Laici Libertari Anticlericali Forum

Truffa ed estorsione, 6 anni in appello a don Morini, tutto escort e cocaina. Confiscati 737.000 €., Prescrizione e vescovo aiutano il seminfermo don Euro. Con l'8 x 1000 avete fatto tanto

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 30/5/2016, 17:06
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://www.quinewsmassacarrara.it/i-carabi...enti-sul-pa.htm

LUNEDÌ 30 MAGGIO 2016 ORE 17:26
Parroco a luci rosse, sequestrati nuovi documenti


I carabinieri di Massa hanno perquisito questa mattina l'abitazione del parroco della lunigiana su cui la Procura aveva aperto un fascicolo per truffa
MASSA — Nuovi sviluppi sullo scandalo che ha coinvolto il sacerdote della Lunigiana e più in generale la Curia di Massa Carrara. Il prete a luci rosse o "Don Euro" come è stato soprannominato dai suoi parrocchiani era stato denunciato per aver chiesto soldi per i poveri o per la parrocchia ma per averne fatto, poi, un uso personale. Questo il motivo per cui la Procura di Massa Carrara dopo le numerose segnalazioni aprì un'inchiesta con l'ipotesi di appropriazione indebita e truffa.Uno stile di vita che al momento al sacerdote è costata la sospensione dai propri incarichi in attesa di chiarimenti.
Nel frattempo i carabinieri, stamani, hanno sequestrato alcuni documenti su mandato della Procura per procedere negli accertamenti.
 
Web  Top
view post Posted on 13/9/2016, 16:24
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


Don Luca Morini, truffatore che spendeva il malloppo con gli escort, non è stato mai punito

JPG
Don Luca Morini nella piscina termale con un amico

http://www.lagazzettadimassaecarrara.it/cr...-euro-in-curia/

CRONACA
Toh… chi si rivede! Don Euro in Curia

martedì, 13 settembre 2016, 07:46

di vinicia tesconi
Si dice che l’assassino torni sempre sul luogo del delitto e quindi la presenza, che voci di corridoio dicono frequente, nelle sale e nel giardino della Curia di Massa, del prete libertino amante del lusso e degli escort gay, farebbe pensare che se un delitto è stato commesso, forse la sede è proprio quella. Don Luca Morini, chiamato Don Euro dai molti parrocchiani che ha vessato con continue richieste di denaro, salito ai (dis)onori della cronaca quando la sua spudorata doppia vita è stata resa pubblica prima dalle Iene, la trasmissione televisiva di Italia 1, e poi da una clamorosa serie di articoli su tutti i giornali nello scorso inverno, da un po’ di tempo ha preso l’abitudine di fare lunghi tete a tete con il vescovo della diocesi di Massa Carrara, monsignor Giovanni Santucci, colui che, abbastanza inspiegabilmente non ha mai adottato misure punitive nei confronti del parroco immorale.

Anzi, in realtà, e contro la sollevazione di molti dei parrocchiani truffati, imbrogliati, defraudati ed offesi nella loro intima religiosità, il vescovo Santucci ha addirittura tollerato la condotta del prete suo sottoposto, chiudendo continuamente gli occhi davanti all’evidenza della sua scorrettezza – testimoniata da foto e filmati prodotti da un escort che, avendo scoperto la sua vera identità ha deciso di rendere pubblico il suo comportamento così contrario ai costumi religiosi che gli appartenevano - e regalandogli addirittura una bellissima villa in cui trascorrere in santa pace il suo stato di, molto prematura, quiescenza, peraltro remunerata dalla chiesa. Considerando che Don Euro ha “solo” 54 anni non si può certo negare che il trattamento che gli è stato riservato per aver insultato la sua veste e la fede di centinaia di persone sia stato un pochino preferenziale.

Il vescovo Santucci è sensibile alle pecorelle smarrite, evidentemente, e sicuramente sta lavorando per condurre Don Euro al doveroso pentimento. Ma dato che il prete hot pare non si sia ancora straziato le vesti dal pentimento e dato anche che l’indagine dei carabinieri partita dalle denunce dei molti parrocchiani a cui Don Euro ha sottratto beni fingendo di usarli per la beneficenza è ancora in corso, forse un po' più di prudenza non guasterebbe. La domanda, comunque, è la stessa: ma che avranno mai da dirsi, fitto fitto, un prete che tutti volevano espulso dalla chiesa ed il vescovo che ha fatto di tutto per proteggerlo? Ai pentimenti di Don Euro,ormai, non crede più nessuno. Ai suoi affari, invece, riesce facile credere a tutti.
 
Web  Top
view post Posted on 10/11/2016, 18:14
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/...rini-1.14391677

Sequestrato un tesoretto a don Euro
Secondo gli inquirenti i 25.000 euro che don Morini aveva nel conto corrente erano quelli sottratti ai parrocchiani col raggiro

10 novembre 2016

MASSA. Gli inquirenti hanno sequestrato venticinquemila euro da un conto corrente personale di don Luca Morini, conosciuto da tutti come don Euro. Secondo la procura e i carabinieri del nuclei investigativo e operativo, quei soldi sono provento di reati a danno di alcuni parrocchiani che il prelato aveva avvicinato. In pratica di truffe. Invece di aiutare i poveri come prometteva, per l’accusa organizzava festini a luci rosse in hotel di lusso. Don Morini non ha saputo spiegare come mai avesse una cifra del genere e così è scattato il provvedimento su richiesta del pm Alessandra Conforti, accordato dal gip Antonia Aracri. La difesa del prete potrà chiedere lo scongelamento dei venticinquemila euro al riesame di Genova. Passerà del tempo, però.
Ma perché gli inquirenti sono convinti che quella somma sia stata sottratta con una serie di raggiri ai fedeli che il don andava a trovare casa per casa? Sono stati loro a presentarsi in caserma e a raccontare quello che era successo. E a spiegare ai militari del nucleo investigativo quanto denaro avevano dato al religioso e soprattutto con quale motivazione. L’impressione è che quei venticinquemila euro siano soltanto una parte dell’intero ammontare portato via ai parrocchiani con l’inganno. Perché in quel conto corrente ci sono altri soldi e forse non tutti hanno denunciato il raggiro. Probabilmente perchè si vergognano. Insomma, l’indagine va avanti con la speranza che si siano altre persone disposte a collaborare con la procura.
La pm Alessandra Conforti
La pm Alessandra Conforti
A fine maggio i militari hanno perquisito l’abitazione di don Morini. E in quell’occasione hanno portato via diversi documenti, tra cui carte che attestavano operazioni bancarie. Dagli approfondimenti sono emerse le incongruenze che aveva denunciato chi si sentiva truffato dal religioso. Erano stati sequestrati diversi documenti cartacei mentre non erano stati trovati né computer, né dischi di memoria esterni. Dopo la perquisizione, il prelato aveva raggiunto la caserma dei carabinieri con il suo legale. Ed era stato interrogato a lungo. A distanza di poco più di cinque mesi gli inquirenti hanno chiesto il sequestro della somma che sono sicuri sia frutto dei raggiri. Ma dal materiale trovato nell’abitazione emergono altri indizi, altro denaro entrato nella disponibilità di don Morini senza alcuna giustificazione. Ed è per questo che sono convinti che le denunce fatte siano ancora una minima parte di quelle che dovrebbero trovarsi sulla scrivania del sostituto procuratore Conforti.
Don Luca Morini all'altare
Don Luca Morini all'altare
Lo scandalo è scoppiato nell’estate del 2015, quando alla stampa apuana viene recapitata una lettera. La firma un trentenne napoletano: è un gigolò e racconta che lui don Euro lo conosce. Il sacerdote - riferisce il giovane - si è finto magistrato e ha trascorso intere serate con lui. Festini, in alberghi lussuosi di Napoli, a base di tartufi e aragosta, sesso, alcol. La storia dalla stampa locale si conquista alcuni servizi delle Iene che danno al caso rilevanza nazionale. Il prete si difende e spiega che i soldi usati sono quelli di famiglia, ma è ben altra l’opinione dei parrocchiani di Fossone, ma anche di quelli di Montignoso, Caniparola, Giungaco. (d.d.)

10 novembre 2016
 
Web  Top
view post Posted on 12/11/2016, 08:38
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://www.lagazzettadimassaecarrara.it/cr...-ecclesiastico/

Don Euro, iniziato il processo ecclesiastico

sabato, 12 novembre 2016, 02:50

di barbara pavarotti
Finalmente la Chiesa fa sul serio. Finalmente è stato aperto dall’Arcidiocesi di Pisa - che comprende la diocesi di Massa Carrara - un procedimento amministrativo-penale nei confronti di don Euro. Siamo alle battute iniziali, all’ascolto dei testimoni, ma, visto il silenzio e la reticenza che per anni ha circondato la vicenda dell’ex parroco Luca Morini, già appare molto che la chiesa voglia - come si legge nel documento di convocazione del primo teste - “ricercare la verità per un’esigenza fondamentale di giustizia”.

E il primo testimone, il più importante, è il giovane napoletano Francesco Mangiacapra, colui che ha denunciato per anni, inascoltato, lo scandalo del prete a luci rosse con documentate lettere alla Congregazione per il clero, alla Congregazione per la dottrina della fede, alla Curia di Massa, di Napoli. Nulla. Qualcuno sapeva, qualcuno era a conoscenza, per sua stessa ammissione, di comportamenti sospetti, ma di fatto questi comportamenti venivano, con ogni evidenza, tollerati, nella speranza, forse, di mettere al tutto il silenziatore. O che il prete si ravvedesse, come disse il vescovo Santucci nel febbraio scorso: “So cosa è successo, non lo stiamo proteggendo, ma vediamo se si può recuperare”.

C’è voluta la grancassa dei media, c’è voluto il minuzioso lavoro di ricerca delle prove fatto da Vinicia Tesconi proprio sulla Gazzetta, perché all’inchiesta della procura di Massa, dove il sacerdote è indagato per truffa, si affiancasse quella ecclesiastica avviata un mese fa.

Il 17 ottobre Francesco Mangiacapra ha dunque ricevuto dal vicario generale dell’Arcidiocesi di Pisa un invito a presentarsi per rendere testimonianza. Lui ne è ben felice, ovviamente, ma vive a Napoli e si è dichiarato disponibilissimo a essere ascoltato purché questo, giustamente, non comporti un viaggio a sue spese, perché, dice, “non intendo spendere denaro di tasca mia per far emergere qualcosa che la Curia sapeva da tempo”.

E di nuovo ha inviato alla Curia arcivescovile di Pisa una lunga lettera in cui ricostruisce punto per punto tutti gli illeciti commessi da don Euro: luoghi, date, complicità, nomi delle vittime e di altri testimoni. E chiarisce che il suo intento non è mai stato quello di rovinare il prete, ma di “arrestare un suo comportamento grave e dannoso dal momento che prometteva lavoro a giovani disoccupati, offriva droga e non rispettava la sua posizione di sacerdote”.

“Domani vado a Milano dagli Agnelli, conosco tante persone influenti, posso fare tanto per te”, diceva infatti don Morini spacciandosi per giudice facoltoso. E i regali costosi agli amanti (telefoni, gioielli) sarebbero frutto, secondo l’inchiesta giudiziaria, delle offerte date in buonafede dai fedeli.

Impressionanti gli sms inviati ad aprile 2015 dal sacerdote a Francesco: “Amore spero tu sia una bomba, dimmi cosa mi fai”. E vi risparmiamo i dettagli pornografici perché davvero sconvolgenti. Una marea di sms, roba da stalking. Con Francesco che rispondeva a monosillabi, cercando di calmare le manie di possesso e il delirio di onnipotenza del prete.

Tutte questo materiale bollente, esplosivo, è in mano all’Arcidiocesi di Pisa, che ha anche foto e video in cui Morini fa uso di droghe con un accompagnatore in un viaggio di piacere a Barcellona nella primavera 2015 . Materiale già inviato all’epoca da Francesco alla Curia di Massa nella vana intenzione di suscitare un provvedimento. Ma Francesco sembrava parlasse al vento nonostante scrivesse: “La condotta di vita di don Morini era inequivocabilmente abituale, reiterata, perdurante da anni. Si specifica che tutti i suoi accompagnatori erano ragazzi giovani, da lui retribuiti per la compagnia e, soprattutto, per le prestazioni sessuali”.

Naturalmente la Curia Arcivescovile di Pisa parla ancora di “fatti presunti”. Ma intanto il processo ecclesiastico è iniziato. La Chiesa, davvero, non si può più permettere di far finta di nulla: non è solo Francesco a chiederlo, ma tutti i fedeli, i cattolici, tutti i religiosi che con coraggio e dignità svolgono la propria missione e che vorrebbero finalmente fosse fatta pulizia in un mondo dove regna ancora troppa ambiguità.
 
Web  Top
view post Posted on 17/5/2017, 21:30

Group:
Administrator
Posts:
8,010

Status:


Con l'8 x 1000 avete fatto tanto. Ma papa Francesco non è addolorato per i preti dalla doppia vita?

Schermata-2016-02-09-alle-15.35.45




www.lagazzettadimassaecarrara.it/cr...euro-ma-ancora/

CRONACA
Don Euro… ma, ancora?

mercoledì, 17 maggio 2017, 17:16

di vinicia tesconi
Se avesse lasciato l’abito talare o se gli fosse stato imposto di lasciarlo, come tantissimi fedeli della diocesi di Massa Carrara auspicavano, adesso gli squallidi rigiri di Gianluca Morini, meglio conosciuto come Don Euro non farebbero più notizia. Ognuno è libero di spendere il proprio tempo e il proprio denaro come meglio crede, sorvolando per un momento, in questo caso, il dettaglio di come abbia potuto un prete arrivare ad accumulare l’ingente fortuna che è stata trovata sul suo conto e sorvolando anche il fatto che parte di quella fortuna è comunque derivata dalle continue richieste di donazioni che “il nostro” ha fatto durante tutto il periodo del suo presbiterato attivo. Ma Don Euro non si è mai neppure sognato di rinunciare al suo sacerdozio ed il vescovo Giovanni Santucci non ha trovato di meglio che metterlo in quiescenza, cioè in pensione, alloggiandolo in una bellissima villa con spese a carico della Curia e garantendogli anche la possibilità di percepire, con un anticipo vergognoso nei confronti di qualunque lavoratore, la pensione che spetta a tutti i preti che, per sopraggiunti limiti di età, si ritirino a vita privata. E allora la notizia c’è e fa ancora scalpore. Nel suo beato “buon riposo” l’incorreggibile Don Euro non riesce proprio a dedicarsi esclusivamente alla meditazione sui suoi peccati, come il vescovo sostiene che faccia, ma continua tranquillamente a portare avanti la sua vecchia doppia vita che fu smascherata un anno fa dai servizi delle Iene e raccontata nei dettagli da La Gazzetta di Massa Carrara. Ancora si concede lussi e soprattutto ancora è un habituè dei siti di incontri con escort gay. Qualche mese fa lo avevamo intoppato nell’area dell’Emilia Romagna dove si era dirottato cercando di evitare la piazza del centro-sud Italia dalla quale era emerso Francesco Mangiacapra, l’avvocato ed escort napoletano che aveva scoperto e denunciato la sua verità identità. Ma evidentemente Don Euro ha un debole per la categoria degli escort di Roma o di Napoli perché, di nuovo, è stato beccato lì. Per camuffarsi non ha mai avuto grande fantasia Don Euro, tanto è vero che, prima dello scandalo che lo ha coinvolto, si spacciava per un facoltoso giudice ma il numero di telefono fisso che dava ai suoi accompagnatori occasionali ( da lui chiamati romanticamente fidanzati) era quello della parrocchia di cui era rettore. Fu proprio così che Mangiacapra scoprì la verità sul suo conto. Adesso Don Euro è tornato alla carica nella stessa cerchia in cui già aveva dato il meglio di sé, limitandosi a dire agli escort che contatta di essere un importante medico e nei suoi intrallazzi sembrerebbe aver beccato di nuovo un suo vecchio accompagnatore che si era accreditato sul sito degli escort con un nome diverso. E’ lui, che vuole mantenere l’anonimato, infatti, che racconta. “ La prassi è sempre la stessa: intensa corrispondenza via messenger o whatsapp, richiesta di foto, insistenza per contatti telefonici. Il dubbio che si trattasse ancora di lui mi era già sorto leggendo il tono e il contenuto dei messaggi ma quando ha sentito la voce di Don euro al telefono non ho potuto non riconoscerlo.” L’incontro non è andato a buon fine, tuttavia, perché probabilmente anche Morini deve avere quanto meno subodorato qualcosa e dopo pochi messaggi successivi alla telefonata ha rinunciato a portare avanti la trattativa con il suo vecchio accompagnatore. Insomma, nulla di nuovo per il prete amante dei festini hot, a parte l’incredulità ancora diffusa nella comunità cattolica che lo ha conosciuto, che sta ancora attendendo che Don Euro paghi il suo conto. L’indagine aperta dai carabinieri a suo carico è in via di chiusura così come avviato ad un pronunciamento finale sembra essere il tribunale ecclesiastico che ha aperto un’inchiesta sul Morini nella quale ha raccolto la testimonianza di Mangiacapra. Proprio stamani Mangiacapra ha aggiunto alla sua testimonianza in Curia anche le informazioni sugli ultimi sviluppi della doppia vita di Don Euro ma la probabilità che venga ridotto allo stato laicale non è molto accreditata vista la protezione ecclesiastica di cui, inspiegabilmente, ha goduto finora.

Edited by pincopallino2 - 18/5/2017, 08:52
 
Top
view post Posted on 24/5/2017, 15:07

Group:
Administrator
Posts:
8,010

Status:


http://www.quinewsmassacarrara.it/prete-a-...i-fedeli-to.htm

​Prete a luci rosse con le elemosine dei fedeli



Chiuse le indagini sul caso di don Luca Morini. La parola passa al gip per decidere sull'archiviazione o sul rinvio a giudizio del religioso
MASSA — Il caso era partito dalle "Iene" quando un giovane escort raccontò in trasmissione di aver avuto incontri intimi con don Luca e dopo ulteriori indagini il parroco fu accusato di appropriazione indebita, per aver utilizzato i soldi delle elemosine per quegli incontri in hotel di lusso. Denaro dei fedeli utilizzato dunque dal sacerdote per agganciare compagnie a pagamento e trascorrere molto del suo tempo con escort maschili, permettendosi conti da capogiro nei ristoranti e alberghi più “in” di Napoli, Roma e Barcellona.
Dopo la notifica di avviso di chiusura delle indagini, il legale dell' indagato presenterà una difesa e successivamente la procura deciderà sull'archiviazione del caso o il rinvio a giudizio del parroco.
 
Top
view post Posted on 27/5/2017, 07:10

Group:
Administrator
Posts:
8,010

Status:


Dai video de Le Iene alle accuse di appropriazione indebita. Verso il processo per il prete gay?


Don Morini bacio gay - Fonte Libero

www.quinewsmassacarrara.it/prete-a-...i-fedeli-to.htm
Prete a luci rosse con le elemosine dei fedeli



Chiuse le indagini sul caso di don Luca Morini. La parola passa al gip per decidere sull'archiviazione o sul rinvio a giudizio del religioso
MASSA — Il caso era partito dalle "Iene" quando un giovane escort raccontò in trasmissione di aver avuto incontri intimi con don Luca e dopo ulteriori indagini il parroco fu accusato di appropriazione indebita, per aver utilizzato i soldi delle elemosine per quegli incontri in hotel di lusso. Denaro dei fedeli utilizzato dunque dal sacerdote per agganciare compagnie a pagamento e trascorrere molto del suo tempo con escort maschili, permettendosi conti da capogiro nei ristoranti e alberghi più “in” di Napoli, Roma e Barcellona.
Dopo la notifica di avviso di chiusura delle indagini, il legale dell' indagato presenterà una difesa e successivamente la procura deciderà sull'archiviazione del caso o il rinvio a giudizio del parroco.

Edited by pincopallino2 - 28/5/2017, 09:02
 
Top
view post Posted on 22/9/2017, 14:30

Group:
Administrator
Posts:
8,010

Status:


Vescovo aiutava il "povero" don Euro: sequestrati 850.000 € al prete che non restituiva i soldi dei fedeli

don-euro-don-luigi-morini-903405
Don Morini

www.gonews.it/2017/09/22/prete-e-ve...bito-di-denaro/

Prete e vescovo indagati: tentata truffa e impiego indebito di denaro 22 settembre 2017 14:36

Avrebbe utilizzato le offerte dei fedeli per scopi personali dopo che un escort aveva raccontato di avere avuto una relazione con lui. Dal febbraio del 2016 don Luca Morini della parrocchia di Caniparola in Lunigiana è partita l'indagine della Procura di Massa Carrara. A termine delle indagini gli indagati sono due: il parroco e il vescovo della diocesi di Massa Carrara e Pontremoli, monsignor Giovanni Santucci. Quest'ultimo avrebbe impiegato indebitamente mille euro presi dalla fondazione Pie Legati per consegnarli a don Morini senza spiegazioni. Inoltre avrebbe fatto pressione sulla Cattolica Assicurazione per dare maggiori vantaggi economici al prete con l'aumento del punteggio di invalidità. Il reato contestato per quest'ultimo capo di accusa è di tentata truffa. Il sequestro convalidato a luglio 2017 pone il sequestro di 700mila euro e 150mila in pietre preziose al parroco.


www.dagospia.com/rubrica-29/cronach...oldi-148609.htm
26 MAG 2017 16:39
‘DON EURO’, CHIUSE LE INDAGINI SUL PRETE CHE SPENDEVA I SOLDI DELLE ELEMOSINE IN ESCORT E COCAINA - BECCATO DALLE ‘IENE’ DOPO LA SEGNALAZIONE DI UN SUO PROSTITUTO, ORA DON LUCA MORINI RISCHIA IL PROCESSO PER AVER SPERPERATO IL DENARO DELLE OFFERTE IN RISTORANTI, ALBERGHI E FESTINI HARD

www.quinewsmassacarrara.it/

Il caso era partito dalle "Iene" quando un giovane escort raccontò in trasmissione di aver avuto incontri intimi con don Luca e dopo ulteriori indagini il parroco fu accusato di appropriazione indebita, per aver utilizzato i soldi delle elemosine per quegli incontri in hotel di lusso.

Denaro dei fedeli utilizzato dunque dal sacerdote per agganciare compagnie a pagamento e trascorrere molto del suo tempo con escort maschili, permettendosi conti da capogiro nei ristoranti e alberghi più “in” di Napoli, Roma e Barcellona.

Dopo la notifica di avviso di chiusura delle indagini, il legale dell' indagato presenterà una difesa e successivamente la procura deciderà sull'archiviazione del caso o il rinvio a giudizio del parroco.

http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/...covo-1.15884259

Don Euro mette nei guai il vescovo
Avviso di garanzia a monsignor Santucci, ma la sua posizione è marginale nella vicenda che vede il prete accusato di truffa
di Libero Red Dolce

22 settembre 2017

MASSA. Con la consegna di un avviso di garanzia per reati di natura patrimoniale si è chiusa l’indagine della procura di Massa nei confronti di don Luca Morini. Al prete, soprannominato da tutti don Euro, sono contestati i reati di truffa e appropriazione indebita. C’è però un colpo di scena: c’è anche un avviso di garanzia per il vescovo di Massa Carrara Giovanni Santucci. La posizione del prelato, si apprende però da fonti interne della procura, sarebbe piuttosto marginale nell’inchiesta e a lui non vengono contestati gli stessi capi d’imputazione che invece riguardano don Morini.
Il vescovo Giovanni Santucci
Il vescovo Giovanni Santucci

Monsignor Santucci è stato raggiunto telefonicamente da “il Tirreno” sull’avviso di garanzia che gli sarebbe stato recapitato e sulla circostanza ha riferito che «è possibile, perché no? Al momento preferiscono però non rilasciare nessuna dichiarazione».

Nessun archiviazione dunque dopo la lunga indagine condotta dal sostituto procuratore Alessandra Conforti e che aveva portato al sequestro di un conto di 25mila euro, che per procura e nucleo investigativo dei carabinieri sono il frutto delle truffe che il parroco ha fatto ai fedeli a cui chiedeva un supporto economico. E che invece, secondo le accuse e le testimonianze di molti fedeli che si sono fatti avanti, il parroco utilizzava per organizzare festini a luci rosse in hotel di lusso.

Di questi soldi il prete non ha saputo spiegare la provenienza e l’ entità e così qualche mese fa è scattato il provvedimento su richiesta del pm, accordato dal gip Antonia Aracri. Per gli inquirenti quei soldi sono il frutto invece di una serie di raggiri e inganni del prete che, visitando casa per casa i suoi fedeli, li convinceva a dargli del denaro per questioni legate alla vita della parrocchia.

Sono stati gli stessi fedeli però a presentarsi dai carabinieri per denunciare l’accaduto, spiegando ai militari per filo e per segno come e quando il prete avrebbe chiesto a loro quelle somme di denaro. E la motivazioni con le quali giustificava quelle richieste. L’impressione peraltro è quei venticinquemila non fossero l’intera cifra sottratta ai fedeli perché sul conto c’erano altri soldi. L’ipotesi investigativa è che non tutti i parrocchiani abbiano denunciato il raggiro.

L’inchiesta era partita da una perquisizione fatta a casa del prete lo scorso anno, nel maggio del 2016. I carabinieri , perquisendo l’abitazione di don Morini, avevano portato via diversi documenti, tra i quali carte che attestavano diverse operazioni bancarie. E studiando quelle carte erano venute fuori le incongruenze indicate dai fedeli che si erano sentiti raggirati dal parroco. Così i militari avevano sequestrato diversi documenti cartacei mentre non erano stati trovati né computer, né dischi di memoria esterni. Dopo la perquisizione, il prelato aveva raggiunto la caserma dei carabinieri con il suo legale dove era stato interrogato per alcune ore.

Insomma l’accusa ritiene che don Morini non abbia speso i soldi ricevuti come offerte per fini sociali, come avrebbe dato ad intendere al momento di farseli dare, ma per ragioni personali. Fin dall’inizio della vicenda don Luca si era sempre difeso dicendo di non aver mai utilizzato soldi dei fedeli ma propri. E tirò fuori persino l’eredità di una parente, ipotesi che gli inquirenti non hanno considerato solida abbastanza.

Tra i suoi accusatori anche un gigolò napoletano che sosteneva di avere avuto rapporti sessuali con il parroco, in una mail che aveva mandato anche alla diocesi di Massa Carrara. Secondo l’uomo, “don Euro” «si spacciava per un magistrato e faceva la bella vita in hotel e ristoranti di lusso: spendeva migliaia di euro. Dei fedeli?», si chiedeva retorico in conclusione. Adesso sarà il processo a dire se quei soldi sono finiti nella disponibilità del parroco per mezzo di una truffa.

22 settembre 2017

www.lagazzettadimassaecarrara.it/cr...ta-di-don-euro/

Soldi della curia e sostegno in una truffa assicurativa: così il vescovo “aiutava” l’anima perduta di don Euro

venerdì, 22 settembre 2017, 14:59

di vinicia tesconi
Non si è sottratto all’onere di dare una prima risposta in merito all’avviso di garanzia ricevuto per uso indebito di denaro della Curia e per tentata truffa ai danni della Cattolica Assicurazioni ma le giustificazioni addotte dal vescovo della diocesi di Massa Carrara e Pontremoli, Giovanni Santucci, non risolvono affatto la sua posizione nei confronti della vicenda di Don Luca Morini, meglio conosciuto come Don Euro, il prete che usava i soldi delle donazioni alla chiesa per fare viaggi e festini gay a base di sesso e droga.

“Il mio compito è quello di aiutare i preti della mia diocesi” è un po’ debole come alibi a fronte di una brutta storia come quella del prete avido di soldi tanto da essere stato ribattezzato Don Euro, scoppiata su tutti i media circa due anni fa, grazie alla denuncia di uno degli escort con cui don Euro si accompagnava ed ai servizi fatti dalla trasmissione Le Iene e dalla nostra testata che ricostruì nei dettagli moltissime delle malefatte del prete. Un comportamento sfrontato e arrogante, riconfermato anche stamani dal Procuratore Aldo Giubilaro e dal vice Procuratore Alessandra Conforti, che per anni ha permesso al prelato di accumulare una vera fortuna. 700 mila euro sono stati trovati sul conto di Don Euro ai quali vanno aggiunti altri 150 mila in pietre preziose: una fortuna spropositata, che è stata messa sotto sequestro - che non può in alcun modo essere spiegata con lo stipendio, circa mille euro al mese, da sacerdote percepito dal Morini. Una cifra che comunque risulta difficilmente spiegabile anche con le semplici donazioni che il prete può aver ricevuto o estorto grazie a quelle doti istrioniche di affabulatore che la stessa Procura gli ha riconosciuto. Secondo il Procuratore Giubilaro, che ha lodato pubblicamente le indagini svolte dalle squadre di carabinieri guidate dal Tenente Sciarrone e dal Colonnello Marchi, anche lo stesso vescovo Santucci sarebbe una povera vittima della capacità di circuizione del Morini: “ Il compito ed il dovere della procura è quello di procedere nei confronti di chiunque risulti essere coinvolto in attività illecite perché non esistono cittadini di serie A e cittadini di serie B, tuttavia ci sono situazioni, come questa, particolarmente delicate perché le persone indagate sono due prelati. Voglio precisare che la posizione del vescovo Santucci è assolutamente marginale al grosso della storia di Don Euro, cioè non bisogna associare i comportamenti del Morini a quelli del vescovo che probabilmente è stato raggirato dal Morini come tutte le persone che negli anni gli hanno affidato i loro soldi.”. Gli abusi a carico del vescovo tuttavia sono emersi e documentati e sono partiti avvisi di garanzia: il vescovo, in tempi non sospetti, cioè prima che scoppiasse lo scandalo sulla doppia vita di don Euro, diede al Morini mille euro presi dal conto Fondazione pie e legati della Curia di Massa che serve unicamente a raccogliere le donazioni dei fedeli per indirizzarle su opere di solidarietà. Nello stesso periodo, ancora il vescovo intercesse a favore del Morini presso la Cattolica Assicurazioni, l’ente che assiste tutti i preti, per fargli ottenere un aumento dei punti di invalidità fisica che di fatto il Morini non aveva, e fargli ottenere un aumento della pensione di invalidità – che non gli venne riconosciuto proprio per la falsità delle certificazioni presentate.Secondo la dottoressa Conforti, che ha seguito direttamente tutte le indagini, il vescovo avrebbe continuato ad elargire grandi somme di denaro al Morini anche dopo che la vicenda divenne nota a tutti. Insomma, l’ansia di indulgenza verso la buonafede del vescovo, suona decisamente fuori luogo così come il pensare che l’ingente fortuna accumulata da don Euro possa essere frutto unicamente della sua abilità ad estorcere donazioni per i poveri. Considerando l’altissimo tenore di vita tenuto per anni dal Morini, si può ipotizzare che il suo conto in banca sia stato addirittura raddoppiato rispetto a quello attuale e nemmeno un delirio collettivo di offerte di tutti i fedeli i delle molte parrocchie in cui Don Euro è stato spostato, basterebbe a spiegare una cifra di tali proporzioni. Senza contare che le molte parrocchie in cui Don Euro ha imperversato – perché il vescovo risolveva le lamentele dei parrocchiani vessati dalle sue richieste di denaro con dei semplici cambi di parrocchia – non sono affatto tra le più ricche di fedeli danarosi della diocesi. Infine è doveroso ricordare che il movimento spontaneo nato un anno e mezzo fa degli “Indignati di Don Euro”, che fece anche una protesta pacifica sotto la Curia, ha sempre chiesto proprio al vescovo di prendere una posizione forte nei confronti del Morini chiedendone l’espulsione dalla chiesa, senza mai ottenere neppure una minima risposta. Anzi, non solo il vescovo non ha mai ridotto allo stato laicale il laido don Euro ma ha anche accettato di mantenere ogni sua spesa compresa una villetta di lusso a Marina di Massa ed ha continuato quasi quotidianamente a riceverlo in udienza privata e segreta nonostante in più di un’occasione il Morini sia stato beccato a mantenere gli stessi vizi che determinarono lo scandalo. Più che di aiuto ai preti della diocesi quello che sembra profilarsi all’orizzonte di questa vicenda è un vero e proprio ricatto, ipotesi non esclusa dalla stessa Procura.

Edited by pincopallino2 - 22/9/2017, 15:52
 
Top
view post Posted on 24/9/2017, 21:57

Group:
Administrator
Posts:
8,010

Status:


http://www.lagazzettadimassaecarrara.it/cr...la-provenienza/
Emiliano Colombi, il terzo indagato della vicenda Don Euro: “Mi diceva che erano soldi per famiglie bisognose, ne ignoravo la provenienza”

domenica, 24 settembre 2017, 11:11

di vinicia tesconi
E’ sorpreso e amareggiato Emiliano Colombi, il terzo nome che è comparso oggi sulla lista degli indagati nel caso Don Euro che ha come protagonisti lo stesso Don Morini e il vescovo Santucci. E’ amareggiato soprattutto per vedere associato il suo nome a una persona da cui ha voluto prendere le distanze da anni, dopo aver capito di essere stato l’ennesima vittima delle sue truffe. Colombi fu sacerdote nella parrocchia di Avenza retta da Don Euro per circa un anno tra il 2003 e il 2004, ma era stato seguito dal Morini anche negli anni di formazione in seminario tanto che proprio in occasione della sua ordinazione, sui giornali locali era comparso un ampio e dettagliato resoconto della magnanimità di Don Euro nell’aver agevolato il percorso spirituale del giovane prete, segno evidente di come il Morini fosse bravissimo a spacciarsi per persona illuminata anche con la stampa. Ma il sacerdozio non era la strada del Colombi, che dopo un anno chiese di essere restituito allo stato laicale pur continuando il suo percorso umano nell’ambito della chiesa cattolica, facendo l’insegnate di religione in una scuola media. “ Sono stato interrogato quattro volte dai carabinieri in merito a questa indagine – racconta Colombi - e circa tre mesi fa ho ricevuto l’avviso di garanzia. Mi stupisce tuttavia essere associato sui giornali a Don Morini e al vescovo perché sembra che io sia stato quasi loro complice mentre, come ho affermato in tutti gli interrogatori, io ero all’oscuro di tutte le truffe fatte da Morini. Forse ho peccato di grande ingenuità ma all’epoca ero un prete molto giovane che eseguiva ciò che il suo superiore gli chiedeva. Don Morini , in varie occasioni mi diceva di fargli il favore di versare gli assegni sul mio conto e poi di girare i soldi sul suo perché non aveva tempo o modo di andare in banca e perché aveva urgenza di contanti per aiutare famiglie bisognose. Io Ho sempre eseguito senza mettere in dubbio la destinazione di quei soldi né, mai, ho tenuto un centesimo per me.Ero abituato a vedere che Don Morini avesse sempre molti soldi nel portafoglio, ma lui diceva di essere ricco di famiglia e che erano soldi da dare a persone in difficoltà. In effetti, ai tempi in cui vissi nella parrocchia di Avenza, vidi spesso tantissime persone anche molto ricche, fare donazioni su richiesta di Don Morini. In particolare ricordo il signor Mazzi, della Furrer, che era uno dei più assidui finanziatori di Morini. Ricordo anche che lo aiutò a sistemare la casa in cui si trasferì quando venne spostato nella parrocchia di Fossone. Ma come Mazzi c’erano anche molti altri. Ad ogni Natale Morini mi diceva di passare dalle sedi delle cooperative dei cavatori per ritirare i pacchi che gli avevano preparato per la beneficienza ed io lo facevo, ma ignoravo cosa ci fosse dentro.” . Le carte della Procura parlano di una serie di operazioni di “riciclaggio “ di denaro a carico del Colombi anche in epoca successiva a quella della sua esperienza da sacerdote: “ Io ho continuato saltuariamente ad andare a trovare il padre di Don Morini che era anziano e malato e che poi successivamente è morto. Lo avevo conosciuto ad Avenza e mi faceva piacere andarlo a salutare ogni tanto. All’epoca Don Morini era stato trasferito nella parrocchia di Sant’Eustachio a Montignoso e quando facevo visita a suo padre mi chiedeva di fare il solito versamento in banca perché lui non poteva lasciare il padre solo ed andare fino a Marina di Massa dove c’era la sede della filiale. Ma ripeto non ho mai tenuto soldi per me e non sapevo affatto cosa ne facesse di quei soldi. Credevo davvero che li usasse per chi ne aveva bisogno. Don Euro ha fregato tutti, anche me.” Colombi è accusato di ricettazione ma la sua posizione all’interno dell’inchiesta è abbastanza secondaria rispetto a quella del vescovo che invece risulta essere stato il principale sovvenzionatore di Don Euro. Le carte dell’indagine mostrano chiaramente l’esistenza di un ricatto al quale Monsignor Santucci ha ceduto per anni e a cui tuttora cede. Come già da più di un anno La Gazzetta di Massa Carrara aveva denunciato, Santucci è tutt’altro che marginale nella vicenda e lo ha confermato anche lo stesso Colombi: “ Il vescovo ha sempre saputo tutto di Don Morini e lo ha sempre protetto. Quando tre mesi fa mi sono rivolto a lui per chiedergli un aiuto per pagare l’avvocato in questa causa Monsignor Santucci me lo ha negato ma a Don Euro ha pagato tutto, casa, spese, divertimenti e avvocati.”. Alla base del ricatto fatto da Don Morini ci sarebbero rivelazioni scottanti sui preti della diocesi di Massa Carrara, secondo le carte dell’indagine della Procura ma il conto delle appropriazioni indebite registrate e pubblicate non torna: alla fine della fiera, dai resoconti apparsi sui giornali si arriva a poche migliaia di euro a fronte di un capitale di 850 mila sequestrati al prete. E’ evidente quindi che il ricatto c’è, ma che la sua vera entità è ben altra e ben lontana da ciò che è stato scoperto finora.

http://iltirreno.gelocal.it/regione/toscan...?ref=hftimcea-1

«Paga o svelo i segreti di molti nostri preti»
Il ricatto e le minacce di don “Euro” Morini al vescovo di Massa Carrara Giovanni Santucci

di Alessandra Vivoli

24 settembre 2017

MASSA. Un parroco assestato di denaro che minaccia il suo vescovo di rivelare “dossier scottanti” a carico di altri religiosi. E che per questo viene indagato anche per estorsione.

C’è questo è molto altro nella ricostruzione della Procura di Massa-Carrara finita nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Ci sono le date. I movimenti bancari e il numero dei bonifici. C’è il nome dell’hotel di Gubbio, con annessa beauty farm extra lusso dove si dedicava al corpo (molto più che allo spirito) don Luca Morini, il sacerdote originario di Vecchiano, per anni sul pulpito a Massa-Carrara e in Lunigiana, finito al centro di una indagine clamorosa.

Nelle carte della Procura, inoltre, c’è pure il nome di un nuovo indagato, un ex sacerdote di 42 anni, Emiliano Colombi, accusato di ricettazione: sarebbe stato lui, per l’accusa, a cambiare in denaro contante gli assegni dei benefattori che riusciva a farsi staccare don Luca. E ci sono, infine, i nomi delle aziende del marmo- big del calibro della Sam, delle cooperative di cavatori Gioia e Canalgrande, che, mese dopo mese, sono state truffate da don Morini. Con la scusa della beneficenza.

MIGLIAIA DI PAGINE DI TRUFFE

Nove faldoni, migliaia di pagine, che ricostruiscono una storia di truffe, ai danni dei parrocchiani, di estorsione, nei confronti del vescovo e delle suore di Casa Faci, a Massa, costrette a sborsare 400 euro per non vedere cancellata la messa in memoria delle sorelle defunte. Una vicenda in cui si parla di soldi, tanti soldi, quelli che il parroco riusciva a mettere insieme e che, anzichè finire a sostegno delle famiglie disagiate, dilapidava - secondo la Procura - in festini con escort gay, con corollario di regali griffati e dosi di cocaina.

MINACCE AL VESCOVO

L’indagine, come anticipato da Il Tirreno, ha coinvolto anche il vescovo della Diocesi apuana, monsignor Giovanni Santucci e, si scopre solo adesso, anche l’ex sacerdote Emiliano Colombi che per meno di un anno, dal luglio del 2003 al giugno del 2004, ha vestito la tonaca come viceparroco della chiesa di Quercioli, a Massa.

Nelle carte della Procura, quelle dodici pagine firmate dal sostituto procuratore Alessandra Conforti che sono finite nell’avviso di conclusione delle indagini c’è soprattutto un elemento nuovo.

Ci sono le minacce che don Luca Morini avrebbe rivolto al vescovo per avere soldi, sempre più soldi. Si scopre così - stando all’ ipotesi accusatoria - che don Morini - don Euro come lo hanno soprannominato da anni in terra apuana - minacciava monsignor Santucci di rendere pubblici «fatti incresciosi di molti preti diocesani». Di presentare «denunce corredate da dossier scottanti raccolti a carico di religiosi locali». Per questi fatti, che temporalmente vengono collocati da febbraio a dicembre 2016, don Morini è accusato di estorsione.

ESTORSIONE CONTESTATA

Per le sue minacce, sempre stando all’accusa, il sacerdote avrebbe ottenuto dal vescovo svariate somme di denaro (4.500 euro dal 14 aprile al 3 giugno del 2016), l’usufrutto gratuito di una villetta di 200mila euro e, perfino, la colf pagata, 800 euro il mese.

Monsignor Santucci, si difende. Il suo avvocato, Adriano Martini parla di un grosso equivoco. Lui, monsignore, si affida a una nota della Curia per precisare la posizione. Sostoeme che «il 15 maggio 2015, prima ancora che il caso di don Luca Morini assurgesse agli onori della cronaca nazionale, il vescovo aveva chiesto al sacerdote di non rientrare in parrocchia, per dare seguito a verifiche e approfondimenti circa la sua condotta. La volontà dell’istituzione ecclesiastica era, ed è stata, fin dal principio, di fare chiarezza, evitando ogni sorta di «copertura». Tale decisione, in attesa della conclusione dell’indagine interna, esponeva, di fatto, il sacerdote don Morini a una mancanza di sostegno economico e il vescovo, a norma della legge canonica, ha dovuto provvederne al mantenimento anche perché il sacerdote lamentava condizioni economiche di bisogno; non era compito del Vescovo di verificarle, in ossequio al principio della doverosa assistenza pastorale. Inoltre, da maggio scorso, il conto corrente dello stesso sacerdote è stato congelato, provocando, di conseguenza, un intervento caritatevole temporaneo nei suoi confronti, dettato da una situazione di difficoltà oggettiva». Il vescovo si difende e precisa, per iscritto.

PECCATI, NON REATI

Don Luca Morini non parla; il suo avvocato, Giovanna Barsotti, assicura: «Peccati, non reati». Mentre è il silenzio - dei fedeli - che ha accompagnato ieri la prima messa, per San Pio di Pietrelcina, che il vescovo Santucci ha officiato nella chiesa del Carmine, in pieno centro a Carrara.
 
Top
view post Posted on 24/9/2017, 22:07

Group:
Administrator
Posts:
8,010

Status:


Non poteva permettersi la decimazione del clero. E lui a ruota libera tra escort, cocaina, ostriche, champagne e conti milionari

prete-escort
Don Morini

http://iltirreno.gelocal.it/regione/toscan...?ref=hftimcea-1

«Paga o svelo i segreti di molti nostri preti»
Il ricatto e le minacce di don “Euro” Morini al vescovo di Massa Carrara Giovanni Santucci

di Alessandra Vivoli

24 settembre 2017

MASSA. Un parroco assestato di denaro che minaccia il suo vescovo di rivelare “dossier scottanti” a carico di altri religiosi. E che per questo viene indagato anche per estorsione.

C’è questo è molto altro nella ricostruzione della Procura di Massa-Carrara finita nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Ci sono le date. I movimenti bancari e il numero dei bonifici. C’è il nome dell’hotel di Gubbio, con annessa beauty farm extra lusso dove si dedicava al corpo (molto più che allo spirito) don Luca Morini, il sacerdote originario di Vecchiano, per anni sul pulpito a Massa-Carrara e in Lunigiana, finito al centro di una indagine clamorosa.

Nelle carte della Procura, inoltre, c’è pure il nome di un nuovo indagato, un ex sacerdote di 42 anni, Emiliano Colombi, accusato di ricettazione: sarebbe stato lui, per l’accusa, a cambiare in denaro contante gli assegni dei benefattori che riusciva a farsi staccare don Luca. E ci sono, infine, i nomi delle aziende del marmo- big del calibro della Sam, delle cooperative di cavatori Gioia e Canalgrande, che, mese dopo mese, sono state truffate da don Morini. Con la scusa della beneficenza.

MIGLIAIA DI PAGINE DI TRUFFE

Nove faldoni, migliaia di pagine, che ricostruiscono una storia di truffe, ai danni dei parrocchiani, di estorsione, nei confronti del vescovo e delle suore di Casa Faci, a Massa, costrette a sborsare 400 euro per non vedere cancellata la messa in memoria delle sorelle defunte. Una vicenda in cui si parla di soldi, tanti soldi, quelli che il parroco riusciva a mettere insieme e che, anzichè finire a sostegno delle famiglie disagiate, dilapidava - secondo la Procura - in festini con escort gay, con corollario di regali griffati e dosi di cocaina.

MINACCE AL VESCOVO

L’indagine, come anticipato da Il Tirreno, ha coinvolto anche il vescovo della Diocesi apuana, monsignor Giovanni Santucci e, si scopre solo adesso, anche l’ex sacerdote Emiliano Colombi che per meno di un anno, dal luglio del 2003 al giugno del 2004, ha vestito la tonaca come viceparroco della chiesa di Quercioli, a Massa.

Nelle carte della Procura, quelle dodici pagine firmate dal sostituto procuratore Alessandra Conforti che sono finite nell’avviso di conclusione delle indagini c’è soprattutto un elemento nuovo.

Ci sono le minacce che don Luca Morini avrebbe rivolto al vescovo per avere soldi, sempre più soldi. Si scopre così - stando all’ ipotesi accusatoria - che don Morini - don Euro come lo hanno soprannominato da anni in terra apuana - minacciava monsignor Santucci di rendere pubblici «fatti incresciosi di molti preti diocesani». Di presentare «denunce corredate da dossier scottanti raccolti a carico di religiosi locali». Per questi fatti, che temporalmente vengono collocati da febbraio a dicembre 2016, don Morini è accusato di estorsione.

ESTORSIONE CONTESTATA

Per le sue minacce, sempre stando all’accusa, il sacerdote avrebbe ottenuto dal vescovo svariate somme di denaro (4.500 euro dal 14 aprile al 3 giugno del 2016), l’usufrutto gratuito di una villetta di 200mila euro e, perfino, la colf pagata, 800 euro il mese.

Monsignor Santucci, si difende. Il suo avvocato, Adriano Martini parla di un grosso equivoco. Lui, monsignore, si affida a una nota della Curia per precisare la posizione. Sostoeme che «il 15 maggio 2015, prima ancora che il caso di don Luca Morini assurgesse agli onori della cronaca nazionale, il vescovo aveva chiesto al sacerdote di non rientrare in parrocchia, per dare seguito a verifiche e approfondimenti circa la sua condotta. La volontà dell’istituzione ecclesiastica era, ed è stata, fin dal principio, di fare chiarezza, evitando ogni sorta di «copertura». Tale decisione, in attesa della conclusione dell’indagine interna, esponeva, di fatto, il sacerdote don Morini a una mancanza di sostegno economico e il vescovo, a norma della legge canonica, ha dovuto provvederne al mantenimento anche perché il sacerdote lamentava condizioni economiche di bisogno; non era compito del Vescovo di verificarle, in ossequio al principio della doverosa assistenza pastorale. Inoltre, da maggio scorso, il conto corrente dello stesso sacerdote è stato congelato, provocando, di conseguenza, un intervento caritatevole temporaneo nei suoi confronti, dettato da una situazione di difficoltà oggettiva». Il vescovo si difende e precisa, per iscritto.

PECCATI, NON REATI

Don Luca Morini non parla; il suo avvocato, Giovanna Barsotti, assicura: «Peccati, non reati». Mentre è il silenzio - dei fedeli - che ha accompagnato ieri la prima messa, per San Pio di Pietrelcina, che il vescovo Santucci ha officiato nella chiesa del Carmine, in pieno centro a Carrara.





www.lagazzettadimassaecarrara.it/cr...la-provenienza/
Emiliano Colombi, il terzo indagato della vicenda Don Euro: “Mi diceva che erano soldi per famiglie bisognose, ne ignoravo la provenienza”

domenica, 24 settembre 2017, 11:11

di vinicia tesconi
E’ sorpreso e amareggiato Emiliano Colombi, il terzo nome che è comparso oggi sulla lista degli indagati nel caso Don Euro che ha come protagonisti lo stesso Don Morini e il vescovo Santucci. E’ amareggiato soprattutto per vedere associato il suo nome a una persona da cui ha voluto prendere le distanze da anni, dopo aver capito di essere stato l’ennesima vittima delle sue truffe. Colombi fu sacerdote nella parrocchia di Avenza retta da Don Euro per circa un anno tra il 2003 e il 2004, ma era stato seguito dal Morini anche negli anni di formazione in seminario tanto che proprio in occasione della sua ordinazione, sui giornali locali era comparso un ampio e dettagliato resoconto della magnanimità di Don Euro nell’aver agevolato il percorso spirituale del giovane prete, segno evidente di come il Morini fosse bravissimo a spacciarsi per persona illuminata anche con la stampa. Ma il sacerdozio non era la strada del Colombi, che dopo un anno chiese di essere restituito allo stato laicale pur continuando il suo percorso umano nell’ambito della chiesa cattolica, facendo l’insegnate di religione in una scuola media. “ Sono stato interrogato quattro volte dai carabinieri in merito a questa indagine – racconta Colombi - e circa tre mesi fa ho ricevuto l’avviso di garanzia. Mi stupisce tuttavia essere associato sui giornali a Don Morini e al vescovo perché sembra che io sia stato quasi loro complice mentre, come ho affermato in tutti gli interrogatori, io ero all’oscuro di tutte le truffe fatte da Morini. Forse ho peccato di grande ingenuità ma all’epoca ero un prete molto giovane che eseguiva ciò che il suo superiore gli chiedeva. Don Morini , in varie occasioni mi diceva di fargli il favore di versare gli assegni sul mio conto e poi di girare i soldi sul suo perché non aveva tempo o modo di andare in banca e perché aveva urgenza di contanti per aiutare famiglie bisognose. Io Ho sempre eseguito senza mettere in dubbio la destinazione di quei soldi né, mai, ho tenuto un centesimo per me.Ero abituato a vedere che Don Morini avesse sempre molti soldi nel portafoglio, ma lui diceva di essere ricco di famiglia e che erano soldi da dare a persone in difficoltà. In effetti, ai tempi in cui vissi nella parrocchia di Avenza, vidi spesso tantissime persone anche molto ricche, fare donazioni su richiesta di Don Morini. In particolare ricordo il signor Mazzi, della Furrer, che era uno dei più assidui finanziatori di Morini. Ricordo anche che lo aiutò a sistemare la casa in cui si trasferì quando venne spostato nella parrocchia di Fossone. Ma come Mazzi c’erano anche molti altri. Ad ogni Natale Morini mi diceva di passare dalle sedi delle cooperative dei cavatori per ritirare i pacchi che gli avevano preparato per la beneficienza ed io lo facevo, ma ignoravo cosa ci fosse dentro.” . Le carte della Procura parlano di una serie di operazioni di “riciclaggio “ di denaro a carico del Colombi anche in epoca successiva a quella della sua esperienza da sacerdote: “ Io ho continuato saltuariamente ad andare a trovare il padre di Don Morini che era anziano e malato e che poi successivamente è morto. Lo avevo conosciuto ad Avenza e mi faceva piacere andarlo a salutare ogni tanto. All’epoca Don Morini era stato trasferito nella parrocchia di Sant’Eustachio a Montignoso e quando facevo visita a suo padre mi chiedeva di fare il solito versamento in banca perché lui non poteva lasciare il padre solo ed andare fino a Marina di Massa dove c’era la sede della filiale. Ma ripeto non ho mai tenuto soldi per me e non sapevo affatto cosa ne facesse di quei soldi. Credevo davvero che li usasse per chi ne aveva bisogno. Don Euro ha fregato tutti, anche me.” Colombi è accusato di ricettazione ma la sua posizione all’interno dell’inchiesta è abbastanza secondaria rispetto a quella del vescovo che invece risulta essere stato il principale sovvenzionatore di Don Euro. Le carte dell’indagine mostrano chiaramente l’esistenza di un ricatto al quale Monsignor Santucci ha ceduto per anni e a cui tuttora cede. Come già da più di un anno La Gazzetta di Massa Carrara aveva denunciato, Santucci è tutt’altro che marginale nella vicenda e lo ha confermato anche lo stesso Colombi: “ Il vescovo ha sempre saputo tutto di Don Morini e lo ha sempre protetto. Quando tre mesi fa mi sono rivolto a lui per chiedergli un aiuto per pagare l’avvocato in questa causa Monsignor Santucci me lo ha negato ma a Don Euro ha pagato tutto, casa, spese, divertimenti e avvocati.”. Alla base del ricatto fatto da Don Morini ci sarebbero rivelazioni scottanti sui preti della diocesi di Massa Carrara, secondo le carte dell’indagine della Procura ma il conto delle appropriazioni indebite registrate e pubblicate non torna: alla fine della fiera, dai resoconti apparsi sui giornali si arriva a poche migliaia di euro a fronte di un capitale di 850 mila sequestrati al prete. E’ evidente quindi che il ricatto c’è, ma che la sua vera entità è ben altra e ben lontana da ciò che è stato scoperto finora.

https://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archi...html?ref=search
La prima messa di don Emiliano

AVENZA.Stasera alle 20.30 don Emiliano Colombi festeggerà l'ordinazione a sacerdote, celebrando ad Avenza la prima messa di fronte ai suoi concittadini. Dopo un periodo formativo di tre anni, e i successivi sei trascorsi in seminario, Emiliano è diventato un ministro di Dio all'interno della cattedrale di Massa gremita di folla, molta della quale proveniente da Carrara e da Bedizzano, paese nel quale il giovane curato affonda le proprie radici.
Il percorso che lo ha portato al sacerdozio ha avuto inizio nel'94, attraverso l'incontro con don Luca Morini, sacerdote della chiesa di Avenza. «Era un ragazzo come tanti altri, neanche troppo vicino alla sfera religiosa - dice oggi don Luca ricordando Emiliano durante la fase di avvicinamento all'ambiente ecclesiastico - Poi il vivere la Messa con maggiore intensità, così come la partecipazione ad incontri spirituali, hanno fatto nascere la vocazione che lo ha portato a donare a Dio la propria vita, con una serenità consapevole».
Don Luca, guida spirituale di don Emiliano, ha assistito e guidato in precedenza altre due vocazioni (don Daniele e don Beniamino), e si sente colmo di felicità nel vedere la gioia di questi ragazzi che vivono il sacerdozio non come una privazione, ma come un arricchimento. «E' un lavoro estremamente profondo» afferma don Morini, riferendosi all'impegno richiesto dal seguire da vicino quei ragazzi che decidono di fare questa scelta di vita.
Paolo VI diceva che la vocazione sacerdotale è tanto faticosa quanto gioiosa; ed è proprio per esternare la propria gioia che don Emiliano Colombi ha organizzato la festa di sabato sera, contando esclusivamente sulle forze morali e materiali della propria famiglia. Al termine della celebrazione prenderà vita la festa in suo onore nei giardini antistanti la Torre di Castruccio, con la partecipazione di un gruppo di animatori spezzini (già impegnati a Tor Vergata, al cospetto del Papa) e di 50 sbandieratori lucchesi. Don Emiliano ha voluto festeggiare assieme alla sua gente, alla quale è legato in maniera viscerale. Tale attaccamento deriva dal passato: il padre, scomparso prematuramente, era cavatore. E l'amore verso il marmo ha fatto sì che il giovane sacerdote si sia fatto fabbricare un calice interamente scolpito nel Bianco di Carrara.
E' un momento di grande felicità, per don Emiliano; un momento nel quale ha concretizzato il significato della propria esistenza. Questo è il senso della sua scelta, una decisione lunga una vita e per la vita: con un pensiero rivolto al padre, ora che lui stesso verrà chiamato «padre».

David De Filippi
06 settembre 2003

https://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archi...html?ref=search
Da sacerdote a cavatore
MASSA.Una pausa di riflessione di un anno per far maturare in profondità le proprie scelte di vita. L'ha chiesta e ottenuta, in accordo col vescovo Eugenio Binini, il giovane sacerdote di Avenza Emiliano Colombi, 29 anni, da meno di un anno vice parroco della parrocchia della Madonna dei Quercioli. «Ho sentito il bisogno di chiedere ai miei superiori la disponibilità di un po' di tempo - afferma il giovane - che intendo dedicare a me stesso». Don Emiliano cercherà lavoro in cava. Il giovane riserva parole di ammirazione e affetto alla comunità dei fedeli dei Quercioli e a don Mario Amadi, il parroco locale, a fianco del quale ha vissuto i suoi pochi mesi di sacerdozio. «Don Mario e tutti coloro che hanno vissuto con me questa difficile decisione - dice Emiliano - mi hanno dimostrato una grande comprensione, della quale sarò loro eternamente grato».
In Massa I

17 giugno 2004

Edited by pincopallino2 - 5/2/2022, 20:05
 
Top
view post Posted on 26/9/2017, 10:26

Group:
Administrator
Posts:
8,010

Status:


www.lagazzettadimassaecarrara.it/cr...scovo-santucci/

Silenzi, contraddizioni e bugie: l’arrampicata sugli specchi del vescovo Santucci

martedì, 26 settembre 2017, 01:20

di vinicia tesconi
Ha detto che l’assegno di mille euro preso dal conto delle Pie Fondazioni Legali della diocesi di Massa Carrara l’aveva girato a Don Euro per aiutare un confratello in stato di indigenza, riferendosi al periodo in cui Don Euro era sospeso dal suo incarico e quindi privato dello stipendio da sacerdote. Ma il vescovo Santucci non ha calcolato che i capi d’imputazione dell’indagine su Don Euro che lo vede iscritto nel registro degli indagati sarebbero arrivati sulle pagine dei giornali ed avrebbero testimoniato in maniera inconfutabile le sue bugie. Il versamento suddetto, infatti, risale al 2014 quando Don Euro rivestiva l’incarico di parroco di Caniparola e quindi riceveva regolarmente i mille e cento euro mensili dello stipendio da prete.

Ha detto di averlo sospeso a divinis, cioè di avergli interdetto la possibilità di dire messa e impartire sacramenti nel maggio 2015, ma dall’avviso di conclusione delle indagini risulta che Don Morini, nel febbraio 2016, durante il suo temporaneo soggiorno presso Casa Faci a Marina di Massa aveva contrattato con le suore che gestiscono la struttura, il pagamento di 400 euro per le “Intenzioni di messa” in ricordo di suore defunte, il che conferma che il Morini continuava ancora a fare il prete - come ribadivano voci ben informate che avevano assistito alle celebrazioni private fatte da Don Euro in quel periodo.

Ha detto che Don Euro non ha percepito più stipendio dalla chiesa, mentre prima di finire sul registro degli indagati aveva assicurato che era stato messo in quiescenza e che quindi percepiva la pensione spettante ai sacerdoti ( poco meno dello stipendio) che è poi, in realtà, quella che continua a percepire tuttora oltre ad avere l’usufrutto della villetta in cui vive e tutte le utenze pagate dalla Curia. Più gravi, però, delle affermazioni che il vescovo Santucci ha fatto sono i silenzi dietro cui si è trincerato: la Dottoressa Alessandra Conforti, sostituto Procuratore che ha seguito il caso, ha affermato che alle domande sui molti versamenti presi dal suo conto personale a favore di Don Euro, che ammontano circa a ventimila euro, monsignor Santucci non ha voluto dare risposta così come non ha mai voluto dare indicazioni sulla posta che era sul piatto, ovvero sugli elementi con i quali Don Euro teneva in scacco tutta la Curia.

Il ricatto è ormai assodato dalla Procura anche se nessuno dei dossier sui segreti dei preti della Curia che Don Euro millantava di avere è uscito fuori dalle perquisizioni e dai sequestri effettuati nella sua abitazione e a sorreggere tutta la teoria ricattatoria c’è solo una reiterata affermazione fatta in pubblico da Morini: “ Se vado giù io, va giù anche tutto il castello” in riferimento alla Curia di Massa. “ Probabilmente tutte le informazioni scottanti sui preti della diocesi il Morini le tiene tutte nella sua testa” ha detto la dottoressa Conforti. Sicuramente una parte di queste informazioni riguardano il vescovo perché nulla, a parte un ricatto personale, giustificherebbe la sua sottomissione a tutte le richieste presentate dal Morini.
Forse quelle informazioni non usciranno mai dalla testa e dalla sua bocca di Don Euro, ma, di certo, il castello è già completamente in pezzi.
 
Top
view post Posted on 27/9/2017, 13:07

Group:
Administrator
Posts:
8,010

Status:


https://www.lagazzettadimassaecarrara.it/c...ute-spiritiche/

Don Euro, dopo il sesso con le orge ora anche le sedute spiritiche

martedì, 26 settembre 2017, 23:35

di vinicia tesconi
Sulla lista infinita ed inquietante di cose materiali e immateriali legate alla chiesa che Don Euro è riuscito a vendere nell’arco del suo sacerdozio si allunga l’ombra inquietante dello spiritismo. Una commercializzazione bieca e spietata che mirava a sfruttare il dolore devastante di persone che avevano perso loro stretti congiunti e che non riuscivano a darsi pace della tragedia subita.

Dalle indagini dei carabinieri nell’ambito delle moltissime “donazioni” ricevute dal famigerato prete a luci rosse, sarebbe emersa anche la pista dei riti per evocare lo spirito dei morti. Paradossalmente si tratta di una pratica proibita dalla chiesa che tuttavia riconosce le figure di esorcisti al suo interno e che comunque conferma l’esistenza di un mondo di spiriti che possono interagire attraverso strumenti spesso divini con i vivi.

A Don Euro, che per far ciccia aveva venduto dalle candele alle grondaie del tetto della chiesa, probabilmente la possibilità di prezzare suoi presunti (e inesistenti) contatti coi morti deve essere sembrata una pacchia. Sicuramente questo tipo di commercio doveva essere il più congeniale per lui, dotato di grandi capacità affabulatorie e di una genetica predisposizione alla menzogna. Le testimonianze che si riferiscono a queste pratiche risalgano già ai primi tempi del suo sacerdozio e costituirebbero la spiegazione di cifre assai importanti date da facoltosi fedeli toccati da lutti gravissimi.

Don Euro avrebbe fatto sedute spiritiche nelle quali avrebbe assicurato di essersi messo in contatto diretto con i defunti evocati. Ma ovviamente ogni “trance” del prete aveva un tariffario sostanzioso e don Euro era abilissimo nel rintracciare i clienti più sofferenti e,quindi, più disposti a credere a qualunque cosa per avere l’illusione di un minimo contatto col congiunto morto, ovviamente nella cerchia dei fedeli più ricchi. Uno degli stessi capi di imputazione di Don Euro si riferisce proprio alle “intenzioni di messe” che il prete – in quel momento peraltro sospeso a divinis e quindi ufficialmente impedito a celebrare messe – promise alle suore di Casa Faci garantendo loro la salvezza delle anime delle loro consorelle morte.

In ciò che il pubblico ministero contesta al Morini c’è proprio il fatto che il prete avesse preteso il pagamento di 400 euro per quelle messe e che quando non gli venne corrisposto lui spaventò le suore dicendo che le defunte “non avrebbero riposato in pace”, parlando quindi come un medium che aveva avuto la possibilità di sentire il parere delle suore scomparse.

Secondo la chiesa uno dei rischi esistenti nell’evocazione degli spiriti e che potrebbe apparire il demonio camuffato sotto mentite spoglie e alla luce delle testimonianze sul caso Don Euro non è difficile né crederlo né provare ad immaginare quale aspetto possa aver assunto.
 
Top
view post Posted on 29/9/2017, 19:10

Group:
Administrator
Posts:
8,010

Status:


http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/...leni-1.15911766

Don Euro, un dossier pieno di veleni
L’escort napoletano che ha fatto partire la denuncia: «Raccontai di un legame con Colombi prima che scoppiasse il caso»
di Libero Red Dolce

27 settembre 2017

MASSA. «Don Morini ha avuto un rapporto con una persona per nove anni. Mi disse anche come si chiamava: Emiliano. Da lì feci alcune ricerche e suggerì alla curia di fare delle indagini interne». Parla Francesco Mangiacapra, uno dei, se non il grande accusatore di don Luca Morini. E si riferisce a una mail che nel maggio 2015 spedì alle caselle e-mail del vescovo Giovanni Santucci e del vicario don Lucio Filippi. Dentro la mail alcuni link.

Bisogna fare un passo indietro. Nel periodo durante il quale don Morini frequenta Mangiacapra, non ammette mai di essere un prete, ma racconta di essere un giudice. Ma infarcisce i suoi racconti di altri aneddoti e ricordi sulla sua vita. Tra questi, spiega Mangiacapra, proprio il nome di questa persona. Quando, qualche tempo dopo, il giovane scopre che Morini è in realtà un prete il sospetto si acuisce. Quel nome gli ritorna alla mente e prova a fare delle ricerche su Google.

“Emiliano + don Luca Morini”. Risultato: due articoli de Il Tirreno. Uno datato settembre 2003, l’altro giugno 2004. Dentro c’è la breve e significativa parabola da parroco di don Emiliano Colombi, il terzo indagato, insieme al vescovo e a don Morini. Negli articoli il nesso tra i due è evidente, si parla di Morini come “guida spirituale” di Colombi. E Mangiacapra decide di aggiungerli al testo inviato in curia.

Nel primo pezzo online si racconta della prima messa di don Emiliano. Dopo nove anni di formazione, gli ultimi sei trascorsi in seminario, don Emiliano decide di diventare prete. Viene da Bedizzano e, si racconta nell’articolo, è proprio l’incontro con don Luca ad avvicinarlo alla vita di chiesa. Lasciamo che sia quest’ultimo a raccontare così come riportato dall’articolo: «Era un ragazzo come tanti altri, neanche troppo vicino alla sfera religiosa. Poi il vivere la messa con maggiore intensità, così come la partecipazione ad incontri spirituali, hanno fatto nascere la vocazione che lo ha portato a donare a Dio la propria vita con una serenità consapevole». Sempre stando all’articolo, il percorso di avvicinamento spirituale inizia nel ’94 alla messa di Avenza. Si conoscono dunque che Colombi è ancora minorenne.

Il secondo articolo, posteriore di meno di un anno, racconta invece della crisi vocazionale di Colombi. Che chiede la sospensione di un anno dagli incarichi, perché «incompatibili con la sua fede interiore». Quando Colombi spiega dei suoi motivi della rinuncia alla tonaca ai vertici, chiarisce anche l’influsso negativo che per lui ha avuto la figura di don Morini.

Dunque prima dello scoppio del caso sia Mangiacapra, che molto prima Colombi, fanno presente alla curia che qualcosa non va. E l’escort suggerisce ai vertici religiosi di controllare semagari quei legami fossero reali.

Quando i due nomi ricompaiono insieme alla chiusura delle indagini del 2017 Mangiacapra salta dalla sedia. «Eppure io avevo segnalato che qualcosa non andava», spiega. Colombi negli scorsi giorni si è dichiarato sorpreso di essere finito nelle indagini. E ha spiegato di aver trovato strano l’essere associato al parroco, perché «sembra che io sia stato quasi loro complice mentre, come ho affermato in tutti gli interrogatori, io ero all’oscuro di tutte le truffe fatte da Morini». E da persone a lui vicine a Carrara sono arrivati attestati di vicinanza e affetto.

Ma del possibile legame tra i due, secondo la ricostruzione di Mangiacapra, la curia è al corrente dal 2015. E s’immagina che anche su questo stia indagando il tribunale ecclesiastico di Pisa che ha aperto un’indagine sul caso don Morini. Sulla quale però rimane totale il riserbo. Forse sarebbe ora di dar conto di quanto scoperto, come molte voci dal basso nella comunità di fedeli chiedono da tempo.


http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/...usso-1.15916225
Così don Euro viaggiava con autista e mezzi di lusso
Per avere le auto e prenotare i viaggi il parroco si rivolgeva a un’agenzia Prenotò una visita alla ruota panoramica di Londra: “Champagne experience”
di Libero Red Dolce

28 settembre 2017

MASSA. L’autista aspetta fuori, mentre il signore che dice di essere un giudice entra in boutique, insieme al giovane accompagnatore. Fa acquisti costosi; vuole stupire il ragazzo, un giovane escort. Uscendo lascia all’autista il numero dell’autista: «Passa lui a pagare».

Così racconta l’ostentazione della disponibilità di don Luca Morini l’escort napoletano Francesco Mangiacapra, autore del libro “Numero uno: confessioni di un marchettaro”. E questa rivelazione, come altre, era già presente nella lettera che inviò alla curia nel maggio 2015, prima che il caso esplodesse sui media.

Secondo quanto segnalava Mangiacapra in quella lettera, don Morini si spostava soltanto con macchine di grossa cilindrata con l’autista, che lo andava a prendere a casa e lo portava a Milano, a Napoli o in altri luoghi dove si recava. Autista privato che lo portava anche a cena, a fare shopping nelle boutique, negli alberghi. E per farlo si riferiva sempre alla stessa ditta di viaggi e noleggio mezzi, la Lorenzini, che secondo Mangicapra «don Euro aveva conosciuto perché organizzava anche i viaggi parrocchiali a Montignoso affittando i mezzi».

I viaggi che don Euro organizzava li affidava sempre alla stessa agenzia. Per tutto, anche per farsi fare i biglietti del treno che don Morini pagava a uomini che incontrava per alberghi in giro per l’Italia.

E di questi viaggi e prenotazioni è rimasta traccia. Don Morini si muoveva non solo in Italia, ma faceva viaggi all’estero. E secondo la lettera di Mangiacapra, proprio chiedendo all’agenzia dei viaggi organizzati negli anni si sarebbe potuto comporre il quadro delle gite non proprio spirituali del parroco. L’agenzia ovviamente faceva il suo lavoro, niente che abbia alcun rilievo penale.

Una di queste prenotazioni è la ricevuta che dalla Sat Viaggi, a nome di Morini, riserva una visita al “Coca-Cola London Eye”. La celeberrima ruota panoramica, uno dei simboli della capitale britannica.

“Champagne experience” per due persone, al prezzo di 48 sterline. Ingresso prioritario, beveraggio: il top dell’esperienza insomma.

E poi ci sono anche biglietti del treno per gli escort per andare da Napoli a Roma. E da lì, secondo la mail di Mangiacapra, si poteva risalire agli altri viaggi.

Come quello fatto a Barcellona sempre nel 2015, con l’ingresso per La Pedrera, la casa costruita da Gaudì. Anche qui ingresso prioritario, stavolta per tre. Viaggio che incluse anche un soggiorno in un hotel a Sitges, nota meta di turismo gay.

Contattato da Il Tirreno, il titolare dell’agenzia Paolo Lorenzini ha detto di aver prenotato dei viaggi per il parroco negli anni novanta, ma di non avere avuto più contatti con lui di recente.


www.lanazione.it/massa-carrara/cron...-euro-1.3430003
L'inchiesta su "Don Euro": il sacerdote non parla, "I processi si fanno in tribunale"
I legali scelgono la linea del silenzio
di MARIA NUDI
Pubblicato il 28 settembre 2017
Ultimo aggiornamento: 29 settembre 2017 ore 08:04

Massa, 29 settembre 2017 - «I processi si fanno in tribunale». Così l’avvocato Giovanna Barsotti, difensore di fiducia di don Luca Morini, «Don Euro», il sacerdote al centro di una vicenda giudiziaria scabrosa che ha coinvolto seppure in modo marginale la diocesi apuania, risponde alla stampa. L’avvocato Giovanna Barsotti ha scelto la linea del silenzio, una linea che corrisponde al suo stile professionale, ma che che questa volta, è anche stata scelta per stemperare il clamore di una vicenda che è arrivata nelle cronache nazionali e televisive. La linea del silenzio potrebbe essere mantenuta anche quando la viceda arriverà davanti al giudice delle udienze preliminari.

Al momento, nonostante la chiusura delle indagini risalga alla fine di luglio, la Procura non avrebbe ancora depositato la richiesta di rinvio a giudizio e quindi non è ancora stata fissata l’udienza preliminare. E’ invece finito il termine dei difensori per presentare memorie difensive o chiedere un interrogatorio. E’ prevalsa la linea del deposito delle memorie.

Tono pacato, ma irremovibile l’avvocato Barsotti aggiunge: «La verità sta in ciascuno di noi. Cosa ha fatto e cosa ha subito don Luca Morini può saperlo solo lui. L’obiettivo è smantellare l’aspetto penale». Poche parole quelle del legale che non lasciano spazio ad un ulteriore approfondimento della linea difensiva. Quando le viene chiesto come sta vivendo don Luca Morini questa vicenda il legale risponde con un’altra domanda : « Provate a mettervi nei panni di Don Luca Morini e capirete cosa sta vivendo? ». La risposta potrebbe avere tanti significati: sofferenza? Potrebbe anche essere, ma resta solo una interpretazione. L’avvocato Giovanna Barsotti conclude : «L’impatto mediatico è stato dirompente». Intanto i fedeli che hanno conosciuto don Luca Morini sono sconcertati dal comportamento di quel parroco che, dicono e lo hanno scirtto anche sui gruppi Facebbok: «Chiedeva soldi anche piccole somme e la richiesta era giustificata dal fatto che servivano per opere di bene diceva».

E Francesco Mangiacapra, l’escort napoletano che ha denunciato don Luca Morini, commenta : «Gli auguro di vivere la sua vita alla luce del sole. Quando ho raccontato alla curia massese cosa stava succedendo mi è stato risposto che la sua strada sarebbe dovuta essere pregare per sua la guarigione». Francesco Mangiacapra ha annunciato per domenica, alle 19.30, quando parteciperà alla iniziativa fiorentina al cinema «La Compagnia», nuove rivelazioni.
 
Top
view post Posted on 3/10/2017, 06:02

Group:
Administrator
Posts:
8,010

Status:


https://www.lagazzettadimassaecarrara.it/c...uoi-viaggi-hot/

CRONACA
Minacce, intimidazioni, frottole e conti insoluti: così Don Euro trattava gli escort che ingaggiava per i suoi viaggi hot

lunedì, 2 ottobre 2017, 15:58

di vinicia tesconi
Non è più sola la voce di Francesco Mangiacapra, l’escort napoletano che due anni fa scoprì la doppia vita di Don Luca Morini, alias Don Euro, e decise di denunciare al Vaticano prima e ai giornali poi, l’uso discutibile che il prete di Caniparola faceva dei soldi estorti con l’inganno ai suoi parrocchiani; adesso che l’indagine a carico del sacerdote è conclusa emergono altre testimonianze di alcuni dei gigolò sentiti dai carabinieri che aggiungono particolari inquietanti al già inquietante quadro che lo stesso Mangiacapra aveva dipinto. Dialoghi via sms inequivocabili che evidenziano il modus operandi del prete anche quando si dedicava ai ragazzi contattati sui siti di escort gay spacciandosi per un facoltosissimo giudice. “Ho giudicato anche Berlusconi” è un’affermazione che ricordano diversi escort associata a non troppo sottointese intimidazioni a non tentare di incastrarlo con denunce o ricatti. Un escort romano ricorda : “Una sera a Barcellona, al Princesa Sofia, ( hotel a 5 stelle categoria lusso, n.d.r) mi parlò per tre ore di quanto era importante come giudice e arrivò a dire che in un’occasione che vedeva coinvolto Brad Pitt, gli venne chiesto da Berlusconi di desistere dall’aprire un processo a suo carico cosa che lui fece in cambio di una notte di sesso col divo americano. Molti dei ragazzi che contattava ci credevano a queste panzane perché lui aveva un modo molto convincente e intimidatorio di dirle. A me invece non ha convinto mai e mentre si sperticava a raccontare queste fesserie io, in segreto, mi sbellicavo dalle risate.” . L’escort romano è uno di quelli che ha sempre ottenuto il pagamento delle prestazioni che forniva, ma ce ne sono molti invece che hanno testimoniato il suo costante tentativo di non pagare cercando di far credere loro di essere stati privilegiati per essere stati scelti da un vip del suo calibro. Su un’altra chat si legge: “ Ora basta, ho capito chi mi ama. Non possiamo andare a Barcellona perché c’è il tuo nome. Testimoni delle spese sono Nicola mio segretario che hai dato nome e volontà…è tutto registrato… tu dici la tua io hole prove. Settemila euro e spesa…valuterò poi il mio disagio Non ti rovino avrai anche il penale truffa ma restituire i soldi a Nicola non accetto chiacchiere Se non fai andrai a processo perché mi devi e mi hai creato problemi anche di lavoro…Io non ti ricatto e se continui mando da tua zia ispettore Io voglio il mio se mi fai fare scelte e poi basta porta i miei soldi o processo non contano le chiacchiere ma i fatti e i testimoni checca…ora mi conoscerai sei da galera.”. Dai racconti degli escort ricorrono diverse costanti: Don Euro, non appena agganciava un nuovo accompagnatore sui siti gay immediatamente fingeva che non si stesse trattando di prestazioni sessuali a pagamento ma agiva come se fossero relazioni sentimentali e non mascherava le sue reazioni furiose a quel che lui riteneva sgarbi nei suoi confronti fingendo di essere un uomo di grande potere. In genere le minacce scattavano quando i ragazzi con cui aveva avuto qualche appuntamento cominciavano a rifiutare le sue offerte e quasi sempre, in quei casi Don Euro diventava un vero e proprio stalker che tempestava di messaggi e chiamate le sue vittime. Racconta un altro gigolò che ha avuto incontri con Don Euro durante il periodo in cui lo scandalo era già scoppiato e il prete viveva la sua beata quiescenza dal sacerdozio a spese della Curia di Massa “Le minacce di Morini arrivavano quando cercavo di liberarmi di lui! Ci ho provato sin dal primo momento più e più volte sin da quando lui ha trovato il mio numero di telefono ed ha iniziato a tartassarmi di messaggi. Dopo due mesi che ero riuscito a bloccarlo ovunque e ad uscire da questo incubo è venuto a cercarmi fino a casa suonando ai vicini e chiedendo dove fossi. ho trovato poi una volta rientrato a casa un biglietto sotto la porta “ sono venuto con autorità. Ti stanno cercando Luca” Ho avuto tanta paura.Anche dopo essere uscito dalla caserma dei carabinieri per testimoniare …gli ho mandato un messaggio dicendogli l’accaduto e che da quel momento faceva bene a sparire per sempre, la sua risosta è stata “Tranquillo, lo so, lo staranno facendo con tutti” Da quel momento non l’ho più visto, ogni tanto a distanza di tempo ha provato a cercarmi ma ho continuato a bloccare i numeri con i quali ,i chiamava o scriveva.”. Anche un escort napoletano, uno dei suoi preferiti, nel giugno scorso lo aveva riconosciuto mentre lo contattava su un sito dove il gigolò compariva con un nome diverso da quello con cui lo aveva conosciuto don Euro, come raccontammo su un articolo de La Gazzetta di Massa Carrara e si stupì che ancora usasse le stesse tecniche di aggancio nonostante fosse già indagato dai carabinieri. Diverse anche le testimonianze di escort a cui ha lasciato insoluto il pagamento con la promessa di futuri regali mai corrisposti. Le insolvenze economiche sono comunque una costante perché diversi chiodi Don Euro li ha lasciati anche al fidatissimo titolare dell’agenzia di viaggi Lorenzini, che aveva quasi un ruolo di segretario del prete perché provvedeva ad organizzare tutti i sui spostamenti, soggiorni, incontri fino anche ad essere usato come riferimento che il Morini dava agli escort, per i biglietti dei viaggi che facevano insieme a lui ( anche di questo ne abbiamo parlato su La Gazzetta di Massa Carrara nel febbraio 2016). E adesso che la conclusione delle indagini ha rivelato l’ingente fortuna che Don Morini aveva sul suo conto in banca, anche volendo credere alla giustificazione della sua difesa che rivendica il patrimonio come un’eredità di famiglia, non si capisce proprio perché una persona così ricca e così desiderosa di fare sfoggio di potere mettesse a rischio la sua costruzione di squallide bugie solo per non pagare poche centinaia di euro.
 
Top
view post Posted on 3/10/2017, 14:36

Group:
Administrator
Posts:
8,010

Status:


https://www.lagazzettadimassaecarrara.it/c...-il-sacerdozio/

CRONACA
Il vescovo mandato da papa Francesco a ripulire moralmente la curia di Albenga è colui che ritenne Morini idoneo per il sacerdozio

lunedì, 2 ottobre 2017, 16:53

di vinicia tesconi
Ma chi l’ha fatto diventare prete Don Euro? E’ una domanda che si sono posti davvero in molti, in questi giorni, dopo che la chiusura delle indagini sulle truffe perpetrate da Don Morini a carico dei parrocchiani ha iscritto nel registro degli indagati non solo il Morini ma anche il vescovo della diocesi di Massa Carrara, Giovanni Santucci. Di Morini, pisano, si sa che quando giunse al seminario di Massa aveva già due espulsioni da due seminari toscani nel suo curriculum. Ad accettare la sua richiesta di iscrizione a Massa fu l’allora vescovo Eugenio Binini, che,in seguito, secondo le voci di corridoi ecclesiastici, si sarebbe pentito della sua scelta e avrebbe anche cercato, di farlo allontanare da Massa Carrara. Fu Binini tuttavia che ordinò Don Euro sacerdote, ma la decisione venne presa in base alla relazione fatta dal rettore del seminario che aveva, appunto, l’incarico di verificare l’entità e l’autenticità della vocazione del seminarista. L’ordinazione di Morini avvenne grazie al placet dato da Monsignor Guglielmo Borghetti, oggi vescovo di Albenga- Imperia, allora rettore del seminario di Massa nonché guida spirituale dei seminaristi. Borghetti,classe 1954, carrarese, ebbe l’incarico di rettore del seminario di Massa dal 1993 al 1996, in un periodo che i più fedeli frequentatori degli ambienti ecclesiastici ricordano come momento di carenza di vocazioni nel quale vennero richiamati ed accettati diversi seminaristi che erano stati espulsi perché ritenuti non idonei al sacerdozio. Tra questi c’era anche Gianluca Morini sulla cui vocazione era ragionevole porsi dei dubbi date le due precedenti espulsioni. Borghetti ha una laurea in psicologia presa presso l’Università Pontificia Salesiana, oltre a una in filosofia presa all’università di Pisa. Risulta difficile credere che le caratteristiche di una personalità così lontana dai valori del sacerdozio come di fatto era quella di Don Euro anche all’epoca del seminario possa essere sfuggita ad un uomo di tale preparazione. Ma così fu : Morini prese i voti e divenne subito Don Euro. Borghetti, invece, in quello stesso anno divenne Capellano di Sua Santità ed iniziò una carriera sfolgorante all’interno della chiesa che lo ha portato ad essere molto vicino a Papa Bergoglio e a ricevere la consacrazione a vescovo nel 2011 proprio nella cattedrale della diocesi in cui è nato, ovvero nel Duomo di Massa. Curioso che a consacrare Borghetti vescovo ci fossero proprio Binini e Santucci, ma questo è sicuramente un caso. Non è un caso invece l’incarico che da un anno a questa parte Monsignor Borghetti ha, per volontà diretta dello stesso Papa Francesco che lo ha mandato nella curia devastata dagli scandali di Albenga e Imperia proprio nel ruolo di guida spirituale che faccia pulizia di tutte le erbacce in seno all’estrema diocesi ligure. Il precedente vescovato di Albenga, in effetti, ha collezionato una serie di scandali tale da giocarsela con quello di Massa Carrara: innumerevoli casi di pedofilia a carico di preti, alcuni dei quali condannati o con alle spalle anche anni di galera scontati per lo stesso reato, preti che si ubriacavano e facevano sesso con gli immigrati gestiti dalla chiesa e che poi postavano foto di loro nudi su facebook, preti scappati con la cassetta delle offerte, addirittura lo stesso vescovo Mario Olivieri, che ha sempre coperto e giustificato tutti questi comportamenti, accusato di aver preteso sesso da chi andava a chiedere aiuto per indigenza. Una quadro sconfortante che fino a un anno fa aveva portato a definire la diocesi di Imperia Albenga come “Boccaccesca” ed aveva costretto il papa a commissariarla. E il commissario, il castigamatti, lo strumento con cui il papa ha imposto la “pulizia” morale della discussa diocesi ligure è proprio monsignor Guglielmo Borghetti, il padre spirituale che non si accorse delle deviazioni morali di Don Euro. O forse, solo il primo pezzo del puzzle che compone la vera entità del ricatto con il quale Don Euro ha cavalcato indisturbato per vent’anni il suo sprezzante insulto all’abito che portava.
 
Top
67 replies since 18/5/2015, 11:15   314686 views
  Share