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Il cattolicesimo in Cina. Crollo di vocazioni e battesimi., Con la crescita economica Chiesa ufficiale e clandestina accomunate da identica crisi

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GalileoGalilei
view post Posted on 12/10/2007, 09:49 by: GalileoGalilei
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http://www.lastampa.it/sport/cmsSezioni/pe...11410girata.asp

12/10/2007 (6:30) - I NUOVI DIVIETI
Olimpiadi, niente Dio siamo cinesi

Proibiti "libretti per qualsiasi attività religiosa". A rischio la Messa degli atleti

STEFANO MANCINI, INVIATO A PECHINO

«Il premier Wen Jiabao ha garantito la libertà di stampa ai giornalistri stranieri durante le Olimpiadi» spiega Sun Weijia, capo della comunicazione di Pechino 2008. La Cina si dà una spruzzata di democrazia. O almeno tenta: Internet funziona, salvo per gli argomenti scomodi come il movimento religioso Falun Gong (in tal caso il motore di ricerca si blocca per un minuto) o Wikipedia; è consentito lasciare la città di residenza, ma per seguire il viaggio della torcia olimpica sulle montagne del Tibet occorre sottoporsi a visita medica; i quotidiani stranieri saranno importati, però rimane il divieto di stamparli in territorio cinese. Per non parlare del dopo: che cosa resterà alla fine dei Giochi? «Chiedetelo al Primo ministro, noi non siamo il governo» replica Sun Weijia.

Ogni tanto spunta un nuovo divieto. Nella lista degli oggetti proibiti, assieme a bombe, armi da fuoco, munizioni, sostanze radioattive, anche «libretti e materiali usati per qualsiasi attività religiosa e politica o per dimostrazioni». Presentata durante il Press briefing che riunisce da mercoledì a Pechino rappresentanti dei media di tutto il mondo e addetti ai lavori, la norma interessa le persone accreditate, dagli atleti agli accompagnatori, e si applica in tutti gli impianti olimpici. Compreso il villaggio dove monsignor Carlo Mazza, vescovo di Fidenza, per tradizione ventennale durante i Giochi celebra la messa ogni sabato e domenica.

Nella delegazione azzurra (e non solo) è scattato l’allarme. La Bibbia si può portare o è considerata reato? E i paramenti sacri, le ostie, il calice, la statua di Cristo, i messalini che monsignor Mazza mette sempre in valigia? Il Bocog, comitato organizzatore, non ha ancora chiarito che cosa si può e che cosa non si può. Il divieto è vago e consente ampia discrezionalità all’onnipresente polizia. Obiettivi delle norme restrittive sono con ogni probabilità gli attivisti buddisti tibetani o filo-tibetani, i musulmani della minoranza etnica degli Uighuri e i seguaci del Falun Gong, che in Cina è fuorilegge. Ma anche una qualsiasi funzione religiosa all’aperto potrebbe turbare la pax olimpica. E’ un problema diffuso, anche se non uguale per tutti i fedeli. Gli atleti musulmani, per esempio, viaggiano con il Corano, ma per rispettare i precetti hanno bisogno di un luogo di preghiera, e non di un Iman al seguito. La messa, invece, richiede il prete.

«Per me è un privilegio accompagnare gli atleti - dice monsignor Mazza, che è responsabile per lo Sport della Conferenza episcopale -. Non voglio commentare questa vicenda». La Chiesa cinese è gestita dai comitati cattolici patriottici, controllati dal partito, e conta 13 milioni di fedeli, l’uno per cento della popolazione. Seppure migliorati con la nomina, il mese scorso, di Li Shan a vescovo di Pechino, sono freddini i rapporti con il Vaticano, che ha il proprio nunzio aposatolico a Taiwan.

Nella capitale cinese, una megalopoli grande come il Belgio e popolata da oltre 16 milioni di individui, ci sono quattro chiese cattoliche, la più antica risalente al 1600. Nessuna raggiungibile in tempi brevi dal villaggio olimpico. Per questo il Coni insisterà per avere con sè il cappellano degli sportivi.

Monsignor Mazza è un’istituzione. La sua prima Olimpiade risale al 1988: Seul, Corea del Sud. Dal 2002 si aggrega anche all’edizione invernale. A Sydney diceva messa all’aperto, ad Atene nell’appartamento dei calciatori, a Torino aveva attrezzato con sedie e tabernacolo l’atrio della palazzina che ospitava la missione italiana. Mai un problema. In Cina dall’8 al 24 agosto, se non cambieranno le regole, dovrà officiare al riparo da sguardi indiscreti. Pechino val bene una messa.





 
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