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Truffa ed estorsione, 6 anni in appello a don Morini, tutto escort e cocaina. Confiscati 737.000 €., Prescrizione e vescovo aiutano il seminfermo don Euro. Con l'8 x 1000 avete fatto tanto

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pincopallino2
view post Posted on 24/9/2017, 22:07 by: pincopallino2

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Non poteva permettersi la decimazione del clero. E lui a ruota libera tra escort, cocaina, ostriche, champagne e conti milionari

prete-escort
Don Morini

http://iltirreno.gelocal.it/regione/toscan...?ref=hftimcea-1

«Paga o svelo i segreti di molti nostri preti»
Il ricatto e le minacce di don “Euro” Morini al vescovo di Massa Carrara Giovanni Santucci

di Alessandra Vivoli

24 settembre 2017

MASSA. Un parroco assestato di denaro che minaccia il suo vescovo di rivelare “dossier scottanti” a carico di altri religiosi. E che per questo viene indagato anche per estorsione.

C’è questo è molto altro nella ricostruzione della Procura di Massa-Carrara finita nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Ci sono le date. I movimenti bancari e il numero dei bonifici. C’è il nome dell’hotel di Gubbio, con annessa beauty farm extra lusso dove si dedicava al corpo (molto più che allo spirito) don Luca Morini, il sacerdote originario di Vecchiano, per anni sul pulpito a Massa-Carrara e in Lunigiana, finito al centro di una indagine clamorosa.

Nelle carte della Procura, inoltre, c’è pure il nome di un nuovo indagato, un ex sacerdote di 42 anni, Emiliano Colombi, accusato di ricettazione: sarebbe stato lui, per l’accusa, a cambiare in denaro contante gli assegni dei benefattori che riusciva a farsi staccare don Luca. E ci sono, infine, i nomi delle aziende del marmo- big del calibro della Sam, delle cooperative di cavatori Gioia e Canalgrande, che, mese dopo mese, sono state truffate da don Morini. Con la scusa della beneficenza.

MIGLIAIA DI PAGINE DI TRUFFE

Nove faldoni, migliaia di pagine, che ricostruiscono una storia di truffe, ai danni dei parrocchiani, di estorsione, nei confronti del vescovo e delle suore di Casa Faci, a Massa, costrette a sborsare 400 euro per non vedere cancellata la messa in memoria delle sorelle defunte. Una vicenda in cui si parla di soldi, tanti soldi, quelli che il parroco riusciva a mettere insieme e che, anzichè finire a sostegno delle famiglie disagiate, dilapidava - secondo la Procura - in festini con escort gay, con corollario di regali griffati e dosi di cocaina.

MINACCE AL VESCOVO

L’indagine, come anticipato da Il Tirreno, ha coinvolto anche il vescovo della Diocesi apuana, monsignor Giovanni Santucci e, si scopre solo adesso, anche l’ex sacerdote Emiliano Colombi che per meno di un anno, dal luglio del 2003 al giugno del 2004, ha vestito la tonaca come viceparroco della chiesa di Quercioli, a Massa.

Nelle carte della Procura, quelle dodici pagine firmate dal sostituto procuratore Alessandra Conforti che sono finite nell’avviso di conclusione delle indagini c’è soprattutto un elemento nuovo.

Ci sono le minacce che don Luca Morini avrebbe rivolto al vescovo per avere soldi, sempre più soldi. Si scopre così - stando all’ ipotesi accusatoria - che don Morini - don Euro come lo hanno soprannominato da anni in terra apuana - minacciava monsignor Santucci di rendere pubblici «fatti incresciosi di molti preti diocesani». Di presentare «denunce corredate da dossier scottanti raccolti a carico di religiosi locali». Per questi fatti, che temporalmente vengono collocati da febbraio a dicembre 2016, don Morini è accusato di estorsione.

ESTORSIONE CONTESTATA

Per le sue minacce, sempre stando all’accusa, il sacerdote avrebbe ottenuto dal vescovo svariate somme di denaro (4.500 euro dal 14 aprile al 3 giugno del 2016), l’usufrutto gratuito di una villetta di 200mila euro e, perfino, la colf pagata, 800 euro il mese.

Monsignor Santucci, si difende. Il suo avvocato, Adriano Martini parla di un grosso equivoco. Lui, monsignore, si affida a una nota della Curia per precisare la posizione. Sostoeme che «il 15 maggio 2015, prima ancora che il caso di don Luca Morini assurgesse agli onori della cronaca nazionale, il vescovo aveva chiesto al sacerdote di non rientrare in parrocchia, per dare seguito a verifiche e approfondimenti circa la sua condotta. La volontà dell’istituzione ecclesiastica era, ed è stata, fin dal principio, di fare chiarezza, evitando ogni sorta di «copertura». Tale decisione, in attesa della conclusione dell’indagine interna, esponeva, di fatto, il sacerdote don Morini a una mancanza di sostegno economico e il vescovo, a norma della legge canonica, ha dovuto provvederne al mantenimento anche perché il sacerdote lamentava condizioni economiche di bisogno; non era compito del Vescovo di verificarle, in ossequio al principio della doverosa assistenza pastorale. Inoltre, da maggio scorso, il conto corrente dello stesso sacerdote è stato congelato, provocando, di conseguenza, un intervento caritatevole temporaneo nei suoi confronti, dettato da una situazione di difficoltà oggettiva». Il vescovo si difende e precisa, per iscritto.

PECCATI, NON REATI

Don Luca Morini non parla; il suo avvocato, Giovanna Barsotti, assicura: «Peccati, non reati». Mentre è il silenzio - dei fedeli - che ha accompagnato ieri la prima messa, per San Pio di Pietrelcina, che il vescovo Santucci ha officiato nella chiesa del Carmine, in pieno centro a Carrara.





www.lagazzettadimassaecarrara.it/cr...la-provenienza/
Emiliano Colombi, il terzo indagato della vicenda Don Euro: “Mi diceva che erano soldi per famiglie bisognose, ne ignoravo la provenienza”

domenica, 24 settembre 2017, 11:11

di vinicia tesconi
E’ sorpreso e amareggiato Emiliano Colombi, il terzo nome che è comparso oggi sulla lista degli indagati nel caso Don Euro che ha come protagonisti lo stesso Don Morini e il vescovo Santucci. E’ amareggiato soprattutto per vedere associato il suo nome a una persona da cui ha voluto prendere le distanze da anni, dopo aver capito di essere stato l’ennesima vittima delle sue truffe. Colombi fu sacerdote nella parrocchia di Avenza retta da Don Euro per circa un anno tra il 2003 e il 2004, ma era stato seguito dal Morini anche negli anni di formazione in seminario tanto che proprio in occasione della sua ordinazione, sui giornali locali era comparso un ampio e dettagliato resoconto della magnanimità di Don Euro nell’aver agevolato il percorso spirituale del giovane prete, segno evidente di come il Morini fosse bravissimo a spacciarsi per persona illuminata anche con la stampa. Ma il sacerdozio non era la strada del Colombi, che dopo un anno chiese di essere restituito allo stato laicale pur continuando il suo percorso umano nell’ambito della chiesa cattolica, facendo l’insegnate di religione in una scuola media. “ Sono stato interrogato quattro volte dai carabinieri in merito a questa indagine – racconta Colombi - e circa tre mesi fa ho ricevuto l’avviso di garanzia. Mi stupisce tuttavia essere associato sui giornali a Don Morini e al vescovo perché sembra che io sia stato quasi loro complice mentre, come ho affermato in tutti gli interrogatori, io ero all’oscuro di tutte le truffe fatte da Morini. Forse ho peccato di grande ingenuità ma all’epoca ero un prete molto giovane che eseguiva ciò che il suo superiore gli chiedeva. Don Morini , in varie occasioni mi diceva di fargli il favore di versare gli assegni sul mio conto e poi di girare i soldi sul suo perché non aveva tempo o modo di andare in banca e perché aveva urgenza di contanti per aiutare famiglie bisognose. Io Ho sempre eseguito senza mettere in dubbio la destinazione di quei soldi né, mai, ho tenuto un centesimo per me.Ero abituato a vedere che Don Morini avesse sempre molti soldi nel portafoglio, ma lui diceva di essere ricco di famiglia e che erano soldi da dare a persone in difficoltà. In effetti, ai tempi in cui vissi nella parrocchia di Avenza, vidi spesso tantissime persone anche molto ricche, fare donazioni su richiesta di Don Morini. In particolare ricordo il signor Mazzi, della Furrer, che era uno dei più assidui finanziatori di Morini. Ricordo anche che lo aiutò a sistemare la casa in cui si trasferì quando venne spostato nella parrocchia di Fossone. Ma come Mazzi c’erano anche molti altri. Ad ogni Natale Morini mi diceva di passare dalle sedi delle cooperative dei cavatori per ritirare i pacchi che gli avevano preparato per la beneficienza ed io lo facevo, ma ignoravo cosa ci fosse dentro.” . Le carte della Procura parlano di una serie di operazioni di “riciclaggio “ di denaro a carico del Colombi anche in epoca successiva a quella della sua esperienza da sacerdote: “ Io ho continuato saltuariamente ad andare a trovare il padre di Don Morini che era anziano e malato e che poi successivamente è morto. Lo avevo conosciuto ad Avenza e mi faceva piacere andarlo a salutare ogni tanto. All’epoca Don Morini era stato trasferito nella parrocchia di Sant’Eustachio a Montignoso e quando facevo visita a suo padre mi chiedeva di fare il solito versamento in banca perché lui non poteva lasciare il padre solo ed andare fino a Marina di Massa dove c’era la sede della filiale. Ma ripeto non ho mai tenuto soldi per me e non sapevo affatto cosa ne facesse di quei soldi. Credevo davvero che li usasse per chi ne aveva bisogno. Don Euro ha fregato tutti, anche me.” Colombi è accusato di ricettazione ma la sua posizione all’interno dell’inchiesta è abbastanza secondaria rispetto a quella del vescovo che invece risulta essere stato il principale sovvenzionatore di Don Euro. Le carte dell’indagine mostrano chiaramente l’esistenza di un ricatto al quale Monsignor Santucci ha ceduto per anni e a cui tuttora cede. Come già da più di un anno La Gazzetta di Massa Carrara aveva denunciato, Santucci è tutt’altro che marginale nella vicenda e lo ha confermato anche lo stesso Colombi: “ Il vescovo ha sempre saputo tutto di Don Morini e lo ha sempre protetto. Quando tre mesi fa mi sono rivolto a lui per chiedergli un aiuto per pagare l’avvocato in questa causa Monsignor Santucci me lo ha negato ma a Don Euro ha pagato tutto, casa, spese, divertimenti e avvocati.”. Alla base del ricatto fatto da Don Morini ci sarebbero rivelazioni scottanti sui preti della diocesi di Massa Carrara, secondo le carte dell’indagine della Procura ma il conto delle appropriazioni indebite registrate e pubblicate non torna: alla fine della fiera, dai resoconti apparsi sui giornali si arriva a poche migliaia di euro a fronte di un capitale di 850 mila sequestrati al prete. E’ evidente quindi che il ricatto c’è, ma che la sua vera entità è ben altra e ben lontana da ciò che è stato scoperto finora.

https://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archi...html?ref=search
La prima messa di don Emiliano

AVENZA.Stasera alle 20.30 don Emiliano Colombi festeggerà l'ordinazione a sacerdote, celebrando ad Avenza la prima messa di fronte ai suoi concittadini. Dopo un periodo formativo di tre anni, e i successivi sei trascorsi in seminario, Emiliano è diventato un ministro di Dio all'interno della cattedrale di Massa gremita di folla, molta della quale proveniente da Carrara e da Bedizzano, paese nel quale il giovane curato affonda le proprie radici.
Il percorso che lo ha portato al sacerdozio ha avuto inizio nel'94, attraverso l'incontro con don Luca Morini, sacerdote della chiesa di Avenza. «Era un ragazzo come tanti altri, neanche troppo vicino alla sfera religiosa - dice oggi don Luca ricordando Emiliano durante la fase di avvicinamento all'ambiente ecclesiastico - Poi il vivere la Messa con maggiore intensità, così come la partecipazione ad incontri spirituali, hanno fatto nascere la vocazione che lo ha portato a donare a Dio la propria vita, con una serenità consapevole».
Don Luca, guida spirituale di don Emiliano, ha assistito e guidato in precedenza altre due vocazioni (don Daniele e don Beniamino), e si sente colmo di felicità nel vedere la gioia di questi ragazzi che vivono il sacerdozio non come una privazione, ma come un arricchimento. «E' un lavoro estremamente profondo» afferma don Morini, riferendosi all'impegno richiesto dal seguire da vicino quei ragazzi che decidono di fare questa scelta di vita.
Paolo VI diceva che la vocazione sacerdotale è tanto faticosa quanto gioiosa; ed è proprio per esternare la propria gioia che don Emiliano Colombi ha organizzato la festa di sabato sera, contando esclusivamente sulle forze morali e materiali della propria famiglia. Al termine della celebrazione prenderà vita la festa in suo onore nei giardini antistanti la Torre di Castruccio, con la partecipazione di un gruppo di animatori spezzini (già impegnati a Tor Vergata, al cospetto del Papa) e di 50 sbandieratori lucchesi. Don Emiliano ha voluto festeggiare assieme alla sua gente, alla quale è legato in maniera viscerale. Tale attaccamento deriva dal passato: il padre, scomparso prematuramente, era cavatore. E l'amore verso il marmo ha fatto sì che il giovane sacerdote si sia fatto fabbricare un calice interamente scolpito nel Bianco di Carrara.
E' un momento di grande felicità, per don Emiliano; un momento nel quale ha concretizzato il significato della propria esistenza. Questo è il senso della sua scelta, una decisione lunga una vita e per la vita: con un pensiero rivolto al padre, ora che lui stesso verrà chiamato «padre».

David De Filippi
06 settembre 2003

https://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archi...html?ref=search
Da sacerdote a cavatore
MASSA.Una pausa di riflessione di un anno per far maturare in profondità le proprie scelte di vita. L'ha chiesta e ottenuta, in accordo col vescovo Eugenio Binini, il giovane sacerdote di Avenza Emiliano Colombi, 29 anni, da meno di un anno vice parroco della parrocchia della Madonna dei Quercioli. «Ho sentito il bisogno di chiedere ai miei superiori la disponibilità di un po' di tempo - afferma il giovane - che intendo dedicare a me stesso». Don Emiliano cercherà lavoro in cava. Il giovane riserva parole di ammirazione e affetto alla comunità dei fedeli dei Quercioli e a don Mario Amadi, il parroco locale, a fianco del quale ha vissuto i suoi pochi mesi di sacerdozio. «Don Mario e tutti coloro che hanno vissuto con me questa difficile decisione - dice Emiliano - mi hanno dimostrato una grande comprensione, della quale sarò loro eternamente grato».
In Massa I

17 giugno 2004

Edited by pincopallino2 - 5/2/2022, 20:05
 
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