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Augusta. Diocesi chiede dimissioni di prete anitnquinamento, "Don Palmiro Prisutto trascura le confraternite"

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view post Posted on 14/3/2016, 13:50
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"Don Palmiro Prisutto trascura le confraternite".

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Augusta, la Curia chiede le dimissioni del prete che si batte contro le morti di tumoreAugusta, la Curia chiede le dimissioni del prete che si batte contro le morti di tumore
La folla riunita ieri sera davanti alla Chiesa madre di Augusta
Centinaia in piazza contro la richiesta avanzata dal vescovo a don Palmiro Prisutto, il sacerdote che ogni mese legge la lista delle 800 vittime di inquinamento industriale: "Non ci fermiamo e non lo faremo andar via". Il parroco sarebbe accusato di occuparsi troppo poco delle confraternite cittadine

di ISABELLA DI BARTOLO

14 marzo 2016

“Don Prisutto non deve dimettersi. Se ne avrà il coraggio, dovrà essere la Curia a mandarlo via dalla sua chiesa”. Sono in tanti, fuori dalla Chiesa Madre di Augusta gremita da centinaia di fedeli per il precetto pasquale delle Confraternite, a stringersi attorno a don Palmiro all’indomani della richiesta di dimissioni da parte della Diocesi di Siracusa. E proprio per chiedere all’arcivescovo Salvatore Pappalardo di ripensarci, parrocchiani e non si sono dati appuntamento davanti al Duomo per una protesta pacifica a sostegno dell’arciprete che lotta da 35 anni contro l’inquinamento industriale. Una manifestazione spontanea per lanciare un appello alla Curia e difendere don Palmiro che sarebbe “reo” di dedicarsi troppo poco alle sette Confraternite megaresi, tanto da aver spinto per questo i vertici della Chiesa aretusea a intervenire.

“Una scusa – dice Mara Nicotra in rappresentanza del gruppo “Il popolo inquinato” –. E’ chiaro che la battaglia di don Prisutto tocca interessi forti. Lui si batte per la vita da 35 anni in un territorio massacrato dall’inquinamento industriale. E noi siamo con lui: la sua battaglia e la nostra”. Da anni, don Prisutto si batte per accendere i riflettori su Augusta e il triangolo nord della provincia siracusana protagonista di tristi record legati alle malattie tumorali. Da 2 anni, ogni 28 del mese, l’arciprete della Chiesa Madre legge durante la messa l’elenco dei morti di cancro e oggi le liste con nome, età, tipologia di tumore e mestiere di ognuno degli oltre 800 uomini, donne e bambini, sono all’ingresso del tempio cristiano. “La mia è una battaglia senza fine”, dice don Palmiro che ha lanciato un appello anche a Papa Francesco dopo aver scritto a tutti i presidenti della Repubblica che si sono succeduti.
Augusta, la Curia chiede le dimissioni del prete che si batte contro le morti di tumore
Le liste con i nomi delle vittime nella Chiesa madre di Augusta
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“In questi anni ho combattuto perché si rompesse il silenzio su questa strage silenziosa - dice il parroco - a cui si debbono aggiungere tutti i nomi di quanti combattono contro il cancro e allungano la lista nera di Augusta dove si assiste a un genocidio di innocenti in nome di un progresso che distrugge l’uomo”. Sì, perché Augusta è una delle città del “triangolo” del Petrolchimico siracusano assieme a Priolo e Melilli. Qui di industria si vive e nessuno, prima di don Palmiro, aveva sollevato il velo sui numeri allarmanti di casi di tumore e bambini malformati. “So che prevale l’interesse dell’industria su quello degli uomini e che la mia è una battaglia solitaria; la gente ha paura. Ha paura di perdere il posto o di farlo perdere ai loro cari, e quindi tace. Quasi a dire che sia meglio morire di cancro che di fame”.

Ma la gente, ieri, era accanto al prete. “Non ci fermiamo e non lo faremo andar via”, dice Carmelo Miano, promotore del sit-in a cui ha preso parte anche l’amministrazione comunale rappresentata dal sindaco grillino Cettina Di Pietro. “Non mi dimetto – dice don Prisutto -, l’ho già detto all’arcivescovo. E sono pronto a continuare la mia battaglia anche se le cose dovessero precipitare. Io sono parroco dei vivi ma anche di coloro che non ci sono più a causa di un genocidio che sta uccidendo un territorio e che dobbiamo fermare”. L'arcivescovo Pappalardo, al momento, preferisce non commentare.

TagsArgomenti:augustaparrocotumoriarcivescovodimissioniProtagonisti:palmiro prisuttodon prisutto
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view post Posted on 19/11/2022, 16:52

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AUGUSTA, PRISUTTO, il prete, senza scandali sesuali,rimosso dal vescovo Lo Manto
18 Novembre 2022
di Giorgio Càsole

Augusta. L’arcivescovo siracusano, Lo Manto, non ha tregua in questi giorni. L’ultima tegola che si è abbattuta sulla curia aretusea concerne un sacerdote di Francofonte, ormai in pensione, che, secondo l’accusa, avrebbe violentato un suo parrocchiano quando costui era un bambino di nove anni. La notizia ha avuto grande risonanza in tutt’Italia. La cura ha immediatamente diramato un comunicato con il quale pubblico di fedeli e non fedeli è stato informato della sospensione “a divinis” del tale sacerdote.

Ad Augusta non si poteva non pensare al caso di un altro sacerdote, Palmiro Prisutto, rimosso dallo stesso presule dall’incarico di arciprete della Chiesa Madre e relegato nell’eremo dell’Adonai a Brucoli, un sacerdote che non è stato sfiorato da scandali sessuali, come il suo confratello di Francofonte, o come un suo predecessore nella stessa chiesa madre di Augusta, che, a metà degli anni Quaranta del secolo scorso, fu allontanato dalla chiesa madre perché accusato da fonte anonima d’aver messo incinta una signora sposata che frequentava la chiesa. Cinquant’anni dopo, chi avesse frequentato la chiesa madre si sarebbe accorto che, durante una delle messe celebrate dal parroco Matteo Pino, si vedeva, con tanto di talare nera e cotta bianca, servire la messa un anziano assistente che somigliava come una goccia d’acqua all’anziano ex arciprete rimosso dalla carica di parroco e relegato a essere rettore della chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie

Palmiro Prisutto celebra messa nella “sperduta” cappella dell’antico eremo, dove i suoi sostenitori vanno a trovarlo, fiduciosi che il prossimo 23 febbraio possa avere giustizia. Per quella data, infatti, è prevista, dopo le arringhe di accusa e difesa, la sentenza che dovrebbe chiudere la vicenda processuale che è stata, almeno ufficialmente, la causa della rimozione di Prisutto. La vicenda è stata generata da una querela per diffamazione dello stesso Prisutto contro dieci persone, fra cui i responsabili di tre confraternite cattoliche e il cosiddetto coordinatore delle confraternite cittadine, Giuseppe Carrabino, attualmente assessore dell’Amministrazione comunale augustana, i quali avevano fatto affiggere nelle chiese di loro pertinenza un manifesto in cui si accusava Prisutto per la gestione di un terreno, lasciato in eredità alla confraternita di San Giuseppe, ma con la clausola che la gestione fosse affidata al parroco pro tempore della Chiesa Madre. La fase dibattimentale del processo si è chiusa recentemente con l’escussione di Sebastiano Amenta, vicario generale della diocesi siracusana, il quale ha parlato dei tentativi compiuti da lui e dal vescovo Pappalardo per mettere pace fra il sacerdote e i suoi accusatori. Doveva essere ascoltato come testimone lo stesso presule Pappalardo che, pur sollecitato, ha ritenuto di non intervenire. Amenta ha fatto riferimento all’origine della spinosa vicenda: il lascito testamentario di Francesco Saraceno che, per devozione verso San Giuseppe, aveva lasciato uno stacco di terreno alla confraternita, affidando la curatela all’arciprete. Stando alle accuse dei querelati, Prisutto avrebbe incassato un assegno di 6oo euro per l’affitto del terreno. Prisutto afferma d’essere stato nel pieno della legalità e, comunque, dichiara di non aver mai incassato l’assegno. Aspettiamo il 23 febbraio.
 
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