https://edizionecaserta.it/2018/03/27/baro...onianze-chiave/Barone, prima mossa della Procura: sprint per le
testimonianze chiave
Maddaloni/Casapesenna. Trascorrerà certamente le festività pasquali dietro le sbarre, ma
per don Michele Barone c’è già un appuntamento chiave subito dopo la ricorrenza più
importante per i cattolici. Per metà aprile è stata fissato infatti dalla Procura della
Repubblica di Santa Maria Capua Vetere l’incidente probatorio: si tratta di un esame
indifferibile per le indagini sulla vicenda degli abusi commessi dal parroco di Casapesenna e
che potrebbe essere decisivo per la chiusura in tempi ragionevoli di un’inchiesta che si
presenta ovviamente molto complessa e delicata.
L’avviso di fissazione è stato già notificato anche all’avvocato di fiducia di Barone, il noto
penalista Carlo Taormina che già aveva annunciato che non si sarebbe opposto a tale scelta
della Procura sammaritana. Nell’appuntamento, fissato tra circa due settimane, saranno
acquisite tre testimonianze: saranno ascoltate anche due delle ragazze vittime degli abusi
del parroco che saranno chiamate a confermare e chiarire il racconto fornito agli
investigatori e divenuto parte integrante dei provvedimenti notificati al sacerdote di
Casapesenna.
Due settimane fa fu eseguita nei confronti di don Barone un’ordinanza bis dopo quella del
23 febbraio scorso, che aveva portato all’arresto del prete all’aeroporto di Capodichino,
dove erano di ritorno da Medjugorie. Nell’ultimo interrogatorio, don Michele si è difeso
spiegando di non aver provocato alcuno sfregio, ma di aver solo praticato alla ragazzina
una manovra in linea con quelle prescritte dai manuali canonici sull’esorcismo che potrebbe
al massimo averle provocato un ematoma temporaneo. Analoga risposta anche in relazione
al video prodotto dalla Procura in cui si vede il sacerdote praticare il rito ad un 50enne
verso il quale usa modi violenti.
LE ACCUSE IN RIFERIMENTO AL CASO DELLE DUE GIOVANI
La prima vittima
L’accusa formulata dalla Procura al parroco: “Dopo averla indotta a credere di essere
posseduta dal demonio e averle rappresentato che la “guarigione della sua anima” potesse
essere conseguita soltanto attraverso la quotidiana perpetrazione di medioevali “riti
esorcisti” di purificazione e liberazione dell’anima e attraverso quotidiane “benedizioni”, così
inducendola ad entrare nel gruppo dei suoi “adepti”, mediante violenza consistita nel tirarle
veementemente i capelli e, talvolta, nel tagliarglieli senza il suo consenso, nel prenderla a
schiaffi, nel piegarle e morderle violentemente le orecchie, nel farla posizionare in ginocchio
e, successivamente, con la testa a terra, calpestandogliela con i suoi piedi, nel costringerla
ad ingurgitare olio ed acqua santi, mescolando l’acqua con la sua saliva e, infine, nello
sputarle in bocca – che apriva con la forza – allorquando la stessa si rifiutava di ingoiare,
nonché, abusando delle condizioni d’inferiorità fisica e psichica della persona offesa al
momento dei fatti – essendo sua ferma convinzione di essere governata da un demonio ed
essendosi, la stessa, totalmente e incondizionatamente affidata alle sue cure, costringeva la
predetta a subire atti sessuali.
In particolare, durante le c.d. “benedizioni”, aventi cadenza quotidiana, e attraverso le
condotte di violenza e di abuso sopra descritte, le alzava la maglia, le sbottonava reggiseno
e pantalone, facendola rimanere quasi nuda – a volte anche davanti ad altri “adepti” – e la
toccava in varie parti del corpo, tra cui seno, glutei e inguine. Inoltre, facendo spesso
apprezzamenti sul suo seno e, in quelle circostanze, la schiaffeggiava sul sedere. La
costringeva, altresì, a fare il bagno nuda in acqua esorcizzata e, infine, spacciando la sua
condotta per un intervento terapeutico volto a farle venire il ciclo, le abbassava il pantalone
e le palpava il basso ventre, zona puberale e vaginale.”
La ricostruzione della Procura. Dall’ordinanza: “Dopo aver indotto a credere che il suo
parente fosse posseduto dal demonio e averle rappresentato che la “guarigione della sua
anima” potesse essere conseguita soltanto attraverso la quotidiana perpetrazione di
medievali “riti esorcisti” di purificazione e liberazione dell’anima, così inducendola ad
entrare nel gruppo dei suoi “adepti”, mediante minaccia consistita nel dirle che l’Angelo e la
Madonna avevano un disegno particolare per i privilegiati appartenenti alla sua “setta” e
che, se qualcuno lo avesse abbandonato e/o non avesse fatto tutto quello che lui diceva di
fare, ciò avrebbe contrastato quel disegno e avrebbe avuto delle conseguenze brutte per la
sua vita, nonché, abusando delle condizioni d’inferiorità fisica e psichica della persona
offesa al momento dei fatti – essendo la stessa preoccupata di poter essere governata da
un demonio, tanto da affidarsi totalmente e incondizionatamente alle sue cure –
costringeva la predetta a compiere e subire atti sessuali.
In particolare, in una prima occasione, durante un viaggio in nave volto a raggiungere la
destinazione di Medjugorie, dopo aver celebrato la messa e, dopo averla invitata nella sua
cabina al fine di confessarla, allorquando la stessa si recava da lui, iniziava
improvvisamente a baciarla sulla bocca, le alzava la maglietta e, spostandole il reggiseno,
le palpava veementemente e le baciava il seno. In una seconda circostanza, verificatesi nei
giorni immediatamente successivi, dopo aver raggiunto l’albergo “Medjugorie Spa” e dopo
averla invitata in una camera diversa da quella in cui lo stesso alloggiava – col pretesto di
chiederle i motivi del litigio con il suo ragazzo avvenuto nel corso del viaggio in nave – dopo
che la stessa lo raggiungeva all’interno della predetta camera, improvvisamente, si toglieva
la tunica, rimanendo totalmente nudo, e la costringeva a praticargli un rapporto orale,
afferrando violentemente la sua testa e abbassandola fino a portarla sul suo organo
sessuale.
Infine, a distanza di tempo dagli episodi precedenti, allorquando la persona offesa, in
conseguenza del suo stato depressivo, iniziava a temere di poter essere vittima di una
possessione demoniaca e, per questo, lo contattava tramite messaggio whatsapp al fine di
rappresentargli i suoi timori e di trovare una soluzione per tale problema, la invitava a
raggiungerlo subito e da sola presso la “cappellina di Casapesenna”, dicendole che era
possibile che il demonio l’avesse presa di mira. Una volta che la persona offesa lo ebbe
raggiunto, invece di ascoltare quello che aveva da dirgli, improvvisamente, la costringeva
ad avere un rapporto orale, le alzava la maglia e il reggiseno, toccandole e baciandole il
seno e, siccome non aveva eiaculato durante il rapporto orale, la costringeva violentemente
ad alzarsi e, con veemenza, la girava di spalle appoggiandola su un armadio, le abbassava i
pantaloni tipo leggins e la mutandina e le chiedeva espressamente di avere un rapporto
anale. A quel punto essendosi la vittima voltata di soppiatto, le afferrava violentemente le
braccia e la costringeva ad abbassarsi e a praticargli un altro rapporto orale”.