Laici Libertari Anticlericali Forum

Don Carli condannato per pedofilia su bimba di 9 anni. Gli danno parrocchia con bambini a Vipiteno, Salvato dalla galera per prescrizione, condannato a risarcimento, pagato dalla curia di Bolzano

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view post Posted on 20/3/2009, 08:49
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http://www.ansa.it/opencms/export/site/not..._908322133.html

2009-03-19 23:05
Pedofilia: prescrizione per sacerdote di Bolzano
BOLZANO - Prosciolto per prescrizione: si e' conclusa cosi' in Cassazione la vicenda di don Giorgio Carli, il sacerdote bolzanino condannato in appello a sette anni e mezzo di reclusione con l'accusa di avere abusato di una sua parrocchiana minorenne. E' stato il procuratore stesso a chiedere la prescrizione e i legali del sacerdote - rappresentato in aula dall'avvocato di Bolzano Alberto Valenti e dal noto penalista Franco Coppi - hanno detto in aula che il loro assistito non rinuncia alla prescrizione. Don Carli, 44 anni, che si e' sempre professato innocente, era stato condannato in appello per abusi nei confronti della parrocchiana, minorenne all'epoca dei fatti.
Il 14 luglio 2003 il religioso fu arrestato con l'accusa di violenza sessuale continuata ai danni della giovane donna, all'epoca dei fatti una bambina, che il sacerdote avrebbe violentato per cinque anni, dai nove ai quattordici, nella canonica della quale era cappellano. Ad una assoluzione in primo grado era seguita una clamorosa condanna in Corte d'appello, dove il prete era stato condannato a sette anni e mezzo di reclusione. Al centro della vicenda una giovane che, dopo una serie di sedute psicanalitiche, disse di avere fatto riaffiorare nella sua memoria le violenze subite in canonica quand'era ancora bambina. Nel corso dei processi si è assistito a un vero duello tra le tesi contrapposte della difesa e dell'accusa. I legali del prete hanno sempre messo in dubbio che ricordi di questo genere possano riaffiorare durante un percorso terapeutico, finendo tra i punti determinanti di un capo d'accusa penale. Nella motivazione della sentenza di condanna i giudici avevano sostenuto che "la teoria suggestiva del 'falso ricordo' é incompatibile con la mole dei dettagli e la perfetta coerenza della deposizione". In sostanza - questa fu la posizione della corte d'appello - quanto detto dalla giovane donna ed emerso dopo le sedute psicanalitiche, corrisponderebbe al vero perché suffragato da una serie di circostanze probatorie che in primo grado, invece, non erano state considerate attendibili.
 
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A quanto pare la Cassazione ha confermato la condanna al risarcimento civile. Dunque la Cassazione avrebbe riconosciuto la responsabilità di don Giorgio Carli, escludendo la punibilità penale solo per prescrizione

Dal Corriere della Alpi del 20/03/2009, pag. 3

http://stage7.presstoday.com/_Standard/Articles/9185514

Reazione a caldo Curia informata nella notte. Il teologo perplesso: vicenda fumosa
Renner: «Un epilogo paradossale»


BOLZANO — Davanti a un quadro interpretativo ancora pienamente da definire sulla vicenda, don Paolo Renner, a capo del-l'Istituto di Scienze religiose, non si tira indietro nel ribadire a caldo le sue (vecchie e nuove) perplessità.
«Se c'è un proscioglimento ma poi si dice che si paga lo stesso un risarcimento, allora a mio avviso esiste un paradosso — spiega Renner — anche per questo, prima di dare giudizi definitivi bisogna senza dubbio vedere quali siano esattamente le motivazioni di questa ultima decisione dei giudici. Certo che l'intera vicenda giudiziaria è sempre stata, da un certo punto di vista, "fumosa". Speravamo che emergesse maggiore chiarezza anche su una modalità processuale che ha lasciato perplessi sia normali cittadini ma anche molti magistrati, che hanno avanzato dubbi sul peso dato alla psicologia e alla psicoterapia in questo procedimento».
La richiesta di questo ingente risarcimento farà discutere molto: «Se questo lato della vicenda potrebbe gettare ombre su don Carli? Dico che della sua presunta colpevolezza finora non sono riusciti a convincerci — prosegue don Renner — caso mai, il problema è se chiunque o meno possa andare dallo psicoterapeuta e accusare chiunque altro di un presunto danno per cui poi quest'ultimo è chiamato a pagare».
Il riferimento è alla ricostruzione data dalla presunta vittima delle violenze, appunto scaturita da una serie di «sedute».
«Se vogliamo usare la psicologia e suoi quadri clinici, allora usiamo tutto e in modo sistematico e allora magari ci si interrogherebbe su come un presunto autore di reati così gravi, negli anni avrebbe avuto molte probabilità di ripetere questi gesti, queste debolezze — spiega Renner, facendo riferimento anche alla tesi del luminare Gullotta — e invece su don Carli, non c'è stato nessun altro sospetto. Ricordiamoci poi che sul suo diario la presunta vittima scriveva di essere entusiasta di don Giorgio . E allora? Forse nella memoria della presunta vittima c'è stato un abbaglio, o forse c'è stata un'altra persona che ha fatto quelle cose, chissà. Sono tante le ipotesi. Di certo le prove non sono state inconfutabili. Forse una decisione come quella di oggi "farà giurisprudenza" e allora avremo presumibilmente una valanga di processi, anche su base magari pretestuale, come c'è stata in America sul mobbing. O ricordiamoci i ragazzini che in Germania hanno accusato i propri insegnanti di varie forme di violenza per scoprire poi che si trattava di millantatori o di giovani che volevano farsi grandi, o cose del genere». Ultima sottolineatura di don Renner: «Dispiace vedere che in tempi come questi si getti fango su un educatore che, fortunatamente per tutti, potrà continuare a fare del bene».
La notizia è rimbalzata in Curia. Il vescovo Golser è stato informato nella notte.
P. P.
Colpevolisti L'avvocato Loner, il pm Marchesini e il giudice Tarfusser
 
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http://stage7.presstoday.com/_Standard/Articles/9204846

Corriere Alto Adige pag. 3
"I silenzi di monsignor Egger davanti ai magistrati bolzanini"

Data: 21/03/09

Corriere dell'Alto Adige - BOLZANO -
sezione: PRIMOPIANO - data: 2009-03-21 num: - pag: 3

Il verbale
I silenzi di monsignor Egger davanti ai magistrati bolzanini

BOLZANO — Il verbale del primo marzo 2004, che contiene le domande fatte dai magistrati Donatella Marchesini e Cuno Tarfusser all'allora vescovo Wilhelm Egger dimostrano — secondo la Procura — un atteggiamento omissivo, che probabilmente ha avuto un'influenza negativa sul processo contro don Giorgio Carli. Il pm chiede: «Come è perché è stato deciso il trasferimento di don Carli dalla parrocchia di Don Bosco a Regina Pacis?». Egger: «Non intendo rispondere richiamandomi al segreto professionale». Il magistrato: «Vi è un numero predeterminato di sacerdoti?». Il vescovo: «Non rispondo più a queste domande».
Tarfusser: «In cosa consiste il segreto professionale in relazione al numero dei sacerdoti che compongono la commissione». Egger: «Perché i tre menzionati sono alla guida della diocesi, mentre gli altri vengono scelti e comunque non rispondo più». Poi altri «A questa domanda non rispondo». Lo stesso don Paul Renner, sul Corriere dell'Alto Adige di domenica, ha sottolineato che «a suo tempo l'accusa colse di sorpresa la Curia, che però reagì in modo confuso e tiepido».
S. P.

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...B1PO_AB101.html

Prescrizione per don Carli

Alto Adige — 20 marzo 2009 pagina 01 sezione: PRIMA
BOLZANO. Responsabile ma graziato dalla prescrizione. Don Giorgio Carli evita di dover scontare in carcere i sette anni e mezzo di reclusione che gli erano stati inflitti dalla Corte d’appello ma non esce certo a testa alta dal processo. La Cassazione ha stabilito che le violenze sessuali ai danni della bambina che all’epoca frequentava la parrocchia di San Pio X ci furono. Don Giorgio non dovrà scontare in carcere la pena perchè è trascorso troppo tempo ma dovrà risarcire la parte lesa. Era stato il procuratore stesso a chiedere la prescrizione e i legali del sacerdote (Franco Coppi, Alberto Valenti e Flavio Moccia) hanno detto che il loro assistito, pur dichiarandosi innocente, non rinuncia alla prescrizione. La sentenza è trapelata ieri sera da Roma poco prima delle 23. L’ultimo episodio di violenza sessuale ricostruito dalla giovane donna risale al 3 maggio 1994, prima che il sacerdote venisse trasferito alla parrocchia Don Bosco. BERTOLDI A PAGINA 13

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...Z1PO_AZ103.html

L'incubo è iniziato sei anni fa

Alto Adige — 20 marzo 2009 pagina 13 sezione: CRONACA
BOLZANO. Oggi don Giorgio Carli ha 46 anni. Era la mattina del 14 luglio 2003 quando venne arrestato e portato in carcere con l’accusa di aver violentato per 4 anni e mezzo (dal 1989 al 1994) una parrocchiana che all’epoca dei fatti era una bambina. E’ in quella mattina che inizia l’incubo di un sacerdote che sino ad allora era sempre stato apprezzato e stimato dalla comunità della sua parrocchia. La Curia ed i fedeli sono sempre stati dalla sua parte. Originario di San Giacomo, don Giorgio entra in seminario minore da adoloscente e frequenta le magistrali a Bolzano. Dopo il diploma, il passo decisivo. Don Giorgio si trasferisce a Bressanone dove studia per sei anni teologia al seminario maggiore. Nel 1989 si arriva all’ordinazione. Il primo incarico lo porta ad operare proprio alla parrocchia di San Pio X ove sarebbero poi avvenute le violenze sessuali a catena ai danni di una bambina. Sei anni dopo, pur restando all’interno dello stesso quartiere, viene trasferito alla parrocchia Don Bosco.

 
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Dal sito della diocesi di Bolzano

21.03.2009 Presa di posizione
Presa di posizione da parte degli avvocati Valenti e Coppi

Secondo l’avvocato Valenti e l’avvocato Coppi interpellati sulla sentenza di ieri, la situazione verificatasi con la decisione della Corte di Cassazione è la seguente:
E’ noto sino ad oggi soltanto il dispositivo della sentenza: “La Corte dichiara il reato contestato al ricorrente estinto per intervenuta prescrizione e quindi annulla l’impugnata sentenza, senza rinvio”. La Corte non ha aggiunto altro a queste poche parole, riservandosi ovviamente di depositare una congrua motivazione successivamente e cioè in tempi che possono essere anche di qualche mese.
Le conseguenze di ciò sono che l’unica sentenza che condanna don Giorgio è quella della Corte di Appello di Bolzano, la quale è stata annullata. Perciò non esiste più alcuna sentenza di condanna a carico di don Giorgio, il quale, quindi, non può essere dichiarato in nessun caso “colpevole”, in forza di una sentenza annullata.
Resta quindi viva ed efficace soltanto la sentenza di primo grado del Tribunale di Bolzano, che assolveva don Giorgio Carli.
Nel processo che ci riguarda, all’azione penale si è affiancata anche una pretesa ed una azione civile della presunta parte lesa, che si è costituita per tutelare i suoi interessi e chiedere il risarcimento di un altrettanto presunto danno.
Secondo il Codice di Procedura Civile “il Giudice di appello o la Corte di Cassazione, nel dichiarare il reato estinto per prescrizione, decidono anche sull’impugnazione ai soli effetti civili delle disposizioni e dei capi della sentenza che concernono i soli interessi civili”. Questo è avvenuto anche nel nostro caso.
Vi è da osservare però che, essendosi la prescrizione del reato e l’estinzione del medesimo verificata prima del giudizio in grado di appello, tale principio non sembra applicabile al nostro caso, tanto che la difesa si è fermamente opposta in Cassazione contro ogni liquidazione del danno.
La Corte ha deciso tuttavia in senso contrario
, ma non è nota la relativa motivazione, che attendiamo di leggere con il deposito della sentenza.
Per rispondere alla stampa di oggi, che parla di dichiarazioni rese da don Giorgio Carli, il quale avrebbe “dichiarato di non rinunciare all’applicazione della prescrizione”, si precisa che si tratta di un grossolano falso, perché nessuno mai ha fatto una dichiarazione di tal genere: né don Giorgio Carli, il quale non era presente in Cassazione ed era l’unico legittimato eventualmente a farla, né tanto meno i suoi difensori, i quali non ne sono stati nemmeno richiesti dai Giudici della Cassazione e comunque, non erano autorizzati a farla.
La conseguenza di quanto sopra è che nessuno può dichiarare, se non falsificando la realtà, “colpevole” don Giorgio Carli di un reato dichiarato prescritto, perché estinto prima di una sentenza di condanna poi annullata, come nel nostro caso dalla sentenza di Cassazione.


Presa di posizione da parte della Diocesi

La presa di posizione degli avvocati Valenti e Coppi chiarisce il vero significato della sentenza della Cassazione del 19 marzo 2009. Anche se essa non fa definitiva chiarezza, comunque ne deriva che don Giorgio Carli non può essere considerato colpevole, essendo stata annullata la sentenza di condanna in secondo grado. Così rimane in vigore solo la prima sentenza di assoluzione.
Per parte nostra abbiamo sempre creduto nell’innocenza di don Giorgio. Per questo egli è sempre rimasto confermato nel suo incarico di parroco e ora riprenderà in pieno il suo ministero sacerdotale.
 
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Interessante articolo che riporta lìopinione della Procura, che spiega come la sentenza riconosce la responsabilità di don Giorgio Carli.

http://altoadige.gelocal.it/dettaglio/don-...procura/1607536

http://www.rttr.it/vis-blocco.asp?blocco=4...o=4499&lingua=0

CASO "DON CARLI": BOTTA E RISPOSTA TRA CURIA E PROCURA

Tornerà a celebrare messa don Giorgio Carli, il sacerdote bolzanino di 46 anni, prosciolto per prescrizione in Cassazione dall'accusa di avere abusato di una parrocchiana, minorenne all'epoca dei fatti. Lo annuncia la diocesi di Bolzano e Bressanone. Secondo la diocesi, don Carli "non può essere considerato colpevole, essendo stata annullata la sentenza di condanna in secondo grado".

Ma tra Curia e Procura è botta e risposta. Nella vicenda interviene anche l'ex procuratore capo di Bolzano, Cuno Tarfusser, da pochi giorni al Tribunale internazionale dell'Aja, e dice: "il fatto che la Cassazione abbia confermato il risarcimento in soldi alla parte civile attesta che il reato fu commesso".

"Nessuno - sono parole ancora di Cuno Tarfusser - potrebbe essere condannato a risarcire un danno che non ha provocato".
 
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http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...Z1PO_AZ103.html

SENTENZA DA RISPETTARE

Alto Adige — 21 marzo 2009 pagina 12 sezione: CRONACA
BOLZANO. «Trovo vergognosa questa presa di posizione della Curia perchè anche la Curia vive in questo Stato e vive in questo ordinamento giuridico. Anche la Curia deve rispettare le sentenze dello Stato italiano». La presa di posizione molto decisa e severa è dell’ex procuratore Cuno Tarfusser che ieri mattina non ha gradito il comunicato stampa ufficiale diffuso dai vicari della Diocesi. «Certo - ha detto Tarfusser - anche la Curia deve rispettare le sentenze dello Stato italiano. Detto questo, passando all’aspetto umano della vicenda, io non voglio fare il carcererie pertanto non sono contento quando un imputato va in galera. Posso anche essere contento che il signor Giorgio Carli non debba scontare in carcere la condanna che gli era stata inflitta e che, peraltro, penso si fosse meritato. Ma nessuno ha il diritto di dire che la sentenza non riconosca che gli abusi e le violenze sessuali in parrocchia non si siano verificate. Il dato di fatto riconosciuto dalla sentenza ormai passata in giudicato è esattamente in direzione opposta». Tra Procura della Repubblica e Curia i rapporti sono stati sempre molto tesi in relazione al caso don Giorgio. «Certo - ricorda ancora Tarfusser - la Curia ha sempre intralciato l’accertamento della verità su quanto avvenuto alla parrocchia di San Pio X. Ricordo ancora l’interrogatorio come testimone dell’allora vescovo Egger: fu un vero insulto alla Procura della Repubblica». (ma.be.)
 
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http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...B1PO_AB101.html

Alto Adige — 24 marzo 2009 pagina 01

Don Carli, no ai risarcimenti


BOLZANO. «Non ci sarà alcun risarcimento da parte di don Giorgio e se la controparte vorrà avviare causa civile troverà pane per i suoi denti. Un eventuale coinvolgimento della Curia non sarà facile perchè sarebbe necessario dimostrare una sorta di consapevole responsabilità da parte delle strutture della Chiesa». L’avvocato Alberto Valenti (nella foto a fianco) è tranquillo e rilassato quando spiega, a distanza di alcuni giorni dalla sentenza della Corte di Cassazione, che il contenzioso legale su don Giorgio è destinato probabilmente a proseguire ancora a lungo in altra sede. Intanto il sacerdote è tornato in città. Il suo rientro in parrocchia è cosa ormai decisa. Lo ha confermato lo stesso don Giorgio all’avvocato Valenti puntualizzando che la Curia lo ha sempre sostenuto per effetto di una indagine interna molto rigorosa dalla quale è emersa la sua completa estraneità ai fatti.

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...Z1PO_AZ102.html

Alto Adige — 24 marzo 2009 pagina 12

Il giudice Mori: «Un buco nel codice»


BOLZANO. Il giudice Edoardo Mori, stimato ed esperto magistrato bolzanino, presidente del tribunale del riesame, ritiene che la sentenza della Corte di Cassazione sia incappata in un errore che però nessuno potrà correggere, essendo il pronunciamento della Cassazione non impugnabile. Il problema è proprio relativo alla conferma delle statuizioni civili (dunque della condanna al risarcimento a favore delle parti civili) in una sentenza che fa riferimento alla prescrizione del reato addirittura in epoca anteriore al processo d’appello. «L’articolo 578 del codice procedura penale - puntalizza il giudice Edoardo Mori - consente alla Corte di Cassazione (che annulla senza rinvio per intervenuta prescrizione del reato un giudizio d’appello) di valutare la causa in riferimento al danno da risarcire alla parte civile. Il codice però non ha tenuto conto dell’ipotesi dell’errore del giudice d’appello che abbia deciso ”contra legem” invece di dichiarare il procedimento estinto per prescrizione». Dunque secondo lei la normativa in vigore si presta a critiche? «Diciamo che il meccanismo è perverso perchè si arriva a condannare l’imputato al risarcimento di un danno senza che nessun giudice si sia mai espresso legittimamente sulla responsabilità» Ora don Carli, che si è sempre dichiarato innocente, tornerà tra i suoi fedeli. Non pagherà perchè non è in grado di farlo. C’è chi dice che dovrà mettere mano alle casse la Chiesa «In questo caso sarà ovviamente necessaria una nuova azione giudiziaria, questa volta in sede civile. Il tutto per cercare di stabilire che la Chiesa debba essere considerata responsabile della condotta privata di preti. Non mi sembra, obbiettivamente, una causa facile». Anche perchè i presunti abusi sessuali sarebbero avvenuti al di fuori delle normali mansioni del sacerdote. (ma.be.)

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...ZLPO_AZL99.html


Alto Adige — 24 marzo 2009 pagina 10

Don Carli: non assoluzione ma estinzione del reato Con quale criterio certi personaggi che si avvalgono della loro elevata posizione nella conduzione della Curia ecclesiale o della avvocatura sostenente la difesa processuale, possono esprimere il concetto di innocenza per don Giorgio Carli? Addirittura è stato detto: “nessuno si permetta di considerarlo colpevole”, come si legge sull’Alto Adige del 21 marzo. Evidentemente la Curia e la difesa di don Carli non hanno recepito che da parte della Suprema Corte non c’è stato alcun verdetto di assoluzione per don Carli, ma l’estinzione del reato per effetto della prescrizione. Angelo Bolognani BOLZANO Ma don Carli poteva rinunciare alla prescrizione In merito alla recente vicenda di don Giorgio Carli e alle varie e diverse dichiarazioni sia della procura che del collegio difensivo su assoluzione, prescrizione e colpevolezza, è indispensabile precisare quanto segue. All’articolo 157 comma 7 del Codice penale si legge: «La prescrizione è sempre espressamente rinunciabile dall’imputato». Se don Carli avesse voluto, avrebbe potuto rinunciare alla prescrizione e farsi assolvere nel merito. Bastava che depositasse in cancelleria o affidasse ai suoi legali una dichiarazione di rinuncia alla prescrizione, e la Cassazione avrebbe disposto un nuovo processo d’appello. Ma non va taciuto che vi siano dei rischi: per rinunciare alla prescrizione, conviene essere innocenti.
 
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http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...B1PO_AB104.html


«Don Carli paghi» Scontro tra legali

Alto Adige — 25 marzo 2009 pagina 01 sezione: PRIMA
BOLZANO. «Non avevamo l’obbiettivo di vederci riconosciuto un risarcimento quanto piuttosto di ottenere giustizia»: Così la parte civile nel processo a don Carli. «La prescrizione non estingue le sentenze ma il reato - ricorda l’avvocato Loner - dunque non è vero che sia stata annullata in toto la sentenza ma solo i suoi effetti riguardo la sanzione penale». Dunque, niente condanna ma l’imputato «dovrà far fronte al risarcimento per 760 mila euro». E la Curia, dicono, dovrebbe prenderne atto. BERTOLDI A PAGINA 17

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...Z6PO_AZ601.html

«Per difendere don Giorgio la Chiesa sta ignorando anche il Santo Padre»

Alto Adige — 25 marzo 2009 pagina 17 sezione: CRONACA
BOLZANO. «Non avevamo l’obbiettivo di vederci riconosciuto un risarcimento economico quanto piuttosto di ottenere giustizia e di dimostrare che il racconto della ragazza era veritiero». E’ quanto puntualizza l’avvocato Arnaldo Loner, uno dei legali di parte civile nel processo a don Giorgio Carli, il sacerdote bolzanino accusato di aver violentato in canonica per quattro anni e mezzo una parrocchiana all’epoca dei fatti (dal 1989 al 1994) bambina. All’inizio degli abusi la piccola avrebbe avuto otto anni. La vicenda è notissima ma neppure la sentenza della Corte di Cassazione pare aver chiuso definitivamente il caso. Da un punto di vista giuridico sembra ormai assodato che il giudice di legittimità abbia confermato l’impostazione della sentenza di secondo grado con cui il sacerdote venne condannato a sette anni e mezzo di reclusione. «La prescrizione non estingue le sentenze ma il reato - ricorda l’avvocato Loner - dunque non è vero che sia stata annullata in toto la sentenza di secondo grado ma solo i suoi effetti riguardo la sanzione penale». Per effetto della prescrizione il sacerdote non dovrà scontare la condanna ma l’imputato dovrà comunque far fronte alle statuizioni civili, cioè al risarcimento per 760 mila euro a favore della ragazza denunciante e dei suoi genitori che si erano costituiti parti civili. Di fatto, don Giorgio è stato salvato dalla prescrizione anche perchè, in caso contrario, si dovrebbe arrivare all’assurdo di un imputato da considerarsi innocente ma condannato al pagamento di un rilevante risarcimento alla parte lesa. In tal senso le motivazioni che la Corte di Cassazione andrà a depositare entro un mese chiariranno definitivamente la questione. Nel frattempo però la Curia sta riabilitando in toto il sacerdote bolzanino che dovrebbe tornare a fare il parroco a Bolzano a distanza di quasi un anno dalla condanna decisa dalla corte d’appello. Don Giorgio appare forte degli esiti di un’indagine interna della Chiesa altoatesina che avrebbe stabilito che le violenze sessuali ai danni della denunciante non sarebbero mai avvenute. «I giudici non avrebbero mai potuto confermare in pieno il risarcimento se avessero ritenuta non certa la responsabilità di don Giorgio» spiega ancora l’avvocato Loner il quale si dice realmente sorpreso della difesa a spada tratta della Curia nei confronti del sacerdote. «Ho letto di un’inchiesta interna che avrebbe stabilito la piena innocenza del sacerdote - dice ancora il legale - ma allora vuol dire che nel nostro Paese le sentenze emerse attraverso tre gradi di giudizio non valgono più nulla. Vuol dire, in altre parole, che non viene addirittura più riconosciuto il ruolo della magistratura, il potere giudiziario...» In questa polemica c’è spazio anche per una citazione di Papa Benedetto XVI che ha detto “punite i colpevoli e aiutate le vittime”. «Ma la vittima - dice l’avvocato Loner - per assere aiutata deve essere individuata come tale. Qui si è deciso di agire in maniera opposta». Intanto don Giorgio ha confermato di non aver alcuna intenzione (nè di essere in grado) di versare alla parte lesa 760 mila euro. «Sarà la famiglia della ragazza a decidere cosa voglia fare. I presupposti per un’azione in sede civile ci sono ma, ribadisco, l’obbiettivo non erano i soldi quanto il riconoscimento di una verità sconvolgente che tanto male ha fatto». - Mario Bertoldi
 
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http://www.corriere.it/cronache/09_marzo_2...44f486ba6.shtml

Bolzano Condannato a risarcire la vittima che ricordò con la psicanalisi
I pm contro il ritorno del prete accusato sotto ipnosi di pedofilia
Dirà messa dopo la prescrizione. Tarfusser: vergognoso



BOLZANO — Tutto è rimasto come prima, compreso il ritratto nella navata laterale, Ponzio Pilato che si lava le mani con espressione meditabonda. Le voci che arrivano dall'oratorio, i rumeni in fila per il pasto serale. Viola e Roberta che finiscono di recitare la preghiera quotidiana per lui, «per il nostro don» e si buttano nel vento gelido che taglia Bolzano. Lo aspettano, certo che lo aspettano. Ancora qualche giorno e poi don Giorgio tornerà a dir messa ai suoi fedeli. La fede non permette incertezze, e quindi, davvero, nulla cambia. Nella chiesa del Corpus domini di via Gutenberg, zona Don Bosco, la seconda circoscrizione più popolata e popolare della città, non è mai aleggiato il dubbio. Innocente, sempre e comunque.


L'ultimo verdetto, quello che dovrebbe sigillare questa storia, è invece uno specchio nel quale ognuno può vedere l'immagine che più gli piace. La sentenza della Corte di Cassazione su don Giorgio Carli non chiude, ma piuttosto riapre. Il prete accusato di pedofilia per aver abusato di una adolescente dal 1989 al 1994 — assolto in primo grado «perché il fatto non sussiste», sette anni e mezzo di carcere in appello — è stato prosciolto per la sopraggiunta prescrizione del reato, ma al tempo stesso condannato al risarcimento delle parti lese, ovvero la sua presunta vittima, per 760mila euro. Tecnicamente innocente, ma anche colpevole, o viceversa.
La voce della Diocesi è risuonata forte. «A carico di don Giorgio non esiste più alcuna sentenza di condanna. Per parte nostra abbiamo sempre creduto nella sua innocenza. Per questo egli è sempre rimasto confermato nel suo incarico di parroco ed ora riprenderà in pieno il suo ministero sacerdotale». L'opinione della Procura e degli avvocati delle parti lese è decisamente diversa. L'esistenza del reato è stata riconosciuta, altrimenti non ci sarebbe stato bisogno di dichiararlo prescritto, e inoltre non si è mai visto un imputato innocente costretto a pagare un risarcimento alla sua presunta vittima.


Lo scontro raggiunge punte di acredine raramente viste nei rapporti tra chiesa e magistratura. «L'atteggiamento della curia bolzanina è semplicemente vergognoso ». Questo è solo l'esordio. Da un paio di settimane Cuno Tarfusser è diventato un giudice della Corte penale internazionale dell'Aja. Fino all'11 marzo era il capo della Procura di Bolzano. «La curia continua pervicacemente a propugnare la tesi dell'innocenza riconosciuta. Falso. Don Carli tornerà a dir messa? Una indecenza sotto il profilo etico».
La storia sembra fatta apposta per dividere. La mattina del 14 luglio 2003, Giorgio Carli è un giovane prete conosciuto e stimato a Bolzano. Cura una rubrica quotidiana sull'emittente
Radio Sacra Famiglia, è un formidabile organizzatore di spettacoli e attività giovanili. Al pomeriggio, i carabinieri lo vengono a prendere in sacrestia. Da poco era stato destinato ad una nuova parrocchia, dove avrebbe dovuto occuparsi e convivere con bambini tra i 9 e 12 anni. Ad accusarlo è una sua giovane parrocchiana, ma le modalità sono particolari, uniche nella giurisprudenza italiana.
I fatti denunciati dalla ragazza risalgono a 14 anni prima. Sono riemersi dalla sua memoria dopo un lungo trattamento di psicanalisi, 350 sedute di un metodo chiamato «distensione meditativa » e che ha molti punti in comune con l'ipnosi. Dapprima è l'interpretazione di un sogno, nel quale la ragazza viene violentata da un gruppo di marocchini in un bar che si chiama San Giorgio, nome che simboleggia una crasi della realtà presunta, che indirizza le indagini. Le violenze reali e denunciate sarebbero infatti avvenute in un oratorio chiamato San Pio X, e perpetrate da don Giorgio. In seguito emergono anche dettagli, circostanze, testimoni, reali e non onirici.


La sentenza di primo grado si concentra sulla validità della testimonianza della vittima, e la giudica «inattendibile». Nell'aprile del 2008 l'appello ribalta tutto, considerando la teste «lucida, lineare, coerente», stronca la teoria dei «falsi ricordi» contenuta nelle motivazioni dell'assoluzione, pone l'accento sulle altre «prove certe risultanti dagli atti». Don Carli non viene sospeso, come accaduto in altre diocesi. È lui a scegliere il ritiro spirituale in una valle del Trentino. La Curia gli aveva chiesto di rimanere al suo posto, tra i fedeli. Il vescovo di Bolzano Wilhelm Egger, scomparso lo scorso agosto, lo ha sempre difeso affermando di aver svolto una «accurata indagine interna».
Tarfusser ci dà dentro, la vicenda ha lasciato strascichi evidenti. «Mai vista, mai prodotta al processo, l'indagine interna. La Curia deve rispettare la legge dello Stato, invece gioca a confondere le idee dei cittadini». La posta in gioco non è solo di carattere morale. I legali di parte civile hanno presentato la richiesta di risarcimento alla curia. «La sentenza di condanna è definitiva — spiega l'avvocato Arnaldo Loner - . Ma don Carli non è in grado di pagare. Essendo legato alla curia in maniera organica, sarà questo ente a versare la cifra stabilita dalla Cassazione ». Non ci sarà alcun risarcimento, ribattono i legali della curia e del religioso, perché la prescrizione del reato è subentrata prima della sentenza d'appello.


«Diciamoci la verità. La sentenza della Cassazione è stata davvero pilatesca». Flavio Moccia è uno dei difensori del religioso. «Su una vicenda che necessitava più di ogni altra di una parola chiara, è stato operato un compromesso. A mio giudizio, è stato fatto per salvare la procura». Don Carli, vestito in abiti civili, è appena uscito dallo studio affacciato su piazza della Vittoria. Ai suoi avvocati, in questi giorni, ha detto che non tutte le vie della nostra vita sanno di incenso.

Marco Imarisio
26 marzo 2009
 
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view post Posted on 27/3/2009, 12:05
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Caro Durni, abbiamo già la Santa Polizia

Alto Adige — 26 marzo 2009 pagina 10 sezione: CRONACA
C’è una grande differenza tra Yoghidurni e la Curia bolzanina: Yoghi vorrebbe una sua bella Polizia Provinciale, la Curia si è fatta la sua senza perdite di tempo in richieste e contrattazioni. Dopo la prescrizione per don Carli, siamo stati informati che la Santa Polizia ha svolto accurate indagini da cui risulta la totale innocenza del parroco prescritto. Confesso che negli ultimi tempi mi ero accorto che stava succedendo qualcosa di strano perlomeno fino a quando ordini superiori non hanno costretto i vari drappelli di guardie svizzere a girare in borghese. Era piuttosto curioso vedere quei signori in abiti variopinti in giro a far domande armati di alabarde. Anche se però pare che funzioni così bene da far pensare a polizia e carabinieri di cominciare anche loro almeno a ficcarsi in testa un elmo medioevale. E così il prescritto non assolto tornerà in parrocchia ma non c’è da meravigliarsi (da scandalizzarsi sì) in un Paese in cui un pluriprescritto fa il capo del governo. Se la logica è questa, con altre 5 o 6 prescrizioni il nostro parroco può puntare a far carriera. Pare però che, prescindendo dalle indagini sicuramente serissime degli albardieri, ci sia un’altra ragione dietro la scelta della Curia nostrana. Quel posto di parroco è libero da troppo tempo e in Alto Adige vive Andrea Zeppa. Zeppa non lo fa apposta, pare si tratti di una sindrome, ma se vede un posto libero non ce la fa a trattenersi e corre subito da qualche assessore per farsi nominare. Non è che voglia cambiare posto, li vuole tutti. Pare che Capellietoni nominando anche Capo Dipartimento il giovane vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio, gli abbia detto che per quel posto da parroco ci stava lavorando. Le guardie svizzere lo hanno saputo ed ecco spiegata “l’assoluzione” di Don Carli.
 
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view post Posted on 1/4/2009, 09:48
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http://stage7.presstoday.com/_Standard/Articles/9425263

Alto Adige
"LA FOTONOTIZIA"

Data: 01/04/2009
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Cronaca Locale
LA FOTONOTIZIA




Don Carli 1/ Certe segnalazioni
non sono state raccolte

Quanta tristezza e sdegno nel leggere la presa di posizione della Curia, a totale favore di don Giorgio Carli, che dichiara di non avere alcun dubbio riguardo la sua innocenza.
Come fa la Curia a fare tali affermazioni quando so per certo di aver informato io stessa alcuni sacerdoti e loro superiori di un fatto accaduto nella mia famiglia, una cosa non grave come quella della ragazza protagonista della vicenda giudiziaria, ma che ha turbato molto la persona a me cara che l’ha subita in età adolescenziale.
Posso capire gran parte della gente che apprezza don Giorgio Carli, che ha indubbiamente dei grandi carismi, ma vicino a questi non potrebbero esserci, purtroppo, dei problemi? Molti lo sanno, ma preferiscono tacere, io non ce la faccio più!
Troppa omertà e menzogna, la Chiesa nella figura dei suoi sacerdoti e superiori deve essere coerente con la parola di Dio; se vuole che il suo gregge creda e li segua, deve avere il coraggio della verità, soprattutto nei confronti dei giovani, i quali sono molto sensibili e attenti alla coerenza tra ciò che viene detto di fare e ciò che viene fatto.
(Ricordiamo le parole dei Santo padre Giovanni Paolo II, il quale chiedeva verità a qualsiasi costo; perché, come dice il Vangelo: “la verità vi farà liberi!!!”)
Nella mia famiglia il fatto accaduto, ma soprattutto constatare poi di non essere presi in seria considerazione, ha portato molto dolore, anche perché tutto ciò ha allontanato dalla Chiesa i miei figli, e ogni volta che si legge della totale fiducia di cui gode don Giorgio Carli, è una pugnalata dentro ad una ferita sempre aperta! Lui viene creduto e noi no, e tutto ciò fa molto male.
Cerchiamo di farci venire un ragionevole dubbio, e nel dubbio evitiamo affermazioni categoriche ed evitiamo di dare incarichi di cui un giorno ci si potrebbe pentire!
Grazia T. BOLZANO

Don Carli 2/ Come nonna
sono seriamente preoccupata

Come fa la Curia a proclamare innocente don Carli? La sentenza non dice così e il fatto che deve pagare la dice lunga. Come nonna terrei ben lontana la mia nipotina da lui, non mi è mai sembrato innocente, neanche nel modo di porsi, direi “subdolo”, occhi bassi...
Io avrei gridato al mondo la mia innocenza, sono fermamente convinta della sua colpevolezza, voi siete convinti sia innocente, lascereste le vostre nipoti o figlie tranquillamente con lui?
Solo la sua coscienza sa la verità, spero tanto in una giustizia divina, ma chissà... se è come in Italia dove non c’è più giustizia!
Liliana Vedovelli BOLZANO
 
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view post Posted on 6/5/2009, 09:34
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Pubblicate le motivazioni della sentenza della Cassazione che conferma la condanna di don Giorgio Carli a 760.000 € di risarcimento.

La Corte spiega la completa credibilità della vittima e ritiene inattendibili le testimonianze di don Gabriele Pedrotti e della catechista Adriana Culati Vigni " legati da un rapporto di affetto e di amicizia intima", già definite "confuse ed evasive" dalla Corte di Apello. I due, nel orso di una intercettazione telefonica, parlavano di uno "scivolone" di don Carli che «non si sarà probabilmente ripetuto» e di «un fondo di verità» delle accuse. I due avrebbero avuto un interesse personale a tenere nascosta la vicenda.

I link al giornale Alto Adige che spiegano anche che né la Curia né la parrocchia pagheranno alcun risarcimento:

http://ricerca.quotidianiespresso.it/altoa...B1PO_AB108.html

http://ricerca.quotidianiespresso.it/altoa...Z6PO_AZ601.html

http://ricerca.quotidianiespresso.it/altoa...Z8PO_AZ801.html

Edited by GalileoGalilei - 7/5/2009, 08:57
 
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view post Posted on 5/6/2009, 08:31
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Notificata richiesta di risarcimento a don Carli e alla Curia


Il giornale Alto Adige ci informa che i legali della vittima di don Giorgio Carli hanno notificato una richiesta di risarcimento a don Giorgio Carli e anche alla Curia di Bolzano, ritenuta civilmente responsabile ai sensi dell'art. 2049 del codice civile.

La notifica ha l'effetto di interrompere la prescrizione e di coinvolgere anche la Curia nella responsabilità patrimoniale.

Nell'immediateza della sentenza della Cassazione i legali di don Carli annunciarono che il prete condannato in Cassazione al risarcimento non avrebbbe pagato alcunché alla vittima e ai suoi genitori.

Si preannuncia un lungo contenzioso legale.

Il link alla notizia: http://ricerca.quotidianiespresso.it/altoa...Z4AZ_AZ401.html
 
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view post Posted on 8/7/2009, 10:02
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Don Giorgio Carli, prete pedofilo, andrà a far l'insegnate di religione? Che lezioni darà ai suoi alunni...?

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...Z7AZ_AZ701.html

Don Giorgio non torna in città

Alto Adige — 07 luglio 2009 pagina 18 sezione: CRONACA
BOLZANO. Don Giorgio Carli, il sacerdote riconosciuto responsabile degli abusi sessuali in canonica su una parrocchiana all’epoca dei fatti bambina (e salvato dalla prescrizione del reato sotto il profilo della sanzione penale) non tornerà a fare il sacerdote a Bolzano. In un primo tempo avrebbe dovuto rientrare in una parrocchia del quartiere Europa Don Bosco, ma non sarà così. E’ stato lo stesso sacerdote ad esprimere il desiderio di restare lontano dalla città. Il prete, che si è sempre dichiarato innocente, ha probabilmente avvertito il peso di una vicenda che ha lasciato dubbi in troppi fedeli. La difesa di don Giorgio (con gli avvocati Alberto Valenti e Flavio Moccia) ha sempre sostenuto l’assoluta mancanza di prove reali a carico del sacerdote che, tra il resto, è sempre stato stimato da molti parrocchiani e dai frequentatori dei centri giovanili. Don Giorgio, però, deve aver avvertito il peso del dubbio che la sentenza della Cassazione ha finito per amplificare. Come si ricorderà, la Suprema Corte annullò senza rinvio la sentenza di condanna emessa dalla Corte d’appello ma solo per intervenuta prescrizione del reato. Una formula che portò anche alla conferma della condanna del risarcimento a carico del sacerdote. Alle parti civili dovrebbero essere versati 760 mila euro, dimostrazione che la Cassazione ritenne valido l’impianto accusatorio che portò, in secondo grado, ad infliggere al prete bolzanino 7 anni e mezzo di reclusione (dopo l’assoluzione disposta in primo grado dal tribunale). In un primo momento la Curia aveva annunciato il reintegro di don Giorgio nella parrocchia di via Gutenberg, da dove si era allontanato proprio all’indomani della sentenza di condanna emessa dalla Corte d’appello. Ora sarebbe stato il sacerdote a chiedere di poter restare in alta val Pusteria ove sta operando da tempo lontano dai riflettori della cronaca e, forse, dai sospetti di qualche fedele. Non solo. Per don Giorgio sembra prospettarsi un futuro di fede e professione anche un po’ diverso. In città a Bolzano ha sempre operato molto nei centri giovanili e nel sociale. In alta val Pusteria potrebbe trovare nuovi sbocchi professionali in qualità di insegnante, ovviamente di religione, nel contesto scolastico locale. Nel frattempo resta ancora irrisolta la questione relativa al risarcimento da consegnare alla parte civile e cioè la ragazza che sarebbe stata violentata per quattro anni e mezzo ed i suoi genitori. Don Giorgio non ha ovviamente la forza economica per poter solo pensare di risolvere il problema con le proprie finanze. Ma nemmeno la Curia intende intervenire. Lo ha confermato anche ieri l’avvocato Alberto Valenti che si attende al limite un nuovlo contenzioso di carattere civilistico avviato dalla stessa ragazza abusata. La difesa del sacerdote sta confermando in pieno le proprie convinzioni sull’innocenza del sacerdote nonostante il pronunciamento in senso opposto della magistratura. Questo significa che anche la Curia sarebbe pronta ad intraprendere un nuovo braccio di ferro legale a livello civilistico rimettendo, tra il resto, in discussione alcune verità processuali emerse durante il lungo procedimento penale.
 
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view post Posted on 9/8/2009, 21:40
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http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...Z5AZ_AZ501.html

Don Carli torna dai giudici

Alto Adige — 04 agosto 2009 pagina 16 sezione: CRONACA

BOLZANO. Dopo aver atteso invano anche solo un cenno sull’eventuale intenzione di procedere al risarcimento previsto dai giudici, i famigliari della ragazza denunciante hanno deciso di avviare causa civile nei confronti di don Giorgio Carli. La vicenda delle presunte violenze sessuali in canonica tornerà dunque davanti ai giudici. Lo ha confermato ieri l’avvocato Gianni Lanzinger, uno degli avvocati di parte civile. «Non ci resta che avviare il nuovo contenzioso - dice l’avvocato - da parte del sacerdote e della Curia non è arrivato neppure il minimo segnale di voler risarcire». Gli avvocati del sacerdote lo avevano annunciato già all’indomani della decisione della Corte di Cassazione di confermare gli obblighi risarcitori del prete. Alcuni mesi fa i legali della ragazza avevano inviato una prima richiesta ufficiale di pagamento. Un atto stragiudiziale per interrompere la prescrizione sotto il profilo civilistico. La richiesta era stata inoltrata anche alla Curia considerata responsabile in solido dopo che pure la Cassazione aveva confermato a carico del sacerdote l’aggravante di aver svolto l’attività come «ministro di culto». Ricordiamo che la sentenza della Cassazione ha riconosciuto don Giorgio responsabile delle violenze sessuali perpetrate per anni ai danni di una parrocchiana, salvandolo grazie alla prescrizione. Proprio per effetto di quella sentenza ora come detto la Curia ed il prete dovrebbero far fronte alla richiesta di pagamento effettivo del risarcimento dovuto, circa 700 mila euro. La richiesta di pagamento si basa sul disposto dell’articolo 2043 del codice civile che prevede che «qualunque fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno». La Curia, invece, è stata chiamata in causa per effetto dell’articolo 2049 sempre del codice civile riguardante la responsabilità del datore di lavoro in merito ai danni provocati con fatti illeciti da dipendenti diretti. La Chiesa verrebbe considerata responsabile in solido in quanto gli abusi avvennero (secondo la sentenza penale ormai passata in giudicato) nell’espletamento del ruolo di educatore religioso del sacerdote. Ora della vicenda se ne occuperà il tribunale civile. (ma.be.)
 
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