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Truffa ed estorsione, 6 anni in appello a don Morini, tutto escort e cocaina. Confiscati 737.000 €., Prescrizione e vescovo aiutano il seminfermo don Euro. Con l'8 x 1000 avete fatto tanto

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pincopallino2
view post Posted on 6/2/2020, 10:15 by: pincopallino2

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Il prete tutto escort e cocaina vive nella casa della diocesi con donna di servizio. Ogni 15 giorni una busta col denaro

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CRONACA
Senza vergogna: don Euro ancora mantenuto dalla Curia

mercoledì, 5 febbraio 2020, 22:36

di vinicia tesconi

Lo si era sempre sospettato ma, la Curia di Massa, trincerata dietro il suo monolitico silenzio, aveva sempre glissato sulla domanda: “Perché Luca Morini, meglio noto come Don Euro, ridotto allo stato laicale da due anni, vive ancora nella villetta che la Curia aveva comperato per lui?” alla quale, poi, faceva da corollario la seconda domanda ugualmente inevasa: “Essendo stato sequestrato l’ingente patrimonio - circa 850 mila euro tra denaro e diamanti - trovato sul conto dell’ex prete con il vizio di viaggi e accompagnatori di lusso, e non avendo quest’ultimo alcun impiego, in quale modo Don Euro si mantiene e paga alla Curia l’affitto per la villetta in cui tuttora risiede?”.

I dubbi sono stati sciolti nell’udienza di oggi pomeriggio del processo contro Luca Morini. La verità è emersa dalla testimonianza di Davide Pinelli, segretario del vescovo Giovanni Santucci che ha confermato di avere da anni l’incarico di portare, ogni quindici giorni, una busta con il denaro per le spese correnti a Morini nell'abitazione di proprietà della Curia in cui l’ex prete risiede a tutt’oggi, nonostante siano ormai quasi due anni che è stato espulso dalla chiesa e ridotto allo stato laicale.

Pinelli ha confermato che la villetta a schiera situata in via Taffaria a Marina di Massa è stata comprata dal vescovo – che ha firmato il contratto di compravendita – appositamente per soddisfare le richieste di Morini, allora ancora prete, ma già sospeso a divinis a causa dell’esplosione dello scandalo che lo vedeva protagonista su tutte le testate giornalistiche nazionali.

Dalla testimonianza di Pinelli è emerso che non solo l’uso della casa è concesso dalla Curia a Morini, ma che la stessa, per mezzo del Pinelli, provvede anche a pagare le donne di servizio che si sono alternate in questi anni presso l’abitazione dell’ex prete.

“Sapevo che Morini era stato messo in quiescenza per un malattia, ma non ricordo quale – ha testimoniato Pinelli – So che ancora oggi c’è uno stretto rapporto telefonico tra il vescovo e Morini. A volte ho assistito a loro telefonate. Non ho mai assistito a incontri avvenuti in Curia.”.

Pinelli ha dichiarato di non aver mai sentito di persone che si erano recate in Curia a lamentarsi per il comportamento anomalo di Morini – il nomignolo Don Euro veniva proprio dalla sua continua richiesta di denaro ai parrocchiani per non precisate né mai riscontrate opere di carità - e di aver saputo della doppia vita di Morini solo dai giornali. Incalzato dal pubblico ministero, Alessandra Conforti, Pinelli ha dovuto ammettere che l’incarico di far visita a Morini con la busta ogni due settimane per ordine del vescovo, è una pratica mai riservata a nessun altro prete prima, così come ha dovuto confermare che nella sua lunghissima esperienza di segretario del vescovo non aveva riscontrato altri casi di villette comprate dalla Curia per dei preti in quiescenza oltre a quella comprata per Morini.

Non meno pungenti le domande poste dal giudice Ermanno De Mattia che hanno portato Pinelli a confermare l’almeno apparente stato di ottima salute di cui gode attualmente il Morini.

Ma le rivelazioni shoccanti nell’udienza odierna del processo a Don Euro non sono state solo quelle del segretario del vescovo.

Sul banco dei testimoni è salito per primo un giovane napoletano, L.A., che ha confermato, se pur in una sequela di “non ricordo” contraddetti puntualmente dalla lettura delle sue stesse dichiarazioni rilasciate ai carabinieri in fase si indagini, di aver passato un lungo week-end con Morini, che si era spacciato per facoltoso chirurgo, all’hotel Atlantic di Riccione all’inizio del 2016, quando cioè lo scandalo su Don Euro era già scoppiato e le indagini erano in corso.

Il copione di Don Euro, sempre lo stesso: il contatto e l’invito alla vacanza offerta dal Morini avvenuto attraverso siti di incontri che il giovane napoletano ha detto di frequentare per cercare compagnia. Confermata anche l’intenzione di Morini di instaurare una relazione sentimentale con il giovane che non avrebbe accettato la proposta “Ci siamo incontrati per conoscerci. Dormivamo nella stessa camera, ma non abbiamo avuto rapporti sessuali. Dopo ci siamo sentiti diverse volte al telefono poi quando ho scoperto dal servizio delle Iene la sua vera identità, non l’ho sentito più.” ha detto il giovane che ancora, dopo i riscontri, forniti dalla dottoressa Conforti, delle sue dichiarazioni ai carabinieri ha dovuto confermare che Morini gli aveva promesso aiuto per i suoi studi di economia e gli aveva anche confidato di aver avuto problemi con un precedente fidanzato che faceva uso di cocaina.

Di seguito al giovane napoletano hanno testimoniato tre prelati che in diverse situazioni hanno conosciuto Morini e che hanno tutti riferito la stessa circostanza: ad ognuno di loro Morini chiese - e ottenne - soldi.

Il primo a testimoniare è stato Don Giuseppe Cipollini, prete di 83 anni che conobbe Morini già ai tempi del seminario: “Tra il 1995 e il 2000, Morini, in più occasioni mi chiese soldi sostenendo di essere in difficoltà per l’assistenza a suo padre. All’epoca io ero presidente della Caritas e, dietro richiesta ufficiale, gli consegnai circa 600 mila lire prese dal fondo dell’associazione. Lo ritrovai nel 2015 e di nuovo mi chiese soldi parlando di un debito pregresso e io, credendo fosse vero, glieli diedi di tasca mia. Subito dopo scoppiò lo scandalo su di lui e non gli diedi più nulla anche se per un po’ continuò a mandarmi messaggi chiedendo altri soldi. In quel momento venne da me anche una signora di Carrara che era infuriata perché gli aveva prestato soldi e li rivoleva indietro e voleva sapere dove trovarlo. Se avessi saputo che era ricco non gli avrei dato nulla.”

Settemila e cinquecento sono invece gli euro che Morini è riuscito a spillare a Don Gianfranco Martini, prete di Spezia e responsabile di due comunità di recupero per tossicodipendenti. A lui si è rivolto direttamente il vescovo Santucci per chiedergli di aiutare Morini in percorso di recupero: “Il vescovo Santucci mi chiese di aiutarlo a riprendere il suo ruolo. All’inizio non avevo capito il vero motivo per cui Morini era venuto a Spezia, ma presto compresi che era difficile recuperarlo perché non aveva alcuna intenzione di impegnarsi in un percorso. La prima cosa che fece fu chiedere soldi. Mi disse che aveva un debito di 15 mila euro con la sorella che gli aveva fatto un prestito di nascosto al marito e che aveva bisogno di rientrare dei suoi soldi. Gli ho dato tre assegni presi dalla cassa dell’associazione che dirigo e che prevede l’impiego dei solfi per dare aiuto a qualcuno. Ho dato prima duemila, poi cinquemila e poi cinquecento euro sperando di riuscire a convincerlo a parlare ma non è mai stato possibile. Lui era molto insistente solo coi soldi. Ovviamente io credevo si trattasse di un prestito, ma i soldi indietro non li ho mai più avuti. Di questo ho informato il vescovo Santucci.”.

Storia assai simile quella raccontata da Don Piero Malvaldi, parroco di Forte dei Marmi, con degli inquietanti dubbi in più: anche Don Malvaldi è stato contattato dal vescovo Santucci, suo amico dal seminario, per dare aiuto a Morini.

La richiesta anche in questo caso, aveva a che fare coi soldi. Morini, nel 2015, dopo che era stato sospeso dal vescovo in seguito alla notizia del primo servizio girato dalle Iene, rimase per tutta l’estate ospite di Casa Faci, truttura della Curia gestita da suore. Qui, si lamentava Don Euro, doveva dire messa senza avere alcun obolo pecuniaro come invece di prassi avviene nelle parrocchie.

La richiesta era quindi quella di poter concelebrare con Don Malvaldi al Forte per poter avere il “rimborso” in denaro. “Santucci mi disse che Morini era malato: aveva il diabete, la psoriasi e l’allergia agli acari. La proposta di celebrare la messa nella mia chiesa la trovai assurda perché era un impegno pesante che non poteva andar bene per uno afflitto da tante patologie e poi perché non vi era necessità di un altro prete. Ho capito subito che aveva bisogno di soldi perché lo disse in modo velato e allora per togliermelo di mezzo ho deciso di firmargli una quietanza da tremila euro, metà presi dal mio conto, metà presi dal conto della parrocchia con i quali gli pagai le messe per un anno in suffragio di monsignor Alessandro Plotti, messe che avrebbe dovuto dire presso le suore dove risiedeva.”.

Don Malvaldi ha spiegato che secondo il codice canonico, il non mantenere fede all’impegno di dire messe in suffragio dei defunti è ragione di riduzione allo stato laicale. Sebbene sia concesso a un prete, in circostanze di particolare difficoltà per malattia o impossibilità ad uscire dalla propria stanza, di poter celebrare anche da solo la messa in un luogo diverso dalla chiesa, utilizzando ovviamente tutti gli strumenti necessari per il rito, non si ha riscontro del fatto che Morini abbia onorato l’impegno preso in cambio dei tremila euro.

Di fatto, tuttavia, ha fatto notare Malvaldi, il processo canonico ha determinato la riduzione allo stato laicale di don Euro. Le ragioni di tale provvedimento non possono essere rese note secondo i principi della chiesa.

Il riferimento temporale della vicenda riferita da Don Malvaldi è il 2015, epoca in cui Morini era alloggiato a Casa Faci in quanto, come risulterebbe dalle cronache dell’epoca, già sospeso a divinis dal vescovo. Il dubbio che sorge è dunque relativo alla richiesta di poter dire messe per avere l’obolo in denaro da parte di un prete posto nella condizione di non poter svolgere i suoi obblighi religiosi. E il dubbio ancor più grande è quello che viene dal fatto che ad avvallare tale richiesta sarebbe stato proprio il vescovo che aveva imposto la sospensione a divinis.

Il processo è stato aggiornato al primo aprile alle ore 15 quando verranno sentiti altri dieci testimoni.

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Edited by pincopallino2 - 8/2/2020, 15:05
 
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