Le 30 donne di don Andrea e don Cavazzana. Una Jaguar, giochi erotici e viaggi lussuosi
http://corrieredelveneto.corriere.it/venet...217274216.shtmlL’ultima accusa della vittima
«Don Andrea ha un figlio»
Intanto c’è imbarazzo sui Colli Euganei ‘per il parroco che ha confessato di aver partecipato alle orge. Da alcuni giorni un sacerdote è irreperibile
PADOVA Un figlio. Quello che don Andrea aveva già, quello che don Andrea voleva ancora dalla sua amante prediletta. È l’ennesima rivelazione, il colpo di scena che non t’aspetti, quello che arriva leggendo le pagine della denuncia con cui, il 6 dicembre scorso, una parrocchiana di 49 anni, madre e divorziata, ha vuotato il sacco davanti ai carabinieri della stazione di Padova principale. Il suo racconto, fatto di sesso al limite, botte e pressioni psicologiche, si è trasformato nell’inchiesta che il 21 dicembre ha portato i carabinieri e il pm Roberto Piccione nella canonica di San Lazzaro, parrocchia periferica di Padova, dove don Andrea Contin – indagato per violenza privata e favoreggiamento della prostituzione – era parroco da dieci anni.
Da quando era arrivato a sostituire don Paolo Spoladore, sacerdote spretato dal Vaticano per un figlio che il tribunale gli aveva fatto riconoscere a forza. Adesso però l’eco di quelle vicende sembra essere tornato sotto il campanile di San Lazzaro. Nella denuncia portata ai carabinieri, la 49enne (che non era l’unica donna del sacerdote, ma è stata la sola a denunciarne le orge con altri maschi e altri preti: uno ha anche confessato), ha spiegato che don Andrea si vantava di avere già un figlio di circa 4 anni. Un bambino che vivrebbe lontano dalla parrocchia e sul quale non ci sono atti d’indagine da parte dei carabinieri e della procura. Ma è il passo successivo ad attirare ancora di più l’attenzione. La (presunta) vittima avrebbe fatto scrivere in denuncia che più di una volta don Andrea le aveva proposto di diventare madre di un suo secondo, figlio. Offerta che la donna non ha mai accettato, ma che ha voluto rendere nota a chi indaga sulla base delle otto pagine diventate perno dell’inchiesta.
E sono sempre quei fogli, ora nelle mani dei carabinieri del maresciallo Alberto di Cunzolo, a raccontare di altre gesta erotiche del sacerdote, adesso ospite in una casa protetta a Trento, da dove ha chiesto di essere lasciato solo e dimenticato. Sono soprattutto i viaggi e i fine settimana che don Andrea si regalava, spesso in compagnia della stessa parrocchiana, a finire sotto la lente d’ingrandimento della procura. Weekend in Croazia, a Novi Grad e Lovran, distante da tutti e dai suoi dover ministeriali. E poi le camere prenotate, sempre in incognito, in un agriturismo non distante dal casello dell’autostrada di Grisignano (Vicenza), meta nota per gli scambi di coppia e per il sesso di gruppo. Lì don Andrea e la quarantanovenne erano clienti quasi fissi. Giochi erotici e scambi che spesso finivano nel perverso.
Il picco, si legge nella denuncia, sarebbe stata la richiesta di don Andrea che, alla sua amante, aveva proposto un viaggio in una stalla di Pavia dove lei, sotto i suoi occhi, avrebbe avuto un rapporto sessuale con un cavallo.Intanto lo scandalo si estende dal capoluogo ai Colli Euganei, cioè alla zona da cui proviene l’altro prete che venerdì scorso ha ammesso di avere partecipato alle orge di don Andrea (senza per questo finire sotto inchiesta, dato che non avrebbe commesso alcun reato). Dalle parrocchie dell’area di Rovolon, paese collinare di cinquemila anime noto per aver ospitato gli arresti domiciliari dell’ex governatore Giancarlo Galan, da qualche giorno è sparito uno dei sacerdoti che anche ieri risultava irrintracciabile. Don Claudio Zuin, parroco della vicina Bastia di Rovolon, invece è rimasto al suo posto: «Questa vicenda provoca un senso di smarrimento e di rammarico - dice -. Se sapessi chi è il sacerdote in questione, gli chiederei com’è avvenuto, perché l’ha fatto e cosa l’ha spinto a cadere in questo intrigo. Ciò che so lo leggo dai giornali, sto facendo fatica a orientarmi». Oltre all’imbarazzo e allo spaesamento, tra i preti dei Colli Euganei prevale il nervosismo e l’insofferenza per una situazione che si sta facendo insostenibile e che rischia di tramutarsi in una caccia alle streghe: «Questo è un dramma che coinvolge e spiazza tutti, non capisco perché abbiate cercato proprio me», risponde per esempio don Andrea Segato, parroco di Bresseo. Don Roberto Garavello, parroco di Lozzo Atestino, butta giù la cornetta senza tanti complimenti. Don Franco Marin (parrocchia di Torreglia) si chiama fuori: «Io ho sessant’anni, quindi non c’entro. Nella zona dei Colli i parroci sono pochi, ma non so proprio chi possa essere quello che ha confessato in procura. Sentori di incontri a luci rosse? Non ne ho mai avuti, anche perché mi dicono tutti che sono un po’ ingenuo. Questa storia è una ferita che si allarga giorno dopo giorno: è meglio dire le cose come stanno al più presto e scusarsi, ricordandosi che il popolo di Dio è più propenso a perdonare i peccatori che a compatire i furbi».
«È bene che queste vicende vengano a galla ed è giusto fare chiarezza, anche per preservare l’integrità morale degli altri sacerdoti – osserva don Sandro Panizzolo, parroco di San Giuseppe a Monselice -. Se non si sa chi è il prete che partecipava a questi incontri, si rischia di creare un clima di diffidenza tra i fedeli di tutte le parrocchie. La fragilità ci può essere, ma tenere i piedi in due staffe e vivere nell’ambiguità è moralmente sbagliato: finché si resta bisogna rimanere limpidi, altrimenti si esce. Se il sacerdote in questione mi chiedesse un consiglio, glielo darei volentieri. Ma dubito molto che si faccia vivo».
19 gennaio 2017
http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cro...tici-1.14743542Padova, la confessione di don Contin: "Donne, uomini e giochi erotici"
Le carte ufficiali: una testimonianza dettagliata resa ai carabinieri. La stanza del sesso in canonica, i video, i viaggi di piacere
di Cristina Genesin
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20 gennaio 2017
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La chiesa di San Lazzaro e don Contin
La chiesa di San Lazzaro e don Contin
PADOVA. «In relazione alla perquisizione che mi è stata fatta di cui al procedimento n... dichiaro di aver conosciuto in parrocchia alcune donne per la precisione A.A., B.B., C.C., D.D. e E.E. (iniziali di fantasia per tutelare la loro privacy), con le stesse, dopo una lunga conoscenza, ho avuto una relazione sentimentale sfociata in rapporti sessuali... Si consumavano solitamente in canonica anche con la partecipazione di altri uomini anche di colore ma solo con A.A.».
L’autoaccusa. Sesso, orge con immigrati e filmini hard: don Andrea Contin ha ammesso tutto, fin dal principio. Pur negando violenze, costrizioni e minacce. Quella dichiarazione è contenuta nel verbale che il prete firma la mattina del 21 dicembre scorso. Di fronte a lui il sottufficiale dei carabinieri che ha coordinato la perquisizione appena conclusa nella canonica dello scandalo, quella di San Lazzaro, periferia est di Padova.
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L'impiegata. Due settimane prima, il 6 dicembre, l’impiegata 49enne A.A. aveva presentato la denuncia di 8 pagine che ha fatto scattare l’inchiesta per violenza privata e favoreggiamento della prostituzione nei confronti del sacerdote. Quell’atto d’accusa era stato confermato, almeno in parte, da un’altra ex amante del prete, B.B., 51enne divorziata.
La stanza. Solo successivamente la perquisizione: all’ultimo piano della canonica i carabinieri trovano una stanza chiusa a chiave, all’interno un “set” a luci rosse tra catene da bondage, collari, falli in plastica di diverse dimensioni, lingerie da sexy shop, filmati in vari formati (cd, chiavette Usb, cassette vhs). Convocato in caserma, don Andrea confessa. E indica per nome e cognome le amanti con il recapito di cellulare.
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I filmini hard. E via con altri dettagli: «A volte filmavo questi incontri sessuali». Filmava, insiste, mai all’insaputa della protagonista A.A., unica interprete di quelle “pellicole” vietatissime. Il prete nega di aver venduto o fatto vedere ad altre persone quei filmini pornografici, “salvati” nelle chiavette usb sequestrate con il resto del materiale. Eppure la donna aveva chiesto in tante occasioni la consegna dei video temendo – ha scritto in denuncia – che potessero essere divulgati in rete dal prete e venduti: una volta aveva scoperto online una sua foto osée.
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Paura? Sempre nel verbale successivo alla perquisizione, don Contin si giustifica: non aveva restituito i filmati «nonostante A.A. me li avesse chiesti più volte». Il motivo? «Avevo paura» dice. Poi altre ammissioni. È vero, aveva frequentato il lussuoso relais Ca’ Masieri a Trissino, nel Vicentino, sia con A.A., sia con la 51enne B.B.. Spiega di non ricordare il nome del ristorante del relais (indicato nella denuncia), precisando di non aver fatto sesso lì (nel ristorante) ma all’interno di una delle stanze: «Abbiamo consumato rapporti sessuali».
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Costa Azzurra. E il viaggio in Costa Azzurra nel villaggio per scambisti? Nuova conferma: «Con A.A. siamo andati in Francia per la precisione a Cap d’Agde dove c’è un villaggio naturisti». Pure lì si è fatto sesso, ammette consegnando i famosi stivali bianchi da donna con il tacco, giocattoli sessuali e video hard impiegati nella “stanza dei giochi”. E, come per alleggerire il peso di una scandalo che, ferita profonda per la Diocesi, potrebbe avere pure risvolti penali, conclude: «Mai avuto rapporti sessuali violenti».
Al volante di una Jaguar. La vita “sopra le righe” di don Andrea non poteva passare inosservata. Come è accaduto l’anno scorso quando, in occasione delle nozze del fratello avvenute nel Bassanese, si è presentato al volante di una Jaguar, scortato da una donna di prepotente bellezza che non è sfuggita ai tanti invitati. Nei giorni scorsi il silenzioso rientro di don Andrea dal convento di Trento, dove s’era rifugiato, a Busiago di Campo San Martino, vicino ai familiari che non lo mollano un istante. Lo hanno incrociato solo all’alba o di notte durante qualche passeggiata per una boccata d’aria.
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