http://www.poliziaedemocrazia.it/live/inde...idArticolo=2294L'Opinione dell'Avv. Nino Marazzita
Il peccato nascosto
di a cura di Eleonora Fedeli
Dagli Stati Uniti alla Germania, dall’Irlanda
all’Italia. Migliaia di casi coperti
dal silenzio, nascosti sotto una coltre
di omertà e ipocrisia. La Chiesa fa un passo
indietro e condanna i responsabili degli abusi
sessuali: è vero pentimento o solo
preoccupazione per la perdita di credibilità?
E’ la vigilia di Pasqua del 1989 quando don Giorgio Carli, prete per mestiere, adocchia Alice, una bambina di nove anni che frequenta la parrocchia di San Pio X a Bolzano. Alice è una bambina allegra, simpatica e curiosa, una delle più piccole del gruppo di ragazzini che frequentano le lezioni di catechismo propedeutiche alla Prima comunione. Ogni settimana don Carli, prete giovane e dinamico, accompagna i suoi piccoli allievi nei loro primi contatti con Dio, spiegando loro il Vangelo e i sacramenti. Fa quello che ogni prete dovrebbe fare, insomma, se non fosse che con Alice decide di intraprendere quello che lui definisce un «percorso educativo individuale». Questo percorso, spiega don Carli alla piccola Alice, è destinato solamente alle persone speciali: «sei un frutto prezioso» le dice il prete, «io ti darò il seme e tu presto sarai un albero. E’ Dio a volere questo».
Inizia da qui la terribile storia di molestie e di abusi che Alice, venti anni dopo, racconta in oltre cinquecento pagine di deposizione, fitte di dettagli raccapriccianti, di paure e di sofferenze, dolori e ferite dell’anima. Leggendo alcuni estratti di questa confessione si rimane colpiti dall’abilità del prete di insinuarsi nella mente della bambina, piegando il significato delle parabole religiose a ignobili allusioni sessuali: «guarda», le dice il prete aprendo la patta dei pantaloni, «si alza e si abbassa. Proprio come nel discorso del seme, che da una cosa piccolina può nascerne una più grande». Con le sue attenzioni e i suoi gesti premurosi, don Carli riesce in breve tempo ad instaurare con la bambina un rapporto di fiducia e di dipendenza. Alice fa tutto quello che il prete le dice di fare, compreso mentire ai suoi genitori: «meglio star zitti», si raccomanda, spiegandole che qualcuno si sarebbe potuto risentire di tutto quel tempo che dedicava solo a lei. In fondo, le ripeteva don Giorgio, essere speciali comportava dei sacrifici: se Abramo era disposto a uccidere suo figlio per assecondare la volontà di Dio, cos’erano a confronto una piccola bugia e un po’ di tempo in meno con i suoi genitori?
Alice, in effetti, dovette sentirsi davvero preziosa, soprattutto quando don Carli le chiede di prendere il messale in mano. A nessun bambino era concesso un simile privilegio, quindi non se lo lasciò ripetere due volte. Il messale era molto pesante e il prete le intimava di non farlo cadere, altrimenti Dio si sarebbe arrabbiato moltissimo. Così, mentre Alice è immobile e il suo corpicino è tutto teso nello sforzo di reggere quel librone pesante, don Giorgio si approfitta di lei che non può muoversi, immobile sotto lo sguardo severo di Dio.
Alice viene violentata e abusata per almeno altri cinque anni. Per altri quindici ha tenuto sepolti dentro di sé quei ricordi terribili. Poi, un giorno, ha deciso di raccontare tutta la verità. In questa vicenda, però, la verità è valsa a poco. Dopo tre diverse fasi processuali, quando ormai la vicenda giudiziaria volge al termine, nonostante le responsabilità siano state accertate e le testimonianze riconosciute autentiche, don Carli continua indisturbato a celebrare la messa e a insegnare il catechismo a tutti quei bambini che si apprestano a fare la Prima Comunione. Infatti, grazie alla legge n. 251 approvata il 5 dicembre 2005 dal governo Berlusconi, nota come legge ex Cirielli, i reati di don Carli sono caduti in prescrizione.
Nella vicenda di Alice (il nome è di fantasia, naturalmente) stupisce l’abilità del prete di circuirla, di assoggettarne la mente alla sua volontà, di piegarla ai suoi desideri.
Don Carli mette in atto una tecnica tipica dei pedofili che operano all’interno della Chiesa: usa lo strumento di Dio, dei Vangeli, dei sacramenti. I preti, poi, sono gli unici capaci di sostituirsi veramente ai genitori. La loro è una qualifica superiore a quella di una madre e di un padre: la figura genitoriale, infatti, è una figura naturale, mentre quella del prete, intermediario tra Dio e i fedeli, è ufficiale, sovrannaturale.
Nei suoi racconti, Alice parla di stupri talmente violenti che la costringevano a tamponare il sangue con pezzi di carta. Una volta arrivata a casa, poi, li buttava nel water e nessuno si accorgeva di niente. Mi chiedo, però, come sia possibile non notare nulla di strano in una bambina che pochi minuti prima aveva subito simili abusi.
In questi casi i bambini diventano estremamente furbi, perché si sentono colpevoli. Sono loro che si devono proteggere, nascondere dai genitori. Sono loro ad aver sbagliato. Una volta un bambino, interrogato a proposito di un fatto di pedofilia, mi ha detto di volersi costituire dai Carabinieri, di voler andare in carcere. Io, stupito, gli chiesi perché: voleva essere punito per aver avuto rapporti con un prete.