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Truffa ed estorsione, 6 anni in appello a don Morini, tutto escort e cocaina. Confiscati 737.000 €., Prescrizione e vescovo aiutano il seminfermo don Euro. Con l'8 x 1000 avete fatto tanto

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pincopallino2
view post Posted on 1/7/2019, 21:27 by: pincopallino2

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E coi 5 milioni di € incassati in 10 anni chiede l'infermità mentale

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CRONACA
Gli escort di don Euro chiedono alloggio al vescovo

lunedì, 1 luglio 2019, 15:00

Alcuni di loro sono stati convocati per il 17 luglio, data della seconda udienza del processo contro Luca Morini, l'ex prete conosciuto come Don Euro che per anni ha condotto una doppia vita di lussi e vizi sfruttando la beneficienza fatta dai fedeli alla chiesa, altri, invece, verranno per la terza udienza fissata per il 4 settembre. Tutti insieme però, gli escort di Don Euro, cioè alcuni dei moltissimi ragazzi ai quali Don Morini si rivolgeva per avere prestazioni sessuali e compagnia, a pagamento, hanno deciso di scuotere un po' la comunità cattolica locale e soprattutto il vescovo della diocesi di Massa Carrara e Pontremoli, Giovanni Santucci, per sottolineare la sua costante e mai motivata scelta di proteggere sempre e comunque le moltissime malefatte di cui si è macchiato il suo diretto sottoposto, delle quali, nella maggior parte dei casi, era perfettamente al corrente. La richiesta non fa una piega: data la magnanimità con la quale il vescovo ha sempre offerto aiuti di ogni genere a Morini, sia con, sia senza il don davanti – hanno fatto sapere gli escort a cominciare da Francesco Mangiacapra, l'avvocato e scrittore napoletano che per primo rivelò la doppia vita di Morini – è congruente chiedere al vescovo di sollevarli dall'onere del costo di un alloggio – inevitabile perché tutti residenti in città molto distanti da Massa – per il tempo necessario a rendere la propria testimonianza nel processo a una figura, che già la chiesa stessa ha ritenuto necessario allontanare da sé.La legge, infatti, prevede per i testimoni l'obbligo di presentarsi in tribunale a rendere la loro testimonianza e per tale obbligo riconosce il rimborso delle spese del viaggio, ma non contempla l'eventualità che il luogo in cui si trova il tribunale sia talmente distante dal luogo di residenza del testimone, da imporre il soggiorno di una notte fuori casa, che rimane a carico del testimone stesso.

Insomma: dopo aver aiutato per anni Don Euro che truffava i fedeli facendo leva sul loro sentimento religioso, perché non aiutare adesso quelli che, una volta scoperta la vera identità dell'ex prete, non hanno esitato a denunciarlo alla chiesa e alle istituzioni contribuendo, con il loro coraggioso gesto, a porre fine ad un sacerdozio fondato sull'insulto dei fondamenti cristiani? Il vescovo che ha comprato addirittura una villetta da oltre duecentomila euro per rispondere ai capricci di Don Euro, che trovava inadatto per lui l'alloggio a Casa Faci, struttura simil-alberghiera riservata a religiosi che si trova a Marina di Massa, teoricamente non dovrebbe avere molti problemi ad offrire una camera per una notte a ciascuno degli escort che verranno a testimoniare contro Don Euro: cioè a coloro che faranno il loro dovere di cittadini, avendo reso, peraltro anche un grande servizio alla chiesa con la denuncia della vera condotta morale dell'ex prete. Una provocazione, certo, ma con una riflessione di fondo molto acuta, che riaccende i riflettori sulle troppe taciute incongruenze della chiesa e sulla sua incapacità di prendere davvero le distanze da quelli, dei suoi membri, che mostrano di infangare il nome e i valori di tutta l'istituzione. Una provocazione ma anche una richiesta oggettiva, come ha precisato Francesco Mangiacapra: "Vorrei che il vescovo venisse veramente interpellato in merito alla possibilità di offrire ai testimoni ospitalità per la loro partecipazione al processo in una residenza della Curia. La domanda è seria e reale e confido in una risposta."Don Euro vive comodamente in quella villetta da anni ormai. Fino al febbraio di un anno fa, senza neppur aver dovuto spendere un euro di utenze di ogni genere, perché tutto a carico della Curia di Massa. Dopo l'espulsione dalla chiesa, la sua residenza non è mutata e per quanto la Curia abbia sostenuto che gli è stato imposto un affitto, la cui entità non è mai stata rivelata, continua a non essere chiaro con quali soldi Morini onori i suoi debiti, non avendo lui un lavoro e non potendo attingere al suo faraonico conto in banca di oltre ottocentomila euro di provenienza ancora non chiarita, che sono stati posti sotto sequestro dal tribunale di Genova.
 
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