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Scomunicato e spretato don Minutella, il prete contestatore di papa Francesco, Bandiera degli ultraconservatori, adulato dalle donne, al centro di contestazioni ed intimidazioni

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Disavventure romane con padre Alessandro Minutella da Palermo

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L'AVVENTURA, PURTROPPO VERA, DELL'AVVOCATO TRAINA1 COMMENTO
IL PRETE BELLO E LE SUE DONNE
AL TEMPO DI FRANCESCO

02 gennaio 2014 - 13:39 - Cronaca
di Salvatore Traina -
“Padre, smetta di mettermi le mani addosso!”. Così ripetevo, alzando la voce, all’elegante (solo per abbigliamento) sacerdote, padre Alessandro Minutilla, che mi strattonava violentemente, tentando di spingermi fuori dalla sala da pranzo di uno dei più noti ed eleganti ristoranti di Trastevere a Roma.
 Ma, andiamo per ordine.

La vicenda ha inizio a tarda sera di giovedì 26 dicembre all’aeroporto di Fiumicino a Roma, allorché, dopo essere arrivato da Palermo in ritardo, mi avvedevo di non avere (per una serie di sfortunate circostanze che meritano un racconto a parte) le chiavi della mia casa romana. Poiché non avevo con me altro se non un vecchio cellulare, verificavo, in primo luogo, la possibilità di rientrare subito dalla mia famiglia a Palermo, ma l’ultimo volo utile era già partito.

Altrettanto infruttuose le telefonate ai tre alberghi dei quali avevo i numeri in rubrica, stante la particolarità del periodo.
Dal momento che, tra la ricerca di una soluzione e l’altra, si era fatta notte fonda, scartavo la possibilità di disturbare qualcuno dei tanti amici che, nonostante il periodo festivo, potevano essere in città. Telefonavo, invece, ad uno dei miei nipoti, Raffaele, giovane sempre affettuoso e disponibile, chiedendogli se, nelle prime ore del mattino (alle 4,30) potevo svegliarlo nuovamente affinché, dopo aver recuperato la copia delle chiavi della casa di Roma da mia moglie, si fosse recato in aeroporto a Palermo, in tempo utile per affidarle ad uno dei passeggeri del primo volo per Roma (6,30).

Pertanto, non vedevo altra possibilità oltre quella di fermarmi in aeroporto in attesa dell’arrivo del volo da Palermo. L’aeroporto Leonardo da Vinci, di giorno, brulicante di gente di ogni tipo che si affretta o attende o cerca, offre l’immagine della frenesia della vita; di notte, invece, cambia radicalmente aspetto: vi sono due “oasi” rappresentate dai bar (arrivi e partenze) che, solo nella zona voli internazionali, offrono un minimo di vitalità: tutto il resto è un desolato dormitorio, dove passeggeri in transito o in partenza (e non solo) attendono che si faccia giorno.

Le pur poche ore della mia attesa hanno impiegato un tempo incredibilmente lungo a passare. Alle 4,40 ho svegliato Raffaele e, dopo alcuni minuti, ho telefonato a mia moglie che, finora, non avevo avvertito per ridurre il tempo della sua preoccupazione. La avvertivo che sarebbe passato il nipote a ritirare le sue chiavi e le spiegavo, brevemente, quanto era accaduto, rassicurandola col dirle che, ormai, era prossima la risoluzione della vicenda.

Giunto a Punta Raisi, Raffaele si posizionava in prossimità dei varchi ove si effettuano i controlli di sicurezza, ove sopraggiungeva un sacerdote giovane ed elegante. Pensò che non poteva trovare di meglio. Lo avvicinò e, dopo aver avuto conferma che la sua destinazione era Roma, gli spiegò che suo zio, persona anziana, si trovava in condizioni di difficoltà all’aeroporto di Roma, in quanto privo delle chiavi di casa. Gli chiedeva, pertanto, se poteva essere così cortese da portare con sé le chiavi (cui aveva tolto anche il portachiavi per limitarne l’ingombro) e consegnarle al signore con barba e capelli bianchi che lo avrebbe atteso al varco di uscita dell’aeroporto di Roma.

Ottenuta la disponibilità del sacerdote, Raffaele mi chiamò al telefono per dirmi che gli stava affidando le chiavi; risposi pregandolo di ringraziarlo e di assicurargli che lo avrei atteso proprio dinanzi al varco di uscita del terminal 3 ove sarebbero sbarcati i passeggeri del volo Ryanair che si apprestava a prendere; aggiunsi la raccomandazione di rendere possibile un contatto telefonico, in caso di imprevisti o difficoltà.

Completata la consegna ed avviatosi il sacerdote verso la partenza, Raffaele mi richiamava per fornirmi la descrizione del passeggero: piuttosto giovane, di media corporatura, particolarmente elegante (con cappotto classico nero di buona fattura) e con capelli rasati; mi riferiva, altresì, di aver comunicato il mio numero di telefono cellulare (che, in sua presenza, il sacerdote aveva memorizzato nella rubrica del suo telefono), nonché di avere, a richiesta, riferito anche il mio nome (Avv. Salvatore Traina), ma di non potermi fornire né il nominativo, né il numero telefonico del prete, in quanto lo stesso, dopo aver preso in consegna le chiavi ed aver annotato il mio recapito, affermava che ciò era già sufficiente ad evitare qualsiasi disguido.

La circostanza, naturalmente, non fece sorgere alcun sospetto, in considerazione della “qualità” del passeggero.
Intanto l’aeroporto di Roma tornava, gradatamente, a rivitalizzarsi. Presto, però, man mano che il giorno prendeva il posto della notte, io che avevo tanto atteso che ciò accadesse, non ero tuttavia soddisfatto: l’aeroporto continuava ad essere un deserto, sia pur affollato, le cui “oasi” erano un concentrato di persone che rendeva impossibile trovare anche solo un posto a sedere. Mi rincuorava, però, il pensare che a breve sarebbe partito l’aereo con le mie sospirate chiavi.

L’atterraggio a Roma era previsto in leggero anticipo, poco dopo le 7:30, ma già alle 7:00 mi ero posto in posizione ben visibile proprio dinanzi al varco di uscita dei passeggeri in arrivo, postazione dalla quale non mi sono più mosso, osservando, con molta attenzione tutti coloro che uscivano, alla ricerca di un sacerdote con i capelli rasati che, appena uscito, come immaginavo, si sarebbe guardato intorno per individuarmi.

Alle ore 9:00 lo sconforto (che era andato via via crescendo) aveva preso il sopravvento: diversi sacerdoti avevano varcato l’uscita, ma nessuno mi era sembrato rispondere alle caratteristiche descritte e, soprattutto, aveva prestato un minimo di attenzione a coloro che attendevano.
Scorrendo le numerose immagini che avevano richiamato la mia attenzione, conclusi che il sacerdote con le chiavi non poteva che essere quello con un cappello nero “tipo Borsalino” (che celava l’essere rasato) il quale era uscito dal varco velocemente, attorniato da un gruppo di giovani donne, e si era allontanato altrettanto velocemente, senza alcun tentennamento che potesse far pensare ad una sua ricerca di qualcuno che lo attendeva.

In prossimità del varco di uscita del T3 vi è una postazione di pubblica sicurezza, gestita dalla Guardia di Finanza, alla quale mi rivolsi, riferendo l’accaduto. Il Comandante dell’Ufficio, con molta cortesia e disponibilità, mi accompagnò al banco Ryanair (o, meglio della società che la rappresenta a Roma) ove accertammo che nessuno aveva lasciato delle chiavi o chiesto alcunché e che nessun problema aveva rallentato la consegna dei bagagli da stiva, per cui, certamente, tutti i passeggeri del volo proveniente da Palermo erano già usciti.
A questo punto, convenimmo con il Comandante che l’unica ipotesi plausibile era che il sacerdote, distratto anche dalle sue accompagnatrici, aveva dimenticato l’impegno assunto con mio nipote. Allorché, però, avrebbe solo messo le mani in tasca, si sarebbe accorto della presenza delle chiavi e mi avrebbe, quindi, contattato telefonicamente.

Tuttavia, sempre il Comandante mi suggeriva di recarmi all’Ufficio di Polizia presente in aeroporto, dove, attraverso la lista dei passeggeri ed i relativi numeri telefonici (che gli stessi avevano indicato al momento della prenotazione on line) potevano sollecitare l’attenzione del prete.
Erano le 10,30 ed io ero ancora in aeroporto, nelle condizioni di stanchezza che lascio immaginare; mi decisi a disturbare una cara amica di famiglia che, poco dopo, si dirigeva in aeroporto per prelevarmi.

Nel frattempo, ritenni più utile, invece che recarmi all’Ufficio di Polizia dell’aeroporto, informare mia moglie, cui quella copia delle chiavi appartenevano, affinché la stessa contattasse la Questura di Palermo.
Poco prima delle 14,00 quando ormai disperavo di poter recuperare le chiavi e mi apprestavo ad anticipare il mio rientro a Palermo per quel pomeriggio, ricevevo una telefonata da mia moglie (la quale aveva informato della vicenda l’Ufficio di gabinetto della Questura di Palermo che aveva avviato le opportune indagini) che mi comunicava di avere il recapito telefonico del prete e mi anticipava che mi avrebbe dettagliatamente informato dopo pochi minuti.

Appresi, quindi, che la Questura di Palermo, dopo aver ottenuto la lista dei passeggeri del volo Ryanair, aveva individuato, con la collaborazione della Curia, il prete delle chiavi, lo aveva contattato e questi aveva chiesto, intanto, di parlare con mia moglie.
Ero stupefatto! Mi sarei atteso che il sacerdote, ricevuta la telefonata della Questura di Palermo, si fosse affrettato, finalmente, a telefonarmi per consegnarmi le chiavi; invece lo stesso continuava a comportarsi in maniera assolutamente anomala.

A mia moglie aveva raccontato una frottola e cioè che il nipote aveva capito male e che l’appuntamento era davanti il banco Ryanair: sì, proprio quello dove io avevo accertato, insieme alla Gdf, che lui non si era mai recato!
Dopo aver ricevuto le scuse da parte di mia moglie per il fantomatico disguido, il prete consentiva che la stessa mi comunicasse il suo numero telefonico, affinché io lo contattassi.

Finalmente componevo il numero e mi rispondeva il sacerdote al quale, con cortesia, mi presentavo e chiedevo dove avrei potuto ritirare le chiavi. Il prete, mi rispondeva testualmente: “Attualmente sono a pranzo e non desidero essere disturbato. Mi tratterrò a Roma solo fino alle 18, quindi non so se avrò il tempo….” Lo interrompevo e, con tono deciso, lo invitavo a dirmi dove si trovasse, in modo che lo potessi raggiungere immediatamente e ritirare, finalmente, le chiavi.

Pur con qualche resistenza, mi fornì il nome del ristorante e, appena pochi minuti dopo, io vi facevo ingresso.
Su indicazione del titolare del locale, mi recai in un’ampia sala ed ebbi modo di notare una grande tavolata con a capotavola un sacerdote (che, senza cappello, rispondeva perfettamente alla descrizione di mio nipote), composta da numerose giovani donne (almeno una trentina) che si pascevano (oltre che dei piatti offerti dal raffinato locale), della presenza della loro “guida spirituale” che guardavano, tutte, con evidente ammirazione.

Mi avvicinai al sacerdote, lo salutai con cortesia, salutai la platea delle giovani donne con le quali mi scusai per l’intrusione, quindi, con il palmo della mano teso e rivolto verso l’alto, gli chiesi che mi consegnasse le chiavi.
Inaspettatamente, costui, invece di darmi le chiavi (in tal caso, l’incomodo si sarebbe ridotto al minimo, dal momento che, dopo aver ringraziato, avrei tolto il disturbo) mi disse: “Ma a me chi me lo dice che lei sia lei?” e mi invitava ad appartarmi con lui per un colloquio privato.

Risposi che erano le circostanze e le telefonate intercorse con me, con mia moglie e con la Questura di Palermo a dirgli che io ero io, che non avevo nulla da dire a da ascoltare in privato e lo sollecitai, più volte e sempre invano a darmi le chiavi. Il prete, invece, insisteva perché la consegna avvenisse in privato a seguito di un colloquio riservato.
A questo punto, perdurando il rifiuto delle chiavi, mi rivolsi alla platea di giovani donne (che, evidentemente, non comprendevano cosa stesse accadendo) alle quali rappresentai la mia condizione, la mia stanchezza e raccontai, sinteticamente, quanto era accaduto nella mattinata.

Mentre, con calma, parlavo alla platea il sacerdote (evidentemente nella speranza di fermarmi) mi consegnava le chiavi, invitandomi sempre ad uscire dalla sala per parlare in privato. Tuttavia io continuavo il mio racconto, concludendolo con l’invito a non seguire l’esempio della loro guida spirituale, almeno allorché (come nella mia vicenda), difettava del tutto la “cristiana solidarietà” dovuta a chi si trova in difficoltà.

Il sacerdote, indispettito dalle mie accorate parole e dal fragoroso applauso che mi giungeva da molte delle giovani donne, passava dalle parole ai fatti, tentando, con la forza, di spingermi fuori dalla sala da pranzo.
Una delle giovani donne, a questo punto, si alzò dal suo posto a tavola, si avvicinò a me e disse: “Le chiedo scusa io per tutto quello che è successo”. Io la ringraziai e mi allontanai.

Sono fermamente convinto che ogni esperienza – ed ancor di più, forse, quelle negative – sia comunque utile. Ma, in quella narrata, mi rimane un cruccio: non saprò mai cosa il prete volesse dirmi o chiedermi in privato. Peccato!
Al sacerdote, tuttavia, formulo i miei più fervidi auguri perché l’anno nuovo lo aiuti a meglio comprendere i principi e gli insegnamenti della religione in cui crede al punto da farsi prete e che impari (anche dall’esempio del magnifico Pontefice che l’anno appena trascorso ci ha regalato) ad aiutare il prossimo e ad usare… la colazione a sacco nelle sue gite fuori porta.



Tags: chiavi, donne, francesco, prete, salvatore traina
Un commento a "Il prete bello e le sue donne
al tempo di Francesco"

francesco 2 gennaio 2014 alle 15:31 Commenta
A parte la stranezza del comportamento del sacerdote, faccio i miei complimenti a Salvatore Traina per essere riuscito a descrivere con tanta bravura la vicenda accadutagli, mi ha tenuto col fiato sospeso fino alla fine della storia che, a mio parere, ha dell’inverosimile ma che avvince con una modalità narrativa davvero singolare.
www.siciliainformazioni.com/sicilia...po-di-francesco

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http://palermo.blogsicilia.it/padre-minute...o-perche/15046/

INTERVISTA AL SACERDOTE DI ROMAGNOLO, VITTIMA DI ATTI INTIMIDATORI

Padre Minutella: “Perseguitato, ma non so perché”
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CRONACA 09 novembre 2010
di Sabrina Raccuglia
Momento difficile per la Parrocchia San Giovanni Bosco di via Messina Marine nel quartiere Romagnolo, a Palermo.

Da molto, troppo tempo, infatti, don Alessandro M. Minutella, parroco trentasettenne, subisce atti intimidatori di varia natura. BlogSicilia lo ha intervistato.

Padre, cosa sta succedendo?

Mercoledì mattina ho trovato il mio ufficio forzato. Qualcuno è entrato, rompendo la finestra con una pietra. Non hanno rubato nulla. Quindi, si è trattato di un chiaro segno d’intimidazione che va collegato ad episodi occorsi alla mia persona nei mesi scorsi.

Ci spieghi meglio.

Ho subito tre aggressioni fisiche tra il mese di Luglio e Settembre. Di sera, ero in bici e qualcuno, arrivato da dietro, ha tentato di farmi cadere per terra.

Quale pensa possa essere il motivo di queste azioni contro la sua persona?

Questa è una domanda legittima che però non ha un’immediata risposta. Non mi definisco un prete “anti-mafia” o un parroco “di frontiera” in quanto ho sempre contestato queste figure.

Chi mi conosce sa bene che ho sempre cercato di fuggire dal clamore mediatico perché adotto uno stile sacerdotale “mariano”, incentrato sulla forza della preghiera. Non è facile capire il movente ma quello che posso dire è che nel mondo Satana opera per muovere le forze del male.

La Chiesa l’è stato accanto?

Beh, ho fatto presente che sono stato lasciato solo. Il Vescovo non mi ha né cercato né telefonato. Comunque, immediatamente dopo l’ultima intimidazione, sono stato contattato, non però da Mons. Romeo ma dall’Ausiliare, Mons. Cuttitta.

Quale messaggio vorrebbe lanciare, da parroco, ai responsabili di questi atti?

Non mi sento di fare proclami. Quanto ho da dire, lo dico ogni giorno nelle predicazioni. Invito, comunque, alla riscoperta del primato della preghiera nella propria vita, come da molti anni ormai domanda la Regina della Pace a Medjugorje.

Cosa le sta lasciando quest’esperienza?

Queste sono state vicende che hanno maturato e approfondito la mia fede. Mi hanno fatto comprendere maggiormente le parole di Gesù: “vi mando come pecore in mezzo ai lupi”(Mt 10,16).

Edited by pincopallino2 - 26/11/2021, 09:32
 
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Palermo. Creduloni e donne affascinanti alla corte di un prete che ha capito tutto della vita

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http://palermo.gds.it/2015/09/09/palermo-u...a-video_407087/


09 Settembre 2015
Palermo, un prete: "La Madonna mi parla". Dalla terra acqua ritenuta "miracolosa" - Video
di Alessandra Turrisi
PALERMO. Un sacerdote della diocesi di Palermo dice di ricevere messaggi da parte della Madonna, di santi e angeli, anzi fa proprio da tramite con la sua voce, e scoppia un caso all' interno della Chiesa. Centinaia di persone lo seguono nel luogo in cui avverrebbero queste «locuzioni», attendono da lui parole e segni, altre lo guardano con sospetto, ma i vertici diocesani non si pronunciano ancora. Sui social network e sui canali video di internet, intanto, i filmati dei raduni di preghiera e dei messaggi stanno spopolando, con migliaia di visualizzazioni. Il più cliccato e condiviso è quello che in pieno agosto documenta lo sgorgare da un terreno di acqua ritenuta dallo stesso sacerdote «miracolosa», con proprietà terapeutiche ed esorcistiche. E a questo fenomeno è legato un appuntamento molto atteso: il 14 settembre sarà possibile distribuire quest' acqua a chi la chiederà. Il protagonista di questa controversa vicenda è don Alessandro Minutella, parroco di San Giovanni Bosco a Palermo, nel quartiere Romagnolo, e da parecchi anni animatore di un centro di spiritualità mariana «Piccola Nazareth», in territorio di Carini e, dunque, diocesi di Monreale. Non è stato possibile parlare con don Minutella direttamente, perché si trova all' estero in pellegrinaggio da parecchi giorni, ma i video pubblicati e i documenti sul sito www.ilgiardinodimaria.org parlano chiaramente. Le attività di preghiera e predicazione all' interno di questo terreno e nella cappella vicino a Carini sono state sempre molto partecipate dalla gente, destando anche sospetti e prese di posizione da parte del vescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi, che mesi fa aveva vietato a don Minutella di celebrare messa nel territorio della diocesi monrealese. Ma a luglio avviene la svolta.
Secondo le parole di don Minutella, dal 7 luglio Maria «Regina del Cielo» parla «attraverso questo mio ministro che ho scelto. Sto facendo molta violenza su di lui per parlare. Gli costa sofferenza. Vi
parlerò ancora e voi dovrete registrare i miei messaggi... Il fatto che questo mio eletto sia perseguitato, calunniato, ha dato tante volte la vita per me, l' onore, questo sia per voi conferma che l' opera è mia».
Dal Giornale di Sicilia del 9 settembre

Edited by GalileoGalilei - 9/1/2017, 14:04
 
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http://livesicilia.it/2015/09/10/i-messagg...rvianti_661986/

LA CONDANNA DI MONSIGNOR PENNISI
"I messaggi a don Minutella?
Ingannevoli e fuorvianti"
Giovedì 10 Settembre 2015 - 13:27 di Roberto Immesi
Articolo letto 411 volte SEGUI
Il vescovo di Monreale: "Tali pratiche oltre ad essere contrarie al volere della Chiesa, sono fortemente sospette di manipolazione delle coscienze".

MONREALE - "Poiché 'le divine locuzioni' di cui don Minutella è artefice vengono ampiamente diffuse online, e rappresentano un serio rischio per il profondo turbamento di molte coscienze, si precisa che sono ingannevoli e forvianti le sue 'profezie' e che la loro diffusione mette seriamente a rischio la genuina devozione popolare verso la Madonna, gli Angeli e i Santi". E' durissima la presa di posizione del vescovo di Monreale, Michele Pennisi, relativamente alla vicenda dei messaggi della Madonna al sacerdote palermitano Alessandro Minutella.

Il presbitero ha fondato a Carini (territorio della diocesi di Monreale) un centro di preghiera, nel quale ha anche scavato una buca da cui sgorga acqua a cui Minutella attribuisce proprietà soprannaturali. Il sacerdote, inoltre, asserisce di ricevere messaggi dalla Madonna e indicazioni dagli angeli. Attorno a lui si è già riunito un folto numero di fedeli e la notizia è rimbalzata sui social network, creando grande scalpore. Mentre la diocesi di Palermo resta in silenzio, quella di Monreale fa invece sapere di stare "seguendo con attenzione lo sviluppo di questi eventi".

"È quanto meno strumentale l’invenzione dell’acqua miracolosa, che avrebbe poteri soprannaturali e terapeutici, perché gioca con la sacra sensibilità dei semplici che vivono seri momenti di prova - scrive in una nota la diocesi - corre l’obbligo di avvertire tutti i fedeli che tali pratiche oltre ad essere contrarie al volere della Chiesa, sono fortemente sospette di manipolazione delle coscienze. Per questo, chiunque assiste a tali illecite “funzioni” di don Minutella, al quale era già stato vietato formalmente di celebrare l’Eucaristia o altra azione liturgica presso il cosiddetto centro “Piccola Nazaret” di Carini, corre gravi pericoli per la propria fede".

Edited by GalileoGalilei - 11/9/2015, 05:11
 
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http://www.lasicilia.it/articolo/seguaci-d...ovo-di-monreale

LA DIATRIBA
Seguaci di “prete guaritore”
contro l’arcivescovo di Monreale
Set 10, 2015 COMMENTI -A A +A
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PALERMO - L’arcivescovo di Monreale Michele Pennisi è stato aggredito verbalmente da alcuni seguaci di don Alessandro Minutella, il sacerdote palermitano che ha raccontato nei giorni scorsi di avere colloqui con la Madonna e che ha invitato i propri fedeli a bere l’acqua che sgorga da una fonte perché miracolosa. L’arcivescovo con un comunicato ufficiale della diocesi aveva bollato come «ingannevoli e strumentali le divine locuzioni di padre Minutella».


«È quanto meno strumentale l’invenzione dell’acqua miracolosa, che avrebbe poteri soprannaturali e terapeutici, perché gioca con la sacra sensibilità dei semplici che vivono seri momenti di prova - scrive in una nota la diocesi - corre l’obbligo di avvertire tutti i fedeli che tali pratiche oltre ad essere contrarie al volere della Chiesa, sono fortemente sospette di manipolazione delle coscienze. Per questo, chiunque assiste a tali illecite “funzioni” di don Minutella, al quale era già stato vietato formalmente di celebrare l’Eucaristia o altra azione liturgica presso il cosiddetto centro “Piccola Nazaret” di Carini, corre gravi pericoli per la propria fede».


Pennisi prima che si recasse alla Conferenza episcopale a Palermo, nella sede di via Arcidiocesi è stato bloccato da alcuni seguaci della comunità mariana “Piccola Nazareth” che si trova a Carini. I manifestanti hanno accerchiato la vettura. Sono intervenuti in soccorso alcuni impiegati dell’Arcivescovado e il vicario monsignor Antonino Dolce. I manifestanti avrebbero urlato di cambiare le sue posizioni su padre Minutella e non bloccare il percorso spirituale intrapreso dalla comunità.


«Esprimo la mia solidarietà e il mio rispetto per l’Arcivescovo Michele Pennisi, con il quale mi lega un rapporto di grande stima e anche di affetto. Trovo gravissimo l’episodio di violenza accaduto oggi in Curia e condanno queste azioni di minacce e mi auguro che quanto accaduto non si verifichi più in futuro», ha dichiarato il sindaco di Monreale Piero Capizzi nell’apprendere la notizia che i alcuni fanatici si sono scagliati contro l’arcivescovo Pennisi. «Auspico - ha concluso il primo cittadino- il rapido affermarsi, di una linea di sobrietà, di riflessione serena, di raccoglimento, e anche di silenzio senza dover ricorrere a queste forme verbali o materiali».
 
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http://www.sportcafe24.com/190662/altri-mo...-minutella.html

Don Alessandro Minutella, piccoli santoni crescono
La fabbrica dei guru va sempre a gonfie vele in tempi di recessione (non solo economica), e don Alessandro Minutella è uno dei modelli più venduti...

Don Alessandro Minutella, piccoli santoni crescono
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18 messaggi ricevuti dalla Madonna dal 7 luglio al 2 settembre 2015, di cui 10 consecutivi dal 22 agosto al 31; centinaia, forse migliaia di seguaci imploranti e pronti a tutto; straordinarie prospettive di crescita nel proprio segmento di mercato. Ecco chi è, in pochi numeri e parole, don Alessandro Minutella, il sacerdote palermitano che tiene il piede in due scarpe: la chiesa di San Giovanni Bosco a Palermo, di cui è parroco, e il “Giardino di Maria Piccola Nazareth”, amena location nel comune di Carini dove sgorga acqua miracolosa e la Madonna è di casa.

HABEMUS MINISTRUM – “Sono io che vi parlo – avrebbe detto la Beata Vergine nel suo primo messaggio inviato a Minutella: il condizionale è d’obbligo considerando l’italiano poco ultra e molto terreno – attraverso questo mio ministro che ho scelto. Sto facendo molta violenza su di lui per parlare. Gli costa sofferenza. Vi parlerò ancora e voi dovrete registrare i miei messaggi… Il fatto che questo mio eletto sia perseguitato, calunniato, ha dato tante volte la vita per me, l’onore, questo sia per voi conferma che l’opera è mia… Grazie a quelli che tra voi avete detto ‘Non lo abbandonerò mai‘… La mano è stata messa nella maniglia che è già stata abbassata. La porta è stata aperta da dentro“…

Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale
Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale
IN VERITA’ VI DICO – Capite? La maniglia è stata già abbassata… Ma non è finita qui. Se andate sul sito del guru troverete altre preziose illuminazioni: “Il 25 luglio 2015 – si legge sotto il testo del primo messaggio – data in cui ricorre il 6° anniversario dell’arrivo della statua della Regina della Pace a Piccola Nazareth, la Madonna, attraverso una locuzione interiore ricevuta dal Sac. don Alessandro Maria Minutella durante la celebrazione della S. Messa, ha chiesto che si iniziasse a scavare in un punto preciso del terreno di Piccola Nazareth (tra la chiesa e il capannone, vicino all’albero di ulivi) per fare emergere una sorgente d’acqua che servirà a guarire le malattie spirituali“...”Il 17 agosto 2015 alle ore 15.55 – ecco il lieto annuncio che giganteggia sulla Home – è sgorgata l’acqua dalla sorgente di Piccola Nazareth! AVANTI CON MARIA!”.

VADE RETRO MINUTELLA – Insomma, la premiata ditta dei visionari ha appena sfornato un nuovo modello di successo, diciamolo, ma questa volta il livello è così basso (per non dire infimo, malgrado i larghi consensi) che persino la Chiesa si è sentita in dovere di prendere le dovute distanze. Le “divine locuzioni” di Padre Minutella sono “ingannevoli e strumentali. È quanto meno strumentale – scrive l’Arcivescovo di Monreale Michele Pennisi in un comunicato ufficiale della diocesi – l’invenzione dell’acqua miracolosa, che avrebbe poteri soprannaturali e terapeutici, perché gioca con la sacra sensibilità dei semplici che vivono seri momenti di prova. Corre l’obbligo di avvertire tutti i fedeli che tali pratiche oltre ad essere contrarie al volere della Chiesa, sono fortemente sospette di manipolazione delle coscienze. Per questo, chiunque assiste a tali illecite ‘funzioni’ di don Minutella, al quale era già stato vietato formalmente di celebrare l’Eucaristia o altra azione liturgica presso il cosiddetto centro ‘Piccola Nazaret’ di Carini – che ricade nei confini della diocesi di Monreale, ndr – corre gravi pericoli per la propria fede”.

Risultato: è di poche ore fa la notizia, riportata dal Giornale di Sicilia, che alcuni sostenitori di don Minutella hanno circondato l’auto dell’Arcivescovo di Monreale per urlargli in faccia tutta la loro cristiana contrarietà. L’episodio si è verificato a Palermo, dove monsignor Pennisi si trova per partecipare alla Conferenza episcopale: solo il pronto intervento di alcuni impiegati dell’Arcivescovado e del vicario monsignor Antonino Dolce ha evitato che la tensione potesse ulteriormente degenerare.

Morale divina: la mano è stata messa nella maniglia, ma fortunatamente la porta (dell’auto) era chiusa da dentro. Pace e bene.

Enrico Steidler

http://palermo.blogsicilia.it/parla-don-al...madonna/308411/

DICHIARAZIONI AL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA

Parla Don Alessandro Minutella
“Non posso sottrarmi alla Madonna”
Padre Alessandro Minutella
RELIGIONE 11 settembre 2015
di Redazione
Don Alessandro Minutella rompe il silenzio e, di ritorno da un pellegrinaggio a Medjugorie (luogo teatro della più contestata apparizione mariana) parla delle sue visioni anche se non risponde al vescovo se non in maniera indiretta. lo fa con una dichiarazione rilasciata al Giornale di Sicilia oggi in edicola.

“Non ho mai parlato di apparizioni, visioni o messaggi – dice – ma di locuzioni interiori che non sono rivolte a me ma a tutti. Ho risposto a ciò che la Madonna mi ha chiesto. Lei vuole un cammino di penitenza. E’ preoccupata per l’umanità segnata da paura, angoscia, invita alla confessione sacramentale”.

Parole che possono sembrare un ridimensionamento ma in realtà non lo sono “Mi sono attenuto ai divieti che mi erano stati imposti dalla Diocesi. se il mio è un dono lo si capirà dai frutti che porta e ci sono. La Madonna sta passando dalle nostre parti e ha scelto me. Ciò mi porta sofferenza e fatica ma non posso sottrarmi. Io obbedisco e basta”




http://www.monrealenews.it/diocesi/curia/1...-richiesta.html

Caso don Minutella: il centro “Piccola Nazareth” smorza i toni, ma l’acqua sarà distribuita a chi ne farà richiesta
12 Settembre 2015.
Una manifestazione religiosa al centro Piccola Nazareth di Carini
Il comitato direttivo: “Invitiamo tutti a non rilasciare dichiarazioni sul centro”

CARINI, 12 settembre – “Nessuna iniziativa nei confronti della Curia di Monreale, ma l’acqua del centro la consegneremo a chi ne farà richiesta scritta, se munito di documento”. Sulla questione don Minutella interviene direttamente il comitato direttivo del “Piccola Nazareth” di Carini.

Per discutere della questione il comitato si è riunito, dopo le polemiche sorte giovedì quando i contrasti tra i seguaci di don Alessandro Minutella e l’arcivescovo Pennisi si erano materializzati a Palazzo Arcivescovile di Monreale (leggi qui l'articolo). Il vertice del centro di preghiera, riunito ieri, ha prodotto un documento, che è stato diramato alla stampa.

“Il comitato direttivo del Centro di spiritualità mariana Piccola Nazareth di Carini – recita la nota – in merito alle vicende che coinvolgono il centro e il suo fondatore e guida spirituale don Alessandro Minutella invita tutti gli aderenti e amici del centro ad astenersi da qualsiasi iniziativa nei confronti della Curia di Monreale e di Palermo e a non rilasciare dichiarazioni che coinvolgano il Centro.

Auspica da parte della gerarchia del sacerdote saggezza e prudenza: è una cosa seria che coinvolge il popolo di Dio; formula nei confronti di don Alessandro sensi di affetto e di stima assicurandogli continua preghiera; ringrazia la Madonna per essersi degnata di suscitare nella nostra amata e martoriata terra di Sicilia un sacerdote con questi carismi; raccomanda a quanti pensano di prelevare l’acqua dal Centro di attenersi a quanto suggerito dalla Curia di Monreale. Tuttavia, poiché crediamo nei messaggi del cielo, non possiamo disobbedire e pertanto la consegneremo a quanti muniti di copia di un documento ne faranno espressa richiesta scritta”.
 
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view post Posted on 15/9/2015, 20:25
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http://agrigento.press/2015/09/15/centinai...iracoli_206830/

Centinaia in coda per ritirare l'acqua dei miracoli
 
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http://palermo.gds.it/2015/09/16/il-sacerd...o-pazzo_410441/

IL CASO
Il sacerdote che ha detto di parlare con la Madonna si difende: «Non sono pazzo»
di Alessandra Turrisi— 16 Settembre 2015
A Carini fedeli con i bidoni per ricevere l’acqua «miracolosa». Folla per il ritorno del prete nella sua parrocchia a Romagnolo
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CARINI. Sono arrivati con i bidoni e le bottiglie di plastica per portare a casa quell’acqua che credono miracolosa. A centinaia hanno raggiunto la via Angelo Morello, nelle campagne di Carini, lunedì sera, per vedere coi propri occhi quel luogo in cui don Alessandro Minutella avrebbe trovato l’acqua su indicazione precisa della Madonna.
Il buio, il vento caldo, la statua di Maria illuminata hanno accolto i fedeli di sempre e i curiosi del momento al centro di spiritualità Piccola Nazareth, per una lunghissima recita del Rosario e la distribuzione dell’acqua promessa, anche senza la presenza di don Alessandro, che dal luogo delle polemiche stavolta è rimasto lontano. La sfida ai vertici della Chiesa l’hanno sostenuta i laici che seguono il parroco di Romagnolo; da un paio di mesi è lui a sostenere di avere contatti diretti con la Madonna, San Michele, San Raffaele e altri angeli, che parlerebbero attraverso di lui a tutta la gente.
Palermo, un prete: "La Madonna mi parla". Dalla terra acqua ritenuta "miracolosa" - Video

L’arcivescovo di Monreale ha già bollato come falsità le «locuzioni interiori» del sacerdote e come «strumentale l’invenzione dell’acqua miracolosa». Il cardinale Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo, non si è ancora pronunciato. I suoi fedelissimi, però, credono in lui. «Non chiedetemi se è potabile, è un atto di fede. L’acqua non finisce, state tranquilli» si affanna a ripetere Santo Di Gati, un notaio che segue da sette anni le sorti di Piccola Nazareth. Ma le sue parole si disperdono nel vento. La gente ha sete di miracoli, si accalca, riempie i bidoni. Il devozionismo è forte.
«Un po’ di fanatismo ci può essere, ma va convertito» rassicura con un sorriso don Alessandro, poco prima di celebrare la messa del suo ritorno in parrocchia. Il giorno è particolare: ieri era la solennità dell’Addolorata, ma anche l’anniversario dell’omicidio di don Pino Puglisi, che della chiesa di San Giovanni Bosco a Romagnolo è stato parrocchiano sin da bambino. Don Minutella è contento di rivedere la sua comunità, dopo un periodo di pellegrinaggio a Medjugorje e di sosta a Roma, compreso il suo intervento su Raiuno. «Vado avanti» dice.
DAL GIORNALE DI SICILIA DEL 16 SETTEMBRE 2015
 
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http://www.siciliainformazioni.com/redazio...po-di-francesco

La chiave, l’avvocato sfortunato e il prete indaffarato
88Cronaca02 gennaio 2014 - 13:39di REDAZIONE A+A-EMAILPRINT

“Padre, smetta di mettermi le mani addosso!”. Così ripetevo, alzando la voce, all’elegante (solo per abbigliamento) sacerdote, padre Alessandro Minutilla, che mi strattonava violentemente, tentando di spingermi fuori dalla sala da pranzo di uno dei più noti ed eleganti ristoranti di Trastevere a Roma.
Ma, andiamo per ordine.

La vicenda ha inizio a tarda sera di giovedì 26 dicembre all’aeroporto di Fiumicino a Roma, allorché, dopo essere arrivato da Palermo in ritardo, mi avvedevo di non avere (per una serie di sfortunate circostanze che meritano un racconto a parte) le chiavi della mia casa romana. Poiché non avevo con me altro se non un vecchio cellulare, verificavo, in primo luogo, la possibilità di rientrare subito dalla mia famiglia a Palermo, ma l’ultimo volo utile era già partito.

Altrettanto infruttuose le telefonate ai tre alberghi dei quali avevo i numeri in rubrica, stante la particolarità del periodo.
Dal momento che, tra la ricerca di una soluzione e l’altra, si era fatta notte fonda, scartavo la possibilità di disturbare qualcuno dei tanti amici che, nonostante il periodo festivo, potevano essere in città. Telefonavo, invece, ad uno dei miei nipoti, Raffaele, giovane sempre affettuoso e disponibile, chiedendogli se, nelle prime ore del mattino (alle 4,30) potevo svegliarlo nuovamente affinché, dopo aver recuperato la copia delle chiavi della casa di Roma da mia moglie, si fosse recato in aeroporto a Palermo, in tempo utile per affidarle ad uno dei passeggeri del primo volo per Roma (6,30).

Pertanto, non vedevo altra possibilità oltre quella di fermarmi in aeroporto in attesa dell’arrivo del volo da Palermo. L’aeroporto Leonardo da Vinci, di giorno, brulicante di gente di ogni tipo che si affretta o attende o cerca, offre l’immagine della frenesia della vita; di notte, invece, cambia radicalmente aspetto: vi sono due “oasi” rappresentate dai bar (arrivi e partenze) che, solo nella zona voli internazionali, offrono un minimo di vitalità: tutto il resto è un desolato dormitorio, dove passeggeri in transito o in partenza (e non solo) attendono che si faccia giorno.

Le pur poche ore della mia attesa hanno impiegato un tempo incredibilmente lungo a passare. Alle 4,40 ho svegliato Raffaele e, dopo alcuni minuti, ho telefonato a mia moglie che, finora, non avevo avvertito per ridurre il tempo della sua preoccupazione. La avvertivo che sarebbe passato il nipote a ritirare le sue chiavi e le spiegavo, brevemente, quanto era accaduto, rassicurandola col dirle che, ormai, era prossima la risoluzione della vicenda.

Giunto a Punta Raisi, Raffaele si posizionava in prossimità dei varchi ove si effettuano i controlli di sicurezza, ove sopraggiungeva un sacerdote giovane ed elegante. Pensò che non poteva trovare di meglio. Lo avvicinò e, dopo aver avuto conferma che la sua destinazione era Roma, gli spiegò che suo zio, persona anziana, si trovava in condizioni di difficoltà all’aeroporto di Roma, in quanto privo delle chiavi di casa. Gli chiedeva, pertanto, se poteva essere così cortese da portare con sé le chiavi (cui aveva tolto anche il portachiavi per limitarne l’ingombro) e consegnarle al signore con barba e capelli bianchi che lo avrebbe atteso al varco di uscita dell’aeroporto di Roma.

Ottenuta la disponibilità del sacerdote, Raffaele mi chiamò al telefono per dirmi che gli stava affidando le chiavi; risposi pregandolo di ringraziarlo e di assicurargli che lo avrei atteso proprio dinanzi al varco di uscita del terminal 3 ove sarebbero sbarcati i passeggeri del volo Ryanair che si apprestava a prendere; aggiunsi la raccomandazione di rendere possibile un contatto telefonico, in caso di imprevisti o difficoltà.

Completata la consegna ed avviatosi il sacerdote verso la partenza, Raffaele mi richiamava per fornirmi la descrizione del passeggero: piuttosto giovane, di media corporatura, particolarmente elegante (con cappotto classico nero di buona fattura) e con capelli rasati; mi riferiva, altresì, di aver comunicato il mio numero di telefono cellulare (che, in sua presenza, il sacerdote aveva memorizzato nella rubrica del suo telefono), nonché di avere, a richiesta, riferito anche il mio nome (Avv. Salvatore Traina), ma di non potermi fornire né il nominativo, né il numero telefonico del prete, in quanto lo stesso, dopo aver preso in consegna le chiavi ed aver annotato il mio recapito, affermava che ciò era già sufficiente ad evitare qualsiasi disguido.

La circostanza, naturalmente, non fece sorgere alcun sospetto, in considerazione della “qualità” del passeggero.
Intanto l’aeroporto di Roma tornava, gradatamente, a rivitalizzarsi. Presto, però, man mano che il giorno prendeva il posto della notte, io che avevo tanto atteso che ciò accadesse, non ero tuttavia soddisfatto: l’aeroporto continuava ad essere un deserto, sia pur affollato, le cui “oasi” erano un concentrato di persone che rendeva impossibile trovare anche solo un posto a sedere. Mi rincuorava, però, il pensare che a breve sarebbe partito l’aereo con le mie sospirate chiavi.

L’atterraggio a Roma era previsto in leggero anticipo, poco dopo le 7:30, ma già alle 7:00 mi ero posto in posizione ben visibile proprio dinanzi al varco di uscita dei passeggeri in arrivo, postazione dalla quale non mi sono più mosso, osservando, con molta attenzione tutti coloro che uscivano, alla ricerca di un sacerdote con i capelli rasati che, appena uscito, come immaginavo, si sarebbe guardato intorno per individuarmi.

Alle ore 9:00 lo sconforto (che era andato via via crescendo) aveva preso il sopravvento: diversi sacerdoti avevano varcato l’uscita, ma nessuno mi era sembrato rispondere alle caratteristiche descritte e, soprattutto, aveva prestato un minimo di attenzione a coloro che attendevano.
Scorrendo le numerose immagini che avevano richiamato la mia attenzione, conclusi che il sacerdote con le chiavi non poteva che essere quello con un cappello nero “tipo Borsalino” (che celava l’essere rasato) il quale era uscito dal varco velocemente, attorniato da un gruppo di giovani donne, e si era allontanato altrettanto velocemente, senza alcun tentennamento che potesse far pensare ad una sua ricerca di qualcuno che lo attendeva.

In prossimità del varco di uscita del T3 vi è una postazione di pubblica sicurezza, gestita dalla Guardia di Finanza, alla quale mi rivolsi, riferendo l’accaduto. Il Comandante dell’Ufficio, con molta cortesia e disponibilità, mi accompagnò al banco Ryanair (o, meglio della società che la rappresenta a Roma) ove accertammo che nessuno aveva lasciato delle chiavi o chiesto alcunché e che nessun problema aveva rallentato la consegna dei bagagli da stiva, per cui, certamente, tutti i passeggeri del volo proveniente da Palermo erano già usciti.
A questo punto, convenimmo con il Comandante che l’unica ipotesi plausibile era che il sacerdote, distratto anche dalle sue accompagnatrici, aveva dimenticato l’impegno assunto con mio nipote. Allorché, però, avrebbe solo messo le mani in tasca, si sarebbe accorto della presenza delle chiavi e mi avrebbe, quindi, contattato telefonicamente.

Tuttavia, sempre il Comandante mi suggeriva di recarmi all’Ufficio di Polizia presente in aeroporto, dove, attraverso la lista dei passeggeri ed i relativi numeri telefonici (che gli stessi avevano indicato al momento della prenotazione on line) potevano sollecitare l’attenzione del prete.
Erano le 10,30 ed io ero ancora in aeroporto, nelle condizioni di stanchezza che lascio immaginare; mi decisi a disturbare una cara amica di famiglia che, poco dopo, si dirigeva in aeroporto per prelevarmi.

Nel frattempo, ritenni più utile, invece che recarmi all’Ufficio di Polizia dell’aeroporto, informare mia moglie, cui quella copia delle chiavi appartenevano, affinché la stessa contattasse la Questura di Palermo.
Poco prima delle 14,00 quando ormai disperavo di poter recuperare le chiavi e mi apprestavo ad anticipare il mio rientro a Palermo per quel pomeriggio, ricevevo una telefonata da mia moglie (la quale aveva informato della vicenda l’Ufficio di gabinetto della Questura di Palermo che aveva avviato le opportune indagini) che mi comunicava di avere il recapito telefonico del prete e mi anticipava che mi avrebbe dettagliatamente informato dopo pochi minuti.

Appresi, quindi, che la Questura di Palermo, dopo aver ottenuto la lista dei passeggeri del volo Ryanair, aveva individuato, con la collaborazione della Curia, il prete delle chiavi, lo aveva contattato e questi aveva chiesto, intanto, di parlare con mia moglie.
Ero stupefatto! Mi sarei atteso che il sacerdote, ricevuta la telefonata della Questura di Palermo, si fosse affrettato, finalmente, a telefonarmi per consegnarmi le chiavi; invece lo stesso continuava a comportarsi in maniera assolutamente anomala.

A mia moglie aveva raccontato una frottola e cioè che il nipote aveva capito male e che l’appuntamento era davanti il banco Ryanair: sì, proprio quello dove io avevo accertato, insieme alla Gdf, che lui non si era mai recato!
Dopo aver ricevuto le scuse da parte di mia moglie per il fantomatico disguido, il prete consentiva che la stessa mi comunicasse il suo numero telefonico, affinché io lo contattassi.

Finalmente componevo il numero e mi rispondeva il sacerdote al quale, con cortesia, mi presentavo e chiedevo dove avrei potuto ritirare le chiavi. Il prete, mi rispondeva testualmente: “Attualmente sono a pranzo e non desidero essere disturbato. Mi tratterrò a Roma solo fino alle 18, quindi non so se avrò il tempo….” Lo interrompevo e, con tono deciso, lo invitavo a dirmi dove si trovasse, in modo che lo potessi raggiungere immediatamente e ritirare, finalmente, le chiavi.

Pur con qualche resistenza, mi fornì il nome del ristorante e, appena pochi minuti dopo, io vi facevo ingresso.
Su indicazione del titolare del locale, mi recai in un’ampia sala ed ebbi modo di notare una grande tavolata con a capotavola un sacerdote (che, senza cappello, rispondeva perfettamente alla descrizione di mio nipote), composta da numerose giovani donne (almeno una trentina) che si pascevano (oltre che dei piatti offerti dal raffinato locale), della presenza della loro “guida spirituale” che guardavano, tutte, con evidente ammirazione.

Mi avvicinai al sacerdote, lo salutai con cortesia, salutai la platea delle giovani donne con le quali mi scusai per l’intrusione, quindi, con il palmo della mano teso e rivolto verso l’alto, gli chiesi che mi consegnasse le chiavi.
Inaspettatamente, costui, invece di darmi le chiavi (in tal caso, l’incomodo si sarebbe ridotto al minimo, dal momento che, dopo aver ringraziato, avrei tolto il disturbo) mi disse: “Ma a me chi me lo dice che lei sia lei?” e mi invitava ad appartarmi con lui per un colloquio privato.

Risposi che erano le circostanze e le telefonate intercorse con me, con mia moglie e con la Questura di Palermo a dirgli che io ero io, che non avevo nulla da dire a da ascoltare in privato e lo sollecitai, più volte e sempre invano a darmi le chiavi. Il prete, invece, insisteva perché la consegna avvenisse in privato a seguito di un colloquio riservato.
A questo punto, perdurando il rifiuto delle chiavi, mi rivolsi alla platea di giovani donne (che, evidentemente, non comprendevano cosa stesse accadendo) alle quali rappresentai la mia condizione, la mia stanchezza e raccontai, sinteticamente, quanto era accaduto nella mattinata.

Mentre, con calma, parlavo alla platea il sacerdote (evidentemente nella speranza di fermarmi) mi consegnava le chiavi, invitandomi sempre ad uscire dalla sala per parlare in privato. Tuttavia io continuavo il mio racconto, concludendolo con l’invito a non seguire l’esempio della loro guida spirituale, almeno allorché (come nella mia vicenda), difettava del tutto la “cristiana solidarietà” dovuta a chi si trova in difficoltà.

Il sacerdote, indispettito dalle mie accorate parole e dal fragoroso applauso che mi giungeva da molte delle giovani donne, passava dalle parole ai fatti, tentando, con la forza, di spingermi fuori dalla sala da pranzo.
Una delle giovani donne, a questo punto, si alzò dal suo posto a tavola, si avvicinò a me e disse: “Le chiedo scusa io per tutto quello che è successo”. Io la ringraziai e mi allontanai.

Sono fermamente convinto che ogni esperienza – ed ancor di più, forse, quelle negative – sia comunque utile. Ma, in quella narrata, mi rimane un cruccio: non saprò mai cosa il prete volesse dirmi o chiedermi in privato. Peccato!
Al sacerdote, tuttavia, formulo i miei più fervidi auguri perché l’anno nuovo lo aiuti a meglio comprendere i principi e gli insegnamenti della religione in cui crede al punto da farsi prete e che impari (anche dall’esempio del magnifico Pontefice che l’anno appena trascorso ci ha regalato) ad aiutare il prossimo e ad usare… la colazione a sacco nelle sue gite fuori porta.

http://palermo.blogsicilia.it/padre-minute...o-perche/15046/

Padre Minutella: “Perseguitato, ma non so perché”
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09/11/2010
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Momento difficile per la Parrocchia San Giovanni Bosco di via Messina Marine nel quartiere Romagnolo, a Palermo.
Da molto, troppo tempo, infatti, don Alessandro M. Minutella, parroco trentasettenne, subisce atti intimidatori di varia natura. BlogSicilia lo ha intervistato.
Padre, cosa sta succedendo?
Mercoledì mattina ho trovato il mio ufficio forzato. Qualcuno è entrato, rompendo la finestra con una pietra. Non hanno rubato nulla. Quindi, si è trattato di un chiaro segno d’intimidazione che va collegato ad episodi occorsi alla mia persona nei mesi scorsi.
Ci spieghi meglio.
Ho subito tre aggressioni fisiche tra il mese di Luglio e Settembre. Di sera, ero in bici e qualcuno, arrivato da dietro, ha tentato di farmi cadere per terra.
Quale pensa possa essere il motivo di queste azioni contro la sua persona?
Questa è una domanda legittima che però non ha un’immediata risposta. Non mi definisco un prete “anti-mafia” o un parroco “di frontiera” in quanto ho sempre contestato queste figure.
Chi mi conosce sa bene che ho sempre cercato di fuggire dal clamore mediatico perché adotto uno stile sacerdotale “mariano”, incentrato sulla forza della preghiera. Non è facile capire il movente ma quello che posso dire è che nel mondo Satana opera per muovere le forze del male.
La Chiesa l’è stato accanto?
Beh, ho fatto presente che sono stato lasciato solo. Il Vescovo non mi ha né cercato né telefonato. Comunque, immediatamente dopo l’ultima intimidazione, sono stato contattato, non però da Mons. Romeo ma dall’Ausiliare, Mons. Cuttitta.
Quale messaggio vorrebbe lanciare, da parroco, ai responsabili di questi atti?
Non mi sento di fare proclami. Quanto ho da dire, lo dico ogni giorno nelle predicazioni. Invito, comunque, alla riscoperta del primato della preghiera nella propria vita, come da molti anni ormai domanda la Regina della Pace a Medjugorje.
Cosa le sta lasciando quest’esperienza?
Queste sono state vicende che hanno maturato e approfondito la mia fede. Mi hanno fatto comprendere maggiormente le parole di Gesù: “vi mando come pecore in mezzo ai lupi”(Mt 10,16).
 
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view post Posted on 31/3/2017, 20:58
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CRONACA
Palermo, il vescovo allontana il parroco. Messa show del prete ribelle, live sui social
Don Minutella non ha gradito l'invito di monsignor Lorefice ad lasciare la sua parroccia. Come protesta il prete ha tenuto una messa nella sua chiesa, live sui social network, dove non risparmia nell'omelia parole pesanti contro la Chiesa
Ultimo aggiornamento: 31 marzo 2017

Palermo, 31 marzo 2017 - Palermo vive uno scontro senza precedenti tra un vescovo e un suo parroco. Protagonista del caso è don Alessandro Minutella, parroco molto seguito dalla comunità cattolica locale e un po' sopra le righe con le sue affermazioni, postate anche sui social network in cui è molto attivo, di essere in contatto con la Madonna.

Dall'acqua trovata su indicazione della Vergine Maria nelle campagne di Carini, ai contatti con San Raffaele e San Michele, monsignor Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, ha detto basta, e ha chiesto a don Minutella di lasciare la sua parrocchia di san Giovanni Bosco a Romagnolo.

Il vescovo lo ha quindi invitato a prendersi un periodo di riposo e a lasciare la parrocchia. Don Minutella non ha piegato il capo e ubbidito al superiore, ma risposto a suo modo. Il contestato prete ha fatto oggi pomeriggio una messa-show nella sua chiesa, e non pago l'ha rilanciata in diretta su Facebook.

Don Minutella non ha gradito l'interesse della curia e non ha risparmiato parole dure dall'altare durante l'omelia, in cui ha informato i suoi parrocchiani della decisione del vescovo. "La vera Chiesa vive il martirio, chi non obbedisce viene imbavagliato e buttato fuori". Ha esordito l'ex parroco di Romagnolo, poi ha invitato il fedeli a "difendere la dottrina della Santa Chiesa Cattolica a venire fuori e salvare Roma". Tanti gli argomenti di polemica, con parole anche su una "grande apostasia, martirio ed emarginazione".

Anche nel saluto don Minutella ha usato toni oltre il limite: "A questa Chiesa che non mi vuole dico: addio falsa Chiesa, resteranno edifici inutili, addio multinazionale della vergogna, prostituta indegna che ti sei venduta ai potenti del mondo".

La diretta sul social network ha raccolto moltissimi commenti, con gli internauti che si dividevano tra post come "Dio ti perdoni", e quelli a favore che commentavano "Bravo, non si arrenda" o "Siamo tutti con lei".

Un caso che farà discutere, anche perché con la diretta sui social (che era stata proibita al prete) da una omelia per il ristretto numero di parrocchiani, la messa ribelle di don Minutella, è diventata un argomento di migliaia di 'navigatori'.

E lui, don Minutella stesso, spiega le possibili conseguenze di questo gesto: "Questa celebrazione entrerà nella storia perché non ho obbedito. E vedrete voi: sarò sospeso 'a divinis' e ridotto allo stato laicale. Vedo già questi provvedimenti scritti. Ma non temo le loro sanzioni, per me sono un onore".
 
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Palermo. Don Alessandro Minutella nella bufera: " chi non obbedisce viene imbavagliato e buttato fuori"

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Don Minutella

www.ilsicilia.it/affermava-di-parla...o-dallincarico/

Affermava di parlare con la Madonna, parroco rimosso dall’incarico
26/06/2017

L’arcidiocesi di Palermo ha rimosso il parroco della chiesa San Giovanni Bosco a Romagnolo, don Alessandro Minutella, che voleva difendere fino alle estreme conseguenze il “magistero autentico” contro quella che lui ritiene una pericolosa deriva progressista impressa da Papa Francesco, che don Minutella chiama sempre Bergoglio, senza riconoscerne il ruolo. “Dopo un attento esame e la prudente valutazione di tutta la documentazione – si legge in una nota dell’Arcidiocesi – su sollecitazione dei preposti organismi della Santa Sede, l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, ha emanato il decreto di rimozione dall’ufficio di parroco della parrocchia San Giovanni Bosco in Palermo, del sacerdote“. E’ stato nominato don Pippo Russo come amministratore della parrocchia.
Lo scorso 31 marzo l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice aveva chiesto a don Alessandro Minutella di lasciare la sua parrocchia di san Giovanni Bosco, oggi ha emanato il decreto di rimozione. Alla fine di marzo si erano registrati contrasti con mons. Lorefice sulla pastorale del sacerdote e soprattutto sulle sue affermazioni, anche rilanciate sui social network, di essere in contatto con la Madonna. L’arcivescovo aveva richiamato al silenzio e all’obbedienza don Minutella, invitandolo a prendere un periodo di riposo e lasciare la parrocchia, ma il parroco aveva risposto con una messa-show, rilanciata in diretta su Facebook. Nella messa don Minutella aveva affermato: “La vera Chiesa vive il martirio, chi non obbedisce viene imbavagliato e buttato fuori”. Aveva invitato tutti coloro che vogliono “difendere la dottrina della Santa Chiesa Cattolica a venire fuori e salvare Roma”. Aveva parlato anche di “grande apostasia, martirio ed emarginazione”. Sempre nella messa in diretta su Facebook il parroco aveva anche ipotizzato che sarebbe stato sospeso “a divinis”.

http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2017/06...gressismo.shtml

26 giugno 2017
Contesta il progressismo di Bergoglio, parroco rimosso a Palermo

Palermo - Che la strada tracciata da papa Francesco non piaccia a tutti, anche all’interno stesso della Chiesa, è cosa nota. Che fra diversi sacerdoti il dissenso sia forte e palese, anche. Ora però inizia anche la reazione a questa opposizione. Con mano ferma e decisione: l’arcidiocesi di Palermo ha rimosso il parroco della chiesa San Giovanni Bosco a Romagnolo, don Alessandro Minutella, che voleva difendere fino alle estreme conseguenze il «magistero autentico» contro quella che lui ritiene una pericolosa deriva progressista impressa da Papa Francesco, che don Minutella chiama sempre Bergoglio, senza riconoscerne il ruolo.

Già, perché chi si oppone alle aperture di Francesco vede ancora un punto di riferimento in Benedetto XVI, il papa emerito.

«Dopo un attento esame e la prudente valutazione di tutta la documentazione - si legge in una nota dell’Arcidiocesi - su sollecitazione dei preposti organismi della Santa Sede, l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, ha emanato il decreto di rimozione dall’ufficio di parroco della parrocchia San Giovanni Bosco in Palermo, del sacerdote».


È stato nominato don Pippo Russo come amministratore della parrocchia. Lo scorso 31 marzo l’arcivescovo di Palermo monsignor Corrado Lorefice aveva chiesto a don Alessandro Minutella di lasciare la sua parrocchia di san Giovanni Bosco, oggi ha emanato il decreto di rimozione. Alla fine di marzo si erano registrati contrasti con monsignor Lorefice sulla pastorale del sacerdote e soprattutto sulle sue affermazioni, anche rilanciate sui social network, di essere in contatto con la Madonna.

L’arcivescovo aveva richiamato al silenzio e all’obbedienza don Minutella, invitandolo a prendere un periodo di riposo e lasciare la parrocchia, ma il parroco aveva risposto con una messa-show, rilanciata in diretta su Facebook. Nella messa don Minutella aveva affermato: «La vera Chiesa vive il martirio, chi non obbedisce viene imbavagliato e buttato fuori». Aveva invitato tutti coloro che vogliono «difendere la dottrina della Santa Chiesa Cattolica a venire fuori e salvare Roma». Aveva parlato anche di «grande apostasia, martirio ed emarginazione». Sempre nella messa in diretta su Facebook il parroco aveva anche ipotizzato che sarebbe stato sospeso «a divinis».
 
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view post Posted on 11/10/2017, 20:52

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Il prete contestatore di papa Francesco si fa una chiesa personale, con tanto di ancelle devote minutelliane

don-minutella

http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/...e-Show-/786775/


Don Alessandro Minutella/ Il padre di una delle suore minutelliane: “non la sento da tre anni” (Le Iene) Don Alessandro Minutella a Le Iene Show. Il prete contro la Chiesa di Roma: "Bergoglio è stato scelto dalla massoneria". Accusato di pratiche dannose per i fedeli, è stato "sospeso" 11 OTTOBRE 2017 - AGG. 11 OTTOBRE 2017, 20.16 SILVANA PALAZZO
Don Alessandro Minutella a Le Iene ShowDon Alessandro Minutella a Le Iene Show
Don Minutella avrebbe spinto alcune ragazze a diventare "suore" dell'ordine da lui stesso costituito ma non riconosciuto dalla Chiesa e a farle allontanare dalle rispettive famiglie. E' questa la denuncia di un padre disperato, sentito telefonicamente dall'inviato de Le Iene, al quale ha detto: "E' da più di tre anni che non sento mia figlia". L'uomo avrebbe provato ad andarla a trovare nell'abitazione in cui le ragazze starebbero, "ma quando mi si dice 'tu non sei più niente'... come fai?", si è domandato il padre. "Ha perso tutti i contatti con il mondo precedente", ha denunciato ancora l'uomo, che stenta ormai a riconoscere la figlia. Secondo il suo racconto, il religioso le diceva che la vicinanza con la famiglia era una "tentazione del demonio", definendo tutto ciò delle "violenze psicologiche non indifferenti". Anche secondo la suora – quella vera - intervistata dal programma, quanto messo in atto da Don Minutella sarebbe un "plagiare le persone". (Aggiornamento di Emanuela Longo)

ALLONTANATO DAL VESCOVO DI PALERMO MA CREA UN SUO ORDINE
Padre Minutelle è tornato nuovamente protagonista nel corso della passata puntata de Le Iene di ieri. Le sue posizioni contro la Chiesa e Papa Francesco, considerato "l'adepto di un progetto di distruzione della Chiesa Cattolica", avevano fatto già ampiamente discutere. Lui si autodefinisce un martire, sebbene sia stato allontanato dal Vescovo di Palermo, impedendogli così di celebrare messa. A questo punto, il religioso ha deciso di realizzare un ordine di suore tutto suo nel paesello siciliano dove vive, ma senza alcun riconoscimento. Il curioso ordine delle Suore Minutelliane non sarebbe ovviamente riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa ed infatti le vere suore ed alcuni sacerdoti del luogo non hanno riservato parole clementi nei confronti del Don e della sua "invenzione" controversa, definita "una cosa sbagliata". Secondo le dichiarazioni di una suora, il parroco avrebbe coinvolto da sei anni alcuna ragazze "sbandate". "Un giorno vennero tutte vestite di bianco con una bella fascia azzurra per imitare la Madonna, le aveva vestite da suore", ha rivelato la religiosa. Secondo il suo racconto, una delle ragazze più grandi avrebbe detto: "Noi abbiamo promesso che siamo fedeli a quelli che lui dice". Ciò che è emerso dal servizio de Le Iene, è che dal giorno della loro consacrazione, alcune di loro avrebbero addirittura deciso di non vedere più le loro famiglie. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

LE SUE IDEE SU RATZINGER E BERGOGLIO
Il prete che si è fatto la sua religione: si chiama così il servizio de Le Iene Show su don Alessandro Minutella. Il parroco sostiene di essere in contatto con la Madonna, con san Giuseppe e con san Michele Arcangelo. Inoltre, dichiara di aver ricevuto l'incarico di difendere la dottrina dall'eresia e la Chiesa cattolica dall'abbandono della tradizione. Come se non bastasse, sostiene che Ratzinger sia stato "fatto fuori" dalla massoneria, che avrebbe quindi deciso di puntare su Bergoglio. «Sono l'unico in Italia ad aver denunciato queste cose. Per questo sono un martire», ha dichiarato don Alessandro Minutella, come riportano Le Iene. L'arcidiocesi di Palermo ha invitato a lasciare Palermo e la parrocchia di san Giovanni Bosco. «Dì ai poteri forti che ti mandano che questa battaglia non va combattuta contro di me», la replica del prete.

"SE MANDATE IN ONDA QUESTO SERVIZIO, RISCHIATE"
Accusato di pratiche ritenute dannose per i fedeli, don Alessandro Minutella ha ignorato il provvedimento dell'Arcidiocesi palermitana. Lo scorso aprile, ad esempio, è stato protagonista di una messa-show, che ha trasmesso in diretta su Facebook. «La vera Chiesa vive il martirio, chi non obbedisce viene imbavagliato e buttato fuori», ha dichiarato, come riportato da La Stampa, ai suoi fedeli, invitandoli a «difendere la dottrina della Santa Chiesa Cattolica a venire fuori e salvare Roma». Don Minutella non intende insomma lasciare il suo incarico. «Ma non temo le loro sanzioni, per me sono un onore», ha intimato. E ha parlato anche di «grande apostasia, martirio ed emarginazione». Richiamato al silenzio e all'obbedienza, sta facendo discutere anche per le sue uscite. «Sei disturbato, forse hai bisogno di un esorcismo. Se mandate in onda questo servizio, rischiate», ha ad esempio dichiarato all'inviato de Le Iene Show.

http://www.lastampa.it/2017/04/02/vaticani...JyN/pagina.html
Rimosso dalla parrocchia don Minutella, che contrappone la sua “vera chiesa” a quella di Roma
Il Prete siciliano che si dichiara veggente è stato richiamato al silenzio e all’obbedienza da monsignor Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo

Don Alessandro Minutella (foto da YouTube)

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Pubblicato il 02/04/2017
Ultima modifica il 02/04/2017 alle ore 10:18
GIACOMO GALEAZZI
ROMA
Don Alessandro Minutella deve lasciare a Palermo la sua parrocchia di san Giovanni Bosco, nel quartiere Romagnolo, per pratiche ritenute dannose per i fedeli, ma sostiene di voler «resistere», annuncia iniziative di protesta e prepara incontri in altre diocesi. Il provvedimento dell’arcidiocesi palermitana ha raggiunto il Sacerdote che sostiene di essere in contatto con la Madonna, con san Giuseppe e con san Michele Arcangelo e che dichiara di aver ricevuto l’incarico di difendere la dottrina dall’eresia e la Chiesa cattolica dall’abbandono della tradizione. All’Arcivescovo di Palermo che lo ha invitato a prendersi un periodo di riposo e a lasciare la parrocchia, don Minutella ha risposto venerdì pomeriggio con una messa-show nella sua chiesa, rilanciata in diretta su Facebook: «Hai compiuto una vera profanazione di migliaia di anime», ha gridato al Presule dall’altare, lanciando la sua sfida: «Andremo negli scantinati e nelle catacombe. Possiamo già prevedere le altre mosse: sarò sospeso a divinis e poi ridotto allo stato laicale. Sono il primo prete a essere condannato, ma anche a volere reagire. Le loro manovre non le temo e non le ritengo efficaci». E ha aggiunto «addio falsa chiesa, tieniti pure le strutture grigie e vuote; delle tue chiese resteranno solo edifici inutili. Sei solo una multinazionale della menzogna e della falsità che si è venduta ai poteri del mondo e ha scommesso sulla scomparsa del cattolicesimo».

La «vera Chiesa»
In attesa di riunire il 22 aprile a Verona la «vera Chiesa» per «resistere» a quella di Francesco, don Minutella fa pregare i parrocchiani per il Papa emerito e annuncia di non voler lasciare il suo incarico. Dopo essere già stato ammonito dal cardinale Paolo Romeo per la sua pastorale e il decreto contro di lui dell’arcidiocesi di Monreale, il Sacerdote siciliano che si dichiara veggente è stato richiamato al silenzio e all’obbedienza da monsignor Corrado Lorefice, l’attuale arcivescovo di Palermo, dov’è incardinato. Sia nella sua attività pastorale sia sui social network, don Minutella sostiene di essere in contatto con la Madonna. Una situazione, spiegano alla Curia palermitana, che è iniziata «ben prima dell’arrivo del nuovo Arcivescovo».

La prima sanzione a Monreale
Nel 2015 l’arcivescovo di Monreale Michele Pennisi fermò il Sacerdote che si presentava come la «voce» della madre di Gesù e organizzava i suoi raduni a Carini. Già due anni fa, infatti, il primo provvedimento aveva colpito don Minutella per l’attività svolta fuori dalla propria diocesi. L’arcivescovo di Monreale, Michele Pennisi aveva dichiarato «totalmente illecite le attività religiose compiute da don Alessandro Minutella», decretando «la sicura falsità delle sue affermazioni quando si dichiara “profeta” di messaggi soprannaturali, la cui diffusione mette seriamente a rischio la genuina devozione popolare verso la Madonna, gli Angeli e i Santi» e condannando come «illegittima la costruzione della “Cappella” su un terreno di proprietà privata denominato “Piccola Nazaret”, perché priva della necessaria licenza ecclesiastica».

Monsignor Pennisi aveva messo nero su bianco che «tali pratiche oltre a essere contrarie al volere della Chiesa, sono fortemente sospette di manipolare le coscienze», quindi «chiunque assiste alle illecite “funzioni” di don Minutella, e più ancora, chi sostiene le sue attività o collabora con lui, corre gravi pericoli per la salvezza della sua anima». A Monreale, don Minutella e i suoi seguaci avevano persino scavato un pozzo di 47 metri sostenendo di aver trovato acqua miracolosa e creato senza autorizzazione un ordine di suore. Capelli tagliati e posti di lavoro abbandonati per prendere il velo di una famiglia religiosa mai autorizzata, fino allo stop di Pennisi.

La messa-show per «resistere»
Durissime le parole del Sacerdote pronunciate dall’altare durante l’omelia della messa di venerdì nella quale don Minutella ha informato i suoi parrocchiani della decisione del suo Vescovo: «La vera Chiesa vive il martirio, chi non obbedisce viene imbavagliato e buttato fuori». Ha invitato tutti coloro che vogliono «difendere la dottrina della Santa Chiesa Cattolica a venire fuori e salvare Roma».

Ha parlato anche di «grande apostasia, martirio ed emarginazione». Nel corso della diretta sui social si registravano, durante l’omelia, tanti commenti, divisi tra chi postava «superbia e vanagloria», «che Dio ti perdoni», a chi invece commentava «bravo, non si arrenda», «siamo tutti con lei». Il caso di Palermo ha avuto eco negli ambienti tradizionalisti proprio soprattutto per la veemenza delle parole pronunciate durante la celebrazione e per la scelta di rilanciare tutto in tempo reale sui social (che erano stati proibiti al prete). «Questa messa entrerà nella storia perché non ho obbedito. E vedrete voi: sarò sospeso a divinis e ridotto allo stato laicale. Vedo già questi provvedimenti scritti. Ma non temo le loro sanzioni, per me sono un onore», ha intimato. Alla fine le telecamere collegate con Facebook hanno inquadrato i parrocchiani: chi applaudiva, chi era commosso; uno ha invece alzato un cartello con la scritta: «Tu sei sacerdote in eterno».

Il decreto sui veggenti
Recentemente monsignor Lorefice aveva emesso un decreto con cui si chiude la porta ai sedicenti veggenti mettendo in guardia da chi si dichiara depositario di soprannaturali poteri o rivelazioni. Lo ha fatto nei giorni scorsi mentre in città arrivava Pedro Regis, veggente brasiliano. Il 20 marzo era previsto un suo intervento nella parrocchia di Sant’Agata di Villabate, ma la presa di posizione di Lorefice, che intendeva richiamare l’attenzione su un fenomeno che ha una sua diffusione nel Capoluogo siciliano e nella provincia soprattutto tra i fedeli più vulnerabili, ha consigliato un parziale passo indietro. L’appuntamento con Pedro Regis è stato spostato all’Astoria Palace. Lo stuolo di devoti, che lo segue, riferisce dei suoi dialoghi con la Madonna e dei messaggi di cui sarebbe mediatore. E proprio don Minutella ha difeso il veggente brasiliano: «Pedro è seguito dal suo Vescovo, è stato riconosciuto retto di coscienza e sano di mente e i messaggi che riceve sono ritenuti in linea con la dottrina della Chiesa. La Chiesa palermitana soffre evidentemente di cecità». Ma Lorefice nel suo decreto è stato chiaro: «Considerato il moltiplicarsi di incontri di preghiera o di testimonianza tenuti da persone, appositamente invitate, appartenenti a nuove realtà ecclesiali non approvate, né riconosciute o verificate dall’autorità ecclesiastica, o da sedicenti veggenti o, ancora, da chi si dichiara depositario di soprannaturali poteri o rivelazioni, dispongo che le iniziative e inviti vengano previamente sottoposti al discernimento e all’approvazione dell’ordinario del luogo», ossia il vescovo, il vicario generale e i vicari episcopali. La nota dell’Arcivescovo è stata inviata due settimane fa ai presbiteri, ai diaconi, ai membri delle comunità religiose, ai responsabili delle aggregazioni laicali e ai fedeli laici. Conclude Lorefice: «Esorto soprattutto i presbiteri ad astenersi dal partecipare alle iniziative non autorizzate e a dissuadere i fedeli a prendervi parte».
 
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view post Posted on 19/10/2017, 13:11

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Sarà abbattuta o confiscata dal comune di Palermo. Cacciato dal vescovo, il prete cerca una cappella

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don Minutella

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2017/...papa-178560245/

Palermo, è abusiva la chiesa di padre Minutella, il parroco che contesta il papa
Il prete, dopo il richiamo al silenzio del cardinale, si era trasferito a Carini, ma l'edificio va demolito


17 ottobre 2017
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Palermo, è abusiva la chiesa di padre Minutella, il parroco che contesta il papa
Padre Alessandro Minutella
La nuova chiesa di padre Alessandro Maria Minutella in contrada San Nicolò a Carini è abusiva e deve essere demolita o acquisita al patrimonio del Comune. Il provvedimento è stato emesso dall'amministrazione comunale guidata da Giovì Monteleone. Il capo ripartizione ha inviato una ordinanza lo scorso 23 giugno.

Il sacerdote, che aveva contestato pubblicamente il Papa, aveva trovato rifugio proprio a Carini, presso l'associazione Piccola Nazaret, dopo essere stato richiamato al silenzio dall'arcivescovo di Palermo che gli aveva impedito di dire messa allontanandolo dalla parrocchia della borgata palermitana di Romagnolo. Ma i guai per il parroco dissidente non sono finiti.

Trascorsi i novanta giorni previsti nell'ordinanza per eseguire la demolizione, i vigili urbani di Carini andranno ad eseguire un altro sopralluogo. Se l'immobile sarà ancora lì e non saranno stati ripristinati i luoghi entrerà a fare parte del patrimonio comunale. A don Alessandro Maria Minutella, in qualità di ex proprietario, e a Santo Di Gati, presidente del consiglio direttivo dell'associazione Piccola Nazaret, era stato notificato il provvedimento di demolizione e rimozione a proprie spese. Tra l'altro in questi anni, l'associazione aveva chiesto un cambio di destinazione d'uso da civile a Chiesa. Variazione bocciata dall'amministrazione comunale. Nei giorni scorsi della nuova comunità di padre Minutella si era occupato anche un servizio della trasmissione televisiva le Iene.


http://www.ilmessaggero.it/primopiano/cron...pa-3309951.html

Palermo, sarà demolita la chiesa abusiva del prete sospeso per le aspre critiche al Papa

di Mario Meliadò
Sembrano non finire mai i clamori e le noie per don Alessandro Maria Minutella, il sacerdote che contestò pubblicamente il Papa: la sua nuova chiesa sarà demolita, perché abusiva. Firmato, il sindaco di Carini – nel Palermitano –, Giovì Monteleone.

L’ex parroco della chiesa di San Giovanni Bosco, nel quartiere Romagnolo di Palermo, di recente aveva ben pensato di costruire una “sua” nuova chiesa a Carini, in contrada san Nicolò; esattamente, in via Angelo Morello. Ma il 23 giugno scorso, come trapelato in queste ore, i tecnici dell’Amministrazione comunale hanno inviato una precisa ordinanza all’indirizzo del religioso: il tempio è stato costruito abusivamente, va pertanto abbattuto nel giro di 90 giorni, con conseguente ripristino dello stato originale dei luoghi.

Adesso, questi tre mesi stanno per terminare. E se al sopralluogo che seguirà la scadenza del termine gli emissari del Comune di Carini dovessero constatare che la demolizione non è stata effettuata, il tempio confluirà automaticamente nel patrimonio immobiliare dell’Ente.

Il provvedimento di demolizione è stato notificato proprio a don Minutella (in quanto ex proprietario dell’immobile) e al presidente dell’associazione “Piccola Nazareth”, Santo Di Gati. Negli ultimi anni, l’associazione aveva chiesto la variazione della destinazione d’uso dell’immobile, in modo che da “civile abitazione” fosse convertita in “chiesa”; dall’Amministrazione, però, era arrivato un secco rifiuto. In più, l’opera in sé sarebbe stata eseguita «in totale difformità» rispetto alla concessione edilizia.

Non è certo la prima volta che le cronache si occupano dell'ex parroco del Romagnolo. Padre Alessandro Minutella aveva criticato aspramente Papa Francesco ed era giunto a promuovere un raduno nazionale al Palaferroli di Verona per opporsi alle cosiddette «sette eresie» di Jorge Mario Bergoglio, già condannate in un documento sottoscritto da 62 tra sacerdoti e studiosi laici. Ultimo atto d'accusa, malgrado l’Amoris Laetitia, la partecipazione di fedeli divorziati all’Eucaristia non avrebbe legittimazione; in realtà però don Minutella più volte aveva definito a chiare lettere il Pontefice come un “messo” di logge massonico-sataniste, e la Chiesa di oggi come una «prostituta indegna».

Così, il 31 marzo scorso l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, ha rimosso e sospeso a divinis don Minutella per via di «affermazioni e comportamenti che danneggiano gravemente alla comunione ecclesiale e all’armonia del nostro presbiterio», ingiungendogli di lasciare la parrocchia entro 15 giorni, senza poter neppure celebrare una funzione religiosa di commiato con le sue “pecorelle”. Ma i fedeli dell’associazione “Piccola Nazareth" sono insorti, chiedendo in una lettera all’arcivescovo di non rimuovere don Minutella, al contempo facendogli sapere che non avrebbero accettato un altro parroco. Una presa di posizione che aveva “scatenato” gli altri fedeli, che avevano subito organizzato una veglia di preghiera per l’unità della Chiesa e in segno di solidarietà all’arcivescovo.
Da poco, poi, le Iene Mediaset hanno dipinto a tinte fosche la “Piccola Nazareth”, sostenendo in un servizio che don Alessandro avrebbe ormai incardinato una “Chiesa parallela”, perfino ordinando “suore minutelliane”, almeno una delle quali – stando alla denuncia di un genitore – avrebbe subito costrizioni psicologiche tali da indurla a non sentire né vedere amici e parenti da più di tre anni.
Mercoledì 18 Ottobre 2017 - Ultimo aggiornamento: 21:26
 
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view post Posted on 10/11/2017, 17:24

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http://palermo.blogsicilia.it/scomunicato-...-chiesa/417318/

Scomunicato Don Minutella, l’ex parroco di Romagnolo è fuori dalla Chiesa

10/11/2017
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Nuovo colpo di scena nella storia di Don Minutella e nella sua contrapposizione con le gerarchie ecclesiastiche che già era sfociato in un allontanamento dalla sua parrocchia nel quartiere Romagnolo con il divieto di celebrazione di messa. Stavolta però il provvedimento tronca qualsiasi rapporto tra il sacerdote e la Chiesa Cattolica: Minutella è stato scomunicato, è fuori dalla comunità ecclesiale.
Si è rifiutato ufficialmente di rendere un atto pubblico di fedeltà a Papa Francesco. La decisione è stata presa dalla Congregazione per il clero.
Lo scorso 21 settembre don Minutella aveva presentato una lettera al vescovo Corrado Lorefice in cui ancora una volta tornava sulle motivazioni della protesta.
di Redazione
 
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view post Posted on 14/11/2018, 08:12

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www.lastampa.it/2018/11/13/vatican...qiLn5SGLy5T4p3Q

Don Minutella scomunicato per eresia e scisma
L’arcidiocesi di Palermo notifica al sacerdote palermitano il provvedimento come previsto dalla legge canonica

Il sacerdote scomunicato, don Minutella

Pubblicato il 13/11/2018
Ultima modifica il 13/11/2018 alle ore 19:33
MICHELANGELO NASCA
PALERMO
Un comunicato ufficiale redatto dall’arcidiocesi di Palermo rende note le notifiche di scomunica “latae sententiae” nei confronti del sacerdote palermitano don Alessandro Maria Minutella, in cui lo stesso sacerdote è incorso – si legge nel testo – «per il delitto di eresia e per il delitto di scisma, come previsto dalla Legge canonica (cfr. can.1364 §1 CIC), con tutte le conseguenze derivanti dallo stesso provvedimento». Una notifica pesante che da diversi giorni era ormai nell’aria, e che probabilmente lo stesso Minutella aveva da tempo subodorato.



A nulla sono valsi i tentativi di confronto e di dialogo portati avanti dall’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, da sacerdoti e amici del prete palermitano, nella speranza di smorzare i toni e le reiterate accuse contro Papa Francesco e lo stesso arcivescovo che don Minutella pronunciava pubblicamente durante le omelie e attraverso i canali del web, parlando dell’«impostura della falsa Chiesa», di una Chiesa «multinazionale della menzogna e della falsità. Prostituta indegna, venduta ai poteri del mondo».



Anche per tali ragioni don Minutella era stato inizialmente rimosso dall’incarico di parroco nella comunità parrocchiale che gli era stata affidata. Inoltre le presunte locuzioni interiori e soprannaturali che don Alessandro diceva di percepire, entrando in contatto con la Vergine Maria, gli angeli e alcuni santi, non apparivano molto convincenti, meno che mai l’acqua miracolosa che sarebbe sgorgata in un terreno non molto distante dalla città di Palermo. Un ulteriore strappo alle regole era stato determinato dalla costituzione di una comunità religiosa femminile seguita spiritualmente da Minutella, ma non riconosciuta dalla Chiesa.



All’inizio di questa vicenda – poiché i primi raduni avvenivano in territorio extradiocesano – anche l’arcidiocesi di Monreale aveva preso immediatamente posizione. «Poiché “le divine locuzioni” di cui don Minutella è artefice vengono ampiamente diffuse online, e rappresentano un serio rischio per il profondo turbamento di molte coscienze, si precisa che sono ingannevoli e forvianti le sue “profezie” e che la loro diffusione mette seriamente a rischio la genuina devozione popolare verso la Madonna, gli angeli e i santi. È quanto meno strumentale l’invenzione dell’acqua miracolosa, che avrebbe poteri soprannaturali e terapeutici, perché gioca con la sacra sensibilità dei semplici che vivono seri momenti di prova. Corre l’obbligo di avvertire tutti i fedeli che tali pratiche oltre ad essere contrarie al volere della Chiesa, sono fortemente sospette di manipolazione delle coscienze».



Nel giugno del 2018 don Minutella prende parte e guida un raduno di fedeli provenienti da alcune regioni italiane, circa un migliaio, ma l’ipotesi che da quel raduno potesse nascere qualcos’altro naufraga dopo non molto tempo. Nel mese scorso, don Alessandro ha comunicato, attraverso il web, la sua amarezza per essersi ritrovato solo, dichiarando anche il progetto di non intervenire più attraverso il web; adesso – dice – «ho deciso di fermarmi per un po’ di tempo» . «La vera Chiesa – prosegue don Minutella – ha deciso di non dovere intervenire con me. Ho mandato due lettere a Benedetto XVI e non mi hanno risposto. Ho mandato la richiesta d’incontrare – come succedeva in passato – il cardinale Burke – e non mi ha risposto. I mezzi di comunicazione della vera Chiesa mi boicottano. […] Allora se tacciono anche da “questa parte” il rischio è che si pensi che io sto portando avanti una mia chiesa, che io stia creando una setta. Ma io non sto facendo nulla di tutto questo. Io sto difendendo la Santa Madre Chiesa». Ora, a Palermo, giunge la notifica della scomunica.
 
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view post Posted on 26/11/2021, 09:32

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www.palermotoday.it/cronaca/don-minutella-fuori-chiesa.html

25 novembre 2021

Nuova punizione per don Minutella, l'ex sacerdote di Romagnolo fuori dalla Chiesa
Dopo la scomunica decisa a suo carico nel 2018 per il "delitto di eresia e scisma" adesso è arrivata anche alla perdita dello stato clericale. E' infatti un laico. E' l'ultimo atto di una lunga controversia

uovo, e ultimo, capitolo della "guerra" tra don Alessandro Minutella, ex sacerdote della parrocchia di Romagnolo, e l'Arcidiocesi. Dopo la scomunica decisa a suo carico nel 2018 adesso è arrivata anche alla perdita dello stato clericale. E' infatti un laico.

E' l'ultimo atto di una lunga controversia. Minutella è stato riconsciuto colpevole del "delitto di eresia e scisma". Negli anni Minutella ha più volte attaccato Papa Francesco e, a livello locale, l'arcivescovo Lorefice. Dopo avere detto più volte di essere in contatto con la Madonna, è stato richiamato al silenzio e all'obbedienza dal vescovo ma h risposto con una messa-show in diretta Facebook. Poi è stato allontanato formalmente dalla sua parrocchia, ma ha dato vita a comunità separata.

La nuova sanzione quindi non stupisce, come non stupisce la reazione dell'ex sacerdote che sui social continua a professaìre la sua correttezza: "Ogni giorno - scrive - ho l’imbarazzo della scelta di fronte alla pioggia di critiche, offese, malevoli giudizi, condanne implacabili, che mi vengono da ogni parte". "La strategia - si legge in un altro passaggio di un lungo post scritto in terza persona sulla sua pagina Facebook - è un'altra: tagliare i rifornimenti, isolare, infine accerchiare per abbattere. Da qui alla riduzione allo stato laicale, sarà un bombardamento senza precedenti, lento e inesorabile, e ciò con l’alleanza dei panzer interni che impercettibilmente avviano anch’essi un'elegante e raffinata campagna di sospetti nei confronti di don Minutella. Il quale non si ferma, e va avanti, avanti con Maria"
 
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