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Truffa ed estorsione, 6 anni in appello a don Morini, tutto escort e cocaina. Confiscati 737.000 €., Prescrizione e vescovo aiutano il seminfermo don Euro. Con l'8 x 1000 avete fatto tanto

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GalileoGalilei
view post Posted on 12/11/2016, 08:38 by: GalileoGalilei
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Don Euro, iniziato il processo ecclesiastico

sabato, 12 novembre 2016, 02:50

di barbara pavarotti
Finalmente la Chiesa fa sul serio. Finalmente è stato aperto dall’Arcidiocesi di Pisa - che comprende la diocesi di Massa Carrara - un procedimento amministrativo-penale nei confronti di don Euro. Siamo alle battute iniziali, all’ascolto dei testimoni, ma, visto il silenzio e la reticenza che per anni ha circondato la vicenda dell’ex parroco Luca Morini, già appare molto che la chiesa voglia - come si legge nel documento di convocazione del primo teste - “ricercare la verità per un’esigenza fondamentale di giustizia”.

E il primo testimone, il più importante, è il giovane napoletano Francesco Mangiacapra, colui che ha denunciato per anni, inascoltato, lo scandalo del prete a luci rosse con documentate lettere alla Congregazione per il clero, alla Congregazione per la dottrina della fede, alla Curia di Massa, di Napoli. Nulla. Qualcuno sapeva, qualcuno era a conoscenza, per sua stessa ammissione, di comportamenti sospetti, ma di fatto questi comportamenti venivano, con ogni evidenza, tollerati, nella speranza, forse, di mettere al tutto il silenziatore. O che il prete si ravvedesse, come disse il vescovo Santucci nel febbraio scorso: “So cosa è successo, non lo stiamo proteggendo, ma vediamo se si può recuperare”.

C’è voluta la grancassa dei media, c’è voluto il minuzioso lavoro di ricerca delle prove fatto da Vinicia Tesconi proprio sulla Gazzetta, perché all’inchiesta della procura di Massa, dove il sacerdote è indagato per truffa, si affiancasse quella ecclesiastica avviata un mese fa.

Il 17 ottobre Francesco Mangiacapra ha dunque ricevuto dal vicario generale dell’Arcidiocesi di Pisa un invito a presentarsi per rendere testimonianza. Lui ne è ben felice, ovviamente, ma vive a Napoli e si è dichiarato disponibilissimo a essere ascoltato purché questo, giustamente, non comporti un viaggio a sue spese, perché, dice, “non intendo spendere denaro di tasca mia per far emergere qualcosa che la Curia sapeva da tempo”.

E di nuovo ha inviato alla Curia arcivescovile di Pisa una lunga lettera in cui ricostruisce punto per punto tutti gli illeciti commessi da don Euro: luoghi, date, complicità, nomi delle vittime e di altri testimoni. E chiarisce che il suo intento non è mai stato quello di rovinare il prete, ma di “arrestare un suo comportamento grave e dannoso dal momento che prometteva lavoro a giovani disoccupati, offriva droga e non rispettava la sua posizione di sacerdote”.

“Domani vado a Milano dagli Agnelli, conosco tante persone influenti, posso fare tanto per te”, diceva infatti don Morini spacciandosi per giudice facoltoso. E i regali costosi agli amanti (telefoni, gioielli) sarebbero frutto, secondo l’inchiesta giudiziaria, delle offerte date in buonafede dai fedeli.

Impressionanti gli sms inviati ad aprile 2015 dal sacerdote a Francesco: “Amore spero tu sia una bomba, dimmi cosa mi fai”. E vi risparmiamo i dettagli pornografici perché davvero sconvolgenti. Una marea di sms, roba da stalking. Con Francesco che rispondeva a monosillabi, cercando di calmare le manie di possesso e il delirio di onnipotenza del prete.

Tutte questo materiale bollente, esplosivo, è in mano all’Arcidiocesi di Pisa, che ha anche foto e video in cui Morini fa uso di droghe con un accompagnatore in un viaggio di piacere a Barcellona nella primavera 2015 . Materiale già inviato all’epoca da Francesco alla Curia di Massa nella vana intenzione di suscitare un provvedimento. Ma Francesco sembrava parlasse al vento nonostante scrivesse: “La condotta di vita di don Morini era inequivocabilmente abituale, reiterata, perdurante da anni. Si specifica che tutti i suoi accompagnatori erano ragazzi giovani, da lui retribuiti per la compagnia e, soprattutto, per le prestazioni sessuali”.

Naturalmente la Curia Arcivescovile di Pisa parla ancora di “fatti presunti”. Ma intanto il processo ecclesiastico è iniziato. La Chiesa, davvero, non si può più permettere di far finta di nulla: non è solo Francesco a chiederlo, ma tutti i fedeli, i cattolici, tutti i religiosi che con coraggio e dignità svolgono la propria missione e che vorrebbero finalmente fosse fatta pulizia in un mondo dove regna ancora troppa ambiguità.
 
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