Scarpia |
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| In realtą andrei piano a parlare di "persecuzioni" verso i quattro gatti cattolici cinesi. Pechino (con tutte le critiche che possiamo rivolgere a quel regime) favorisce una "chiesa nazionale" non sottomessa ai diktat di uno stato estero. Ricordiamoci che quando il Vaticano allaccia rapporti con un qualsiasi paese, preliminare allo scambio di legati pone sempre la firma di un accordo relativo alle attivitą economiche della "santa" sede. Trattandosi di un paese comunista la chiesa porrą senz'altro la questione di proprietą ex cattoliche nazionalizzate da Mao in poi. Lo stesso problema, sebbene non pubblicizzato, impedisce normali rapporti con la Russia (il Vaticano ha un nunzio a Mosca, ma in Vaticano la rappresentanza russa non ha status di ambasciata). La Chiesa pone la questione della "restituzione" dei suoi beni (insignificanti se rapportati al territorio russo) o ad una equa compensazione "riparatrice"(pił significativa se rapportata al territiorio dell'ex Urss). Cosa impossibile poichč quel paese non prevede la restituzione di quanto confiscato dopo il 17. Al massimo potrebbe esserci (come avvenuto per i pedoortodossi, mussulmani, ecc) una "donazione" da parte dello stato. Ma ai cattolici sembra non vogliano donare. Li conoscono bene.
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