Laici Libertari Anticlericali Forum

Don Carli condannato per pedofilia su bimba di 9 anni. Gli danno parrocchia con bambini a Vipiteno, Salvato dalla galera per prescrizione, condannato a risarcimento, pagato dalla curia di Bolzano

« Older   Newer »
  Share  
GalileoGalilei
view post Posted on 11/11/2008, 11:29 by: GalileoGalilei
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,944

Status:


http://ricerca.quotidianiespresso.it/altoa...Z1PO_AZ103.html

Alto Adige

IL GIORNALE DI OGGI, GIOVEDÌ 9 OTTOBRE 2008 › CRONACA

Pagina 17

«Fa male, ma serve prudenza»
Don Golser: dove è finito il segreto istruttorio?

BOLZANO. Il caso di don Hansjörg Rigger lo aveva fatto piangere. Quello di don Carli lo aveva raccontato al Papa spiegando che era stato uno dei suoi grandi dolori. Chissà come lo scomparso vescovo Wilhelm Egger avrebbe risposto a questo nuovo colpo. Il suo sostituto, l’amministratore diocesano Josef Matzneller, ha deciso di dormirci su una notte. «Oggi niente prese di posizione, arriverà un comunicato ufficiale domani» (oggi per chi legge, ndr), fa sapere l’ufficio stampa della Diocesi.

In Curia la notizia dell’indagine sul parroco di Castelbello è stata uno shock. Don Ivo Muser, rettore del Seminario di Bressanone e tra i candidati a succedere ad Egger, non si pronuncia: «Aspetto anch’io di sentire cosa dirà l’amministratore diocesano. Prima dobbiamo capire cosa è successo».

Anche don Karl Golser, un altro dei possibili successori di Egger, viene colto di sorpresa: «Non sapevo nulla, il caso non lo conosco e non posso commentarlo». Resta però il fatto che è il terzo presunto caso di pedofilia che tocca la diocesi di Bolzano in un lasso di tempo breve. Ad aprile don Giorgio Carli era stato condannato in Corte d’Appello a 7 anni e 6 mesi di reclusione per violenze sessuali nei confronti di una sua parrocchiana, mentre poco meno di un anno fa l’ex decano dello Studio Teologico Accademico di Bressanone Hansjörg Rigger era stato condannato a Siracusa ad un anno e mezzo di reclusione. Non bisogna fare confusione, ammonisce però Golser: «Il caso di don Carli - sottolinea - è completamente diverso. Non si parla di foto trovate su un computer, ma di un’accusa tutta costruita attorno ai ricordi di una ragazza».


Proprio quello che Egger ha sempre affermato difendendo don Carli in aperta polemica con la Procura. Risale proprio al processo al prete bolzanino l’inizio di una serie di frecciate e controfrecciate tra Curia e Procura. Cuno Tarfusser, il procuratore capo, era arrivato a parlare di «ambienti omertosi» riferendosi proprio alla Curia, ma ancora più duro fu l’attacco del vescovo dopo la condanna di don Rigger: «Mentre la Chiesa e la Cutria di Bolzano hanno sempre rispettato e rispettano profondamente la giustizia civile e penale, non altrettanto è stato fatto dalla giustizia dello Stato italiano, che non rispettando le norme del Concordato non ha dato nessuna notizia formale, né preventiva né successiva, del procedimento in corso», erano state le parole di monsignor Wilhelm Egger.

Ora don Golser torna a criticare il modo di operare della Procura: «Ripeto - dice - il caso concreto non lo conosco. Però mettiamo che il computer della parrocchia fosse stato accessibile anche ad altre persone... E in ogni caso a volte il segreto istruttorio andrebbe mantenuto. È chiaro che la notizia di questa indagine avrà ampio rilievo e quindi in ogni caso resterà un’immagine che non è conciliabile con la figura del sacerdote». La Procura, insomma, secondo Golser avrebbe fatto meglio a non rendere note le generalità dell’indagato, anche perché il procedimento è solo all’inizio e non si è di fronte a nessun tipo di condanna definitiva. (mi.m.)

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...Z7PO_AZ701.html

Don Giorgio, scatta l'allarme prescrizione
Alto Adige — 06 novembre 2008 pagina 17 sezione: CRONACA

BOLZANO. La sentenza a carico di don Giorgio Carli (condannato in appello a 7 anni e mezzo di reclusione per violenza sessuale continuata ai danni di una bambina della parrocchia) è a concreto rischio prescrizione. La situazione è monitorata con attenzione in Procura a Bolzano ove proprio ieri si è fatto notare che la vicenda processuale potrebbe finire in una bolla di sapone, per prescrizione, dal marzo prossimo. I tempi di prescrizione, infatti, sono di 15 anni dall’ultimo presunto episodio di violenza contestato al sacerdote, che risale alla primavera del 1994. Gli avvocati di parte civile non fanno drammi. «La Corte di Cassazione è solitamente molto attenta a non incappare in ritardi in grado di inficiare tutto l’iter processuale a seguito di intervenuta prescrizione - puntualizza l’avvocato Gianni Lanzinger - non è la prima volta che la Cassazione affronta l’ultima tappa processuale proprio in extremis, a pochi giorni dalla possibile prescrizione. Non penso proprio che ci siano rischi di dimenticanze in caso contrario riterremo l’amministrazione della giustizia responsabile». In altre parole l’udienza a Roma per discutere le contestazioni in diritto sollevate dalla difesa del sacerdote inquisito dovrebbe essere fissata entro i primi due mesi dell’anno prossimo. Neppure la difesa di don Giorgio riterrebbe conveniente, per il sacerdote bolzanino, una conclusione «pasticciata» dell’iter processuale. Il religioso (assolto in primo grado e condannato in appello) si è sempre dichiarato estraneo a tutte le accuse e spera di ottenere l’annullamento della condanna per contradditorietà o illogicità delle motivazioni. Un’assoluzione tecnica per semplici cavilli o scadenze procedurali non sarebbe in grado di ridare dignità e serenità ad un sacerdote che è sempre stato stimato da tutti i parrocchiani. Ecco perchè lo stesso religioso potrebbe comunque decidere, nel caso di clamorosi ritardi nell’udienza in Cassazione, di rinunciare alla prescrizione. «Non si è mai visto un imputato farlo realmente» è stato puntualizzato ieri in Procura. Oltre al confermato avvocato Alberto Valenti, ad occuparsi del caso di don Giorgio e dei presunti «buchi neri» della sentenza d’appello ci sarà in Cassazione anche il professor Franco Coppi, uno degli avvocati penalisti più noti d’Italia, già difensore del senatore Giulio Andreotti. Dieci i punti di contestazione giuridica della sentenza di secondo grado. Sono rilievi in diritto sulla valutazione delle prove e degli elementi «portanti» del processo. La prima contestazione riguarda l’eccezione di tardività della querela presentata dalla presunta parte lesa solo nel 2003. Altro capitolo importante riguarda la rimozione, da parte della vittima, dei ricordi inerenti i fatti di abuso. In sostanza gli avvocati di don Giorgio ritengono viziata da «profonda illogicità» la valutazione dei giudici sulle «amnesie» della presunta parte lesa.

Edited by GalileoGalilei - 3/1/2017, 18:21
 
Web  Top
61 replies since 27/1/2007, 22:39   19838 views
  Share