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Truffa ed estorsione, 6 anni in appello a don Morini, tutto escort e cocaina. Confiscati 737.000 €., Prescrizione e vescovo aiutano il seminfermo don Euro. Con l'8 x 1000 avete fatto tanto

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pincopallino2
view post Posted on 29/9/2017, 19:10 by: pincopallino2

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Don Euro, un dossier pieno di veleni
L’escort napoletano che ha fatto partire la denuncia: «Raccontai di un legame con Colombi prima che scoppiasse il caso»
di Libero Red Dolce

27 settembre 2017

MASSA. «Don Morini ha avuto un rapporto con una persona per nove anni. Mi disse anche come si chiamava: Emiliano. Da lì feci alcune ricerche e suggerì alla curia di fare delle indagini interne». Parla Francesco Mangiacapra, uno dei, se non il grande accusatore di don Luca Morini. E si riferisce a una mail che nel maggio 2015 spedì alle caselle e-mail del vescovo Giovanni Santucci e del vicario don Lucio Filippi. Dentro la mail alcuni link.

Bisogna fare un passo indietro. Nel periodo durante il quale don Morini frequenta Mangiacapra, non ammette mai di essere un prete, ma racconta di essere un giudice. Ma infarcisce i suoi racconti di altri aneddoti e ricordi sulla sua vita. Tra questi, spiega Mangiacapra, proprio il nome di questa persona. Quando, qualche tempo dopo, il giovane scopre che Morini è in realtà un prete il sospetto si acuisce. Quel nome gli ritorna alla mente e prova a fare delle ricerche su Google.

“Emiliano + don Luca Morini”. Risultato: due articoli de Il Tirreno. Uno datato settembre 2003, l’altro giugno 2004. Dentro c’è la breve e significativa parabola da parroco di don Emiliano Colombi, il terzo indagato, insieme al vescovo e a don Morini. Negli articoli il nesso tra i due è evidente, si parla di Morini come “guida spirituale” di Colombi. E Mangiacapra decide di aggiungerli al testo inviato in curia.

Nel primo pezzo online si racconta della prima messa di don Emiliano. Dopo nove anni di formazione, gli ultimi sei trascorsi in seminario, don Emiliano decide di diventare prete. Viene da Bedizzano e, si racconta nell’articolo, è proprio l’incontro con don Luca ad avvicinarlo alla vita di chiesa. Lasciamo che sia quest’ultimo a raccontare così come riportato dall’articolo: «Era un ragazzo come tanti altri, neanche troppo vicino alla sfera religiosa. Poi il vivere la messa con maggiore intensità, così come la partecipazione ad incontri spirituali, hanno fatto nascere la vocazione che lo ha portato a donare a Dio la propria vita con una serenità consapevole». Sempre stando all’articolo, il percorso di avvicinamento spirituale inizia nel ’94 alla messa di Avenza. Si conoscono dunque che Colombi è ancora minorenne.

Il secondo articolo, posteriore di meno di un anno, racconta invece della crisi vocazionale di Colombi. Che chiede la sospensione di un anno dagli incarichi, perché «incompatibili con la sua fede interiore». Quando Colombi spiega dei suoi motivi della rinuncia alla tonaca ai vertici, chiarisce anche l’influsso negativo che per lui ha avuto la figura di don Morini.

Dunque prima dello scoppio del caso sia Mangiacapra, che molto prima Colombi, fanno presente alla curia che qualcosa non va. E l’escort suggerisce ai vertici religiosi di controllare semagari quei legami fossero reali.

Quando i due nomi ricompaiono insieme alla chiusura delle indagini del 2017 Mangiacapra salta dalla sedia. «Eppure io avevo segnalato che qualcosa non andava», spiega. Colombi negli scorsi giorni si è dichiarato sorpreso di essere finito nelle indagini. E ha spiegato di aver trovato strano l’essere associato al parroco, perché «sembra che io sia stato quasi loro complice mentre, come ho affermato in tutti gli interrogatori, io ero all’oscuro di tutte le truffe fatte da Morini». E da persone a lui vicine a Carrara sono arrivati attestati di vicinanza e affetto.

Ma del possibile legame tra i due, secondo la ricostruzione di Mangiacapra, la curia è al corrente dal 2015. E s’immagina che anche su questo stia indagando il tribunale ecclesiastico di Pisa che ha aperto un’indagine sul caso don Morini. Sulla quale però rimane totale il riserbo. Forse sarebbe ora di dar conto di quanto scoperto, come molte voci dal basso nella comunità di fedeli chiedono da tempo.


http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/...usso-1.15916225
Così don Euro viaggiava con autista e mezzi di lusso
Per avere le auto e prenotare i viaggi il parroco si rivolgeva a un’agenzia Prenotò una visita alla ruota panoramica di Londra: “Champagne experience”
di Libero Red Dolce

28 settembre 2017

MASSA. L’autista aspetta fuori, mentre il signore che dice di essere un giudice entra in boutique, insieme al giovane accompagnatore. Fa acquisti costosi; vuole stupire il ragazzo, un giovane escort. Uscendo lascia all’autista il numero dell’autista: «Passa lui a pagare».

Così racconta l’ostentazione della disponibilità di don Luca Morini l’escort napoletano Francesco Mangiacapra, autore del libro “Numero uno: confessioni di un marchettaro”. E questa rivelazione, come altre, era già presente nella lettera che inviò alla curia nel maggio 2015, prima che il caso esplodesse sui media.

Secondo quanto segnalava Mangiacapra in quella lettera, don Morini si spostava soltanto con macchine di grossa cilindrata con l’autista, che lo andava a prendere a casa e lo portava a Milano, a Napoli o in altri luoghi dove si recava. Autista privato che lo portava anche a cena, a fare shopping nelle boutique, negli alberghi. E per farlo si riferiva sempre alla stessa ditta di viaggi e noleggio mezzi, la Lorenzini, che secondo Mangicapra «don Euro aveva conosciuto perché organizzava anche i viaggi parrocchiali a Montignoso affittando i mezzi».

I viaggi che don Euro organizzava li affidava sempre alla stessa agenzia. Per tutto, anche per farsi fare i biglietti del treno che don Morini pagava a uomini che incontrava per alberghi in giro per l’Italia.

E di questi viaggi e prenotazioni è rimasta traccia. Don Morini si muoveva non solo in Italia, ma faceva viaggi all’estero. E secondo la lettera di Mangiacapra, proprio chiedendo all’agenzia dei viaggi organizzati negli anni si sarebbe potuto comporre il quadro delle gite non proprio spirituali del parroco. L’agenzia ovviamente faceva il suo lavoro, niente che abbia alcun rilievo penale.

Una di queste prenotazioni è la ricevuta che dalla Sat Viaggi, a nome di Morini, riserva una visita al “Coca-Cola London Eye”. La celeberrima ruota panoramica, uno dei simboli della capitale britannica.

“Champagne experience” per due persone, al prezzo di 48 sterline. Ingresso prioritario, beveraggio: il top dell’esperienza insomma.

E poi ci sono anche biglietti del treno per gli escort per andare da Napoli a Roma. E da lì, secondo la mail di Mangiacapra, si poteva risalire agli altri viaggi.

Come quello fatto a Barcellona sempre nel 2015, con l’ingresso per La Pedrera, la casa costruita da Gaudì. Anche qui ingresso prioritario, stavolta per tre. Viaggio che incluse anche un soggiorno in un hotel a Sitges, nota meta di turismo gay.

Contattato da Il Tirreno, il titolare dell’agenzia Paolo Lorenzini ha detto di aver prenotato dei viaggi per il parroco negli anni novanta, ma di non avere avuto più contatti con lui di recente.


www.lanazione.it/massa-carrara/cron...-euro-1.3430003
L'inchiesta su "Don Euro": il sacerdote non parla, "I processi si fanno in tribunale"
I legali scelgono la linea del silenzio
di MARIA NUDI
Pubblicato il 28 settembre 2017
Ultimo aggiornamento: 29 settembre 2017 ore 08:04

Massa, 29 settembre 2017 - «I processi si fanno in tribunale». Così l’avvocato Giovanna Barsotti, difensore di fiducia di don Luca Morini, «Don Euro», il sacerdote al centro di una vicenda giudiziaria scabrosa che ha coinvolto seppure in modo marginale la diocesi apuania, risponde alla stampa. L’avvocato Giovanna Barsotti ha scelto la linea del silenzio, una linea che corrisponde al suo stile professionale, ma che che questa volta, è anche stata scelta per stemperare il clamore di una vicenda che è arrivata nelle cronache nazionali e televisive. La linea del silenzio potrebbe essere mantenuta anche quando la viceda arriverà davanti al giudice delle udienze preliminari.

Al momento, nonostante la chiusura delle indagini risalga alla fine di luglio, la Procura non avrebbe ancora depositato la richiesta di rinvio a giudizio e quindi non è ancora stata fissata l’udienza preliminare. E’ invece finito il termine dei difensori per presentare memorie difensive o chiedere un interrogatorio. E’ prevalsa la linea del deposito delle memorie.

Tono pacato, ma irremovibile l’avvocato Barsotti aggiunge: «La verità sta in ciascuno di noi. Cosa ha fatto e cosa ha subito don Luca Morini può saperlo solo lui. L’obiettivo è smantellare l’aspetto penale». Poche parole quelle del legale che non lasciano spazio ad un ulteriore approfondimento della linea difensiva. Quando le viene chiesto come sta vivendo don Luca Morini questa vicenda il legale risponde con un’altra domanda : « Provate a mettervi nei panni di Don Luca Morini e capirete cosa sta vivendo? ». La risposta potrebbe avere tanti significati: sofferenza? Potrebbe anche essere, ma resta solo una interpretazione. L’avvocato Giovanna Barsotti conclude : «L’impatto mediatico è stato dirompente». Intanto i fedeli che hanno conosciuto don Luca Morini sono sconcertati dal comportamento di quel parroco che, dicono e lo hanno scirtto anche sui gruppi Facebbok: «Chiedeva soldi anche piccole somme e la richiesta era giustificata dal fatto che servivano per opere di bene diceva».

E Francesco Mangiacapra, l’escort napoletano che ha denunciato don Luca Morini, commenta : «Gli auguro di vivere la sua vita alla luce del sole. Quando ho raccontato alla curia massese cosa stava succedendo mi è stato risposto che la sua strada sarebbe dovuta essere pregare per sua la guarigione». Francesco Mangiacapra ha annunciato per domenica, alle 19.30, quando parteciperà alla iniziativa fiorentina al cinema «La Compagnia», nuove rivelazioni.
 
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