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Violenze ed esorcismi. Condannato a 12 anni don Barone. Procura appella: "14 anni e mezzo", Sesso orale e anale in sagrestia. I lussi dei pellegrinaggi a Medjugorje del prete dei VIP. Genitori condannati a 4 anni

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view post Posted on 7/4/2018, 04:53
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https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/a...ella-sagrestia/

La 18enne rimorchiata in confessionale. “Sesso sul divanetto della sagrestia”
In cella - Don Michele Barone arrestato per violenza su minore durante gli esorcismi
La 18enne rimorchiata in confessionale. “Sesso sul divanetto della sagrestia”
di Vincenzo Iurillo | 7 aprile 2018
|
“Disse di essersi innamorato di me, mi riempiva di regali e disse che già da un anno voleva smettere di fare il prete. E dopo due o tre mesi mi convinse che dovevamo avere effusioni come due fidanzati normali”. Il resto del racconto diventa a luci rosse. E quel che accade, ovvero sesso orale e
 
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http://noicaserta.it/don_michele_barone_verbali_.html

SCANDALO ESORCISMI | I verbali choc delle vittime del prete
esorcista: "Costrette a fare sesso con lui in sagrestia

08/04/2018 Redazione

«Don Michele mi diceva continuamente di non considerare che fosse un prete, per cui era normale avere effusioni
tra noi come tra due fidanzati normali. Riuscì a convincermi e a baciarmi e ogni volta andava sempre oltre. Quindi,
dopo avermi baciata, mi denudava, denudandosi anche lui... Tali rapporti si sono protratti per un po’ di tempo ed
avvenivano su un divanetto in una stanza ubicata al pian terreno della struttura “La piccola casetta di Nazareth”. Se
qualcuno bussava alla porta, don Michele rispondeva che stava facendo una confessione». Quando questo
accadeva era appena maggiorenne la donna che oggi punta il dito contro don Michele Barone, sacerdote ed
esorcista abusivo, in carcere dalla fine di febbraio per maltrattamenti e lesioni gravissime nei confronti di una
quindicenne. Dagli atti dell’inchiesta continuano ad emergere particolari sconcertanti sul comportamento del
religioso, che il Riesame ha mantenuto in carcere. Non solo, riferiscono i testimoni, era particolarmente violento
quando praticava gli esorcismi (per i quali non era autorizzato dalla Chiesa) o le «benedizioni».
LE TELEFONATE EROTICHE - Era, secondo diverse donne, anche solito commettere abusi di tipo sessuale sulle
sue adepte. Le violenze avvenivano spesso in chiese consacrate del Casertano. Racconta ancora la vittima, che
chiameremo Luciana, ai pm di Santa Maria Capua Vetere Daniella Pannone e Alessandro Di Vico: «Tengo a dirvi
che, quando don Michele era impossibilitato ad incontrarmi, mi telefonava soprattutto durante la notte e molto
spesso, chiedendomi di parlargli in modo particolare. Ricordo che tali telefonate duravano anche due o tre ore. Non
ricordo quante volte ho avuto rapporti, però erano tanti. Di solito mi recavo presso la Piccola Casetta di Nazareth
dopo che don Michele mi aveva chiesto di andare da lui e quasi sempre nel primo pomeriggio, quando i suoi
confratelli facevano il riposo pomeridiano ed inoltre in tale orario non c’era presenza di fedeli. Tali rapporti di sesso
si sono verificati anche a casa mia, quando mia madre non c’era. Tengo a dirvi che don Michele, per convincermi,
mi diceva sempre di amarmi, che avrebbe smesso di fare il prete e che voleva formare una famiglia con me». I due
presero a incontrarsi anche in un albergo a ore sulla strada che da Giugliano porta a Lago Patria. La giovane
donna fa un racconto dettagliato quanto raccapricciante di questi incontri violenti ai quali, dopo un bel po’ di tempo,
decise di sottrarsi. A quel punto, afferma la teste, don Michele andò su tutte le furie e mandò una persona a
minacciarla: una persona che parlò a nome di Michele Barone, cugino omonimo del sacerdote ed esponente di
primo piano del clan dei casalesi.
LE MINACCE - «L’uomo riferì con tono imperioso a mia madre che io non dovevo più mandare messaggi e
chiamare don Michele perché “deve fare il prete”. Io, ignara di tale situazione, tornai a casa, ove mia madre mi
disse di essersi molto spaventata nel sentire il nome di Michele Barone, che era notorio in paese per essere un
pregiudicato, e per tale motivo ricordo che mi picchiò. Mia madre tuttora mi rimprovera di essere stata portatrice di questo guaio, anche perché lei si sentì minacciata dall’uomo presentatosi a casa sua e per il successivo scandalo
che ne conseguì. Infatti nel paese si sparse la voce che io ero incinta di don Michele e che poi avevo abortito». Ma
non è tutto: a detta della testimone, infatti, il sacerdote si dedicava anche ad altri affari illeciti. «Nel periodo della
nostra relazione don Michele voleva darmi banconote false, come asserito da lui stesso, chiedendomi di
smerciarle. Io mi ero sempre rifiutata. Inoltre aveva schede telefoniche intestate a sconosciuti e cambiava in
continuazione numeri di telefono. Inoltre aveva contatti con persone che avevano la possibilità di smerciare cose
rubate».
 
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view post Posted on 11/4/2018, 14:39

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Minorenni "indemoniate" trascinate per i capelli, tenute per il collare e malmenate per tirare fuori i satanassi.


Don BArone, Ratzinger e Spinillo

https://www.ilmattino.it/caserta/prete_eso...si-3662378.html

Lo scandalo del prete esorcista:
altri quattro minori vittime di abusi

di Mary Liguori
Una voce infantile, ma decisa. Che parla di «fatture», «maledizioni» e «diavoli». Di giovanissime indemoniate picchiate e trascinate per i capelli dal loro «salvatore»: don Michele Barone. Di quattro nuove vittime forse minorenni. Tenute «col collare» e malmenate. La voce che ripercorre mesi che ricordano un film dell'orrore è quella della sorella della ragazzina di tredici anni abusata e malmenata durante gli «esorcismi» di don Barone. Quella voce, ieri, in procura a Santa Maria Capua Vetere, è stata veicolata per tutte e due e le ore e mezza dell'incidente probatorio dal gip Ivana Salvatore che ha voluto condurre l'interrogatorio con le modalità protette. Filtrando, cioè, le domande rivolte alla giovane testimone dai pm Alessandro Di Vico e Daniela Pannone, e degli avvocati, Carlo De Stavola, Rossella Calabritto e Giuseppe Stellato. La ragazza ha risposto da una stanza collegata in videoconferenza con quella in cui erano presenti i magistrati e i penalisti. E dove c'erano anche gli imputati. Don Barone, che è arrivato dal carcere di Vallo della Lucania dove si trova detenuto, è apparso sicuro di sé, a tratti anche spavaldo. Erano presenti, ieri, anche il commissario di polizia Luigi Schettino, ancora ai domiciliari, e il padre della vittima, che con la madre è sottoposto al divieto di avvicinamento alla minore.
 
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view post Posted on 18/4/2018, 04:09
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Don Barone era in colpa per le tentazioni diaboliche e recitava il rosario con la ragazza


Don Barone ed il vescovo Spinillo

http://www.casertanews.it/cronaca/sesso-or...asapesenna.html

Sesso orale e rosari: il racconto shock di una ragazza su don Michele Barone

Le vittime confessano in tribunale: "Mi sentivo in colpa perché lo tentavo"

Attilio Nettuno 17 aprile 2018 19:26

Sesso orale e rosari: il racconto shock di una ragazza su don Michele Barone

Si sentiva in colpa per averlo indotto in tentazione la ragazza di Caserta costretta ad avere rapporti orali con don Michele Barone, il prete del Tempio di Casapesenna arrestato a febbraio per maltrattamenti, lesioni e violenza sessuale.

Stamattina al tribunale di Santa Maria Capua Vetere si sono conclusi gli incidenti probatori delle vittime delle violenze carnali. Le due ragazze, in collegamento dall'aula protetta, sono state interrogate, con il filtro del giudice Ivana Salvatore, dai pubblici ministeri e dagli avvocati difensori degli indagati (Carlo Taormina, Carlo De Stavola e Giuseppe Stellato) e quelli di parte (Rossella Calabritto che difende una delle due). Hanno retto i racconti riferiti nella prima ordinanza di custodia cautelare con le ragazze che hanno confermato la loro versione dei fatti.

In particolare la giovane, di Caserta, che ha subito tre rapporti orali con il sacerdote (oggi sospeso) ha spiegato di essere suggestionata dal fatto che don Michele guarisse le persone. Per questo dopo gli episodi - avvenuti prima in nave, poi in un hotel di Medjugorie durante un pellegrinaggio ed infine presso la Cappellina (in questa circostanza il prete tentò anche un rapporto anale) - si colpevolizzava. In particolare dopo l'ultimo rapporto sarebbe stato lo stesso sacerdote a scusarsi con lei spiegando che il diavolo tentava anche lui. Una "tentazione" che fu espiata recitando una "coroncina" (un rosario) insieme.

Per quanto accaduto la ragazza si sentiva in colpa, per aver attirato in tentazione il prete e per questo preferì non andare più da sola da don Michele Barone, dove continuava a confessarsi, però, durante le celebrazioni pubbliche.

L'altra ragazza, di Maddaloni, invece, ha confermato i palpeggiamenti al seno ed ai glutei legati principalmente ai riti esorcisti praticati da don Barone su di lei. Riti che, secondo quanto riferito da don Carlo Aversano (l'unico della diocesi di Aversa autorizzato dal Vaticano a praticare esorcismi) ai magistrati della Procura sammaritana, non prevedono il contatto fisico tra il posseduto e l'esorcista.
 
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view post Posted on 18/4/2018, 10:02

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https://www.ilmattino.it/caserta/prete_mi_...lo-3677589.html

La vittima conferma: «Don Barone
abusava di me per colpire il diavolo»

di Mary Liguori
«Sa chi è Milleocchi? Lei si svegliava al mattino con tagli sulle braccia? Con la “S” di Satana sulla lingua? Con incisa sulla pelle la scritta Hell Satana?». Carlo Taormina deposita una serie di foto con le quali la difesa di Michele Barone tenta di dimostrare che gli esorcismi del prete arrestato erano indirizzati a persone convinte di essere possedute dal diavolo. Le immagini sono state mostrate a una delle due vittime ascoltate ieri in incidente probatorio. La ragazza ha spiegato: «Quella specie di “S” era dovuta all’apparecchio per l’estensione del palato che tutt’ora porto. Sì, mi comparivano dei tagli sulle braccia che poi sparivano in poco tempo, ma non so se queste in foto sono le mie braccia». A quanto pare, «c’era una persona che faceva video e foto durante i riti», una sorta di «reporter» che registrava le benedizioni di don Barone. A quale scopo? Difficile dirlo, forse pubblicitario. A ogni modo gli interrogatori sono serviti ai pm, per dirla in termini tecnici, per cristallizzare la prova. Ma hanno anche aggiunto dettagli raccapriccianti al già incredibile quadro accusatorio. Le due ragazze hanno ricostruito il modo in cui Barone sarebbe riuscito a controllare la vita dei suoi seguaci. Hanno parlato di decine di persone plagiate. Convinte, in confessione, e durante le «messe», che se fossero uscite dalla «setta» per loro sarebbero stati «pianto e stridore di denti».
Un lavorio quotidiano, durato anni, che si è imperniato su un mix letale: una fede ai limiti del fanatismo e la convinzione di essere posseduti dal diavolo o di poter aiutare Barone a scacciarlo da altri indemoniati. E, per evitare ingerenze esterne, c’era una sorta di codice da rispettare. «Guai» a frequentare chi usciva dalla «setta». «Se li è portati il diavolo, se parlate con loro prenderà anche voi», il monito.

È, questa, solo una parte dei due interrogatori che si sono tenuti ieri in Procura, a Santa Maria Capua Vetere, per l’ultimo incidente probatorio. Le due vittime maggiorenni del sacerdote di Casapesenna che lo hanno denunciato per maltrattamenti, percosse e violenza carnale hanno confermato le accuse. E hanno aggiunto che si sentivano completamente in balia del prete. E che il sacerdote aveva una tecnica per tenere sotto controllo i suoi adepti. Incluso il poliziotto Luigi Schettino che è finito ai domiciliari, ma che esce sostanzialmente ridimensionato in questa fase del procedimento. Una delle due ragazze ha infatti dichiarato che «era andato via prima del violento esorcismo sulla minorenne» al centro dell’inchiesta. Il gip Ivana Salvatore ha filtrato le domande dell’accusa, pm Alessandro Di Vico e Daniela Pannone, e quelle delle difesa, penalisti Carlo De Stavola e Giuseppe Stellato. Le due ragazze hanno raccontato, di nuovo, degli abusi sessuali. Ma una ha detto solo che il prete la «toccava» sui tatuaggi. L’altra ha invece confermato i rapporti intimi cui Barone l’avrebbe costretta sia in Italia che in Erzegovina, nell’hotel che, sempre secondo la ragazza, «era di proprietà del prete». Circostanza, questa, ancora oggetto di accertamenti. Entrambe le giovani hanno riferito che «non potevano ribellarsi» al volere del prete. Una delle due, oltre agli abusi sessuali, ha subito anche i maltrattamenti «da esorcismo». Il collare, dunque, le botte, la costrizione a bere l’acqua nella quale Barone sputava. Come la 13enne. «Quando ci picchiava, credevamo che stesse percuotendo il diavolo». Hanno poi confermato di essere state convinte, per lungo tempo, che don Barone facesse solo del bene. «Portavo da lui persone che stavano male. Anche la fidanzata di un ragazzo che si è suicidato a Maddaloni». «Dicevo loro che era un buon prete, all’epoca pensavo questo». Sacerdote e adepti erano dunque legati a doppio filo, ma quel vincolo che sembrava inossidabile ormai si è spezzato.
Mercoledì 18 Aprile 2018, 09:25
 
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view post Posted on 24/4/2018, 06:04
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https://www.ilmattino.it/caserta/abusi_tor...so-3688399.html

Gli abusi e le torture medievali,
l’esorcista va a processo

ARTICOLI CORRELATI
di Mary Liguori
Sarà un continuo valicare il confine tra fede e scienza il processo per don Michele Barone. Da un lato i pm, convinti che gli esorcismi sulla 13enne siano stati «delle torture medievali» e le abbiano procurato una lesione permanente. Dall’altro la difesa, che cercherà di dimostrare che la ragazzina era realmente posseduta dal demonio e per questo le benedizioni erano l’unica strada per aiutarla.

È stato notificato ieri il decreto di giudizio immediato per il sacerdote, per i genitori della vittima e per il vicequestore di polizia Luigi Schettino. E, perlomeno per la parte che riguarda don Barone, si preannuncia un processo come quello che seguì le vicende di Annaliese Michel (nella foto in basso), la 24enne morta in Baviera nel 1975 la cui storia è diventata nota grazie al film «L’esorcismo di Emily Rose» (nella foto). La famiglia della ragazza si convinse che fosse posseduta dal demonio e l’affidò alla Chiesa. In realtà Annaliese manifestava paralisi degli arti, uno smisurato accrescimento del torace, rigidità improvvisa del corpo e l’impossibilità di parlare. Sintomi simili a quelli della 13enne portata dal sacerdote in pellegrinaggio con un collare, costretta a ingerire l’ostia e l’acqua santa nella quale il sacerdote sputava. Due storia simili, con esiti, fortunatamente, diversi. Annaliese morì a 24 anni quando ormai pesava solo 30 chili, per anni si era rifiutata di mangiare, tuttavia non venne alimentata con le flebo, ma affidata alle sole cure spirituali. Per questa ragione, i genitori e l’esorcista furono condannati per omicidio colposo. La 13enne, invece, ce l’ha fatta. Benché malridotta, con un orecchio sfregiato dal piede del prete e dalle manovre che il sacerdote esercitava per costringere il diavolo lasciare il corpo dell’adolescente. Viva, anche se sottopeso, visto che il prete la alimentava con biscotti e latte, sostenendo che quella fosse la volontà di San Michele. Per la Procura i genitori della ragazzina sono responsabili dei maltrattamenti in concorso col prete. Stessa accusa per il poliziotto Luigi Schettino che tentò anche di ostacolare la denuncia sporta dalla sorella della ragazzina.

Ma contro il prelato ci sono anche le accuse di due ex adepte che sostengono di essere state abusate sessualmente sia a Casapesenna che durante i pellegrinaggi a Medjugorie. In questo caso, le vittime sono maggiorenni ed hanno già testimoniato nel corso dell’incidente probatorio che ha cristallizzato la prova e consentito ai pm Alessandro Di Vico e Daniela Pannone di chiedere il giudizio immediato. Ma anche ciò che raccontano le due 20enni ha delle analogie sorprendenti con le vicende di Annaliese. Parlano di esorcismi filmati, e i video sono stati ritrovati, e affermano che a Casapesenna c’è una ragazzina che, dopo essere stata «liberata dal demonio» da don Barone, si è trasformata in una veggente e che «attraverso di lei parlano la Vergine Maria, l’angelo e Gesù». Anche Annaliese sostenne di aver avuto contatti con la Madonna, tanto che la sua tomba è tutt’oggi meta di pellegrinaggi.

Se da un lato le due ragazze hanno confermato gli abusi sessuali subiti, dunque, dall’altro sembrano convinte che a Casapesenna si verificassero fenomeni paranormali. Una delle due, incalzata dall’avvocato di don Barone, durante l’incidente probatorio ha dichiarato che «nel corso delle benedizioni» le comparivano «dei tagli sulle braccia». Il penalista le ha chiesto, esibendo una dozzina di foto che appunto ritraevano le ferite, se non le si aprisse anche una specie di «s» sulla lingua, ma in questo caso la ragazza ha spiegato che quella era l’impronta dell’apparecchio per i denti. A ogni modo, dalla natura delle domande rivolte alla ragazza, sembra che la difesa intenda sostenere l’esistenza del demonio. O perlomeno documentare che quelle benedizioni erano il giusto rimedio per persone ritenute possedute dal maligno. La prima udienza è fissata per giugno dinanzi al tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Il quadro accusatorio è stato confezionato a tempo di record. Dal giorno dei clamorosi arresti alla fissazione del processo, sono trascorsi due mesi e dieci giorni.

Lunedì 23 Aprile 2018, 23:02 - Ultimo aggiornamento: 24-04-2018 00:04
 
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view post Posted on 2/5/2018, 15:43
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Come al solito non si accorgono mai di niente prima che arrivi la Magistratura

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www.casertanews.it/cronaca/ispettor...asapesenna.html

Don Michele, gli ispettori del Vaticano al Tempio

Don Michele, gli ispettori del Vaticano al Tempio
Indagine interna sul sacerdote arrestato

Redazione
02 maggio 2018 16:35


Don Michele, gli ispettori del Vaticano al Tempio

Anche Il Vaticano si "occupa" della delicata vicenda di don Michele Barone, sacerdote di Casapesenna accusato di presunti abusi sessuali su una 13enne di Maddaloni. Nelle prossime ore arriveranno infatti al Tempio di Casapesenna degli ispettori del Vaticano per un’indagine interna proprio su don Michele. Tutto il materiale che sarà raccolto sarà poi dettagliatamente ‘studiato’ dagli uffici di Roma.

Solamente qualche giorno fa è stato notificato il decreto di giudizio immediato nei confronti di don Michele che è accusato di ‘esorcismi’ che sarebbero delle torture medievali che avrebbero provocato alla minorenne anche una lesione permanente. Ci sono poi anche delle accuse mosse da due fedeli che hanno denunciato di essere state violentate sia al Tempio che durante dei pellegrinaggi a Medjugorie.

Le due giovani, entrambe 20enni, hanno parlato anche di esorcismi che, come confermato dal vescovo di Aversa Angelo Spinillo, non erano autorizzati dalla Chiesa. I giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere decideranno quale possa essere, eventualmente, la condanna per don Michele mentre il Vaticano valuterà attentamente invece quale possa essere la sua ‘condanna spiritu
 
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"Minacciai la fidanzata perché doveva restare prete"

don-michele-barone-cugino-2
Don Barone ed il cugino camorrista

Il cugino camorrista inguaia don Barone: "Usato per portare ambasciate in carcere"

www.paesenews.it/?p=123326
CASAPESENNA – Don Michele Barone accusato dalcugino: aveva
relazionicon ilClan deiCasalesi
 melinavitale  21 maggio 2018  Cronaca
Casapesenna – Continuano le vicende su Don Michele Barone, l’ex parroco di Casapesenna accusato di
molestie ai danni di giovani ragazze. Ancora una volta “Le Iene” ritornano a parlare di don Barone. Nella
puntata di ieri sera, infatti, si è parlato di relazioni con degli esponenti del clan dei casalesi, quando lui eraun cappellano del carcere. Le accuse sono state mosse dal cugino
pentito, omonimo del sacerdote. Michele Barone afferma che il cugino
sacerdote riportava all’esterno del carcere dei messaggi. Afferma poi: “So
che Luigi Diana, detto “o’manovale”, e Nicola Panaro, hanno utilizzato
don Michele per ambasciate all’esterno, me lo disse mio cugino stesso”.
E ancora: “Per quanto possa apparire strano, viste le mie esperienze
criminali, sono più sacerdote di lui. Lui portava solo la tunica del
sacerdote, ma il sacerdote vero e proprio non l’ha mai fatto”.
Don Michele Barone, addirittura, avrebbe voluto rinunciare alla carriera
ecclesiastica per amor della sua prima fidanzata, ma sembrerebbe che la
famiglia di lui avrebbe minacciato il sacerdote stesso. Così fu proprio il
cugino ad occuparsene, Michele Barone, che andò dai genitori della
ragazza dicendo che la figlia avrebbe dovuto lasciare il prete.
Insomma, don Michele Barone, aveva relazioni sia con la camorra che
con alcune delle forze dell’ordine.

www.casertanews.it/cronaca/don-mich...asapesenna.html

"I boss della camorra hanno utilizzato don Michele per 'ambasciate' dal carcere"
Le accuse del cugino del prete esorcista, a processo per maltrattamenti e violenza sessuale

Redazione
21 maggio 2018 08:38


"I boss della camorra hanno utilizzato don Michele per 'ambasciate' dal carcere"

Don Michele Barone, il sacerdote esorcista del Tempio di Casapesenna arrestato lo scorso febbraio con le accuse di maltrattamenti e di violenza sessuale nei confronti di due ragazze, sarebbe stato il messaggero per alcuni esponenti del clan dei Casalesi. A rivelarlo è un servizio realizzato da ‘Le Iene’, andato in onda domenica sera.

AMBASCIATORE DELLA CAMORRA
Le accuse arrivano direttamente dal cugino omonimo del prete, boss pentito della camorra, ex fedelissimo del capo clan Michele Zagaria. Secondo Michele Barone, il cugino sacerdote ai tempi in cui era cappellano in carcere avrebbe realizzato delle “ambasciate” per conto del clan.

“Vista la sua disponibilità e vicinanza con il mondo della criminalità – ha raccontato Michele Barone ai magistrati - ero certo che potesse essere investito di “ambasciate” (messaggi) dal carcere verso l’esterno. So che Luigi Diana, detto “o’manovale”, e Nicola Panaro, hanno utilizzato don Michele per ambasciate all’esterno, me lo disse mio cugino stesso”.

Profili di due esponenti del clan di primo piano: Diana è stato a lungo uno dei boss più sanguinari del clan Bidognetti, Panaro è stato nella lista dei 30 latitanti più pericolosi d’Italia e cugino del capo clan Francesco ‘Sandokan’ Schiavone.

CLICCA QUI PER GUARDARE IL SERVIZIO DE 'LE IENE'
L’EX FIDANZATA MINACCIATA
Un quadro confermato da altre dichiarazioni del cugino del prete di Casapesenna: “Per quanto possa apparire strano, viste le mie esperienze criminali, sono più sacerdote di lui. Lui portava solo la tunica del sacerdote, ma il sacerdote vero e proprio non l’ha mai fatto”.

Accuse confermate poi anche dalla prima fidanzata di don Barone, quando lui era già prete. Nel servizio di Gaetano Pecoraro la donna spiega che il sacerdote aveva una relazione con lei, e che il prete del Tempio era disposto a rinunciare alla carriera ecclesiastica. Una situazione che si è scontrata con i voleri della famiglia di don Barone, che minacciò il sacerdote di togliergli tutti i beni. Del caso si occupò allora il cugino camorrista. Michele Barone andò infatti a casa della fidanzata del prete e disse ai genitori: “Dì a tua figlia di lasciarlo stare perché lui deve fare il prete e basta”.

LE AMICIZIE CON LE FORZE DELL’ORDINE
Nel servizio de ‘Le Iene’ si parla anche delle amicizie di don Michele con esponenti delle forze dell’ordine, tra cui Luigi Schettino, dirigente del commissariato di Polizia di Maddaloni e suo seguace, già a processo per la vicenda che vede coinvolto il prete esorcista. Le conoscenze del sacerdote erano note sia al cugino che alla fidanzata: “Era un traffichino – spiega infatti la fidanzata durante il servizio - aveva conoscenza ovunque, anche finanzieri corrotti”. Una circostanza confermata dal cugino pentito di camorra: “Don Michele aveva ottimi rapporti con le forze dell’ordine, in particolare con un finanziere di San Marcellino”.
 
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view post Posted on 26/5/2018, 12:12

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Il prete erotomane ed esorcista convinceva creduloni d'Oltremanica di poteri sovrannaturali

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Don Barone, Benedetto XVI ed il vescovo Spinillo

www.ilmattino.it/caserta/don_baron...na-3755760.html

Don Barone, soldi da irlandesi
e inglesi per le grazie della Madonna

di Mary Liguori
12
Un santo. Un benefattore. Un prescelto dal Signore, chiamato dalla Madonna nell’incredibile e delicato ruolo di intercessore. Portatore di cause perse all’attenzione della Mamma celeste.

È il ritratto che di padre Michele Barone fanno i suoi fedeli d’oltremanica. Alcuni di loro, oggi, ancora strenui difensori del pastore. «La stampa vuole distruggerlo», dicono sia dall’Irlanda che dall’Inghilterra. Dipingono un uomo buono, carismatico, caritatevole. Capace di caricarsi sulle spalle le sofferenze di un gregge allo sbando e di sottoporre le istanze dei disperati alla Vergine. Malati gravissimi, persone con problemi psichiatrici, gente che aveva perso ogni speranza chiedeva la grazia al «don» di Casapesenna e lui, in abiti griffati e Rolex, accettava di pregare per loro. Erano così tanti, soprattutto in Irlanda, che dopo la santa messa Barone non riusciva a riceverli tutti. Ma era misericordioso, il sacerdote casertano, e accettava le richieste anche per iscritto. Centinaia di lettere venivano quindi consegnate nelle mani della sua collaboratrice irlandese. In ogni plico, la missiva con la richiesta di grazia e una somma di denaro. Soldi, tanti soldi, li vide una delle adepte italiane che ha accompagnato Barone in uno dei periodici viaggi in Irlanda, sin dal 2014. Le banconote erano così tante da creare troppo volume per il viaggio di ritorno in Italia così «una donna che Barone conosceva da tempo glieli cambiò in banconote da 500 euro», si legge nei verbali. Ma la ragazza si stupì, perché Barone, che all’epoca considerava un santo, maneggiava tutto quel denaro? Il prete le rispose che erano «soldi che consegno alla Casetta di Nazareth, come vedi, benché i miei confratelli spesso mi criticano, io faccio tutto questo per la Casetta». Si amplia dunque, nella ricostruzione dei pm, il raggio d’azione del sacerdote, e si apre uno spaccato inedito. Precedentemente del filone irlandese i pm si erano occupati perché la Diocesi di Ferns scrisse a quella di Aversa dopo che alcuni preti irlandesi avevano assistito scioccati a un violento esorcismo tenuto da Barone in un hotel di Medjugorie.

Le ultime novità d’oltremanica emergono invece dalle recenti testimonianze raccolte dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere che indaga sul sacerdote arrestato per maltrattamenti su minori e violenza sessuale. Il nuovo filo intessuto dagli investigatori porta alla chiesa di Clarinbridge, dove c’era una nutrita comunità di adepti di don Michele, l’esorcista abusivo che per anni è riuscito a nascondere al suo vescovo le preghiere di benedizione che si tenevano a pochi chilometri da Aversa e di cui erano a conoscenza centinaia di fedeli in tutta la Campania. Le testimonianze agli atti saranno usate nel corso del dibattimento, al via tra tre settimane, e probabilmente anche la collaboratrice irlandese del sacerdote sarà chiamata a testimoniare in aula. Così come potrebbero essere chiamati in aula due venticinquenni che vivono a Desenzano sul Garda, uno dei quali riferisce di essere stato ferito a un occhio da don Barone durante un esorcismo.

Intanto la Casetta di Nazareth, fondazione che affianca il tempio di Casapesenna, si ritrova al centro di due indagini. Una è quella della Diocesi di Aversa che, improvvisamente, si è resa conto nei mesi scorsi che qualcosa in quella comunità proprio non torna. L’altra inchiesta è quella della Procura. Troppi soldi e poca trasparenza. Situazioni ambigue al punto che anche le monache che si aggirano in zona, a quanto pare, non sono tali. Aspettano da anni che il loro ordine venga riconosciuto. Ma intanto portano il velo. E creano confusione in un situazione strana che, mai come oggi, avrebbe bisogno solo di essere chiarita.

Per questa ragione, tra le altre cose, il pool diretto dal procuratore aggiunto Alessandro Milita e composto dai pm Alessandro Di Vico e Daniela Pannone, ha delegato la guardia di finanza per gli accertamenti sia sui conti di Barone che sui flussi di denaro tra lui e la Casetta di Nazareth. Le verifiche sono ancora in corso e gli sviluppi potrebbero riservare altri clamorosi colpi di scena.
Sabato 26 Maggio 2018, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 25 Maggio, 20:31
 
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Non ancora convocati i veggenti di Medjugorje, Sara Tommasi e papa Ratzinger

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https://www.ilmattino.it/caserta/i_pm_conv...ie-3778456.html

L'ex soubrette che contesta Medjugorie
testimone contro il prete esorcista

di ​Mary Liguori
Il suo nome non dice molto, ma la sua immagine è legata a doppio filo a vicende che hanno fatto clamore.
Uscì dalla torta di compleanno di Silvio Berlusconi, si fidanzò con suo nipote, poi si diede a vita monastica. Quattro anni in convento, dal 2011 al 2014, a Medjugorie. Dove la sua strada si intrecciò con quella di don Michele Barone. Il prete esorcista abusivo in carcere con l’accusa di maltrattamenti su minore e violenza sessuale. Ania Goledzinowska, ex modella nata in Polonia, un passato da soubrette accanto a Marco Predolin e tresche (vere o presunte) con personaggi famosi, è passata dall’essere una sostenitrice del fenomeno Medjugorie a forte contestatrice del business legato alle apparizioni in Bosnia Erzegovina. Fenomeno che, proprio la settimana scorsa, e dopo le stoccate del papa, è finito sotto il «commissariamento» vaticano. Ania è stata molto vicina alle veggenti e, a quanto pare, conosce tanto anche degli affari di Barone che, con due delle donne che dicono di parlare con la Vergine Maria e di trasmetterne i messaggi, è amico da anni, e che a Medjugorie organizza pellegrinaggi da anni.
Sarà interrogata nel corso del dibattimento, Ania.

L’ha chiamata in causa la Procura di Santa Maria Capua Vetere che ha inserito il suo nome nella lista dei testi per il processo che inizierà il 19 giugno. Saliranno sul banco dei testimoni anche l’esorcista (autorizzato) Carlo Aversano, il vescovo di Aversa, Angelo Spinillo, il suo segretario Giampaolo Vingelli, ma anche altri presunti esponenti della setta di Don barone che si sono, da tempo, allontanati dal prete. Sarà in aula anche la ragazza che sostiene di essere stata minacciata dal cugino camorrista del prete perché ebbe una relazione col prelato. E il camorrista stesso, oggi pentito. Sarà chiamato a testimoniare anche Luciano Moggi che è stato in passato amico di Barone. Nell’elenco dei pm c’è anche Marcello De Rosa, sindaco di Casapesenna, dove si trovano il Tempio e la Piccola Casetta di Nazareth, l’habitat di Barone.

Mercoledì 6 Giugno 2018, 08:10 - Ultimo aggiornamento: 5 Giugno, 21:08
 
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Il cugino camorrista: "Lo presi a schiaffi per farlo restare prete"

don-Michele-Barone-e-il-Papa

https://edizionecaserta.it/2018/06/13/sind...te-ad-abortire/


l sindaco: “Clan costrinse amante del prete ad abortire”
giugno 13, 2018
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Casapesenna. Costretta da persone vicine al clan ad abortire. Una circostanza che già fa rabbrividire. La donna in questione era l’amante di don Michele Barone, il prete in carcere perchè accusato di abusi sui suoi adepti. A rivelarlo è l’edizione odierna de “Il Mattino” che riprende alcune dichiarazioni rese agli investigatori dal sindaco di Casapesenna De Rosa.

Il primo cittadino ha contestualizzato il tutto una decina di anni fa, quando don Barone venne allontanato da Casapesenna per uno scandalo: la ragazza che frequentava rimase incinta. “Fu costretta ad abortire contro la sua volta: don Barone si rivolse a esponenti del clan Zagaria che intervennero” ha dichiarato il politico durante l’interrogatorio. Il sacerdote per cinque anni rimase a Roma e poi tornò a Casapesenna, quando le acque si erano ormai calmate.


Gli investigatori hanno ascoltato sia la ragazza, ora donna, sia Michele Barone, attuale pentito e cugino del sacerdote. Nessuno dei due ha parlato di aborto, ma il collaboratore di giustizia ha svelato che, quando si seppe della relazione, lui intervenne in prima persona schiaffeggiando il cugino affichè riprendesse la retta via del sacerdozio. Tutti saranno ascoltati nel corso dell’imminente processo.

La Procura ha disposto già il rito immediato per il sacerdote. Nei confronti di don Barone fu eseguita prima di Pasqua un’ordinanza bis dopo quella del 23 febbraio scorso, che aveva portato all’arresto del prete all’aeroporto di Capodichino, dove erano di ritorno da Medjugorie.

Don Michele, assistito dall’avvocato Carlo Taormina, si è sempre difeso spiegando di non aver provocato alcuno sfregio, ma di aver solo praticato alla ragazzina una manovra in linea con quelle prescritte dai manuali canonici sull’esorcismo che potrebbe al massimo averle provocato un ematoma temporaneo. Analoga risposta anche in relazione al video prodotto dalla Procura in cui si vede il sacerdote praticare il rito ad un 50enne verso il quale usa modi violenti.


www.paesenews.it/?p=125944
CASAPESENNA – De Rosa:“L’amante di don Michelefucostretta ad
abortire”
 melinavitale  13 giugno 2018  Cronaca
Casapesenna – L’amante di Don Michele Barone fu costretta ad abortire. A dichiararlo, il primo cittadino
De Rosa, che racconta di dieci anni fa quando il parroco venne allontanato dalla città per uno scandalo.
Don Michele Barone si rivolse a esponenti del clan Zagaria che intervennero. Il sacerdote rimase cinque
anni a Roma e tornò solo quando le acque si furono calmate. Gli investigatori hanno ascolato Michele
Barone, omonimo e cugino, e la donna. Nessuno di loro ha parlato di aborto solo il collaboratore di
giustizia ha svelato che quando si venne a conoscenza della relazione lui intervenne in prima persona
schiaffeggiando il cugino affinché riprendesse la retta via del sacerdozio.
 
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Esorcismi forzati ed abusi. Nessuno aveva visto niente fino all'arrivo de Le Iene

Con-Papa-Benedetto-XVI

https://www.ilmattino.it/caserta/esorcismi...ma-3805054.html

Esorcismi e abusi, al via processo
Tra i testi vescovo ausiliare Roma

di Mary Liguori
Quattro imputati, cinquanta testimoni, diverse richieste di accredito da parte di televisioni nazionali. Inizia oggi, a Palazzo di giustizia di Santa Maria Capua Vetere, il processo a don Michele barone, il sacerdote in carcere per maltrattamenti e lesioni su minore e per violenza sessuale su due ventenni.
Le pratiche di esorcismo su una 13enne con problemi psichici, adolescente che secondo il sacerdote era affetta da possessione demoniaca, sono alla base dell’accusa che sarà rappresentata in aula dai sostituti procuratori Alessandro Di Vico e Daniela Pannone, coordinati dall’aggiunto Alessandro Milita della procura diretta da Maria Antonietta Troncone.
Pratiche violente che i genitori della ragazzina non avrebbero fermato, ma anzi avrebbero incoraggiato: per questa ragione sono ambedue a processo ed hanno temporaneamente perso la potestà genitoriale sulla figlia. Li difende il penalista Giuseppe Stellato. Alla sbarra c’è poi l’ex capo della Digos di Caserta, del commissariato di Maddaloni e del posto operativo di Casapesenna, il dirigente di polizia Luigi Schettino.

IL VESCOVO DI ROMA
Depositata negli ultimi giorni la lista dei testi che la difesa di don Michele Barone sottoporrà al collegio presieduto da Maria Chiara Francica. Tra gli altri, spicca il nome di monsignor Daniele Libanori. Gesuita ed esorcista, nel gennaio scorso è stato nominato da papa Francesco vescovo ausiliare della diocesi di Roma. L’avvocato Carlo Taormina, che difende il prete, chiama in causa anche Caroline Doherty, la collaboratrice irlandese del sacerdote che, proprio da queste colonne, ha di recente difeso a spada tratta l’operato del prelato di Casapesenna che, in Irlanda, si recava molto spesso per celebrare messa e, secondo i pm, anche per raccogliere offerte in denaro in forma di ex voto. Nella lista testi c’è anche la giovanissima presunta veggente di Casapesenna: una ragazza attraverso la quale, secondo i fedeli, parlano sia la Madonna che San Michele.

IL POLIZIOTTO
Per la difesa del commissario Luigi Schettino, rappresentata dall’avvocato Carlo De Stavola, dovrebbero invece essere ascoltati in aula diversi esponenti della Polizia di Stato. La contestazione che riguarda Schettino è riferita, infatti, al presunto tentativo di avere cercato di convincere la sorella della minorenne al centro dei fatti a ritirare l’esposto che aveva presentato contro il prete. Denuncia che la ragazza sottoscrisse al commissariato di Chiaiano, ma che poi transitò senza esiti sia per il commissariato di Aversa che per l’ufficio minori della questura di Caserta. Ragion per cui, nell’elenco della difesa, compaiono i nomi del questore Antonio Borrelli, del capo della squadra mobile di Caserta, Filippo Portoghese, e di altri dirigenti di polizia. Storia a sé, infine, la figura di Vito Esposito, fino a febbraio stretto collaboratore di Schiettino in commissariato a Maddaloni. Secondo la ricostruzione della Procura Esposito era presente all’esorcismo praticato su una delle vittime nel castello di Maddaloni e nel giorno in cui la sorella della vittima si presentò in commissariato per la questione dell’esposto. Momento cruciale per la ricostruzione accusatoria e, dal punto di vista di Schettino, anche per la tesi difensiva.

LE VITTIME
Come detto, a parte la 13enne al centro della vicenda, per mesi sottoposta a violenti esorcismi definiti dal gip «torture medievali», e rimasta secondo il pm sfregiata in modo permanente, tra le vittime ci sono due maggiorenni. Si tratta di due ex adepte del sacerdote. Una, rappresentata dall’avvocato Rossella Calabritto, accusa il prete di avere abusato sessualmente di lei mentre accompagnava il cognato, a suo dire indemoniato, in un pellegrinaggio a Medjugorie. L’altra, che ritiene di avere avuto problemi di possessione, è rappresentata dall’avvocato Luigi Mordecchio e accusa a sua volta don Barone di averla costretta a rapporti sessuali sia durante una gita spirituale che a Casapesenna. Entrambe le ragazze sono state ascoltate in incidente probatorio con modalità protetta nei mesi scorsi ed hanno confermato le accuse.
La minorenne, ad oggi, non è ancora stata interrogata. È rappresentata dal procuratore speciale Maria Teresa De Vicolo e dall’avvocato Rosario Cristiano.
Martedì 19 Giugno 2018, 07:40 - Ultimo aggiornamento: 18 Giugno, 20:40
 
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https://www.anteprima24.it/caserta/maltrat...stici-processo/

Abusi sessuali durante riti esorcistici, al via processo ma il prete non compare
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Abusi sessuali durante riti esorcistici, al via processo ma il prete non compare
Antonio Pisani 0 19 giugno 2018
lettura in 4 min
Aula affollata al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) per la prima udienza del processo che vede come imputato il sacerdote della Diocesi di Aversa Michele Barone – sospeso dal servizio – accusato di aver maltrattato e abusato sessualmente di almeno tre donne, tra cui una minore di 13 anni, durante sedute di preghiera e riti definiti esorcistici. Le vittime si sono costituite parti civili. Al prete – tuttora in carcere – è contestata anche l’aggravante dello sfregio permanente, che avrebbe causato, nel corso dei riti, all’orecchio della minore. Con Barone sono imputati anche i genitori della 13enne, Cesare Tramontano e Lorenza Carangelo, che secondo la Procura diretta da Maria Antonietta Troncone sarebbero stati consapevoli e addirittura avrebbero permesso gli esorcismi irrituali sulla figlia, e il funzionario della Polizia di Stato Luigi Schettino, che avrebbe fatto pressioni sulla sorella della vittima minore affinchè ritirasse una denuncia presentata contro il sacerdote, e non avrebbe inoltre impedito il compimento delle azioni violente.

Don Michele Barone oggi non era presente in aula; il suo legale, Carlo Taormina, ha reiterato davanti al collegio presieduto da Maria Francica l’istanza di revoca della misura restrittiva, o in subordine la concessione dei domiciliari. “Questa stessa istanza – ha sottolineato Taormina – l’avevo già presentata ad aprile al Gip e in due mesi non ho avuto risposta”. Presenti in aula Schettino, ancora ai domiciliari (difeso da Carlo De Stavola), i genitori della piccola, attualmente libero dopo un periodo passato agli arresti (assistiti da Giuseppe Stellato, Gennaro Ciero e Umberto Pappadia), e l’altra figlia della coppia, scortata da due agenti della Polizia di Stato, in quanto fu lei a presentare nell’ottobre 2017 al Commissariato di Chiaiano (Napoli) la prima denuncia in cui segnalava le violenze subite dalla sorella minore ad opera di don Michele. Appena l’hanno vista, i genitori imputati si sono abbracciati e la madre ha pianto; a loro carico c’è un divieto di avvicinarsi alla ragazza.

Nel corso dell’udienza di oggi, l’avvocato Taormina ha presentato al collegio un’eccezione di incompetenza territoriale, spiegando che il foro competente non è Santa Maria Capua Vetere, ma Napoli Nord, visto che il reato più grave, i maltrattamenti aggravati dallo sfregio permanente, sarebbe stato commesso nella cappella del Tempio di Casapesenna, dove don Barone prestava servizio e aveva il suo gruppo di preghiera, quasi una setta, lo ha definito la Procura. I pm – Aggiunto Alessandro Milita, e sostituto Alessandro Di Vico e DanielaPannone – si sono opposti. “La competenza è certamente del foro di Santa Maria Capua Vetere – ha detto Di Vico – visto che i maltrattamenti ai danni della minore si sono consumate nell’abitazione dei genitori, a Maddaloni, comune che ricade appunto nella circoscrizione di Santa Maria”. Il collegio deciderà nell’udienza del 3 luglio prossimo. Della vicenda si occuparono anche “Le Iene”.
 
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Il vescovo Spinillo se ne lava le mani. Cane non morde cane

spini

http://www.casertanews.it/cronaca/processo...asapesenna.html

Processo all'esorcista, la Chiesa grande assente

La Diocesi non si costituisce contro don Michele Barone. L'avvocato Taormina chiede il rinvio del processo al tribunale di Napoli Nord

Attilio Nettuno 19 giugno 2018 15:11

E' la Chiesa la grande assente al processo a carico del sacerdote del Tempio di Casapesenna don Michele Barone, accusato di maltrattamenti, commessi durante medievali pratiche esorcistiche, nei confronti di una ragazzina di 13 anni e di violenza sessuale, nei confronti di almeno altre due ragazze.

Stamattina, dinanzi il collegio presieduto dal giudice Francica del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, si è celebrata la prima udienza a carico del prete (assente in aula), del commissario di polizia Luigi Schettino, del commissariato di Maddaloni, e dei genitori della minorenne maltrattata, anche loro di Maddaloni.

LE PARTI
Nel corso del processo di oggi si è assistito alla costituzione delle parti. Oltre agli imputati - difesi dagli avvocati Carlo Taormina (per don Barone), Carlo De Stavola (per Schettino), Giuseppe Stellato e Gennaro Ciero (per i genitori della ragazzina maltrattata) - è stata ammessa la costituzione delle parti civili tra cui le due ragazze violentate (rappresentate dagli avvocati Rossella Calabritto e Luigi Mordacchini), la sorella della ragazzina picchiata che sporse la denuncia (scortata in aula da due poliziotti) ed appunto la minorenne che ha subito le lesioni da parte di don Michele Barone. Assente la chiesa che non si è costituita al processo.

"SCARCERATE DON BARONE"
E' stato l'avvocato Carlo Taormina a reiterare l'istanza di scarcerazione per il proprio assistito don Michele Barone, ancora detenuto al carcere di Vallo della Lucania, dopo la mancata risposta di una precedente richiesta di revoca della misura restrittiva o, in subordine, la sostituzione con la misura meno afflittiva dei domiciliari.

LA QUESTIONE TERRITORIALE
Successivamente Taormina ha sollevato l'eccezione dell'incompetenza territoriale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere sostenendo la tesi della competenza di Napoli Nord in quanto il reato più grave (quello al capo A della rubrica e relativo i maltrattamenti con lesioni permanenti ad un orecchio a carico della ragazzina) è stato commesso a Casapesenna.

Tesi a cui si è opposta la Procura con i pm Alessandro Di Vico e Daniela Pannone, oltre all'aggiunto Alessandro Milita, sostenendo la continuazione di una condotta avviata a Maddaloni (rientrante nei territori di competenza del tribunale di Santa Maria Capua Vetere) dove abitava la ragazza, e proseguita a Casapesenna dove, tra l'altro, la bambina si era trasferita insieme ai genitori proprio su "ordine" di don Barone. Il collegio si è riservato la decisione per la prossima udienza, fissata all'inizio di luglio.

Per quell'udienza Taormina solleverà una nuova eccezione (come annunciato a margine della seduta di oggi) sulla tarditìvità della querela di una delle ragazze che hanno denunciato il prete per violenza sessuale.
 
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Seguaci della Madonna di Medjugorje implorano l'ultimo miracolo

don-michele-barone-spa

https://www.ilmattino.it/caserta/calca_di_...ne-3807156.html


Esorcismi e abusi, in tribunale i fedeli
pregano per don Barone: «Un santo»

di Mary Liguori
L’intero gruppo di preghiera di Casapesenna in tribunale per far sentire la propria vicinanza a don Michele Barone. Ma il sacerdote non si è presentato in aula, martedì, in occasione della prima udienza del processo che lo vede imputato per maltrattamenti e lesioni su minore e per violenza sessuale su due ventenni. Coroncine di Medjugorie al collo o strette tra le mani, qualcuna pregava a bassa voce. Una platea insolita per gli ambienti giudiziari quella che ha affollato l’aula 33 del Palazzo di giustizia di Santa Maria Capua Vetere. Molte le donne, alcune anche molto giovani, visibilmente accigliate per la situazione in cui si ritrova il prete. «È un sant’uomo» i loro commenti. Una di loro è svenuta mentre il pm Alessandro Di Vico elencava le accuse per le quali il sacerdote è alla sbarra e replicava all’istanza del difensore del sacerdote, l’avvocato Carlo Taormina, che ha chiesto che il processo si sposti al Tribunale di Napoli Nord.
Motivo? La maggior parte dei rituali finiti al centro delle imputazioni sono stati eseguiti nella cappellina di Casapesenna, all’ombra del maestoso tempio «Mia Madonna Mia salvezza» e a pochi passi da quella struttura ibrida oggi oggetto di un’inchiesta in capo ai visitatori apostolici. La Piccola Casetta di Nazareth. Proprio ieri don Barone è stato interrogato dagli ispettori vaticani che conducono l’inchiesta interna alla Chiesa in merto alla vicenda.
Ma la replica del pm, dicevamo. Quando ha preso la parola per opporsi alla richiesta di competenza sollevata da Taormina, alle sue spalle una ragazza si accasciava. Poi è rapidamente rinvenuta ed è stata accompagnata fuori dall’aula. Intanto il processo andava avanti, delineandosi, come prevedibile, un procedimento a cavallo tra la fede, la ragione, il codice penale e anche i confini giudiziari dei tribunali casertani. Per i pm il processo deve restare nelle competenze di Santa Maria in quanto il primo e più grave caso «si è verificato a Maddaloni in casa della ragazzina, nella sua intimità», ha sottolineato il procuratore aggiunto Alessandro Milita.

LA TENSIONE
Provata, testa basso, occhi lucidi, la sorella della minorenne al centro dell’inchiesta che ha denunciato tutto e tutti per strappare la 13enne ai rituali esorcistici, è stata per tutto il tempo «schermata» da alcuni amici. Il suo sguardo non si è mai incrociato né con i genitori imputati, né con le tante frequentatrici del tempio di Casapesenna arrivate in massa a S. Maria insieme ai genitori del prete per sostenere il loro leader spirituale. Barone ha preferito rinunciare alla presenza in aula. Peraltro, a fine udienza, il suo avvocato ha appreso che anche l’ultima delle istanze di revoca della misura cautelare è stata respinta. Era stata presentata il 26 aprile. Resta in carcere, dunque, a Vallo della Lucania, il sacerdote dei vip, ma ci sarà un appello al Riesame. In aula era presente solo una delle due vittime maggiorenni. Dopo la costituzione di parte civile il collegio, presieduto da Maria Chiara Francica si è riservato la decisione sulla competenza territoriale. Verrà comunicata nel corso dell’udienza dei primi di luglio. Il collegio ha poi escluso gli operatori televisivi dall’aula ritenendo che il processo non abbia rilevanza sociale e, come prevedibile, ha annunciato che, sebbene il diritto di cronaca sarà garantito, alcune udienze saranno a porte chiuse per tutelare le vittime di reati particolarmente esecrabili.

DENUNCIA-BIS AI GENITORI
Si è poi appreso che la sorella della minorenne che per prima ha denunciato i fatti ha querelato la madre per non meglio precisati messaggi che avrebbe ricevuto in queste settimane. Dai legali della ragazza non è giunta né una conferma né una smentita. Hanno solo chiarito che la giovane intende non dare ulteriore pubblicità alla vicenda per la serenità sua e della sorellina. Un cambio di marcia significativo rispetto all’inizio della storia che, come si ricorderà, è stata raccontata da Le Iene cinque giorni prima degli arresti dello scorso febbraio proprio attraverso la testimonianza della sorella della 13enne.
Se il sacerdote ha deciso di disertare il tribunale, era invece presente il vicequestore di polizia Luigi Schettino che, fianco a fianco con la moglie, ha assistito alla prima udienza che lo vede imputato per l’accusa di aver cercato di convincere la sorella della vittima a ritirare la denuncia contro il prete e di avere assistito ai violenti esorcismi praticati sulla bimba. È difeso dall’avvocato Carlo De Stavola.

INTERROGATO PER ORE DALL’ISPETTORE VATICANO

Ieri, come detto, don Michele Barone si è sottoposto all’interrogatorio da parte del visitatore apostolico che si sta occupando del suo caso in seno al procedimento canonico. Interrogato per ore, fino alle 19 circa, Barone ha motivato le sue azioni e i rapporti con il vescovo di Aversa, Angelo Spinillo, e ha ribadito la sua «assoluta buona fede nella tenuta del rapporto col suo superiore» chiarendo, con l’assistenza dell’avvocato canonista, la sua posizione. Il visitatore apostolico sta ascoltando in queste settimane anche numerose persone che hanno frequentato anche in passato la Piccola Casetta di Nazareth. Tra loro una donna che ha deciso di lasciare la comunità diversi anni fa.
Mercoledì 20 Giugno 2018, 00:56 - Ultimo aggiornamento: 19 Giugno, 20:02

https://casertace.net/gruppo-di-preghiera-...michele-barone/
Gruppo di preghiera e svenimenti in aula a sostegno di don Michele Barone
22 Giu 2018
Don Michele Barone
CASAPESENNA (red. cro.) – Il gruppo di preghiera di Casapesenna in Tribunale per far sentire la propria vicinanza a don Michele Barone.

Nonostante le accuse siano gravissime i “suoi seguaci” continuano a definirlo un “Sant’Uomo”. Coroncine di Medjugorie alla mano o al collo e preghiere bisbigliate. Così si è presentata la platea che ha affollato l’aula 33 del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dove don Michele non si è presentato.
Una delle persone presenti è anche svenuta dopo che il pm Alessandro Di Vico ha elencato tutte le accuse a carico del sacerdote.
L’avvocato Taormina ha chiesto che il processo sia affidato al Tribunale di Napoli Nord-Aversa, richiesta, però, respinta dal prouratore aggiunto Alessandro Milita.
 
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