Laici Libertari Anticlericali Forum

Svizzera. Centinaia di bimbi stuprati, frustati, maltratti, sfruttati in collegi e chiese cattoliche, Figli di coppie in difficoltà carne da macello per preti ed educatori all'Istituto Marini di Montet

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view post Posted on 18/3/2010, 09:11
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Ricordiamo che già in passato ci fu uno scandalo, quello di don Italo Casiraghi, da Gordola, diocesi di Lugano, trasferito di nascosto in Italia

http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mond...tzinger-288497/

In Svizzera, subito dopo la denuncia degli abusi a Ratisbona, 60 persone si sono fatte avanti puntando il dito contro membri del clero. A renderlo noto Martin Werlen, abate di un monastero benedettino nel centro della Svizzera.

www.tio.ch/aa_pagine_comuni/articol...to=1&idtipo=290

SVITTO
Luci e ombre sul prete pedofilo

Il racconto choc delle vittime: "Di notte ce lo ritrovavamo sotto le nostre coperte". Il prete svittese è reo confesso

Monsignor Grampa: "Grande tristezza e sofferenza, si faccia chiarezza una volta per tutte"
Articolo


SVITTO - "Un uomo piccolo. Non più alto noi che avevamo 10 anni. Parlava con uno strano accento svizzero, che tuttavia comprendevamo molto bene. Padre G. mi chiamò nella sua stanza. Mi afferrò pe ri capelli e tentò di baciarmi. Gli morsi il viso e inizia ad urlare. Lui mi picchiò col bastone". È la confessione choc di una delle vittime del prete svittese che ha abusato sessualmente di alcuni minori. Il caso è venuto alla luce dopo la denuncia di una vittima, secondo cui i fatti sono avvenuti negli anni Settanta in Germania, a Birnau, e nei pressi di Bregenz, in Austria.

Ed è proprio in Austria che una delle vittima ha deciso di parlare. "Di notte era ancora peggio - raccontato alla tv austriaca - era solito sedersi vicino ai nostri letti. Eravamo terrorizzati dalla paura e non riuscivamo a prendere sonno. Non parlava. Stava lì seduto in silenzio. Ci svegliavamo e ce lo ritrovavamo sotto le coperte che si strusciava sui nostri corpi".

Un racconto che ha scosso la comunità cattolica austriaca, dove negli scorsi giorni sono stati riportati dai media diversi i racconti di alcune vittime di abusi sessuali da parte di preti. Un racconto che ovviamnete ha avuto ripercussioni anche nel mondo cattolico in Svizzera.

Il prete svittese ha confessato di aver abusato sessualmente di alcuni minori. Fino al 15 marzo il vescovo di Coira Vitus Huonder non era a conoscenza dei fatti, ha indicato all'ATS il vicario Christoph Casetti. Su raccomandazione del vescovo, il prete 69enne si è dimesso subito dopo la confessione e si è denunciato alle autorità di Bregenz, che hanno già avviato un'inchiesta. Nel Voralberg, in Austria, le querele si stanno nel frattempo moltiplicando: alla fine della scorsa settimana, 16 vittime si erano rivolte alle autorità, portando a 27 le denunce contro presunti preti pedofili.

I media d'oltralpe oggi sono andati a scavare nel passato del prete, e riferiscono di feste di carnevale all'interno della parrocchia. Feste che furono ad un certo punto fermate direttamente dal vescovo di Coira. Un divieto che il prete svittese non gradì affatto, tanto da esprimere pubblicamente sui media svizzeri contrarietà alla decisione del vescovo.

http://info.rsi.ch/home/channels/informazi...usi-chiesa.html


Pedofilia, Chiesa svizzera pronta a far luce

Lo ha dichiarato l'abate di Einsiedeln
Leggi

L'abate di Einsiedeln Martin Werlen
(foto keystone)

L'abate di Einsiedeln, Martin Werlen, in un'intervista apparsa oggi sulla stampa svizzerotedesca, ha affermato che la Chiesa cattolica svizzera si impegna a fare piena luce su eventuali abusi sessuali compiuti da religiosi elvetici. Le diocesi finora hanno ricevuto una sessantina di denunce, ancora tutte da verificare.

Anche in casi di rilevanza penale, la Chiesa non sporgerà denuncia, specie se rivelati in un confessionale. Avvierà però inchieste interne e raccomanderà alla vittima di rivolgersi alla giustizia. La questione della sospensione dei colpevoli rimane per ora aperta.
 
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view post Posted on 19/3/2010, 16:09
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http://www.cdt.ch/confederazione/cronaca/2...esi-sapeva.html

Prete pedofilo, la diocesi sapeva
I responsabili erano al corrente dei suoi precedenti

19 mar 2010 14:41 | Confederazione / Cronaca


BERNA - La diocesi di Basilea cerca di far luce nel caso del prete svittese autore di abusi sessuali su minori. In seguito a ricerche in archivio è giunta alla conclusione che i responsabili erano al corrente dei precedenti del padre.

Quando quest'ultimo è entrato in servizio a Schübelbach (Canton Svitto), «i responsabili della diocesi di Basilea apparentamente sapevano che egli aveva dovuto lasciare le precedenti parrocchie a causa di atti sessuali illeciti», scrive oggi la diocesi sul suo sito internet dopo ricerche della trasmissione d'informazione «10vor10» della televisione svizzerotedesca.

In accordo con il superiore dell'ordine «è stato approvato il suo impegno alle seguenti condizioni: cure mediche e accompagnamento da parte del prete responsabile quale superiore e 'padre spirituale'». «Sebbene i vertici della diocesi finora non sapessero che il prete, durante i suoi 16 anni di attività in seno alla diocesi di Basilea, si fosse reso responsabile di atti pedofili, dal punto di vista attuale le circostanze del suo impiego dal 1978 vanno definite una valutazione errata ingiustificabile», scrive ancora la diocesi.

Allora vescovo della diocesi di Basilea era Otto Wüst, e quello di Coira, responsabile della parrocchia svittese, il controverso vescovo Wolfgang Haas. Il primo è deceduto nel 2002, il secondo oggi non era raggiungibile per una presa di posizione.


La diocesi di Coira indaga su altri casi di abusi


COIRA - La diocesi di Coira sta esaminando una decina di altri casi di sospetti abusi sessuali. Lo ha detto oggi all'ATS il vicario episcopale Christoph Casetti. La diocesi ha ricevuto segnalazioni da vittime, parenti di vittime e terzi.

Stando a Casetti, nessuno dei casi riguarda il prete di Schübelbach. Due dei casi sono stati notificati dopo che è emersa la storia del padre svittese, gli altri già prima. I fatti risalgono in parte a diversi decenni fa.

In un caso l'autore degli abusi nel frattempo è morto. La diocesi chiede ad eventuali altre vittime di rivolgersi ai sei interlocutori dell'organo diocesano specializzato «Abusi sessuali nella cura d'anime». Si tratta di psicologi, teologi e giuristi.

«In primo luogo ora vogliamo aiutare le vittime», ha sottolineato Casetti. Nel contempo la diocesi cerca però di ottenere una visione d'insieme degli ultimi 50 anni. Nella sua funzione di vicario episcopale, che svolge dal 1982, egli è venuto a conoscenza di una mezza dozzina di casi, ha aggiunto.
 
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www.ticinonews.ch/articolo.aspx?id=186883&rubrica=15

Pedofilia: arrestato il prete di Aadorf
La magistratura turgoviese ha avviato un'indagine nei confronti del parroco, uno svizzero 40enne sospettato di abusi sessuali su minori

La magistratura turgoviese ha avviato un'indagine penale nei confronti del parroco di Aadorf (TG), uno svizzero di 40 anni sospettato di abusi sessuali su minori, in carcere da venerdì scorso.

L'indagine ha già permesso di confermare un episodio di abuso, ha indicato oggi la polizia turgoviese. Il Ministero pubblico ha già richiesto la detenzione preventiva.
 
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view post Posted on 28/3/2010, 19:20
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http://www.cdt.ch/confederazione/cronaca/2...i-pedofili.html

Lista nera di preti pedofili
La auspica Leuthard - Svizzeri dicono sì in un sondaggio
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28 mar 2010 10:31 | Confederazione / Cronaca
Articolo visitato 289 volte

BERNA - Lo scandalo dei preti pedofili ha scosso gli animi anche del Consiglio federale. La presidente Doris Leuthard, sulla SonntagsZeitung e Le Matin Dimanche, si è infatti dichiarata favorevole ad una lista nera di preti pedofili. Secondo la rappresentante del Governo, i sacerdoti che si sono macchiati di abusi non devono più poter entrare in contatto con i bambini. Le modalità di applicazione del registro in questione dovrebbero comunque essere approfondite. Secondo Leuthard il fatto che a commettere un abuso sia stato un prete, o un qualsiasi altro cittadino, non cambia:"entrambe le categorie sottostanno al diritto penale svizzero, senza se e senza ma". La Chiesa dovrebbe esprimersi favorevolmente dato che si tratterebbe di un provvedimento da prendere anche nel suo stesso interesse.

Secondo un sondaggio della società Demoscope, Leuthard può contare sull'appoggio al progetto da parte dell'80 per cento della cittadinanza. Il campione d'indagine ha coinvolto 607 persone dai quindici anni in su. Inoltre, il 92 per cento degli interpellati si è detto contrario al celibato nella Chiesa cattolica, solo il 5 per cento, per contro, ha difeso lo status quo.
(Aggiornamento notizia: 28 mar 2010 13:54)
 
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Notizia del 09/04/2010 - 11:29
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INTERVISTA
"Quel frate ha strappato via la mia innocenza". Storia di un abuso

Una 60enne ticinese racconta la molestia, il dolore e le incomprensioni del passato e del presente

Articolo Blog 678 Mappa


INTERVISTA – Come fu per Pandora, i tempi oggi sono maturi ed aperto il vaso stanno emergendo tutti i mali del mondo. Persino da quelli che universalmente erano considerati gli ultimi baluardi di interezza, appigli di un’umanità sul baratro, tolto il velo di Maya, arrivano ignominie, crimini e meschinità.

La Chiesa Cattolica è oggi nell’occhio di un ciclone che indiscriminatamente sta mettendo a nudo una triste realtà, quella degli abusi sessuali sui minori da parte di ecclesiastici provenienti dalle più disparate zone del mondo. Il sondaggio proposto la scorsa settimana da Tio, seppur con nessun intento statistico, fotografa uno spaccato preoccupante anche nel suo bacino d’utenza, il Ticino, con una percentuale quasi del 20% di lettori che hanno subìto o conoscono qualcuno che ha subìto molestie da parte di un prete.

A., 60enne ticinese, una donna come tante.
“Sono figlia unica, padre impiegato in ferrovia, madre casalinga molto religiosa severissima e poco incline a manifestazioni d’affetto (e di questo ne ho sofferto molto). Eravamo una famiglia normale, con una piccola casa di proprietà e, pur non essendo ricchi, devo dire che non mi è mai mancato nulla. A quei tempi era un obbligo frequentare la chiesa, come lo era la confessione e presenziare alle messe. Ero una di quelle ragazze che, alla fine dei ‘50, portavano ancora le calze corte o al ginocchio e, per quanto concerne l'educazione sessuale, erano completamente digiune. Ricordo quando, avevo circa 11 anni, per aver avuto il mio primo ciclo, mi misi a piangere, non sapendo nemmeno cosa fosse. Quando, presa dalla paura, mi rivolsi a mia madre mi disse: “è una cosa che succede a tutte le donne”. A quel tempo si frequentava la chiesa assiduamente, specialmente le prime sere di maggio perché, con la scusa del rosario, si poteva stare in compagnia a giocare sul piazzale fino a tardi, senza venir rimproverati. Per queste ragioni i frati li conoscevamo tutti. Certe volte suonavamo il campanello per farci dare delle caramelle di mele che preparavano loro stessi. Ce n’era poi uno, barba lunga e fisico possente, ci veniva spesso incontro per scambiare due chiacchiere, chiederci della scuola e altro. Non ricordo quanti anni avesse, a 13 anni, i “grandi” li consideravo dei vecchi. Ora, ripensandoci, penso che potesse avere dai 40 ai 50 anni”.

Il frate. L’abuso.
“Accadde un primo venerdì del mese, dopo la scuola. Era primavera, indossavo una giacca rosa, mia madre mi ordinò di andare a confessarmi, e fu ciò che feci. Arrivata in chiesa suonai la campanella per chiedere se ci fosse un frate a disposizione e si presentò lui. Andammo nel confessionale. Il frate volle quindi mettermi sulle sue ginocchia e cominciò a rivolgermi le domande di rito, cioè a quelle che ero abituata, sulla scuola, la famiglia, eccetera. Ad un certo punto mi chiese se mi toccavo. Non sapendo cosa intendesse chiesi spiegazioni - non avevo mai sentito nominare la masturbazione, non sapevo cosa fosse - e allora lui pensò bene di farmi vedere come funzionava e iniziò a togliermi le mutandine. Ero frastornata, impaurita. Il peggio arrivò poi, quando sollevò il saio e mi prese la mano mettendola sul suo pene. A quel punto mi misi a singhiozzare, mi divincolai con tutte le forze e scappai via, lasciando nel confessionale le mie mutandine”.

L’innocenza strappata.
“Non ritornai subito a casa, ma andai dai miei zii che abitavano nelle vicinanze della chiesa, dicendo loro che non mi sentivo bene, e, con una scusa, impedendogli di avvisare mia madre. Da allora quella chiesa io non l'ho mai più frequentata e, tantomeno, mi sono più confessata. Ero una ragazzina ingenua, che credeva che si rimanesse incinta con un bacio. Questa ingenuità me l'hanno portata via, come un soffio di vento porta via una piccola foglia. Non potrò mai dimenticare. Non posso dire se questo individuo abbia abusato di altri bambini o ragazzi, anche perché, a quei tempi, chi parlava di questi argomenti? Quale fosse il suo nome e dove sia andato a finire non lo so, ricordo solo che in quella chiesa c’era un continuo cambiamento di frati. Oggi come oggi credo non sia più in vita”.

Un segno indelebile.
“Come mi ha segnata l'abuso? Oggi non credo più nella Chiesa, nella religione e diffido degli uomini in generale ma, quel che è peggio, ha rovinato la mia vita intima. Il sesso, per me, è sempre stato un problema. Non ne ho mai parlato prima, perché non avrei saputo a chi dirlo, come dirlo, né come spiegarmi, quasi avendo paura che mi si dicesse che, in fondo era colpa mia. D'altronde mia madre me lo diceva sempre: “le ragazze devono rimanere al loro posto”. Era diverso, nessuno parlava mai di pedofilia”.

Il peso dell’incomprensione.
“L'unica persona a cui l'ho detto è stato mio marito ma, visto che secondo lui non avevo subìto una violenza vera e propria, cioè uno stupro, mi ha sempre consigliato di cancellare il ricordo e vivere nel presente. Sinceramente? Di aiuto non ne ho avuto da nessuno anche perché non ho potuto e, poi, voluto cercarlo. A chi ha subìto cosa voglio dire? Parlate, confidatevi e fate giustizia, solo così si può trovare la pace o, almeno, la tranquillità”.

A. si chiude nel suo dolore. Il magone le stringe la gola e rimane in silenzio. Sul fondo del vaso resta la speranza, l’ultima a morire.



Davide Milo
 
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view post Posted on 25/5/2010, 11:42
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Martedì 25 maggio, 12:19
Vescovo di Coira licenzia un cappellano

il vescovo Vitus Huonder (foto Reuters)
Il prete, allontanato per questioni morali, era attivo presso l'ospedale cantonale

Il vescovo di Coira Vitus Huonder ha rimosso dall'incarico un cappellano che prestava servizio presso l'ospedale cantonale di Coira in seguito alle segnalazioni di alcune donne che accusano il prete di comportamento equivoco.

Stando a Christoph Casetti, portavoce del vescovo, i fatti contestati risalgono a diversi anni fa e non hanno nulla a che vedere con l'attuale incarico che il cappellano svolge presso il nosocomio da sette anni. Casetti ha tuttavia confermato che alcune donne si sono lamentate per il comportamento del cappellano.
 
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SVIZZERA | 07.09.2010 | 17:34

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Neuchâtel: prete processato per atti sessuali

Un prete cattolico friburghese di 74 anni, oggi in pensione, è comparso davanti al Tribunale di polizia neocastellano per rispondere dell'accusa di presunti atti sessuali con una donna che frequentava un gruppo ecclesiale di condivisione. I fatti risalgono al 2001.

Il sacerdote è sospettato di aver abusato sessualmente della donna approfittando della sua condizione di sudditanza. Le praticava dei massaggi sul corpo nudo per calmare le crisi dovute all'astinenza dalle droghe. L'avvocato della donna ha chiesto che il prete venga condannato per "atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere" (art. 191 del Codice penale). Dopo aver ascoltato le parti il presidente del tribunale ha fatto sapere che pronuncerà la sentenza il 21 settembre.

http://italy.indymedia.org/news/2005/10/908658.php

A SESTO CALENDE E' ARRIVATO IL PRETE SPORCACCIONE
by Milla Milani Saturday, Oct. 29, 2005 at 9:56 AM mail: [email protected]

Il prete sporcaccione condannato in Ticino per pedofilia si è trasferito a Sesto Calende...

Don Italo condannato per ripetuti atti sessuali con fanciulli, tentati e consumati in Ticino è sbarcato nella Parrocchia di Sesto Calende.
Il tribunale penale di Locarno ha aveva condannato qualche giorno fa' a sei mesi di carcere, sospesi con la condizionale.

L'ex parroco di Gordola don Italo Casiraghi, è stato condannato per ripetuti atti sessuali con fanciulli, tentati e consumati.
Il tribunale non lo ha invece riconosciuto colpevole di molestie sessuali.
La vittima era una ragazza 14 enne. Il sacerdote, 63 anni, aveva inviato ripetutamente centinaia di SMS e fotografie che lo ritraevano in pose oscene all'adolescente. Sorpreso nel tentativo di palpeggiare e passare a vie di fatto, il prete ha parzialmente ammesso le sue colpe.

L'accusa aveva richiesto 12 mesi, la difesa al massimo 14 giorni, peraltro già scontati dal prete in detenzione preventiva.
Ora Don Italo Casiraghi è a Sesto Calende, speriamo non in un contesto ove possa fare nuovi e piu' gravi danni.



Sotto l' articolo dal quale ho tratto la notizia, pbblicato su il quotidiano ticinese La Regione
Il commento



Vittima due volte, del parroco e dell’inchiesta



di Serse Forni






Nel pronunciare la sentenza contro l’ex parroco di Gordola don Italo Casiraghi, la giudice Giovanna Roggero- Will è stata chiara: lo Stato non deve spingere un cittadino a commettere un reato per poi punirlo.
L’inchiesta ‘ mascherata’, servita a raccogliere prove contro il sacerdote, è invece andata in questa direzione.
Ancora più grave è il fatto che nelle indagini sia stata coinvolta una minorenne.
La ragazza, che anelava giustizia, è stata usata come esca, come un vero e proprio agente infiltrato, e ha dovuto subire le nefandezze propinatele dal prete. Chi doveva garantire i suoi diritti non l’ha fatto. I genitori, per più di venti giorni, si sono fidati della Magistratura e della professionalità di chi gestiva il delicato dossier.
Alla fine, però, si sono resi conto che ci si stava spingendo troppo avanti. Solo a quel momento è scattata l’operazione che ha portato all’arresto.
Quando il ‘ bubbone’ è scoppiato, tutti hanno capito che qualcosa era andato storto: la quattordicenne è stata sì vittima delle attenzioni sessuali del parroco, ma anche delle discutibili modalità dell’inchiesta. Vittima due volte, perciò. Ma ormai era troppo tardi e il danno era stato fatto.
La ragazzina ha dovuto pagare anche altre fatture molto salate; una comunità che si ritrova con il parroco dietro le sbarre per pedofilia purtroppo non sempre sa dimostrarsi incline al perdono con gli accusatori. Durante il processo è emerso che ci sono state telefonate anonime con insulti e persino minacce alla quattordicenne, a sua madre e a suo padre.
Ma torniamo alle scelte degli inquirenti, rivelatesi tanto poco assennate che la giudice non ha potuto non tenerne conto nel decidere la pena per don Casiraghi.
L’accusato – e ciò è inaccettabile – è stato evidentemente provocato e quindi spinto a commettere un reato.
A favore di chi ha condotto l’inchiesta si può spezzare un’unica, esile, lancia. All’inizio sembrava che dietro alle centinaia di messaggini sconci, alle telefonate erotiche e ai racconti pornografici, ci fosse un terribile giro, con festini e orge nella casa parrocchiale. L’anziano sacerdote ha parlato più volte, ai suoi giovani amici, di una stanza segreta nella sua abitazione; un locale che però, come si è stabilito in seguito, esisteva solo nella sua fantasia bacata. Comprensibile, da parte della Polizia e della Magistratura, pensare al peggio e assecondare chi aveva deciso di agire, di prestarsi per raccogliere prove. Ci si può domandare quanti, a Gordola, sapevano, ma hanno preferito non dire nulla.
Un po’ come nel gioco del silenzio, che fanno tanti bambini: si conta fino a tre, poi tutti tacciono e il primo che parla perde.

Ma qualcuno ha parlato, e ora, al termine del processo, i fatti sono chiari.
Un parroco ha abusato della sua autorità; indossando la tonaca – simbolo di ineccepibile moralità e di amore cristiano – , ha attirato dei minorenni nella sua rete per i suoi piaceri sessuali. Ragazze e ragazzi affidatigli da genitori abituati ad avere fiducia cieca nei rappresentanti della Chiesa.
Peccato che don Casiraghi non abbia colto l’occasione offertagli del processo per mostrare un sincero pentimento. Durante il dibattimento ha più volte tentato, con tono accusatorio, di spostare la colpa sulla ragazza. Inoltre, si è augurato pubblicamente che nella parrocchia in cui si trova ora, a Sesto Calende ( all’altra estremità del Lago Maggiore), il suo passato e i suoi ‘ segreti ticinesi’ restino sconosciuti.

www.green-coop.ch
 
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view post Posted on 19/10/2010, 13:01
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http://www.bluewin.ch/it/index.php/572,329...ws/diversi/sda/


10:22 19/10/10
Dimensione carattere
NE: assolto prete accusato di coazione sessuale
Il prete accusato di coazione sessuale a Neuchâtel ha effettivamente avuto un comportamento inadeguato nei confronti della donna che lo ha denunciato, ma il Tribunale di polizia ha non ha rilevato infrazioni penali.

L'udienza si è svolta il 7 settembre. I fatti risalgono al 2001, quando il prede animava un gruppo di preghiera, e sono stati denunciati nel 2008. Il sacerdote ha praticato massaggi al seno e ai genitali alla donna, che soffriva di una crisi di astinenza legata alla sua tossicomania. Gli "interventi terapeutici" si sono svolti a casa della querelante su richiesta di quest'ultima.

Secondo il tribunale i massaggi non possono essere considerati come coazione sessuale. A causa della prescrizione, la corte ha pure scartato l'accusa di sfruttamento dello stato di bisogno e non ha ritenuto il sacerdote colpevole di atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere. Il prete è quindi stato assolto.

Durante l'udienza il sacerdote, ora 74enne e in pensione a Friburgo, ha negato il carattere sessuale dei massaggi. In passato aveva già beneficiato della prescrizione per un'accusa simile a Friburgo.
(ats)
 
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view post Posted on 12/1/2011, 13:43
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Notizia del 12/01/2011 - 11:31
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SVIZZERA
"Il pedofilo non deve trovare rifugio nel confessionale"

Sta facendo discutere l'iniziativa parlamentare lanciata da Carlo Sommaruga. Il consigliere nazionale socialista chiede l'abolizione del segreto confessionale degli ecclesiastici in materia di reati sessuali su minori. La reazione di Padre Callisto Caldelari: "Idea fuori di testa"

Articolo Blog 1022 Mappa


BERNA – “Un prete che riceve una confessione da parte di un pedofilo, deve denunciare i fatti alla polizia. Basta col segreto”. Lo chiede il consigliere nazionale socialista Carlo Sommaruga con l’iniziativa parlamentare presentata a metà dicembre a Berna. Una modifica del Codice penale che spazzerebbe via il segreto professionale e confessionale degli ecclesiastici in materia di reati sessuali nei confronti di minori. La proposta sta suscitando le reazioni più disparate, sia per la schiettezza utilizzata da Sommaruga, sia per le contraddizioni che la stessa iniziativa contiene.

Carlo Sommaruga, lei presenta questa iniziativa parlamentare includendo solo i reati sessuali nei confronti dei minori. Non sarebbe stato meglio allora includere tutti i reati gravi, come ad esempio l’omicidio e lo stupro?
"Ma sono soprattutto i reati sessuali su minori a scivolare nel silenzio e nell’omertà. Per fare davvero giustizia e per fare in modo che le vittime abbiano un risarcimento questo silenzio bisogna romperlo. È in questo contesto che si inserisce la mia iniziativa parlamentare".

Di questo passo andrebbe ridiscusso anche il segreto professionale di avvocati e medici?
"No. L’avvocato è un ausiliario di giustizia. Con la sua attività permette di difendere la vittima come l’autore. È consultato nell’ottica dell’azione giudiziaria. I medici hanno il compito di consigliare e di prendere a carico gli autori di abusi sessuali con un trattamento psicologico o psichiatrico. Infatti sappiamo che la maggior parte degli autori di reati hanno una personalità affettiva turbata e i loro comportamenti possono essere ‘corretti’ con un trattamento medico mirato. L’intervento di un religioso, invece, non evita la recidiva e non contribuisce al funzionamento della giustizia".

La sua, viste le considerazioni, sembra sempre più una proposta anticlericale. Soprattutto nei confronti dei cattolici. Sbaglio?
"Sì, sbaglia. Perché si sa benissimo che in passato ci sono stati abusi sessuali da parte di religiosi oppure religiosi che hanno contribuito a nascondere i fatti. È una triste realtà. E comunque la mia iniziativa coinvolge tutti gli ecclesiastici, non solo i cattolici. Anche se, indubbiamente, visti i fatti emersi nell’ultimo anno, i cattolici sono fortemente coinvolti. A mio avviso la Chiesa in Svizzera non ha svolto un lavoro completo di introspezione, di riconoscimento pubblico degli errori, di scuse collettive e individuali, come è stato fatto in Irlanda, negli Stati Uniti o come si sta facendo in Germania. Io, comunque, ho deciso di lanciare questa iniziativa dopo essere venuto a conoscenza del grave occultamento di fatti tra i testimoni di Geova".

Quali saranno ora le prossime tappe?
"L’iniziativa seguirà le tappe ordinarie. Sarà trattata in commissione e poi dal Consiglio nazionale. Spero che chi solitamente si scaglia sistematicamente contro gli autori degli abusi, spesso con proposte altamente repressive, stavolta colga l’opportunità".

Patrick Mancini

Foto d'archivio Keystone
Padre Callisto: "Ma i preti fanno il possibile per spingere verso l’autodenuncia"

"È un’idea fuori di testa, che dimostra anche una certa ignoranza in materia". Padre Callisto Caldelari non le manda a dire a Carlo Sommaurga. Per il frate della parrocchia del Sacro Cuore di Bellinzona non c’è alcun bisogno di toccare il segreto confessionale e professionale degli ecclesiastici: "Perché un prete che riceve la confessione di un reato grave ha già il dovere di fare di tutto per convincere l’autore del reato a costituirsi. Addirittura, in caso di rifiuto, può arrivare a negargli l’assoluzione dai peccati". Poi Padre Callisto cita un’esperienza personale. "Una volta – racconta – è arrivato da me un uomo che mi ha confessato di avere abusato della figlia della sua compagna. Io l’ho esortato ad autodenunciarsi, spiegandogli che visto il suo pentimento avrebbe anche avuto qualche sconto di pena. Lui ha accettato. L’ho accompagnato io, di persona, dal procuratore". E nel caso di religiosi che commettono reati di pedofilia? Padre Callisto non ha dubbi: "I vescovi devono esortare il prete ad autodenunciarsi alle autorità. È successo anche in Ticino, in passato". Infine, una riflessione sul valore della confessione: "La confessione è finalizzata alla conversione e al cambiamento di vita. Se non c’è un segreto, uno rischia di non convertirsi più. Non bisogna, infine, dimenticare che una proposta come quella di Sommaruga dovrebbe passare perlomeno anche dal Vaticano, non solo da Palazzo federale".


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Svizzera: prete indagato per pedofilia si toglie la vita

ultimo aggiornamento: 13 febbraio, ore 18:28


Ginevra, 13 feb. (Adnkronos/Ats) - Si e' tolto la vita uno dei due preti della diocesi di Losanna, Friburgo e Ginevra sospettati di abusi sessuali su minori commessi nel canton Ginevra. I fatti sono emersi la scorsa settimana e i due sacerdoti erano sono stati sospesi dalle loro funzioni fino al termine dell'inchiesta.La polizia cantonale ginevrina ha preso conoscenza del suicidio, ha affermato oggi il portavoce Patrick Pulh, confermando una anticipazione di "Matin Dimanche", senza essere in grado di dire quando l'imputato si e' tolto la vita.

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/S...1678557645.html

Svizzera, morto suicida prete indagato per pedofilia
Cronaca
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Ultima modifica: 13 febbraio 2011 - 19:01
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GINEVRA / Erano 2 i preti della diocesi di Losanna, Friburgo e Ginevra, e sono stati coinvolti in indagini su presunte molestie sessuali a danni di minori nel canton Ginevra, ma uno di loro non ha retto allo scandalo e si è tolto la vita. Entrambi i sacerdoti erano stati sospesi dalle loro finzioni fino al termine dell’inchiesta, successivamente la polizia ha appreso della morte di uno dei “ministri di Dio”. Non si conoscono i nomi delle vittime che sarebbero state abusate, né la loro età. Per uno dei 2 sacerdoti i fatti di cui è stato accusato sarebbero ormai caduti in prescrizione, ma la comunità ha chiesto alla Santa Sede di revocare la prescrizione canonica che impedisce di perseguire fatti accaduti più di 20 anni fa. Il caso è stato registrato dalla Commissione “SOSprevenzione” che dal 2008 ha esaminato 40 segnalazioni, per alcune delle quali sono scattati provvedimenti.



http://www.cronacalive.it/svizzera-morto-s...-pedofilia.html
 
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view post Posted on 16/9/2011, 07:03
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Vescovi: sono 146 dei casi di abusi segnalati
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Vescovi svizzeri: 146 vittime hanno segnalato di aver subito abusi sessuali da parte di preti e laici.
Foto: Keystone
L'anno scorso 146 vittime, di cui 29 bambini sotto i 12 anni al momento dei fatti, hanno segnalato di aver subito «abusi sessuali» da parte di preti e laici negli ultimi 60 anni. Lo ha reso noto oggi la Commissione di esperti della Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS), precisando che complessivamente 125 persone sono state denunciate.

«Siamo soltanto all'inizio, ma abbiamo fatto un passo importante negli ultimi mesi per rompere il tabù degli abusi sessuali nella Chiesa, ma anche nella società», ha dichiarato a Berna Mons. Martin Werlen, Abate di Einsiedeln (SZ). «Non bisogna dimenticare che dietro alle cifre, ci sono persone che soffrono», ha aggiunto.

Nel dettaglio: delle 146 vittime dichiarate e che riguardano episodi degli ultimi 60 anni, 51 erano ragazzi tra i 12 e i 16 anni e 29 avevano meno di 12 anni. Le restanti vittime avevano più di 16 anni o non è stata fornita alcuna informazione sulla loro età.

Nella maggior parte dei casi, gli abusi sono stati commessi da preti (62) o da religiosi (32). Meno coinvolti sono stati i teologi laici (3) o gli insegnanti in istituti cattolici (3). Sono stati pure segnalati 4 abusi perpetrati da religiose. Altri autori non sono invece stati chiaramente identificati.

Per quel che riguarda la provenienza geografica, la maggior parte dei casi riguarda la Svizzera tedesca: 40 abusi sono stati segnalati nella Diocesi di Basilea, 43 in quella di Coira, nove nella Diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo, uno in quella di Sion.
(ats)

http://www.bluewin.ch/it/index.php/572,462...ws/diversi/sda/
 
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view post Posted on 14/1/2012, 10:38
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www.vocatio2008.it/SULLASTRADA/Sullastrada72.pdf

IV - EX PARROCO A PROCESSO SENZA IL PUBBLICO

Don Umberto Cozzi, ex parroco di Lumino e Castione (Canton Ticino - CH), comparirà di fronte alla Corte delle assisi criminali di Bellinzona per rispondere di numerosi reati a carattere sessuale.

Le ipotesi di reati sono i seguenti: atti sessuali con fanciulli, ripetuti atti sessuali con persone dipendenti...

Don Umberto Cozzi è stato arrestato il 20 agosto dell'anno scorso. Non ancora quarantenne ed originario di Induno Olona, ha iniziato l'attività di parroco a Morbio Superiore, dopo essersi laureato in Teologia all'università di Friburgo. E' stato pure assistente al Collegio Pio XII di Breganzona e segretario della Commissione per le vocazioni della Diocesi. (fonte: Corriere del Ticino 14.03.1998)



www.ilpaese.ch/archivio2.asp?titolo...articoloid=1017

Preti e pedofilia: cosa c’entra il celibato?

Sondaggio de La Regione su Internet: preti e pedofilia. La rinuncia al celibato potrebbe in parte evitare simili reati? Ma questa è una domanda assurda. Chi l'ha pensata? Le risposte, 73% sì – 27% no, mostrano chiaramente una sola cosa. Che c'è una gran confusione. Il celibe non è sposato, lo dice la parola stessa. Ma il pedofilo, prete o non prete, non cerca moglie o sesso con persona adulta consapevole e consenziente, ma cerca sesso con un bambino. E non tiriamo in ballo i tempi antichi quando la pedofilia era considerata socialmente normale e accettata, e non tiriamo in ballo nemmeno le Lolite o i Loliti. I pedofili sono tutti dei malati? Non credo a questo tipo di malattia. Sono dei poveri inconsapevoli? Non credo nemmeno a questo.

1997/1998 don Umberto Cozzi, classe 1960, parroco di Castione e Lumino, reo confesso, abusi sessuali su 11 ragazzi.

Eva Mathiasch
edizione del 04.06.2004



www.tio.ch/News/465733/Rapporto-Rya...i-minori/Blog/3



12.06.2009 - 07:11
brunogiordano


Premesso che nel "Santo" blog - le virgolette stanno ad intendere che di santo non c'è proprio nulla, soltanto tanta e variegata umanità - di questa notizia se n'è già discusso, mi ha sorpreso sentire da te che Don Umberto Cozzi - i pedofili hanno un nome - è in circolazione e per giugnta con dei ragazzini.
Mi sorgono spontanee alcune domande:
- è libero ed esercita ancora come prete?
- qui in Ticino? (solitamente li spostano per permettere a loro di "operare" indisturbati altrove)
- visto che sei un giornalista, come mai i tuoi colleghi sembrano essere piuttosto inclini a passare in silenzio i fatti riguardanti la pedofilia o gli incesti (fanno inchieste su ogni porcheria, ma mai su questi fenomeni)?


12.06.2009 - 07:52
bike


Sarà venuto a Lumino per vedere la tappa del giro della Svizzera ?
Tu che sei del mestiere, perchè non riproponi i tuoi dubbi e le domande poste da brunogiordano al signor PierGiacomo Grampa, sedicente vescovo del Ticino (all'occasione fa anche il politico, ovviamente di sinistra).




www.informazioneonline.it/LAY009/L0...rg=1001&id=4102

Busto Arsizio
Tutte le news di Busto Arsizio

LUTTO ALLA “PROVVIDENZA”
Si è spento don Umberto Cozzi
BUSTO ARSIZIO - Un grave lutto, nella tarda mattinata di venerdì 13 gennaio, ha colpito l’Istituto “La Provvidenza” Onlus di Busto Arsizio: il Cappellano, don Umberto Cozzi, da qualche giorno ricoverato in Ospedale in gravi condizioni, è deceduto.

51 anni, aveva compiuto gli studi di teologia e poi ordinato Sacerdote nella Diocesi Svizzera del Canton Ticino, era a Busto Arsizio per l’assistenza spirituale degli ospiti dell’Istituto “La Provvidenza” dall’agosto del 2005.
Le sue già precarie condizioni di salute lo avevano allora costretto a malincuore a lasciare le parrocchie nella sua Diocesi di provenienza e a dedicarsi ad un’attività pastorale meno frenetica che gli permettesse di far fronte ai periodici controlli sanitari.

In questi anni di permanenza in Istituto ha avuto modo di farsi apprezzare per la sua cultura teologica che profondeva nelle sue preziose omelie, per l’accuratezza delle celebrazioni liturgiche e per l’attenzione che riservava quotidianamente agli ospiti cercando di essere loro vicino sia da un punto di vista umano che sacramentale.

L’Istituto piange la sua improvvisa scomparsa: gli ospiti, il personale, i volontari, i numerosi fedeli, anche esterni, frequentatori delle sue celebrazioni, non avranno più il conforto della sua parola, la testimonianza della sua carità e della sua incrollabile fede, nonostante la grande sofferenza in cui si è consumata la sua breve esistenza.


pubblicato il: 13/01/2012

Edited by GalileoGalilei - 14/1/2012, 11:25
 
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view post Posted on 14/1/2012, 11:26
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Da L'Avvenire di oggi 14 gennaio 2012, pag. 14

Il signore ha chiamato a sé
Don Umberto Cozzi
sacerdote della diocesi di Lugano e dal 2005 rettore della cappellania San Carlo presso l'istituto "La Provvidenza" di Busto Arsizio.

I presbiteri del decanato di Busto Arsizio lo affidano alla misericordia di Dio ricordando il bene da lui compiuto nella dedizione alla cura spirituale degli anziani, dei gruppi famigliari e di gruppi di volontariato sanitario

Busto Arsizio, 14 gennaio 2012

http://antiqualaus.altervista.org/index.ph...tlist&Itemid=43

Eventi
Evento

Titolo:
Messa d'Argento di Don Umberto Cozzi
Quando:
18.04.2010 15.30 h
Dove:
Istituto La Provvidenza (Busto Arsizio) - Busto Arsizio
Categoria:
Messe

Descrizione
Descrizione non disponibile
Sede

Venue:
Istituto La Provvidenza (Busto Arsizio)
Via:
Via San Giovanni Bosco, 3
Cap:
21052
Città:
Busto Arsizio
Provincia:
Varese
Paese:
Paese: it

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http://www.laprovinciadivarese.it/stories/...la_provvidenza/

Busto Arsizio piange
il cappellano della Provvidenza

13 gennaio 2012
Cronaca
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Busto arsizio - don uberto cozzi (Foto by daniele belosio/varese press srl)

BUSTO ARSIZIO Lutto alla Provvidenza. È morto ieri, all'età di 51 anni, don Uberto Cozzi, cappellano. Malato da tempo, le sue condizioni di salute si erano aggravate nei giorni scorsi, tanto che si era reso necessario il ricovero all'ospedale di Busto, dove nella tarda mattinata di ieri è deceduto.

Un lutto che ha colpito tutti alla "Provvidenza" e anche in città: «era molto amato dagli ospiti e dai parenti. Era della Diocesi di Lugano ma svolgeva il suo ministero sacerdotale qui da tanti anni - afferma il prevosto monsignor Franco Agnesi - era molto vicino agli anziani e attento alla cura pastorale dei sacramenti. Era anche assistente ecclesiastico dei volontari dell'Avulss». Un sacerdote ancora giovane, che «da poco aveva festeggiato il suo 25° anniversario», ricorda don Franco.

OGGI L'ARTICOLO COMPLETO SUL GIORNALE
 
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view post Posted on 8/2/2012, 09:21
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Ricordiamo che pochi giorni fa è morto un altro prete pedofilo ticinese rifugiato in Italia, don Uberto Cozzi: https://laici.forumcommunity.net/?t=49507883

http://www.massimilianofrassi.it/blog/dove...lo-conosce.html

Dov’è il prete pedofilo svizzero, spedito in Italia? Qualcuno lo conosce?
7 febbraio 2012 | Autore: maxfrassi

don-italo-casiraghi-prete-pedofilo

Dov’è finito il prete pedofilo arrivato dalla Svizzera?

Continuiamo a leggere di prese disposizione contro i preti pedofili e di loro rimozione, da parte delle autorità ecclesiali. Belle parole per qualcuno, fatti per gli altri.
Bene, io che propendo per i fatti più che per le belle parole, mi chiedo come sia possibile che un prete pedofilo sia lasciato libero in Italia.
Partiamo dalla sua storia. Si chiama Don Italo Casiraghi, ha 70 anni e nel 2004 viene arrestato a Gondola, nel Canton Ticino, con l’accusa di “atti sessuali e molestie sui fanciulli”.
Incredibile fu la modalità di arresto: forse è questo l’unico caso al mondo di arresto di un prete pedofilo preso in flagranza di reato.
Concordemente con la giovane vittima (14 anni) che riceveva dal prete messaggi “particolari”, la polizia ha incastrato il prete cogliendolo con le “mani nel sacco”.
Andato a casa della ragazzina, che sapeva essere da sola, una volta che con la piccola è andato in camera da letto, si è visto sbucare dall’armadio una poliziotta e nel giro di pochi secondi altri agenti che avevano circondato la casa.
Da lì al carcere il passo è stato immediato.
I giornali della Svizzera diedero grande risalto alla vicenda e questo permise che venissero alla luce alcuni episodi che risalivano addirittura a 20 anni prima.
La Regione Ticino ad esempio pubblicò la testimonianza di un adulto che da bambino si era visto recapitare cartoline postali con “allusioni al sesso, agli organi genitali, etc.”. I genitori però non lo denunciarono limitandosi a tenere i propri figli a debita distanza (sic).
Ovviamente sui giornali apparvero anche le solite difese. Queste le parole dell’ex sindaco di Gerra Walter Balestra: “nella nostra regione è sempre stato molto apprezzato dalla comunità, oltre ad occuparsi della Parrocchia, insegnava catechismo e seguiva le attività dell’oratorio. Mai ci sono stati dubbi sulla sua integrità o voci che potevano gettare sospetto sulla sua correttezza”.
Nel 2005 la sentenza. Questa l’agenzia stampa battuta all’epoca:
”Il tribunale penale di Locarno ha condannato oggi a sei mesi di carcere, sospesi con la condizionale, l’ex parroco di Gordola [comune del Canton Ticino, a poca distanza da Locarno, sul Lago Maggiore] don Italo Casiraghi, per ripetuti atti sessuali con fanciulli, tentati e consumati. Il tribunale non lo ha invece riconosciuto colpevole di molestie sessuali. La vittima era una ragazza 14 enne. Il sacerdote, 63 anni, aveva inviato ripetutamente SMS e fotografie dal contenuto osceno all’adolescente. L’accusa aveva richiesto 12 mesi, la difesa al massimo 14 giorni, peraltro già scontati dal prete in detenzione preventiva.”
Ma arriviamo all’oggi. Dalla Svizzera ci segnalano che il prete opera ancora in Italia (per un po’ sappiamo rimase in provincia di Varese, a Sesto Calende, subito dopo la condanna) e ci chiedono di verificare che non svolga lavori a contatto con i bambini.
Quindi rilanciamo qua la domanda: lo conoscete? Lavora nel vostro paese? E se sì, in un convento (si fa per dire) o in un oratorio?
Aspettiamo le vostre segnalazioni.

Nota: domani pubblicheremo la lettera che all’epoca la ragazza vittima del prete scrisse ai giornali.

 
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view post Posted on 8/2/2012, 10:39
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http://resteralecoute.blogspot.com/2008/07...i-pedofili.html

26 ottobre 2005 - Lugano Sei mesi di reclusione, con la sospensione condizionale: è la pena inflitta dalla Corte delle Assise Correzionale di Locarno (Ticino) a don Italo Casiraghi, ex parroco di Gordola, finito sotto inchiesta per aver prestato attenzioni morbose contro alcuni ragazzini che frequentavano la sua parrocchia e l'oratorio.

http://italy.indymedia.org/news/2005/10/908658.php

A SESTO CALENDE E' ARRIVATO IL PRETE SPORCACCIONE
by Milla Milani Saturday, Oct. 29, 2005 at 9:56 AM mail: [email protected]

Il prete sporcaccione condannato in Ticino per pedofilia si è trasferito a Sesto Calende...

Don Italo condannato per ripetuti atti sessuali con fanciulli, tentati e consumati in Ticino è sbarcato nella Parrocchia di Sesto Calende.
Il tribunale penale di Locarno ha aveva condannato qualche giorno fa' a sei mesi di carcere, sospesi con la condizionale.

L'ex parroco di Gordola don Italo Casiraghi, è stato condannato per ripetuti atti sessuali con fanciulli, tentati e consumati.
Il tribunale non lo ha invece riconosciuto colpevole di molestie sessuali.
La vittima era una ragazza 14 enne. Il sacerdote, 63 anni, aveva inviato ripetutamente centinaia di SMS e fotografie che lo ritraevano in pose oscene all'adolescente. Sorpreso nel tentativo di palpeggiare e passare a vie di fatto, il prete ha parzialmente ammesso le sue colpe.

L'accusa aveva richiesto 12 mesi, la difesa al massimo 14 giorni, peraltro già scontati dal prete in detenzione preventiva.
Ora Don Italo Casiraghi è a Sesto Calende, speriamo non in un contesto ove possa fare nuovi e piu' gravi danni.



Sotto l' articolo dal quale ho tratto la notizia, pbblicato su il quotidiano ticinese La Regione
Il commento



Vittima due volte, del parroco e dell’inchiesta



di Serse Forni






Nel pronunciare la sentenza contro l’ex parroco di Gordola don Italo Casiraghi, la giudice Giovanna Roggero- Will è stata chiara: lo Stato non deve spingere un cittadino a commettere un reato per poi punirlo.
L’inchiesta ‘ mascherata’, servita a raccogliere prove contro il sacerdote, è invece andata in questa direzione.
Ancora più grave è il fatto che nelle indagini sia stata coinvolta una minorenne.
La ragazza, che anelava giustizia, è stata usata come esca, come un vero e proprio agente infiltrato, e ha dovuto subire le nefandezze propinatele dal prete. Chi doveva garantire i suoi diritti non l’ha fatto. I genitori, per più di venti giorni, si sono fidati della Magistratura e della professionalità di chi gestiva il delicato dossier.
Alla fine, però, si sono resi conto che ci si stava spingendo troppo avanti. Solo a quel momento è scattata l’operazione che ha portato all’arresto.
Quando il ‘ bubbone’ è scoppiato, tutti hanno capito che qualcosa era andato storto: la quattordicenne è stata sì vittima delle attenzioni sessuali del parroco, ma anche delle discutibili modalità dell’inchiesta. Vittima due volte, perciò. Ma ormai era troppo tardi e il danno era stato fatto.
La ragazzina ha dovuto pagare anche altre fatture molto salate; una comunità che si ritrova con il parroco dietro le sbarre per pedofilia purtroppo non sempre sa dimostrarsi incline al perdono con gli accusatori. Durante il processo è emerso che ci sono state telefonate anonime con insulti e persino minacce alla quattordicenne, a sua madre e a suo padre.
Ma torniamo alle scelte degli inquirenti, rivelatesi tanto poco assennate che la giudice non ha potuto non tenerne conto nel decidere la pena per don Casiraghi.
L’accusato – e ciò è inaccettabile – è stato evidentemente provocato e quindi spinto a commettere un reato.
A favore di chi ha condotto l’inchiesta si può spezzare un’unica, esile, lancia. All’inizio sembrava che dietro alle centinaia di messaggini sconci, alle telefonate erotiche e ai racconti pornografici, ci fosse un terribile giro, con festini e orge nella casa parrocchiale. L’anziano sacerdote ha parlato più volte, ai suoi giovani amici, di una stanza segreta nella sua abitazione; un locale che però, come si è stabilito in seguito, esisteva solo nella sua fantasia bacata. Comprensibile, da parte della Polizia e della Magistratura, pensare al peggio e assecondare chi aveva deciso di agire, di prestarsi per raccogliere prove. Ci si può domandare quanti, a Gordola, sapevano, ma hanno preferito non dire nulla.
Un po’ come nel gioco del silenzio, che fanno tanti bambini: si conta fino a tre, poi tutti tacciono e il primo che parla perde.

Ma qualcuno ha parlato, e ora, al termine del processo, i fatti sono chiari.
Un parroco ha abusato della sua autorità; indossando la tonaca – simbolo di ineccepibile moralità e di amore cristiano – , ha attirato dei minorenni nella sua rete per i suoi piaceri sessuali. Ragazze e ragazzi affidatigli da genitori abituati ad avere fiducia cieca nei rappresentanti della Chiesa.
Peccato che don Casiraghi non abbia colto l’occasione offertagli del processo per mostrare un sincero pentimento. Durante il dibattimento ha più volte tentato, con tono accusatorio, di spostare la colpa sulla ragazza. Inoltre, si è augurato pubblicamente che nella parrocchia in cui si trova ora, a Sesto Calende ( all’altra estremità del Lago Maggiore), il suo passato e i suoi ‘ segreti ticinesi’ restino sconosciuti.


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