Laici Libertari Anticlericali Forum

Truffa ed estorsione, 6 anni in appello a don Morini, tutto escort e cocaina. Confiscati 737.000 €., Prescrizione e vescovo aiutano il seminfermo don Euro. Con l'8 x 1000 avete fatto tanto

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view post Posted on 4/10/2017, 10:52

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http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/...tico-1.15938674

Due i processi davanti al tribunale ecclesiastico
Morini è già stato assolto solo per la vicenda segnalata dall’allora vescovo Binini, l’altro è in corso
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CASO DON EURO
03 ottobre 2017

CARRARA. Due processi, davanti al tribunale ecclesiastico.

Uno, che risale a dieci anni fa, ha assolto don Luca Morini.

Il secondo, per i fatti emersi dopo lo scandalo dei filmati con gli escort e le denunce in Procura, ancora in corso, nella sede deputata, quella della Curia di Pisa da dove, fino a oggi, non è uscito alcun commento in merito alla vicenda.

Il caso di don Euro è complesso anche a livello giudiziario perché da una parte c’è la Procura della Repubblica che procede per varie ipotesi di reato (dalla truffa all’estorsione) nei confronti del sacerdote 56enne.

Dall’altra c’è il tribunale ecclesiastico che dieci anni fa, su sollecitazione dell’allora vescovo monsignor Eugenio Binini fu chiamato a intervenire sulla vicenda don Euro: sì perché all’epoca Morini era parroco a Fossone e da parte dei fedeli c’era stata una «ribellione collettiva», così la ricorda Binini, per mandare via quel sacerdote così pressante nel chiedere offerte.

«Ci furono addirittura dei manifesti che vennero affissi in chiesa. In quella occasione – spiega monsignor Binini – non potevo non prendere in considerazione la situazione, tanto più che la legge canonica prevede che un sacerdote deve avere il gradimento della collettività. Quella che don Morini non aveva più e che era proprio il motivo per cui mi si chiedeva di intervenire».

E così fece l’allora vescovo Binini che ricorda: «Intervenni e lo spostai nella parrocchia di Sant’Eustachio, a Montignoso ma i problemi continuarono. La situazione non si era affatto risolta».

A quel punto monsignor Eugenio Binini interviene di nuovo. Ancora una volta nei confronti dello stesso sacerdote che aveva già allontanato dalla parrocchia di Fossone. Ma questa volta l’intervento di Binini è più articolato.

«Feci un’inchiesta con il vicario giudiziale – sottolinea con grande precisione Binini – e la mandai in Vaticano».

Di quella vicenda poi si occupò il tribunale ecclesiastico di competenza, quello di Pisa, e il processo terminò con l’assoluzione.

Ma intanto monsignor Binini ebbe di nuovo a che fare con don Morini. «Andai io a dire Messa a Sant’Eustachio, perché a don Morini tolsi l’esercizio parrocchiale – spiega – Non gli era consentito neppure celebrare l’Eucarestia in pubblico. Gli consentii solo di rimanere in canonica, perché all’epoca aveva il padre malato e devo dire che non si presentò più in chiesa».

«Il mio lavoro lo feci bene – conclude Binini – E ricordo anche che ho sofferto molto: don Morini da Fossone non voleva andarsene, fu molto difficile farlo trasferire. Purtroppo sono venuto a sapere dai giornali che la situazione è andata avanti. Mi dispiace perché nessuno è obbligato a farsi prete».

(a. v.)
03 ottobre 2017
 
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view post Posted on 4/10/2017, 20:46

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Arcivescovo Biagini lei ci fa schifo

mercoledì, 4 ottobre 2017, 19:59

di vinicia tesconi
Omertà e maleducazione: le ricetta della chiesa per difendersi sul caso Don Euro. Gli ingredienti sono antichissimi e collaudati da secoli: di fronte ad ogni più turpe scandalo che ha fatto tremare le millenarie fondamenta della Chiesa Cattolica, l’atteggiamento scelto e spesso imposto dai suoi vertici è stato quello di coprire e tacere.

Sotterrare, fare finta che non sia mai accaduto e distogliere l’attenzione dei fedeli su altro, giocando perfidamente su quel meraviglioso “Beati coloro che crederanno senza avere visto” pronunciato da Cristo a fondamento del mistero del fede dei cristiani. Cose immonde sono passate sotto le volte infinite della Chiesa e sempre, opportunamente, sono state ingoiate in un silenzio più impenetrabile di un muro di gomma.

La storia di Don Euro non fa eccezione. Il comportamento a dir poco sconcertante del vescovo Santucci nei confronti di un prete della sua diocesi dalla comprovata condotta immorale, illegale e anticristiana è noto da tempo a molti fedeli ed è probabilmente alla base dell’escalation di squallore che la vicenda ha raggiunto ma, ancora oggi che gli avvisi di garanzia hanno chiamato in causa sia Morini sia il vescovo, quest’ultimo, si ostina a non parlare.

Non risponde alle domande della stampa, non riceve i giornalisti, ma soprattutto non dà risposte neppure ai magistrati che stanno indagando sul caso di appropriazione indebita attribuito a Don Euro. E invita ancora il clero da lui amministrato, a tacere e a non alimentare discorsi e chiacchiere sulla vicenda. Specialmente nelle, molte, ex parrocchie in cui è stato don Euro – spostato regolarmente proprio dal vescovo che in questo modo risolveva le lamentele sulla dubbia moralità del prete che gli facevano i vari parrocchiani – il diktat che viene dall’alto è ancora quello: “Non parlate della storia di Don Euro. Non date informazioni a nessuno. Tenete tutto quello che sapete solo per voi e mantenete il silenzio assoluto per il bene della chiesa”.

Salvo rarissime eccezioni - che si sono sempre opposte alla linea di straordinaria indulgenza voluta dal vescovo per don Euro - tutti i preti della diocesi di Massa Carrara e Pontremoli si sono schierati con Santucci ed hanno diffuso il morbo della dimenticanza e del mutismo. Ma l’atteggiamento omertoso e scostante travalica i confini della diocesi e si estende anche ai livelli superiori della scala ecclesiastica in un allineamento inquietante che dà la misura della profondità del muro di gomma sul quale la Chiesa fa rimbalzare tutti quelli che intendono arrivare a scomode verità.

Il vice arcivescovo di Pisa Gino Biagini, vicario giudiziale del Tribunale Ecclesiastico Regionale Etrusco, che è colui che ha presieduto alle indagini sul processo della chiesa sul caso Morini - processo che secondo indiscrezioni trapelate su alcuni giornali sarebbe terminato e avrebbe dato come esito “nulla di rilevante” a carico del prete che per anni ha rubato soldi ai suoi parrocchiani e ai conti della chiese in cui ha esercitato per fare viaggi di lusso con escort gay e che ha ricattato il vescovo minacciando di scoperchiare infami segreti della curia - stamani raggiunto al telefono si è immediatamente chiuso in un ostinato e sgarbato silenzio rifiutandosi di accettare ogni tipo di colloquio con la nostra testata fino a chiudere il telefono prima che la conversazione fosse terminata.

Tacere e coprire anche a costo di essere maleducati. Ma in fondo per chi ha giudicato irrilevante ciò che Don Morini ha fatto per vent’anni, comportarsi da cafone con una giornalista, probabilmente, non perviene neppure come peccato, in barba alla tonaca indossata e a quel “non fare agli altri quel che non vorresti fosse fatto a te” che vale ovunque tranne che nella Chiesa.
 
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view post Posted on 5/1/2018, 14:54

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Vescovo aiutava il "povero" don Euro: sequestrati 850.000 €. Con l'8 x 1000 avete fatto tanto

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Truffa ai fedeli, prete e vescovo a processo


La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio. Il sacerdote è accusato di truffa ed estorsione ai fedeli, al vescovo è contestata la frode e l'estorsione

MASSA — Per l'inchiesta sulle presunte spese pazze di don Luca Morini, l'ex parroco di Avenza, Fossone e Caniparola, ribattezzato ''don Euro'', la procura ha chiesto il rinvio a giudizio per il prete e anche per il vescovo di Massa Carrara e Pontremoli, monsignor Giovanni Santucci.

Dopo essere uscita su alcuni quotidiani la notizia è stata confermata dalla procura di Massa Carrara. Chiesto il processo anche per un altro ex sacerdote, Emiliano Colombo.

Sono diverse le ipotesi di reato: per Morini il processo è stato chiesto per truffa ed estorsione nei confronti dei fedeli, al vescovo contestata la frode e l'estorsione in relazione a presunte pressioni che avrebbe fatto su un'assicurazione per concedere al parroco un punteggio di invalidità superiore al dovuto e per un passaggio di denaro dal conto della Curia a quello del parroco. Ricettazione infine l'ipotesi di reato per Colombo accusato dalla procura di aver aiutato Morini a nascondere soldi sul suo conto.

La vicenda parte nel 2015 quando un escort napoletano rivelò alla stampa il suo rapporto con don Morini, parlando di grandi disponibilità economiche del parroco. Successivamente arrivarono le denunce dei fedeli che accusavano il sacerdote di utilizzare le offerte per scopi personali.

Truffa i fedeli, prete e vescovo indagati

https://www.parliamoditutto.com/2017/09/24...ldi-dei-fedeli/

Vescovo aiutava il “povero” don Euro: sequestrati 850.000 € al prete che non restituiva i soldi dei fedeli
DI PARLIAMO DITUTTO · 24 SETTEMBRE 2017

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Don Morini

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Prete e vescovo indagati: tentata truffa e impiego indebito di denaro 22 settembre 2017 14:36

Avrebbe utilizzato le offerte dei fedeli per scopi personali dopo che un escort aveva raccontato di avere avuto una relazione con lui. Dal febbraio del 2016 don Luca Morini della parrocchia di Caniparola in Lunigiana è partita l’indagine della Procura di Massa Carrara. A termine delle indagini gli indagati sono due: il parroco e il vescovo della diocesi di Massa Carrara e Pontremoli, monsignor Giovanni Santucci. Quest’ultimo avrebbe impiegato indebitamente mille euro presi dalla fondazione Pie Legati per consegnarli a don Morini senza spiegazioni. Inoltre avrebbe fatto pressione sulla Cattolica Assicurazione per dare maggiori vantaggi economici al prete con l’aumento del punteggio di invalidità. Il reato contestato per quest’ultimo capo di accusa è di tentata truffa. Il sequestro convalidato a luglio 2017 pone il sequestro di 700mila euro e 150mila in pietre preziose al parroco.

www.dagospia.com/rubrica-29/cronach…oldi-148609.htm
26 MAG 2017 16:39
‘DON EURO’, CHIUSE LE INDAGINI SUL PRETE CHE SPENDEVA I SOLDI DELLE ELEMOSINE IN ESCORT E COCAINA – BECCATO DALLE ‘IENE’ DOPO LA SEGNALAZIONE DI UN SUO PROSTITUTO, ORA DON LUCA MORINI RISCHIA IL PROCESSO PER AVER SPERPERATO IL DENARO DELLE OFFERTE IN RISTORANTI, ALBERGHI E FESTINI HARD

www.quinewsmassacarrara.it/

Il caso era partito dalle “Iene” quando un giovane escort raccontò in trasmissione di aver avuto incontri intimi con don Luca e dopo ulteriori indagini il parroco fu accusato di appropriazione indebita, per aver utilizzato i soldi delle elemosine per quegli incontri in hotel di lusso.

Denaro dei fedeli utilizzato dunque dal sacerdote per agganciare compagnie a pagamento e trascorrere molto del suo tempo con escort maschili, permettendosi conti da capogiro nei ristoranti e alberghi più “in” di Napoli, Roma e Barcellona.

Dopo la notifica di avviso di chiusura delle indagini, il legale dell’ indagato presenterà una difesa e successivamente la procura deciderà sull’archiviazione del caso o il rinvio a giudizio del parroco.

http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/…covo-1.15884259

Don Euro mette nei guai il vescovo
Avviso di garanzia a monsignor Santucci, ma la sua posizione è marginale nella vicenda che vede il prete accusato di truffa
di Libero Red Dolce

22 settembre 2017

MASSA. Con la consegna di un avviso di garanzia per reati di natura patrimoniale si è chiusa l’indagine della procura di Massa nei confronti di don Luca Morini. Al prete, soprannominato da tutti don Euro, sono contestati i reati di truffa e appropriazione indebita. C’è però un colpo di scena: c’è anche un avviso di garanzia per il vescovo di Massa Carrara Giovanni Santucci. La posizione del prelato, si apprende però da fonti interne della procura, sarebbe piuttosto marginale nell’inchiesta e a lui non vengono contestati gli stessi capi d’imputazione che invece riguardano don Morini.

Il vescovo Giovanni Santucci

Monsignor Santucci è stato raggiunto telefonicamente da “il Tirreno” sull’avviso di garanzia che gli sarebbe stato recapitato e sulla circostanza ha riferito che «è possibile, perché no? Al momento preferiscono però non rilasciare nessuna dichiarazione».

Nessun archiviazione dunque dopo la lunga indagine condotta dal sostituto procuratore Alessandra Conforti e che aveva portato al sequestro di un conto di 25mila euro, che per procura e nucleo investigativo dei carabinieri sono il frutto delle truffe che il parroco ha fatto ai fedeli a cui chiedeva un supporto economico. E che invece, secondo le accuse e le testimonianze di molti fedeli che si sono fatti avanti, il parroco utilizzava per organizzare festini a luci rosse in hotel di lusso.

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Di questi soldi il prete non ha saputo spiegare la provenienza e l’ entità e così qualche mese fa è scattato il provvedimento su richiesta del pm, accordato dal gip Antonia Aracri. Per gli inquirenti quei soldi sono il frutto invece di una serie di raggiri e inganni del prete che, visitando casa per casa i suoi fedeli, li convinceva a dargli del denaro per questioni legate alla vita della parrocchia.

Sono stati gli stessi fedeli però a presentarsi dai carabinieri per denunciare l’accaduto, spiegando ai militari per filo e per segno come e quando il prete avrebbe chiesto a loro quelle somme di denaro. E la motivazioni con le quali giustificava quelle richieste. L’impressione peraltro è quei venticinquemila non fossero l’intera cifra sottratta ai fedeli perché sul conto c’erano altri soldi. L’ipotesi investigativa è che non tutti i parrocchiani abbiano denunciato il raggiro.

L’inchiesta era partita da una perquisizione fatta a casa del prete lo scorso anno, nel maggio del 2016. I carabinieri , perquisendo l’abitazione di don Morini, avevano portato via diversi documenti, tra i quali carte che attestavano diverse operazioni bancarie. E studiando quelle carte erano venute fuori le incongruenze indicate dai fedeli che si erano sentiti raggirati dal parroco. Così i militari avevano sequestrato diversi documenti cartacei mentre non erano stati trovati né computer, né dischi di memoria esterni. Dopo la perquisizione, il prelato aveva raggiunto la caserma dei carabinieri con il suo legale dove era stato interrogato per alcune ore.

Insomma l’accusa ritiene che don Morini non abbia speso i soldi ricevuti come offerte per fini sociali, come avrebbe dato ad intendere al momento di farseli dare, ma per ragioni personali. Fin dall’inizio della vicenda don Luca si era sempre difeso dicendo di non aver mai utilizzato soldi dei fedeli ma propri. E tirò fuori persino l’eredità di una parente, ipotesi che gli inquirenti non hanno considerato solida abbastanza.

Tra i suoi accusatori anche un gigolò napoletano che sosteneva di avere avuto rapporti sessuali con il parroco, in una mail che aveva mandato anche alla diocesi di Massa Carrara. Secondo l’uomo, “don Euro” «si spacciava per un magistrato e faceva la bella vita in hotel e ristoranti di lusso: spendeva migliaia di euro. Dei fedeli?», si chiedeva retorico in conclusione. Adesso sarà il processo a dire se quei soldi sono finiti nella disponibilità del parroco per mezzo di una truffa.

22 settembre 2017

www.lagazzettadimassaecarrara.it/cr…ta-di-don-euro/

Soldi della curia e sostegno in una truffa assicurativa: così il vescovo “aiutava” l’anima perduta di don Euro

venerdì, 22 settembre 2017, 14:59

di vinicia tesconi
Non si è sottratto all’onere di dare una prima risposta in merito all’avviso di garanzia ricevuto per uso indebito di denaro della Curia e per tentata truffa ai danni della Cattolica Assicurazioni ma le giustificazioni addotte dal vescovo della diocesi di Massa Carrara e Pontremoli, Giovanni Santucci, non risolvono affatto la sua posizione nei confronti della vicenda di Don Luca Morini, meglio conosciuto come Don Euro, il prete che usava i soldi delle donazioni alla chiesa per fare viaggi e festini gay a base di sesso e droga.

“Il mio compito è quello di aiutare i preti della mia diocesi” è un po’ debole come alibi a fronte di una brutta storia come quella del prete avido di soldi tanto da essere stato ribattezzato Don Euro, scoppiata su tutti i media circa due anni fa, grazie alla denuncia di uno degli escort con cui don Euro si accompagnava ed ai servizi fatti dalla trasmissione Le Iene e dalla nostra testata che ricostruì nei dettagli moltissime delle malefatte del prete. Un comportamento sfrontato e arrogante, riconfermato anche stamani dal Procuratore Aldo Giubilaro e dal vice Procuratore Alessandra Conforti, che per anni ha permesso al prelato di accumulare una vera fortuna. 700 mila euro sono stati trovati sul conto di Don Euro ai quali vanno aggiunti altri 150 mila in pietre preziose: una fortuna spropositata, che è stata messa sotto sequestro – che non può in alcun modo essere spiegata con lo stipendio, circa mille euro al mese, da sacerdote percepito dal Morini. Una cifra che comunque risulta difficilmente spiegabile anche con le semplici donazioni che il prete può aver ricevuto o estorto grazie a quelle doti istrioniche di affabulatore che la stessa Procura gli ha riconosciuto. Secondo il Procuratore Giubilaro, che ha lodato pubblicamente le indagini svolte dalle squadre di carabinieri guidate dal Tenente Sciarrone e dal Colonnello Marchi, anche lo stesso vescovo Santucci sarebbe una povera vittima della capacità di circuizione del Morini: “ Il compito ed il dovere della procura è quello di procedere nei confronti di chiunque risulti essere coinvolto in attività illecite perché non esistono cittadini di serie A e cittadini di serie B, tuttavia ci sono situazioni, come questa, particolarmente delicate perché le persone indagate sono due prelati. Voglio precisare che la posizione del vescovo Santucci è assolutamente marginale al grosso della storia di Don Euro, cioè non bisogna associare i comportamenti del Morini a quelli del vescovo che probabilmente è stato raggirato dal Morini come tutte le persone che negli anni gli hanno affidato i loro soldi.”. Gli abusi a carico del vescovo tuttavia sono emersi e documentati e sono partiti avvisi di garanzia: il vescovo, in tempi non sospetti, cioè prima che scoppiasse lo scandalo sulla doppia vita di don Euro, diede al Morini mille euro presi dal conto Fondazione pie e legati della Curia di Massa che serve unicamente a raccogliere le donazioni dei fedeli per indirizzarle su opere di solidarietà. Nello stesso periodo, ancora il vescovo intercesse a favore del Morini presso la Cattolica Assicurazioni, l’ente che assiste tutti i preti, per fargli ottenere un aumento dei punti di invalidità fisica che di fatto il Morini non aveva, e fargli ottenere un aumento della pensione di invalidità – che non gli venne riconosciuto proprio per la falsità delle certificazioni presentate.Secondo la dottoressa Conforti, che ha seguito direttamente tutte le indagini, il vescovo avrebbe continuato ad elargire grandi somme di denaro al Morini anche dopo che la vicenda divenne nota a tutti. Insomma, l’ansia di indulgenza verso la buonafede del vescovo, suona decisamente fuori luogo così come il pensare che l’ingente fortuna accumulata da don Euro possa essere frutto unicamente della sua abilità ad estorcere donazioni per i poveri. Considerando l’altissimo tenore di vita tenuto per anni dal Morini, si può ipotizzare che il suo conto in banca sia stato addirittura raddoppiato rispetto a quello attuale e nemmeno un delirio collettivo di offerte di tutti i fedeli i delle molte parrocchie in cui Don Euro è stato spostato, basterebbe a spiegare una cifra di tali proporzioni. Senza contare che le molte parrocchie in cui Don Euro ha imperversato – perché il vescovo risolveva le lamentele dei parrocchiani vessati dalle sue richieste di denaro con dei semplici cambi di parrocchia – non sono affatto tra le più ricche di fedeli danarosi della diocesi. Infine è doveroso ricordare che il movimento spontaneo nato un anno e mezzo fa degli “Indignati di Don Euro”, che fece anche una protesta pacifica sotto la Curia, ha sempre chiesto proprio al vescovo di prendere una posizione forte nei confronti del Morini chiedendone l’espulsione dalla chiesa, senza mai ottenere neppure una minima risposta. Anzi, non solo il vescovo non ha mai ridotto allo stato laicale il laido don Euro ma ha anche accettato di mantenere ogni sua spesa compresa una villetta di lusso a Marina di Massa ed ha continuato quasi quotidianamente a riceverlo in udienza privata e segreta nonostante in più di un’occasione il Morini sia stato beccato a mantenere gli stessi vizi che determinarono lo scandalo. Più che di aiuto ai preti della diocesi quello che sembra profilarsi all’orizzonte di questa vicenda è un vero e proprio ricatto, ipotesi non esclusa dalla stessa Procura.

www.gonews.it/

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Accusati di sperperare le offerte dei fedeli. Rinviati a giudizio il vescovo e un sacerdote di Massa Carrara
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06 Gen 2018Massa Carrara, offerte fedeli, rinvio a giudizio by redazione tre
Il vescovo della diocesi di Massa Carrara e Pontremoli, monsignor Giovanni Santucci, il parroco don Luca Morini e un ex sacerdote, Emiliano Colombo, sono stati rinviati a giudizio dalla Procura di Massa nell’ambito dell’inchiesta che vede don Morini, ribattezzato “Don euro”, indagato per aver utilizzato le offerte dei fedeli per scopi personali.

Monsignor Santucci è anche accusato di aver fatto pressioni sulla Assicurazione Cattolica per aumentare il punteggio di invalidità di Don Morini con conseguenti maggiori vantaggi economici.

L’ex sacerdote è stato invece accusato di ricettazione: nascondeva parte del patrimonio di Don Morini sul suo conto. Le indagini erano partite nel 2015 in seguito al racconto di un escort napoletano sul suo rapporto con Don Morini; da quell’episodio partirono le denunce da parte dei fedeli che iniziarono a vedere con sospetto le richieste continue di offerte o di contributi per la realizzazione di progetti di carità che però non sono stati mai terminati.

Al principale indagato, don Morini, la Procura sequestrò, nel settembre scorso, 700mila euro e molte pietre preziose per un valore di 150mila euro. In merito alle accuse, la curia di Massa Carrara ha tenuto però a precisare che “in relazione alle notizie sulla richiesta di rinvio a giudizio per il vescovo della diocesi di Massa Carrara e Pontremoli, si precisa che ad oggi monsignor Giovanni Santucci non ha ricevuto nessuna comunicazione ufficiale da parte della Procura, né direttamente né attraverso i propri legali, circa gli addebiti che gli vengono contestati”.





Dario Caputo

Articoli

http://www.lineadiretta24.it/news-del-gior...-champagne.html

Don Euro. Rinviato a giudizio il prete ostriche e champagne
SCRITTO DA MASSIMO SILLA IN DATA 6 GENNAIO 2018 EDIZIONE N° 5 DEL 2018

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Don Euro rinviato a giudizio per reati che vanno dalla truffa all’estorsione. Con lui dovrà rispondere di fronte ai magistrati anche il Vescovo,Monsignor Santucci, ma per altri reati di minore gravità. Don Euro, chiamato così dai suoi stessi parrocchiani per via delle sue continue e pressanti richieste di denaro, era diventato celebre per un servizio della trasmissione “Le iene” nella quale venne mostrato che il prelato conduceva una vita molto poco ecclesiastica tra ostriche, champagne e gigolò. Ed è stato proprio un gigolò a metterlo nei guai. Monsignor Santucci dovrà invece spiegare per quale ragione, a seguito di varie denunce, oltre a non aver punito il vorace prete gli abbia regalato dei soldi della curia e perché ha provato ad aiutarlo a truffare l’assicurazione ed ottenere una classe d’invalidità più alta. Don Euro, il cui vero nome è Luca Morini, è stato di Avenza, Fossone e Caniparola. Ed i suoi ex-fedeli di tutte e tre le parrocchie hanno confermato ai magistrati il comportamento del prelato. Ma andiamo con ordine. Ovunque è stato Don Euro si è immediatamente distinto per le sue continue richieste di denaro,sempre più consistenti e sempre più pressanti. Potevano essere soldi necessari per ristrutturare la chiesa o per aiutare famiglie in difficoltà. Salvo che poi nessun ha mai conosciuto queste famiglie e nessuno ha mai visto questi lavori. Ma vedevano invece che per qualche giorno alla settimana Don Euro spariva. Purtroppo il suo lavoro lo portava ad avere i week end impegnati, ma durante la settimana trovava sempre il modo di fare un salto a Roma o in altre città, affittare una stanza in hotel lussuosi, pasteggiare ad ostriche e champagne, fare shopping in boutique di lusso e godersi la compagnia di qualche giovane ed aitante gigolò.

don euro
Don Euro nel servizio de “Le Iene”

Quello che Don Euro faceva nella sua vita privata sarebbero affari suoi se non fosse che questo tenore di vita, per un prete, è un po’ sospetto. I fedeli comunicavano al vescovo le stravaganze del prelato ma, come spesso avviene nelle cose vaticane, oltre a vaghi inviti a pregare per la pecorella che si stava smarrendo ed ad un paio di trasferimenti, le denunce non hanno avuto seguito. Fino a che un gigolò, che lo credeva un magistrato, ha scoperto che era prete e, a suo dire, scandalizzato dal fatto che conducesse quella vita coi soldi dei parrocchiani, ha denunciato sempre alle autorità ecclesiastiche. Che come al solito non hanno fatto niente. Quindi, per creare finalmente la visibilità per denunciare pubblicamente la condotta immorale del prete, ha nascosto delle telecamere, filmato gli incontri ed inviato tutto a “Le iene” che hanno pubblicato il video ed anche intervistato Don Euro che ha inizialmente negato di essere lui stesso, poi di essere prete e poi ha mento dicendo che si era un prete, che era una pecorella smarrita ma che i soldi era suoi frutto di un’eredità. Ma ora tutti lo avevano visto in tv, compresi gli ex parrocchiani, ed a quel punto è stata una pioggia di denunce di comportamenti folli,non solo per un prete, e del solito vergognoso muro di gomma delle autorità vaticane. La procura ha cominciato ad indagare, ha piazzato dei microfoni ed ha scoperto che il prete chiedeva soldi perfino in confessione. Troppo facile cavarsela con qualche Ave Maria, per essere assolti da Don Euro occorrevano 400 euro, questo hanno ascoltato gli sbigottiti inquirenti che hanno seguito il caso. E che dire dell’estorsione fatta addirittura alle Suore di Casa Faci anche loro costrette a sborsare le solite 400 per non veder cancellata la messa in suffragio delle loro sorelle defunte. Ma i festini con gigolò e champagne indubbiamente costavano. C’è anche un terzo indagato. Un ex prete avrebbe aiutato Don Euro a riciclare il denaro che otteneva dai parrocchiani mettendolo suo proprio conto per confondere le acque. Ed a forza di 400 euro e di spese folli Don Euro aveva accumulato una bella fortuna, oltre 700 mila euro che gli sono stati sequestrati dai magistrati, più oro, gioielli e monili vari. Alla fine perfino la curia lo aveva messo a riposo ma gli aveva concesso di vivere, gratis, presso una delle loro strutture. Ora saranno i giudici a stabilire l’eventuale pena per un prete talmente immorale da scandalizzare il gigolò che aveva affittato.
 
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view post Posted on 1/3/2018, 17:37

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Con l'8 x 1000 ed i risparmi dei fedeli gli avete pagato viaggi di lusso, prostituti, soggiorni vacanze, stupefacenti ed ozi vari

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http://www.toscanaoggi.it/Vita-Chiesa/Dioc...e-piu-sacerdote

Diocesi di Massa Carrara – Pontremoli: Luca Morini non è più sacerdote
Il Vescovo della Diocesi di Massa Carrara – Pontremoli, mons. Giovanni Santucci ha reso noto al Collegio dei consultori, riunito in sessione plenaria, il decreto emesso dalla Congregazione per il Clero, con il quale «Gianluca Morini perde lo stato clericale con relativa dispensa dagli obblighi sacerdotali».

Percorsi: DIOCESI DI MASSA CARRARA-PONTREMOLI
Diocesi di Massa Carrara – Pontremoli: Luca Morini non è più sacerdote
01/03/2018 di Riccardo Bigi
Il procedimento canonico nei confronti del sacerdote era stato aperto dopo l’indagine «praevia», avviata, a livello diocesano, a partire dal 2015. La sanzione disciplinare, datata 23 gennaio 2018, e trasmessa dalla Congregazione per il Clero, a norma del diritto ecclesiastico, sancisce l’esclusione del presbitero dall’esercizio del sacro ministero, esonerandolo da tutti gli obblighi previsti.

Fonte: Comunicato stampa

http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/...tali-1.16539799

Don Euro esonerato da obblighi sacerdotali
La decisione su don Luca Morini della Congregazione per il Clero: di fatto, non è più sacerdote

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01 marzo 2018
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Don Euro, al secolo don Luca Morini:...
Don Euro, al secolo don Luca Morini: da oggi, semplicemente Luca Morini
Esonerato da tutti gli obblighi sacerdotali don Luca Morini, il parroco di Massa-Carrara ribattezzato anche 'don Euro', indagato per truffa ed estorsione nei confronti dei fedeli nell'ambito di un'inchiesta su sue presunte spese 'allegre'. L'esonero è stato deciso dalla Congregazione per il clero e a renderlo noto è stato il vescovo di Massa Carrara e Pontremoli, mons. Giovanni Santucci, con un comunicato diffuso dalla diocesi. "Gianluca Morini - si legge nella nota - perde lo stato clericale con relativa dispensa dagli obblighi sacerdotali". Il procedimento canonico nei confronti di don Morini, che per le accuse avrebbe utilizzato il denaro dei fedeli a scopi personali, era stato aperto dopo l'indagine "praevia" avviata a livello diocesano nel 2015, anno in cui un escort denunciò ai media la condotta del parroco, indicandolo come suo amante. "La sanzione disciplinare - si legge ancora nella nota della diocesi - datata gennaio 2018 e trasmessa dalla Congregazione per il Clero, a norma del diritto ecclesiastico, sancisce l'esclusione del presbitero dall'esercizio del sacro ministero, esonerandolo da tutti gli obblighi previsti".

Di fatto, don Luca Morini non è più sacerdote.

A gennaio scorso la procura di Massa-Carrara ha chiesto il rinvio a giudizio di don Morini e anche del vescovo di Massa-Carrara: nei confronti

di quest'ultimo ipotizzate le accuse di frode e appropriazione indebita in relazione a presunte pressioni che avrebbe fatto su un'assicurazione per concedere a don 'Euro' un punteggio di invalidità superiore al dovuto e per un passaggio di denaro dal conto della Curia a quello del parroco.
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01 marzo 2018

http://www.lanazione.it/massa-carrara/cron...agato-1.3759993

Don Euro, religioso indagato: il vescovo lo estromette dal sacerdozio
Tiene banco da tempo la storia del prete che avrebbe chiesto insistentemente denaro ai suoi parrocchiani. Le accuse sono truffa ed estorsione nei confronti dei fedeli

Pubblicato il 1 marzo 2018
Ultimo aggiornamento: 1 marzo 2018 ore 17:15 Vota questo articolo
Don Luca Morini, soprannominato don Euro per il suo tenore di vita
Don Luca Morini, soprannominato don Euro per il suo tenore di vita
2 min
Carrara, 1 marzo 2018 - Esonerato da tutti gli obblighi sacerdotali don Luca Morini, il parroco di Massa Carrara ribattezzato anche 'don Euro', indagato per truffa ed estorsione nei confronti dei fedeli nell'ambito di un'inchiesta su sue presunte spese 'allegrè. L'esonero è stato deciso dalla Congregazione per il clero e a renderlo noto è stato il vescovo di Massa Carrara e Pontremoli, mons. Giovanni Santucci, con un comunicato diffuso dalla diocesi.

«Gianluca Morini - si legge nella nota - perde lo stato clericale con relativa dispensa dagli obblighi sacerdotali». Il procedimento canonico nei confronti di don Morini, che per le accuse avrebbe utilizzato il denaro dei fedeli a scopi personali, era stato aperto dopo l'indagine «praevia» avviata a livello diocesano nel 2015, anno in cui un escort denunciò ai media la condotta del parroco, indicandolo come suo amante.

«La sanzione disciplinare - si legge ancora nella nota della diocesi - datata gennaio 2018 e trasmessa dalla Congregazione per il Clero, a norma del diritto ecclesiastico, sancisce l'esclusione del presbitero dall'esercizio del sacro ministero, esonerandolo da tutti gli obblighi previsti». A gennaio scorso la procura di Massa Carrara ha chiesto il rinvio a giudizio di don Morini e anche del vescovo di Massa Carrara: nei confronti di quest'ultimo ipotizzate le accuse di frode e l'estorsione in relazione a presunte pressioni che avrebbe fatto su un'assicurazione per concedere a don 'Euro' un punteggio di invalidità superiore al dovuto e per un passaggio di denaro dal conto della Curia a quello del parroco.
 
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“Quando ho saputo che Don Euro era stato ridotto allo stato laicale mi sono commosso”: parla Francesco Mangiacapra

venerdì, 2 marzo 2018, 11:10

Adesso è nell’occhio del ciclone per il dossier su una cinquantina di preti dediti più alla venerazione del sesso che a quella di Dio che lui stesso ha redatto e consegnato alla Curia di Napoli e che è finito sulle prime pagine di tutti i giornali nazionali, dando un bello scossone al Vaticano, ma non ha potuto non commentare la notizia della riduzione allo stato laicale di Don Morini, la cui sordida vicenda è stata portata alla luce proprio grazie alla sua testimonianza. Così, Francesco Mangiacapra, ex avvocato, escort e scrittore, che sarà ospite del convegno sulla corruzione nella chiesa cattolica organizzato dalla Gazzetta di Massa Carrara l’8 marzo prossimo, ha voluto ringraziare tutti quelli che hanno combattuto con lui la battaglia per la verità su una storia tra le più squallide che si ricordino nella storia della diocesi di Massa Carrara:

"Quando ho lasciato gli studi Mediaset, dove mi trovavo per l'intervista esclusiva a Pomeriggio 5 relativa al mio dossier, ho appreso da un'amica giornalista che il sig. Luca Morini è stato finalmente ridotto allo stato laicale. Nell'apprendere la notizia mi sono commosso. In questi tre anni in cui mi sono speso per ottenere questo risultato, ho sempre immaginato che questo traguardo, che a volte appariva irraggiungibile, mi avrebbe appagato e reso sereno. Oggi non riesco a gioire perché mi rendo conto che questo provvedimento, tardivo, non cancella il dolore e la frustrazione che questo ex sacerdote ha provocato negli anni ai tanti fedeli, alle tante persone che avevano riposto in lui fiducia, speranze e denaro, a una intera comunità che per colpa di un prete incoerente ha visto vacillare la propria fede nei confronti di un'intera istituzione. Il vescovo Santucci risolve così la questione etica, senza fare un mea culpa, senza spiegare perché nessuno in oltre vent'anni si sia mai accorto di tutto ciò che poi il sottoscritto ha scoperchiato. I giudici della Procura faranno adesso il loro lavoro per quello che riguarda la vicenda giuridica, dove anche il vescovo è coinvolto. Io mi chiedo, ora che Morini ha perso i benefit offerti dalla Chiesa Cattolica, chi pagherà il suo avvocato, cosa sarà del suo tesoretto di quasi un milione di euro (che formalmente appartiene a lui), e cosa sarà della villetta in cui vive insieme alla sua domestica.

Solo quando risolverò questi dubbi potrò iniziare a pensare che un minimo di giustizia sia stata ripristinata.

Non mi interessa per ora vantarmi del merito del primato, perché non sarà questo a far chiudere le cicatrici delle tante vittime di questa strage etica. Ma se proprio devo prendermi il merito di aver contribuito a chiudere un cerchio, questo merito voglio condividerlo con tutti i giornalisti che in questi anni hanno detto e scritto di don Euro, senza i quali non sarebbe nato il caso mediatico che ha innescato l'accensione dei riflettori della Procura. E voglio condividerlo anche con quei fedeli che hanno trovato il coraggio di aggiungere la propria voce al coro che è partito dopo il mio assolo. Ancora desidero condividerlo con quei sacerdoti che, senza remore, si sono schierati sin da subito contro il proprio indegno collega.

Non basta strappare un colletto bianco per cancellare il dolore delle persone ma questo è un passaggio importante per arrivare al vero risultato auspicabile: una condanna penale ESEMPLARE.

Addio don Euro, benvenuto signor Morini. Spero tu possa comprendere il valore del lavoro, del sacrificio e del denaro. Non è troppo tardi." Francesco Mangiacapra
 
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CRONACA
Morini fuori dalla chiesa: quando fuori dalla casa (pagata dalla chiesa)?

venerdì, 2 marzo 2018, 12:17

di vinicia tesconi

E’ cominciato il conto alla rovescia che dovrebbe portare Luca Morini, conosciuto da tutti come Don Euro, da ieri ex prete della diocesi di Massa Carrara e Pontremoli, fuori dalla lussuosa villetta che la Curia di Massa gli comperò per trascorre quella che sembrava dover essere una precoce, immeritata e lunghissima quiescenza.

Morini era diventato un caso scottante – ma non sconosciuto perché delle sue abitudini e delle molte lamentele avanzate da tutti i parrocchiani che lo avevano avuto a dirigere le loro chiese, la Curia era sempre stata al corrente – nel maggio del 2015 quando le Iene di Italia Uno girarono il primo servizio su di lui, beccato a fare la bella vita in compagnia di escort gay, fingendo di essere un famoso giudice. Fu la notizia che la troupe di Mediaset aveva girato un servizio a Caniparola, che era all’epoca la parrocchia in cui Morini esercitava il suo sacerdozio, che costrinse il vescovo Giovanni Santucci a richiamare Morini e a toglierlo, almeno temporaneamente,dagli altari della diocesi. La decisione fu presa nel giro di due giorni e senza alcun preavviso per la comunità di fedeli che dal venerdì sera quando Don Euro era ancora tra loro, scoprirono la domenica mattina – giorno di prime comunioni – che il prete era stato sostituito senza alcuna spiegazione.

Ma soprattutto fu presa circa venti giorni dopo che Francesco Mangiacapra, l’escort che aveva appena scoperto che quel suo borioso cliente era semplicemente un prete, aveva già telefonato in Curia per riferire al vescovo tutti gli spostamenti di Don Morini e i suoi comportamenti consueti. L’inchiesta ecclesiastica su Morini, nel 2015, scattò automaticamente come è inevitabile quando un sacerdote viene sospeso improvvisamente e se anche il vescovo Santucci non potè esimersi dal firmarla, di certo non contribuì moltissimo a evidenziare la reale responsabilità di Don Euro né i rapporti che lo legavano a lui, che emersero solo dopo che la vicenda delle truffe perpetrate dal prete pisano, rese note da una lunga inchiesta svolta proprio dalla Gazzetta di Massa Carrara, diedero l’avvio ad un’indagine della Procura che , finì con il coinvolgimento non solo del Morini ma anche del vescovo stesso. Inizialmente l’allora don Morini venne sistemato dalla Curia presso la struttura delle suore di Casa Faci, dove rimase per tutta l’estate del 2015e dove, pare, continuasse a celebrare messe nonostante fosse stato sospeso a divinis; ma siccome il sobrio ostello delle suore non era sufficientemente confortevole per il prete che avrebbe dovuto solo meditare sui suoi peccati, fu proprio il vescovo che cedette alle sue richieste e gli comprò la villetta dotata di ogni comfort a Marina di Massa nella quale da quasi tre anni Morini risiede. Fra l’altro senza alcun costo aggiuntivo personale perché compreso nel pacchetto offerto dalla Curia c’era e c’è anche l’abbonamento a Sky e, ovviamente, la domestica.

Quell’inchiesta della chiesa cominciata nel 2015 non portò alcun esito e venne conclusa nel silenzio assordante per un popolo di fedeli che da subito aveva chiesto a gran voce l’espulsione immediata di don Euro dalla Chiesa e la fine di tutti gli assurdi privilegi, compresa la pensione, di cui egli continuava a godere. L’indagine ecclesiastica che invece ha portato alla decisione di ieri di ridurre Don Euro allo stato laicale, la si deve a una riapertura del caso avvenuta la scorsa estate, seguita dal vescovo di Pisa, Giovanni Paolo Benotto, che ha rivisto le testimonianze del caso ed è arrivato alla richiesta di riduzione allo stato laicale che è stata poi accolta dal capo della Congregazione del Clero, cardinale Beniamino Stella. Che sicuramente non potrà essere caduto dal pero quando è arrivata la pratica sul caso di Morini perché il primissimo passo fatto da Mangiacapra per denunciare la doppia vita di don Euro fu proprio quello di indirizzare una accurata e dettagliata lettera ( resa pubblica dalla Gazzetta di Massa Carrara, n.d.r) al cardinale Stella, che tuttavia non si curò mai di dare risposta. Comunque, per giri forse un po’ trasversi, finalmente la chiesa ha dato ai fedeli la risposta che volevano sul caso di Don Morini.

Adesso l’attesa è per l’esecutività di questa decisione che, a quanto risulta dalle dichiarazioni che il vescovo ha fatto ad alcuni giornali, non dovrebbe essere così immediata per rispettare il fatto che comunque si tratta di una persona. Persone sono, tuttavia ,anche tutti i fedeli truffati e beffati, finanche insultati nella loro fede dal comportamento del prete amante di lussi e festini hot, e lo sono pure le moltissime famiglie disagiate della diocesi che avrebbero sicuramente più diritto ad aver un riparo offerto dalla Curia di quanto ne possa mai aver avuto l’ex don Morini. Ma questa, putroppo, sembra ancora essere un’altra storia.

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Con l' 8 x 1000 continuate a pagare vitto e alloggio e servitù a don Euro

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Morini fuori dalla chiesa: quando fuori dalla casa (pagata dalla chiesa)?

venerdì, 2 marzo 2018, 12:17

di vinicia tesconi

E’ cominciato il conto alla rovescia che dovrebbe portare Luca Morini, conosciuto da tutti come Don Euro, da ieri ex prete della diocesi di Massa Carrara e Pontremoli, fuori dalla lussuosa villetta che la Curia di Massa gli comperò per trascorre quella che sembrava dover essere una precoce, immeritata e lunghissima quiescenza.

Morini era diventato un caso scottante – ma non sconosciuto perché delle sue abitudini e delle molte lamentele avanzate da tutti i parrocchiani che lo avevano avuto a dirigere le loro chiese, la Curia era sempre stata al corrente – nel maggio del 2015 quando le Iene di Italia Uno girarono il primo servizio su di lui, beccato a fare la bella vita in compagnia di escort gay, fingendo di essere un famoso giudice. Fu la notizia che la troupe di Mediaset aveva girato un servizio a Caniparola, che era all’epoca la parrocchia in cui Morini esercitava il suo sacerdozio, che costrinse il vescovo Giovanni Santucci a richiamare Morini e a toglierlo, almeno temporaneamente,dagli altari della diocesi. La decisione fu presa nel giro di due giorni e senza alcun preavviso per la comunità di fedeli che dal venerdì sera quando Don Euro era ancora tra loro, scoprirono la domenica mattina – giorno di prime comunioni – che il prete era stato sostituito senza alcuna spiegazione.

Ma soprattutto fu presa circa venti giorni dopo che Francesco Mangiacapra, l’escort che aveva appena scoperto che quel suo borioso cliente era semplicemente un prete, aveva già telefonato in Curia per riferire al vescovo tutti gli spostamenti di Don Morini e i suoi comportamenti consueti. L’inchiesta ecclesiastica su Morini, nel 2015, scattò automaticamente come è inevitabile quando un sacerdote viene sospeso improvvisamente e se anche il vescovo Santucci non potè esimersi dal firmarla, di certo non contribuì moltissimo a evidenziare la reale responsabilità di Don Euro né i rapporti che lo legavano a lui, che emersero solo dopo che la vicenda delle truffe perpetrate dal prete pisano, rese note da una lunga inchiesta svolta proprio dalla Gazzetta di Massa Carrara, diedero l’avvio ad un’indagine della Procura che , finì con il coinvolgimento non solo del Morini ma anche del vescovo stesso. Inizialmente l’allora don Morini venne sistemato dalla Curia presso la struttura delle suore di Casa Faci, dove rimase per tutta l’estate del 2015e dove, pare, continuasse a celebrare messe nonostante fosse stato sospeso a divinis; ma siccome il sobrio ostello delle suore non era sufficientemente confortevole per il prete che avrebbe dovuto solo meditare sui suoi peccati, fu proprio il vescovo che cedette alle sue richieste e gli comprò la villetta dotata di ogni comfort a Marina di Massa nella quale da quasi tre anni Morini risiede. Fra l’altro senza alcun costo aggiuntivo personale perché compreso nel pacchetto offerto dalla Curia c’era e c’è anche l’abbonamento a Sky e, ovviamente, la domestica.

Quell’inchiesta della chiesa cominciata nel 2015 non portò alcun esito e venne conclusa nel silenzio assordante per un popolo di fedeli che da subito aveva chiesto a gran voce l’espulsione immediata di don Euro dalla Chiesa e la fine di tutti gli assurdi privilegi, compresa la pensione, di cui egli continuava a godere. L’indagine ecclesiastica che invece ha portato alla decisione di ieri di ridurre Don Euro allo stato laicale, la si deve a una riapertura del caso avvenuta la scorsa estate, seguita dal vescovo di Pisa, Giovanni Paolo Benotto, che ha rivisto le testimonianze del caso ed è arrivato alla richiesta di riduzione allo stato laicale che è stata poi accolta dal capo della Congregazione del Clero, cardinale Beniamino Stella. Che sicuramente non potrà essere caduto dal pero quando è arrivata la pratica sul caso di Morini perché il primissimo passo fatto da Mangiacapra per denunciare la doppia vita di don Euro fu proprio quello di indirizzare una accurata e dettagliata lettera ( resa pubblica dalla Gazzetta di Massa Carrara, n.d.r) al cardinale Stella, che tuttavia non si curò mai di dare risposta. Comunque, per giri forse un po’ trasversi, finalmente la chiesa ha dato ai fedeli la risposta che volevano sul caso di Don Morini.

Adesso l’attesa è per l’esecutività di questa decisione che, a quanto risulta dalle dichiarazioni che il vescovo ha fatto ad alcuni giornali, non dovrebbe essere così immediata per rispettare il fatto che comunque si tratta di una persona. Persone sono, tuttavia ,anche tutti i fedeli truffati e beffati, finanche insultati nella loro fede dal comportamento del prete amante di lussi e festini hot, e lo sono pure le moltissime famiglie disagiate della diocesi che avrebbero sicuramente più diritto ad aver un riparo offerto dalla Curia di quanto ne possa mai aver avuto l’ex don Morini. Ma questa, putroppo, sembra ancora essere un’altra storia.

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www.tgregione.it/cronaca-regionale...caso-mediatico/
Don Euro da ieri non è più don, Francesco Mangiacapra: “Grazie ai giornalisti, senza loro non sarebbe nato il caso mediatico”
Post on: 2 marzo 2018 Redazione Web

MASSA CARRARA – “Quando ho lasciato gli studi Mediaset, dove mi trovavo per l’intervista esclusiva a Pomeriggio 5 relativa al mio dossier ( sui preti gay, ndr ), ho appreso da un’amica giornalista che il signor Luca Morini è stato finalmente ridotto allo stato laicale”. Lo afferma in una nota inviata alla stampa Francesco Mangiacapra, l’avvocato escort di Napoli che con la sua denuncia ha dato il via sia all’indagine della Procura di Massa su “don Euro”, la cui udienza davanti al gup per decidere del suo rinvio a giudizio è fissata il prossimo 8 marzo, sia all’indagine ecclesiastica che proprio ieri è culminata della decisione della Congregazione del Clero di ridurlo allo stato laicale ( come scritto da TGregione, leggi qui: Spretato: don Euro non è più sacerdote, lo ha deciso la Congregazione per il Clero ): “Nell’apprendere la notizia mi sono commosso. In questi tre anni in cui mi sono speso per ottenere questo risultato, ho sempre immaginato che questo traguardo, che a volte appariva irraggiungibile, mi avrebbe appagato e reso sereno. Oggi non riesco a gioire perché mi rendo conto che questo provvedimento, tardivo, non cancella il dolore e la frustrazione che questo ex sacerdote ha provocato negli anni ai tanti fedeli, alle tante persone che avevano riposto in lui fiducia, speranze e denaro, a una intera comunità che per colpa di un prete incoerente ha visto vacillare la propria fede nei confronti di un’intera istituzione. Il vescovo Santucci risolve così la questione etica, senza fare un mea culpa, senza spiegare perché nessuno in oltre vent’anni si sia mai accorto di tutto ciò che poi il sottoscritto ha scoperchiato. I giudici della Procura faranno adesso il loro lavoro per quello che riguarda la vicenda giudizale, dove anche il vescovo è coinvolto. Io mi chiedo, ora che Morini ha perso i benefit offerti dalla Chiesa Cattolica, chi pagherà il suo avvocato, cosa sarà del suo tesoretto di quasi un milione di euro (che formalmente appartiene a lui), e cosa sarà della villetta in cui vive insieme alla sua domestica. Solo quando risolverò questi dubbi potrò iniziare a pensare che un minimo di giustizia sia stata ripristinata. Non mi interessa per ora vantarmi del merito del primato, perché non sarà questo a far chiudere le cicatrici delle tante vittime di questa strage etica. Ma se proprio devo prendermi il merito di aver contribuito a chiudere un cerchio, questo merito voglio condividerlo con tutti i giornalisti che in questi anni hanno detto e scritto di don Euro, senza i quali non sarebbe nato il caso mediatico che ha innescato l’accensione dei riflettori della Procura. E voglio condividerlo anche con quei fedeli che hanno trovato di aggiungere la propria voce al coro che è partito dopo il mio assolo. Ancora desidero condividerlo con quei sacerdoti che, senza remore, si sono schierati sin da subito contro il proprio indegno collega. Non basta strappare un colletto bianco per cancellare il dolore delle persone ma questo è un passaggio importante per arrivare al vero risultato auspicabile: una condanna penale esemplare. Addio don Euro, benvenuto signor Morini. Spero tu possa comprendere il valore del lavoro, del sacrificio e del denaro. Non è troppo tardi”.
 
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CRONACA
Tutto da rifare nel caso Don Euro: un vizio di forma fa slittare l’udienza preliminare

venerdì, 9 marzo 2018, 11:38

di vinicia tesconi

La notifica della decisione di Luca Morini, meglio conosciuto come Don Euro, di rinunciare all’udienza preliminare e andare subito a processo non è arrivata alla Curia di Massa e al vescovo e questo, in gergo, vizio di notifica, è bastato a risolvere in una bolla di sapone la tanto attesa prima udienza del caso Don Euro che, sfilato il protagonista principale, avrebbe dovuto vedere chiarito il destino dei due comprimari della vicenda, il vescovo Giovanni Santucci e Emiliano Colombi. Dopo più di un’ora di attesa, l’udienza preliminare alla quale partecipavano gli avvocati Martini per il vescovo e Del Papa e Babboni per Colombi, in cinque minuti ha decretato il rinvio al 5 aprile. Nessuno degli indagati era presente. Morini vedrà l’inizio del suo processo, ormai sganciato da quello degli altri due, il prossimo 13 giugno mentre gli avvocati di Santucci e Colombi hanno dichiarato di non aver intenzione di chiedere riti abbreviati. Probabilmente, nel loro caso, non c’è alcun interesse ad accelerare i tempi come sembra esserci per l’ex prete di Caniparola. Di certo non hanno un grosso conto in banca da sbloccare come ha il Morini che prima riuscirà a risolvere i suoi guai giudiziari, prima potrà tornare in possesso dei suoi averi. Tutto rimandato tra un mese quindi per sapere se anche il vescovo e l’ex prete aiutante di Don Morini dovranno affrontare un processo oppure no.

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Protesta per far uscire Don Euro dalla casa pagata dalla Curia: la solidarietà di Benedetti a Rosa Cambria

lunedì, 12 marzo 2018, 10:00

di vinicia tesconi

Anche Stefano Benedetti, consigliere comunale di Forza Italia a Massa, si schiera con il picchetto creato da Rosa Cambria, cittadina carrarese, membro di Assemblea Permanente, per richiedere alla Curia di destinare a qualcuno di ben più bisognoso la bella villetta nella quale da due anni vive, a spese della Chiesa, Luca Morini, il famigerato Don Euro, il prete che per anni, in varie parrocchie della diocesi di Massa Carrara e Pontremoli ha truffato i fedeli appropriandosi dei soldi delle donazioni per lussi e festini gay.

La notizia della riduzione allo stato laicale di Morini, arrivata una settimana fa, ha posto di fatto Don Euro fuori dalla chiesa non solo per gli oneri sacerdotali ma anche e soprattutto per tutti i vantaggi di cui lui ha abbondantemente abusato. La protesta lanciata dalla Cambria e sostenuta da sempre più persone disgustate dall’inspiegabile protezione ricevuta dall’ex prete, muove proprio dal fatto che Don Euro adesso non ha più alcun diritto di stare in quella abitazione con tutte le utenze pagate dalla chiesa e si propone di creare un presidio in via Taffaria, difronte alla villetta in cui vive Morini, fino a quando la Curia di Massa non risolva la situazione facendo uscire l’ex prete.

A fianco di Rosa Cambria si è schierato Benedetti che ha voluto precisare: “ La signora Rosa Cambria ha ben interpretato il pensiero di molti cittadini, soprattutto cristiani, indignati dal comportamento di don Euro ( Luca Morini ), sicuri che un aiuto della curia alle famiglie povere e senza casa sarebbe un atto meritevole di apprezzamento per una dimostrazione di vera solidarietà. Intanto, non comprendo il motivo per il quale lo stesso don Euro non lasci la casa di proprietà della chiesa e continui imperterrito ad abitarvi come nulla fosse accaduto. Questa cosa non può passare inosservata, poiché noi cristiani siamo parte integrante della chiesa e concorriamo con le offerte e le elemosine a mantenere viva la luce della fede attraverso la missione di coloro che volontariamente predicano l’ umanità di Gesù come strumento della salvezza di Dio, nella fede cristiana.La salvezza avviene attraverso una vita umana concreta , una sofferenza umana, una morte umana e ogni qual volta si presentano casi come quello di don Euro, il vescovo, massima carica territoriale della chiesa , dovrebbe rendere conto a tutta la nostra comunità e agire con grande determinazione non solo allontanando il prete sacrilego, ma privandolo di tutti i benefici, come in questo caso di un’abitazione concessa gratuitamente a fronte di tante famiglie bisognose di solidarietà. Credo che il vescovo Giovanni Santucci dovrebbe raccogliere la richiesta della signora Cambria e sfrattare subito Luca Morini dalla casa acquistata anche con le offerte dei credenti, ma non solo, la mia proposta va oltre :perché la Curia che possiede tanti immobili in provincia non li mette a disposizione delle famiglie senza casa ? Oppure non cede in comodato d’uso gratuito le case e i numerosi cascinali con terreno non utilizzati a cooperative di giovani per realizzare aziende agricole e agriturismi soprattutto nelle terre della Lunigiana ?Per quanto riguarda, l’appello della signora Cambria, rispondo da cittadino e credente e dò la mia personale disponibilità per partecipare ad una protesta in via Taffaria di fronte all’ abitazione dello scandalo. Mi auguro, quindi, che il vescovo Santucci agisca immediatamente cacciando dalla casa don euro non meritevole di nessuna compassione materiale, forse solo di quella religiosa.”

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Appropriazione indebita dei soldi dei fedeli e tentata truffa all'assicurazione

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https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/04/0...fedeli/4274217/

Don Euro, rinviato a giudizio il vescovo di Massa: “Tentata truffa per favorire l’ex sacerdote che spendeva soldi dei fedeli”
Giovanni Santucci è accusato anche di appropriazione indebita: mille euro di elemosine per la diocesi sarebbero finite nelle tasche di Morini per sua intercessione. "Don Euro", oltre che per le presunte truffe ai danni dei parrocchiani, è accusato di estorsione nei confronti del vescovo e delle suore di Casa Faci

di F. Q. | 5 aprile 2018

Il vescovo della diocesi di Massa Carrara e Pontremoli, Giovanni Santucci, è stato rinviato a giudizio con le accuse di tentata truffa e appropriazione indebita nell’ambito dell’inchiesta su don Luca Morini. Il sacerdote, soprannominato don Euro dai suoi parrocchiani, che secondo l’accusa rastrellava elemosine e donazioni del fedeli e le spendeva in incontri gay con escort, viaggi, alberghi e cene di lusso.

Don Morini, prima parroco di Avenza e poi di Fossone e di Caniparola, sospeso alcune settimane fa dal Vaticano, nel corso della prima udienza preliminare aveva avanzato attraverso i suoi legali Tullio Padovani e Giovanna Barsotti la richiesta di rito immediato ed era stato già fissato l’avvio del processo a suo carico il prossimo 13 giugno. Quel giorno saranno riunite, su disposizione del gup del tribunale di Massa Carrara, Giovanni Maddaleni, anche le altre posizioni, quella di monsignor Santucci e di Emiliano Colombi, l’ex sacerdote e attualmente insegnante di religione, sotto accusa per riciclaggio nell’ambito della stessa inchiesta.

I reati contestati a monsignor Santucci riguardano, per l’accusa di tentata truffa, un premio assicurativo che don Morini voleva più alto e che proprio il vescovo gli avrebbe fatto ottenere facendo pressione sul medico che doveva definire lo stato di salute del parroco, mentre per l’appropriazione indebita nel mirino ci sono mille euro di elemosine che dalla diocesi sarebbero finite nelle tasche di don Morini tramite monsignor Santucci. L’ex sacerdote Colombi è accusato di riciclaggio per aver riscosso, sempre secondo l’accusa, diversi assegni da parte di ‘don Euro’. Don Morini, oltre che per le presunte truffe ai danni dei parrocchiani, è accusato di estorsione nei confronti del vescovo e delle suore di Casa Faci, a Massa, che sarebbero state costrette a pagare 400 euro per non vedersi cancellata una messa in suffragio per una sorella defunta.
 
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view post Posted on 9/4/2018, 08:22

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http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/...o-io-1.16683842

Caso Don Euro, il prete intercettato con il vescovo: «Guarda che se parlo io...» - Video
Le minacce di don Morini a monsignor Santucci: il parroco con l’arma del ricatto si fece dare 19.150 euro in quattro anni
di Alessandra Vivoli

CASO DON EURO

07 aprile 2018


MASSA. Don Luca Morini il vescovo Giovanni Santucci lo sentiva spesso. Gli telefonava anche in piena notte. Gli si rivolgeva chiamandolo a volte Giovanni, molto più spesso vescovo. Si lamentava don Luca: del mal di denti, delle allergie, della cervicale. Si dipingeva come uomo spossato e malato, che aveva bisogno di “passare le acque” e di curare il diabete e le allergie che da tempo lo tormentavano.

Don Euro, le tappe dell'inchiesta sul prete che dilapidava i soldi dei fedeli in escort e lusso
Secondo la Procura di Massa sperperava i soldi dei fedeli in escort gay, droga, spa, alberghi di lusso, gioielli, ristoranti stellati. Sul conto di Don Luca Morini, passato alle cronace come "Don Euro", sono stati sequestrati 700mila euro, più altri 150mila in diamanti. Andrà a processo per tentata truffa e appropriazione indebita il 13 giugno 2018. Ecco la ricostruzione delle tappe della vicenda - L'ARTICOLO: a processo pure il vescovo
Ma spesso lo minacciava. Quando vedeva che le sue continue richieste di denaro non venivano esaudite, almeno non tutte.

Le intercettazioni. «Vescovo guarda che se parlo io..» Così comincia una delle tante telefonate di don Luca a monsignor Santucci, nell’aprile del 2016. È una delle conversazioni finite nei faldoni della Procura. Fanno parte di un’inchiesta di cui oggi si conosce il nome, “Corvo”, che per mesi e mesi ha scandagliato la vita di don Luca Morini dopo che la sua vicenda, i festini con gli escort e i soggiorni negli hotel di lusso a spese dei fedeli, è finita sugli schermi delle Iene e diventata di dominio pubblico.

«L’altra notte ho pianto e pregato e mi sono raccomandato. Per questo qualcuno da lassù ha agito e ha eseguito le mie preghiere».È il 17 novembre 2016. Don Luca Morini (il parroco che il 13 giugno prossimo sarà a processo per truffa, estorsione, danneggiamento fraudolento dei beni assicurati, appropriazione indebita, ricettazione) parla al telefono con il vescovo Giovanni Santucci. È il giorno in cui il gip Alessandra Aracri si oppose alla richiesta di sequestro preventivo di 24mila euro sul conto del parroco disposta dal pm Alessandra Conforti. Il sequestro dei beni del parroco avvenne qualche mese più tardi, insieme all’avviso di conclusione indagini. Un vero tesoretto e proprio con tutta una serie di cifre: si va dai 155mila euro in diamanti ai 300mila euro versati per acquistare una abitazione nel pisano. E decine e decine di prelievi in contanti.
LEGGI ANCHE:
e
Caso don Euro, escort e ricatti: a processo pure il vescovo - Video
Massa, le accuse contro monsignor Santucci: «Pagò il prete perché tacesse sulla Curia»


Il vescovo diede a don Morini 19.150 euro. Ci sono i soldi, tanti soldi, quelli che il vescovo ha dato a don Morini in parte prelevandoli da suo conto personale. E ci sono le date: il 20 dicembre del 2012 Santucci emetteva un assegno dal suo conto personale di 4.000 euro. Dal 3 gennaio 2013 al 23 gennaio dello stesso anno emetteva tre assegni dal suo conto personale, per 4.000 euro in totale.

Il 20 maggio del 2014 il vescovo emette un assegno dal conto corrente delle Pie Fondazioni legate da 1.000 euro (questa è la vicenda per cui Santucci è finito a processo per impiego improprio di denaro). Dal 22 luglio 2015 al 31 luglio dello stesso anno Santucci firma due assegni dal conto corrente diocesano per complessivi 2.000 euro.

Il 12 agosto 2015 un altro assegno del vescovo di 400 euro è destinato a Morini, e pure quello da 900 euro del 25 agosto. Dal 2 settembre al 30 settembre sempre del 2015 il vescovo ordina bonifici per 2.100 euro a favore di don Morini. Dal 7 al 16 ottobre dello stesso anno altri bonifici per 2.850 euro. E, infine, il 4 novembre del 2016 un bonifico da 1.000 euro.

In totale 19.150 euro che il vescovo ha consegnato a don Luca Morini e che quest’ultimo ha speso per soggiorni in hotel, trattamenti cosmetici, regali griffati ai suoi escort.
 
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CRONACA
“Dichiarazioni bizzarre”: così il procuratore capo Giubilaro replica allo sfogo del vescovo Santucci, rinviato a giudizio per il caso Don Euro

mercoledì, 18 aprile 2018, 18:03

di vinicia tesconi

Ha voluto prendersi il tempo per riflettere attentamente sulle affermazioni che il vescovo, Giovanni Santucci, rinviato a giudizio nel caso Don Euro, ha fatto pochi giorni fa ad alcuni giornali, nelle quali ha direttamente accusato la Procura di averlo messo in mezzo per avere più credibilità e più riflettori sulla vicenda e oggi, finalmente ha risposto chiarendo in maniera perentoria la realtà dietro a ciascuna delle vaghe allusioni lasciate cadere dal vescovo.

A parlare stavolta è il procuratore capo in persona, Aldo Giubilaro, che rigetta al mittente tutte le rivendicazioni del capo della diocesi di Massa Carrara. Il vescovo Santucci è accusato di aver preso mille euro dal conto delle Pie Fondazioni e di averli dati a Luca Morini (al quale ha anche dato di tasca sua - cioè senza commettere alcun reato - almeno altri trentamila euro senza mai aver voluto spiegare il motivo di queste donazioni), noto come Don Euro, fino a tre mesi fa prete della sua diocesi, conosciuto ormai da tutto il pubblico italiano per aver condotto una doppia vita all’insegna di festini con escort gay e droga in alberghi di lusso, sottraendo denaro alle offerte dei fedeli.

A Santucci è contestata anche la partecipazione in concorso col Morini, nella tentata truffa ai danni di Cattolica Assicurazioni, presso la quale i due avevano tentato di ottenere il riconoscimento di una sorta di premio di invalidità per il Morini, risultato poi tutt’altro che malato. Il vescovo Santucci ha sempre rifiutato di parlare con la stampa del suo coinvolgimento in questa vicenda, fino a una settimana fa, quando ha convocato una conferenza stampa riservata solo ad alcune testate da lui stesso selezionate (discriminando opportunamente quelle, come la Gazzetta di Massa Carrara, che hanno denunciato senza mezzi termini le malefatte di Don Euro e il fatto che di queste e delle abitudini del Morini, il vescovo fosse perfettamente a conoscenza da anni) alle quali ha affidato le sue rimostranze soprattutto nei confronti della Procura, che non hanno mancato di stupire lo stesso procuratore Giubilaro, come lui stesso fa notare nella sua dichiarazione in risposta al vescovo: “Esprimo il mio stupore di fronte all'affermazione secondo cui il sottoscritto avrebbe "parlato troppo", dal momento che si è trattato, in ogni occasione, di informare doverosamente l'opinione pubblica su una vicenda giudiziaria da sé sola, e senza necessità dell'intervento di chicchessia, di rilevante interesse pubblico e per sua natura portata ad essere enfatizzata; e di informarla sulla base di quanto effettivamente emerso dalle indagini; di evidenziare, quanto allo stesso monsignor Santucci, la marginalità del suo ruolo, delimitando la sua implicazione nell'indagine entro gli ambiti circoscritti e del tutto secondari rispetto al coindagato Morini e così evitando (facili e suggestive) commistioni con quanto addebitato a quest’ultimo.”.

Il procuratore ha fatto riferimento alla sua stessa raccomandazione ai giornalisti, fatta in occasione della conferenza stampa indetta per annunciare l’iscrizione del vescovo nel registro degli indagati, a considerare la posizione dello stesso come marginale rispetto alle accuse di cui deve rispondere il Morini, della quale possiamo renderne atto essendone stati testimoni.

Il procuratore ha anche spiegato di comprendere le proteste di innocenza di monsignor Santucci, ma di dover anche rilevare che proprio lo stesso Santucci, pur avendo avuto, per legge, la facoltà di rendere alla Procura le sue dichiarazioni in merito ai fatti che gli erano stati contestati, ha sempre liberamente scelto di non farlo: “Inoltre, esaminati i risultati delle indagini anche con l'intervento del suo difensore di fiducia, il giudice dell'udienza preliminare ha disposto il rinvio a giudizio di monsignor Santucci in ordine a tutte e due le due imputazioni che gli vengono mosse, a dimostrazione del corretto accertamento dei fatti e della fondatezza delle conseguenti scelte di diritto sostanziale e processuale fatte dall'ufficio.” ha continuato il Procuratore Giubilaro che ha anche voluto precisare che: “Posto che l'obbligo in uno stato di diritto di procedere nei confronti di chiunque e di procedere a prescindere dalla qualifica personale, o dalla pur encomiabile attività normalmente svolta, rappresentanti del clero, anche ai più alti livelli, compresi, quest’ufficio non poteva e non può esimersi dallo svolgere accertamenti e dall’adottare le determinazioni del caso anche nei confronti del monsignor Santucci, ben al di là della bizzarra opinione di essere stato "tirato dentro per dare evidenza al caso e giustificare" le sue (di questa procura) "scelte". Ricordo ancora che l'obbligo della segretezza delle indagini sancito dall’articolo 329 c.p.p. non permetteva che monsignor Santucci venisse informato della loro esistenza, come dallo stesso monsignor Santucci impropriamente lamentato, e che lo stesso ne e' stato posto a conoscenza non appena consentito dalle disposizioni di legge.”.

E in conclusione il Procuratore ha voluto anche sottolineare come il comportamento protettivo del vescovo nei confronti di Don Euro fosse iniziato ben prima degli interventi giudiziari che decretarono il sequestro dell’ingente patrimonio scoperto sul conto del prete dedito più ai vizi che alle virtù: “Infine - conclude Giubilaro - rendo noto che le valutazioni espresse su monsignor Santucci sono strettamente circoscritte all'ambito giudiziario penale che lo riguarda; ambito al quale è del tutto estraneo il ruolo pastorale ricoperto nei confronti dei sacerdoti della sua diocesi, cosi' come la scelta di procurare a Morini una dimora per una "vita dignitosa" ben due anni prima del sequestro, per iniziativa di questa procura, del suo patrimonio.”.
 
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view post Posted on 10/10/2018, 14:54

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Con l'8 x 1000 avete fatto tanto. Avete pagato le marchette e le protezioni al prete

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Diamanti, soldi e una macchina. Confiscato il «tesoro» di Don Euro
Il Tribunale di Genova fa i conti: il valore dei beni sfiora il milione
Pubblicato il 10 ottobre 2018
Ultimo aggiornamento: 10 ottobre 2018 ore 09:20

Pisa, 10 ottobre 2018 - IL TRIBUNALE di Genova ha confiscato il tesoro di don Luca Morini, meglio conosciuto come don Euro, originario di Vecchiano. Soldi di un conto corrente, polizze assicurative, diamanti e una Fiat Cinquecento, che dalle mani del sacerdote sono passati a quelle del comando provinciale dei carabinieri. I giudici della sezione per le Misure di prevenzione del capoluogo ligure hanno accolto le richieste della Direzione distrettuale antimafia. Il valore dei beni sottratti all’ex parroco sfiora il milione di euro, basti pensare che nel solo conto corrente c’erano più di seicentomila euro e i diamanti (custoditi nel caveau della Intermarket Diamond Business) superavano i centomila euro.

I giudici genovesi hanno prima disposto il sequestro dei beni che sono stati poi confiscati, chiedendo al titolare di spiegare come avesse fatto ad accumularli. Era il primo giugno del 2018. In questi quattro mesi non sono arrivate risposte plausibili da parte dell’imputato – don Morini, scrivono i magistrati, non si è neppure presentato in tribunale –, anche perché la sorella Maria Cristina si è avvalsa della facoltà di non rispondere alle domande, in qualità di congiunta. Il collegio ha ritenuto il prete un soggetto pericoloso, nonostante la quiescenza. Vuoi per le sue condotte, vuoi per il rinvio a giudizio disposto dal tribunale di Massa, che vede Morini alla sbarra con l’accusa di truffa (ai danni dell’assicurazione e dei parrocchiani). Nelle motivazioni della confisca ci sono anche le minacce fatte al vescovo, monsignor Giovanni Santucci, circa un presunto dossier su altri prelati della diocesi. Minacce che gli hanno garantito l’usufrutto dell’appartamento acquistato per lui dalla diocesi, utenze comprese, lo stipendio di 800 euro mensili per la governante e una serie di somme di denaro sul suo conto. Una pressione estorsiva a cui veniva sottoposto il vescovo che gli inquirenti hanno scoperto grazie a una serie di intercettazioni.

DON EURO al monsignore spiega al telefono che vuole ingannare il medico legale della Cattolica assicurazioni per ottenere una pensione di invalidità e anche se l’alto prelato è scettico non dice di no. Ma c’è poi la truffa ai danni delle suore delle Figlie di nostra Signora: don Morini si è fatto dare 400 euro per dire la messa di suffragio per le sorelle defunte, somma che poi ha speso in una Beauty farm. Raggiro che ha utilizzato anche altre volte. Ma il prete si è finto pure giudice per estorcere denaro e pretendere del sesso telefonico a una delle sue vittime. E infine tutte le truffe ai parrocchiani, che mettevano mano al portafoglio credendo di aiutare la parrocchia e non di pagare i festini di don Luca. Un giro di denaro pazzesco, che in pochi anni lo aveva portato ad avere un milione e mezzo di euro su un conto corrente. Denaro che ha in parte investito nei gioielli e in parte ha speso per pagare i suoi vizi. Dopo l’azione della Dda e della procura apuana non potrà più farlo. In attesa della conclusione del processo che si sta celebrando in questi mesi, anche se i reati più vecchi rischiano di essere prescritti.

Edited by pincopallino2 - 13/10/2018, 08:24
 
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view post Posted on 13/10/2018, 07:39

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http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/...euro-1.17346161

IL VERBALE DELLA CONFISCA DEI BENI DELL’EX PARROCO
I carabinieri entrarono in casa di don Euro dentro al portafoglio aveva 3.730 euro
Tutti i segreti: dal presunto dossier sui preti della diocesi con condotte scomode all’autista che lo accompagnava a Roma
di Alessandra Vivoli

12 ottobre 2018

MASSA

Un lungo verbale di 55 pagine. Quello con cui il tribunale di Genova ha disposto la confisca dei beni di Luca Morini (vulgo don Euro). Il conto corrente (con 622mila euro) i diamanti (per oltre 112mila euro) le polizze assicurative e la Cinquecento L su cui, fuori provincia, girava con l’autista.

Luca Morini è stato considerato “socialmente pericoloso” per questo a suo carico sono scattate le misure preventive dettate dall’articolo 24 del codice antimafia. Nel verbale di confisca viene messa nero su bianco la pericolosità: una sorta di condanna (ricordiamo che non sono arrivate querele a suo carico per il procedimento giudiziario in corso in tribunale a Massa) per l’ex parroco. E, soprattutto, risvolti mai pubblicati di una vicenda che ha scosso la comunità parrocchiale e non solo di Massa Carrara.

Il caos don Euro era ormai esploso. E, nel 2016, Luca Morini aveva già ricevuto perquisizioni domiciliari. Nonostante questo continuava a estorcere soldi al vescovo, monsignor Santucci, parlando di una scatola piena di documenti scottanti su condotte scomode di altri preti.

La prima perquisizione avviene il 30 maggio del 2016 presso l’abitazione di Morini e permette di reperire alcuni documenti a riprova del passaggio di denaro fra lui e il vescovo. La secondo venne effettuata la mattina del primo luglio del 2016. Proprio quella mattina don Euro chiama il vescovo per informarlo della nuova perquisizione: «i carabinieri vogliono la scatola, quella famosa scatola dove vi sono documenti personali della chiesa».

Nel primo pomeriggio dello stesso giorno di luglio Morini chiama di nuovo al vescovo e gli chiede «se ha sentito quel signore (il procuratore) e il vescovo dice che il procuratore è all’ospedale. Morini chiede, sarcasticamente, se gli è venuto un infarto e poi ripete che “i documenti quelli io non li ho qui, fortunatamente li ho al Forte».

È uno dei capi di imputazione avanzati contro Luca Morini. Presentandosi come giudice costrinse uno degli escort che frequentava a consegnargli soldi e a fare sesso telefonico. Don Luca si presentava a Roma con un’auto lussuosa e con un’autista che lo accompagnava ovunque. L’autista aveva con è, come è

stato riferito dai testimoni, un portafogli «che rigurgitava banconote». Quel portafoglio è stato rinvenuto nella perquisizione del 30 maggio del 2016: c’erano 62 banconote da 50 euro, una banconota da 100 euro, una da 500, una da 10 e una da 20. per un totale 3.730 euro. —

12 ottobre 2018

http://iltirreno.gelocal.it/regione/toscan...izze-1.17346017

IL TESORETTO
Confiscati 622mila euro diamanti e polizze
MASSA L’ex parroco amava gli hotel di lusso, dove portava gli amici escort come Marco Sabadin, che ha fatto scoppiare lo scandalo. Aveva un debole per le cure termali e per i diamanti. Non era invece...

12 ottobre 2018

MASSA

L’ex parroco amava gli hotel di lusso, dove portava gli amici escort come Marco Sabadin, che ha fatto scoppiare lo scandalo. Aveva un debole per le cure termali e per i diamanti. Non era invece un fanatico delle auto di lusso: si accontentava di una Fiat 500L ma, per le sue scorribande a Roma o, più semplicemente, quando tolto il collettino bianco e l’abito nero si spacciava per giudice o cardiochirurgo, aveva sempre con sé l’autista.

Nel patrimonio finito sotto confisca ci sia il conto corrente da 622mila euro, e oltre 115mila euro di diamanti. Ma anche polizze assicurative e ancora diamanti acquistati in più riprese e intestati allo stesso Morini con “certificato di proprietà al portatore” custoditi presso il caveau della Intermarket Diamond Business di Milano.

Soldi, tanti soldi, e diamanti. Una macchina di media cilindrata (ma per i viaggi arrivava l’autista) e vaire polizze assicurative: questo il tesoro di Luca Morini.

Quello su cui don Euro, per disposizione del tribunale di Genova non potrà più mettere le mani.
12 ottobre 2018

http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/...covo-1.17345558

Festini gay, il ricatto di don Euro al vescovo
L'inchiesta. "Datemi i soldi o faccio i nomi degli altri preti"
di Alessandra Vivoli

12 ottobre 2018

Don Luca Morini, ribattezzato don Euro, ai tempi del sacerdozio
MASSA. «E questa volta ci vado nelle sedi penali e ci porto i preti, certo, certo che ce li porto e qualcun altro perché lo posso fare». E ancora: «Lei faccia ben presente ai suoi preti di stare al pezzo, se non si vogliono trovare in tribunale...Se lei non mi mette un foglio dove mi dice la parola fine a questa vicenda ...io vedrà che mio muovo anche su di lei eh?»
«Io sono a conoscenza di tante cose che mi schifano di questa diocesi.... C’ho le prove in mano voglio che si veda che non sono il solo debole. Ma ci sono anche altri. Io faccio proprio i nomi e li mando per busta riservata al Santo Padre. L’unico della Diocesi io? E no, no, no sa da fa’ come Berlusconi».
Così Luca Morini, che prete ormai non è più ma per tutti si è guadagnato il titolo di don Euro, parlava al vescovo della diocesi di Massa Carrara e Lunigiana, monsignor Giovanni Santucci. Gli stralci di conversazione risalgono alla telefonata del 5 aprile del 2016 (alle 12). Sono nel verbale che ha portato alla confisca dei beni dell’ex sacerdote 57enne originario di Pontasserchio.
Le intercettazioni
Eccole le famose intercettazioni telefoniche, quelle conversazioni fra il vescovo e l’allora prete, messo in quiescenza per motivi di salute (ma lo scandalo della presunta truffa e dei presunti festini negli hotel extralusso con escort gay in realtà era già scoppiato). Ci sono telefonate, sms, lunghi monologhi di Morini. Sono finiti nelle 55 pagine del decreto di confisca del patrimonio di Gianluca (questo il nome per intero riportato nel documento) Morini depositato l’8 ottobre e firmato dal presidente del tribunale Marina Orsini. Un documento pesante per Morini: le conversazioni telefoniche (mai pubblicate prima), la ricostruzione delle truffe, i soggiorni con gli escort. Luca Morini viene definito (visto l’articolo 24 del codice antimafia) individuo “pericoloso socialmente”. Per questo i sigilli al patrimonio che arrivano alla terza richiesta da parte della procura di Massa: nella prima (avviata nel 2017) non era stata richiesta l’applicazione della misura di prevenzione della confisca. Nella seconda (siamo nell’aprile del 2018) la confisca era stata avanzata al tribunale di Massa, non più competente. Poi si arriva a quella del 25 maggio: quella frutto di una autonoma richiesta del pm di Genova avanzata nel rispetto della nuova normativa, quella che di fatto considera «presupposto indefettibile per applicare la misura patrimoniale la pericolosità del preposto».
E proprio nella valutazione di pericolosità di don Euro c’è la ricostruzione della vicenda. Con le conversazioni telefoniche messe nero su bianco, quelle con cui Morini esercitava la «pressione estorsiva» sul suo vescovo (quindi con l’aggravante di rivolgersi a un pubblico ufficiale e con oltre 65 anni di età).
Gli sms
Siamo nel 2016. Morini accetta di essere messo in quiescenza senza rivelare “scomode situazioni” in cui sarebbero coinvolti altri preti della diocesi e, nello stesso tempo ricorda al vescovo il loro accordo. L’accordo con il vescovo viene rivelato dallo stesso Morini in una sequenza di sms iniziati alle 20 e 23 del 29 agosto 2016.
«Gentilissimo vescovo, desidero una autonomia sostanziale ogni mese sufficiente per le spese come d’accordo. Voglio rimanere prete senza fare male alla Chiesa, non costringermi a seguire esempi non edificanti e a mettere in piazza tante cose che ci sono già io che soffro».
La truffa dell'assicurazione
Il 21 marzo del 2016 (alle 19 e 50) con una telefonata Morini ricorda al vescovo il suo stato di salute al fine di convincerlo a compiere una truffa nei confronti dell’assicurazione Cattoica al fine di ottenere una pensione per una malattia, come da lui stesso dichiarato, inesistente. «Per il punteggio e va be, ci vuol poco - dichiara Morini - come mi hanno detto a tanti danno il 100, perché dipende dal vescovo. Uno dice, se non ce la

fa a stare in piedi. E se manderanno il medico... eh gli dico: sbando e cosa ci posso fa’ se sbando.... C’è quelli che erano ciechi e guidavano la macchina, allora lo vede che banda, il mondo va avanti così, non è che si va avanti con la giustizia, Così tanti preti hanno tante agevolazioni»

12 ottobre 2018

Edited by pincopallino1 - 9/7/2020, 19:00
 
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