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Padre Fedele Bisceglie assolto anche in Cassazione, sospeso e non reintegrato. Le telefonate: "Dormi nuda"?, Stupro su suor Gaetana Alesci: religiosa inattendibile anche in altro processo

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view post Posted on 6/5/2014, 23:59
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Scritto da redazione online - Martedì 06 Maggio 2014 19:11
Assolti i due romeni accusati di violenza sessuale ai danni della suora che ha mosso le stesse accuse a Padre Fedele
Secondo il parroco cosentino la verità sta cominciando a venire a galla


Una sentenza che certamente farà a lungo parlare quella emessa questa mattina nei confronti di due romeni che una suora, la stessa che ha accusato padre Fedele Bisceglia di violenza sessuale, aveva accusato di aver partecipato ad una ulteriore violenza sessuale ai suoi danni. I due, infatti, sono stati assolti dalle loro accuse. Il fatto sarebbe avvenuto nel giugno del 2005, secondo quanto raccontato dalla suora. Proprio nell'ultimo giorno di permanenza della suora all'Oasi Francescana, prima della sua partenza, e mentre le consorelle preparavano i bagagli. Secondo l'accusa, quindi, i due romeni avrebbero in quel momento abusato della religiosa. La suora aveva raccontato che i due romeni, K.I., 36 anni, e F.M., 32 anni, l'avevano attirata fuori dalla struttura e, insieme a due italiani, l'avevano portata in una campagna di Donnici, dove poi uno degli italiani avrebbe abusato della suora. Che poi sarebbe stata riaccompagnata, senza che le sue consorelle notassero alcuna stranezza, presso l'Oasi Francescana. La suora non aveva saputo dire chi fossero i due romeni, che pur frequentavano la struttura, e avrebbe riferito che si trattava di alcuni cinquantenni. Poi però li aveva riconosciuti da alcune fotografie mostratele dalla polizia. Ma i due, all'epoca, non erano certo cinquantenni. Essendoci quindi diverse contraddizioni nelle sue testimonianze, il collegio giudicante, composto dal presidente Enrico Di Dedda, con a latere i magistrati Pingitore e Ianni, ha optato per l'assoluzione dei due imputati. Il pm, Donatella Donato, aveva chiesto per loro 4 anni di reclusione.
A seguito delle sentenza emessa i due cittadini romeni, difesi dall'avvocatessa Mariarosa Bugliari, sono stati quindi scagionati dalle accuse. Nel frattempo l'intero incartamento del processo appena concluso sarà consegnato alla Corte di Cassazione, che, il 17 settembre prossimo, dovrà decidere riguardo la vicenda di padre Fedele e del suo segretario, invece già condannati a seguito delle accuse della stessa suora, ma che si sono sempre professati innocenti e più volte hanno fatto notare, attraverso i loro legali, le presunte incongruenze che sarebbe presenti, a loro dire, nelle testimonianze rese dalla suora.
Entro 90 giorni saranno rese note le motivazioni della sentenza emessa stamane.
Da parte sua torna a dirsi innocente lo stesso Padre Fedele che in una breve dichiarazione ha affermanto: «Sono innocente: questo fatto di cui sono stato accusato io non l'ho mai neanche pensato. E oggi per me è una bella giornata, perchè comincia a venir fuori la verità. Io ho sempre chiesto alla suora di pentirsi. Forse è il momento buono perchè lo faccia. E mai mi stancherò di ripetere che sono innocente».
 
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view post Posted on 8/6/2014, 05:13
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http://www.ilquotidianoweb.it/news/cronach...al-vescovo.html

IL CASO
Padre Fedele Bisceglia scrive al vescovo Nunnari
«Sono innocente, fatemi tornare a dire messa»
Con una missiva il frate, accusato e condannato in appello per violenza sessuale su una suora, chiede al vescovo di poter dire messa e grida allo scandalo per essere stato «condannato dalla chiesa senza un processo»
Padre Fedele Bisceglia scrive al vescovo Nunnari
«Sono innocente, fatemi tornare a dire messa»
Padre Fedele
COSENZA - Padre Fedele Bisceglia, condannato per violenza sessuale nei confronti di una suora (LEGGI) anche se di questo reato si è sempre dichiarato innocente, ha deciso di scrivere al vescovo di Cosenza, Salvatore Nunnari, per chiedere al pastore della sua diocesi di essere autorizzato a poter dire messa. «Sono il più povero dei sacerdoti della tua diocesi - scrive padre Fedele - Non possiedo nulla. Sono gioioso e abbraccio ogni giorno la Croce. Una sola cosa mi manca: l’esercizio del mio ministero sacerdotale. Solo tu puoi ridarmi questa gioia». Lo stesso padre Fedele ricorda come sia «stato sospeso a divinis» ma aggiunge «senza un processo canonico da me invocato a te e alle Congregazioni del clero e della vita consacrata. Perché questo accanimento contro un innocente?».
Nella sua missiva padre Fedele chiede all’arcivescovo una «soluzione rapida di questo annoso scandalo. Sono disposto a tutto. Voglio solo la dichiarazione della mia innocenza». Anche se se ne è appresa l'esistenza solo ora, in realtà la lettera è stata scritta da padre fedele all’inizio di maggio poco prima della sua partenza per l’Africa, dove è andato con un biglietto pagatogli da un vescovo calabrese. La decisione di renderla pubblica solo oggi nasce dalla duplice considerazione che la curia «non risponde e non agisce come è suo dovere», spiega in una nota il frate, che poi aggiunge che «è trascorso molto tempo, oltre otto anni, che egli non interviene presso la suora che ha mentito suscitando scandalo, sofferenze e quanto altro nel popolo di Dio».
In conclusione, dunque, l’ex frate invoca a gran voce di poter tornare a dire messa: «La Chiesa - conclude padre Fedele - mi ha condannato senza un processo canonico. Questo è il vero scandalo. E tu sai benissimo che io sono innocente. Non spronarmi, con il tuo silenzio, ad azioni eclatanti».
sabato 07 giugno 2014 17:10
 
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view post Posted on 21/6/2014, 17:15
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http://www.radiogammanostop.it/News/elenco...tato-calunniato

20-06-2014 20:02
Padre Fedele: lettera per il Papa, "sono stato calunniato"
"Sono un sacerdote ex cappuccino, medico missionario". Comincia cosi' la breve lettera che Padre Fedele Bisceglia, ex frate condannato per violenza sessuale ai danni di una suora, ha indirizzato a Papa Francesco. Domani i suoi collaboratori la consegneranno al Santo Padre, a Cassano Ionio. "Sono stato calunniato", scrive Padre Fedele, parlando della suora. "Ha dabolicamente mentito accusandomi di sei stupri, mai pensati - aggiunge l'ex frate - da otto anni non svolgo il ministero sacerdotale, sospeso a divinis senza un processo canonico". "Il vescovo mi ha scaricato", ha detto anche Padre Fedele, nel corso di una breve conferenza stampa che si e' svolta oggi pomeriggio in piazza XI Settembre, a Cosenza. "Siamo al capolinea, e adesso che la suora e' stata giudicata inattendibile, nel corso di un altro processo, io voglio la verita' - ha detto Padre Fedele - e non mi stanchero' mai di chiederla, soprattutto al mio vescovo, che prego di intervenire. Io gli scrivo in continuazione". "La suora sara' sconfitta da un'altra suora - ha detto ancora Padre Fedele - quella Santa Faustina, che era suora, e che io prego sempre". Nella missiva, il religioso, rivolgendosi a Papa Francesco, scrive "sono pronto al bacio del piede" e "benedicimi e lenisci le mie piaghe sanguinanti".
 
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view post Posted on 17/9/2014, 04:08
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http://www.corrieredellacalabria.it/index....ella-cassazione

Padre Fedele, attesa la sentenza della Cassazione

Mercoledì 17 settembre la Suprema Corte dovrà pronunciarsi sul sacerdote e sul suo ex segretario, condannati in primo e secondo grado per violenza sessuale ai danni di una suora

Martedì, 16 Settembre 2014 09:38

COSENZA Attesa per domani, mercoledì 17 settembre, la sentenza della Cassazione su Padre Fedele Bisceglia e sul suo segretario Antonio Gaudio, condannati, in primo e secondo grado, per violenza sessuale ai danni di una suora. Il verdetto dovrebbe arrivare nella giornata di domani, ma ormai il condizionale è d'obbligo dal momento che la decisione doveva essere presa già lo scorso 1 aprile (secondo rinvio, dopo il primo avvenuto lo scorso 10 gennaio). A determinare lo slittamento dell'udienza in calendario – collegio presieduto da Claudia Squassoni – è stata l'astensione del consigliere Amedeo Franco che si era già occupato, sempre in Cassazione, di questa vicenda.
Padre Fedele è stato condannato in primo grado e in appello a 9 anni e 3 mesi di carcere, mentre Gaudio a 6 anni e 3 mesi.

DALL'ARRESTO ALLA CONDANNA IN PRIMO GRADO
La bufera giudiziaria si è abbattuta sul «monaco» – come tutti chiamano a Cosenza l'ex frate ultrà – il 23 gennaio del 2006 quando venne arrestato assieme a Gaudio dagli agenti della squadra mobile della città dei Bruzi perché una religiosa delle Francescane dei poveri accusò i due di averla violentata per cinque volte nell’Oasi francescana, la struttura d’accoglienza fondata dal religioso. Nel frattempo l'ex frate viene sospeso a divinis e non appartiene più al suo Ordine. Nel gennaio del 2008 il gup del Tribunale bruzio, Livio Cristofano, rinvia a giudizio il sacerdote e Gaudio. Due mesi dopo, l’11 marzo, inizia il processo. Il collegio giudicante decide di seguire la linea della riservatezza, come avviene nei casi di violenza sessuale: dibattimento a porte chiuse. Un processo complesso e dunque difficile da seguire. Dopo innumerevoli udienze fiume, una marea di testimonianze e consulenze – il processo di primo grado è durato tre anni –, i giudici condannano padre Fedele a nove anni e tre mesi di reclusione e Gaudio a sei anni e tre mesi perché – come si leggerà poi nelle motivazioni della sentenza – la ricostruzione della suora «è priva di contraddizioni e salti logici ed espone con coerenza, logicità e lucidità tutti gli episodi cristallizzati nei diversi capi di imputazione».

LA CONFERMA DELL'APPELLO
La seconda fase inizia nell'ottobre dello scorso anno con il processo d'appello. Il collegio difensivo deposita una corposa memoria di 289 pagine in cui si rileva «la scarsa attendibilità della denunciante che l'ha vista coinvolta, nelle more di questo processo, in ben altri tre episodi di violenza sessuale ad opera di ignoti». Ma nessun dubbio sull'attendibilità della suora viene sollevato dal sostituto procuratore generale Raffaella Sforza che ha chiesto alla Corte di appello di Catanzaro di confermare la sentenza emessa in primo grado. E così è andata. In tutto questo tempo padre Fedele – che ha partecipato a ogni udienza dei due processi con il Rosario in mano – si è sempre dichiarato innocente, definendosi vittima di un complotto.
Adesso tocca agli ermellini mettere la parola fine su una vicenda giudiziaria lunga e complessa e che ha avuto anche una forte eco mediatica.

Mirella Molinaro
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view post Posted on 17/9/2014, 05:50
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Padre Fedele denuncia il pm che lo ha accusato di violenza a una suora: indagato il giudice
PER APPROFONDIRE: padre fedele, denuncia, pm, violenza sessuale, suora
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Il sostituto procuratore della Repubblica di Cosenza Claudio Curreli ed il giudice delle indagini preliminari dello stesso Tribunale Francesco Branda, sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Salerno dopo una denuncia presentata da padre Fedele Bisceglia, l'ex frate condannato in primo e secondo grado a 9 anni e 3 mesi per violenza sessuale ai danni di una suora.

Domani è prevista l'udienza a carico dell'ex frate davanti ai giudici della Corte di Cassazione. I due magistrati, secondo quanto si è appreso a Cosenza, sarebbero indagati per abuso d'ufficio. La vicenda riguarda un'indagine avviata dopo la denuncia della suora che aveva riferito di essere stata violentata anche a Roma da quattro persone. Indagine condotta dalla squadra mobile di Roma e coordinata dal pm Curreli - adesso sostituto procuratore a Pistoia - in quanto connessa a quella di padre Fedele.

L'inchiesta era stata poi archiviata. A firmare l'archiviazione, secondo padre Fedele, era stato, nel 2010, Branda che, nello stesso periodo, era giudice nel collegio che stava processando in primo grado l'ex sacerdote. Padre Fedele, che nel 2012, dopo il processo d'appello, aveva inviato il suo esposto anche al Csm, al Presidente della Repubblica ed al Ministro della Giustizia, lamentava il fatto che gli atti di quella archiviazione non erano confluiti nel processo a suo carico.

La vicenda era stata oggetto anche di una memoria presentata ai giudici d'appello dai legali di padre Fedele, gli avvocati Eugenio Bisceglia e Franz Caruso. «Duole ravvisare - avevano scritto i legali - che è stata disposta l'archiviazione di un procedimento aperto, comprensivo di più sottofascicoli, in chiara, evidente e dichiarata connessione a quello per cui è parola, ma mai acquisiti a quest'ultimo. D'altro canto, non ci meraviglia che ciò sia nella realtà accaduto, posto che le risultanze istruttorie esperite hanno dato tutte esito negativo, conseguendone una provata inattendibilità delle dichiarazioni della suora che palesemente ha deposto il falso». La stessa memoria è stata allegata da padre Fedele alla sua denuncia. Dell'iscrizione del magistrato e del giudice nel registro degli indagati è stata formalmente informata anche la Cassazione.
martedì 16 settembre 2014 - 14:26 Ultimo agg.: 14:27
 
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view post Posted on 18/9/2014, 04:49
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http://www.laprimapagina.it/2014/09/18/cos...upro-da-rifare/


Calabria
Cosenza, Padre Fedele processo per stupro da rifare
Di Redazione • 18 settembre 2014

Si dovrà celebrare ex novo il processo d’appello a carico di Francesco Bisceglia conosciuto come Padre Fedele, il frate cappuccino sospeso a divinis nel 2008 in seguito alle accuse di violenza sessuale su una suora. La Cassazione ha annullato con rinvio la condanna a 9 anni e 3 mesi di reclusione, inflittagli dalla Corte d’Appello di Catanzaro il 17 dicembre 2012.
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La Suprema corte ha annullato solo parzialmente la condanna a 6 anni e 3 mesi di reclusione inflitti in appello ad Antonio Gaudio, segretario di Padre Fedele. La pena, per lui, sarà rideterminata da un’altra sezione della Corte d’appello di Catanzaro.

Il suo ricorso è stato accettato e quindi passa in giudicato una parte della condanna. Il dispositivo che riguarda Padre Fedele è molto più sintetico. “Si annulla l’impugnata sentenza limitatamente ai reati ascritti al Bisceglia e si rinvia ad altra sezione della Corte d’appello di Catanzaro”. Il verdetto della Suprema corte è stato emesso dopo una lunga camera di consiglio.
 
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view post Posted on 4/4/2015, 06:55
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http://www.gazzettadelsud.it/news//135776/...-vescovo--.html

PADRE FEDELE
Ex frate al vescovo
"sono innocente"
03/04/2015
A dieci anni dall'inizio della vicenda giudiziaria, l'ex frate Fedele Bisceglia in una conferenza stampa ribadisce la sua innocenza e chiede la vescovo un confronto con la suora. "Sarà - ha detto l'ex religioso- la mia decima Pasqua senza poter celebrare messa"Ex frate al vescovo
"sono innocente"
"sarà la mia decima Pasqua senz apoter celebrare messa, e questo mi fa soffrire molto"Queste le parole dell'ex frate Fedele Bisceglia che stamattina a Cosenza ha convocato i giornalisti , per ribadire a dieci anni dall'inizio della sua vicenda giudiziaria, la sua innocenza e denunciare di essere vittima di un complotto. L'ex frate ha affermato " perdono tutti coloro che sono stati protagonisti di questa vicenda". Padre Fedele , accusato di violenza sessuale nei confronti di una suora, ha chiesto al vescovo di Cosenza, mons. Salvatore Nunnari, di fare un confronto con la religiosa e di avviare il processo canonico. "Mi è stata negata lapossibilità- ha aggiunmto - di leggere il vangelo durante le funzioni. Eppure c'è un sacerdote, reo confesso, condannato per le vicende dell'Istituto Papa Giovanni di Serra Aiello, che dice messa" " Dieci anni sono troppi- ha concluso- io non posso più vivere senza il mio sacerdozio. Chaimate la suora, sono pronto ad un confronto , anche in pubblico".
 
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LA SENTENZA
Violenza su una suora, in Appello assolto padre Fedele
Condannato il segretario. Il frate: «Sono commosso»
Padre Fedele Bisceglia è stato assolto dalla Corte D'Appello di Catanzaro dopo che la Cassazione aveva annullato la precedente sentenza di condanna per violenza su una suora. Pena ridotta per il suo segretario
di ROBERTO GRANDINETTI

Violenza su una suora, in Appello assolto padre Fedele
Condannato il segretario. Il frate: «Sono commosso»
Padre Fedele
CATANZARO - Padre Fedele Bisceglia, l’ex frate accusato di violenza sessuale ai danni di una suora, è stato assolto nel secondo processo d’appello dopo che la Cassazione aveva annullato la precedente condanna (LEGGI LA NOTIZIA). Pena ridotta per il segretario dell’ex frate, Antonio Gaudio, condannato per un caso di violenza a 3 anni e 4 mesi di reclusione. Gaudio, in particolare, è stato assolto, perchè il fatto non sussiste dall’accusa di avere violentato in due occasioni la religiosa ma è stato condannato per la violenza su una ospite dell’Oasi Francescana di Cosenza.

Assolto perché il fatto non sussiste: è questa la formula usata dai giudici della Corte d’appello di Catanzaro. I giudici si sono ritirati in camera di consiglio verso le 13, per uscirne dopo poco più di un’ora.

I due imputati erano a vario titolo accusati di aver abusato sessualmente - tra il febbraio e il giugno del 2005 - di una suora all’interno dell’Oasi Francescana di Cosenza.
Poche ma significative le parole pronunciate dal frate subito dopo la sentenza: «Sono commosso, ci sentiamo più tardi». Padre Fedele Bisceglia è stato raggiunto telefonicamente dall'Agi subito dopo la sentenza.
«Questa sentenza è il frutto del duro lavoro di dieci anni, già la Corte di Cassazione ci aveva visto lungo e finalmente abbiamo trovato dei magistrati che applicano le norme del processo penale», il commento dell’avvocato Eugenio Bisceglia. Padre Fedele, che non ha mai smesso di essere missionario nonostante la sospensione dal ministero, e che si è sempre detto innocente e vittima di un complotto per togliergli l’Oasi Francescana, la sua “creatura, non era presente in aula .

La sentenza, la quarta in questo lungo cammino giudiziario, è stata emessa dalla Corte di Appello di Catanzaro nella sua nuova composizione (Bianchi presidente, Marchianò e Grillone giudici a latere). La scorsa udienza (LEGGI LA NOTIZIA) il pg Raffaella Sforza (ex pm della Dda di Catanzaro) aveva sostanzialmente chiesto la conferma della condanne emesse dalla precedente Corte di Appello, ossia 9 anni e due mesi per il frate (accusato di aver abusato per cinque volte della religiosa originaria di Barcellona Pozzo di Gotto) e 6 anni e due mesi per il suo segretario (accusato di aver abusato una sola volta della suora e di una giovane ospite dell’Oasi). Giusto un mese in meno a testa per l’intervenuta prescrizione del reato di violenza privata.

A questo nuovo processo di Appello si è giunti dopo l’annullamento con rinvio - da parte della Suprema Corte di Cassazione - della prima sentenza di secondo grado (LEGGI LA NOTIZIA SULLA PRIMA SENTENZA DI APPELLO). Gli ermellini in particolare - era lo scorso 18 settembre - azzerarono i 9 anni e tre mesi di reclusione inflitti a padre Fedele e i 6 anni e tre mesi toccati a Gaudio per i presunti abusi sessuali commessi sulla suora siciliana.

I nuovi giudici d’Appello sono stati richiamati a valutare - su insistenza della difesa - anche l’attendibilità della vittima sulla scorta delle carte prodotte dall’avvocato Eugenio Bisceglia in merito ad altre denunce presentate dalla suora a Roma per nuovi presunti episodi di violenza (LEGGI LA NOTIZIA SULLA TESI DIFENSIVA). Denunce, a carico di altre persone ritenute vicine a padre Fedele, che non hanno però portato a nuove incriminazioni. Da qui il nuovo processo di secondo grado.

lunedì 22 giugno 2015 14:25
 
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Padre Fedele story. Il frate ultrà, la suora, il convento: assolto dopo 10 anni, “Non fu stupro”
Pubblicato il 22 giugno 2015 16:04 | Ultimo aggiornamento: 22 giugno 2015 16:24


di Redazione Blitz
Padre Fedele story. Il frate ultrà, la suora, il convento: assolto dopo 10 anni, "Non fu stupro"
Padre Fedele story. Il frate ultrà, la suora, il convento: assolto dopo 10 anni, “Non fu stupro” (Ansa)
CATANZARO – Padre Fedele, all’anagrafe Francesco Bisceglia, è stato assolto “per non aver commesso il fatto” nel processo in cui era imputato per violenza sessuale ai danni di una suora. Un verdetto che arriva 9 anni e 5 mesi dopo l’arresto di Padre Fedele, al quarto grado di giudizio dopo due sentenze di condanna (con pene di 9 anni) e un annullamento da parte della Corte di Cassazione, che aveva disposto un nuovo processo d’appello.
Pena ridotta per il segretario dell’ex frate, Antonio Gaudio, condannato per un caso di violenza. Gaudio, in particolare, è stato assolto, perchè il fatto non sussiste (e non per non avere commesso il fatto) dall’accusa di avere violentato in due occasioni la suora ma è stato condannato per la violenza su una ospite dell’Oasi Francescana di Cosenza ed ha avuto inflitta una condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione (in primo grado gli erano stati comminati 6 anni e 3 mesi). Padre Fedele oggi non era presente in aula.
Ad aprile aveva indetto una conferenza stampa per protestare la sua innocenza e “Quella che stiamo per celebrare – ha aggiunto l’ex frate – sarà la mia decima Pasqua senza poter celebrare Messa, addirittura mi è stata negata la possibilità di leggere il vangelo durante le funzioni. Eppure c’è un sacerdote, reo confesso, condannato per le vicende dell’istituto Papa Giovanni di Serra d’Aiello, che vive libero, venerato e protetto nell’episcopio di Como, dove celebra la messa mentre io, che sono innocente, sono stato sospeso a divinis, senza un processo canonico. Una situazione assurda perché io sono amico dei poveri, lui li ha sfruttati, lui si trova protetto, io in croce”.
Queste le accuse della suora contro Padre Fedele, accuse che il processo ha dimostrato non vere: “Sono stata violentata da lui quattro volte” , “una volta erano in tre”, un’altra la religiosa raccontò di essere stata picchiata, ripresa e fotografata. “Padre Fedele mi legò i polsi alla sponda di ferro del letto con dei lacci emostatici perché così non mi sarebbero rimasti i segni. Sono stata bendata. Non ho visto la persona che mi ha violentata”. La suora si era confidata con la madre superiora. Le indagini della squadra mobile confermano la passione di Padre Fedele per le donne. Ma fra la violazione del voto di castità e la violenza sessuale c’è una differenza che è emersa dopo quasi un decennio di processi.
La storia di padre Fedele “violentatore di suore” prende le prime pagine dei giornali nel gennaio 2006. Ma nella lunga e intensa vita del francescano c’è stato molto più di un quarto d’ora di notorietà. A Cosenza lo conoscevano come il “frate ultras” sciarpa rossoblù e megafono, presenza fissa in curva in tutte le partite in casa e in trasferta del Cosenza. Esuberante e carismatico, animava una comunità da lui fondata “Oasi francescana”. E aveva la passione per le donne. Stando ai biografi, ricambiata. Scrissero Giusi Fasano e Carlo Macrì sul Corriere della Sera:
Fedele (Francesco prima di prendere i voti) Bisceglia nasce il 6 novembre del 1937 a Laurignano, a pochi chilometri dalla città che lo ha poi adottato. È il primogenito di quattro fratelli, ma a cinque anni resta orfano della madre, che muore di polmonite. È così che per lui comincia una vita in salita, tutta da conquistare, irta di ostacoli. Francesco viene cresciuto in un orfanotrofio e non segue il padre che invece sceglie di emigrare in America. Occhi magnetici, bella presenza, Francesco, esercita un fascino straordinario sulle donne, e saranno sempre le donne a stargli vicino e a sostenerlo in tutte le sue battaglie. Ma lui sceglie un’altra strada: quella del convento. Dopo il noviziato si trasferisce a Napoli per completare gli studi di teologia.
Nel 1964 viene ordinato sacerdote. La sua intelligenza vivace ed esplosiva non passa inosservata e i superiori lo spediscono subito a Roma, dove si laurea all’Universitá Lateranense. Poi comincia la sua carriera di parroco. Prima destinazione: Montagnola, frazione di Acri, in provincia di Cosenza, dove fa costruire subito un campo sportivo, poi un asilo e una chiesa. E per fare arrivare in paese elettricità e acqua ricorre per la prima volta allo sciopero della fame. Una vittoria con la quale si conquista le simpatie di tutta la popolazione. A Montagnola il frate resta sette anni. Poi viene nominato Superiore del Convento di Acri, il più importante della provincia di Cosenza.
È qui che il monaco affina le sue innate capacità di grande comunicatore e finisce per la prima volta alla grande sotto i riflettori portando l’urna del Beato Angelo (1669-1739), una delle figure più eminenti della Chiesa calabrese, dalla basilica del cosentino in volo negli Stati Uniti, per esporla ai devoti d’oltremare, tanti italiani emigrati. Nel 1980 c’è un altro cambiamento nella sua vita. Padre Fedele viene trasferito a Cosenza come segretario delle missioni estere.
È pronto alla conquista delle zone più desolate del mondo. Comincia a viaggiare: dall’India all’Etiopia, dall’Eritrea al Madagascar, dal Camerun al Centrafrica, dove fonda un centro per bambini handicappati, un ospedale, otto chiese. Ma la sua spina al cuore sono i tanti lebbrosi del mondo: con forti finanziamenti partecipa alla costruzione di varie strutture specializzate in tutto il mondo. In Calabria a Cosenza fonda poi «Oasi Francescana», dormitorio, mensa e poliambulatorio per poveri. Una struttura modello. Vulcanico e poliedrico, amante del calcio a tal punto da essere chiamato il «Monaco Ultrà», teologo e medico, più volte ministro provinciale dei Frati Minori Cappuccini, vicino ai «No global», con doti di grande comunicatore, in questi ultimi anni si era anche conquistato largo spazio sui giornali e una poltrona nei grandi salotti televisivi.
Nel 1995, quando in occasione dell’ «Erotica Tour» di Bologna Padre Fedele assegna a Luana Borgia, ex pornostar, da lui redenta, e con la quale si presenta la domenica allo stadio, il compito di allestire nel suo stand contenitori per la raccolta di fondi destinati all’acquisto di un’ambulanza per il Ruanda. Alle critiche per la sua amicizia con la donna, il cappuccino risponde secco: «Più si va all’ inferno più si trova la strada per il paradiso». E non ha problema a presentarsi allo stand della rivista «Le Ore» e alla conferenza stampa. Risultato immediato: un assegno di cinque milioni di lire per i bambini del Centroafrica.
[...] Nel 2004 è in prima linea contro lo sfruttamento della prostituzione. A lui si rivolge una donna rumena raccontando la sua drammatica vicenda. Dalla confessione nasce un’operazione che si conclude con sette arresti per traffico di clandestini. Ma non è tutto. Nonostante le sue molteplici iniziative, i suoi impegni pubblici e i suoi viaggi nei luoghi sperduti del mondo, non trascura la sua vera, grande passione, quella per il calcio, che lo ha portato nella scorsa stagione 2004-2005 a conquistarsi il posto di presidente del Cosenza Calcio, dopo un memorabile sciopero della fame, in seguito al quale venne anche ricoverato in ospedale.
 
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Padre Fedele è stato incastrato da Chiesa politici e poliziotti Dava troppo fastidio
Chi ha ispirato le spedizioni a Roma di Stefano Dodaro? E cosa ci faceva allo Sco per parlare con la suora?

15 Gen 2015 Le inchieste Cosenza e area urbana
Padre Fedele è stato incastrato da Chiesa politici e poliziotti Dava troppo fastidio
Dopo otto anni di sofferenza che lo hanno messo a dura prova, Padre Fedele Bisceglia è stato ampiamente riabilitato. I processi-farsa celebrati dalla Procura di Cosenza e dalla Corte d’Appello di Catanzaro, con le loro relative sentenze, sono stati clamorosamente annullati dalla Cassazione. Ora si è in attesa della celebrazione di un nuovo processo.
L’attendibilità di Suor Gaetana “Tania” Alesci (e pensare che c’è ancora chi non cita per intero il nome di questa bugiarda matricolata!) quando afferma di essere stata violentata da Padre Fedele è diventata simile a quella di Isabella Internò quando afferma che Denis Bergamini si è suicidato. E i cosentini sanno bene a cosa ci riferiamo e quante sofferenze ci sta ancora portando questa incredibile vicenda di malagiustizia. Nel breve volgere di pochi mesi, è stato smontato pezzo per pezzo il suo castello di bugie: si pensi che la suora, per avvalorare il suo atteggiamento di vittima sacrificale, aveva denunciato altri tentativi di violenza poi risultati falsi. E sono stati assolti due romeni che erano stati accusati di aver partecipato a una violenza sessuale contro di lei.
Il fatto sarebbe avvenuto nel giugno del 2005, proprio nell’ultimo giorno di permanenza della suora all’Oasi Francescana, prima della sua partenza, e mentre le consorelle preparavano i bagagli. La suora aveva raccontato che i due romeni l’avevano attirata fuori dalla struttura e, insieme a due italiani, l’avevano portata in una campagna di Donnici, dove poi uno degli italiani avrebbe abusato della suora. Che poi sarebbe stata riaccompagnata, senza che le sue consorelle notassero alcuna stranezza, presso l’Oasi Francescana. La suora non aveva saputo dire chi fossero i due romeni, che pur frequentavano la struttura, e avrebbe riferito che si trattava di alcuni cinquantenni. Poi però li aveva riconosciuti da alcune fotografie mostratele dalla polizia. Ma i due, all’epoca, non erano certo cinquantenni. Insomma, un cumulo di menzogne.

E non solo: il sostituto procuratore della Repubblica di Cosenza Claudio Curreli ed il giudice delle indagini preliminari dello stesso Tribunale Francesco Branda sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Salerno a seguito della denuncia presentata da padre Fedele Bisceglia. L’accusa è gravissima: abuso d’ufficio.
Quanto basta per cercare una spiegazione “politica” a quanto gli è accaduto. Perché quel delitto-peccato di cui è accusato da Gaetana Alesci, delitto di stupro singolo e di gruppo, non solo non l’ha commesso ma, come continua a ripetere da otto anni, non l’ ha mai pensato. L’indagato non è solo un semplice sacerdote: è polivalente, poliedrico e il buon Dio gli ha misteriosamente elargito un grande carisma.
Non si sta giudicando un personaggio qualsiasi, ma un uomo dato in pasto all’opinione pubblica per uno pseudo delitto serio e grave. A nessuno sfugge il clamore suscitato ancor prima che fosse condotto in carcere.
Alle 6 del mattino del 23 gennaio 2006 tutti i poliziotti comunicavano via telefonino con le rispettive mogli, fidanzate o amanti per farsi aggiornare delle notizie date dai mass media mentre gli ultrà accorsi increduli all’ Oasi Francescana erano sgomenti per queste scene.
Padre Fedele Bisceglia è stato messo in carcere perché il poliziotto Stefano Dodaro, notoriamente vicino a una bene individuata casta politica, tanto da aver incassato un incarico dirigenziale da parte della Giunta regionale solo pochi mesi prima di arrestarlo, ha condotto e orchestrato questa storia in modo a dir poco oscuro.
Cosa ci faceva Dodaro allo Sco di Roma a raccogliere la testimonianza della suora? Chi l’ha informato? E perché è andato proprio lui? Ha ricevuto qualche preciso ordine da parte di una classe politica che vedeva Padre Fedele come il fumo negli occhi perché aveva realizzato una struttura gioiello come l’Oasi con i soldi dei cosentini? E perché ha consegnato, misteriosamente e fuori da ogni logica, il plico che lo dipingeva come un criminale al magistrato Curreli dopo soli due giorni e contro ogni disposizione del Codice di procedura penale? E dove sta scritto che a un poliziotto, per quanto potente e “politicizzato” come il signor Dodaro, sia consentito di “invitare” un giudice (guarda caso lo stesso che ha indagato sui no global...) a emanare disposizioni restrittive? Forse perché ha scritto (o forse sarebbe meglio dire gli hanno scritto...) un libro sulla mafia? O forse perché si faceva vedere, con la gentile consorte, alle conferenze di qualche cardinale a Roma? Queste cose ancora oggi, e sinceramente non capiamo perché, non si possono sapere.
Ma il problema è che il pm Curreli non solo ha ascoltato il signor Dodaro ma ha anche prodotto una lunga requisitoria al gip Ferrucci, che poi ha firmato l’ arresto. Un’ altra brillante operazione scatenata dalle stesse logiche politiche che avevano animato il can can contro i no global. Perché la Procura di Cosenza, notoriamente porto delle nebbie quando c’è da indagare sui potenti, diventa eccezionalmente attiva quando c’è da perseguire la sinistra antagonista. Questo processo è passato alla storia come il processo dell’ infamia, il processo diabolico incentrato su una suora bugiarda, imbeccata da personaggi squallidi di una certa inqualificabile ma sicuramente ben definita lobby di potere, nella quale la Chiesa ha giocato un ruolo fondamentale. La Chiesa non è questa ma è ben altra cosa. La gente ama la Chiesa dei veri pastori, dei santi, dei saggi e dei martiri. La Chiesa dei Giuda bisognerebbe smascherarla, combatterla e vincerla. E prima o poi ci sarà qualcuno che chiederà un conto salatissimo. Padre Fedele si è reso conto soltanto dopo quanto gli è accaduto di aver toccato questioni troppo delicate per la politica e per la Chiesa. Voleva aiutare l’ Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra d’ A iello, voleva tirarlo fuori da una tragica storia ben prima che venisse fuori quello che oggi sappiamo tutti.
Ha difeso i bambini rom della famosa inchiesta “Spezzacatene”, di cui è stato l’ ispiratore principale. Ma soprattutto ha creato il “miracolo” dell’ Oasi francescana, nata dalla collaborazione con gli ultrà del Cosenza. Sono riusciti a metterla su in un anno e mezzo. Una struttura unica nel suo genere, che per funzionalità dei servizi è stata definita la più interessante d’ Europa.
Questi motivi hanno scatenato il complotto ai suoi danni, affidato chiaramente a quei “servitori” dello Stato che pensano soltanto ai loro sporchi interessi.

Gabriele Carchidi

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NUNNARI SI SCAGLIA CONTRO PADRE FEDELE: ”BASTA STUPIDAGGINI, NON SONO IO CHE GLI HO VIETATO DI DIRE MESSA”
RedazioneRedazioneGiu 26, 2015Cosenza
Padre Fedele sarebbe stato sospeso perchè non accettò di lasciare la città di Cosenza.
COSENZA – Una sospensione richiesta dal frate stesso al fine di poter nominare i legali della difesa che altrimenti sarebbero stati imposti dalla curia. Una sospensione sulla quale l’arcivescovo della diocesi Cosenza – Bisignano sarebbe potuto intervenire chiedendo il permesso alla sede apostolica di far dire messa a Padre Fedele nel proprio territorio di competenza. Una scelta che Nunnari decise di rifiutare in quanto sconsigliatogli dai ‘colleghi’ romani. “Bisogna smettere di dire stupidaggini su Facebook, perche’ questo vescovo non ha colpe su questa sospensione”. Ha detto Monsignor Salvatore Nunnari che lascerà tra poche ore la propria diocesi e che oggi ha tenuto una conferenza stampa sul caso Padre Fedele. Nunnari è stato attaccato come responsabile della sospensione a divinis dell’ex frate. “Lo ha chiesto lui, per grazia, di essere esonerato dai tre voti, e ha fatto bene, quando ha saputo che il suo Ordine lo voleva sospendere – ha detto Nunnari – e mi e’ stato chiesto il mio parere, e io ho detto che era bene.



Il Papa, per grazia, gli ha concesso di uscire dall’Ordine: ecco il decreto – ha spiegato Nunnari, mostrando il fascicolo – datato 8 febbraio 2008. Io ho chiesto anche alle suore, davanti a testimoni, di far incontrare Suor Tania con Padre Fedele, ma loro mi hanno detto che le stavo offendendo con questa richiesta – ha detto Nunnari – e le suore sono andate via dalla citta’ senza neanche salutarmi dopo che mi ero prodigato per trovare loro un appartamento a Porta Piana. Perche’ il vescovo di Cosenza non lo ha accolto tra i suoi preti subito? Perche’ Roma mi ha detto di non fare questa richiesta – ha affermato Nunnari – perche’ mi avrebbero detto di no, perche’ c’era in atto un processo”. “Io non ho potuto fare altro – ha detto Nunnari – ma rileggete quello che ho detto nei primi giorni della vicenda, quando parlavo del suo carattere esuberante ma non ho mai creduto nella sua colpa“. Nunnari ha annunciato anche un suo prossimo “libro bianco” sul caso dell’Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra d’Aiello, al cento di uno scandalo per la malagestione, che sarebbe, secondo Padre Fedele, una delle cause del complotto ordito ai suoi danni. “Sul Papa Giovanni ho detto chiaramente, in cattedrale, – ha concluso Nunnari – che e’ stato indegnamente amministrato da Luberto, che e’ stato un ladro”.



“Sento il dovere pressante della ricerca della verita'”. Ha esordito cosi’ mons. Salvatore Nunnari, Arcivescovo Emerito di Cosenza, iniziando la conferenza stampa che ha voluto dedicare alla vicenda di Padre Fedele Bisceglia, assolto dall’accusa di aver violentato una suora. “E’ stata una brutta pietra gettata contro di me – ha detto Nunnari – e voglio dire subito che quando Padre Fedele e’ stato sospeso dal suo Ordine, non e’ stato sospeso per la vicenda della suora, ma per non aver rispettato l’obbedienza, visto che aveva i tre voti di obbedienza, poverta’ e castita, ma quello dell’obbedienza lo ha messo sotto i piedi non andandosene da Cosenza come gli era stato richiesto. Nessuno dimentichi che l’Ordine dei Cappuccini non ha mai creduto al discorso della suora, e aveva messo due avvocati – ha detto Nunnari – Sorrentino e Gambardella, ma Padre Fedele li ha rifiutati. Lui parla e quando parla combina guai – ha detto il vescovo – e dopo che lo hanno mandato in Corsica, su mio intervento è stato spostato in Umbria, e da li’ scappava per venirmi ad incontrare. Io gli dicevo di fare la sua obbedienza – ha detto il presule – ma lui non lo ha fatto”. Sulle polemiche sollevate da parte di alcuni consiglieri che contestano la decisione di voler consegnare la cittadinanza onoraria al vescovo Nunnari ha risposto affermando di non sapere chi si oppone. ”Se non mi daranno la cittadinanza cosentina – ha affermato – non fa niente, ringrazio per il gesto ma non ce n’è bisogno la città di Cosenza mi ha già nel suo cuore”.

Edited by pincopallino2 - 17/7/2021, 07:28
 
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Il Quotidiano del Sud
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Calabria Cosenza Cronache Giudiziaria
Padre Fedele assolto perché la suora non è credibile

Pubblicate le motivazioni della sentenza d'Appello


16 AGO. 2015

CATANZARO – «La suora è totalmente inattendibile». Lo sostengono i giudici d’Appello di Catanzaro, che due mesi fa hanno assolto padre Fedele Bisceglia, dall’accusa di violenza sessuale nei confronti della religiosa. È questa l’essenza della sentenza, che ha ribaltato i precedenti due verdetti di condanna, dopo l’annullamento con rinvio della Cassazione. L’essenza che si coglie nelle 14 pagine delle motivazioni dell’assoluzione, depositate, in questi giorni, dalla Corte di secondo grado, presieduta dal giudice Maria Vittoria Marchianò, con giudici a latere Giancarlo Bianche e Gianfranco Grillone. Padre Fedele, il frate di Cosenza e dell’Oasi francescana all’improvviso fu arrestato su richiesta della procura della città dei Bruzi, per un grave reato ipotizzato, violenza sessuale nei confronti di una suora. Unica prova della pubblica accusa la dettagliata deposizione della monaca. Il caso passò immediatamente alla ribalta nazionale. Padre Fedele viene, quindi, rinviato a giudizio e successivamente condannato 9 anni di carcere. Pena confermata in Appello. Ma poi arriva la pronuncia della Cassazione a cui si erano rivolti il legali del frate: la sentenza di condanna viene annullata, per un nuovo processo di secondo grado. Si arriva così alla clamorosa piena assoluzione di padre Fedele, motivata come riportiamo di seguito.

«La produzione documentale difensiva relativa alle reiterate denunce presentate dall’Alesci (suor T, ndc) per gli ulteriori episodi di violenza sessuale e minacce accaduti in Roma – si legge sulle motivazione – consegna, ad avviso della Corte, un quadro di totale inattendibilità della principale fonte di accusa il cui resoconto dibattimentale riferito agli episodi oggetto di contestazione nel presente processo presentava già un elevato grado di illogicità ed inverosimiglianza. Da questo ultimo punto di vista vale osservare, come la stessa sentenza di primo grado non aveva potuto evitare di rimarcare la singolarità di taluni passaggi delle dichiarazioni dell’Alesci rispetto all’id quod plerumque accidit, definendoli inusuali ma comunque fenomenicamente possibili, considerazione che, ad avviso di questa Corte, consente di focalizzare una prima ma fondamentale connotazione negativa della fonte dichiarativa in punto di parametri di attendibilità ovvero l’estrema debolezza logica del narrato della Alesci». Gli ulteriori episodi di violenza sessuale consistono «in una serie di denunce presentate dalla Alesci alla Squadra Mobile di Roma nel 2006 (successive alle presunte condotte di padre Fedele) dalle quali avevano avuto origine due procedimenti penali incardinati presso la Procura di Roma ed un altro procedimento penale iscritto presso la Procura di Reggio Calabria, aventi tutti ad oggetto episodi di violenza sessuale e minacce denunciati dalla Alesci, fascicoli processuali trasmessi per competenza alla Procura di Cosenza che aveva iscritto il procedimento penale, poi archiviato». Archiviato perché «gli accertamenti di P.G. che hanno oggettivamente sconfessato il contenuto delle denunce presentate dalla Alesci in epoca successiva a quelle per cui è giudizio, conducono ad un giudizio oltremodo negativo circa la personalità della dichiarante che si riverbera direttamente sulle precedenti dichiarazioni destituendole di ogni affidabilità».



È DIFFICILE CHE SIA POTUTO ACCADERE. «Va osservato infatti – proseguono i giudici – che ben difficilmente gli episodi di violenza sessuale oggetto di contestazione nel presente processo sono potuti effettivamente accadere nei luoghi e con le modalità descritte dalla religiosa». I magistrati della Corte d’Appello di Catanzaro si soffermano sua una parte del racconto della suora, in ordine a momenti contestuali di una delle presunte violenze subite da padre Fedele. «Altrettanto poco credibile – spiegano i giudici – appare poi la riferita sensazione di stordimento ed impossibilità a qualsiasi ribellione, l’essersi spogliata e masturbata come condotta ineludibile ed incosciente, davvero incredibile rispetto ad un comportamento sessualmente attivo, necessariamente volontario e non immaginabile come succube o come possibile frutto di prostrazione». Non solo. I giudici d’Appello indicano che vi sono tante altre incongruenze nella versione della religiosa. «Molti altri profili appaiono – puntualizza la Corte – il frutto di costruzioni inverosimili di Suor Alesci. Le riferite proposte del frate circa una sua attività di prostituzione che sarebbe stata ben remunerata e fonte di grandi guadagni per lui, perché una suora valeva molto e perché conosceva persone disposte a pagare molto per le sue prestazioni sessuali, appaiono veramente prive di alcun senso logica»

MANCA UN TESTIMONE TERZO SU UNA VERSIONE FANTASIOSA. «A parte le solite contraddizioni logiche e sull’assenza di alcun testimone terzo – aggiungono i giudici – lascia oltremodo perplessi, ove vero, l’atteggiamento tenuto da suor Tania Alesci che non oppose quasi resistenza a suo stesso dire alla condotta del frate… L’incongruenza e l’illogicità di ogni episodio – rimarcano ancora i magistrati – caratterizzato da tratti anche fantasiosi, si coniuga, rafforzando negativamente il giudizio di attendibilità, con la mancanza di alcun riscontro al narrato della Alesci rispetto al quale è stata unicamente valorizzata la ritenuta compatibilità con alcuni dati, neppure certi, quasi sempre però di valenza neutra».

NON C’È UNO SOLO ELEMENTO PROBATORIO. «La sentenza di primo grado infatti – scrive la Corte d’Appello – ha cercato elementi di supporto probatorio esterno al dichiarato della Alesci, ma la totale assenza di elementi di tal genere ha condotto il Tribunale a ripiegare verso una verifica in punto di attendibilità essenzialmente intesa ad escludere la possibilità del mendacio dell’unica fonte di accusa… non si è registrato l’apporto di un solo elemento probatorio di valore – affermano i magistrati – concretamente ricostruttivo suscettibile di essere addotto a corredo confortante della ritenuta attendibilità della Alesci rispetto ad un narrato, per dirla con i primi giudici, davvero inusuale. E la mancanza di alcun altro elemento probatorio convergente con il narrato della P.O. risulta tanto più allarmante – concludono i giudici – se correlato alla pluralità di episodi ovvero all’ampio spettro narrativo della Alesci che riferisce fatti non isolati, ma ripetuti ed accaduti in un contesto spazio-temporale oltremodo ricco di potenziali verifiche testimoniali e non».

www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/laz...2-201602a.shtml

9 GIUGNO 201618:40
Padre Fedele Bisceglia, la Cassazione conferma lʼassoluzione

Padre Fedele Bisceglia, la Cassazione conferma l'assoluzione
La Cassazione conferma l'assoluzione di padre Fedele Bisceglia, il sacerdote sospeso "a divinis" dopo l'inchiesta per violenza sessuale nei confronti di una suora. Per lui c'era stata una condanna in appello, annullata con rinvio dalla Suprema Corte, che ha ora dato parere favorevole al proscioglimento deciso nell'appello bis il 22 giugno 2015 dalla Corte d'appello di Catanzaro. Respinto infatti il ricorso del pm contro l'assoluzione.

Edited by pincopallino2 - 17/7/2021, 07:35
 
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Cosenza, padre Fedele assessore alla povertà
Il religioso, impegnato nel sociale e leader degli ultrà locali, ha accettato l'offerta del sindaco di centrodestra Occhiuto. Da poco è stato assolto dall'accusa di violenza sessuale da parte di una suora

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25 giugno 2016
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Cosenza, padre Fedele assessore alla povertà
Padre Fedele
COSENZA - Dopo Vittorio Sgarbi, il sindaco di Cosenza lancia un altro nome famoso per la sua giunta: padre Fedele Bisceglia. Il primo cittadino Mario Occhiuto - del centrodestra - sulla sua pagina Facebook posta una foto che lo ritrae con il frate francescano, famoso in città per le sue iniziative nel campo sociale (è fondatore dell'oasi francescana che accoglie centinania di poveri), come leader degli ultrà della locale squadra di calcio, ma anche per la vicenda giudiziaria che l'ha coinvolto. Padre Fedele è stato da poco assolto, a conclusione di un lungo e controverso processo, con sentenza definitiva, dall'accusa di violenza sessuale da parte di una suora.

"Ecco - scrive Occhiuto nel commento alla foto - l'assessore della mia nuova Giunta, padre Fedele Bisceglia, con delega al "contrasto alle povertà, al disagio, alla miseria umana e materiale, al pregiudizio razziale e religioso, alla discriminazione sociale; ambasciatore degli invisibili e degli ultimi".

E dal religioso arriva un via libera: "Ci siamo incontrati nel negozio di un amico comune, ma io non immaginavo che dovesse dirmi questo, pensavo che potesse darmi qualche offerta per i poveri", ha detto. "Il sindaco mi ha chiesto di dargli una mano per aiutare i bisognosi - aggiunge - gli ho detto che di politica non so nulla, ma sono contento del prestigioso incarico. Mi ha detto anche che martedì ci sarà l'insediamento, non vedo l'ora di mettermi al lavoro".

Soddisfatto il suo legale Eugenio Bisceglia: "Questa è certamente l'occasione per riqualificare quell'immagine che era andata ormai persa ed è il frutto di una buona politica posta in essere dal sindaco, senza alcuna discriminazione".
 
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Home Area Urbana Cosenza I cattolici di Fogli Mariani contro Padre Fedele e il vescovo: “Violata l’onorabilità di suor Tania”
padre fedele
I cattolici di Fogli Mariani contro Padre Fedele e il vescovo: “Violata l’onorabilità di suor Tania”
Riceviamo e pubblichiamoRiceviamo E PubblichiamoLug 07, 2016CosenzaNessun Commento1
Sul sito cosentino di testimonianza cattolica grave attacco al frate francescano da pochi giorni nominato assessore al Contrasto alla Povertà.




COSENZA – “Per una parte del popolo cosentino – si legge sul sito Fogli Mariani dedicato a Maria di Nazaret – un certo Fedele Bisceglia di Acri, ex frate in quanto sospeso a divinis dal suo ordine di appartenenza per esser venuto meno al voto di obbedienza, è più famoso del papa. Stando a certe voci di popolo o di popolino poi riprese dalla stampa locale, questo bizzarro e folcloristico personaggio della provincia cosentina, uscito assolto in Cassazione di recente da un’incresciosa vicenda giudiziaria che risale a circa dieci anni or sono, sarebbe vittima di un complotto ordito ai suoi danni dalla curia della città bruzia e da non meglio precisati “poteri forti” che graviterebbero attorno ad essa. Perché? Semplicemente perché il Bisceglia avrebbe creato a Cosenza l’Oasi francescana, opera oltremodo costosa, ma al tempo stesso molto redditizia sotto l’aspetto specificamente economico, a presunto ed esclusivo beneficio di tutti i poveri e i diseredati della nostra città nonché degli immigrati indigenti (uomini e donne) che vi giungono per trovarvi lavoro. La Chiesa cosentina che, sostengono alcuni, quanto ad avidità e malversazione si sarebbe macchiata di reati e colpe particolarmente odiosi negli ultimi decenni, non poteva lasciare che “tutti quei quattrini” fossero gestiti da lui, e quindi avrebbe pensato di farlo fuori infangandone dignità umana e onorabilità religiosa per mezzo della falsa accusa mossa nei suoi confronti da suor Tania Alesci.



Francamente, non si comprende per quale ragione la Chiesa cosentina, per “espropriare” il Bisceglia dell’Oasi, dovesse ricorrere ad accuse calunniose e ordire ai suoi danni trame addirittura criminali. L’Oasi non poteva essere in nessun caso proprietà di Bisceglia, né questi avrebbe mai potuto trarne vantaggi personali diretti o indiretti a qualunque titolo oppure opporsi ad una rimozione dal ruolo di responsabile dell’istituto. L’unico, vero e legittimo proprietario di quell’opera, come di tutte le opere caritatevoli in generale, non poteva e non può essere che la Chiesa e il vescovo della diocesi di riferimento. Dunque, dove sarebbe il problema? Perché mai la Chiesa cosentina, per destituire un “religioso”, avrebbe dovuto far uso di “mezzucci” utili solo a ritorcersi contro di essa? E’ evidente come qui si abbia a che fare con un tipo di congetture che viene di solito trovando un terreno particolarmente fertile in quel rozzo e per nulla innocente semplicismo religioso, ben radicato nella società cosentina, in virtù del quale la devozione per San Francesco di Assisi o di Paola sembra avere la stessa intensità della devozione per la propria squadra di calcio, l’amore per il Signore e la Santissima Vergine sembra essere compatibile con degradanti forme di amore carnale per le donne, l’attivismo religioso più esibito e strombazzato risulta più apprezzato di una spiritualità riservata e silenziosa, il missionarismo gridato e pubblicizzato viene considerato come inequivocabile manifestazione di carità evangelica, l’ostentato prender partito a favore di gruppi di poveracci come segno di generosità personale e di impegno sociale addirittura rivoluzionario.



L’ASSESSORATO AL CONTRASTO ALLA POVERTA’ CONFERITO DA OCCHIUTO


L’ex religioso Fedele Bisceglia ha sempre esercitato per circa quarant’anni una particolare influenza su qualche migliaio di soggetti per lo più sociologicamente marginali o spiritualmente immaturi e beneficiato della notorietà procuratagli più che altro da una grancassa mediatica funzionale a disegni in qualche modo “destabilizzanti” in senso socio-politico. Sorprende quindi l’atteggiamento assunto tanto dal potere politico quanto, principalmente, dal potere religioso della città di Cosenza: si allude al sindaco Mario Occhiuto e al vescovo mons. Francescantonio Nolè. Il primo ha inopinatamente deciso di chiamare all’assessorato al contrasto della povertà e al disagio l’ex monaco acrese che naturalmente, pur definendosi di “sinistra”, ha accettato subito l’incarico ringraziando Occhiuto e soprattutto i cittadini cosentini che, per mezzo del loro sindaco, avrebbero inteso, secondo lui, fargli giungere la loro stima. Occhiuto è un amministratore certamente capace ma è anche un politico molto furbo: non fa niente per niente e se ha voluto che della sua giunta in parte bizzarra e in parte patetica facesse parte, accanto a Sgarbi (l’intelligenza più umorale d’Italia), a Iole Santelli (una delle signore più famose di Forza Italia), a Matilde Spadafora (che solo qualche giorno fa confermava la sua solidarietà a suor Tania Alesci, accusatrice di Bisceglia, e madre della povera Roberta Lanzino barbaramente stuprata e uccisa alcuni decenni or sono), anche il riottoso Fedele Bisceglia, è molto probabile che egli abbia avuto buoni e concreti motivi per farlo.



Naturalmente, sarebbe opportuno che qualche seguace biscegliano spiegasse al suo capo o amico che i cittadini cosentini con la nomina conferitagli dal sindaco Occhiuto non c’entrano assolutamente nulla e che unico responsabile di questa discutibilissima scelta è lo stesso Occhiuto, che è legittimato a fare le scelte che crede ma a cui si può altrettanto legittimamente contestare di aver rimesso in circolazione una persona chiacchierata come uomo e come religioso, mostrandosi del tutto indifferente alla sensibilità religiosa di non pochi cattolici cosentini (di destra e di sinistra) che, per quanto purtroppo silenti, non hanno mai in cuor loro apprezzato il chiassoso e invadente presenzialismo, il linguaggio talvolta triviale e scurrile, l’atteggiamento arrogante e fastidiosamente farisaico di quel presunto ministro di Dio. L’ex frate dovrà abituarsi non solo ai complimenti dei suoi fans bensí alle critiche pacate e rigorose di quanti non da oggi ma da sempre lo hanno ritenuto, per più di un aspetto, poco adatto alla vita monastica e sacerdotale di rito latino. Occhiuto, che ha manifestato pubblicamente la sua devozione francescana, si è assunto la responsabilità di chiamarlo a coamministrare il bene pubblico, una scelta politicamente inopportuna e religiosamente offensiva tale decisione. Prima o poi, se Dio vorrà, sapremo chi ha visto meglio.

CRITICHE AI VESCOVI CHE HANNO ‘PERDONATO’


Ma, per tutto ciò, stupisce soprattutto la reazione dei due ultimi vescovi cosentini. Da una parte, il vescovo emerito Nunnari, duramente criticato dal Bisceglia all’indomani del suo proscioglimento in Cassazione, pur “sentendo il dovere pressante della ricerca della verità”, si è preoccupato più di cautelarsi personalmente, con il chiarire che l’ex monaco era stato sospeso non da lui ma dal suo ordine religioso di appartenenza e non già per aver violato l’obbligo di castità ma quello di obbedienza, che non di ribadire coraggiosamente che, anche a prescindere dalla vicenda giudiziaria, sussistessero elementi oggettivi e chiaramente indicativi del rapporto di incompatibilità che si era venuto ormai a creare tra l’impetuoso ed esagitato religioso e la comunità ecclesiale dell’intera provincia di Cosenza. Dall’altra, il vescovo attuale, Francescantonio Nolè, dopo aver saputo che Bisceglia era stato prosciolto dai reati per i quali era stato invece condannato in 1° e 2° grado, ha usato un’espressione che ha fatto arricciare il cuore a settori qualificati del cattolicesimo cittadino. Egli, infatti, dichiarava in un comunicato: “La nostra Chiesa, che confida nel suo Signore ma anche nell’operato della Magistratura e degli inquirenti, esprime la gioia e il ringraziamento a Dio per la felice conclusione di questo triste capitolo che ha visto coinvolto padre Fedele Bisceglia per molti anni. L’assoluzione dalle accuse mosse contro il religioso si sono rivelate destituite da ogni fondamento e per questo la Chiesa cosentina gioisce con lui e per lui nella certezza che la verità si fa sempre strada anche nelle fatiche umane”.



Ora, non si intende mancare di rispetto al pastore della nostra Diocesi, ma d’altra parte, se qualche sua pecorella strilla è solo per avvertirlo di uno stato di disagio, il che significa che un fedele non può tacere solo per viltà, né può far finta di nulla. Innanzitutto, anche Nolè si ostina a chiamare “padre” un soggetto che oggettivamente non ha più diritto a questo titolo essendo stato espulso dal suo ordine e giustamente sospeso “a divinis”, sebbene lo stesso soggetto, incurante della disciplina ecclesiastica, abbia continuato nel tempo ad indossare arbitrariamente l’abito religioso e ad usare in modo improprio un linguaggio religioso, peraltro intriso di malcelato risentimento verso suor Tania e le sue stesse consorelle. Quasi che, sotto il profilo morale e religioso, ci si possa affidare ad una sentenza giuridica di 3° grado piuttosto che di 1° e 2° grado, e a questo piuttosto che a quell’altro magistrato giudicante, su una vicenda cosí complessa e comunque comprensiva di aspetti decisamente inquietanti che risultano documentati seppur ritenuti, a ragione o a torto, penalmente irrilevanti. “Felice conclusione di questo triste capitolo”? Per chi? Per un uomo in via ipotetica perseguitato ingiustamente o per una religiosa oggi, a ragione o a torto, ritenuta inattendibile dalla giustizia terrena? E’ in grado il vescovo di stabilire, secondo scienza e coscienza, quale sia realmente la verità? Se ci dice che la posizione giusta da prendere al riguardo gli è stata ispirata dallo Spirito Santo, si deve essere disposti a credergli ciecamente e a chiedergli pubblicamente perdono. Non resta che attendere.



IL VESCOVO VIOLA L”ONORE’ DI SUOR TANIA


Tuttavia, il nostro vescovo forse non si è reso conto che le sue parole intanto abbiano finito per avallare la posizione di taluni giornali laici che non hanno esitato, in occasione dell’assoluzione giudiziaria di Bisceglia, che è pur sempre quella di una fallibilissima giustizia terrena, ad usarla per dare dell’“indegno” a chiunque non abbia ritenuto e non ritenga l’ex monaco degno di indossare un abito religioso. Ma quel che è più grave in senso teologico, pastorale e comunitario, è che Nolè giunga ad affermare: “la Chiesa cosentina gioisce con lui e per lui nella certezza che la verità si fa sempre strada anche nelle fatiche umane”; il che, di nuovo, implica non solo un attacco, al momento spiritualmente ingiustificato, all’onorabilità della suora accusatrice, ma anche e soprattutto un modo assolutamente gratuito di attenersi al vangelo e alla bimillenaria Tradizione della Chiesa cattolica, dal momento che è ben noto come la Chiesa non possa e non debba gioire con persone e in particolare con religiosi che, seppur assolti da qualche tribunale terreno, siano venuti obiettivamente meno non solo al voto di obbedienza, tanto da essere espulsi dal loro ordine religioso e dalla stessa comunità ecclesiale, ma abbiano tenuto costantemente una condotta ben poco esemplare. La Chiesa gioisce con e per le pecorelle smarrite, con e per i peccatori che si pentono sinceramente delle proprie colpe, con chi opera il bene (se davvero lo opera) senza mettersi continuamente in mostra, con chi non maledice pubblicamente i suoi presunti nemici con parole sprezzanti e irridenti ma prega in silenzio per essi sforzandosi di perdonarli (eventualmente) nel chiuso della propria stanzetta e senza suonare la tromba dinanzi ai microfoni e alle telecamere del mondo.



Pensa il vescovo Nolè che possa esser questo l’identikit di Fedele Bisceglia? Non ha sentito quel che dice e come lo dice, non ha notato il suo “mettersi da parte” stando però sempre al centro dell’attenzione, non ha visto come sia lesto ad afferrare certe opportunità di potere, non ha ancora toccato con mano la sua protervia (“voglio tornare a dir messa a Cosenza e solo a Cosenza”)? Come può essere sicuro il vescovo Nolè che la Chiesa cosentina possa gioire con e per Bisceglia? Come può escludere che essa debba invece dolersi per il grave scandalo che, in ogni caso, attraverso la vicenda che riguarda il suddetto, ha profondamente scosso la comunità cattolica cosentina? E poi non una parola, non un pensiero paterno, misericordioso, rivolto a quella suora, in ogni caso duramente provata e la cui inattendibilità è stata decretata dopotutto non in modo assoluto ma relativo visto che alcuni giudici le hanno creduto e altri no. Certo, la verità si fa strada anche nelle fatiche umane: non sempre, però, come dice Nolè e, soprattutto, non necessariamente sulla base di sentenze scritte da uomini. Quanti innocenti vengono condannati in modo definitivo e quanti colpevoli invece vengono ingiustamente assolti in tutte le parti del mondo?



Se, in presenza di casi particolarmente complessi come quello in parola, bastasse un’assoluzione giudiziaria per dire che un tale è candido come un colombo, per tutti i Barabba del mondo dovremmo essere grati a Dio, mentre molti potrebbero sentirsi autorizzati ad avere qualche dubbio persino su colui su cui si fonda la nostra stessa fede. Ma, è da ribadire, a prescindere dai crimini che furono contestati a Fedele Bisceglia non da una sola suora ma da decine di sue consorelle che, a suo tempo, vennero a Cosenza da Messina per testimoniarle la loro convinta solidarietà, non sbaglia chi giudica grave errore della Chiesa quello di aver tollerato per troppo tempo l’indole narcisistica, focosa, indisciplinata ed evangelicamente insofferente e faziosa dell’ex monaco e di aver trascurato o sottovalutato le segnalazioni fatte per tempo in spirito di carità alle autorità ecclesiastiche, ben prima che su di lui fossero avviate indagini e disposte intercettazioni telefoniche da parte dell’autorità giudiziaria, circa i suoi modi poco consoni alla vita monastica e sacerdotale. Come potrebbe e dovrebbe gioire dunque la Chiesa cosentina per l’acrese Bisceglia, missionario, come sono in tanti a pensare, più per diletto personale che per vera vocazione? Quanti sono quelli che a Cosenza, in tutta coscienza, lo ritengono vittima di un complotto e, per contro, indomito servo di Cristo?

 
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view post Posted on 20/7/2018, 15:32

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L'appello di Padre Fedele Bisceglia: "Assolto da ogni accusa, la Chiesa mi riammetta"
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padrefedeleesulta 500"Io voglio predicare per convertire, amo la Chiesa, il Papa e l'ordine francescano". Lo dice ai colleghi dell'Agi Padre Fedele Bisceglia, il frate francescano leader dei tifosi del Cosenza calcio, fondatore della mensa dei poveri, che in citta' accoglie decine di persone, e missionario, accusato nel 2006 di violenza sessuale da una suora. Assolto dalla Cassazione nel 2016 da ogni accusa, Padre Fedele e' un uomo libero, continua ad impegnarsi per i poveri, ma le autorita' ecclesiastiche non hanno revocato la sospensione "a divinis" decisa a suo tempo nei suoi confronti.
Il suo arresto fu un caso clamoroso, se ne occupo' per mesi la stampa nazionale. Oggi il sacerdote ha voluto incontrare la stampa per ribadire che, nonostante sia stato giudicato innocente, in maniera definitiva, ancora non e' stato riammesso nell'ordine e non puo' celebrare messa."La mia lotta continua, perche' sono innocente - dice il religioso - l'Arcivescovo Nole' mi ha fatto avere una lettera di Mons. Rodriguez che si appella al canone 693, che non si riferisce a cio' che mi e' stato fatto, perche' io sono stato scacciato, e credo che non sia stata scritta da un Arcivescovo, ma da uno scribacchino del Vaticano. Io ho chiesto anche un incontro ad un Cardinale della Congregazione dei religiosi - sottolinea Padre Fedele - ma non mi e' stato concesso. Io non sono il reo, io sono quello innocente, non appellatevi alla mia ubbidienza, perche' io sono sempre stato ubbidiente - conclude il religioso - ma io dico che la suora che mi ha accusato non puo' dormire sonni tranquilli, ha ucciso incruentemente un sacerdote".
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Creato Venerdì, 20 Luglio 2018 12:38
 
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