Laici Libertari Anticlericali Forum

Truffa ed estorsione, 6 anni in appello a don Morini, tutto escort e cocaina. Confiscati 737.000 €., Prescrizione e vescovo aiutano il seminfermo don Euro. Con l'8 x 1000 avete fatto tanto

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view post Posted on 13/10/2018, 08:17

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La truffa all'assicurazione per garantirsi la bella vita tra escort, cocaina, alberghi di lusso

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http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/...euro-1.17346161

IL VERBALE DELLA CONFISCA DEI BENI DELL’EX PARROCO
I carabinieri entrarono in casa di don Euro dentro al portafoglio aveva 3.730 euro
Tutti i segreti: dal presunto dossier sui preti della diocesi con condotte scomode all’autista che lo accompagnava a Roma
di Alessandra Vivoli

12 ottobre 2018

MASSA

Un lungo verbale di 55 pagine. Quello con cui il tribunale di Genova ha disposto la confisca dei beni di Luca Morini (vulgo don Euro). Il conto corrente (con 622mila euro) i diamanti (per oltre 112mila euro) le polizze assicurative e la Cinquecento L su cui, fuori provincia, girava con l’autista.

Luca Morini è stato considerato “socialmente pericoloso” per questo a suo carico sono scattate le misure preventive dettate dall’articolo 24 del codice antimafia. Nel verbale di confisca viene messa nero su bianco la pericolosità: una sorta di condanna (ricordiamo che non sono arrivate querele a suo carico per il procedimento giudiziario in corso in tribunale a Massa) per l’ex parroco. E, soprattutto, risvolti mai pubblicati di una vicenda che ha scosso la comunità parrocchiale e non solo di Massa Carrara.



Il caos don Euro era ormai esploso. E, nel 2016, Luca Morini aveva già ricevuto perquisizioni domiciliari. Nonostante questo continuava a estorcere soldi al vescovo, monsignor Santucci, parlando di una scatola piena di documenti scottanti su condotte scomode di altri preti.

La prima perquisizione avviene il 30 maggio del 2016 presso l’abitazione di Morini e permette di reperire alcuni documenti a riprova del passaggio di denaro fra lui e il vescovo. La secondo venne effettuata la mattina del primo luglio del 2016. Proprio quella mattina don Euro chiama il vescovo per informarlo della nuova perquisizione: «i carabinieri vogliono la scatola, quella famosa scatola dove vi sono documenti personali della chiesa».

Nel primo pomeriggio dello stesso giorno di luglio Morini chiama di nuovo al vescovo e gli chiede «se ha sentito quel signore (il procuratore) e il vescovo dice che il procuratore è all’ospedale. Morini chiede, sarcasticamente, se gli è venuto un infarto e poi ripete che “i documenti quelli io non li ho qui, fortunatamente li ho al Forte».



È uno dei capi di imputazione avanzati contro Luca Morini. Presentandosi come giudice costrinse uno degli escort che frequentava a consegnargli soldi e a fare sesso telefonico. Don Luca si presentava a Roma con un’auto lussuosa e con un’autista che lo accompagnava ovunque. L’autista aveva con è, come è

stato riferito dai testimoni, un portafogli «che rigurgitava banconote». Quel portafoglio è stato rinvenuto nella perquisizione del 30 maggio del 2016: c’erano 62 banconote da 50 euro, una banconota da 100 euro, una da 500, una da 10 e una da 20. per un totale 3.730 euro. —

12 ottobre 2018

http://iltirreno.gelocal.it/regione/toscan...izze-1.17346017

IL TESORETTO
Confiscati 622mila euro diamanti e polizze
MASSA L’ex parroco amava gli hotel di lusso, dove portava gli amici escort come Marco Sabadin, che ha fatto scoppiare lo scandalo. Aveva un debole per le cure termali e per i diamanti. Non era invece...

12 ottobre 2018

MASSA

L’ex parroco amava gli hotel di lusso, dove portava gli amici escort come Marco Sabadin, che ha fatto scoppiare lo scandalo. Aveva un debole per le cure termali e per i diamanti. Non era invece un fanatico delle auto di lusso: si accontentava di una Fiat 500L ma, per le sue scorribande a Roma o, più semplicemente, quando tolto il collettino bianco e l’abito nero si spacciava per giudice o cardiochirurgo, aveva sempre con sé l’autista.

Nel patrimonio finito sotto confisca ci sia il conto corrente da 622mila euro, e oltre 115mila euro di diamanti. Ma anche polizze assicurative e ancora diamanti acquistati in più riprese e intestati allo stesso Morini con “certificato di proprietà al portatore” custoditi presso il caveau della Intermarket Diamond Business di Milano.

Soldi, tanti soldi, e diamanti. Una macchina di media cilindrata (ma per i viaggi arrivava l’autista) e vaire polizze assicurative: questo il tesoro di Luca Morini.

Quello su cui don Euro, per disposizione del tribunale di Genova non potrà più mettere le mani.
12 ottobre 2018

http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/...covo-1.17345558

Festini gay, il ricatto di don Euro al vescovo
L'inchiesta. "Datemi i soldi o faccio i nomi degli altri preti"
di Alessandra Vivoli

FESTINI GAY

12 ottobre 2018

MASSA. «E questa volta ci vado nelle sedi penali e ci porto i preti, certo, certo che ce li porto e qualcun altro perché lo posso fare». E ancora: «Lei faccia ben presente ai suoi preti di stare al pezzo, se non si vogliono trovare in tribunale...Se lei non mi mette un foglio dove mi dice la parola fine a questa vicenda ...io vedrà che mio muovo anche su di lei eh?»
«Io sono a conoscenza di tante cose che mi schifano di questa diocesi.... C’ho le prove in mano voglio che si veda che non sono il solo debole. Ma ci sono anche altri. Io faccio proprio i nomi e li mando per busta riservata al Santo Padre. L’unico della Diocesi io? E no, no, no sa da fa’ come Berlusconi».
Così Luca Morini, che prete ormai non è più ma per tutti si è guadagnato il titolo di don Euro, parlava al vescovo della diocesi di Massa Carrara e Lunigiana, monsignor Giovanni Santucci. Gli stralci di conversazione risalgono alla telefonata del 5 aprile del 2016 (alle 12). Sono nel verbale che ha portato alla confisca dei beni dell’ex sacerdote 57enne originario di Pontasserchio.
Le intercettazioni
Eccole le famose intercettazioni telefoniche, quelle conversazioni fra il vescovo e l’allora prete, messo in quiescenza per motivi di salute (ma lo scandalo della presunta truffa e dei presunti festini negli hotel extralusso con escort gay in realtà era già scoppiato). Ci sono telefonate, sms, lunghi monologhi di Morini. Sono finiti nelle 55 pagine del decreto di confisca del patrimonio di Gianluca (questo il nome per intero riportato nel documento) Morini depositato l’8 ottobre e firmato dal presidente del tribunale Marina Orsini. Un documento pesante per Morini: le conversazioni telefoniche (mai pubblicate prima), la ricostruzione delle truffe, i soggiorni con gli escort. Luca Morini viene definito (visto l’articolo 24 del codice antimafia) individuo “pericoloso socialmente”. Per questo i sigilli al patrimonio che arrivano alla terza richiesta da parte della procura di Massa: nella prima (avviata nel 2017) non era stata richiesta l’applicazione della misura di prevenzione della confisca. Nella seconda (siamo nell’aprile del 2018) la confisca era stata avanzata al tribunale di Massa, non più competente. Poi si arriva a quella del 25 maggio: quella frutto di una autonoma richiesta del pm di Genova avanzata nel rispetto della nuova normativa, quella che di fatto considera «presupposto indefettibile per applicare la misura patrimoniale la pericolosità del preposto».
E proprio nella valutazione di pericolosità di don Euro c’è la ricostruzione della vicenda. Con le conversazioni telefoniche messe nero su bianco, quelle con cui Morini esercitava la «pressione estorsiva» sul suo vescovo (quindi con l’aggravante di rivolgersi a un pubblico ufficiale e con oltre 65 anni di età).
Gli sms
Siamo nel 2016. Morini accetta di essere messo in quiescenza senza rivelare “scomode situazioni” in cui sarebbero coinvolti altri preti della diocesi e, nello stesso tempo ricorda al vescovo il loro accordo. L’accordo con il vescovo viene rivelato dallo stesso Morini in una sequenza di sms iniziati alle 20 e 23 del 29 agosto 2016.
«Gentilissimo vescovo, desidero una autonomia sostanziale ogni mese sufficiente per le spese come d’accordo. Voglio rimanere prete senza fare male alla Chiesa, non costringermi a seguire esempi non edificanti e a mettere in piazza tante cose che ci sono già io che soffro».
La truffa dell'assicurazione
Il 21 marzo del 2016 (alle 19 e 50) con una telefonata Morini ricorda al vescovo il suo stato di salute al fine di convincerlo a compiere una truffa nei confronti dell’assicurazione Cattoica al fine di ottenere una pensione per una malattia, come da lui stesso dichiarato, inesistente. «Per il punteggio e va be, ci vuol poco - dichiara Morini - come mi hanno detto a tanti danno il 100, perché dipende dal vescovo. Uno dice, se non ce la

fa a stare in piedi. E se manderanno il medico... eh gli dico: sbando e cosa ci posso fa’ se sbando.... C’è quelli che erano ciechi e guidavano la macchina, allora lo vede che banda, il mondo va avanti così, non è che si va avanti con la giustizia, Così tanti preti hanno tante agevolazioni»

DON EURO
FESTINI GAY

12 ottobre 2018
 
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view post Posted on 14/10/2018, 19:38

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Diamanti per 1 mln con la carità dei cavatori di Carrara. Il ricatto a suore ed anziane: "se non fate offerte andrete all’Inferno"

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www.lavocedilucca.it/post.asp?id=67670

Don Euro chiedeva soldi anche alla suore per i suoi vizi
CHIEDEVA soldi anche alle suore («se non mi pagate non posso intercedere con l’aldilà») e alle anziane della parrocchia («se non fate offerte andrete all’Inferno e non in Paradiso») don Luca Morini, ribattezzato don Euro, a processo a Massa per truffa ed estorsione per le centinaia di migliaia di euro che è riuscito in dieci anni a spillare per le sue avventure sessuali e i suoi soggiorni negli hotel di lusso a base di festini con escort gay, viaggi in Italia e all’estero. Emerge un quadro terrificante leggendo il decreto del tribunale di Genova che nei giorni scorsi ha disposto la confisca dei beni del prete e vale a dire conti correnti, polizze assicurative, adirittura dieci diamanti per un valore complessivo di circa un milione. Don Euro deve rispondere di truffa, appropriazione indebita ed estorsione per aver ricattato più volte, secondo l’accusa, il vescovo della diocesi di Massa Carrara e Pontremoli monsignor Giovanni Santucci, chiedendogli soldi sotto la minaccia di rivelare anche un dossier scottante su una quarantina di preti. «HO TUTTO, i vizietti dei preti e se non mi dà i soldi invio il dossier al papa, poi ci saranno i giornalisti a rivelarlo»: ha scritto negli sms che il parroco sotto processo ha inviato al vescovo. Don Euro raccoglieva soldi per beneficenza, così sosteneva, da tutti, anche dalle cooperative dei cavatori di Carrara che per dieci anni, convinte che le elargizioni finissero davvero ai bisognosi e non per soddisfare le sue manie sessuali. Non si faceva mancare nulla il prete nato a Vecchiano nel 1961 e per molti anni parroco a Carrara, Fosdinovo, Massa. E ad una agenzia di autonoleggio nell’arco di nove anni, dal 2006 al 2015 aveva pagato ben 373mila euro per affittare la limousine con autista per recarsi agli incontri a luci rosse con escort gay spacciandosi per un professionista di alto bordo. IL SUO PATRIMONIO, annotano i giudici di Genova, si è incrementato negli anni: nel 2001 possedeva in banca 500mila euro, nel 2002 700mila, nel 2004 850mila e nel 2010 un milione e 500 milioni di euro. E in dieci anni è stato accertato che ha speso 790mila euro per i suoi vizi. E voleva dal vescovo anche una polizza assicurativa per incrementare la sua pensione. In una intercettazione telefonica captata il 5 aprile 2016 don Morini spiega a monsignor Santucci il suo intento di trarre in inganno il medico legale dell’assicurazione: «ci vuole poco, mi hanno detto che a tanti danno il 100, perché dipende dal vescovo, il vescovo fa... uno dice, non ce la fa a stere in piedi e ha bisogno dell’assistenza, così per via della depressione e degli sbandamenti». E ancora la minaccia, sempre nei confronti del vescovo, di inviare un dossier al papa, evidenziata sempre dai giudici genovesi: «Io sono a conoscenza di tante cose che mi schifano di questa diocesi, faccio i nomi dei preti e li mando in busta riservata al Santo Padre così sapranno in modo riservato il Papa e per conoscenza alla magistratura e ai giornalisti...».


la NAZIONE Toscana 14/10/2018

Anonimo - inviato in data 14/10/2018 alle ore 11.01.39 -
 
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view post Posted on 15/10/2018, 09:03

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Il dossier che fa tremare la diocesi di Massa Carrara


I 37 preti coinvolti nei “giri” di don Morini

donEuro

http://iltirreno.gelocal.it/regione/toscan...uria-1.17352138

In 37 coinvolti nei “giri” di don Euro. C’è un dossier scottante sulla Curia
Massa, le intercettazioni fra don Morini e il vescovo: «Il documento più importante non l’hanno preso. È nascosto a Forte»
di Alessandra Vivoli

14 ottobre 2018

MASSA. Un giro “sporco” enorme. Con altre 37 persone coinvolte. E ci sarebbero documenti “compromettenti” a dimostrarlo. Documenti che metterebbero in imbarazzo il vescovo di Massa Carrara e Pontremoli e tutta la curia. E la Chiesa romana. Si amplia lo scandalo di Don Euro (al secolo Luca Morini), l’ex parroco originario di Pontasserchio, a processo per le truffe ai parrocchiani e le spese pazze (coi soldi dei fedeli) per festini a luci rosse con una schiera di escort gay.

Il vescovo Giovanni Santucci parla attraverso il suo avvocato, il professor Adriano Martini, il quale sostiene, al contrario che documenti scottanti non esistono. Ma nel verbale del tribunale di Genova, quello che ha fatto scattare la confisca del tesoretto di don Euro, si parla dei documenti: «catalogati - dice al vescovo lo stesso Morini - che riguardano 37 persone e che sono conservati a Forte dei Marmi».

Quel dossier “imbarazzante” per la diocesi apuana, esisterebbe. E alcuni documenti sono stati trovati durante una delle ultime perquisizioni a casa di Morini. Documenti con cui don Euro avrebbe tenuto sotto ricatto il vescovo estorcendogli somme di denaro sempre più consistenti.

L’esistenza del dossier è svelata nelle 55 pagine di verbale che ha fatto scattare la confisca dei beni a carico dello stesso Morini (il provvedimento è firmato dalla presidente del tribunale di Genova Marina Orsini). Di quei famosi documenti si parla in diversi passaggi, anche attraverso la trascrizione di conversazioni telefoniche fra Morini e il vescovo.

È il 4 maggio del 2016 . Sono le 17 e 44. Morini chiede nuovamente soldi al vescovo e quest’ultimo legge quello che si è appuntato riguardo a ciò che gli aveva fino a allora dato. Ricordando che solo ad aprile gli aveva dato 4.150 euro, a marzo 5.339 euro, a febbraio 1.590: oltre diecimila euro in tre mesi.

Morini ricorda al vescovo «di dire ai preti di avere rispetto di lui visto che le denunce che può fare non sono dimenticate» (così è scritto nel verbale.

La circostanza che effettivamente Morini sostenga di avere in mano documenti tali da poter continuare l’estorsione nei confronti di Santucci, già effettuata, trova conferma nelle perquisizioni domiciliari disposte che permettono - scrivono gli inquirenti - «da un lato di trovare alcuni documenti che confermano la dazione di denaro da parte del vescovo al Morini e questo nonostante Morini, come del resto afferma in una conversazione con la sorella, fosse stato assai attento a non lasciare tracce documentali, tanto da ricevere di regola contanti e non bonifici o assegni. Dall’altro di avere conferma del fatto che Morini conservasse documenti imbarazzanti per la curia».

Poi ci sono le conversazioni telefoniche, gli sms inviati dal Morini in occasione delle perquisizioni. Messaggini in cui Morini fa continui riferimenti a documenti ancor più imbarazzanti conservati altrove. Ad esempio viene trascritto l’sms delle 11,26 del 1° luglio 2016. Morini scrive al vescovo: «Venga stanno vedendo tutto i documenti». Un altro sms lo stesso giorno alle 15,36. È sempre Morini a scrivere al vescovo: «Qui le cose non vanno, stanno rovistando su contabilità parrocchiale Fossone e indietro. Ci sono tutti i problemi che conosce veda un po’, qui si esce». Poche ore più tardi (sms delle 17,09 dello stesso 1° luglio 2016) Morini scrive al vescovo di premere sul procuratore per interrompere la perquisizione: «Chiami il procuratore».

Vi sono poi una serie di conversazioni fra Morini e il vescovo (il giorno è sempre il 1° luglio). In tutte il vescovo Santucci consiglia Morini di rispondere in maniera evasiva sui documenti rinvenuti e Morini nell’ultima (delle 20, 10) assicura nuovamente il vescovo che «non c’era la cosa più importante». Ed il vescovo risponde «Menomale!» Sono i documenti «compromettenti- dice don Euro - io ce l’ho al Forte che... con una signora che ha la chiave in una banca».

E quindi nuovamente Morini torna a minacciare il vescovo «che se la cosa andrà avanti denuncerò tutti e parlerò dei preti». Tale circostanza è confermata anche dall’ascolto delle successive conversazioni tra i due che - così è scritto nel verbale - «non è il caso di portare nella loro interezza. Si parla di documenti tutti catalogati che riguardano 37 persone».
 
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view post Posted on 16/10/2018, 10:53

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http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/...euro-1.17355956

Le accuse a Don Euro: «Dopo la benedizione ci chiese 20mila euro»
Nelle intercettazioni anche la rabbia del parroco verso il suo principale accusatore. Le accuse ai colleghi preti: «Fanno tutti i moralisti, ma solo perché sto zitto»
di Alessandra Vivoli

CASO DON EURO

15 ottobre 2018

MASSA. Un fascicolo di oltre 500 pagine. Dove viene ricostruita, con tutti i particolari, la vicenda di don Euro: dai festini gay alle truffe, fino all’estorsione nei confronti del vescovo.

Emergono nuovi particolari, quelli che i parrocchiani (quando Morini era ancora sacerdote) hanno raccontato ai carabinieri nell’ambito dell’inchiesta dove sono stati sentiti come testimoni. E emerge la rabbia di Morini contro gli altri parroci: «hanno fatto peggio di me».

A parlare – il 18 febbraio del 2016 – con i carabinieri è una parrocchiana di Fossone. «Ho conosciuto don Luca Morini da 5-6 anni, come parroco ha sostituito don Antonio che ormai era anziano e malato. Don Luca Morini era molto chiacchierato nella frazione di Avenza in quanto si diceva che era sua abitudine andare a rastrellare denaro dagli anziani per poi spenderli per fare la bella vita. Mi è stato detto che alcune donne che facevano le pulizie presso l’abitazione del parroco, avevano rinvenuto ciabattine griffate con il nome di un hotel che era poi emerso essere un albergo extralusso della Sardegna dove si spendeva 350 euro a notte».

È la stessa parrocchiana di Fossone a raccontare un episodio particolare. «Una volta, dieci anni fa, nel periodo pasquale don Morini si è presentato presso la mia famiglia. Ha chiesto a mio padre, che era un imprenditore di import e export del lapideo, se gli poteva fare il favore di emettere fatture a suo nome per 20mila euro. Quando mio padre insisteva nel chiederli perché, e il motivo dell’emissione, si alterava e se ne andava».

Il 21 marzo 2016 Luca Morini parla col vescovo. Parte all’attacco con un linguaggio denso di epiteti e accusa la Curia di aver creduto alle accuse dell’uomo che lo ha denunciato (Francesco Mangiacapra). Al vescovo che accenna solo timide risposte don Morini replica accusando di malefatte, sia nel campo dell’illecita appropriazione di denaro sia nell’ambito di rapporti che riguardano la sfera intima, altri prelati facendo anche i loro nomi.

Nel corso della telefonata non nega di aver avuto rapporti con Mangiacapra, ma si arrabbia perché erano state pubblicate foto che dovevano rimanere segrete e attinenti alla sua vita privata.

Don Morini: «E la curia sta a sentire uno che offende, che fa la tr... di professione a Napoli... E l’hanno trovato il sistema, è tutta una cosa costruita da mascalzoni perché io so tante cose e ho saputo di passaggi di monete molto grossi fra Lucca e Massa... Comincio da Don Coso. . ne prendo uno poi cominciamo da Castelnuovo Garfagnana e andiamo giù, vedrà cosa succede»

«È che questi fanno tutti i moralisti, perché io sto zitto, perché io ho tollerato tutta questa vicenda, mi hanno infangato fino alla punta dei capelli».

Monsignor Santucci: «Non serve questo modo di ragionare! ».

Don Morini: «Ce n’è una valanga di preti, una valanga in Italia ma, anche in passato, non fu fatto questo sciacallaggio né da parte dei preti né da parte del coso».

Don Euro, le tappe dell'inchiesta sul prete che dilapidava i soldi dei fedeli in escort e lusso
Secondo la Procura di Massa sperperava i soldi dei fedeli in escort gay, droga, spa, alberghi di lusso, gioielli, ristoranti stellati. Sul conto di Don Luca Morini, passato alle cronace come "Don Euro", sono stati sequestrati 700mila euro, più altri 150mila in diamanti. Andrà a processo per tentata truffa e appropriazione indebita il 13 giugno 2018. Ecco la ricostruzione delle tappe della vicenda - L'ARTICOLO: a processo pure il vescovo
 
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view post Posted on 17/10/2018, 12:00

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http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/...suno-1.17359986

«Io non chiedo perdono a nessuno»
Così Luca Morini al vescovo: «Non ho rubato». E spuntano le minacce di rivelazioni su un ex sindaco e un ex monsignore
di Alessandra Vivoli

16 ottobre 2018

MASSA

Il 16 novembre del 2016 (lo scandalo del prete a luci rosse, con tanto di servizio sulle Iene, è scoppiato ormai da mesi, dal febbraio dello stesso anno) il vescovo Giovanni Santucci al telefono dice Luca Morini se ha chiesto persone che sono rimaste offese: «Non devo chiedere perdono a nessuno perché non ho rubato niente a nessuno».

Nessun bisogno di chiedere perdono, ma un impellente necessità di È un altro dei risvolti che emergono dalle 553 pagine di carte relative all’indagine sull’ex parroco Luca Morini, che il prossimo 28 novembre in tribunale a Massa dovrà difendersi dall’accusa di aver usato i soldi dei fedeli per i suoi viaggi e i festini con gli escort gay. Ma anche per truffa, estorsione e sostituzione di persona.

Nella stessa telefonata, quella in cui Luca Morini risponde al vescovo di non dover chiedere perdono a nessuno, l’ex parroco parla di capelli. E di tintura.

Morini: «Sono in casa da quindici giorni, da quando mi sono fatto i capelli e ho da rifarli».

È un rapporto con il vescovo, quello di Luca Morini «connotato da una sostanziale ambiguità». Così si legge nei faldoni della procura fatti di continue richieste di «decreti di proroga di intercettazioni».

«Da un lato Morini assume il ruolo del prevaricatore, del sopraffattore, imponendo al prelato nuove elargizioni di denaro dietro la minaccia di pesanti rivelazioni su contegno di altri religioso. Dall’altro veste i panni della vittima, dall’uomo afflitto da condizioni di salute avverse oltre che dalla persecuzione degli inquirenti».

Nella telefonata del 19 ottobre del 2016 Luca Morini parla con la sorella e quando questa le prospetta il defilarsi del vescovo rispetto all’obiettivo di tutelarlo Morini risponde: «Io l’ho minacciato in tutte le maniere! »

Siamo nell’ottobre del 2016. Il vescovo ha riferito a Morini di aver parlato col procuratore. Morini insiste affinché Santucci ottenga il risultato dell’archiviazione dell’indagine.

E a questo punto, nel corso di una conversazione telefonica del 13 ottobre 2016 arrivano nuove minacce. Su un ex sindaco e su un ex monsignore. Morini:«Ho le carte in mano, devo essere protetto dinanzi all’Autorità giudiziaria e davanti alla Congregazione». Morini, così si legge nelle carte della Procura, prospetta per il Clero «gravi conseguenze e rivelazioni scandalose».

L’ex parroco si sente un perseguitato: «Stanno attentando a me con tutto quello che è successo a Pisa ma da tantissime parti, hanno affossato, abbuiato tutto e ora stanno cercando di riattizzare anche il processo canonico». —
 
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view post Posted on 29/11/2018, 13:58

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Manca la querela della Curia contro il suo stesso vescovo...

don-euro-don-luigi-morini-941129

https://www.lanazione.it/massa-carrara/cro...tucci-1.4318433


Caso Don Euro, manca la querela e il vescovo viene prosciolto
Il religioso esce dal processo contro l'ex parroco Luca Morini, soprannominato don Euro dai fedeli, accusato di aver utilizzato elemosine e donazioni a scopi personali

Ultimo aggiornamento il 28 novembre 2018 alle 17:03

Massa Carrara, 28 novembre 2018 - Non luogo a procedere per mancanza di querela per il vescovo di Massa Carrara e Pontremoli, mons. Giovanni Santucci, che esce così dal processo a Massa (Massa Carrara) nato nell'ambito del procedimento contro l'ex parroco Gianluca Morini, soprannominato don Euro dai fedeli perché avrebbe utilizzato elemosine e donazioni a scopi personali, da incontri con escort a viaggi, alberghi e cene di lusso.

Mons. Santucci era accusato di tentata truffa e appropriazione indebita, reati per i quali la nuova normativa richiede la querela di parte, assente nel caso del vescovo a cui la procura contestava un prelievo di 1.000 euro dal fondo della Fondazione Pie Legati per Morini «senza alcuna spiegazione» e l'aver fatto pressione su un'assicurazione per aumentare il punteggio di invalidità sempre in favore di don Euro.

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All'uscita dal tribunale, l'avvocato del vescovo, Adriano Martini, non ha nascosto la soddisfazione per il proscioglimento del suo assistito, anche se ha dichiarato che il vescovo avrebbe preferito essere assolto al termine del processo. «Non è stata proposta querela da nessuno dei due soggetti che ne avevano facoltà, la Curia e la diocesi - ha detto Martini -; entrambi hanno dichiarato di non ritenere necessario proporla in quanto considerano l'operato del vescovo assolutamente conforme ai principi del diritto canonico. Quindi non c'è semplicemente una mancanza di querela, ma una dichiarazione espressa di condivisione dei comportamenti del vescovo. Avremo preferito che il giudizio si risolvesse con una sentenza assolutoria di merito - conclude - ma la mancanza di querela impedisce all'imputato di formulare una scelta, non è come la prescrizione che si può rifiutare o accettare. Se non c'è querela il giudice penale non può giudicare. Ne abbiamo dovuto prendere atto». Per Morini e per un ex parroco, Emiliano Colombo, accusato di aver aiutato don Euro a nascondere soldi sul suo conto, il processo prosegue: nuova udienza il 12 giugno 2019.
 
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view post Posted on 25/5/2019, 08:09

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Nessuna denuncia per truffa dai raggirati. Solo un escort lo querela

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https://www.ilsussidiario.net/news/don-eur...cadute/1886854/

Don Euro: processo a rischio/ Luca Morini, solo una querela: accuse truffa cadute
24.05.2019 - Emanuela Longo
Processo Don Euro a rischio: contro l’ex parrocco Luca Morini solo una querela. Nessuno dei parrocchiani lo ha denunciato per truffa
don euro luca morini 2018 storie italiane
Processo don Euro (Storie Italiane)
Novità in arrivo in merito a Luca Morini, l’ex prete soprannominato “Don Euro” per il suo emblematico e controverso stile di vita all’insegna di hotel di lusso, escort e cocaina. Ad occuparsi del caso era stata anche la trasmissione Le Iene con un servizio realizzato da Nina Palmieri. La procura di Massa attendeva di ricevere numerose denunce da parte dei fedeli per truffa e due casi di appropriazione indebita ma a quanto pare ciò non è accaduto. Secondo l’accusa iniziale, rammenta proprio il sito de Le Iene, Don Euro avrebbe sottratto soldi ai suoi parrocchiani in diverse occasioni e varie modalità. Dalle classiche offerte, passando per le richieste esplicite di denaro per assoluzioni e battesimi fino ad arrivare a spacciare una tanica di acqua benedetta come proveniente da Medjugorje, con la quale andava in giro per i vari paesi della provincia di Massa, chiedendo soldi ai fedeli. In tal senso però non ci sarebbero state denunce e come spiega anche Il Tirreno, dal momento che la situazione è questa il processo fissato presso il tribunale di Massa il prossimo 12 giugno rischia di saltare portando così solo ai reati procedibili d’ufficio.

DON EURO: PROCESSO A RISCHIO? NESSUNA DENUNCIA PER TRUFFA
L’unico reato che risulta ad oggi ancora contestabile a Don Euro resta quello di sostituzione di persona. Il riferimento è a quanto accaduto durante i suoi viaggi di lusso quando don Luca Morini avrebbe usato una falsa identità. A denunciare l’ex parroco sarebbe solo un escort. Il tribunale di Genova, ricordano ancora Le Iene, aveva confiscato beni pari a 700mila euro riconducibili all’ex prete e nel corso delle indagini aveva individuato ben 30 parti offese – tra parrocchiani e imprenditori – che però non hanno sporto denuncia. Per questo l’intero impianto accusatorio contro Don Euro si sarebbe sgonfiato e con esso sarebbe crollato anche il rischio di un processo a suo carico per le accuse di truffa. Staremo a vedere cosa accadrà il prossimo giugno, in concomitanza con la prima udienza in programma.
 
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view post Posted on 13/6/2019, 08:29

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Ma sapeva bene far quattrini per i suoi vizi: 5 milioni di € sui suoi conti in 10 anni

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https://firenze.repubblica.it/cronaca/2019...roco-228624589/

Massa, processo a "Don Euro": chiesta l'infermità mentale per l'ex parroco
Il maresciallo dei carabinieri sentito come teste: "In 10 anni abbiamo documentato un flusso di denaro dal suo conto pari a circa 5 milioni di euro"

di ANDREA BULLERI

12 giugno 2019
Massa, processo a "Don Euro": chiesta l'infermità mentale per l'ex parroco
Una perizia psicologica per dimostrare "l'incapacità d'intendere e di volere" di Luca Morini, l'ex parroco noto alle cronache come "Don euro". È quanto ha chiesto la difesa dell'ex sacerdote nella prima udienza del processo che si è tenuta oggi, mercoledì 12 giugno, al tribunale di Massa. L'uomo, 51 anni, è accusato di estorsione, autoriciclaggio, detenzione e cessione di stupefacente e sostituzione di persona. Non si procederà invece per truffa, visto che i fedeli – il cui denaro sarebbe stato utilizzato per le spese pazze dell'allora parroco della diocesi di Massa Carrara e Pontremoli – non hanno sporto querela.

Al processo si sono costituite come parti civili quattro giovani escort, con le quali Morini aveva intrattenuto rapporti fingendosi un facoltoso magistrato. Una vita nel lusso più sfrenato, quella di "Don Euro", fatta di hotel a cinque stelle, cene, viaggi, trattamenti estetici in spa costose e grande disponibilità di contanti, fino a 8 mila euro per le spese quotidiane. Soldi che però sarebbero arrivati dalle donazioni dei parrocchiani.

Morini "chiedeva somme di denaro alle famiglie per aiutare bambini gravemente malati che avevano bisogno di cure costose cure", ha affermato durante l'udienza il maresciallo dei carabinieri Alessandro Schiffini, sentito come testimone. "Sistematicamente a Pasqua e Natale mandava alcuni suoi fidati a ritirare donazioni in denaro di aziende e industriali, specie del marmo, che consegnavano assegni o contante che poi lui utilizzava per sé", ha aggiunto. Inoltre sempre secondo il teste risulterebbe una ingente donazione arrivata dal Comune di Carrara per rifare il campo da calcio di una parrocchia, lavori però mai eseguiti. "In 10 anni – ha detto il maresciallo – abbiamo documentato un flusso di denaro dal suo conto pari a circa 5 milioni di euro".

L'ex parroco, che un anno fa è stato esonerato dagli obblighi sacerdotali dal Vaticano, è inoltre accusato di estorsione nei confronti del vescovo Giovanni Santucci (anche lui rinviato a giudizio): si sarebbe fatto dare altro denaro minacciando di rivelare un presunto dossier su scandali sessuali che avrebbero riguardato religiosi di Massa Carrara. Ma non è tutto: secondo quanto riferito in aula dal maresciallo dei carabinieri, dopo l'esplosione dello scandalo Morini sarebbe andato a vivere in un appartamento a Marina di Massa aquistato per lui dalla diocesi, con utenze intestate alla Curia e la domestica pagata dal vescovo.
 
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view post Posted on 1/7/2019, 21:24

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CRONACA
Gli escort di don Euro chiedono alloggio al vescovo

lunedì, 1 luglio 2019, 15:00

Alcuni di loro sono stati convocati per il 17 luglio, data della seconda udienza del processo contro Luca Morini, l'ex prete conosciuto come Don Euro che per anni ha condotto una doppia vita di lussi e vizi sfruttando la beneficienza fatta dai fedeli alla chiesa, altri, invece, verranno per la terza udienza fissata per il 4 settembre. Tutti insieme però, gli escort di Don Euro, cioè alcuni dei moltissimi ragazzi ai quali Don Morini si rivolgeva per avere prestazioni sessuali e compagnia, a pagamento, hanno deciso di scuotere un po' la comunità cattolica locale e soprattutto il vescovo della diocesi di Massa Carrara e Pontremoli, Giovanni Santucci, per sottolineare la sua costante e mai motivata scelta di proteggere sempre e comunque le moltissime malefatte di cui si è macchiato il suo diretto sottoposto, delle quali, nella maggior parte dei casi, era perfettamente al corrente. La richiesta non fa una piega: data la magnanimità con la quale il vescovo ha sempre offerto aiuti di ogni genere a Morini, sia con, sia senza il don davanti – hanno fatto sapere gli escort a cominciare da Francesco Mangiacapra, l'avvocato e scrittore napoletano che per primo rivelò la doppia vita di Morini – è congruente chiedere al vescovo di sollevarli dall'onere del costo di un alloggio – inevitabile perché tutti residenti in città molto distanti da Massa – per il tempo necessario a rendere la propria testimonianza nel processo a una figura, che già la chiesa stessa ha ritenuto necessario allontanare da sé.La legge, infatti, prevede per i testimoni l'obbligo di presentarsi in tribunale a rendere la loro testimonianza e per tale obbligo riconosce il rimborso delle spese del viaggio, ma non contempla l'eventualità che il luogo in cui si trova il tribunale sia talmente distante dal luogo di residenza del testimone, da imporre il soggiorno di una notte fuori casa, che rimane a carico del testimone stesso.

Insomma: dopo aver aiutato per anni Don Euro che truffava i fedeli facendo leva sul loro sentimento religioso, perché non aiutare adesso quelli che, una volta scoperta la vera identità dell'ex prete, non hanno esitato a denunciarlo alla chiesa e alle istituzioni contribuendo, con il loro coraggioso gesto, a porre fine ad un sacerdozio fondato sull'insulto dei fondamenti cristiani? Il vescovo che ha comprato addirittura una villetta da oltre duecentomila euro per rispondere ai capricci di Don Euro, che trovava inadatto per lui l'alloggio a Casa Faci, struttura simil-alberghiera riservata a religiosi che si trova a Marina di Massa, teoricamente non dovrebbe avere molti problemi ad offrire una camera per una notte a ciascuno degli escort che verranno a testimoniare contro Don Euro: cioè a coloro che faranno il loro dovere di cittadini, avendo reso, peraltro anche un grande servizio alla chiesa con la denuncia della vera condotta morale dell'ex prete. Una provocazione, certo, ma con una riflessione di fondo molto acuta, che riaccende i riflettori sulle troppe taciute incongruenze della chiesa e sulla sua incapacità di prendere davvero le distanze da quelli, dei suoi membri, che mostrano di infangare il nome e i valori di tutta l'istituzione. Una provocazione ma anche una richiesta oggettiva, come ha precisato Francesco Mangiacapra: "Vorrei che il vescovo venisse veramente interpellato in merito alla possibilità di offrire ai testimoni ospitalità per la loro partecipazione al processo in una residenza della Curia. La domanda è seria e reale e confido in una risposta."Don Euro vive comodamente in quella villetta da anni ormai. Fino al febbraio di un anno fa, senza neppur aver dovuto spendere un euro di utenze di ogni genere, perché tutto a carico della Curia di Massa. Dopo l'espulsione dalla chiesa, la sua residenza non è mutata e per quanto la Curia abbia sostenuto che gli è stato imposto un affitto, la cui entità non è mai stata rivelata, continua a non essere chiaro con quali soldi Morini onori i suoi debiti, non avendo lui un lavoro e non potendo attingere al suo faraonico conto in banca di oltre ottocentomila euro di provenienza ancora non chiarita, che sono stati posti sotto sequestro dal tribunale di Genova.

 
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view post Posted on 1/7/2019, 21:27

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E coi 5 milioni di € incassati in 10 anni chiede l'infermità mentale

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CRONACA
Gli escort di don Euro chiedono alloggio al vescovo

lunedì, 1 luglio 2019, 15:00

Alcuni di loro sono stati convocati per il 17 luglio, data della seconda udienza del processo contro Luca Morini, l'ex prete conosciuto come Don Euro che per anni ha condotto una doppia vita di lussi e vizi sfruttando la beneficienza fatta dai fedeli alla chiesa, altri, invece, verranno per la terza udienza fissata per il 4 settembre. Tutti insieme però, gli escort di Don Euro, cioè alcuni dei moltissimi ragazzi ai quali Don Morini si rivolgeva per avere prestazioni sessuali e compagnia, a pagamento, hanno deciso di scuotere un po' la comunità cattolica locale e soprattutto il vescovo della diocesi di Massa Carrara e Pontremoli, Giovanni Santucci, per sottolineare la sua costante e mai motivata scelta di proteggere sempre e comunque le moltissime malefatte di cui si è macchiato il suo diretto sottoposto, delle quali, nella maggior parte dei casi, era perfettamente al corrente. La richiesta non fa una piega: data la magnanimità con la quale il vescovo ha sempre offerto aiuti di ogni genere a Morini, sia con, sia senza il don davanti – hanno fatto sapere gli escort a cominciare da Francesco Mangiacapra, l'avvocato e scrittore napoletano che per primo rivelò la doppia vita di Morini – è congruente chiedere al vescovo di sollevarli dall'onere del costo di un alloggio – inevitabile perché tutti residenti in città molto distanti da Massa – per il tempo necessario a rendere la propria testimonianza nel processo a una figura, che già la chiesa stessa ha ritenuto necessario allontanare da sé.La legge, infatti, prevede per i testimoni l'obbligo di presentarsi in tribunale a rendere la loro testimonianza e per tale obbligo riconosce il rimborso delle spese del viaggio, ma non contempla l'eventualità che il luogo in cui si trova il tribunale sia talmente distante dal luogo di residenza del testimone, da imporre il soggiorno di una notte fuori casa, che rimane a carico del testimone stesso.

Insomma: dopo aver aiutato per anni Don Euro che truffava i fedeli facendo leva sul loro sentimento religioso, perché non aiutare adesso quelli che, una volta scoperta la vera identità dell'ex prete, non hanno esitato a denunciarlo alla chiesa e alle istituzioni contribuendo, con il loro coraggioso gesto, a porre fine ad un sacerdozio fondato sull'insulto dei fondamenti cristiani? Il vescovo che ha comprato addirittura una villetta da oltre duecentomila euro per rispondere ai capricci di Don Euro, che trovava inadatto per lui l'alloggio a Casa Faci, struttura simil-alberghiera riservata a religiosi che si trova a Marina di Massa, teoricamente non dovrebbe avere molti problemi ad offrire una camera per una notte a ciascuno degli escort che verranno a testimoniare contro Don Euro: cioè a coloro che faranno il loro dovere di cittadini, avendo reso, peraltro anche un grande servizio alla chiesa con la denuncia della vera condotta morale dell'ex prete. Una provocazione, certo, ma con una riflessione di fondo molto acuta, che riaccende i riflettori sulle troppe taciute incongruenze della chiesa e sulla sua incapacità di prendere davvero le distanze da quelli, dei suoi membri, che mostrano di infangare il nome e i valori di tutta l'istituzione. Una provocazione ma anche una richiesta oggettiva, come ha precisato Francesco Mangiacapra: "Vorrei che il vescovo venisse veramente interpellato in merito alla possibilità di offrire ai testimoni ospitalità per la loro partecipazione al processo in una residenza della Curia. La domanda è seria e reale e confido in una risposta."Don Euro vive comodamente in quella villetta da anni ormai. Fino al febbraio di un anno fa, senza neppur aver dovuto spendere un euro di utenze di ogni genere, perché tutto a carico della Curia di Massa. Dopo l'espulsione dalla chiesa, la sua residenza non è mutata e per quanto la Curia abbia sostenuto che gli è stato imposto un affitto, la cui entità non è mai stata rivelata, continua a non essere chiaro con quali soldi Morini onori i suoi debiti, non avendo lui un lavoro e non potendo attingere al suo faraonico conto in banca di oltre ottocentomila euro di provenienza ancora non chiarita, che sono stati posti sotto sequestro dal tribunale di Genova.
 
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Il prete tutto sesso, escort e cocaina aveva chiesto l'infermità mentale

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Don Euro, giudice va in maternità: processo si rifà da capo 06 novembre 2019 20:10CronacaMassa FacebookTwitterWhatsAppE-mail Il processo a don Luca Morini, detto don Euro, ex parroco imputato a Massa di estorsione, autoriciclaggio, detenzione, cessione di droga e sostituzione di persona, è da rifare perché un giudice del collegio va in maternità. La decisione comunicata stamani in tribunale, la magistrata che va in maternità dovrà essere sostituita fin dalla prossima udienza, fissata il 5 dicembre, ma poi dovranno essere riascoltati tutti i testimoni che in questi mesi erano comparsi in aula. Tra questi i carabinieri che avevano seguito le indagini e gli 'escort', costituitisi parte civile, con cui Morini aveva intrattenuto rapporti fingendosi facoltoso magistrato. Don Euro finì in uno scandalo per frequentazioni a luci rosse, cene, viaggi, costose spa, ampia disponibilità di denaro e un tenore di vita lontano da quello consono a un parroco. E' imputato di estorsione per aver costretto a cedergli denaro il vescovo Giovanni Santucci.
 
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view post Posted on 6/2/2020, 10:15

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Il prete tutto escort e cocaina vive nella casa della diocesi con donna di servizio. Ogni 15 giorni una busta col denaro

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CRONACA
Senza vergogna: don Euro ancora mantenuto dalla Curia

mercoledì, 5 febbraio 2020, 22:36

di vinicia tesconi

Lo si era sempre sospettato ma, la Curia di Massa, trincerata dietro il suo monolitico silenzio, aveva sempre glissato sulla domanda: “Perché Luca Morini, meglio noto come Don Euro, ridotto allo stato laicale da due anni, vive ancora nella villetta che la Curia aveva comperato per lui?” alla quale, poi, faceva da corollario la seconda domanda ugualmente inevasa: “Essendo stato sequestrato l’ingente patrimonio - circa 850 mila euro tra denaro e diamanti - trovato sul conto dell’ex prete con il vizio di viaggi e accompagnatori di lusso, e non avendo quest’ultimo alcun impiego, in quale modo Don Euro si mantiene e paga alla Curia l’affitto per la villetta in cui tuttora risiede?”.

I dubbi sono stati sciolti nell’udienza di oggi pomeriggio del processo contro Luca Morini. La verità è emersa dalla testimonianza di Davide Pinelli, segretario del vescovo Giovanni Santucci che ha confermato di avere da anni l’incarico di portare, ogni quindici giorni, una busta con il denaro per le spese correnti a Morini nell'abitazione di proprietà della Curia in cui l’ex prete risiede a tutt’oggi, nonostante siano ormai quasi due anni che è stato espulso dalla chiesa e ridotto allo stato laicale.

Pinelli ha confermato che la villetta a schiera situata in via Taffaria a Marina di Massa è stata comprata dal vescovo – che ha firmato il contratto di compravendita – appositamente per soddisfare le richieste di Morini, allora ancora prete, ma già sospeso a divinis a causa dell’esplosione dello scandalo che lo vedeva protagonista su tutte le testate giornalistiche nazionali.

Dalla testimonianza di Pinelli è emerso che non solo l’uso della casa è concesso dalla Curia a Morini, ma che la stessa, per mezzo del Pinelli, provvede anche a pagare le donne di servizio che si sono alternate in questi anni presso l’abitazione dell’ex prete.

“Sapevo che Morini era stato messo in quiescenza per un malattia, ma non ricordo quale – ha testimoniato Pinelli – So che ancora oggi c’è uno stretto rapporto telefonico tra il vescovo e Morini. A volte ho assistito a loro telefonate. Non ho mai assistito a incontri avvenuti in Curia.”.

Pinelli ha dichiarato di non aver mai sentito di persone che si erano recate in Curia a lamentarsi per il comportamento anomalo di Morini – il nomignolo Don Euro veniva proprio dalla sua continua richiesta di denaro ai parrocchiani per non precisate né mai riscontrate opere di carità - e di aver saputo della doppia vita di Morini solo dai giornali. Incalzato dal pubblico ministero, Alessandra Conforti, Pinelli ha dovuto ammettere che l’incarico di far visita a Morini con la busta ogni due settimane per ordine del vescovo, è una pratica mai riservata a nessun altro prete prima, così come ha dovuto confermare che nella sua lunghissima esperienza di segretario del vescovo non aveva riscontrato altri casi di villette comprate dalla Curia per dei preti in quiescenza oltre a quella comprata per Morini.

Non meno pungenti le domande poste dal giudice Ermanno De Mattia che hanno portato Pinelli a confermare l’almeno apparente stato di ottima salute di cui gode attualmente il Morini.

Ma le rivelazioni shoccanti nell’udienza odierna del processo a Don Euro non sono state solo quelle del segretario del vescovo.

Sul banco dei testimoni è salito per primo un giovane napoletano, L.A., che ha confermato, se pur in una sequela di “non ricordo” contraddetti puntualmente dalla lettura delle sue stesse dichiarazioni rilasciate ai carabinieri in fase si indagini, di aver passato un lungo week-end con Morini, che si era spacciato per facoltoso chirurgo, all’hotel Atlantic di Riccione all’inizio del 2016, quando cioè lo scandalo su Don Euro era già scoppiato e le indagini erano in corso.

Il copione di Don Euro, sempre lo stesso: il contatto e l’invito alla vacanza offerta dal Morini avvenuto attraverso siti di incontri che il giovane napoletano ha detto di frequentare per cercare compagnia. Confermata anche l’intenzione di Morini di instaurare una relazione sentimentale con il giovane che non avrebbe accettato la proposta “Ci siamo incontrati per conoscerci. Dormivamo nella stessa camera, ma non abbiamo avuto rapporti sessuali. Dopo ci siamo sentiti diverse volte al telefono poi quando ho scoperto dal servizio delle Iene la sua vera identità, non l’ho sentito più.” ha detto il giovane che ancora, dopo i riscontri, forniti dalla dottoressa Conforti, delle sue dichiarazioni ai carabinieri ha dovuto confermare che Morini gli aveva promesso aiuto per i suoi studi di economia e gli aveva anche confidato di aver avuto problemi con un precedente fidanzato che faceva uso di cocaina.

Di seguito al giovane napoletano hanno testimoniato tre prelati che in diverse situazioni hanno conosciuto Morini e che hanno tutti riferito la stessa circostanza: ad ognuno di loro Morini chiese - e ottenne - soldi.

Il primo a testimoniare è stato Don Giuseppe Cipollini, prete di 83 anni che conobbe Morini già ai tempi del seminario: “Tra il 1995 e il 2000, Morini, in più occasioni mi chiese soldi sostenendo di essere in difficoltà per l’assistenza a suo padre. All’epoca io ero presidente della Caritas e, dietro richiesta ufficiale, gli consegnai circa 600 mila lire prese dal fondo dell’associazione. Lo ritrovai nel 2015 e di nuovo mi chiese soldi parlando di un debito pregresso e io, credendo fosse vero, glieli diedi di tasca mia. Subito dopo scoppiò lo scandalo su di lui e non gli diedi più nulla anche se per un po’ continuò a mandarmi messaggi chiedendo altri soldi. In quel momento venne da me anche una signora di Carrara che era infuriata perché gli aveva prestato soldi e li rivoleva indietro e voleva sapere dove trovarlo. Se avessi saputo che era ricco non gli avrei dato nulla.”

Settemila e cinquecento sono invece gli euro che Morini è riuscito a spillare a Don Gianfranco Martini, prete di Spezia e responsabile di due comunità di recupero per tossicodipendenti. A lui si è rivolto direttamente il vescovo Santucci per chiedergli di aiutare Morini in percorso di recupero: “Il vescovo Santucci mi chiese di aiutarlo a riprendere il suo ruolo. All’inizio non avevo capito il vero motivo per cui Morini era venuto a Spezia, ma presto compresi che era difficile recuperarlo perché non aveva alcuna intenzione di impegnarsi in un percorso. La prima cosa che fece fu chiedere soldi. Mi disse che aveva un debito di 15 mila euro con la sorella che gli aveva fatto un prestito di nascosto al marito e che aveva bisogno di rientrare dei suoi soldi. Gli ho dato tre assegni presi dalla cassa dell’associazione che dirigo e che prevede l’impiego dei solfi per dare aiuto a qualcuno. Ho dato prima duemila, poi cinquemila e poi cinquecento euro sperando di riuscire a convincerlo a parlare ma non è mai stato possibile. Lui era molto insistente solo coi soldi. Ovviamente io credevo si trattasse di un prestito, ma i soldi indietro non li ho mai più avuti. Di questo ho informato il vescovo Santucci.”.

Storia assai simile quella raccontata da Don Piero Malvaldi, parroco di Forte dei Marmi, con degli inquietanti dubbi in più: anche Don Malvaldi è stato contattato dal vescovo Santucci, suo amico dal seminario, per dare aiuto a Morini.

La richiesta anche in questo caso, aveva a che fare coi soldi. Morini, nel 2015, dopo che era stato sospeso dal vescovo in seguito alla notizia del primo servizio girato dalle Iene, rimase per tutta l’estate ospite di Casa Faci, truttura della Curia gestita da suore. Qui, si lamentava Don Euro, doveva dire messa senza avere alcun obolo pecuniaro come invece di prassi avviene nelle parrocchie.

La richiesta era quindi quella di poter concelebrare con Don Malvaldi al Forte per poter avere il “rimborso” in denaro. “Santucci mi disse che Morini era malato: aveva il diabete, la psoriasi e l’allergia agli acari. La proposta di celebrare la messa nella mia chiesa la trovai assurda perché era un impegno pesante che non poteva andar bene per uno afflitto da tante patologie e poi perché non vi era necessità di un altro prete. Ho capito subito che aveva bisogno di soldi perché lo disse in modo velato e allora per togliermelo di mezzo ho deciso di firmargli una quietanza da tremila euro, metà presi dal mio conto, metà presi dal conto della parrocchia con i quali gli pagai le messe per un anno in suffragio di monsignor Alessandro Plotti, messe che avrebbe dovuto dire presso le suore dove risiedeva.”.

Don Malvaldi ha spiegato che secondo il codice canonico, il non mantenere fede all’impegno di dire messe in suffragio dei defunti è ragione di riduzione allo stato laicale. Sebbene sia concesso a un prete, in circostanze di particolare difficoltà per malattia o impossibilità ad uscire dalla propria stanza, di poter celebrare anche da solo la messa in un luogo diverso dalla chiesa, utilizzando ovviamente tutti gli strumenti necessari per il rito, non si ha riscontro del fatto che Morini abbia onorato l’impegno preso in cambio dei tremila euro.

Di fatto, tuttavia, ha fatto notare Malvaldi, il processo canonico ha determinato la riduzione allo stato laicale di don Euro. Le ragioni di tale provvedimento non possono essere rese note secondo i principi della chiesa.

Il riferimento temporale della vicenda riferita da Don Malvaldi è il 2015, epoca in cui Morini era alloggiato a Casa Faci in quanto, come risulterebbe dalle cronache dell’epoca, già sospeso a divinis dal vescovo. Il dubbio che sorge è dunque relativo alla richiesta di poter dire messe per avere l’obolo in denaro da parte di un prete posto nella condizione di non poter svolgere i suoi obblighi religiosi. E il dubbio ancor più grande è quello che viene dal fatto che ad avvallare tale richiesta sarebbe stato proprio il vescovo che aveva imposto la sospensione a divinis.

Il processo è stato aggiornato al primo aprile alle ore 15 quando verranno sentiti altri dieci testimoni.

Questo articolo è stato letto 57 volte.

Edited by pincopallino2 - 8/2/2020, 15:05
 
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view post Posted on 7/2/2020, 16:07

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Che importa se ha rubato le offerte dei fedeli per vivere tra lussi, escort e cocaina? Io so io e voi nun sete un ...



https://iltirreno.gelocal.it/regione/tosca...glio-1.38438040

avori a don Euro, il vescovo contro la procura: «Sì, lo aiuto. Io compro le case che voglio»

Massa, Santucci difende l’ex parroco accusato di estorsione: «I pm lo volevano morto sotto un ponte, noi non abbandoniamo nessuno»

MARIO NERI
07 FEBBRAIO 2020

"IO ACQUISTO LE COSE CHE MI PARE" . E se chiedete se sia il caso farlo per offrire un tetto a un ex parroco caduto in rovina perché accusato di aver rubato le offerte dei fedeli per pagarsi escort e festini, monsignor Giovanni Santucci vi risponderà che non sono affari suoi ("che ve ne frega a voi"). E siete anche un po' "grulli". Ché un uomo di chiesa non lascia nessuno indietro, nemmeno uno come Luca Morini
 
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view post Posted on 9/7/2020, 06:39

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Ritratto di don Euro senza sconti
eADV

mercoledì, 8 luglio 2020, 19:43

di vinicia tesconi

E’ ricominciato oggi, dopo l’interruzione dovuta alla pandemia, nel collegio presieduto dal giudce Ermanno De Mattia, il processo che vede imputato Luca Morini, ex parroco della diocesi di Massa Carrara, meglio conosciuto come Don Euro, ed è ripartito con alcune tra le più importanti testimonianze presentate dal pubblico ministero Alessandra Conforti. Sul banco dei testimoni si sono infatti succeduti due degli accompagnatori dell’ex prete, che amava concedersi lunghi weekend in viaggi di lusso insieme a ragazzi trovati sulle chat di incontri, e poi alcuni preti che hanno condiviso con lui la reggenza di alcune delle molte parrocchie in cui è stato trasferito e che hanno rilevato i suoi comportamenti anomali.

La prima testimonianza è stata quella del ragazzo che ha avuto con Don Euro una più lunga frequentazione e che ha fornito poi agli inquirenti il maggior numero di informazioni sulle sue abitudini : “Morini è entrato in contatto con me attraverso una chat di incontri molto simile a Tinder, ma dedicata alla comunità gay. C’è una app che permette di fare amicizie che poi, possono sfociare in relazioni di vario genere a discrezione di ogni utente. E’ accaduto nel 2015. Si trovava a Roma, dove io vivo, e mi invitò a raggiungerlo al bar dell’hotel in cui alloggiava che era l’Hotel Esedra, uno dei più lussuosi di Roma. Mi disse che era un facoltoso giudice che operava in Toscana e che era amico intimo della famiglia Agnelli e della famiglia Renzi.”.

Il racconto del ragazzo ha confermato sostanzialmente quanto già emerso dalle indagini dei carabinieri: Morini, in queste sue fughe dal sacerdozio, si concedeva hotel e ristoranti lussuosissimi nei quali era riconosciuto come uno di casa, se pur nella falsa identità di magistrato che lui stesso aveva dato. Viaggiava sempre con una Mercedes nera accompagnato da un’autista, che aveva anche l’obbligo di portare un borsello stracolmo di soldi - circa diecimila euro in contanti, ha ricordato il giovane - e di dover provvedere a saldare tutti i suoi conti.

“Ci siamo visti per vari viaggi nell’arco di circa sei mesi. Io all’epoca ero uno studente universitario e lui, inizialmente, spacciandosi per un importante giudice mi aveva messo un po’ in soggezione. Siamo stati tre volte a Barcellona, poi a Parigi, Londra, Roma e Napoli, che è la mia città d’origine. I viaggi, sempre ai massimi livelli, erano interamente offerti da lui. Io venivo contattato da quella che lui diceva essere la sua segretaria ma che, invece, era la segretaria dell’agenzia di viaggi a cui lui si appoggiava. In diverse occasioni ho trovato all’aeroporto altri ragazzi che partivano con noi, che non conoscevo. Era curioso il fatto che si partisse sempre il mercoledì o il giovedì ma si dovesse sempre essere di ritorno per la domenica. All’epoca non capivo il perché, poi, quando ho saputo che era un prete ho capito che tornava per dire la messa della domenica. I viaggi avevano una cadenza settimanale o ogni dieci giorni.”.

Il ragazzo ha ricordato, come già aveva fatto Francesco Mangiacapra l’avvocato e escort che ha sollevato il caso denunciando tutta la storia alle Iene, il piacere perverso di Morini nell’umiliare le persone sue sottoposte e ha ricordato che proprio il suo modo classista di trattare l’autista aveva causato un litigio e la sostituzione dell’addetto. Ma il tratto dominante nei ricordi del giovane accompagnatore di Morini è stato quello della sua continua ricerca e consumo di cocaina. “La comprava ovunque e la consumava a più riprese. Una sola volta mi chiese di procurargliela ma io mi rifiutai categoricamente perché non l’ho mai usata, né la spaccio e da allora non me lo ha più chiesto. Ad altri ragazzi che sono stati con noi invece l’ha offerta. Non so chi fossero i suoi fornitori, ma l’ho visto diverse volte avvicinarsi a dei ragazzi che poi gli procuravano quello che cercava.”.

Uno stile di vita “altosplendente” così il giovane ha definito le abitudini del Morini nell’ambito della conoscenza fatta con lui ed ha ricordato la sua incredulità di fronte alla notizia, datagli dal Mangiacapra, sulla vera identità di don Euro. “Mi aveva messo un campanello di allarme - ha aggiunto il ragazzo - ma non riuscivo a crederlo possibile. Per questo, durante il nostro ultimo viaggio a Barcellona lo filmai mentre sniffava cocaina (il video mandato in onda dalle Iene n.d.r.): volevo dimostrare a Francesco Mangiacapra che si stava sbagliando perché secondo me non era possibile che un prete potesse comportarsi così. Invece, in seguito fu Francesco a dimostrarmi che era vero quando ricevette una chiamata da un fisso che risultò essere di una parrocchia toscana.”.

Il giovane ha ammesso di aver ricevuto in dono soldi come aiuto per le spese universitarie, ma di non essere stato pagato per prestazioni sessuali e ha confermato di aver interrotto definitivamente i rapporti con Morini al ritorno dal viaggio a Barcellona sia per l’insostenibilità della situazione legata alla droga – ha ricordato che in quell’occasione l’ex prete comperò così tanta cocaina da doverla gettare nello scarico del bagno – che gli faceva temere di essere coinvolto in situazioni rischiose, sia per un litigio col Morini dovuto alla consapevolezza di aver perso il controllo sul giovane accompagnatore.

Poco differente la descrizioni dei modi e delle abitudini di Morini fatta dall’altro ragazzo chiamato a testimoniare, con l’aggravante che, la sua conoscenza con l’ex parroco, è avvenuta dopo che il caso di Don Euro era già stato portato in tv dalle Iene. “L’ho visto solo due volte – ha spiegato il ragazzo – a Milano dove vivo. Mi aveva agganciato attraverso una chat e si era fatto passare per un noto cardiochirurgo. Da come parlava era assolutamente credibile che fosse un medico: citava termini tecnici con molta padronanza. Aveva fatto chiare allusioni alla possibilità di aiutarmi a trovare un lavoro grazie alle sue conoscenze importanti. Girava con un borsello pieno di soldi ed ostentava la sua ricchezza. Mi tempestava di telefonate e messaggi e quando io mi sono rifiutato di continuare a vederlo ha cominciato a minacciare denunce e vendette. Poi ho scoperto chi era veramente e allora gli ho detto che l’avrei denunciato io. Così è sparito.”.

Significativa anche la testimonianza di uno dei preti che affiancò Morini durante il periodo nella parrocchia di Caniparola, l’ultima prima della sua sospensione: “Ci avevano detto che Don Morini era malato ma, sinceramente, sembrava in perfetta salute.” Ha detto il prelato che ha confermato la gestione molto approssimativa dei documenti economici della parrocchia fatta da don Euro.

L’udienza è stata aggiornata al 16 febbraio 2021 alle ore 13.

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Don Euro, parla in aula il grande accusatore

Riprende il processo a carico dell’ex sacerdote Luca Morini. Testimonierà Nino Belvedere, escort costituito parte civile
07 Luglio 2020

MASSA. Riprende mercoledì 8 luglio il processo che vede sul banco degli imputati l’ex sacerdote Luca Morini, ormai conosciuto, alla luce della vicenda che lo ha portato agli onori delle cronache, come don Euro.

Dopo la lunga pausa legata all’emergenza Covid riprendono le udienze e ci saranno subito due testimoni chiave. Si tratta di due dei ragazzi (gli escort gay a cui l’allora parroco pagava cene, hotel di lusso e vacanze) di don Euro. Si tratta di Nino Belvedere, il giovane napoletano che si è costituito parte civile insieme a Francesco Mangiacapra, e Michele Santoro che non è costituto nel processo ma che avrà da raccontare molti dei suoi incontri con il Morini.

L’ex parroco di Fossone, Avenza e Caniparola è finito sotto accusa per estorsione, autoriciclaggio, sostituzione di persona e cessione di stupefacenti. È decaduta invece l’ipotesi accusatoria di truffa perché nessuno dei parrocchiani a cui chiese soldi ha sporto denuncia.

È una storia con risvolti boccacceschi quella di Luca Morini, Gianluca all’anagrafe, 58 anni, nato a Vecchiano e cresciuto a Pontasserchio, già guida spirituale della parrocchia di Caniparola a Massa. Il "don Euro" ormai consegnato alla cronaca tra vizi privati e pubbliche denunce, un parroco che per la Procura utilizzava i soldi dei fedeli, chiesti e ottenuti millantando la necessità di sovvenzionare opere di bene, per pagare escort gay, trascorrere soggiorni in Spa di lusso spacciandosi per magistrato o alla bisogna anche politico e chirurgo e fare uso di droga al momento degli incontri hard. La bella vita del parroco di campagna prevedeva anche il noleggio di limousine con autista e viaggi a cinque stelle. Ma con i soldi dei parrocchiani è il dettaglio che ha spedito sotto processo Morini, ormai non più in abito talare.

Nell’ultima udienza prima del blocco dei processi erano sfilati sul banco dei testimoni i sacerdoti che avevano avuto a che fare con Morini e a cui l’allora parroco aveva chiesto dei soldi.

Ora in aula arrivano alcuni dei ragazzi di don Euro. Di particolare rilevanza sarà la testimonianza di uno di loro, quel Nino Belvedere che, come l’avvocato e escort Francesco Mangiacapra, si è costituito parte civile nel processo che si sta svolgendo in tribunale a Massa. Belvedere e Santoro dovrebbero riper correre gli incontri (e sarebbero stati davvero tanbi) che hanno avuto con l’allora parroco che si presentava come magistrato o illustre cardiochirurgo. —
 
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"Regali in cambio di sesso da don Euro"
Nuove accuse da escort e pm all’ex sacerdote nel processo ripartito da zero. Il consulente della procura ricostruisce il flusso dei soldi
Pubblicato il 14 gennaio 2021


Nuova sfilata di testi ieri fino a tarda sera in tribunale al processo a carico di Luca Morini, l’ex parroco della Diocesi ridotto alla stato laicale, ribattezzato “Don Euro”. Il processo, che vede l’ex religioso imputato di estorsione, autoriciclaggio, detenzione di droga e sostituzione di persona, è ripartito da zero dopo che uno dei giudici ha lasciato il collegio. L’ex religioso avrebbe speso il denaro delle offerte dei parrocchiani e di aziende del comprensorio per i suoi vizi sessuali e i viaggi all’estero in...
 
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