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Il cardinale che guadagna 35.000 € al mese e predica la povertà: 1 milione di € dall'Università dell'Honduras, Oscar Maradiaga spiega la carità arraffando ricchezze che non potrà nemmeno lasciare ai figli

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view post Posted on 21/12/2017, 13:53

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Oscar Maradiaga riceve 1 mln di € dall'Università dell'Honduras. Per farci cosa?


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http://espresso.repubblica.it/inchieste/20...ticano-1.316326

Il cardinale da 35 mila euro al mese: in Vaticano scoppia un nuovo scandalo
L'amico e primo consigliere di Francesco, Oscar Maradiaga, predicava il pauperismo ma riceveva mezzo milione l'anno da un'Università dell'Honduras. Bergoglio ha voluto un'inchiesta anche su investimenti milionari e sui comportamenti inappropriati del vescovo Pineda, fedelissimo del porporato. E proprio oggi il papa parla di «traditori e approfittatori nella Chiesa». L’inchiesta completa sull’Espresso in edicola da domenica
DI EMILIANO FITTIPALDI
21 dicembre 2017

Il cardinale da 35 mila euro al mese: in Vaticano scoppia un nuovo scandalo
Papa Francesco e il cardinale Oscar Maradiaga
Quando ha finito di leggere l'inchiesta del visitatore apostolico che lui stesso aveva spedito in Honduras lo scorso maggio, papa Francesco si è messo le mani sullo zucchetto. Aveva appena scoperto che il suo amico e primo consigliere - il potente porporato Oscar Maradiaga, acceso sostenitore di una Chiesa povera e pauperista e nel 2013 promosso proprio da Bergoglio coordinatore del Consiglio dei cardinali - aveva ricevuto per anni circa 35 mila euro al mese (a cui aggiunge una “tredicesima” da 54 mila euro a dicembre) dall’università cattolica di Tegucigalpa.

Bergoglio non poteva immaginare nemmeno che vari testimoni, sia ecclesiastici sia laici, accusassero Maradiaga per alcuni investimenti milionari in società londinesi poi scomparse nel nulla, né che la Corte dei Conti del piccolo paese dell’America centrale stesse indagando sull’utilizzo di enormi somme di denaro girate dal governo honduregno alla “Fondazione per l’educazione e la comunicazione sociale” e alla “Fondazione Suyapa”, entrambe facenti capo alla Chiesa locale e quindi allo stesso Maradiaga.

«Il papa è triste e addolorato, ma anche molto determinato a scoprire la verità», spiegano ora da Santa Marta. Non solo sull’utilizzo finale dei pagamenti da capogiro ottenuti dal cardinale (solo nel 2015, si legge in un report interno dell’Università visionato dall’Espresso, il porporato ha ricevuto quasi mezzo milione di euro, cifra che secondo alcune fonti avrebbe incassato per un decennio come “Gran Cancelliere” dell’ateneo); ma anche per altri dettagli assai spiacevoli contenuti nell’istruttoria condotta dal vescovo argentino Jorge Pedro Casaretto.

Un uomo fidato di Francesco che ha messo nero su bianco gravi accuse rivolte da molti testimoni (ne sono stati auditi una cinquantina, tra personale amministrativo della diocesi e dell'università, sacerdoti, seminaristi, oltre all'autista e al segretario del cardinale) pure al vescovo ausiliare di Tegucigalpa Juan José Pineda, fedelissimo di Maradiaga e di fatto suo facente funzioni in Centro America.

Francesco, studiato il dossier arrivatogli brevi manu sei mesi fa, ha avocato a sé ogni decisione finale.

Maradiaga, salesiano come l’ex segretario di Stato Tarcisio Bertone, è nato in Honduras 75 anni fa. Il suo compleanno cade il 29 dicembre, e tra qualche giorno dovrà consegnare le dimissioni sulla scrivania di Francesco, che deciderà o meno se confermargli gli incarichi. Maestro elementare prima e professore di matematica alle medie poi, il porporato è un uomo coltissimo, parla correntemente cinque lingue, è esperto di teologia morale e filosofia e grande appassionato di musica. Diventato celebre in America latina come nemico giurato della corruzione e paladino dei più indigenti, nel 2013 Francesco, che ne apprezza le doti intellettuali e di governo, lo ha voluto a capo del gruppo di consiglieri che sta mettendo a punto la riforma della curia romana.

Le accuse sono plurime. «Ci sono spese per amici intimi di Pineda, come un messicano che si fa chiamare “padre Erick”, ma che non ha mai preso i voti» spiega un missionario. «Il personaggio si chiama Erick Cravioto Fajardo e ha vissuto per anni in un appartamento adiacente a quello del cardinale, a Villa Iris. Recentemente Pineda, che ha vissuto con lui sotto lo stesso tetto, gli ha comprato un appartamento in centro e una macchina. I soldi, temiamo, vengono dalle casse dell’università o da quelle della diocesi. Abbiamo denunciato questo rapporto stretto e disdicevole anche in Vaticano. Il papa sa tutto».

I testimoni auditi dal visitatore Casaretto hanno parlato anche di investimenti milionari catastrofici: Maradiaga avrebbe girato somme ingenti della diocesi ad alcune finanziarie londinesi come la Leman Wealth Management (il cui titolare, a leggere i registri della Company House dell’Inghilterra e del Galles, è tal Youssry Henien), e adesso parte dei soldi dati in affidamento (e depositati su conti di istituti tedeschi) sarebbero scomparsi.

Non solo. Nel rapporto di Casaretto si ipotizzano pure buchi importanti nell’impero mediatico messo in piedi dall’arcivescovado e controllato dalla Fondazione Suyapa (che gestisce giornali e televisioni della diocesi), mentre il vescovo Pineda è stato recentemente indicato dai giornali locali come il regista di operazioni finanziarie spericolate e come destinatario di fondi pubblici (pari a un milione di euro) per fumosi progetti destinati «alla formazione dei valori dei fedeli e alla comprensione delle leggi e della vita sociale». Spese che, secondo gli accusatori, non sono state mai supportate da giustificativi validi.

In Vaticano sono preoccupati pure per l’apertura, da parte della Corte dei Conti dell’Honduras, di un’inchiesta contabile sulla diocesi per gli anni 2012-2014: i giudici del Tribunal superior de Cuentas vogliono capire se le decine di milioni di lempiras girate ogni anno dal governo a favore alla Fondazione per l’Educazione e la Comunicazione sociale, il cui rappresentante è ancora Maradiaga, sono state usate per i progetti previsti dalla legge. Finora la chiesa non ha consegnato - si legge in una lettera dei magistrati ottenuta dall’Espresso - gli attivi e i passivi e i vari giustificativi di spesa.

Presto si capirà se Bergoglio considererà le pesanti accuse credibili o meno.

Edited by pincopallino2 - 28/5/2022, 07:57
 
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Mons. Maradiaga: "Sono con il Signore Gesù che conosce il cuore di ognuno"

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http://www.ilgiornale.it/news/cronache/pap...ne-1477498.html

Il Papa difende il cardinale "accusato di corruzione"
Papa Francesco avrebbe telefonato al cardinale Oscar Mariadiaga, che è finito al centro delle cronache per un'inchiesta. Tutte "calunnie" per il porporato

Francesco Boezi - Mar, 26/12/2017 - 14:11
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Papa Francesco ha telefonato al cardinale Oscar Mariadiaga, che nella scorsa settimana è finito al centro delle cronache per via di un'inchiesta de L'Espresso. "Il Papa mi ha telefonato e mi ha detto: "Mi dispiace per tutto il male che hanno fatto contro di te, però tu non preoccuparti".


Io gli ho risposto: "Santità, sono in pace". Sono con il Signore Gesù che conosce il cuore di ognuno", ha dichiarato il cardinale honduregno in un' intervista a Suyapa Medios riportata da La Stampa. Secondo l'articolo di Emiliano Fittipaldi, un dossier riguardante Mariadiaga sarebbe finito nelle mani del pontefice. Il porporato avrebbe ricevuto 35 mila euro al mese (più una tredicesima da 54mila euro) dall’università cattolica di Tegucigalpa. Ma non solo: l'inchiestista del L'Espresso ha messo in rilievo come "vari testimoni" abbiano accusato Mariadiaga "per alcuni investimenti milionari in società londinesi poi scomparse nel nulla, né che la Corte dei Conti del piccolo paese dell’America centrale stesse indagando sull’utilizzo di enormi somme di denaro girate dal governo honduregno alla "Fondazione per l’educazione e la comunicazione sociale" e alla "Fondazione Suyapa", entrambe facenti capo alla Chiesa locale e quindi allo stesso Maradiaga". Queste accuse - per il cardinale - sarebbero false e datate. Il contenuto dell'inchiesta di Fittipaldi sarebbe già stato pubblicato - infatti - nel 2016, quando un ex funzionario dell'Università licenziato per "comportamenti disonesti nell'amministrazione dei fondi", avrebbe già "accusato" Mariadiaga.

E sempre il cardinale ha sostenuto che il vero obiettivo di tutta questa storia - in realtà - sia il Papa:"Anche le persone più semplici mi hanno detto: questo non è solo contro di te, è contro il Santo Padre. Quello che vogliono è fare pressione in modo che, quando arriverà il momento, il Papa mi dirà: è meglio che tu te ne vada perché sei un personaggio negativo per la stampa internazionale", ha chiosato il porporato nell'intervista citata. Sembra che il Papa - insomma - abbia voluto ribadire la sua vicinanza umana all'honduregno. Mariadiaga - del resto - è stato posto proprio da Bergoglio al vertice del C9, cioè del minidirettorio cardinalizio chiamato a riformare profondamente tanto la Chiesa cattolica quanto la Curia Romana. L'inchiesta di Fittipaldi - per Oscar Mariadiaga - è "una calunnia". Come riportato sempre da La Stampa, il cardinale avrebbe ribadito che l'Università di Tegucigalpa è "prospera" e "senza debiti". I fondi - quindi - sarebbero stati utilizzati per le opere caritatevoli dell'arcidiocesi e non sarebbero finiti nel patrimonio personale dell'uomo di Chiesa. Il Papa - intanto - si sarebbe dichiarato dispiaciuto per lo scandalo sollevato dall'inchiesta in questione e per l'attacco "personale" subito dal cardinale. Mariadiaga - a causa della scadenza temporale del mandato - sarebbe comunque vicino alle dimissioni.

http://espresso.repubblica.it/inchieste/20...ticano-1.316326
Oscar Maradiaga riceve 1 mln di € dall'Università dell'Honduras. Per farci cosa?

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Il cardinale da 35 mila euro al mese: in Vaticano scoppia un nuovo scandalo
L'amico e primo consigliere di Francesco, Oscar Maradiaga, predicava il pauperismo ma riceveva mezzo milione l'anno da un'Università dell'Honduras. Bergoglio ha voluto un'inchiesta anche su investimenti milionari e sui comportamenti inappropriati del vescovo Pineda, fedelissimo del porporato. E proprio oggi il papa parla di «traditori e approfittatori nella Chiesa». L’inchiesta completa sull’Espresso in edicola da domenica
DI EMILIANO FITTIPALDI
21 dicembre 2017

Il cardinale da 35 mila euro al mese: in Vaticano scoppia un nuovo scandalo
Papa Francesco e il cardinale Oscar Maradiaga
Quando ha finito di leggere l'inchiesta del visitatore apostolico che lui stesso aveva spedito in Honduras lo scorso maggio, papa Francesco si è messo le mani sullo zucchetto. Aveva appena scoperto che il suo amico e primo consigliere - il potente porporato Oscar Maradiaga, acceso sostenitore di una Chiesa povera e pauperista e nel 2013 promosso proprio da Bergoglio coordinatore del Consiglio dei cardinali - aveva ricevuto per anni circa 35 mila euro al mese (a cui aggiunge una “tredicesima” da 54 mila euro a dicembre) dall’università cattolica di Tegucigalpa.

Bergoglio non poteva immaginare nemmeno che vari testimoni, sia ecclesiastici sia laici, accusassero Maradiaga per alcuni investimenti milionari in società londinesi poi scomparse nel nulla, né che la Corte dei Conti del piccolo paese dell’America centrale stesse indagando sull’utilizzo di enormi somme di denaro girate dal governo honduregno alla “Fondazione per l’educazione e la comunicazione sociale” e alla “Fondazione Suyapa”, entrambe facenti capo alla Chiesa locale e quindi allo stesso Maradiaga.

«Il papa è triste e addolorato, ma anche molto determinato a scoprire la verità», spiegano ora da Santa Marta. Non solo sull’utilizzo finale dei pagamenti da capogiro ottenuti dal cardinale (solo nel 2015, si legge in un report interno dell’Università visionato dall’Espresso, il porporato ha ricevuto quasi mezzo milione di euro, cifra che secondo alcune fonti avrebbe incassato per un decennio come “Gran Cancelliere” dell’ateneo); ma anche per altri dettagli assai spiacevoli contenuti nell’istruttoria condotta dal vescovo argentino Jorge Pedro Casaretto.

Un uomo fidato di Francesco che ha messo nero su bianco gravi accuse rivolte da molti testimoni (ne sono stati auditi una cinquantina, tra personale amministrativo della diocesi e dell'università, sacerdoti, seminaristi, oltre all'autista e al segretario del cardinale) pure al vescovo ausiliare di Tegucigalpa Juan José Pineda, fedelissimo di Maradiaga e di fatto suo facente funzioni in Centro America.

Francesco, studiato il dossier arrivatogli brevi manu sei mesi fa, ha avocato a sé ogni decisione finale.

Maradiaga, salesiano come l’ex segretario di Stato Tarcisio Bertone, è nato in Honduras 75 anni fa. Il suo compleanno cade il 29 dicembre, e tra qualche giorno dovrà consegnare le dimissioni sulla scrivania di Francesco, che deciderà o meno se confermargli gli incarichi. Maestro elementare prima e professore di matematica alle medie poi, il porporato è un uomo coltissimo, parla correntemente cinque lingue, è esperto di teologia morale e filosofia e grande appassionato di musica. Diventato celebre in America latina come nemico giurato della corruzione e paladino dei più indigenti, nel 2013 Francesco, che ne apprezza le doti intellettuali e di governo, lo ha voluto a capo del gruppo di consiglieri che sta mettendo a punto la riforma della curia romana.

Le accuse sono plurime. «Ci sono spese per amici intimi di Pineda, come un messicano che si fa chiamare “padre Erick”, ma che non ha mai preso i voti» spiega un missionario. «Il personaggio si chiama Erick Cravioto Fajardo e ha vissuto per anni in un appartamento adiacente a quello del cardinale, a Villa Iris. Recentemente Pineda, che ha vissuto con lui sotto lo stesso tetto, gli ha comprato un appartamento in centro e una macchina. I soldi, temiamo, vengono dalle casse dell’università o da quelle della diocesi. Abbiamo denunciato questo rapporto stretto e disdicevole anche in Vaticano. Il papa sa tutto».

I testimoni auditi dal visitatore Casaretto hanno parlato anche di investimenti milionari catastrofici: Maradiaga avrebbe girato somme ingenti della diocesi ad alcune finanziarie londinesi come la Leman Wealth Management (il cui titolare, a leggere i registri della Company House dell’Inghilterra e del Galles, è tal Youssry Henien), e adesso parte dei soldi dati in affidamento (e depositati su conti di istituti tedeschi) sarebbero scomparsi.

Non solo. Nel rapporto di Casaretto si ipotizzano pure buchi importanti nell’impero mediatico messo in piedi dall’arcivescovado e controllato dalla Fondazione Suyapa (che gestisce giornali e televisioni della diocesi), mentre il vescovo Pineda è stato recentemente indicato dai giornali locali come il regista di operazioni finanziarie spericolate e come destinatario di fondi pubblici (pari a un milione di euro) per fumosi progetti destinati «alla formazione dei valori dei fedeli e alla comprensione delle leggi e della vita sociale». Spese che, secondo gli accusatori, non sono state mai supportate da giustificativi validi.

In Vaticano sono preoccupati pure per l’apertura, da parte della Corte dei Conti dell’Honduras, di un’inchiesta contabile sulla diocesi per gli anni 2012-2014: i giudici del Tribunal superior de Cuentas vogliono capire se le decine di milioni di lempiras girate ogni anno dal governo a favore alla Fondazione per l’Educazione e la Comunicazione sociale, il cui rappresentante è ancora Maradiaga, sono state usate per i progetti previsti dalla legge. Finora la chiesa non ha consegnato - si legge in una lettera dei magistrati ottenuta dall’Espresso - gli attivi e i passivi e i vari giustificativi di spesa.

Presto si capirà se Bergoglio considererà le pesanti accuse credibili o meno.
 
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Sei in: HOME > INCHIESTE > La vedova attacca il cardinale...

La vedova attacca il cardinale Maradiaga: frodata per colpa sua, ho perso tutti i soldi
La moglie dell'ex decano del corpo diplomatico del Vaticano ha denunciato una "intermediazione fraudolenta" del porporato. Che intanto si è scagliato contro l'inchiesta dell'Espresso sui misteriosi bonifici da 35mila euro al mese a suo favore. Ecco le nuove carte dello scandalo
DI EMILIANO FITTIPALDI
05 febbraio 2018

La vedova attacca il cardinale Maradiaga: frodata per colpa sua, ho perso tutti i soldi
«La storia dei 35 mila euro al mese che ricevo dall’università cattolica di Tegucigalpa è tutta una calunnia». La risposta del cardinale Oscar Maradiaga alla pubblicazione dell’inchiesta dell’Espresso di un mese fa che ha raccontato dei pagament i (per quasi mezzo milione l’anno) a favore della porpora e dell’inchiesta voluta dallo stesso Vaticano sulla diocesi honduregna e sul vescovo ausiliare Juan José Pineda, è stata durissima.

«L’articolo», ha detto su alcuni media cattolici italiani e stranieri «è stato pubblicato da un giornalista con poca etica, destinato al fallimento, che guadagna denari da libri infami. Le notizie del settimanale sono un attacco al Santo Padre lanciato da coloro che non vogliono che la curia venga riformata».

Al netto delle ingiurie e delle ipotesi complottistiche, il coordinatore del C9, il gruppo dei nove cardinali che deve aiutare papa Francesco nella gestione della Chiesa universale, è poi entrato nel merito delle denunce. Rivoltegli non da chi scrive, ma da alcuni testimoni honduregni (tra cui seminaristi, sacerdoti, dipendenti dell’ateneo, intimi amici del cardinale) che hanno parlato con il vescovo argentino Pedro Casaretto, il visitatore apostolico spedito in Honduras nel maggio del 2017 dallo stesso Bergoglio per investigare su una diocesi molto chiacchierata.

«È stato il mio vescovo ausiliare Pineda a chiedere la visita, in modo da “pulire” il suo nome a seguito di molte calunnie di cui è stato oggetto», ha ragionato Maradiaga su “Avvenire”, confermando la veridicità dei documenti pubblicati. «Per quanto riguarda l’università, effettivamente è di proprietà dell’arcidiocesi. E per questo l’ateneo dà alla diocesi una quantità di soldi quasi equivalente a quella citata. Ma non per l’uso personale del cardinale. Quei soldi vengono usati per i seminaristi e per i sacerdoti di parrocchie rurali che non hanno quasi risorse, per la manutenzione degli edifici di culto, per le auto delle parrocchie e per aiutare molte persone povere».

Se L’Espresso non ha mai detto che i soldi sono stati spesi per uso personale e aveva pure evidenziato come le strane uscite dell’università fossero state effettivamente giustificate dalla dicitura «sostegno pastorale», Maradiaga non spiega però come mai i pagamenti mensili dei primi nove mesi dell’anno siano stati fatti direttamente a suo nome e non con quello della diocesi di Tegucigalpa.
I pagamenti dell'Università cattolica a favore di "Maradiaga"

Né perché l’università abbia girato denaro anche ad altri vescovi, come lo stesso Pineda e Romulo Emiliani (assai più bassi di quelli per Maradiaga, circa 3500 euro al mese ogni tre o quattro mesi). La porpora, che ha da poco compiuto 75 anni, non ha finora chiarito nemmeno il motivo per il quale ad ottobre del 2015 i versamenti da un milione di lempiras al mese (circa 35 mila euro al cambio attuale) fatti a suo nome siano stati poi dati con quello, generico, di “Chiesa cattolica”.

Prendendo per buone le precisazioni di Maradiaga (che ha perso una querela in Honduras contro un quotidiano locale, El Confidencial, che nel 2016 parlando dei versamenti al cardinale parlò addirittura di corruzione) e confrontandole con altri documenti segreti visionati ora dall’Espresso, il mistero però si fa ancor più fitto.

Si tratta dei dati di bilancio consegnati dalla stessa diocesi di Tegucigalpa al Vaticano lo scorso settembre durante la “visita ad limina apostolorum”, un incontro che si tiene ogni cinque anni e che serve ai vescovi di tutto il mondo ad informare il papa sullo stato di salute delle diocesi che governano. Ebbene, nel paragrafo intitolato «Situazione economica globale della diocesi (previsione e bilancio delle risorse ordinarie)» sono elencate le «entrate lorde» del periodo che va dal 2008 al 2016, passate dai 6,4 milioni di lempiras (circa 220 mila euro) agli 8,9 milioni del 2016 (circa 305 mila euro). Denaro ricavato soprattutto dalle offerte, una sorta di “decima” che le varie parrocchie (quelle controllate da Tegucigalpa sono una quarantina) versano annualmente alla loro diocesi di appartenenza. Spulciando le tabelle, salta agli occhi che nel 2015, quando l’università ha versato alla voce “Oscar Maradiaga” e poi alla “Chiesa Cattolica” la bellezza di 14,5 milioni di lempiras (pari a mezzo milione di euro), alla voce entrate lorde il bilancio segnali una somma complessiva di appena 8,4 milioni di lempiras.

Se è vero quello che ha detto il principale collaboratore di Bergoglio, ossia che i pagamenti ricevuti dall’ateneo “Nostra Seniora Reina” da lui stesso fondato nel 1992 e di cui è “Gran Cancelliere” sono stati girati direttamente alla diocesi che di fatto la controlla, come mai non ve n’è evidenza sui documenti contabili? Non ci sono altre indicazioni di entrate straordinarie: i paragrafi, molto sintetici, elencano i dati complessivi - divisi per anno - delle «uscite ordinarie» (leggermente più alte delle entrate) e di quelle «straordinarie», oltre ad alcuni investimenti annuali in «certificati di deposito a tempo determinato» pari a un totale di 25 milioni di lempiras.

Non solo. Nel bilancio ufficiale che l’arcidiocesi ha presentato a Francesco non sembrano segnalati nemmeno i 30 milioni di lempiras, oltre un milione di euro, che il fedelissimo del cardinale, il vescovo Pineda, ha ottenuto nel 2015 da un ente governativo per la «sicurezza della popolazione» e che secondo alcuni media del povero Stato centroamericano non sono stati girati sui conti della diocesi, ma direttamente al presule. Un’altra partita di giro? Può essere, ma è un fatto che i giustificativi per i progetti da centinaia di migliaia di euro per la «formazione dei valori dei parrocchiani» e per la «comprensione delle leggi e della vita sociale» non sono ancora spuntati fuori.

Maradiaga ha risposto seccamente anche alle accuse di alcuni testimoni auditi dal vescovo Casaretti, che hanno parlato di somme ingenti investite, tramite il cardinale, in alcune finanziarie londinesi come la Leman Wealth Management, il cui titolare è Youssry Henien. Denaro che sarebbe in parte scomparso. «L’arcidiocesi ha un consiglio economico che non ha mai autorizzato questo tipo di investimenti... per quanto mi riguarda non so neanche se a Londra esista una compagnia finanziaria con quel nome», ha replicato Sua Eccellenza.

Può esser vero che il cardinale non conosca il nome della società inglese. Ma di certo, durante la visita apostolica del maggio 2017 i cui risultati sono contenuti nel report ancora segreto che Casaretto ha mandato alla Congregazione dei Vescovi guidata dal cardinale Marc Ouellet e a Bergoglio, di stretti legami tra Maradiaga e il finanziere londinese Henien, che aveva società anche a Dubai, ha diffusamente parlato Martha Alegria Reichmann.

Un testimone che il cardinale che ama suonare il sax conosce molto bene, essendo la vedova dell’ex ambasciatore honduregno presso la Santa Sede Alejandro Valladares. Un uomo potente che ha mantenuto il prestigioso incarico per 22 anni, tanto da diventare nel 2008 - come si legge nell’omelia funebre recitata dal segretario di Stato Pietro Parolin nel dicembre 2013 - Decano del Corpo Diplomatico Vaticano.

Alegria Reichmann, che ha pubblicato un libro con Editrice Vaticana, ha confessato a Casaretto che Maradiaga (amico di famiglia di vecchia data tanto che per lustri il cardinale quando era a Roma avrebbe soggiornato nell’appartamento dell’ambasciatore e della consorte) avrebbe compiuto «un’intermediazione fraudolenta», insistendo affinché lei e il marito investissero tutti i loro risparmi nelle finanziarie del raider londinese.


Secondo la testimone, Maradiaga avrebbe consigliato l’operazione finanziaria in un incontro avvenuto all’inizio del 2013, spiegando ai due amici che gli interessi erano altissimi, e che lui era talmente sicuro da avervi messo anche i soldi della diocesi di Tegucigalpa. Alegria Reichmann ha aggiunto a febbraio del 2015 si è accorta che il patrimonio di famiglia, investito in alcune banche tedesche, sarebbero svanito nel nulla, che i certificati erano fasulli, e che ogni tentativo di contattare Henien o Maradiaga per ottenere giustizia è miseramente fallito. Rintracciata al telefono da L’Espresso, l’ex moglie dell’ambasciatore si è trincerata dietro un secco «No comment».

Ora non sappiamo se la vedova Valladares abbia prove concrete per dimostrare la veridicità delle gravi accuse lanciate. Né se esista una contabilità parallela della diocesi di Tegucigalpa che possa spiegare come siano stati spesi i soldi che l’università ha girato a nome “Maradiaga”. Sembra però difficile immaginare che i testimoni sentiti dal vescovo Casaretto (umili sacerdoti che tengono messa in sperdute parrocchie della foresta dell’Honduras, seminaristi, dipendenti laici, perfino anziane vedove ex amiche del cardinale) si siano coalizzati, tutti d’accordo - come fa intendere Maradiaga e gran parte della stampa cattolica e non - contro il cardinale e il suo pupillo Pineda, per favorire un complotto contro il Santo Padre.

Per la cronaca, abbiamo mandato una email al cardinale chiedendo eventuali chiarimenti, che non ha avuto risposta. Il Vaticano ha preferito non rilasciare commenti, specificando che sul caso si preferisce lasciar rispondere l’arcidiocesi.
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10
APR
Sacri tradimenti. La vedova Alegria e le accuse al cardinale Maradiaga
Saved in: Blog by Aldo Maria Valli
Lei si chiama Alegria, ma la storia che racconta ha ben poco di allegro. Anzi niente. È la storia di una vedova e di un importante prelato. Una storia che mette a confronto una donna sconosciuta e uno dei cardinali più in vista nel pontificato di Francesco: Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa nonché coordinatore del C 9, il Consiglio dei cardinali voluto dal papa per riformare la curia romana.

Martha Alegria Reichmann, vedova di Alejandro Valladares, per ventidue anni ambasciatore dell’Honduras presso la Santa Sede, racconta la vicenda nel libro Traiciones sacradas, e non esita a parlare di Maradiaga come di un uomo dalla doppia personalità, che si è assicurato l’impunità grazie alla protezione del papa.

Ma perché Alegria ce l’ha tanto con il cardinale?

Tutto incomincia nel 2012, quando, racconta la signora, Maradiaga spinge lei e il marito a investire un bel gruzzolo, in pratica i risparmi di una vita, in un fondo di investimento britannico gestito da un amico musulmano del cardinale. Brutta idea. Perché il gestore, dopo aver intascato, sparisce nel nulla. E il gruzzolo pure.

Così Alegria si rivolge al papa. Si incontrano in Vaticano, si parlano. Francesco assicura che si occuperà della cosa. Ma i soldi non ricompaiono e Maradiaga non è chiamato a rispondere. Commento della signora: «È una vergogna. Io e mio marito abbiamo accolto in casa nostra Maradiaga per quarant’anni, e lui ci ha ripagato così. Ci ha traditi, ci ha distrutto».

La diocesi di Tegucigalpa è nell’occhio del ciclone anche per un’altra storia. Riguarda il vescovo ausiliare di Maradiaga, monsignor Juan Pineda, accusato di fatti gravi (abusi sessuali su seminaristi, cattiva condotta finanziaria) da alcuni testimoni che hanno parlato sotto giuramento al vescovo argentino Jorge Pedro Casaretto, mandato dal papa in Honduras come visitatore apostolico per indagare.

L’amicizia tra Maradiaga e Alejandro Valladares è stata profonda. La signora Alegria racconta che dopo il conclave del 2013 il cardinale andò a casa loro e raccontò di essere stato lui a convincere Bergoglio ad accettare l’elezione.

Maradiaga, che è stato accusato anche di aver ricevuto grosse somme (qualcosa come 35 mila euro al mese) dall’Università Cattolica della sua diocesi (ma lui nega e dice che il denaro veniva girato ai poveri) secondo la signora Alegria non ha più voluto sapere nulla di lei dopo la disgraziata vicenda dei risparmi spariti. Le ha consegnato una somma per iniziare un’azione legale contro il gestore sparito nel nulla, ma in cambio ha chiesto di non essere mai tirato in ballo.

Intervistata da Edward Pentin per il National Catholic Register, Alegria spiega perché ha scelto Sacri tradimenti come titolo del libro: «Sono stata tradita da persone che hanno una sacra investitura: l’ex vescovo Juan Josè Pineda, il cardinale e papa Francesco. Tre persone di cui mi sono fidata ciecamente».

Il libro, afferma l’autrice, è stato scritto per rivelare il «lato oscuro» di Maradiaga e perché lei non avrebbe potuto vivere in pace senza raccontare i fatti.

Alla domanda sul perché, a suo giudizio, il cardinale Maradiaga (settantasei anni) nonostante tutto sia ancora arcivescovo di Tegucigalpa (dal 1993) oltre che coordinatore del Consiglio dei cardinali, Alegria risponde che il Vaticano ha «manovrato» per lasciare fuori l’arcivescovo dagli scandali. «Io sono solo una vedova a cui né Maradiaga né Francesco hanno dato importanza, perché non seguono il Vangelo come dovrebbero. Sembra che gli insegnamenti di Cristo siano andati fuori moda e regni il diavolo. Le ragioni di questa terribile situazione sono rivelate nel mio libro, ed è qualcosa di spaventoso. Maradiaga è molto potente perché ha il sostegno assoluto di qualcuno molto più potente, che è papa Francesco. Questo è il motivo per cui è molto facile per lui gestire una dittatura nella diocesi a suo piacimento; risolve molti problemi dicendo semplicemente: “Questi sono calunniatori” o “Mi stanno attaccando per attaccare il Papa”».

Circa le sue speranze per il futuro, Alegria risponde: «La speranza, non solo mia ma di molti cattolici e molti sacerdoti in Honduras, è che Maradiaga sarà sostituito da un pastore timoroso di Dio, che farà una pulizia generale per un nuovo inizio, tenendo conto dei principi morali, dell’onestà e della trasparenza, sia nelle finanze che sotto il profilo spirituale. Un pastore umile di cuore, energico, trasparente, gentile e giusto. Chi sostituirà Maradiaga avrà un compito molto difficile perché tutto ciò che è distorto dovrà essere corretto. Sono certo che questa è anche la speranza di molti insegnanti e studenti dell’Università Cattolica [dell’Honduras], in particolare degli studenti della facoltà di medicina, che stanno attraversando terribili difficoltà e hanno detto a Maradiaga che, se non fosse stato per le ingenti somme di denaro che egli ha prosciugato dall’università, non avrebbero avuto così tanti problemi».

Secondo Alegria a Roma c’è chi sta premendo per una rimozione di Maradiaga, mentre in Honduras c’è un sostanziale insabbiamento. «Nel libro ci sono accuse molto forti e rivelazioni terribili, ma fornisco sempre le prove. Nulla è inventato o esagerato. So di altri casi terribili, ma non li ho inclusi perché non ne ho le prove. Per quanto riguarda la mia situazione personale, spero e confido solo in Dio. Mi sono abbandonata a lui con l’assoluta certezza che mi risponderà».

Una vedova truffata, un cardinale che forse non è quel che sembra, una diocesi chiacchierata. Gli ingredienti per un libro di successo non mancano. Peccato che qui non sia, a quanto pare, tutta fantasia.

Aldo Maria Valli
 
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view post Posted on 29/9/2020, 16:53

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martedì 29 settembre 2020
Vaticano
Maradiaga: in Vaticano insufficienti controlli sulle finanze
(Askanews - Yahoo) Si dice "dispiaciuto" per lo scandalo provocato dalla rimozione del cardinale Angelo Becciu, ma per il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, a capo dei Consiglio dei porporati che collaborano con Papa Francesco nel governo della Chiesa, la ricerca della verità in quella vicenda è "una tappa di un processo di pulizia iniziato con la prima riunione del nostro Consiglio,nell'ottobre 2013,quando papa Francesco disse:'È urgente la riforma dell'economia', all'insegna della trasparenza e dell'onestà". In una intervista alla Stampa, il cardinale Maradiaga spiega cosa non funziona in Vaticano: "Il sistema di controllo delle operazioni finanziarie era insufficiente: da 7 anni stiamo lavorando per correggerlo e renderlo efficiente, e abbiamo già ottenuto buoni risultati". (...)
 
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view post Posted on 19/11/2022, 21:06

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“Signor cardinale Maradiaga, si penta”. Firmato: Martha Alegría Reichmann
Saved in: Blog by Aldo Maria Valli
Cari amici di Duc in altum, Martha Alegría Reichmann mi ha inviato questa lettera indirizzato al cardinale Oscar Maradiaga. Nella versione originale in spagnolo è stata pubblicata sul quotidiano honduregno El Libertador. Ricordo che la signora Reichmann, vedova dell’ex ambasciatore dell’Honduras presso la Santa Sede Alejandro Valladares Lanza, è autrice del libro Traiciones sagradas (Sacred Betrayals nella versione inglese), del quale è prossima anche la pubblicazione in italiano.

***

Roma, 13 novembre 2022

di Martha Alegría Reichmann

Al cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga

Signor cardinale, a pochi giorni dal suo imminente pensionamento, le invio queste righe per una sua riflessione.

Nessuno dubita che lei, nel corso della sua vita, abbia fatto cose buone, ma la bilancia pende pesantemente a favore di quelle cattive. Gli esseri umani non possono essere buoni e cattivi allo stesso tempo, è contro natura. Stando così le cose, ne consegue che il bene che ha fatto era perché noi pensassimo che lei fosse una brava persona. Quando ho scoperto l’ambiguità con cui aveva ingannato tutti, sono stata costretta a prendere una decisione: o Dio o l’uomo. E ho scelto Dio.


La mia denuncia è concentrata in un libro già tradotto in quattro lingue. Un libro che l’ha lasciata senza parole e paralizzato, perché lei sa che non ci sono bugie, inganni o esagerazioni. Ma lei, a fronte della sua impotenza a difendersi con dignità, come uomo, ha usato come unica arma la calunnia e la diffamazione. Ha dovuto ricorrere all’arma più bassa, più sporca e più vile che ci sia.

Ora che va in pensione, lei lascia un’arcidiocesi contaminata da una percentuale di sacerdoti di bassa moralità, da un clero imborghesito e da sacerdoti che non avrebbero mai dovuto essere ordinati, come uno dei vostri preferiti, un sacerdote imbottito di soldi che è stato espulso dal Seminario di San José de la Montaña a San Salvador per motivi che preferisco non menzionare per delicatezza. Il Consiglio presbiterale lo ha respinto, ma lei lo ha mandato in un seminario in Colombia e lo ha ordinato a Tegucigalpa in segreto, in modo clandestino, per evitare che il nunzio George Panikulam e monsignor Luis Alfonso Santos, che si opponevano, fermassero l’ordinazione. Ci sono denunce contro questo sacerdote anche nelle istituzioni per i diritti umani, ma voi gli avete dato tutte le posizioni di potere che una singola persona possa accumulare in una curia ed è il complice necessario per l’amministrazione opaca che state portando avanti in assenza di Juan José Pineda. Se lo rendo pubblico, è perché si sa che lo volete come vescovo di Tegucigalpa, sicuramente per continuare a governare attraverso di lui.


Al momento di ritirarsi, lei lascia, secondo dati confermati, un’arcidiocesi collassata, una Conferenza episcopale divisa e una statistica che parla del 47% di cattolici in fuga dalla Chiesa.

Lei lascia dietro di sé un popolo che la ripudia e la insulta, tanto che persino i lettori cattolici del suo giornale Fides le scrivono duri messaggi. La continua promozione attraverso il suo canale cattolico, che esaltava la sua figura, non è servita a nulla perché lei ha mostrato una personalità basata sulla menzogna, sull’inganno e sulla finzione, come è stato dimostrato, ed è per questo che alla fine tutto è crollato.


I talenti che Dio le ha dato sono stati messi al servizio di Satana. Lei si è vantato pubblicamente di parlare diverse lingue, ma ha dimenticato di imparare quella più importante, che è la lingua della salvezza, la lingua con cui ci parla Dio.

Al momento del suo ritiro, ha dovuto subire diverse indagini ordinate dallo stesso Vaticano. La prima è stata realizzata dal vescovo argentino Jorge Pedro Casaretto, ma lei è riuscito a farsi coprire da Papa Francesco, già da lei catturato con il suo incantesimo. Con la seconda indagine, condotta dal visitatore apostolico monsignor Guy-Real Thivergel, il Papa uscì dall’incantesimo e provò delusione, perché si sentì tradito dal suo consigliere, in quanto fu dimostrato che insieme al rettore Elio Alvarenga lei stava per impadronirsi dell’Università Cattolica, ma arrivarono in tempo per bloccare il trasferimento.


La terza indagine è stata condotta dal visitatore apostolico, il cardinale Ricardo Blásquez de Valladolid, e in quell’inchiesta si scoprirono altre cose terribili: intrighi, bugie, falsificazioni e tante cose puzzolenti che finirono per annientarla. Quando è stato accusato di ricevere un milione di lempiras al mese dall’Università Cattolica, ha detto che li spendeva per i poveri, ma è stato dimostrato che aveva ricevuto un altro assegno della stessa cifra a nome della diocesi e che era lì che faceva quelle spese. Ma non ne ha parlato. Ha mentito e non ha mai fornito alcuna spiegazione per l’assegno a lei intestato.

Al momento del suo ritiro, l’unica cosa rimasta da salvare sono le macerie di una Chiesa imbarazzata, debole e timida. Lei ha abbassato la profezia della Chiesa al livello di una facile “padrona” del governo del giorno e striscia come un serpente davanti a chi è al potere, di qualsiasi partito, senza scrupoli, dignità o vergogna, proprio come ha fatto durante la sua visita al presidente Xiomara Castro, avendo lei partecipato al colpo di Stato, perché l’importante per lei è pregare che non le tolgano gli 88 milioni di lempiras che il governo concede annualmente alla Chiesa, né i suoi privilegi mondani o la sua scorta in uniforme, perché senza di essa lei non è in grado di fare un passo. Lei è l’unico cardinale al mondo che deve essere sorvegliato con la pistola in mano, perché è l’unico che si è fatto dei nemici.


Al momento del suo pensionamento, si dice che non voglia lasciare Villa Iris: quindi perché ha realizzato la casa per i sacerdoti in pensione? Ricordi: Doña Iris voleva donare la sua proprietà per una scuola, ma lei l’ha stregata e la signora ha finito per donarla come casa dell’arcivescovo, ma non a lei personalmente. Quell’episodio è descritto in dettaglio nel mio libro ed è chiaro come lei si sia impadronito di quella casa. Ormai lei si è abituato a una vita da faraone e non vuole rinunciarvi. Ma se non fosse protetto da cardinali massoni e le venissero applicate le leggi canoniche e civili, lei andrebbe in prigione e sarebbe scomunicato.

Al momento del suo pensionamento, si sa che lei sta lavorando sodo per terminare l’ospedale dell’Università Cattolica per consegnarlo e attribuirsi meriti davanti al popolo, ma si ricordi che molti anni fa, quando fu aperta la facoltà di Medicina, offrirono l’ospedale agli studenti ma non lo fecero mai, costringendoli a condurre il tirocinio negli ospedali pubblici. L’ospedale, che è più che altro una cattedrale nel deserto, è un diritto che gli studenti hanno per legge. Non si tratta di generosità da parte sua, quindi non cerchi di ingannare o confondere diffondendo bugie.


Mentre sta andando in pensione, le ricordo che lei ha partecipato alla persecuzione che la Chiesa sta praticando a danno dei prelati fedeli a Cristo, perché vuole che rimangano solo i “disturbati” e cerca ogni pretesto per rimuovere i buoni sacerdoti, come nel caso del vescovo di Arecibo a Porto Rico, vicenda nella quale lei è accusato di essere coinvolto.

Per otto anni lei ha guidato il Consiglio dei cardinali e ha orchestrato molte delle atrocità che ora vengono svelate. Macabri piani di una falsa chiesa contro la vera Chiesa di Cristo. Per questo motivo lei è più traditore di Giuda Iscariota.

Voglio che sia chiaro che non la giudico, signor cardinale, perché se ne occuperà Dio. Mi sono data solo il compito di smascherarla con la verità e con le prove. Questo è ciò che le Sacre Scritture e il Diritto canonico mi permettono di fare. La mia dignità e la mia coscienza me lo impongono, e Dio me lo ordina.

Ha fatto della sua vita una festa; di Villa Iris, un bordello; del seminario, un covo di immorali guidati da Pineda; e ha abbandonato il gregge, disperdendo le pecore. Lei ha finito per mettere in imbarazzo il nostro Paese peggio di qualsiasi politico corrotto perché, a differenza loro, lei porta un crocifisso sul petto.


È molto triste che i sacerdoti della sua scuola dicano che lei lascia una grande eredità. Ma un’eredità di cosa? Certamente un’eredità di bugie, falsità, corruzione, ipocrisia, immoralità: questa è la sua vera eredità. Anche le fondamenta dell’arcidiocesi sono corrose, ma naturalmente i sacerdoti fatti a sua misura devono adularla perché più che pensare a Dio pensano al loro futuro.

Recentemente sono state hackerate le informazioni del giornale digitale ConfidencialHN, nel quale sono state pubblicate le indagini su don David Romero (che riposi in pace) e molti articoli che provano la sua corruzione. Ma deve sapere che queste pubblicazioni sono riprodotte anche in altre lingue in innumerevoli blog in tutto il mondo.

“Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto” (Luca 12, 1-7).

È evidente che Dio ha voluto portare alla luce la verità, come si evince da diversi versetti della Bibbia. C’è voluto del tempo, ma il Signore, che rende tutto perfetto, ha collocato pezzi chiave in luoghi strategici, come l’ex nunzio in Honduras, monsignor Novatus Rugambwa, e quello attuale, monsignor Gabor Pintér, persone che per la loro rettitudine, il loro impegno nel fare il proprio dovere e la loro fedeltà a Dio non si sono lasciate coinvolgere nei vostri inganni e hanno agito.


Al momento del suo ritiro, lei è stato denunciato da molti media internazionali che si occupano delle vicende riguardanti l’Honduras. Accuse con prove provenienti direttamente dal Seminario di Tegucigalpa. Accuse con prove che escono dall’Università Cattolica. Articoli coraggiosi di “Laicos de Honduras”. Giornalismo d’inchiesta che ha indagato su come lei ha nascosto i sacerdoti latitanti perché stupratori di bambini.

Lei ha girato il mondo ricevendo premi e le più alte onorificenze in Honduras, mentre ha fatto esiliare dalla Chiesa i bravi sacerdoti Domingo Salvador e Francisco Torres, senza alcuna accusa, abbandonati al loro destino fino alla morte in assoluta povertà per il semplice fatto di averla informata della condotta di Pineda. E cosa può dire del caso di padre Bernardo Font e di altri sacerdoti?

Dopo tante prove, i suoi ammiratori, che lo ritenevano un “santo”, sono rimasti senza parole, costretti a rimangiarsi tutto. Da parte mia, non potevo assolutamente permettere che i paramenti sacri venissero usati per nascondere tanta malvagità e perversione, e ho deciso di intraprendere la mia battaglia per portare tutto alla luce con la convinzione che le battaglie non sono sempre vinte dai più forti.

Vorrei concludere questa lettera con le precise parole, rivolte a prelati come lei, pronunciate recentemente da monsignor Isidro Fuente Ochoa, alla luce dei deplorevoli eventi che hanno condotto la Chiesa in rovina: “Lupi feroci che vengono per uccidere, per distruggere le pecore, il gregge di Cristo, ma vestiti da pecore”. All’esterno sembrano buoni pastori, veri profeti, ma all’interno sono Satana, il diavolo in persona. Ma il Signore Gesù Cristo ci dà un criterio: dai loro frutti li riconoscerete”.

Non è mia abitudine fare legna dall’albero caduto. No. Ho cominciato a far legna quando lei era ancora robusto, pieno di potere e di arroganza, protetto dai massoni vaticani, ma ero assolutamente certa che Dio fosse con me e ho continuato con le mie denunce. Mi bastava sapere che quello che stavo facendo era giusto. Mi bastava fidarmi e seguire unicamente la voce di Dio. Nel frattempo Dio mi ha inviato grandi benedizioni e mi ha mantenuto in piena pace e serenità, il che dimostra che sono sotto il suo dominio e la sua protezione. Mi ha donato la grazia di non avere paura di continuare il cammino perché sia fatta la sua santa volontà: “Perciò tutto quello che avete detto nelle tenebre, sarà udito nella luce; e quel che avete detto all’orecchio nelle stanze interne, sarà proclamato sui tetti” (Luca 12,3).

Il mio compito è terminato. Ho combattuto una grande battaglia indossando l’armatura di Dio e la vittoria è arrivata: lei è stato smascherato. Ma la vittoria non è mia, è di Dio. Io sono stata solo il suo umile strumento.

Si penta, cardinale. Questo è il meglio che io possa augurarle.

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Roma, 13 de noviembre 2022
 
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