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Fugge a Roma vescovo a processo per abusi in seminario. Dimesso per motivi di salute, I video porno gay con minori di mons. Zanchetta. Guarisce miracolosamente e papa Francesco gli affida il patrimonio del Vaticano. Rifiutò controllo antidroga

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view post Posted on 20/12/2017, 10:45

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Mons. Zanchetta, denunciato nel 2015, rimosso nel 2017, guarisce immediatamente e papa Francesco lo mette a capo del patrimonio del Vaticano. Rifiutò controllo antidroga

Vescovo indagato per abusi in seminario dimesso per motivi di salute e nascosto a Roma


Gustavo-Zanchetta-papa-francisco-1920

www.lastampa.it/2017/12/19/vaticani...vvM/pagina.html

Argentina, da vescovo “malato” ad assessore in Vaticano
Lo strano caso del vescovo emerito di Orán, Gustavo Zanchetta, che ha rinunciato al governo in circostanze misteriose lo scorso agosto “per problemi di salute” e che oggi il Papa ha scelto per un ruolo inedito all’Apsa

Papa Francesco con il vescovo argentino Gustavo Zanchetta, nominato oggi assessore dell’Apsa

Pubblicato il 19/12/2017

ANDRÉS BELTRAMO ÁLVAREZ
CITTÀ DEL VATICANO
Lo scorso agosto aveva rinunciato al governo della sua diocesi in circostanze misteriose. Ora, dopo neanche quattro mesi, il Papa lo ha nominato assessore dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (Apsa). Si tratta di Gustavo Zanchetta, vescovo emerito di Orán, località della provincia di Salta, al nord dell’Argentina. Al momento della sua rinuncia, in piena estate, lui stesso aveva parlato di un «problema di salute» impossibile da curare in quei luoghi in una lettera diffusa sulle reti sociali. Tuttavia, poche settimane dopo, era apparso in una cerimonia accademica in Spagna senza disturbi particolari.

Un caso strano quello di Zanchetta. Ordinato sacerdote per la diocesi di Quilmes nel 1991, la sua è stata una delle prime nomine episcopali di Papa Francesco che il 23 luglio 2013 lo aveva scelto come pastore di Orán, una piccola diocesi al nord dell’Argentina caratterizzata dalla costante minaccia del narcotraffico, da povertà e altre problematiche. È stato ordinato vescovo il 19 agosto successivo.

Il suo governo è durato meno di quattro anni. Il 29 luglio scorso il vescovo si è allontanato dalla sua diocesi senza neppure salutare i parrocchiani o i sacerdoti. Ha poi diffuso nei giorni successivi una lettera in cui spiegava di soffrire da qualche tempo di «un problema di salute» che non gli ha permesso di «svolgere pienamente il ministero pastorale», tenendo anche conto «della vasta estensione del nostro territorio diocesano e delle enormi sfide che abbiamo come Chiesa nel nord del Paese».

Per questo, aggiungeva, «ho posto la decisione nelle mani del Santo Padre che credo sia la migliore, anzitutto pensando a voi prima che a me stesso» e «perché la cura che devo seguire non può essere intrapresa qui». «Dal momento che devo partire prima possibile per iniziare il trattamento – scriveva ancora nella missiva – mi congedo con questa lettera, anche se mi piacerebbe stringere la mano a tutti, specialmente ai più poveri, ai più deboli e ai più sofferenti».

Poco dopo aver inviato la lettera, e prima dell’annuncio vaticano della sua rinuncia, Gabriel Acevedo, vicario generale della diocesi, comunicava ufficialmente per iscritto alla Conferenza episcopale argentina (Cea) che: «Il vescovo Gustavo ha lasciato la diocesi al mattino per recarsi nell’arcidiocesi di Corrientes, dove sarà ricevuto come ospite dall’arcivescovo Andrés Stanovnik».

Si confermava così che Zanchetta non risiedeva a Salta, ma aveva deciso di rifugiarsi a quasi 900 chilometri di distanza in attesa che il Papa accettasse le sue dimissioni. Fatto avvenuto il 1° agosto, come riportato dalla Sala Stampa della Santa Sede e dalla nunziatura apostolica a Buenos Aires.

Come suo successore Francesco ha nominato, quale amministratore apostolico sede vacante l’arcivescovo di Corrientes Stanovnik, cappuccino come Zanchetta. Al momento della sua rinuncia – della quale non esiste finora una versione ufficiale – il vescovo aveva 53 anni, mancavano quindi altri 22 anni per le dimissioni secondo quanto previsto dal Codice di Diritto canonico.

Le speculazioni su questa uscita di scena si sono moltiplicate nel tempo. Alcuni media hanno parlato di «cattiva gestione finanziaria», di «pressioni» da parte dei narcos o di «crisi depressiva» quali ragioni che ne hanno accelerato la partenza. Ma conferme ufficiali non sono mai arrivate.

Al di là delle varie versioni, la sua dipartita ha lasciato dietro di sé un problema innegabile all’interno della diocesi. Come ha potuto constatare l’amministratore apostolico Andres Stanovnik durante il primo incontro con il clero di Oran, nel quale invitava i sacerdoti a «evitare la disintegrazione con letture e interpretazioni del passato».

Due mesi e mezzo dopo l’improvvisa rinuncia, Zanchetta è riapparso a Madrid alla cerimonia di apertura dell’Anno accademico dell’Università ecclesiastica di San Damaso (UESD) dimostrando un apparente buono stato di salute e di non avere alcuna necessità di rimanere a Corrientes per le cure.

Il ruolo di assessore dell’Apsa, organismo centrale nell’amministrazione patrimoniale del Vaticano, è del tutto inedito. Perciò non è chiaro quali saranno esattamente le sue funzioni né se per adempiervi dovrà trasferirsi necessariamente a Roma. Nonostante sia prevedibile che lo faccia, considerando anche che nei giorni scorsi è stato visto ospite nella Domus Santa Marta, residenza del Papa in Vaticano.

https://gloria.tv/article/DqLRrXzGRy2R4xhQVARER2R3s

Vescovo argentino nominato da papa Francesco costretto a dimettersi

Papa Francesco ha accettato le dimissioni del 53enne vescovo Gustavo Zanchetta di Orán, Argentina, il 1° agosto. Zanchetta ha annunciato che si sarebbe dimesso per motivi di salute mentre i media parlano di malgestione economica e abuso di autorità.

Zanchetta fu nominato vescovo nel luglio 2013 da papa Francesco. Era noto per essere un arrivista e aveva una posizione importante nella conferenza episcopale argentina mentre il cardinale Jorge Mario Bergoglio ne era presidente.

www.infobae.com/sociedad/2017/08/0...tavo-zanchetta/

Salta: misteriosa renuncia del obispo Gustavo Zanchetta
Dejó la diócesis de Orán sin despedirse de sus sacerdotes ni de los fieles. Se lo apunta por desmanejos financieros y se ponen en duda las razones de salud que alegó para justificar su alejamiento
1 de agosto de 2017

Gustavo Zanchetta fue obispo de la diócesis salteña de Orán durante los últimos cuatro años
El obispo de la ciudad salteña de Orán, Gustavo Zanchetta, renunció sorpresivamente el sábado pasado a la sede episcopal, lo que generó la sorpresa de todos dentro y fuera de la Iglesia. En una carta publicada en sus redes sociales dijo que "un problema de salud" –cuya recuperación considera imposible de seguir en la provincia de Salta–motivó su alejamiento.

Su imprevista salida generó varias especulaciones ya que no se despidió de los feligreses ni de sus sacerdotes. De acuerdo con el portal Caminos Religiosos, el estado de salud del prelado presentó en los últimos meses algunos síntomas que requirieron estudios, pero nada que hiciera suponer la decisión de viajar a Roma para presentar ante el papa Francisco la renuncia como obispo.

Monseñor Gabriel Acevedo, vicario general de la diócesis, comunicó oficialmente por escrito a la Conferencia Episcopal Argentina (CEA) la decisión que ya se considera un escándalo: "El señor obispo Gustavo dejó la diócesis en horas de la mañana con destino a la arquidiócesis de Corrientes, donde será recibido como huésped por el señor arzobispo monseñor Andrés Stanovnik".

Sin mayores explicaciones, se confirmaba así que Zanchetta ya no estaba en Salta, sino que había decidido asilarse a casi 900 kilómetros de distancia para esperar la aceptación de la renuncia por parte del Santo Padre, que finalmente se efectuó este martes, según divulgó la Nunciatura apostólica. En su reemplazo, Francisco nombró administrador apostólico sede vacante al arzobispo de Corrientes, sacerdote capuchino al igual que Zanchetta, y quien oficia además de anfitrión del ahora obispo emérito.


Zanchetta fue ordenado el 13 de diciembre de 1991. Cuestionado fuera y dentro de la Iglesia, tuvo una carrera meteórica: desde sus comienzos como vicario parroquial de la catedral de Quilmes y con funciones en el seminario diocesano, con apenas 34 años fue enviado en 1998 a Roma para cursar durante dos años una especialización en Teología.

Diez años después, fue nombrado subsecretario ejecutivo -mano derecha del secretario general, segundo en importancia- del episcopado y secretario de la Comisión Episcopal para la UCA, por entonces bajo el mando de otro cuestionado sacerdote: monseñor Alfredo Zecca, quien recientemente también renunció a su misión como arzobispo de Tucumán.

En junio de 2013 –antes de ser designado obispo por el Papa– Zanchetta sumó entre sus cargos el de vicario episcopal de Asuntos Económicos, apoderado general del obispado de Quilmes y representante legal de todos los colegios de la diócesis de Quilmes. Todo eso generó cierta reacción entre sus colegas, quienes comenzaron a verlo como alguien que buscaba hacer carrera en la Iglesia para ser nombrado obispo. Su ambición le trajo numerosas denuncias por supuestos desmanejos financieros, involucrando incluso a los colegios bajo su órbita. Según algunos trascendidos, esos mismos manejos económicos se habrían repetido en Orán, precipitando su salida.

Se conocen en la provincia sus vínculos con miembros del poder político y económico, que le permitieron recibir asistencia y fondos del gobierno provincial y nacional dado que invocaba ser "pastor de una diócesis necesitada". Algunos de los pedidos, consigna Caminos Religiosos, tenían poco que ver con actividades religiosas.

Zanchetta protagonizó otro escándalo allá por 2014, cuando se negó a un control antidroga de rutina que la Gendarmería Nacional estaba llevando adelante en rutas de Salta, abusando de su investidura y amenazando a los oficiales con denunciarlos ante sus superiores. Finalmente, su vehículo fue inspeccionado y se le permitió seguir.

www.cuartopodersalta.com.ar/el-misterio-gustavo-zanchetta/

El misterio Gustavo Zanchetta
2 agosto, 2017

La renuncia del obispo Zanchetta a la diócesis de Orán llegó a los medios nacionales. Infobae sugiere que el motivo del alejamiento fueron desmanejos financieros. Aquí la historia de un sacerdote de carrera meteórica y compañías polémicas.

Para el portal nacional la renuncia del obispo de Orán generó sorpresa dentro y fuera de la Iglesia. Como se recordará, en una carta publicada en sus redes sociales Zanchetta adujo “un problema de salud”.

La imprevista salida generó varias especulaciones. De acuerdo con el portal Caminos Religiosos, el estado de salud del prelado presentó en los últimos meses algunos síntomas que requirieron estudios pero nada que hiciera suponer la decisión de viajar a Roma para presentar ante el papa Francisco la renuncia como obispo.

Hoy Zanchettta se encuentra en la arquidiócesis de Corrientes, donde será recibido como huésped por el señor arzobispo monseñor Andrés Stanovnik quien fue nombrado administrador apostólico sede vacante. Será él quien reemplace a un Zanchetta cuya historia sorprende por su avance meteórico.

Ordenado el 13 de diciembre de 1991, en sus comienzos fue vicario parroquial de la catedral de Quilmes y con funciones en el seminario diocesano, con apenas 34 años fue enviado en 1998 a Roma para cursar durante dos años una especialización en Teología.

Diez años después, fue nombrado subsecretario ejecutivo -mano derecha del secretario general, segundo en importancia- del episcopado y secretario de la Comisión Episcopal para la UCA, por entonces bajo el mando de otro cuestionado sacerdote: monseñor Alfredo Zecca, quien recientemente también renunció a su misión como arzobispo de Tucumán.

Zecca fue arzobispo de Tucumán desde 2011 y enfrentó al movimiento de mujeres, a la comunidad de La Florida y a un sector de los tucumanos que reclamaba por el supuesto fraude electoral en la provincia, durante los comicios de 2015.

Pero el peor momento del ahora renunciado arzobispo llegó tras la muerte del cura Juan Viroche (conocido por sus denuncias al narcotráfico en La Florida), que apareció ahorcado el 5 de octubre de 2016. Un día después, cuando fue a oficiar la misa por Viroche en la iglesia Nuestra Señora del Carmen, en la localidad de Posse, Zecca, fue abucheado. Los vecinos lo acusaron de haber abandonado al religioso fallecido cuando este más lo necesitaba. “Le pidió tres veces que lo ayude y lo dejó solo; lo abandonó. ¡Váyase!”, le gritaban, entre aplausos y pedidos de justicia.

Volviendo a Zanchetta, debemos decir que en junio de 2013 –antes de ser designado obispo por el Papa– Zanchetta sumó entre sus cargos el de vicario episcopal de Asuntos Económicos, apoderado general del obispado de Quilmes y representante legal de todos los colegios de la diócesis de Quilmes.

Todo eso generó cierta reacción entre sus colegas quienes comenzaron a verlo como alguien que buscaba hacer carrera en la Iglesia para ser nombrado obispo. Su ambición le trajo numerosas denuncias por supuestos desmanejos financieros, involucrando incluso a los colegios bajo su órbita. Según algunos trascendidos, esos mismos manejos económicos se habrían repetido en Orán, precipitando su salida.

Se conocen en la provincia sus vínculos con miembros del poder político y económico, que le permitieron recibir asistencia y fondos del gobierno provincial y nacional dado que invocaba ser “pastor de una diócesis necesitada”. Algunos de los pedidos, consigna Caminos Religiosos, tenían poco que ver con actividades religiosas.

Zanchetta protagonizó otro escándalo allá por 2014, cuando se negó a un control antidroga de rutina que la Gendarmería Nacional estaba llevando adelante en rutas de Salta, abusando de su investidura y amenazando a los oficiales con denunciarlos ante sus superiores. Finalmente, su vehículo fue inspeccionado y se le permitió seguir.

Edited by pincopallino2 - 29/8/2019, 10:21
 
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view post Posted on 28/12/2017, 10:55

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http://magister.blogautore.espresso.repubb...e-presepe-lgbt/

Il secondo autogol ha a che fare con il vescovo argentino Gustavo Óscar Zanchetta, nominato da papa Francesco il 19 dicembre assessore dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, in sigla APSA.

Nomina sorprendente, perché nell'APSA la carica di assessore non c'era ed è stata inventata per l'occasione. Ma ancor più sorprendente per il profilo del nominato.

Zanchetta, 53 anni, è entrato nelle cronache lo scorso luglio per aver abbandonato di punto in bianco la diocesi di Orán, alla quale papa Francesco l'aveva preposto nel 2013. Motivò l'abbandono con un imprecisato "problema di salute" che, diceva, doveva curare urgentemente altrove. E si stabilì per qualche tempo a Corrientes, a 900 chilometri di distanza, salvo poi comparire ancor più lontano, a Madrid, in apparente buona forma fisica.

Nei giorni del suo abbandono, prontamente ufficializzato dal papa, i media argentini descrissero lo stato disastroso in cui Zanchetta aveva lasciato la diocesi di Orán sotto il profilo amministrativo, al pari di come era accaduto nella diocesi di cui era stato in precedenza vicario, quella di Quilmes. Inoltre, corse notizia della resistenza da lui opposta, accampando il suo "status" di vescovo, a una perquisizione della sua automobile da parte della polizia, in cerca di droga.

È questo l'uomo a cui Francesco ha affidato, in curia, un ruolo quanto mai delicato, a stretto contatto con il presidente dell'APSA, il cardinale Domenico Calcagno, assiduo frequentatore del papa e tenace oppositore del drastico riordino delle finanze vaticane tentato senza successo dal cardinale George Pell, prefetto della segreteria per l'economia
 
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view post Posted on 28/12/2017, 11:06

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Mons. Zanchetta coinvolto in scandali finanziari, rifiutò un controllo antidroga. Dimesso per "motivi di salute"

86018_20170729112904

http://magister.blogautore.espresso.repubb...e-presepe-lgbt/
Vaticano senza pace. Soldi, sesso e presepe LGBT
28 dic

Il secondo autogol ha a che fare con il vescovo argentino Gustavo Óscar Zanchetta, nominato da papa Francesco il 19 dicembre assessore dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, in sigla APSA.

Nomina sorprendente, perché nell'APSA la carica di assessore non c'era ed è stata inventata per l'occasione. Ma ancor più sorprendente per il profilo del nominato.

Zanchetta, 53 anni, è entrato nelle cronache lo scorso luglio per aver abbandonato di punto in bianco la diocesi di Orán, alla quale papa Francesco l'aveva preposto nel 2013. Motivò l'abbandono con un imprecisato "problema di salute" che, diceva, doveva curare urgentemente altrove. E si stabilì per qualche tempo a Corrientes, a 900 chilometri di distanza, salvo poi comparire ancor più lontano, a Madrid, in apparente buona forma fisica.

Nei giorni del suo abbandono, prontamente ufficializzato dal papa, i media argentini descrissero lo stato disastroso in cui Zanchetta aveva lasciato la diocesi di Orán sotto il profilo amministrativo, al pari di come era accaduto nella diocesi di cui era stato in precedenza vicario, quella di Quilmes. Inoltre, corse notizia della resistenza da lui opposta, accampando il suo "status" di vescovo, a una perquisizione della sua automobile da parte della polizia, in cerca di droga.

È questo l'uomo a cui Francesco ha affidato, in curia, un ruolo quanto mai delicato, a stretto contatto con il presidente dell'APSA, il cardinale Domenico Calcagno, assiduo frequentatore del papa e tenace oppositore del drastico riordino delle finanze vaticane tentato senza successo dal cardinale George Pell, prefetto della segreteria per l'economia


www.lastampa.it/2017/08/01/vaticani...YTK/pagina.html
Las misteriosas renuncias de los obispos argentinos
Primero fue el arzobispo de Tucumán, Alfredo Zecca; ahora tocó el turno a Gustavo Zanchetta, obispo de Orán. Ambos estaban muy lejos de la edad para la jubilación obligatoria, ambos argumentaron problemas de salud pero sus salidas se encuentran envueltas en misterio
LAPRESSE
Fieles argentinos


Pubblicato il 01/08/2017
Ultima modifica il 01/08/2017 alle ore 14:16
ANDRÉS BELTRAMO ÁLVAREZ
CIUDAD DEL VATICANO
Gustavo Zanchetta era obispo de Orán, al norte de Argentina. Este día el Papa Francisco le aceptó su renuncia al puesto. El Vaticano no dio explicaciones de su imprevista salida. Tiene 53 años, aún le quedaban 22 años de pastor antes de estar obligado a presentar su renuncia por edad, al cumplir 75. Su salida imprevista está envuelta en misterio. Aunque argumentó padecer problemas de salud, en su diócesis circulan otras versiones. Un caso muy similar al apenas dimitido arzobispo de Tucumán, Alfredo Zecca.



“El santo padre Francisco aceptó la renuncia al gobierno pastoral de la diócesis de Orán (Argentina), presentada por S.E. Mons. Gustavo O. Zanchetta”. Apenas esas palabras bastaron a la sala de prensa de la Santa Sede para oficializar la dimisión. Pero desde el 29 de julio circulaba entre los feligreses de esa diócesis, en la provincia de Salta, una carta del obispo anticipando los hechos.



En la misma, el clérigo sostuvo padecer desde hace tiempo “un problema de salud” que no le permite “llevar plenamente el ministerio pastoral” confiado, “teniendo en cuenta la vasta extensión de nuestro territorio diocesano, y los enormes desafíos que tenemos como Iglesia en el norte de la patria”.



“Por eso he puesto en manos del Santo Padre esta decisión, que creo es la mejor, sobre todo pensando en ustedes, antes que en mí mismo, y porque la recuperación que debo encarar no puedo hacerla aquí”, precisó. Y añadió: “Dado que debo partir lo antes posible para iniciar el tratamiento, me despido con esta carta, aunque quisiera poder estrechar las manos de todos, especialmente de los más pobres, débiles y sufrientes”.



Nada más. El texto no especificó el tipo de enfermedad, que tampoco trascendió públicamente. Si bien algunas fuentes hablaron de algún padecimiento, nada que justificara una huida furtiva, imprevista, sin siquiera una mínima despedida.



Como reveló el portal argentino Caminos Religiosos, el vicario general de la diócesis, Gabriel Acevedo, comunicó por escrito a la Conferencia Episcopal Argentina -a través de su secretario ejecutivo y obispo de Chascomús, Carlos Malfa- “lo que ya se considera un escándalo”. Y precisó en una carta: “El Sr. Obispo Gustavo, dejó la diócesis en horas de la mañana con destino a la Arquidiócesis de Corrientes, será recibido como huésped por el Sr. Arzobispo, Mons. Andrés Stanovnik”.



Es decir, Zanchetta estaba tan apurado que ni siquiera pudo esperar que su salida fuese oficial. Decidió viajar a 860 kilómetros de distancia para “esperar ahí” la aceptación de su renuncia por parte del Papa.



El texto del portal calificó su nombramiento episcopal de “polémico” y “resistido” por algunos sectores eclesiales. Y recordó que, en el seno de la Conferencia Episcopal Argentina, Zanchetta trabajó con Alfredo Zecca, hasta hace pocas semanas arzobispo de Tucumán, también renunciante en extrañas condiciones. “Dos jóvenes obispos que, cuestionados fuera y dentro de la Iglesia, y cuyas promociones fueron inexplicables para propios y extraños, debieron dejar sus cargos por aparentes temas de salud con pocas semanas de diferencia”, abundó.

Además recordó que, en su paso por la diócesis de Quilmes, el hasta hoy pastor de Orán cosechó “numerosas denuncias en materia de malos manejos económicos”. Algo que se habría repetido en la demarcación eclesiástica que guía desde julio de 2013 y para la cual fue designado por el Papa Francisco. Es decir, duró en el cargo duró apenas cuatro años.



“Zanchetta también es recordado por haberse negado a un control antidroga de rutina que la Gendarmería Nacional estaba llevando adelante en rutas de Salta en mayo de 2014. Abusando de su investidura amenazando a los oficiales con denunciarlos ante sus superiores y luego de una fuerte discusión con las autoridades del control, el vehículo del Obispo fue inspeccionado y se le permitió seguir”, añadió.



Los señalamientos contra el clérigo tienen antecedentes. Poco después de su designación en 2013, se colgó en la página de internet Change.org una petición pública urgiendo al Papa revisar el nombramiento.



“Fundamento mi pedido no sólo en el conocimiento personal que tengo del caso, sino en el conocimiento que tiene todo el clero del Obispado de Quilmes, acerca de los innumerables anti-testimonios cristianos que ha cometido dicho sacerdote y que han escandalizado a numerosas familias de la diócesis”, escribió Santiago Gerardo Spadafora, quien reveló haber sido denunciado por “falso testimonio” por el propio Zanchetta.



Este caso se sumó al de Alfredo Zecca, el arzobispo de la diócesis del fallecido cura Viroche, cuya muerte es reclamada como un asesinato y que el pastor se obstinó en hacer pasar como un suicidio. También por motivos de edad, él anticipó su renuncia en una carta del 22 de junio pasado. Su salida fue aceptada por el Papa el 9 de julio.



Además existen otros antecedentes en Argentina, como el del arzobispo de Rosario, José Luis Mollaghan, quien dejó la diócesis anticipadamente y en medio de rumores cruzados, el 19 de mayo de 2014. Algo similar ocurrió con Oscar Sarlinga, pastor de Zárate-Campana. Él dejó el puesto “envuelto en denuncias por malversación de fondos, lavado de dinero, abuso de poder y comportamientos inapropiados”, como reportó la prensa ante su sorpresiva dimisión, en noviembre de 2015.



En ninguno de estos casos, ni la Santa Sede ni el episcopado argentino ha informado públicamente los motivos verdaderos de las respectivas renuncias. Como establece una antigua práctica eclesiástica.
 
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https://www.ilmessaggero.it/vaticano/vatic...sa-4209457.html

Monsignor Zanchetta accusato di abusi sessuali in seminario, nuovo caso
VATICANO >
Venerdì 4 Gennaio 2019
​Monsignor Zanchetta accusato di abusi sessuali in seminario, nuovo caso
Una nuova tegola rischia di abbattersi sul Vaticano: un vescovo argentino, che aveva lasciato la sua diocesi ed era stato nominato alla fine del 2017 assessore all'Apsa, l'ente che gestisce gli immobili in Vaticano, è accusato di abusi economici, di potere, e anche sessuali da tre sacerdoti. Nella sua diocesi di provenienza, quella di Oran, si stanno raccogliendo le testimonianze per l'indagine preliminare del Vaticano. Se dovessero emergere elementi fondati il caso passerà all'apposita Commissione vaticana che giudica i vescovi.

APPROFONDIMENTI
Tutto da verificare, dunque, ma il fatto che mons. Gustavo Zanchetta, il vescovo in questione, occupi un posto importante in Vaticano, su chiamata di Papa Francesco, rende il caso ancora più delicato. Le denunce sono state presentate alla Nunziatura di Buenos Aires e indicano abusi sessuali in seminario; non si sa ancora, considerato che l'indagine preliminare è in corso, se si possa parlare anche di pedofilia. Le accuse di abusi sessuali contro mons. Zanchetta sono giunte mesi dopo la sua nomina, da parte di Papa Francesco, all'Apsa, precisa il neo direttore ad interim della sala stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti. In ogni caso contro di lui erano già state mosse accuse di «autoritarismo».

«Mons. Zanchetta non è stato rimosso dalla diocesi di Oran - precisa Gisotti -. Fu lui a dimettersi. La ragione delle sue dimissioni è legata alla sua difficoltà nel gestire i rapporti con il clero diocesano e in rapporti molto tesi con i sacerdoti della diocesi. Al momento delle sue dimissioni vi erano state contro di lui accuse di autoritarismo, ma non vi era stata nei suoi confronti alcuna accusa di abuso sessuale. Il problema emerso allora era legato alla incapacità di governare il clero».

Dopo quelle dimissioni nell'estate del 2017, che dallo stesso vescovo furono invece giustificate da motivi di salute, Zanchetta ha trascorso un periodo di tempo in Spagna. Dopo, «in considerazione della sua capacità gestionale amministrativa, è stato nominato - ricorda il portavoce vaticano - assessore dell'Apsa, incarico che non prevede comunque responsabilità di governo del Dicastero. Nessuna accusa di abuso sessuale era emersa al momento della nomina ad assessore. Le accuse di abuso sessuale risalgono infatti a questo autunno». In ogni caso, durante l'investigazione previa, mons. Zanchetta, si asterrà dal lavoro in Vaticano.

Ultimo aggiornamento: 20:20
 
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view post Posted on 5/1/2019, 16:27

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https://www.vaticannews.va/it/vaticano/new...o7MF6-_s9rsDKSY

Mons. Zanchetta. Gisotti risponde ai giornalisti
"Non è stato rimosso dalla diocesi di Oran. Fu lui a dimettersi": lo ha affermato il Direttore "ad interim" della Sala Stampa vaticana a proposito del vescovo emerito di Oran in Argentina, poi Assessore all'Apsa
In merito alle notizie di stampa relative al vescovo argentino Gustavo Oscar Zanchetta, che il Papa aveva nominato nel dicembre scorso come assessore dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, il Direttore "ad interim" della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti, rispondendo ai giornalisti ha affermato che il presule "non è stato rimosso dalla diocesi di Oran", ma "fu lui a dimettersi".

"La ragione delle sue dimissioni" ha precisato Gisotti "è legata alla sua difficoltà nel gestire i rapporti con il clero diocesano e in rapporti molto tesi con i sacerdoti della diocesi. Al momento delle sue dimissioni vi erano state contro di lui accuse di autoritarismo, ma non vi era stata contro di lui alcuna accusa di abuso sessuale. Il problema emerso allora era legato alla incapacità di governare il clero".

Nel ripercorrere l’iter del presule argentino, il Direttore "ad interim" ha affermato che "dopo il periodo in Spagna, in considerazione della sua capacità gestionale amministrativa" mons. Zanchetta "è stato nominato assessore dell’Apsa (incarico che non prevede comunque responsabilità di governo del Dicastero). Nessuna accusa di abuso sessuale era emersa al momento della nomina ad assessore. Le accuse di abuso sessuale risalgono infatti a questo autunno".

"Sulla base di queste accuse e delle notizie emerse di recente sui media" ha sottolineato Alessandro Gisotti "il vescovo di Oran ha già raccolto alcune testimonianze che devono ancora arrivare alla Congregazione per i Vescovi. Qualora venissero confermati gli elementi per procedere, il caso sarà rimesso alla commissione speciale per i vescovi. Durante l’investigazione previa, mons. Zanchetta, si asterrà dal lavoro".

04 gennaio 2019, 16:14
 
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view post Posted on 7/1/2019, 11:39

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http://www.marcotosatti.com/2019/01/06/zan...PxG0VXmjNj2s8Ho

ZANCHETTA, ABUSI, IL PAPA. PRETI DELLA DIOCESI SMENTISCONO IL VATICANO. SI SAPEVA DAL 2015.
6 Gennaio 2019 Pubblicato da wp_7512482 24 Commenti --

Marco Tosatti

La Nuova Sala Stampa della Nuova Informazione Vaticana comincia la sua vita con una, diciamo così, imprecisione. Proprio in un caso delicato, che coinvolge direttamente il Pontefice regnante: quello di Gustavo Oscar Zanchetta, il vescovo argentino che si era dimesso misteriosamente nel 2017, e che qualche mese dopo era stato nominato Assessore all’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, un incarico che non era mai esistito fino a quel momento, e che sembrava essere stato creato apposta per lui.

Il direttore ad interim della Sala Stampa Vaticana, Alessandro Gisotti, ha dichiarato il 4 gennaio che le denunce per abusi sessuali nei confronti di seminaristi non era note fino a dopo la nomina. Il giornale El Tribuno di Oran cita però diversi preti della diocesi, che affermano che una denuncia in questo senso era stata presentata alla Nunziatura Apostolica già nel 2015, e che di ciò si parlava apertamente nella diocesi e fra i preti. Smentendo quindi la versione (la “narrazione”, la chiamerebbe l’ossequiente Luis Badilla) fornita dal Vaticano. Un bell’inizio, non c’è che dire. Riportiamo qui sotto da Vatican News la dichiarazione di Gisotti, e alcuni brani tradotti da noi de El Tribuno, rimandando alla lettura dell’articolo.

In merito alle notizie di stampa relative al vescovo argentino Gustavo Oscar Zanchetta, che il Papa aveva nominato nel dicembre scorso come assessore dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, il Direttore “ad interim” della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti, rispondendo ai giornalisti ha affermato che il presule “non è stato rimosso dalla diocesi di Oran”, ma “fu lui a dimettersi”.

“La ragione delle sue dimissioni” ha precisato Gisotti “è legata alla sua difficoltà nel gestire i rapporti con il clero diocesano e in rapporti molto tesi con i sacerdoti della diocesi. Al momento delle sue dimissioni vi erano state contro di lui accuse di autoritarismo, ma non vi era stata contro di lui alcuna accusa di abuso sessuale. Il problema emerso allora era legato alla incapacità di governare il clero”.

Nel ripercorrere l’iter del presule argentino, il Direttore “ad interim” ha affermato che “dopo il periodo in Spagna, in considerazione della sua capacità gestionale amministrativa” mons. Zanchetta “è stato nominato assessore dell’Apsa (incarico che non prevede comunque responsabilità di governo del Dicastero). Nessuna accusa di abuso sessuale era emersa al momento della nomina ad assessore. Le accuse di abuso sessuale risalgono infatti a questo autunno”.

“Sulla base di queste accuse e delle notizie emerse di recente sui media” ha sottolineato Alessandro Gisotti “il vescovo di Oran ha già raccolto alcune testimonianze che devono ancora arrivare alla Congregazione per i Vescovi. Qualora venissero confermati gli elementi per procedere, il caso sarà rimesso alla commissione speciale per i vescovi. Durante l’investigazione previa, mons. Zanchetta, si asterrà dal lavoro”.

La determinazione del Vaticano a rimuovere l’ex-vescovo Gustavo Zanchetta ha portato la calma fra i sacerdoti di Oran, che celebrano che “la causa è stata perseguita”. Anche se, d’altra parte, hanno negato i tempi con cui il Vaticano giustificava l’ascesa di Zanchetta nonostante le accuse che gravavano su di lui. Assicurano che le gravi accuse di abusi sessuali sono di vecchia data e che si cerca di proteggere il Papa.

Nel luglio del 2017, quando il vescovo lasciò il suo incarico da un giorno all’altro senza salutare nessuno, generò un manto di dubbi che nessuno sapeva come dissipare. Più tardi, Zanchetta ha detto che si era dimesso a causa di “problemi di salute”. Pochi mesi dopo fu nominato assessore per gli immobili vaticani a Roma.

Giorni fa El Tribuno ha pubblicato i motivi per cui Zanchetta ha inaspettatamente lasciato il vescovado di Orano: tre preti della sua diocesi lo avevano denunciato nel 2015 presso la Nunziatura dalla cattiva gestione economica, abuso di potere e l’abuso sessuale dei seminaristi di cui era responsabile.

Venerdì scorso, la notizia ha avuto rilevanza internazionale quando Alessandro Gisotti, portavoce del Vaticano ha detto che il religioso è stata messo da parte e sta per essere sottoposto ad un’inchiesta preliminare per la denuncia di abusi sessuali.

Ma d’altra parte, ha detto che “quando Zanchetta è stato nominato consigliere dell’ APSA (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica), non vi era alcuna denuncia di abusi sessuali, al momento della sua nomina. Le accuse di abusi risalgono a questo autunno” indicato il comunicatore. Inoltre, secondo la versione data, Zanchetta lasciare il vescovado aveva chiesto di andarsene dalla diocesi per “i suoi rapporti molto tesi con i sacerdoti della sua diocesi,” e per la sua “incapacità di governare il clero”.

Contrariamente alla versione ufficiale, in una nota a questo giornale, l’attuale vescovo di Orano, Luis Scozzina, ha detto il papa aveva preso la decisione di rimuoverlo valutando “elementi reali” e che c’era una gestione che “non rispondeva a ciò che Papa Francesco voleva”.

I preti, che erano già stati lasciati con “gusto amaro” dall’ascesa di Zanchetta nonostante le accuse, hanno negato i tempi riportati dal Vaticano. “Sembra che si desidera proteggere il Papa, così è stato detto che gli abusi sono stati dopo, ed è stata una delle cause per cui lo hanno destituito” ha lanciato uno dei sacerdoti di Orano che ha chiesto di non citare il suo nome il suo nome per paura di rappresaglie .

“Il comunicato da là in alto (Roma, N.d.R.) era molto debole perché cercano di proteggere Francesco, che in un certo modo lo ha coperto”, ha aggiunto un altro sacerdote della diocesi.

Entrambi i religiosi sono stati chiari con i tempi e hanno convenuto che nelle conversazioni interne del clero le denunce sono note “dal 2015, quando è stata fatta la prima denuncia”. “Si vede un’intenzione, è stato licenziato per abuso. Perché il Papa lo riceve a Roma e lo nomina assessore? Questo è qualche cosa di gravissimo”, ha detto uno dei sacerdoti.

Una delle ipotesi che circola nel clero oranense è che qualcuno che “ha interceduto per Zanchetta” davanti al Papa. Qualcuno che ha “minimizzato e relativizzato le denunce” fatte alla Nunziatura nel 2015
 
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Inés San Martin attacca il Papa: “Ha coperto vescovo argentino che aveva porno gay con minori”
Michele M. Ippolito 25 febbraio 2019 Ultime notizie, Vaticano Nessun commento


Papa Francesco “coprì il vescovo che aveva un porno gay sul suo telefono”. Come scrive il Catholic Herald, la denuncia è stata fatta dalla giornalista vaticanista Inés San Martin durante l’ultima conferenza tenutasi in Vaticano al termine dell’incontro internazionale sui minori conclusosi ieri mattina.

Inés San Martin ha chiesto come possiamo credere che non ci saranno più insabbiamenti quando il Papa ha “coperto qualcuno che in Argentina ha avuto video porno gay con minori”.

Inés San Martin, che è uno delle giornaliste più rispettate nel corpo della Sala Stampa del Vaticano, ha chiesto all’arcivescovo Charles Scicluna in una conferenza stampa dopo il summit sugli abusi: “Sappiamo che c’è un vescovo in Argentina, Zanchetta, che aveva un porno gay sul suo telefono coinvolgendo i giovani. Come possiamo credere che questa è in realtà l’ultima volta che sentiremo parlare di questi temi quando papa Francesco ha coperto qualcuno che in Argentina aveva un porno gay che coinvolgeva minorenni? Come possiamo credere che qualcosa cambierà ora?”

L’arcivescovo Scicluna è sembrato essere sorpreso dalla domanda, rispondendo: “Bene, citerò ciò che il Santo Padre ha detto stamattina sulla legge. Per quanto riguarda il caso, non lo sono, non lo sono, lo sai, non sono autorizzato…”.

Il direttore dell’ufficio stampa provvisorio del Vaticano, Alessandro Gisotti, ha poi interrotto la risposta dell’arcivescovo Scicluna, affermando che non erano consentite domande su casi specifici.

La San Martin si riferiva al caso di Gustavo Zanchetta, che è stato segnalato per la prima volta dall’Associated Press e dal quotidiano argentino El Tribuno a gennaio. Zanchetta è stata nominata vescovo di Orán da papa Francesco nel 2013, prima di ritirarsi improvvisamente nel 2017, apparentemente per motivi di salute, mentre il Papa lo ha nominato poi ad un alto ruolo del Vaticano pochi mesi dopo.

Ma l’ex vicario generale di Zanchetta ha rivelato il mese scorso che il vescovo ha subito numerose accuse di abusi contro i seminaristi e di avere pornografia gay e “selfie nudi” sul suo telefono. Ha aggiunto che il Vaticano aveva saputo delle accuse già nel 2015.

El Tribuno ha pubblicato ulteriori documenti lo scorso giovedì suggerendo che Papa Francesco sapeva delle accuse. I documenti – scritti nel 2016 da un segretario diocesano e inviati alla nunziatura, a vari prelati di alto rango nella chiesa argentina e allo stesso papa – includono lamentele sullo “strano comportamento” di Zanchetta che “trascorreva anche la notte negli alloggi dei seminaristi, chiedeva loro di dargli dei massaggi, li incoraggiava a bere alcolici”. Il segretario diocesano dice anche di aver scoperto immagini oscene di Zanchetta e di altri uomini durante il download di contenuti dal telefono di Zanchetta al suo PC, su richiesta dello stesso Zanchetta. A gennaio, il Vaticano ha rifiutato di confermare o negare di aver ricevuto le prove contro Zanchetta.

Il vicario generale di Orán, tuttavia, ha dichiarato all’AP: “Nel 2015, abbiamo appena inviato un ‘supporto digitale’ con le foto selfie di Zanchetta in comportamenti osceni o fuori posto che sembravano inappropriati e pericolosi”. Il Vaticano deve ancora commentare gli ultimi documenti.
 
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https://www.ilmessaggero.it/vaticano/abusi...gi-4356465.html

PAPA FRANCESCO
Abusi, al ritiro spirituale con Papa Francesco anche il vescovo argentino sotto indagine
VATICANO
Martedì 12 Marzo 2019 di Franca Giansoldati
Abusi, al ritiro spirituale con Papa Francesco anche il vescovo argentino sotto indagine
Città del Vaticano – In Vaticano nominare Zanchetta suscita enormi imbarazzi. Non fosse altro perché l'arcivescovo argentino molto amico di Papa Francesco – chiamato a Roma nel 2017 a ricoprire un importante incarico all'Apsa – è sotto indagine da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede per una serie di abusi sessuali. Sul suo cellulare sono state trovate fotografie porno, selfie in compagnia di giovani. Insomma, un caso scomodo non solo per la faccenda degli abusi, ma perchè getta una luce obliqua persino su Papa Francesco, responsabile della sua promozione nonostante le chiacchiere che in Argentina tutti conoscevano. Zanchetta però è stato invitato ugualmente dal Papa a unirsi agli esercizi spirituali nella Casa del Divin Maestro ad Ariccia. Come se niente fosse. La notizia che inizialmente è circolata su alcuni giornali anglosassoni, tra cui il Catholic Herald, ha inziato a fare il giro del mondo, suscitando sconcerto.

APPROFONDIMENTI
Le denunce contro Zanchetta sono presentate alla nunziatura di Buenos Aires e indicano abusi in seminario. Per il neo direttore ad interim della sala stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti, le notizie sono giunte mesi dopo la nomina da parte del Papa. Ma secondo quanto racconta il giornale El Tribuno di Oran, la diocesi di provenienza di Zanchetta, diversi preti della diocesi affermano che una denuncia era stata presentata già nel 2015, e che di ciò si parlava apertamente nella diocesi e fra i preti. Il Papa, dunque, allude El Tribuno, non poteva non sapere.
 
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Mons Zanchetta dimesso "per motivi di salute", guarisce improvvisamente e Bergoglio se lo porta in Vaticano a gestire la cassa

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PAPA FRANCESCO
Abusi, al ritiro spirituale con Papa Francesco anche il vescovo argentino sotto indagine
VATICANO
Martedì 12 Marzo 2019 di Franca Giansoldati
Abusi, al ritiro spirituale con Papa Francesco anche il vescovo argentino sotto indagine
Città del Vaticano – In Vaticano nominare Zanchetta suscita enormi imbarazzi. Non fosse altro perché l'arcivescovo argentino molto amico di Papa Francesco – chiamato a Roma nel 2017 a ricoprire un importante incarico all'Apsa – è sotto indagine da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede per una serie di abusi sessuali. Sul suo cellulare sono state trovate fotografie porno, selfie in compagnia di giovani. Insomma, un caso scomodo non solo per la faccenda degli abusi, ma perchè getta una luce obliqua persino su Papa Francesco, responsabile della sua promozione nonostante le chiacchiere che in Argentina tutti conoscevano. Zanchetta però è stato invitato ugualmente dal Papa a unirsi agli esercizi spirituali nella Casa del Divin Maestro ad Ariccia. Come se niente fosse. La notizia che inizialmente è circolata su alcuni giornali anglosassoni, tra cui il Catholic Herald, ha inziato a fare il giro del mondo, suscitando sconcerto.

APPROFONDIMENTI
Le denunce contro Zanchetta sono presentate alla nunziatura di Buenos Aires e indicano abusi in seminario. Per il neo direttore ad interim della sala stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti, le notizie sono giunte mesi dopo la nomina da parte del Papa. Ma secondo quanto racconta il giornale El Tribuno di Oran, la diocesi di provenienza di Zanchetta, diversi preti della diocesi affermano che una denuncia era stata presentata già nel 2015, e che di ciò si parlava apertamente nella diocesi e fra i preti. Il Papa, dunque, allude El Tribuno, non poteva non sapere.
 
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http://www.lanuovabq.it/it/foto-hot-il-vat...o-ha-promosso-1

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L REPORT SUL VESCOVO ARGENTINO
Foto hot, il Vaticano sapeva di Zanchetta, ma lo ha promosso
GENDER WATCH23-02-2019

Un quotidiano argentino, “El Tribuno” il primo che aveva fatto esplodere il caso Zanchetta, ha pubblicato ieri documenti che dimostrano come vescovi, il cardinale Primate di Argentina, il Nunzio il Vaticano e il Pontefice in persona sin dal 2015 fossero a conoscenza del caso del vescovo sui cui oggi pende una pesante accusa di abusi. Il caso nei giorni scorsi è arrivato in tribunale, con la denuncia penale sporta da vittime dell’ex vescovo di Oran. Dalle fotografie di una relazione del 2016, firmata da cinque sacerdoti, di cui tre ex vicari diocesani, appare chiaro che Gustavo Zanchetta era accusato non solo di avere sul suo cellulare foto oscene di sesso omosessuale, ma di molestie ai seminaristi, di non aver registrato la vendita di una proprietà importante della diocesi e di cattiva gestione sia delle finanze che del personale di Oran.

Dalla relazione, di cui El Tribuno è venuto in possesso (leggi qui l'articolo integrale con il documento firmato da 5 religiosi), e di cui ha pubblicato le foto, si evince che come la diocesi scoprì in maniera casuale foto di Zanchetta e di altri nudi e in atteggiamenti molto espliciti. Il cancelliere vide quelle foto mentre scaricava sul pc alcune immagini istituzionali dal cellulare di Zanchetta, richiesto proprio da lui. E da lì ha avvisato le autorità, in primis il Vicario generale. Subito dopo sono stati coinvolti mons. Marcelo Colombo, l’arcivescovo di Salta Mario Cargnello, il Primate card. Poli, arcivescovo di Buenos Aires la nunziatura e il Pontefice. Nell’ottobre del 2015 Gustavo Zanchetta è stato convocato urgentemente a Roma; e tutti pensavano nella diocesi che si trattasse di qualche cosa legata al Sinodo della Famiglia, visti i rapporti stretti che lo legavano a Jorge Mario Bergoglio sin da quando quest’ultimo era cardinale e Presidente della Conferenza Episcopale argentina. Zanchetta rientrò a Oran, senza che fosse accaduto nulla: si ignora che cosa si siano detti con il Pontefice, ma c’è chi afferma che il vescovo abbia sostenuto che le foto erano truccate.

Nel 2016, - come testimonano le fotografie di “El Tribuno” tre dei suoi vicari generali e due monsignori hanno presentato una denuncia interna formale alla nunziatura, insistendo su "strani atteggiamenti" di Zanchetta con i seminaristi. Li incontrava senza la presenza del Rettore, passava a notte fonda nelle loro stanze con una torcia, chiedeva che gli facessero dei massaggi, andava nelle loro stanze all’ora in cui dovevano alzarsi, si sedeva sui loro letti, li incoraggiava a bere bevande alcoliche, e mostrava una certa preferenza per quelli un po’ più aggraziati”.

Neanche questa denuncia ha avuto ripercussioni visibili. Ne è seguita un’altra, nel 2017, quando presunti casi di abuso sessuale sui seminaristi hanno cominciato a emergere.

Zanchetta ha dovuto abbandonare la diocesi, ma non è seguita un’inchiesta ecclesiastica, non è stato denunciato alla giustizia. Anzi. Zanchetta è approdato in Vaticano, dove il Pontefice ha creato per lui un ruolo, fino a quel momento inesistente, quello di Assessore all’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolico. Diventava così il “N. 2” della cassaforte vaticana, e prendeva residenza a Santa Marta, nel cui attico alloggia il Pontefice.

"Nella città di San Ramon del Nuovo Oran, il giorno 20 di aprile 2016 alle 12, si riuniscono i Vicari generali, monsignor Gabriel Acevedo e Juan José Manzano, il signor Rettore del seminario S. Giovanni XXIII, P. Martin Alarcon, Mons. Diego Pietro Calvisi, e Mons. Andrés Buttu per conformarsi alla richiesta di sua Eccellenza Reverendissima Mons. Paul Emile Tscherrig, Nunzio Apostolico di sua Santità in Argentina”, così comincia la relazione interna dei cinque religiosi.

Il documento, scritto su richiesta del rappresentante del Papa nel paese.

Emile Tscherrig, è una prova che il Vaticano sapeva delle accuse nei confronti di Gustavo Zanchetta sin dal 2016. E smentisce quindi le affermazioni del portavoce della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti, secondo cui del “caso Zanchetta” dietro le alte mura si è saputo solo pochi mesi fa.

Nel rapporto i cinque religiosi con alti funzionari sostengono che il "22 settembre 2015", il segretario cancelliere della diocesi, Luis Diaz, ha detto loro di aver trovato "selfie" di Zanchetta sul suo cellulare, "nudo e che si masturbava”. Díaz ha scoperto queste immagini per caso, quando l'ex-vescovo gli ha chiesto di scaricare alcune foto delle attività istituzionali, e che sono apparse come inviate dal suo cellulare. Ha anche detto di aver trovato materiale pornografico che gli era stato inviato, e che non era stato cancellato dalla memoria.

Con questi elementi, i religiosi raccontano di aver comunicato con l'ex-vescovo di Oran Marcelo Colombo, che li ha indirizzati all'arcivescovo di Salta Mario Cargnello. "Notando la gravità della situazione, con Mons. Zanchetta amico personale del Papa, decide (Cargnello ndr.) di mettersi in comunicazione con il Cardinale Primate dell'Argentina, Mons. Mario Poli, e chiede al Padre Gabriel di chiamare la Nunziatura per avvertire che si trovava in mano al cardinale materiale che contiene informazioni riservate di natura molto grave sul Vescovo di Oran", afferma la lettera.

Nell’ottobre 2015, l'allora vescovo fu chiamato dal Papa. "Notiamo che in nessun modo si tratta di fotomontaggi, come il vescovo ha sostenuto al suo ritorno da Roma, perché tutto quello che vedete nelle immagini, lenzuola, e armadio, sono quelli della sua stanza”.

Diaz, che ha scoperto i controversi selfies di Zanchetta, in una lettera firmata e sigillata, ha anche sottolineato che non erano falsi. In quel documento, che faceva parte della prima denuncia, l'ex-vescovo pensava di avere il sostegno di papa Francesco. Secondo Diaz, Zanchetta gli ha detto che a Roma gli hanno mostrato le foto ma che "non gli importava di questo perché aveva spalle robuste per portare quel peso e farla franca".

L'ex vescovo inoltre, secondo quanto riferito dal suo allora segretario, gli dsse che "per fortuna le immagini non sono passate per la Nunziatura, ma direttamente a Roma, dove ha il sostegno personale di papa Francesco e del cardinale Primate", Mario Poli.

Una seconda denuncia, nel 2017, era corredata a quanto pare da lettere di seminaristi. Scrive “El Tribuno” che Zanchetta si sarebbe presentato di nuovo al suo “padre spirituale”, papa Francesco: “Gli dice, si padre, sono malato e ho bisogno di un trattamento, presento la rinuncia. Il Papa gli dice: ti facciamo curare e mi sembra che tu non possa governare nulla. Venne e rinunciò”.

Un mese più tardi fu creato per lui il posto di Assessore all’Apsa. Ora Zanchetta – che qualche giorno fa era in udienza dal Pontefice – è stato sospeso dall’incarico, e la denuncia penale apre nuovi scenari problematici anche dal punto.
 
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view post Posted on 13/3/2019, 18:58

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Anniversario di elezione: porchetta a cena, mancava solo il chierichetto a colazione



https://www.lanacion.com.ar/2228140-polemi...retiro-del-papa



Francisco trascorre il suo anniversario del papato in un ritiro con un ex-vescovo argentino accusato di abuso
L'ex-vescovo di Oran è indagato per abuso sessuale e potereL'ex-vescovo di Oran è indagato per abuso sessuale e potere Fonte: archivio
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quota13 marzo 2019 • 08:40
ROMA La presenza di Mons argentino Gustavo Zanchetta, indagato per abuso sessuale e abuso di potere contro i seminaristi adulti in esercizi spirituali con Papa Francisco e curia a Ariccia ha generato polemiche in ambiente cattolico.

Pubblicazioni cattoliche, come il British Catholic Herald e il sito conservatore statunitense LifeSiteNews, hanno riecheggiato il tema. La sala stampa vaticana ha evitato di fare commenti.

Il Papa passa in ritiro con la Curia per il suo sesto anniversario come capo della Chiesa cattolica.

Zanchetta è stato nominato da Jorge Bergoglio come vescovo di Oran nel 2013. Nel 2016, ha lasciato la sua diocesi per presunti problemi di salute. Poco dopo, il Papa lo nominò "consigliere" dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA).

Un anno dopo si è appreso che il prelato era stato accusato dai seminaristi di violenza sessuale e abusi di potere. Il reclamo giudiziario è stato presentato a Salta.

Ci sono coloro che accusano Bergoglio sono stati Zanchetta a Roma per proteggere lui , qualcosa che il Vaticano ha negato due volte, sostenendo che le accuse di abusi Zanchetta è venuto alla luce dopo la nomina papale.

Nel mese di gennaio, il direttore della sala stampa vaticana Alessandro Gisotti ha detto che le accuse contro Zanchetta è venuto ai mesi vaticane dopo la sua nomina al APSA, e aveva contro le accuse di "autoritarismo", mentre le sue dimissioni da Oran era dovuto alla sua difficoltà nel gestire la relazione con il clero diocesano.

L'ex generale della diocesi di Oran, Juan José Manzano, assicurò al giornale El Tribuno, di Salta, che Papa Francisco sapeva del comportamento discutibile del vescovo dal 2015. E che anche in quel momento lo chiamò a un incontro.

In ogni caso, una precedente indagine sulle accuse di abuso sessuale era stata aperta e, ha aggiunto Gisotti, mentre era in corso, "Monsignor Zanchetta si astiene dal lavoro".

Una "astensione" che ora non gli ha impedito di unirsi al ritiro di Ariccia con il papa e altri cardinali.
 
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view post Posted on 13/3/2019, 19:04

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Anniversario di elezione. Ariccia: porchetta a cena, mancava solo il chierichetto a colazione

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Francisco trascorre il suo anniversario del papato in un ritiro con un ex-vescovo argentino accusato di abuso
L'ex-vescovo di Oran è indagato per abuso sessuale e potereL'ex-vescovo di Oran è indagato per abuso sessuale e potere Fonte: archivio
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ROMA La presenza di Mons argentino Gustavo Zanchetta, indagato per abuso sessuale e abuso di potere contro i seminaristi adulti in esercizi spirituali con Papa Francisco e curia a Ariccia ha generato polemiche in ambiente cattolico.

Pubblicazioni cattoliche, come il British Catholic Herald e il sito conservatore statunitense LifeSiteNews, hanno riecheggiato il tema. La sala stampa vaticana ha evitato di fare commenti.

Il Papa passa in ritiro con la Curia per il suo sesto anniversario come capo della Chiesa cattolica.

Zanchetta è stato nominato da Jorge Bergoglio come vescovo di Oran nel 2013. Nel 2016, ha lasciato la sua diocesi per presunti problemi di salute. Poco dopo, il Papa lo nominò "consigliere" dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA).

Un anno dopo si è appreso che il prelato era stato accusato dai seminaristi di violenza sessuale e abusi di potere. Il reclamo giudiziario è stato presentato a Salta.

Ci sono coloro che accusano Bergoglio sono stati Zanchetta a Roma per proteggere lui , qualcosa che il Vaticano ha negato due volte, sostenendo che le accuse di abusi Zanchetta è venuto alla luce dopo la nomina papale.

Nel mese di gennaio, il direttore della sala stampa vaticana Alessandro Gisotti ha detto che le accuse contro Zanchetta è venuto ai mesi vaticane dopo la sua nomina al APSA, e aveva contro le accuse di "autoritarismo", mentre le sue dimissioni da Oran era dovuto alla sua difficoltà nel gestire la relazione con il clero diocesano.

L'ex generale della diocesi di Oran, Juan José Manzano, assicurò al giornale El Tribuno, di Salta, che Papa Francisco sapeva del comportamento discutibile del vescovo dal 2015. E che anche in quel momento lo chiamò a un incontro.

In ogni caso, una precedente indagine sulle accuse di abuso sessuale era stata aperta e, ha aggiunto Gisotti, mentre era in corso, "Monsignor Zanchetta si astiene dal lavoro".

Una "astensione" che ora non gli ha impedito di unirsi al ritiro di Ariccia con il papa e altri cardinali.

Edited by pincopallino2 - 14/3/2019, 08:16
 
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www.lastampa.it/2019/06/08/vatican...I3K/pagina.html

Argentina, sotto processo il vescovo Zanchetta per “abusi sessuali aggravati”
Le accuse contro l’ex vescovo di Oran chiamato nel 2017 dal Papa come assessore dell’Apsa formalizzate per la prima volta in tribunale. Nelle scorse settimane Bergoglio aveva annunciato l’apertura di un’indagine nei suoi confronti presso la Dottrina della Fede

Il vescovo argentino Gustavo Zanchetta, ex pastore di Oran nominato dal Papa assessore dell’Apsa

Pubblicato il 08/06/2019

SALVATORE CERNUZIO
CITTÀ DEL VATICANO
«Abusi sessuali continui aggravati». Con questa accusa del procuratore della provincia argentina di Salta, Monica Viazzi, finisce sotto processo in Argentina monsignor Gustavo Zanchetta, 54 anni, il vescovo protagonista di uno strano caso di dimissioni dalla diocesi di Oran tre anni fa, nominato dal Papa assessore dell’Apsa. Il giudice Claudio Parisi ha accusato ieri formalmente il presule di aver molestato sessualmente due seminaristi mentre era ordinario diocesano e quindi prima di lasciare la carica ed essere trasferito in Vaticano presso l’importante ufficio che amministra il patrimonio della Santa Sede. Inoltre il tribunale ha dichiarato che il vescovo sarebbe colpevole di reati «continui e aggravati» poiché ministro del culto.

È la prima volta che vengono formalizzate in un tribunale le accuse contro Zanchetta. Quelle finora mosse dai media locali, in testa El Tribuno, con un’accesa campagna in questi mesi. A Zanchetta il giudice ha ritirato il passaporto e tutti i documenti che potrebbero aiutarlo ad uscire dal Paese: deve infatti restare a disposizione della giustizia in ogni momento. Più nel dettaglio al vescovo sono stati imposti numerosi obblighi di reperibilità e domicilio nonché disponibilità per essere sottoposto a perizia psichiatrica. Già il prossimo mercoledì 12 giugno dovrebbe presentarsi per i primi accertamenti psichiatrici. Durante l’udienza monsignor Zanchetta era accompagnato dal suo avvocato difensore.

LEGGI ANCHE - Sotto indagine per abusi il vescovo argentino assessore dell’Apsa

Il suo “caso” era iniziato il 29 luglio 2017 quando si era dimesso improvvisamente da Oran, diocesi al nord dell’Argentina caratterizzata da povertà, minacce costanti da parte dei narcos e altre problematiche, dove Bergoglio lo aveva posto nel 2013 tra le sue prime nomine episcopali. La scelta delle dimissioni era motivata da un «problema di salute» che non gli permetteva di «svolgere pienamente il ministero pastorale». Dopo alcuni mesi in cui, di fatto, era sparito dalla circolazione, era riapparso a Roma nel ruolo inedito di consigliere dell’Apsa «in considerazione della sua capacità di gestione amministrativa». Una posizione che non figurava precedentemente nell’organigramma del Dicastero e che non ha mai implicato alcuna responsabilità di governo.

Su di lui pesava l’accusa di aver abusato sessualmente e psicologicamente di seminaristi adulti. Al momento della nomina in Vaticano tuttavia non era emerso nulla di tutto questo. Era stato nel dicembre del 2018 che alcune testate parlavano di foto osé o in atteggiamenti compromettenti che un funzionario della curia di Oran aveva trovato sul cellulare del vescovo, scaricate quasi casualmente con il sistema Cloud. A queste si erano aggiunte presto le testimonianze di tre seminaristi, mentre un’altra decina di sacerdoti puntava il dito contro Zanchetta per la cattiva gestione delle finanze della diocesi.

Sull’assessore dell’Apsa è stata avviata quindi un’indagine presso la Congregazione per la Dottrina della Fede agli inizi di gennaio. Intanto il prelato era stato sospeso dal suo incarico in Vaticano, come informava a gennaio il direttore ad interim della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti. Nuove polemiche, circoscritte perlopiù in Argentina, si erano scatenate però a marzo dopo che il volto di Zanchetta era apparso tra quello dei vescovi e cardinali che accompagnavano il Pontefice negli Esercizi spirituali di Quaresima ad Ariccia.

Sulla sua vicenda era calato per un po’ di tempo il silenzio, finché non è stato lo stesso Francesco a chiarirne alcune dinamiche nella lunga intervista alla emittente messicana Televisa. Alla giornalista Valentina Alazraki che chiedeva al Pontefice delucidazioni sul fatto se sapesse o meno della montagna di accuse che il vescovo si portava dietro dall’Argentina e, se sì, perché lo avesse portato a Roma, Bergoglio ha spiegato: «C’era stata un’accusa e, prima di chiedergli la rinuncia, l’ho fatto venire subito qui con la persona che lo accusava. Un’accusa con il telefono. Alla fine si è difeso dicendo che lo avevano hackerato, e si è difeso bene. Allora di fronte all'evidenza e a una buona difesa resta il dubbio, ma in dubio pro reo. Ed è venuto il cardinale di Buenos Aires per essere testimone di tutto. E l’ho continuato a seguire in modo particolare».

«Certo - ammetteva il Papa - aveva un modo di trattare, a detta di alcuni, dispotico, autoritario, una gestione economica delle cose non del tutto chiara, sembra, ma ciò non è stato dimostrato. È indubbio che il clero non si sentiva trattato bene da lui. Si sono lamentati, finché hanno fatto come clero una denuncia alla Nunziatura». Francesco ha quindi contattato il nunzio che gli ha detto: «Guardi, la questione della denuncia per maltrattamenti è seria». «Abuso di potere, potremmo dire», ha commentato il Papa a Televisa. «Non l’hanno chiamata così, ma questo era. L’ho fatto venire qui e gli ho chiesto la rinuncia. Bello e chiaro. L’ho mandato in Spagna a fare un test psichiatrico. Alcuni media hanno detto: “Il Papa gli ha regalato una vacanza in Spagna”. Ma è stato lì per fare un test psichiatrico, il risultato del test è stato nella norma, hanno consigliato una terapia una volta al mese... L’ho tenuto qui perché il test diceva che aveva capacità di diagnosi di gestione, di consulenza. Alcuni lo hanno interpretato qui in Italia come un “parcheggio”».

Nulla di tutto ciò, ha chiarito il Papa. Così come era falsa la critica che la nomina all’Apsa fosse quasi una promozione perché «si era comportato bene». «Non è stato così», ha precisato il Pontefice. «Economicamente era disordinato, ma non ha gestito male economicamente le opere che ha fatto. Era disordinato ma la visione è buona».

Circa quindici giorni fa (al momento dell’intervista, ndr) a Francesco erano giunti «ufficialmente» i risultati dell’indagine preliminare» affidata all’arcivescovo di Tucumán, monsignor Carlos Alberto Sánchez. «L’ho letta, e ho visto che era necessario fare un processo», ha annunciato il Papa. «Allora l’ho passata alla Congregazione per la Dottrina della Fede, stanno facendo il processo». Tutto per dire che si sbaglia chi critica il fatto che Bergoglio fosse stato accomodante con il vescovo, sua conoscenza dai tempi del suo episcopato a Buenos Aires: «Non mi sono mai fermato», ha affermato lo stesso Francesco. Ora che il processo canonico è quasi giunto al termine «lo lascio nelle loro mani», ha detto. «Di fatto, come vescovo, devo giudicarlo io, ma in questo caso ho detto no. Facciano un processo, emettano una sentenza e io la promulgo».
 
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Il Mattino > Primo Piano > Vaticano
«Sesso, alcol e selfie», così il vescovo Zanchetta abusava di giovani seminaristi: il pm argentino lo accusa
Gustavo Zanchetta
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Un pubblico ministero in Argentina accusa monsignor Gustavo Zanchetta, dimessosi dalla diocesi di Oran nel 2017 e successivamente chiamato in Vaticano dal Papa, di avere abusato sessualmente di seminaristi. Il procuratore della provincia argentina di Salta, Monica Viazzi, lo accusa di «abusi sessuali continui aggravati». È la prima volta che viene formalizzato questo per lui in un tribunale.

LEGGI ANCHE Pedofilia, bimbi sordomuti abusati da preti: così i religiosi "orchi" venivano protetti

Il Papa aveva recentemente rivelato, in un'intervista televisiva, che Zanchetta è sotto processo anche in Vaticano. La vicenda di monsignor Zanchetta comincia nel 2016, quando arrivano le prime notizie di comportamenti sessuali inappropriati e veri e propri abusi nei confronti di giovani seminaristi. Il vescovo lascia improvvisamente la sua diocesi nel 2017 e alla fine dello stesso anno il Papa lo chiama a lavorare all'Apsa, l'amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica.

Ma il trasferimento non ha placato la voglia di giustizia delle vittime, tanto che in Vaticano è stata decisa un'indagine preliminare. «L'ho letta, e ho visto che era necessario fare un processo. Allora l'ho passata alla Congregazione per la Dottrina della Fede - aveva spiegato il pontefice una decina di giorni fa alla tv messicana -, stanno facendo il processo».

Dalla giustizia del Vaticano a quella del suo Paese d'origine. Se al momento non emergono per Zanchetta accuse di pedofilia, ovvero di abusi sui minori, per quanto riguarda invece i seminaristi le accuse sono dettagliate. La denuncia del 2016, firmata dal rettore e da due ex vicari del seminario in questione, elencava il comportamento problematico di Zanchetta con i seminaristi, tra cui il passeggiare di notte nelle loro stanze, chiedere loro massaggi, entrare nelle loro stanze per svegliarli e invitarli a bere alcolici, fino alle aggressioni.

Una «ossessiva onnipresenza» che non dava tregua alle vittime. Ci sarebbero anche dei selfie con il vescovo in situazioni inappropriate. Lui si è sempre difeso, anche con il Papa, dicendo che qualcuno aveva manomesso il suo cellulare. Ora la parola passa ai giudici. Intanto, sempre in tema di abusi da parte del clero, la Corte Suprema del Canada ha autorizzato un'azione collettiva contro la Congregazione della Santa Croce e l'Oratorio di San Giuseppe, che hanno collegi in diverse città del Paese, per presunti abusi sessuali commessi da alcuni religiosi.

La vicenda nasce dalla testimonianza di un uomo che aveva frequentato la scuola elementare di Notre-Dame-des-Neiges per quattro anni negli anni '50. Sostiene di essere stato aggredito sessualmente da religiosi durante questo periodo, sia a scuola sia mentre prestava servizio come chierichetto all'Oratorio di San Giuseppe. L'uomo è convinto che centinaia di altri ragazzi, all'epoca, siano stati aggrediti da religiosi. Per questo aveva chiesto alla Corte di autorizzare un'azione collettiva.
Sabato 8 Giug
 
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view post Posted on 8/6/2019, 20:56
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Le ridicole difese del vescovo bresciano che si intrufolava tra i letti degli studenti

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https://www.ilmessaggero.it/vaticano/abusi...ie-4545063.html

«Sesso, alcol e selfie», così il vescovo Zanchetta abusava di giovani seminaristi: il pm argentino lo accusa
VATICANO
Sabato 8 Giugno 2019
Gustavo Zanchetta
Un pubblico ministero in Argentina accusa monsignor Gustavo Zanchetta, dimessosi dalla diocesi di Oran nel 2017 e successivamente chiamato in Vaticano dal Papa, di avere abusato sessualmente di seminaristi. Il procuratore della provincia argentina di Salta, Monica Viazzi, lo accusa di «abusi sessuali continui aggravati». È la prima volta che viene formalizzato questo per lui in un tribunale.

APPROFONDIMENTI
LEGGI ANCHE Pedofilia, bimbi sordomuti abusati da preti: così i religiosi "orchi" venivano protetti

Il Papa aveva recentemente rivelato, in un'intervista televisiva, che Zanchetta è sotto processo anche in Vaticano. La vicenda di monsignor Zanchetta comincia nel 2016, quando arrivano le prime notizie di comportamenti sessuali inappropriati e veri e propri abusi nei confronti di giovani seminaristi. Il vescovo lascia improvvisamente la sua diocesi nel 2017 e alla fine dello stesso anno il Papa lo chiama a lavorare all'Apsa, l'amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica.

Ma il trasferimento non ha placato la voglia di giustizia delle vittime, tanto che in Vaticano è stata decisa un'indagine preliminare. «L'ho letta, e ho visto che era necessario fare un processo. Allora l'ho passata alla Congregazione per la Dottrina della Fede - aveva spiegato il pontefice una decina di giorni fa alla tv messicana -, stanno facendo il processo».

Dalla giustizia del Vaticano a quella del suo Paese d'origine. Se al momento non emergono per Zanchetta accuse di pedofilia, ovvero di abusi sui minori, per quanto riguarda invece i seminaristi le accuse sono dettagliate. La denuncia del 2016, firmata dal rettore e da due ex vicari del seminario in questione, elencava il comportamento problematico di Zanchetta con i seminaristi, tra cui il passeggiare di notte nelle loro stanze, chiedere loro massaggi, entrare nelle loro stanze per svegliarli e invitarli a bere alcolici, fino alle aggressioni.

Una «ossessiva onnipresenza» che non dava tregua alle vittime. Ci sarebbero anche dei selfie con il vescovo in situazioni inappropriate. Lui si è sempre difeso, anche con il Papa, dicendo che qualcuno aveva manomesso il suo cellulare. Ora la parola passa ai giudici. Intanto, sempre in tema di abusi da parte del clero, la Corte Suprema del Canada ha autorizzato un'azione collettiva contro la Congregazione della Santa Croce e l'Oratorio di San Giuseppe, che hanno collegi in diverse città del Paese, per presunti abusi sessuali commessi da alcuni religiosi.

La vicenda nasce dalla testimonianza di un uomo che aveva frequentato la scuola elementare di Notre-Dame-des-Neiges per quattro anni negli anni '50. Sostiene di essere stato aggredito sessualmente da religiosi durante questo periodo, sia a scuola sia mentre prestava servizio come chierichetto all'Oratorio di San Giuseppe. L'uomo è convinto che centinaia di altri ragazzi, all'epoca, siano stati aggrediti da religiosi. Per questo aveva chiesto alla Corte di autorizzare un'azione collettiva.

Ultimo aggiornamento: 20:54
 
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