culto uniscono uomini e donne, soprattutto giovani, che sono protagonisti di un fenomeno interessante. L’agnosticismo maoista espressione del dominio della politica assolutista e totalizzante, se non superato, è in declino; con la religione si afferma la ricerca di una nuova identità individuale e collettiva.

TRECENTO MILIONI - Di questo processo si è accorta all’inizio dell’anno la televisione di Stato, la Cctv, quando ha mandato in onda un servizio per spiegare la crescita dei diversi culti nella società. Una tendenza confermata da una recente inchiesta svolta dall’università Normale di Shanghai. Secondo i ricercatori, i credenti (musulmani, cristiani, buddisti) in Cina sarebbero trecento milioni. I due terzi dei quali, aggiungono i due professori che hanno indagato e interpretato il campione degli intervistati, appartengono a una fascia di età compresa fra i 16 e i 35 anni. Si tratta di numeri che all’apparenza hanno il difetto di ingannare ma che trovano conforto e conferma nella realtà rurale e urbana. Le celebrazioni, i riti, le preghiere sono sempre più affollati. E quel numero, trecento milioni (quasi un cinese su quattro), non appare per niente esagerato. Le religioni offrono una parziale riparazione alle precarietà emotive determinate dal corso economico.

FUORI DALLA POLITICA - E sono partecipate da una massa oltre che di emarginati nelle campagne anche di protagonisti delle professioni e della aristocrazia culturale non più coinvolti dalle passioni della politica. Indicativa è la motivazione alla base del fenomeno: «La fede aiuta a superare le difficoltà e le incertezze che accompagnano lo sviluppo». E indicativa è pure la risposta dei giovani musulmani cinesi, concentrati soprattutto nella provincia dello Xinjiang, l’Ovest, per i quali più ancora della ricchezza «lo scopo dell’esistenza è il pellegrinaggio alla Mecca». Il dio Denaro ha raccolto in Cina, nell’ultimo decennio, milioni di «pellegrini». L’unico culto che ha richiamato in modo esasperato e feroce tanti fedeli è stata la spinta ad accumulare piccoli o grandi patrimoni senza rispetto delle regole, spesso nel disprezzo della comunità, dell’ambiente, delle tutele sociali. Oggi si afferma in una fascia ampia di popolazione la consapevolezza che questo modello di «miracolo» è penalizzante e non più sostenibile. La religione diventa così un riparo sicuro dagli eccessi dell’egoismo.

Fabio Cavalera
25 febbraio 2007

Edited by GalileoGalilei - 25/2/2007, 21:28
 
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Ashmael
view post Posted on 25/2/2007, 21:20




La religione non è "sempre " fanatismo. Può essere naturale, genuina spiritualità o sentimento religioso. Per il vero laico l'importante è che ognuno possa seguire le proprie inclinazioni, che sia ateismo, agnosticismo, immanentismo, o una qualsiasi fede in libertà, purchè non pretenda di imporre le proprie idee ad altri.
Il comunismo è-era un fondamentalismo ateo.
 
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Arammigu
view post Posted on 25/2/2007, 21:27




purtroppo, c'è sempre chi usa il sentimento religioso per altri scopi!
 
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view post Posted on 25/2/2007, 21:54
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Io conosco dei cinesi di Hong Kong che si definiscono genericamente cristiani. Il loro rapporto con la religione è molto meno intenso del nostro. I cinesi sono molto esterofili e come per Giappone e Corea, la religione cristiana viene seguita da chi vuole “occidentalizzarsi”, quindi dalla classe media.

Fa molta presa la ritualità. Le donne cinesi e giapponesi aspirano a sposarsi col vestito bianco, i fidanzati festeggiano il S.Valentino e il Natale come occasione consumistica.

Il loro cristianesimo è più di appartenenza che un vero e proprio sentimento religioso, tanto che non è raro sentire un cinese che si ritiene, al tempo stesso, cristiano e scintoista.

Una mia amica di Hong Kong mi dice che anche in Cina e Hong Kong sono frequenti gli scandali di abusi sessuali e pedofili dei preti.

P.S. Concordo con Ashmael che la religione non è necessariamente fanatismo. Mi preoccupa l'enorme terreno di proselitismo che ha la chiesa cattolica.
 
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view post Posted on 21/4/2007, 17:03
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Con la crescita economica Chiesa ufficiale e clandestina accomunate da identica crisi

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Bambini cristiani cinesi

www.asianews.it/index.php?l=it&art=9063&size=A


21/04/2007 12:32
CINA - VATICANO
Funerali di stato per il vescovo patriottico di Pechino, “proprietà” del Partito
Sebbene richiesto dall’Associazione Patriottica, nessun rappresentante vaticano andrà alle esequie. Elogiato ufficialmente come “grande amico del Partito comunista”. I dubbi sulla data della sua morte.


Hong Kong (AsiaNews) – Michele Fu Tieshan, arcivescovo patriottico di Pechino, riceverà i funerali di rango come “un capo di stato”. Nessun membro del Vaticano sarà presente, né ai funerali religiosi, né a quelli di stato.

Fonti ecclesiali di Hong Kong hanno detto ad AsiaNews che membri dell’Associazione Patriottica (AP) di Pechino hanno espresso il desiderio che vi sia un rappresentante vaticano alle esequie, ma “è molto improbabile che qualcuno ci vada. Non vi è stato nemmeno un rappresentante vaticano ai funerali di mons. Li Duan [arcivescovo di Xian, morto lo scorso anno – ndr], in profonda comunione col papa, figuriamoci al funerale di Fu Tieshan, che ha sempre combattuto il papa e il Vaticano”. Nonostante ciò, continuano le fonti, tutti i fedeli in Cina e all’estero “devono pregare per la sua anima, che si è presentata davanti al tribunale di Dio”.

Michele Fu Tieshan è morto ieri sera alle 19.50 (ora di Pechino), al Beijing Hospital. Il comunicato ufficiale dell’Associazione Patriottica ha deciso però di far apparire come data della morte le 8.08 della sera, per il valore “fortunato” che ha il numero “8” nella chiromanzia cinese. “Speriamo almeno che non metteranno nella sua bara le tavole taoiste e quelle del gioco del majiang!”, ha detto un cattolico di Pechino. Il riferimento è al carattere superstizioso del defunto vescovo e al suo essere appassionato giocatore di majiang (il domino cinese).

I fedeli della capitale notano con amarezza che la salma del vescovo patriottico è stata “sequestrata” dall’AP – di cui Fu era presidente nazionale – per pubblicizzare il “suo contributo alla nazione”, senza alcun riferimento alla fede cattolica. “È morto come ha vissuto – ha detto una donna – cioè come una proprietà del Partito comunista”. Lo stesso comunicato ufficiale del Partito, lo esalta come “leader religioso patriottico, attivista sociale e grande amico del Partito comunista cinese”.

L’AP ha diramato un comunicato in cui si chiede a tutte le parrocchie della Cina di pregare per lui. A Pechino, nella Nantang (la chiesa dell’Immacolata), la cattedrale della capitale, si terranno per 7 giorni messe da requiem per l’anima di Fu Tieshan.

Fra i fedeli di Pechino vi è chi dubita che la morte del vescovo sia avvenuta ieri. Secondo alcune testimonianze la sua morte risale al 12 aprile. Da allora, infatti, la maggior parte delle persone che andavano a trovarlo potevano solo pregare per lui, stando fuori della sua stanza. Dal vetro di una finestra si poteva vedere solo il vescovo a letto, immobile, forse in coma o già morto.

Edited by pincopallino2 - 5/7/2017, 19:16
 
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view post Posted on 12/10/2007, 09:49
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http://www.lastampa.it/sport/cmsSezioni/pe...11410girata.asp

12/10/2007 (6:30) - I NUOVI DIVIETI
Olimpiadi, niente Dio siamo cinesi

Proibiti "libretti per qualsiasi attività religiosa". A rischio la Messa degli atleti

STEFANO MANCINI, INVIATO A PECHINO

«Il premier Wen Jiabao ha garantito la libertà di stampa ai giornalistri stranieri durante le Olimpiadi» spiega Sun Weijia, capo della comunicazione di Pechino 2008. La Cina si dà una spruzzata di democrazia. O almeno tenta: Internet funziona, salvo per gli argomenti scomodi come il movimento religioso Falun Gong (in tal caso il motore di ricerca si blocca per un minuto) o Wikipedia; è consentito lasciare la città di residenza, ma per seguire il viaggio della torcia olimpica sulle montagne del Tibet occorre sottoporsi a visita medica; i quotidiani stranieri saranno importati, però rimane il divieto di stamparli in territorio cinese. Per non parlare del dopo: che cosa resterà alla fine dei Giochi? «Chiedetelo al Primo ministro, noi non siamo il governo» replica Sun Weijia.

Ogni tanto spunta un nuovo divieto. Nella lista degli oggetti proibiti, assieme a bombe, armi da fuoco, munizioni, sostanze radioattive, anche «libretti e materiali usati per qualsiasi attività religiosa e politica o per dimostrazioni». Presentata durante il Press briefing che riunisce da mercoledì a Pechino rappresentanti dei media di tutto il mondo e addetti ai lavori, la norma interessa le persone accreditate, dagli atleti agli accompagnatori, e si applica in tutti gli impianti olimpici. Compreso il villaggio dove monsignor Carlo Mazza, vescovo di Fidenza, per tradizione ventennale durante i Giochi celebra la messa ogni sabato e domenica.

Nella delegazione azzurra (e non solo) è scattato l’allarme. La Bibbia si può portare o è considerata reato? E i paramenti sacri, le ostie, il calice, la statua di Cristo, i messalini che monsignor Mazza mette sempre in valigia? Il Bocog, comitato organizzatore, non ha ancora chiarito che cosa si può e che cosa non si può. Il divieto è vago e consente ampia discrezionalità all’onnipresente polizia. Obiettivi delle norme restrittive sono con ogni probabilità gli attivisti buddisti tibetani o filo-tibetani, i musulmani della minoranza etnica degli Uighuri e i seguaci del Falun Gong, che in Cina è fuorilegge. Ma anche una qualsiasi funzione religiosa all’aperto potrebbe turbare la pax olimpica. E’ un problema diffuso, anche se non uguale per tutti i fedeli. Gli atleti musulmani, per esempio, viaggiano con il Corano, ma per rispettare i precetti hanno bisogno di un luogo di preghiera, e non di un Iman al seguito. La messa, invece, richiede il prete.

«Per me è un privilegio accompagnare gli atleti - dice monsignor Mazza, che è responsabile per lo Sport della Conferenza episcopale -. Non voglio commentare questa vicenda». La Chiesa cinese è gestita dai comitati cattolici patriottici, controllati dal partito, e conta 13 milioni di fedeli, l’uno per cento della popolazione. Seppure migliorati con la nomina, il mese scorso, di Li Shan a vescovo di Pechino, sono freddini i rapporti con il Vaticano, che ha il proprio nunzio aposatolico a Taiwan.

Nella capitale cinese, una megalopoli grande come il Belgio e popolata da oltre 16 milioni di individui, ci sono quattro chiese cattoliche, la più antica risalente al 1600. Nessuna raggiungibile in tempi brevi dal villaggio olimpico. Per questo il Coni insisterà per avere con sè il cappellano degli sportivi.

Monsignor Mazza è un’istituzione. La sua prima Olimpiade risale al 1988: Seul, Corea del Sud. Dal 2002 si aggrega anche all’edizione invernale. A Sydney diceva messa all’aperto, ad Atene nell’appartamento dei calciatori, a Torino aveva attrezzato con sedie e tabernacolo l’atrio della palazzina che ospitava la missione italiana. Mai un problema. In Cina dall’8 al 24 agosto, se non cambieranno le regole, dovrà officiare al riparo da sguardi indiscreti. Pechino val bene una messa.





 
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Ashmael
view post Posted on 12/10/2007, 10:49




Il fondamentalismo ateo della ideologia chiamata comunismo è negativo quanto i fondamentalismi religiosi.

 
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Qara.
view post Posted on 15/12/2008, 14:48




CINA-TAIWAN: PAPA, NON AVER PAURA DI ESSERE CATTOLICI E BUONI CITTADINI


(ASCA) - Citta' del Vaticano, 12 dic - ''Non bisogna avere paura di essere cattolici fedeli e buoni cittadini'': lo ha detta questa mattina papa Benedetto XVI durante un'udienza ai vescovi di Taiwan, facendo riferimento all'irrisolta questione dell'unita' con la Cina. ''Prego - ha aggiunto - che in quanto parte della grande famiglia cattolica cinese, continuerete ad essere spiritualmente uniti ai vostri fratelli del Continente''.

Tra i presenti all'udienza anche l'arcivescovo di Hong Kong, card. Joseph Zen Ze-kiun, ''Voi e tutti i fedeli di Taiwan - ha detto Ratzinger - siete il segno vivente che, in una societa' giusta, non bisogna vere paura di essere cattolici fedeli e buoni cittadini''.

asp/dnp/alf
http://www.asca.it/moddettnews.php?idnews=...ONI%20CITTADINI
 
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view post Posted on 9/4/2009, 09:04
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http://www.reset-italia.net/2009/04/08/cin...pa-ratzinger-2/

Cina - Le bugie di papa Ratzinger
2 di Spirito Laico
8 aprile 2009 | ShareThis

Eccomi sono reduce da Viterbo dove ho moderato un incontro sulla laicità nelle Istituzioni (in conclusione del Mese Bruniano a Viterbo), durante la discussione non ho potuto far a meno di commentare una notizia odierna che mi è sembrata alquanto pregna d’ipocrisia… qui di seguito leggete le mie considerazioni in merito.
Il papa, uno specialista in storie costruite per ingannare le masse, può continuare a sperare che io gli creda, ma chi gli “crede” son solo quelli sottoposti al suo potere: mafiosi, prelati, giornalisti embeddeds, trustee dello IOR e simili.

Oggi così biasimo la notizia ridicola diramata da papa Ratzinger, ripresa da giornali e da televisioni asservite, che in Cina ci sarebbe una “repressione in corso contro i cristiani”.

Nulla di più falso e mistificatorio!

In realtà è il governo cinese che deve difendersi dalle intromissioni politico economiche del vaticano che, in quanto potenza straniera, pretende di nominare prelati e rappresentanti della confessione come fossero suoi ambasciatori. In Cina c’è ampia libertà di manifestazione religiosa, tant’è vero che esistono vari culti che convivono pacificamente, essendo garantiti da uno stato laico com’è quello cinese.

In Cina operano varie minoranze religiose: taoisti, confuciani, buddisti, animisti, cristiani assortiti e musulmani sciiti e sunniti. Nessuna fede è in conflitto con lo stato né fra di loro, persino i musulmani che nel resto del mondo scalpitano e compiono attentati si trovano bene nella repubblica cinese. Anche le diverse fedi cristiane non hanno problemi di convivenza, gli unici a creare questioni sono i cattolici e solo perché il vaticano pretende di comandare in casa d’altri. Questo non è accettabile dal governo cinese, alquanto geloso –e giustamente- della sua indipendenza e laicità. La Cina, come diceva il prof Tucci od il monaco Ricci che lì visse a lungo, è un mondo culturale in cui tutto per coesistere deve essere “cinesizzato”.

Questa regola è stata accettata da tutte le confessioni che trovano i loro sacerdoti nel contesto stesso della civiltà e società cinese. Ogni setta sceglie al proprio interno i propri rappresentanti religiosi. L’unico credo che non si adegua, meglio dire l’unico potere, è il vaticano che pretende di essere lui il deus ex machina di ogni nomina e si fa missionario in casa d’altri con le proprie gerarchie scelte da Roma. Il vaticano è uno stato che s’ingerisce indebitamente nella conduzione di affari interni della Cina.



A dire il vero il vaticano lo fa ovunque, solo i cinesi sono gli unici a ribellarsi alle pretese papaline che intendono far passare la loro “aggressione politica e culturale” definendola “persecuzione subita dal governo cinese”. Il vaticano è il lupo che si dichiara offeso dall’agnello! Se i prelati cattolici fossero membri della comunità cinese e non emissari di un altro stato potrebbero tranquillamente continuare a svolgere le loro funzioni senza essere disturbati, se credono nelle favole è affar loro. Ma se Ratzinger ed accoliti vogliono dar a bere la favoletta della “persecuzione” ricevuta, è comprensibile l’atteggiamento cinese di diniego…. Ma forse i “papalini” sono rimasti indietro nel tempo…. a quando bruciavano la gente o mandavano i fedeli a scannarsi alle crociate affermando che “dio lo vuole”….

Magari qualcuno dei lettori dirà che la mia è una battaglia contro i mulini a vento, ma trovo che agire ed intervenire sui mali correnti delle religioni sia utile e necessario per l’elevazione della coscienza.

Sospetto che in Italia non sarà facile scardinare un potere che non è religioso ma economico e politico. Inoltre se vogliamo parlare di “religione” facciamo prima un’analisi sul termine che significa “unire” (e non dividere)…. poi seguiamo un tracciato solido per stabilire ciò che “non” è coscienza religiosa, neghiamo ogni costrutto, assioma, assunzione, pretesa di descrivere ed incarnare la coscienza (o lo spirito, che è comune a tutti e non ha bisogno d’intermediari). Ed è proprio in questi termini che si configura la mia opposizione verso fedi cieche ed ideologiche, soprattutto quelle ipocrite e funzionali al potere dei “sepolcri imbiancati”.

Purtroppo non siamo in Cina, in Italia finché le truppe vaticane sono unite ed arroccate sulla menzogna e sul potere mafioso interno sarà dura scardinare la fortezza, c’è sempre qualche Pietro Micca pronto a sacrificarsi… Di fronte a tanti “matti” serve solo la discriminazione ed il distacco, una partita a scacchi del pensiero.

Non lasciamoci però prendere dalla foga, non reagiamo gettando il bambino assieme all’acqua calda, usiamo discernimento: va bene cancellare l’ignoranza, le religioni e le ideologie ma non cancelliamo lo spirito dell’uomo, il suo cuore….

Paolo D’Arpini - www.circolovegetarianocalcata.it
 
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view post Posted on 26/8/2009, 07:15
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http://www.zenit.org/article-19235?l=italian

La Cina sperimenta una “rinascita religiosa”

Un breve saggio evidenzia il fallimento dell'ideologia comunista


di Mirko Testa

RIMINI, martedì, 25 agosto 2009 (ZENIT.org).- La Cina sta vivendo in questo momento un rinnovato fervore religioso sorto spontaneamente dal vuoto lasciato dall'ideologia intrisa di marxismo e capitalismo che ha dominato questo Paese negli ultimi 40 anni.

E' quanto si legge in un recente pamphlet dal titolo “La persecuzione dei cattolici in Cina”, pubblicato dalla Laogai Research Foundation Italia Onlus, che descrive la situazione dei cattolici nel paese asiatico, partendo dalla politica contro la Chiesa iniziata da Mao Tse Dong fino alla situazione post-olimpica dei nostri giorni.

La Laogai Research Foundation Usa – attiva in Italia dal 2005 – è stata fondata nel 1992 da Harry Wu, che da studente di geologia venne arrestato perché cattolico e considerato “controrivoluzionario di destra” e detenuto in 12 diversi laogai (campi di concentramento cinesi) per 19 anni, prima di riuscire ad emigrare negli Stati Uniti nel 1985 e prendere la cittadinanza americana.

Dall'inizio, la pretesa dell'ideologia comunista è stata quella di “voler rivestire il ruolo di una vera e propria religione”, per cui chi non è “disposto a porre lo Stato prima di qualunque altro valore è un potenziale pericolo per il regime, qualcosa di peggio del comune criminale”.

Per questa ragione sono sempre stati perseguitati in Cina i seguaci di ogni religione, comprese quelle connaturate alla cultura e allo spirito orientale, come il Buddismo e il Taoismo e dal 1999 anche i Falun Gong (una pratica religiosa che unisce il Buddismo con lo Yoga).

E anche in seguito, quando, con l'avvento di Den Xiaping nel 1978, in Cina prendeva sempre più piede una deriva capitalistica del pensiero comunista sullo slogan “arricchirsi è glorioso” di Hu Jintao, le cose non sono cambiate molto.

“In questa situazione – si legge nel testo –, con stupore possiamo accorgerci dell'esistenza di inequivocabili segni di una rinascita religiosa”.

“C'è una grande sete di Dio nel popolo cinese – si afferma ancora –, come testimoniano molti Vescovi cristiani, soffocata ma non eliminata da decenni di materialismo marxista e da secoli di materialismo confuciano”.

In particolare, un'inchiesta condotta da due docenti dell'università Normale di Shanghai, Tong Shijun e Liu Zhongyu, ha rivelato che “le religioni si stanno sviluppando in modo imprevisto con un numero crescente di credenti, specialmente tra i giovani”.

“In essa si dimostra che in Cina ce ne sono almeno 300 milioni, il triplo di quanto stimato alcuni anni fa dal governo”, anche se si sottolinea che “il totale aggiornato e realistico potrebbe essere molto superiore”.

Nel 1949, quando è stata proclamata la Repubblica Popolare Cinese, i cattolici in Cina erano circa 3,5 milioni. Oggi si ritiene siano più di 12 milioni.

Infatti, continua il testo, se da una parte “la dilagante corruzione e l'immoralità diffusa causano un senso di disgusto esistenziale che solo la religione riesce a superare”, dall'altra “le teorie rivoluzionarie [...] hanno dimostrato di non essere state capaci in tanti anni di dare un senso alla vita”.

E così, per quanto riguarda i fedeli cattolici, “nonostante la forte repressione, nella notte di Pasqua del 2007 migliaia di persone sono state battezzate” e “nella sola Pechino alla Veglia Pasquale vi sono stati quasi 1000 battesimi di adulti”.

Inoltre, sembra che in alcuni ambienti all'interno del Ministero degli Esteri Cinese la Lettera di Benedetto XVI ai cattolici cinesi - che ha avuto una accoglienza “ostile” da parte delle autorità che ne hanno impedito se non bloccato la diffusione, oscurando spesso i siti web che la riproducevano - “sia stata giudicata più positivamente, tale cioè da creare una 'possibilità di dialogo'”.

“Questo spirito nuovo che soffia fin dentro i quadri del Partito Comunista Cinese (PCC) – si sottolinea –, sta scuotendo il Partito al potere che, nel tentativo di contrastare questa ondata religiosa, si è dovuto impegnare negli ultimi 5 anni in campagne nazionali per la diffusione dell'ateismo e del marxismo via radio, TV, internet e seminari universitari”.

In questo contesto, la leadership si trova divisa tra un rafforzamento del controllo sulle religioni e una loro rivalutazione finalizzata al mantenimento dello status quo. Per esempio, si spiega, “viene incoraggiato il confucianesimo perché […] richiede cieca obbedienza all'autorità, pietà filiale e sacrificio per il clan”.

Il Partito comunista da un lato “teme la comunanza tra le Chiese libere e la loro azione solidale nei confronti del popolo infelice e quindi le perseguita”, mentre “dall'altro offre per i buddisti e i cristiani le versioni controllate, 'ufficiali', delle 'Chiese patriottiche'”.

Il Governo cinese permette, infatti, la pratica religiosa nel suo Paese solo con personale riconosciuto e in luoghi registrati presso l’Ufficio per gli Affari Religiosi e sotto il controllo dell’Associazione Patriottica (AP), l’organismo istituito dal regime maoista nel 1957 con lo scopo di creare una Chiesa nazionale indipendente dalla Sede apostolica e azzerare la presenza missionaria.

Per questo si parla della differenza tra una Chiesa “ufficiale” o “patriottica” e i fedeli che cercano di sottrarsi al suddetto controllo per obbedire direttamente al Papa, formando la Chiesa “non ufficiale” o “clandestina”.

L'Associazione Patriottica che controlla le attività e la fede di circa 5 milioni di cattolici, si arroga il diritto di nominare i Vescovi, decide quali membri della comunità cattolica possono seguire gli studi religiosi e chi può essere ordinato sacerdote, controlla l'organizzazione dei corsi di catechismo e quali devono essere i temi trattati.

Dal 1958, da quando cioè è stata imposta l'AP, chi non vi aderisce viene arrestato, posto in isolamento e in molti casi condannato ai campi di “rieducazione” e lavori forzati nei laogai.

Nei quasi 1.500 laogai attualmente attivi - secondo quanto riportato da una ricerca del 2008 condotta dalla Laogai Research Foundation di Washington - si pensano siano imprigionati da tre a sei milioni di persone (il numero preciso dei campi ed il numero dei detenuti sono considerati “segreti di Stato”), una forza lavoro a costo 0 che il regime comunista cinese usa sia per il mercato interno che per l’esportazione, facendo affari con numerose multinazionali.

Il maggior numero di vittime del comunismo cinese si colloca tuttavia tra gli anni 1949-1950, quando il Partito comunista si impegnò in una intensa propaganda di massa per l'ateismo e la soppressione delle “attività controrivoluzionarie”, e la morte di Mao Tse Dong, nel 1976, che decretò la fine del decennio di “Rivoluzione Culturale e Proletaria” e l'apertura di una stagione di disgelo che mostrava, apparentemente, i primi segni di una nuova libertà religiosa.

Al giorno d'oggi, si legge ancora nel testo, “alcuni Vescovi sono stati costretti perfino ad elogiare in pubblico l'operato dell'AP e a criticare l'intromissione vaticana negli affari religiosi in Cina”.

Questo perché “il PCC considera i cattolici pericolosi sovversivi al soldo di una potenza occidentale straniera che cerca di intromettersi con pretesti religiosi nella vita della Cina”.

Ma se “numerosi detenuti sono stati liberati grazie alle pressioni del Vaticano e di organizzazioni umanitarie”, “moltissimi sono ancora i Vescovi, i sacerdoti e i fedeli che languono in prigione e nei laogai disseminati per tutta la Cina, colpevoli unicamente di essere cattolici”.

La consapevolezza, conclude il testo, è quindi che qualcosa può cambiare e che magari “potremo scoprire che il colosso ha piedi di argilla”.
 
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view post Posted on 23/12/2009, 11:51
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http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php...s=32657&lan=ita

CINA - Le statistiche 2009 della Chiesa cattolica nella Cina continentale
Shi Jia Zhuang (Agenzia Fides) – Le ultime statistiche della Chiesa cattolica nella Cina continentale redatte dal Faith Institute for Cultural Studies (FICS) riportano che all’8 dicembre 2009 i cattolici nel paese erano circa 6 milioni, assistiti pastoralmente da 3.397 tra Vescovi, sacerdoti e diaconi. Tra loro ci sono 3.268 sacerdoti attivi in un centinaio di diocesi. Oltre 300 sono i giovani sacerdoti di congregazioni religiose presenti in Cina. Inoltre 628 seminaristi maggiori studiano in 18 Seminari, 630 seminaristi minori si preparano nei 30 Seminari propedeutici o minori. Le religiose che hanno emesso i voti sono 5.451 suddivise in 106 Congregazioni religiose.
La comunità cattolica continentale gestisce 381 strutture caritative (esclusi i Centri di accoglienza dei Lebbrosi). Tra queste ci sono 220 cliniche, 11 ospedali, 81 case per anziani, 44 asili, una scuola superiore, 2 istituti di formazione professionale, 22 orfanotrofi e centri di accoglienza per i bambini disabili, 3 Centri di riabilitazione, 34 Centri di servizio sociale. Una ottantina di religiose lavorano in una ventina di strutture governative che accolgono i lebbrosi.
Secondo Li Ma Li, del Faith Institute for Cultural Studies che ha partecipato alla elaborazione delle statistiche, “le nostre informazioni sono state raccolte dai sacerdoti responsabili, diocesani o locali, secondo la partecipazione alle attività della Chiesa e il numero delle persone che ricevono regolarmente i sacramenti. Il lavoro di raccolta è stato eseguito con e-mail, telefonate, fax, e a volte anche andando sul luogo dove non ci sono queste possibilità. Quindi possiamo dire che le statistiche siano abbastanza precise, soprattutto per quanto riguarda i numeri dei seminaristi maggiori e dei seminari e le strutture di servizio sociale delle diocesi. Ovviamente esistono ancora oggi alcune comunità che vivono in situazioni particolari, di conseguenza risulta difficoltoso avere statistiche precise al cento per cento. Per esempio, diverse parrocchie, diocesi o città non hanno tenuto il conteggio o non hanno potuto fare alcuna registrazione per anni, così il nostro lavoro è stato abbastanza faticoso”. (NZ) (Agenzia Fides 16/12/2009 - righe 28, parole 307)
 
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