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Abusi su 9 ragazzini. Condannato a 20 anni don Giovanni Trotta, Foggia. Spretato ma non denunciato, continuò a violentare grazie al Vaticano.

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view post Posted on 23/4/2015, 10:42
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Spretato ma non denunciato nel 2012, continuò a violentare grazie al Vaticano. Orrore a Pietramontecorvino (FG)

don-giovanni-trotta-963201
Don Trotta allenatore

www.foggiatoday.it/cronaca/arresto-...ntecorvino.html

Orrore a Pietramontecorvino: abusi sessuali su minore, arrestato ex sacerdote
La vittima è un minore di 14 anni. L'uomo, arrestato dalla Polizia Postale e dai Carabinieri del posto, era stato ridotto allo stato laicale con divieto dalla Chiesa di avvicinare bambini in fase prepuberale.

Redazione 23 Aprile 2015

Le accuse sono tutte gravissime: dalla violenza sessuale aggravata e continuata alla produzione di materiale pornografico. Tutti reati commessi a Pietramontecorvino, dal 2013 e fino al novembre 2014, da un ex-sacerdote, poi ridotto allo stato laicale, con divieto assoluto da parte della Chiesa di avvicinarsi ai bambini frequentanti la parrocchia del paese.

E' quanto scoperto dal Compartimento della Polizia Postale di Bari che, insieme ai carabinieri della stazione di Casalnuovo Monterotaro e di Pietramontecorvino, hanno eseguito una ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Bari, nei confronti di T.G., ex sacerdote, indagato, appunto, per i reati di violenza sessuale aggravata e continuata commessa per induzione, abusando delle condizioni di inferiorità fisica e psichica della vittima, nonché produzione di materiale pornografico attraverso rappresentazioni di pornografia minorile e condivisione di materiale pedopornografico in danno di un minore di quattordici anni.

I fatti abbracciano un periodo compreso tra l’anno 2013 ed il novembre 2014. L’indagine è partita da una denuncia per adescamento di minore, all’esito della quale la Procura della Repubblica di Bari ha disposto una perquisizione domiciliare presso la abitazione dell’uomo, effettuata il 21 novembre 2014. La perquisizione ha permesso di fare luce su uno scenario assolutamente raccapricciante e di accertare la commissione di gravi crimini contro l’infanzia da parte dell’indagato, già “sacerdote”, ridotto allo stato laicale con provvedimento adottato dal Consiglio Generale della Congregazione nella seduta del 21 e 23 febbraio 2012, con il quale era stato dispensato dallo stato del sacro celibato e dagli oneri sacerdotali.

Grazie alle tecniche di indagine sviluppate dalla Polizia Postale e ad ulteriori riscontri, è stato possibile acquisire la prova della esistenza di realizzazioni pedopornografiche, prodotte all’interno dell'abitazione dell'indagato, aventi come oggetto proprio il minore, persona offesa del procedimento. Le indagini hanno consentito di appurare che all'uomo era stato fatto divieto dalla Chiesa di avvicinarsi ai bambini frequentanti la parrocchia di Pietramontecorvino e di prestare, a qualunque titolo, servizio nella catechesi per bambini in fase prepuberale.

Ciononostante, l’indagato ha potuto avvicinare la vittima attraverso la Scuola Calcio di Pietramontecorvino, della quale risulta essere stato socio fino al mese di novembre 2014 (epoca in cui è stato allontanato); in quest’ambito, lo stesso ha conosciuto ed avvicinato il bambino, che ha poi condotto presso la propria abitazione, con la “scusa ufficiale” di impartirgli lezioni di doposcuola. Le indagini hanno consentito di accertare che l’uomo era già stato indagato in passato da altre Procure della Repubblica per diffusione di materiale pedopornografico, e che lo stesso ha continuato a contattare la vittima anche dopo la perquisizione del 21 novembre 2014 e fino al mese di gennaio di quest’anno.


www.iltempo.it/cronache/2015/04/23/...ksEnabled=false
23/04/2015 10:17
PEDOFILIA
Abusi sui minori: arrestati un ex sacerdote a Bari e un boscaiolo a Isernia
Il prete ha abusato di un minore sotto i 14 anni in condizioni di inferiorità psichica e fisica. Anche a Isernia un arresto per lo stesso reato

La Polizia postale di Bari e i Carabinieri di Foggia hanno arrestato un ex sacerdote di 55 anni per violenza sessuale commessa per induzione, abusando delle condizioni di inferiorità fisica e psichica della vittima di età inferiore ai 14 anni. Gli abusi sarebbero stati commessi nel foggiano. L'uomo è anche accusato di produzione, distribuzione, divulgazione e condivisione di materiale pedopornografico ai danni del ragazzino.

Isernia, in manette un boscaiolo pedofilo. I carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Isernia hanno rintracciato e arrestato un giovane boscaiolo 26enne di Isernia, che circa tre anni fa fu accusato di abusi sessuali commessi ai danni di una ragazzina, 14enne, sorella di una amica di famiglia. Il giovane che, dovrà ora scontare una condanna a un residuo di pena pari a sei mesi di reclusione, dopo le formalità di rito espletate presso il Comando dell'Arma di Isernia e la notifica dell'ordine di carcerazione emesso dalla competente Autorità Giudiziaria, è stato trasferito presso il carcere di Ponte San Leonardo.
Redazione online

http://bari.repubblica.it/cronaca/2015/04/...rete-112628892/

Cacciato dalla Chiesa nel silenzio, ex prete pedofilo arrestato per violenza su un ragazzino della scuola calcio
L'uomo ridotto allo stato laicale già nel 2012 e allontanato dai bambini della parrocchia è diventato socio della società sportiva. Era stato già indagato da altre procure per diffusione di materiale pedopornografico. Gli inquirenti: "Scenario raccapricciante"

di MARA CHIARELLI

23 aprile 2015

Cacciato dalla Chiesa nel silenzio, ex prete pedofilo arrestato per violenza su un ragazzino della scuola calcioCacciato dal Consiglio generale della Congregazione nel febbraio 2012, nonostante il divieto della Chiesa allora impostogli di "avvicinarsi ai bambini frequentanti la parrocchia e di prestare, a qualunque titolo, servizio nella catechesi per bambini in fase prepuberale", nel 2013 avrebbe violentato un bambino di 11 anni, facendosi masturbare e, successivamente, convincendolo a mandargli con wattsapp fotografie che ritraevano il minorenne nudo, dietro la falsa promessa di farlo diventare modelloi o di farlo giocare in una importante squadra di calcio. Un ex sacerdote, che prestava la sua opera sacerdotale in un comune del foggiano, è stato arrestato dagli agenti della polizia postale di Bari, in esecuziuone di un ordine di custodia catelare emesso dal gip di Bari, con le accuse di violenza sessuale aggravata e continuata commessa per induzione, abusando delle condizioni di inferiorità fisica e psichica della vittima, nonché di produzione di materiale pornografico minorile, distribuzione, divulgazione, condivisione e pubblicizzazione di materiale pedopornografico.

Le indagini, cominciate nel 2014 con una denuncia presentata dai genitori della piccola vittima in una stazione dei carabinieri, hanno accertato che l'uomo, diventato socio della locale scuola calcio (poi allontanato anche da lì), avrebbe avvicinato il bambino e lo avrebbe portato a casa sua, con la scusa di dargli lezioni di doposcuola. E proprio nella sua abitazione, condotta il 21 novembre 2014, i poliziotti hanno trovato voluminoso materiale pedopornografico, facebndo luce su uno scenario agghiacciante. Con le tecniche della polizia postale e successivi riscontri, si è poi accertata l'intera dinamica delle molestie, alle quali l'uomo ha continuato a sottoporre il bambino anche dopo la perquisizione, e fino a gennaio scorso. Le indagini hanno accertato, oltre al provvedimento della Chiesa del 2012, anche il fatto che l'ex sacerdote era già stato indagato da altre Procure della repubblica per diffusione di materiale pedopornografico. Non si esclude, al momento, che esistano anche altre vittime dell'uomo, sulle quali sono ancora al lavoro gli agenti della polizia postale di Bari, coordinati dal pm Simona Filoni.

Edited by pincopallino2 - 11/5/2019, 10:54
 
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www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/23...estato/1618084/

Foggia, ex prete violenta bimbo di 11 anni e pubblica foto sul web. Arrestato

Giovanni Trotta, 55 anni, era stato ridotto allo stato laicale e gli era stato vietato dalla Chiesa di avvicinarsi ai bambini che frequentavano la parrocchia di un paesino del foggiano. Ma l'uomo è riuscito a diventare socio di una scuola calcio e ha attirato il piccolo con il pretesto che gli avrebbe fatto doposcuola. Comprando poi il suo silenzio con la promessa che lo avrebbe aiutato a diventare un bravo calciatore o un modello
di F. Q. | 23 aprile 2015

Era stato ridotto allo stato laicale “con provvedimento adottato dal Consiglio Generale della Congregazione nella seduta del 21 e 23 febbraio 2012, con il quale era stato dispensato dallo stato del sacro celibato e dagli oneri sacerdotali”. Gli era stato vietato dalla Chiesa di avvicinarsi ai bambini che frequentavano la parrocchia di un paesino del foggiano e di prestare servizio nella catechesi. Ma al 55enne Giovanni Trotta, già indagato da diverse procure per diffusione di materiale pedopornografico, il riserbo imposto sulla triste fine della sua carriera sacerdotale non aveva impedito di diventare socio di una squadra di calcio poco distante dalla sua ex parrocchia e di avvicinare i bambini. Così, un anno dopo l’espulsione dalla Chiesa, l’uomo avrebbe adescato un bambino di 11 anni e lo avrebbe violentato, pubblicando in rete scatti pornografici.

Da oggi l’ex sacerdote è in carcere con le accuse di violenza sessuale commessa per induzione (e con l’aggravante di aver abusato delle condizioni di inferiorità fisica e psichica della vittima), e per produzione, distribuzione, divulgazione, condivisione e pubblicizzazione di materiale pedopornografico ai danni del bambino. I fatti risalgono al 2013-2014.

L’indagine della procura di Bari è stata avviata dopo la denuncia dei genitori della piccola vittima. Dal racconto del bimbo è subito emerso uno scenario inquietante, ma la svolta è arrivata il 21 novembre 2014 quando la polizia postale ha perquisito l’abitazione di Trotta. Il controllo – secondo i magistrati – ha consentito “di fare luce su uno scenario assolutamente raccapricciante e di accertare la commissione di gravi crimini contro l’infanzia”, in particolare ai danni del piccolo calciatore. Le indagini successive hanno consentito di accertare che la Chiesa aveva vietato a Trotta di “avvicinarsi ai bambini frequentanti la parrocchia” del foggiano e di “prestare, a qualunque titolo, servizio nella catechesi per bambini in fase prepuberale”.

L’ex sacerdote – secondo la procura – ha però potuto avvicinare la vittima attraverso la scuola calcio della cittadina foggiana in cui operava, scuola della quale risulta essere stato socio fino al novembre 2014, quando è stato allontanato. Il bambino è stato adescato e portato da Trotta nella sua abitazione con il pretesto che gli avrebbe fatto doposcuola. Dalle indagini della Polizia postale – sostiene la procura – è stata acquisita “la prova della esistenza di realizzazioni pedopornografiche, prodotte all’interno dell’ abitazione” dell’ex sacerdote ai danni del minorenne. Il silenzio di quest’ultimo sarebbe stato comprato da Trotta con la promessa che lo avrebbe aiutato a diventare un bravo calciatore oppure un modello. E neppure la perquisizione domiciliare ha fatto desistere l’uomo dal contattare il ragazzino. I contatti sono continuati fino al gennaio scorso. Ora le indagini continuano per accertare se l’ex prete abbia molestato altri bambini.

www.diocesifoggiabovino.it/?pag=curia&sub_pag=partecipazione


TROTTA Don Giovanni


www.noinotizie.it/23-04-2015/pietra...-stesso-motivo/

Pietra Montecorvino, l’ex prete arrestato per abusi su minore era stato ridotto allo stato laicale per lo stesso motivo

Giovanni Trotta, cinquanta anni, accusato di avere violentato un undicenne
23 aprile 2015

Scenario raccapricciante, lo hanno definito gli inquirenti. L’arresto dell’ex prete Giovanni Trotta, cinquantenne, è generato da un’indagine di polizia postale e carabinieri nei confronti dell’uomo, accusato di avere compiuto abusi sessuali nei confronti di un undicenne all’epoca del fatti. La vicenda di Giovanni Trotta, in relazione alla presunta pedofilia (anche con la produzione e condivisione di materiale pedopornografico via internet) risale peraltro a tre anni fa, quando la congregazione religiosa lo ridusse allo stato laicale, quando gli venne fatto divieto di avvicinarsi ai bambini frequentanti la parrocchia a Pietra Montecorvino, e provvedimento simili. Poi, da laico, secondo l’accusa, l’ex sacerdote del foggiano ha continuato, appunto con l’undicenne, motivo per il quale è stato arrestato e portato in carcere.

Edited by GalileoGalilei - 29/3/2017, 10:03
 
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view post Posted on 31/10/2015, 21:19
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http://www.foggiaweb.it/ultimenotizie/abus...e-nel-foggiano/

Abusi sessuali su giovani calciatori e foto hard. Condannato dirigente sportivo (ed ex sacerdote) nel Foggiano
Pubblicato: sabato, 31 ottobre 2015 Commenta questo articolo • Nessun commento • Torna alla pagina iniziale
pedopornografia-foggiaEx sacerdote, dirigente sportivo e pedofilo. Il Tribunale federale della Figc ha inibito per cinque anni Giovanni Trotta, 55enne della ASD Pietramontecorvino, squadra di calcio iscritta nei campionati regionali del Molise. L'uomo avrebbe compiuto gravi e reiterati abusi sessuali nei confronti di un giovane calciatore, non ancora 14enne, con la scusa di impartirgli lezioni private e con la promessa di un ingaggio come fotomodello e di un provino per un'importante società di calcio. Per lui è stata disposta la preclusione alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della Figc. I fatti sarebbero avvenuti tra il 2013 e il 2014 come emerso dalle indagini compiute dalla Procura di Bari che si occupa del profilo penale della vicenda. L'uomo, ridotto allo stato laicale da un provvedimento del Consiglio Generale della Congregazione nel febbraio 2012, era finito nel mirino della Polizia Postale già da diverso tempo ed arrestato ad aprile di quest'anno.
Trotta, consigliere con delega di rappresentanza, tesserato per la società di Pietra, avrebbe
compiuto gravi abusi sessuali in danno del giovane calciatore R.L., all’interno della propria abitazione a Pietramontecorvino, dove Trotta lo attirò, approfittando del ruolo rivestito nell’ambito della società di calcio frequentata dal minore, con la scusa di impartirgli lezioni private e inducendolo a compiere e a subire atti sessuali grazie a false promesse. Trotta avrebbe poi prodotto e divulgato materiale pedopornografico, consistente in fotografie ritraenti il giovane calciatore e altri minori, allo stato non identificati, scattate sia nella propria abitazione sia nei servizi igienici dell’impianto sportivo della società Asd Pietramontecorvino. Il tutto tra il 2013 e il novembre 2014, come emerso dalle indagini, scattate dopo la denuncia di un genitore, e dagli atti acquisiti dalla Procura della Repubblica di Bari.

All'udienza di trattazione erano presenti Dario Perugini per la Procura Federale ed Enzo Iannantuono in qualità di presidente della società di Pietramontecorvino. Per Trotta non c'era nessuno.
La Procura Federale, dopo aver illustrato i fatti, ha richiesto l’applicazione delle seguenti sanzioni: inibizione di anni 5 per Trotta, disponendo anche la sua preclusione alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della Figc, e ammenda di 20mila euro per la società.
Il presidente Iannantuono ha spiegato che Trotta non ha mai fatto parte del consiglio direttivo della società, avendo avuto solo una semplice delega agli atti ordinari della stessa, e che i fatti oggetto del deferimento sono avvenuti principalmente presso l’abitazione privata dell'uomo e solo sporadicamente ed occasionalmente presso l’impianto sportivo della società. Altre considerazioni sono state fatte in linea con le risultanze degli atti di indagine, riportando all'attenzione del Tribunale Federale l’attività meritoria della società nel raggiungimento di importanti risultati sportivi e nel gestire al meglio oltre che la prima squadra anche tutta l’attività giovanile, dagli juniores alla scuola calcio, oltre che le difficoltà economiche esistenti. Infine ha concluso richiedendo l’applicazione di una sanzione pecuniaria in termini accettabili ed affrontabili dalla società con riduzione consistente della somma richiesta dalla Procura Federale semmai infliggendo, in aggiunta, la sanzione della squalifica del campo per le giornate ritenute congrue, sempre che fosse riscontrata l'effettiva sussistenza della responsabilità diretta della società deferita, contestata dalla stessa nel caso in esame, per quanto accennato in ordine al ruolo rivestito dall'ex sacerdote all’interno della società.

L’analisi approfondita della documentazione pervenuta dalla Procura Federale porta a riconoscere in pieno le responsabilità di Trotta, conseguenti alla condotta tenuta e meglio riportata nella violazione contestatagli, con l’aggravante di aver utilizzato il suo ruolo all’interno della società e, in modo più preciso, nel settore giovanile come occasione e modo per mettere in atto il suo disegno criminoso. Del resto i fatti non sono stati contestati né dal deferito, non comparso neanche a mezzo di difensore, né dalla società di appartenenza, limitatasi a contestare la sussistenza delle condizioni per il riconoscimento della responsabilità diretta della stessa.

Per quanto riguarda la responsabilità contestata alla società, è stato rilevato che Trotta entrò a far parte del club in qualità di socio a seguito dell'assemblea dei soci tenuta in data 8 ottobre 2012 e dall’annata calcistica 2013-2014 risulta nell’organigramma della società come consigliere ed inserito nella lista dei delegati alla firma insieme ad altri tre consiglieri. Tale delega, che dà la rappresentanza della società, rende configurabile la responsabilità diretta della Asd in quanto "le società rispondono direttamente dell’operato di chi le rappresenta, anche per singole questioni, ai sensi delle norme federali".
Secondo il giudice, "Trotta era riuscito ad ottenere credito e fiducia non sono nell’ambiente sportivo ma anche in tutta la comunità di Pietramontecorvino, motivo per cui la sua disponibilità a trattare con i ragazzi non ha portato nessuno, nell’ambito della società di appartenenza, ad ipotizzare che tale atteggiamento avesse secondi fini. Inoltre – aggiunge -, occorre anche considerare che è pur vero che il suo ruolo di tesserato per la società Pietramontecorvino lo ha agevolato nel commettere le violazioni contestate. Tuttavia è altrettanto indubbio che egli solo in qualche occasione ha utilizzato l’impianto sportivo per commetterle. Dagli atti infatti risulta che la condotta criminosa nei locali della società si è concretizzata solo nello scattare delle foto. Da ultimo, ai fini della graduazione della sanzione irrogabile va tenuto conto che il codice di giustizia sportiva opera sempre una netta distinzione tra il settore professionistico ed il settore dilettantistico, per il quale sono stabiliti limiti di sanzione più ridotti".
Alla luce di questo e circa l’esigenza di contenere l’ammontare della sanzione pecuniaria entro limiti più confacenti alla realtà dilettantistica, l'Asd Pietramontecorvino ha subito un'ammenda pari a 4mila euro.
Da immediato

http://www.immediato.net/2015/10/30/abusi-...e-nel-foggiano/

Abusi sessuali su giovani calciatori e foto hard. Condannato dirigente sportivo (ed ex sacerdote) nel Foggiano
30 ottobre 2015 ·
pedopornografia
Immagine d'archivio
Ex sacerdote, dirigente sportivo e pedofilo. Il Tribunale federale della Figc ha inibito per cinque anni Giovanni Trotta, 55enne della ASD Pietramontecorvino, squadra di calcio iscritta nei campionati regionali del Molise. L'uomo avrebbe compiuto gravi e reiterati abusi sessuali nei confronti di un giovane calciatore, non ancora 14enne, con la scusa di impartirgli lezioni private e con la promessa di un ingaggio come fotomodello e di un provino per un'importante società di calcio. Per lui è stata disposta la preclusione alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della Figc. I fatti sarebbero avvenuti tra il 2013 e il 2014 come emerso dalle indagini compiute dalla Procura di Bari che si occupa del profilo penale della vicenda. L'uomo, ridotto allo stato laicale da un provvedimento del Consiglio Generale della Congregazione nel febbraio 2012, era finito nel mirino della Polizia Postale già da diverso tempo ed arrestato ad aprile di quest'anno.

Trotta, consigliere con delega di rappresentanza, tesserato per la società di Pietra, avrebbe compiuto gravi abusi sessuali in danno del giovane calciatore R.L., all’interno della propria abitazione a Pietramontecorvino, dove Trotta lo attirò, approfittando del ruolo rivestito nell’ambito della società di calcio frequentata dal minore, con la scusa di impartirgli lezioni private e inducendolo a compiere e a subire atti sessuali grazie a false promesse. Trotta avrebbe poi prodotto e divulgato materiale pedopornografico, consistente in fotografie ritraenti il giovane calciatore e altri minori, allo stato non identificati, scattate sia nella propria abitazione sia nei servizi igienici dell’impianto sportivo della società Asd Pietramontecorvino. Il tutto tra il 2013 e il novembre 2014, come emerso dalle indagini, scattate dopo la denuncia di un genitore, e dagli atti acquisiti dalla Procura della Repubblica di Bari.

All'udienza di trattazione erano presenti Dario Perugini per la Procura Federale ed Enzo Iannantuono in qualità di presidente della società di Pietramontecorvino. Per Trotta non c'era nessuno.
La Procura Federale, dopo aver illustrato i fatti, ha richiesto l’applicazione delle seguenti sanzioni: inibizione di anni 5 per Trotta, disponendo anche la sua preclusione alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della Figc, e ammenda di 20mila euro per la società.
Il presidente Iannantuono ha spiegato che Trotta non ha mai fatto parte del consiglio direttivo della società, avendo avuto solo una semplice delega agli atti ordinari della stessa, e che i fatti oggetto del deferimento sono avvenuti principalmente presso l’abitazione privata dell'uomo e solo sporadicamente ed occasionalmente presso l’impianto sportivo della società. Altre considerazioni sono state fatte in linea con le risultanze degli atti di indagine, riportando all'attenzione del Tribunale Federale l’attività meritoria della società nel raggiungimento di importanti risultati sportivi e nel gestire al meglio oltre che la prima squadra anche tutta l’attività giovanile, dagli juniores alla scuola calcio, oltre che le difficoltà economiche esistenti. Infine ha concluso richiedendo l’applicazione di una sanzione pecuniaria in termini accettabili ed affrontabili dalla società con riduzione consistente della somma richiesta dalla Procura Federale semmai infliggendo, in aggiunta, la sanzione della squalifica del campo per le giornate ritenute congrue, sempre che fosse riscontrata l'effettiva sussistenza della responsabilità diretta della società deferita, contestata dalla stessa nel caso in esame, per quanto accennato in ordine al ruolo rivestito dall'ex sacerdote all’interno della società.

L’analisi approfondita della documentazione pervenuta dalla Procura Federale porta a riconoscere in pieno le responsabilità di Trotta, conseguenti alla condotta tenuta e meglio riportata nella violazione contestatagli, con l’aggravante di aver utilizzato il suo ruolo all’interno della società e, in modo più preciso, nel settore giovanile come occasione e modo per mettere in atto il suo disegno criminoso. Del resto i fatti non sono stati contestati né dal deferito, non comparso neanche a mezzo di difensore, né dalla società di appartenenza, limitatasi a contestare la sussistenza delle condizioni per il riconoscimento della responsabilità diretta della stessa.

Per quanto riguarda la responsabilità contestata alla società, è stato rilevato che Trotta entrò a far parte del club in qualità di socio a seguito dell'assemblea dei soci tenuta in data 8 ottobre 2012 e dall’annata calcistica 2013-2014 risulta nell’organigramma della società come consigliere ed inserito nella lista dei delegati alla firma insieme ad altri tre consiglieri. Tale delega, che dà la rappresentanza della società, rende configurabile la responsabilità diretta della Asd in quanto "le società rispondono direttamente dell’operato di chi le rappresenta, anche per singole questioni, ai sensi delle norme federali".
Secondo il giudice, "Trotta era riuscito ad ottenere credito e fiducia non sono nell’ambiente sportivo ma anche in tutta la comunità di Pietramontecorvino, motivo per cui la sua disponibilità a trattare con i ragazzi non ha portato nessuno, nell’ambito della società di appartenenza, ad ipotizzare che tale atteggiamento avesse secondi fini. Inoltre - aggiunge -, occorre anche considerare che è pur vero che il suo ruolo di tesserato per la società Pietramontecorvino lo ha agevolato nel commettere le violazioni contestate. Tuttavia è altrettanto indubbio che egli solo in qualche occasione ha utilizzato l’impianto sportivo per commetterle. Dagli atti infatti risulta che la condotta criminosa nei locali della società si è concretizzata solo nello scattare delle foto. Da ultimo, ai fini della graduazione della sanzione irrogabile va tenuto conto che il codice di giustizia sportiva opera sempre una netta distinzione tra il settore professionistico ed il settore dilettantistico, per il quale sono stabiliti limiti di sanzione più ridotti".
Alla luce di questo e circa l’esigenza di contenere l’ammontare della sanzione pecuniaria entro limiti più confacenti alla realtà dilettantistica, l'Asd Pietramontecorvino ha subito un'ammenda pari a 4mila euro.
 
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view post Posted on 17/3/2016, 17:26
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http://bari.repubblica.it/cronaca/2016/03/...rete-135704486/

Bari, ex sacerdote a rischio processo: "Abusò di un bambino con la scusa di un provino di calcio"Bari, ex sacerdote a rischio processo: "Abusò di un bambino con la scusa di un provino di calcio"
Un'aula giudiziaria
Giovanni Trotta, ex sacerdote ed ex socio di una scuola calcio, è accusato di violenza sessuale aggravata nei confronti di un undicenne. I fatti sarebbero stati commessi in una cittadina del Foggiano

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17 marzo 2016



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La Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per il 55enne Giovanni Trotta, ex sacerdote ed ex socio di una scuola calcio, accusato di violenza sessuale aggravata nei confronti di un undicenne e di produzione, distribuzione, divulgazione, condivisione e pubblicizzazione di materiale pedopornografico ai danni del bambino. I fatti risalgono al 2013-2014 e sarebbero stati commessi in una cittadina del Foggiano.

Stando alle indagini di carabinieri e polizia postale, coordinate dal pm Simona Filoni, Trotta "abusando delle condizioni di inferiorità fisica e psichica" del ragazzo, che era "affidato alla sua custodia - si legge nel capo d'imputazione - in relazione alla sua qualità di componente della società della squadra di calcio frequentata dal bambino, nonché di suo docente di lezioni private", avrebbe abusato sessualmente di lui "millantando la sua qualità di sacerdote (sebbene invece ridotto da alcuni anni allo stato laico), nonché con la promessa di un ingaggio come fotomodello nel mondo della moda e con quella di un provino per una importante società calcistica romana".

Così lo avrebbe adescato e violentato nella mansarda della sua abitazione, facendolo anche posare per scatti pornografici: quelle foto furono inviate ad altri quattro minori su una chat di Whatsapp. Nell'ambito del procedimento, avviato nel novembre 2014 dopo la denuncia dei genitori della piccola vittima, Trotta è stato arrestato nell'aprile 2015 ed è tuttora detenuto in carcere. Dopo l'arresto la Procura di Bari ha avviato un'altra indagine, ancora in corso, per accertare eventuali responsabilità legate a presunti abusi sessuali su altri minorenni.
 
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Adriano Pacifici1
view post Posted on 17/3/2016, 20:22




Questa è la dimostrazione dei danni che fa la pretesa di certi esponenti ecclesiastici di non avere l'obbligo di denunciare le malefatte dei preti pedofili, limitandosi solo ad irrogare sospensioni, riduzioni allo stato laicale... ecc., questo può andar bene solo se la Chiesa si consideri un vaso non comunicante con il resto della società civile. Ma non è così. Basta che il reo si sposti in un altro settore come ad es. quello del calcio e ci risiamo. Produce altri danni. La reclusione in questi casi, non rappresenta solo un legittimo aspetto punitivo, ma anche protettivo nei confronti di altre potenziali vittime dalle quali il pedofilo deve essere tenuto lontano.
 
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view post Posted on 15/4/2016, 09:25
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http://www.leggo.it/news/italia/prete_pedo...ni-1669971.html

STUPRÒ UN BAMBINO DI 11 ANNI E FILMÒ TUTTO:
A PROCESSO UN EX SACERDOTE NEL FOGGIANO
COMMENTA
Stuprò un bambino di 11 anni e filmò tutto:
a processo un ex sacerdote nel foggiano
Giovedì 14 Aprile 2016, 16:45:18

Sarà processato con il rito abbreviato il 55enne Giovanni Trotta, ex sacerdote ed ex socio di una scuola calcio, accusato di violenza sessuale aggravata nei confronti di un 11enne e di produzione, distribuzione, divulgazione, condivisione e pubblicizzazione di materiale pedopornografico ai danni del bambino.

I fatti risalgono al 2013-2014 e sarebbero stati commessi in una cittadina del Foggiano. In apertura dell'udienza preliminare dinanzi al gup del Tribunale di Bari Giovanni Anglana, si sono costituiti parte civile i genitori dell'11enne vittima dei presunti abusi. L'imputato ha poi chiesto il rito alternativo che si celebrerà davanti allo stesso giudice a partire dal prossimo 14 luglio.

Stando alle indagini di carabinieri e polizia postale, coordinate dal pm Simona Filoni, Trotta avrebbe abusato sessualmente del ragazzo «millantando la sua qualità di sacerdote (sebbene invece ridotto da alcuni anni allo stato laico), nonché con la promessa di un ingaggio come fotomodello nel mondo della moda e con quella di un provino per una importante società calcistica romana». Per questi fatti il 55enne è stato arrestato nell'aprile 2015 ed è tuttora detenuto in carcere.
 
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view post Posted on 26/6/2016, 18:43
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http://www.foggiatoday.it/cronaca/arresto-...ntecorvino.html

ronaca / Pietramontecorvino
Abusava sessualmente dei bambini, girava foto e video porno: arrestato ‘Don Gianni’
Allenatore di calcio ed ex sacerdote, Giovanni Trotta approfittava della fragilità dei bimbi di 11, 12 e 13 anni, di Pietramontecorvino e Casalnuovo Monterotaro. Le violenza si consumavano via internet e a casa sua

edazione
21 giugno 2016 09:46
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Incidente a Ippocampo, travolge e uccide 47enne: arrestato per omicidio stradale

4 Scatta a Vieste l'operazione "Spiagge libere".Tolleranza zero sull'abusivismo commerciale
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Immagine di repertorio
La polizia postale e delle comunicazioni di Bari ha eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale locale, la dott.ssa Giulia Romanazzi, su richiesta del Pubblico Ministero Simona Filoni, nei confronti di Giovanni Trotta, ex sacerdote classe 1960, ridotto allo stato laicale dal 16 marzo 2012

LE ACCUSE, VIOLENZA SESSUALE E PEDOPORNOGRAFIA. L'indagato è accusato di violenza sessuale aggravata e continuata commessa ai danni di G.A (classe 2002), D.N. (classe 2002), F.A.(classe 2001), C.G.(classe 2001), T.G.(classe 2002), tutti minori di età compresa tra i dodici anni ed i tredici anni, affidati alla sua custodia in relazione alla sua qualità di dirigente ed allenatore della squadra di calcio frequentata dai bambini, nonché di loro docente di lezioni private, nonché dei delitti di pornografia minorile in danno dei cinque minori in questione e di divulgazione di materiale pornografico realizzato mediante lo sfruttamento sessuale dei suddetti minori in questione, materiale ed informazioni di carattere pedopornografico, che distribuiva e diffondeva agli stessi ed anche ad altri minori, al fine di attrarli a sé e di metterli in competizione tra di loro, per via telematica e mediante l'applicazione WhatsApp; nonché di adescamento di minori commesso nei confronti di G.A. e della minore P.M., entrambi di anni dodici, che adescava in chat attraverso Messenger del profilo Facebook delle vittime. I reati sono stati commessi a Pietramontecorvino e Casalnuovo Monterotaro nel 2014.

I REATI COMMESSI A CASA SUA. L’arrestato consumava gli abusi sessuali all'interno della sua abitazione, luogo in cui i minori si recavano per il doposcuola; Qui l’uomo, abusando delle loro condizioni di inferiorità fisica e psichica e forte dell'ascendente che aveva sui bambini, li induceva a compiere e subire atti sessuali, consumati singolarmente o in gruppo; induzione che rafforzava millantando la sua qualità di sacerdote, facendosi chiamare Don Gianni, nonché con la promessa di farli giocare computer e a vari giochi, oppure sfruttando il social network Facebook, sul quale si accreditava come "amico degli amici", inviando loro migliaia di chat, quasi tutte dal contenuto erotico e pedopornografico.

I VIDEO PEDOPORNOGRAFICI. Poi li costringeva a produrre materiale pedopornografico, che veniva realizzato, con continue sollecitazioni, all'interno della abitazione dell'uomo, su un soppalco, attraverso rappresentazioni di pornografia minorile prodotte mediante lo sfruttamento sessuale dei minori, effettuate con il telefono cellulare, con una fotocamera digitale o prodotte, su sua richiesta, dagli stessi minori. I video venivano distribuiti e divulgati dall'ex sacerdote sia alle stesse vittime, con l'unico scopo di metterle in competizione tra di loro e di insinuare in loro curiosità di natura sessuale, oppure ad altri soggetti, tutti minorenni.

LE FOTO SHOCK. Analoghi contenuti avevano le chat con le quali intratteneva costanti dialoghi con i minori di cui poi abusava, nonché con i minori che adescava in rete, con dialoghi tutti dal contenuto pornografico e pedopornografico, avviati nonostante fosse consapevole dell'età delle vittime, cui chiedeva di inviare foto degli organi genitali ed alle quali mandava fotografie che lo raffiguravano nudo, sul letto, con l'organo genitale in erezione.

UNA BAMBINA COME ESCA. Tra le vittime degli adescamenti vi è anche una minore, utilizzata dall'arrestato al fine di ottenere materiale pedopornografico da "spendere" come esca con i bambini di sesso maschile di cui abusava e che si erano dimostrati più restii a recarsi presso la sua abitazione; dimostrando fintamente interesse per i soggetti di sesso femminile, infatti, Giovanni Trotta riusciva a convincere anche i minori più diffidenti a recarsi presso la sua abitazione ed a perpetrare i suoi turpi crimini contro l'infanzia.

IL PROVVEDIMENTO DELLA CHIESA. L'arrestato riusciva a carpire la fiducia dei minori e la loro buona fede, oltre che la fiducia dei loro genitori, perché forte del suo ruolo di "sacerdote", non avendo mai rivelato di essere stato ridotto allo stato laicale con provvedimento adottato dalla Congregatio Pro Doctrina Fidei Prot. N. 5/200 del 16 marzo 2012 per ragioni connesse alla commissione di delicta contra sextum Decalogi praeceptum cum minoribus con il quale era stato dispensato dallo stato del sacro celibato e dagli oneri sacerdotali, nonché perché conosciuto nell'ambiente sportivo, quale allenatore della ‘Società Calcio Pietramontecorvino’, costituita da minori tutti in età prepuberale e perché si proponeva quale insegnante di doposcuola dei bambini di cui poi abusava.

L’ALLONTANAMENTO DELLA SOCIETA’ DI CALCIO. L’11 novembre 2014 la società calcistica dei Monti Dauni, prima della perquisizione domiciliare disposta il 21 dello stesso mese, lo allontanava per "comportamenti contrari ai principi ed ai valori cui la società si ispira", senza però sporgere alcuna denuncia.

LA FRAGILITA’ DEI BAMBINI. Giova rappresentare che tutti i bambini brutalizzati dall’ex sacerdote hanno riferito di aver riposto nell'uomo grande fiducia, costituendo per loro, in ragione del ruolo e della età, un valido punto di riferimento. L’arrestato ha approfittato invece della loro ingenuità, connessa all'età e della loro fragilità affettiva, in quanto alcuni di loro erano figli dì genitori separati o con problematiche familiari ed, in un caso, appena rimasti orfani di padre. Tutte circostanze ben note all'arrestato. Le vittime accertate al momento sono sette, ma sono in corso indagini volte ad individuare ulteriori minori, in via di identificazione.

FOTO E CONVERSAZIONI AGGHIACCHIANTI. Il materiale acquisito dal Compartimento Polizia Postale di Bari nel corso della perquisizione disposta dalla Procura della Repubblica di Bari, che ha portato al sequestro di computer, telefoni e macchine fotografiche, è risultato agghiacciante per i suoi contenuti, sia in relazione alle foto prodotte, che ai contenuti delle chat inviate dall'ex religioso.

Dal 4 aprile 2015 ‘Don Gianni’ si trova in stadio di custodia cautelare per analoghi crimini ai danni di un altro minore, R.L. di 11 anni. Nell’ambito del primo processo, Giovanni Trotta sarà giudicato con rito abbreviato il prossimo 14 luglio.
 
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view post Posted on 22/7/2016, 17:11
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Pedofilia, otto anni a ex sacerdote: violenze sessuali su un ragazzino nel FoggianoPedofilia, otto anni a ex sacerdote: violenze sessuali su un ragazzino nel Foggiano
Giovanni Trotta è in carcere con l’accusa di aver sottoposto ad abusi anche altri cinque ragazzi tra i 12 e i 13 anni. L'uomo reclutava le potenziali vittime sfruttando anche il suo ruolo di allenatore di calcio

di GABRIELLA DE MATTEIS
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20 luglio 2016
136
Otto anni. E’ la condanna inflitta in tribunale a Bari all’allenatore di calcio ed ex sacerdote Giovanni Trotta, finito sotto processo con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di un ragazzino di 14 anni. Il gup Giovanni Anglana, accogliendo la tesi del pm Simona Filoni, ha inflitto una pena esemplare all’ex sacerdote della provincia di Foggia, attualmente in carcere con l’accusa di aver sottoposto ad abusi anche altri cinque ragazzi tra i 12 e i 13 anni. Trotta era stato ridotto allo stato laicale dal 16 marzo 2012.

Trotta, che reclutava le proprie potenziali vittime sfruttando il suo ruolo di allenatore di calcio, dovrà pagare una provvisionale alla famiglia della piccola vittima. Il giudice lo ha condannato al divieto di frequentare luoghi in cui ci sono abitualmente. L’ex sacerdote è accusato anche di aver diffuso materiale pedopornografico e di aver approfittato delle particolari condizioni psichiche del ragazzino.
 
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view post Posted on 27/1/2017, 17:41
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Bari, ex sacerdote indagato per abusi su 9 ragazzini: era già stato condannato a 8 anni per pedofiliaBari, ex sacerdote indagato per abusi su 9 ragazzini: era già stato condannato a 8 anni per pedofilia
Il 56enne Giovanni Trotta, che allenava una squadra di calcio giovanile, è già stato condannato in primo grado a otto anni di carcere per violenza sessuale su un undicenne. Ora rischia un nuovo processo

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27 gennaio 2017
4
Il 56enne Giovanni Trotta, ex sacerdote ed ex allenatore di una squadra di calcio giovanile, già condannato in primo grado a otto anni di carcere per violenza sessuale su un 11enne, rischia un nuovo processo per altri nove presunti casi di abusi nei confronti di altrettanti minorenni. L'udienza preliminare per discutere la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla pm barese Simona Filoni comincerà il prossimo 7 febbraio dinanzi al gup Roberto Oliveri Del Castillo.

Trotta, in carcere dall'aprile 2015 per la prima vicenda e destinatario di una seconda ordinanza d'arresto nel luglio scorso per le nuove accuse, risponde di violenza sessuale aggravata, produzione e diffusione di materiale pedopornografico, adescamento di minori. I fatti contestati, tutti avvenuti in provincia di Foggia, risalgono al 2014.

In particolare Trotta risponde dei reati di violenza sessuale aggravata e continuata nei confronti di cinque minori di età compresa fra i 12 e i 13 anni, affidati alla sua custodia in quanto dirigente e allenatore della squadra di calcio frequentata dai bambini, nonché di loro docente di lezioni private, dei quali avrebbe abusato nella sua abitazione singolarmente o in gruppo, fotografandoli durante gli atti sessuali.

E' inoltre accusato di pornografia minorile e divulgazione di materiale pornografico realizzato mediante lo sfruttamento sessuale, che "distribuiva e diffondeva agli stessi ed anche ad altri minori - si legge nell'imputazione - al fine di attrarli a sé e di metterli in competizione tra di loro, per via telematica e mediante l'applicazione WhatsApp del telefono cellulare in suo uso". Risponde infine di adescamento di due 12enni, un ragazzo e una ragazza, attraverso la chat Messenger del loro profilo Facebook.
 
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http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/pug...9-201702a.shtml

7 FEBBRAIO 201709:12
Foggia, la Chiesa sapeva ma non "parlò": ex prete violenta 11 bambini
Lʼuomo era stato ridotto allo stato laicale nel 2012 per "delicta cum minoribus", ma la Congregazione decise di mantenere segreti i motivi dellʼallontanamento
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Foggia, la Chiesa sapeva ma non "parlò": ex prete violenta 11 bambini
Torna in un'aula di tribunale Giovanni Trotta, ex prete ridotto allo stato laicale, già condannato nell'ottobre 2015 a 8 anni di reclusione per violenza sessuale su un bambino di 11 anni e finito nuovamente in carcere a giugno 2016 con accuse analoghe per reati commessi su una decina di bambini. Polemiche sulla decisione della Chiesa di allontanarlo, già nel 2012, senza però divulgarne i motivi, permettendo di fatto che l'uomo trovasse nuove vittime.

La riduzione allo stato laicale - Trotta, o don Gianni, come era conosciuto un tempo, era stato infatti ridotto allo stato laicale nel 2012 per "delicta cum minoribus", ma la Chiesa allora non divulgò i motivi dell'allontanamento, permettendo di fatto che l'uomo potesse in seguito allenare una squadra di calcio di giovanissimi.

Il silenzio per non dare "scandalo ai fedeli" - All'epoca la vicenda si "risolse" tutta internamente alla Curia. Le prime denunce arrivarono nel 2009 e, nel 2012, la Congregazione per la dottrina della fede decise la riduzione allo stato laicale. Nessuno però denunciò Trotta in procura e, in più, la Congregazione impose al vescovo di non divulgare le ragioni del suo allontanamento per non creare "scandalo ai fedeli".

Perché nessuno ha parlato quando don Trotta iniziò ad allenare una squadra di giovanissimi? - Ma è nella stessa decisione della Congregazione che si pone un limite alla riservatezza: ovvero nel caso in cui "se sussiste il pericolo di abuso per i minori, l'Ordinario può divulgare il fatto", si legge infatti nel provvedimento. Ma perché allora nessuno ha fatto niente quando don Trotta ha iniziato ad allenare la squadra di giovanissimi? A far esplodere lo scandalo per altro non sarà nemmeno l'associazione sportiva, che infatti decide l'allontanamento dell'allora allenatore Trotta per "motivi etici", ma senza denunciare nulla alla polizia. Sarà invece la denuncia di un padre a portare don Trotta al centro dell'indagine che gli costerà il carcere.

I "non sapevo" della Curia - Nel frattempo nella Curia di Foggia è un rimpallo di responsabilità scanditi a suon di "non sapevo". L'allora vescovo monsignor Domenico Cornacchia rilancia infatti la palla: "Non era un presbitero diocesano, avrebbe dovuto controllare il suo superiore generale e provinciale".
FOGGIA
 
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view post Posted on 7/2/2017, 19:54
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Gli ordini della CEI: "Non denunciamo preti criminali per la privacy"



http://bari.repubblica.it/cronaca/2017/02/...tori-157756969/

Foggia, la Curia caccia il prete pedofilo ma non lo denuncia: lui violenta altri 11 bambini
"Non divulgare i motivi del suo allontanamento per evitare scandalo", scriveva il 16 marzo del 2012 la Congregazione per la Dottrina della fede nel provvedimento di dimissione dello stato clericale

di GIULIANO FOSCHINI

07 febbraio 2017

Foggia, la Curia caccia il prete pedofilo ma non lo denuncia: lui violenta altri 11 bambini
Una manifestazione contro la pedofilia
Avevano scoperto tutto. Eppure non l'hanno mai denunciato. Gli hanno fatto togliere l'abito talare per quei delicta cum minoribus, seppur per tutti era rimasto don Gianni. Eppure non hanno battuto ciglio quando ha cominciato ad allenare una squadra di calcio di ragazzini. "Non divulgare i motivi del suo allontanamento per evitare scandalo", scriveva il 16 marzo del 2012 la Congregazione per la Dottrina della fede, l'ex Santo Uffizio, nel provvedimento di dimissione dello stato clericale.

Non parlava la Curia, non denunciava per "evitare scandalo", dunque, mentre quello si prendeva la vita non di un bambino, non di due, ma di un'intera generazione di questo piccolo paese della provincia di Foggia. Un borgo che ha perso, forse per sempre, la sua adolescenza. La storia è quella di Gianni Trotta, poi don Gianni, infine Gianni e basta. Comunque un pedofilo, in ogni momento della sua vita. L'uomo oggi è in carcere, condannato a ottobre del 2015 a otto anni di reclusione per violenza sessuale aggravata nei confronti di un 11enne e di produzione di materiale pedopornografico. Con le stesse accuse per le quali è già stato condannato, Trotta sarà processato per reati commessi nei confronti di un'altra decina di bambini tra gli 11 e 12 anni.

Secondo la Procura di Bari li ha adescati, in alcuni casi ha abusato di loro e potrebbero non essere i soli, i casi sospetti sono una trentina. "Tutti bambini - ragiona il padre di uno di loro - che si sarebbero potuti salvare se soltanto la Chiesa avesse fatto quello che doveva: denunciare quel mostro". Se Trotta è stato fermato, lo si deve soltanto alla determinazione di una giovane sostituta procuratrice di Bari, Simona Filoni, che un giorno vede sulla sua scrivania la denuncia di un genitore: "C'è un signore che ha chiesto a mia figlia di 11 anni, su Internet, le sue foto nuda". Basta una piccola ricerca ed ecco Trotta, sul quale tra l'altro già indagavano altre due Procure.

L'uomo in quel momento allena una squadra di calcio del paese. Nel giro di pochi giorni scatta una perquisizione: è il 15 novembre del 2014. "La cosa più orribile che mi era mai capitata di vedere", scuote ancora oggi la testa un investigatore. Filmati, dvd, foto, chat a ogni ora, soltanto con bambini. "Conservava tutto nel soppalco a casa della madre novantenne". Gli investigatori ascoltano il primo bambino, poi il secondo, i racconti sono precisi, tremendi, "le foto delle bambine servivano per dimostrarci che non fosse gay", in paese lo chiamano tutti "don Gianni".

Trotta era un prete? "Non lo è più dal 2012", si affretta a spiegare la Curia ndi Lucera, esibendo il documento della Congregazione per la dottrina della fede con il quale l'uomo era ridotto allo stato laicale, la più severa delle pene. In quel documento, in realtà, c'è però la prova che la Chiesa sapeva tutto da tempo. Le prime denunce all'ex Sant'Uffizio sono del 2009, tre anni dopo arriva la pena "in patrando delicta contra sextum Decalogi praeceptum cum minoribus", cioè per "essere colpevole di delitti con minori contro il sesto precetto del decalogo" ("non commettere adulterio"). Trotta perde però soltanto l'abito.

Nessuno lo denuncia in Procura. E in più la Congregazione, all'epoca guidata dal cardinale Joseph Levada, impone al vescovo che "la nuova condizione di sacerdote dimesso non dia scandalo ai fedeli". "Tuttavia - aggiunge - se sussiste il pericolo di abuso per i minori l'Ordinario può divulgare il fatto". Silenzio, quindi. Seppur in caso di pericolo, si può raccontare quello che è successo. In pochi in paese sanno, in realtà, che Trotta non sia più un prete. "Al funerale del padre aveva il collarino ecclesiastico" raccontano oggi. "Frequentava la chiesa, ci aveva detto che era in attesa di una nuova destinazione". Comincia così ad allenare la squadra giovanile. I ragazzini sono bombardati dalle sue avance eppure nessuno denuncia. Il 15 novembre la dirigenza della squadra lo allontana per "motivi etici", senza avvisare la polizia che arriverà qualche giorno dopo su delega della pm Filoni. È a quel punto che si apre il vaso degli orrori.


a perché nessuno lo ha fermato? Perché gli è stato consentito di frequentare bambini nonostante i suoi precedenti? "Da un punto di vista del diritto canonico il provvedimento della Congregazione è inattaccabile: è stato inflitto il massimo della pena e la legge italiano non impone la denuncia" dicono i tecnici. Ma quella decina di bambini violati avrebbero potuto avere un futuro, se il vescovo dell'epoca, monsignor Domenico Cornacchia, lo avesse denunciato anche soltanto quando Trotta ha cominciato ad allenare, come d'altronde imponeva la direttiva del Vaticano.

Perché non lo ha fatto? "Ma io non sapevo nulla di Trotta - risponde ora Cornacchia - Non era un presbitero diocesano, avrebbero dovuto controllare il suo superiore generale e provinciale ". Monsignor Giuseppe Giuliano è il nuovo vescovo di Lucera. È arrivato da due giorni. Ha la voce provata: "Non sapevo nulla. Tremo a pensare a quei bambini - dice - È troppo tutto questo male".

http://www.lastampa.it/2014/03/30/italia/c...QI/premium.html

www.lastampa.it/premium
 
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view post Posted on 16/3/2017, 10:03
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http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/20...6a5996e559.html

Ex prete abusò 11enne:gup,superficialità
Motivazioni sentenza. Processo per violenze su altri nove minori

(ANSA) - BARI, 15 MAR - Parla di "atteggiamento quantomeno superficiale delle locali autorità religiose" il gup del Tribunale di Bari Giovanni Anglana nelle motivazioni della sentenza con cui nei mesi scorsi ha condannato Giovanni Trotta, ex sacerdote ed ex allenatore di una squadra di calcio giovanile della provincia di Foggia, alla pena di 8 anni di reclusione per violenza sessuale su un 11enne. Trotta - si è appreso oggi - sarà inoltre processato a partire dal prossimo 5 giugno dinanzi al Tribunale di Foggia per abusi su altri nove minorenni, di età compresa tra i 12 e i 13 anni. Gli hanno consentito "addirittura - scrive il gup - di continuare ad indossare il clergy (il colletto bianco delle camicie usate dai sacerdoti, ndr) e a farsi chiamare don Gianni; così permettendo all'imputato di continuare impunemente a frequentare minori e a farne oggetto delle sue abominevoli perversioni". Il giudice definisce poi l'imputato "abituale adescatore di minori via internet" e sottolinea "la serialità patologica delle condotte"
 
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view post Posted on 3/7/2017, 10:33

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Bari. Spretato "senza scandalo" ma non denunciato, tornò a violentare decine di ragazzini

n.B. Ladaria è attualmente arcivescovo non cardinale


Ladaria
Ladaria

La storia di don Giovanni Trotta: https://laici.forumcommunity.net/?t=57575509

http://espresso.repubblica.it/attualita/20...dofilo-1.305411

ESCLUSIVA L'ESPRESSO REPUBBLICA
Vaticano, così il cardinale promosso coprì un prete pedofilo
Due giorni fa Ladaria è stato nominato da papa Francesco prefetto della Congregazione della Fede. Al posto del tedesco Muller, considerato da Bergoglio troppo timido nella lotta alla pedofilia. Ma il nuovo capo dell'ex Sant'Uffizio nel 2012, davanti a un sacerdote maniaco appena spretato, in un decreto ordinò il silenzio «per evitare scandalo tra i fedeli». Così l'orco violentò indisturbato altri bambini. L'esclusiva Espresso-Repubblica
DI EMILIANO FITTIPALDI E GIULIANO FOSCHINI
03 luglio 2017


Vaticano, così il cardinale promosso coprì un prete pedofilo
Nel marzo del 2012 il cardinale Luis Ladaria Ferrer, promosso sabato da papa Francesco nuovo prefetto della Congregazione della dottrina della Fede, ha coperto, senza denunciarlo, un prete pedofilo che era stato ridotto in stato laicale per abusi sessuali. Di più. Ha ordinato, nero su bianco, che la condanna canonica passasse sotto silenzio. Don Gianni Trotta, grazie all'acquiescenza del Vaticano e dei vertici della curia locale, ha così potuto continuare indisturbato a violentare minorenni: dopo essere stato costretto a lasciare la tonaca è infatti diventato allenatore di una squadra di calcio giovanile, e in due anni ha molestato indisturbato una decina di bambini vicino Foggia.
VEDI ANCHE:
espressodondi-20170112173021267-jpg
Così il Vaticano protegge i preti pedofili

Alti prelati del Vaticano, italiani e stranieri. Molto vicini a papa Francesco. Che per anni hanno insabbiato le violenze sessuali sui minori da parte degli orchi con la tonaca. Le nuove rivelazioni su responsabilità, silenzi e omertà

La storia di Trotta è stata raccontata da “Repubblica” lo scorso febbraio, ma solo oggi vengono alla luce le responsabilità dirette di Ladaria. È lui che il 16 marzo 2016 firma il decreto in latino, nel quale invitava i superiori del pedofilo a stare zitti e muti per non «generare scandalo tra i fedeli». Una nuova spina per papa Francesco, che – dopo l'incriminazione formale del suo (ormai ex) braccio destro George Pell per presunti abusi su alcuni adolescenti australiani - ha deciso di nominare Ladaria come successore di Gerhard Ludwig Muller, il cardinale tedesco licenziato in tronco anche perché giudicato poco incisivo nella lotta alla pedofilia. Un paradosso.

La copertina dell'Espresso del 15...
La copertina dell'Espresso del 15 gennaio 2017

Andiamo con ordine. Sappiamo che Don Trotta viene messo sotto processo in Vaticano nel 2009. Sappiamo anche che della vicenda non trapelò nulla e che Ladaria, segretario della Congregazione dal 2008 fino alla promozione di queste ore, e il suo superiore di allora, il prefetto William Levada, firmarono il decreto che condannò don Trotta alla pena massima, cioè la messa in stato laicale, per abusi sessuali su minori. Il documento venne inviato, presumibilmente, ai superiori dell'orco, che apparteneva alla congregazione della Piccola Opera della Divina Provvidenza, e risiedeva nel vescovato di Lucera, vicino Foggia.


Per il Vaticano Trotta è ufficialmente un pedofilo, ma nessuno si prende la briga di denunciarlo alle autorità italiane. I cardinali Ladaria e Levada scelgono un'altra strada. Nel documento, dopo aver comunicato che «Don Gianni Trotta è colpevole di delitti con minori contro il sesto comandamento» e che «Il Sommo Pontefice papa Benedetto XVI ha deciso con suprema e inappellabile sentenza che per il bene della Chiesa sia da irrogare la dimissione dallo stato clericale e dalla Piccola Opera della Divina Provvidenza», aggiungono che «ordinario faccia in modo per quanto possa, che la nuova condizione del sacerdote dimesso non dia scandalo ai fedeli». Un invito, in pratica, all'omertà.

Vero che nella missiva l'attuale prefetto Ladaria e il suo ex capo aggiungono che «l'ordinario», ossia coloro che avevano potestà diretta su don Trotta, avrebbe potuto rompere il patto dell'acquiescenza solo davanti a un nuovo «pericolo di abusi su minori», e che in quel caso si poteva «divulgare la notizia della dimissione, nonché il motivo canonico sotteso». Ma si tratta di una postilla pilatesta: invece di denunciare il pedofilo alla magistratura, il nuovo capo della Congregazione per la Dottrina della Fede spostava infatti ogni responsabilità di vigilanza sull'istituto di appartenenza del maniaco. Un controsenso, visto che il vescovo, il parroco e il superiore dell'Ordine non hanno più alcuna influenza su un sacerdote ormai spretato. Trotta decice di restare nel paesino, riciclandosi come allenatore di piccoli calciatori. Nessuno delle famiglie sa della sentenza, perché la curia e l'istututo tacciono.

Dal 2012 al 2014 oltraggia così (almeno secondo le accuse) una decina di ragazzini, tra pulcini delle giovanili e bimbe perseguitate in chat. Gianni distrugge in pratica la vita di un'intera generazione del borgo. Solo nell'aprile del 2015, grazie alla denuncia dei genitori di un bimbo di prima media che aveva trovato finalmente il coraggio di parlare, l'ex don viene arrestato per ordine di un pm di Bari, Simona Filoni. A luglio del 2016 Trotta è stato condannato in primo grado a otto anni di carcere per la violenza sul dodicenne, e tra qualche giorno inizierà un nuovo processo per gli abusi sugli altri bambini. «Se la Congregazione e la curia locale avessero denunciato alle autorità il sacerdote invece di scegliere la strada del silenzio, i piccoli sarebbero stati salvati dall'orrore: noi l'avremmo fermato», chiosa un investigatore che segue il caso.

Una scelta, quella di Ladaria e Levada, che è discutibile sotto il profilo etico, ma che resta impeccabile sotto il profilo canonico. La decisione inoltre è permessa dalla legge: grazie ai Trattati lateranensi in Italia gli ecclesiastici non hanno l'obbligo di denunciare le condotte dei loro sottoposti, anche se queste hanno rilevanza penale. L'opzione del silenzio, infine, permette oggi il solito scaricabarile. «Io non sapevo nulla di Trotta» ha spiegato il vescovo dell'epoca Domenico Cornacchia. Di certo c'è il dolore dei sopravvissuti, e il fatto che il nuovo prefetto voluto da Francesco forse avrebbe potuto salvare qualche bimbo, se solo avesse anteposto gli interessi dei più deboli a quelli della Chiesa.
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VATICANO PEDOFILIA PRETI PEDOFILI DON GIANNI TROTTA LUIS LADARIA FERRER
© Riproduzione riservata 03 luglio 2017

Edited by pincopallino2 - 6/7/2017, 11:52
 
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http://www.farodiroma.it/2017/07/04/pedofi...are-don-trotta/

Pedofilia. Le accuse di Repubblica a Ladaria e la risposta di TV 2000: vescovo e provinciale dovevano denunciare don Trotta
0
04 Lug 2017Ladaria, pedofilia by redazione
La sua nomina soltanto sabato scorso. Oggi finisce già nelle polemiche. Torniamo a occuparci del nuovo numero uno alla congregazione per la dottrina della fede, il gesuita spagnolo monsignor Luis Francisco Ladaria Ferrer. L’articolo di Repubblica lo accusa di non aver denunciato nel 2009, quando era segretario e non prefetto del medesimo dicastero, un caso di pedofilia. Ma per quella vicenda il prete in questione fu sanzionato e ridotto allo stato laicale proprio da monsignor Ladaria. Inoltre dalla stessa ricostruzione di Repubblica emerge chiaramente che i due ordinari ai quali Gianni Trotta era soggetto, ovvero il vescovo locale (che tra l’altro a quanto sembra ospitava il sacerdote) e il superiore degli orionini, non hanno messo in atto nessun tipo di condotta per prevenire altri possibili episodi delittuosi, come sarebbe stato loro dovere fare. In questo caso non si comprende l’accusa al dicastero vaticano. Mentre ci sono altri episodi poco chiari, per esempio sentenze di riduzione allo stato laicale ancora non emesse nonostante, ad esempio, una condanna inflitta a un sacerdote dalla Giustizia italiana. Ecco il servizio di TV2000 in risposta alle accuse a Ladaria.



La storia – ricostruita da Repubblica il 7 febbraio scorso – è quella di Gianni Trotta, poi don Gianni, infine Gianni e basta. Comunque un pedofilo, in ogni momento della sua vita. L’uomo oggi è in carcere, condannato a ottobre del 2015 a otto anni di reclusione per violenza sessuale aggravata nei confronti di un 11enne e di produzione di materiale pedopornografico. Con le stesse accuse per le quali è già stato condannato, Trotta sarà processato per reati commessi nei confronti di un’altra decina di bambini tra gli 11 e 12 anni.

Secondo la Procura di Bari li ha adescati, in alcuni casi ha abusato di loro e potrebbero non essere i soli, i casi sospetti sono una trentina. “Tutti bambini – ragiona il padre di uno di loro – che si sarebbero potuti salvare se soltanto la Chiesa avesse fatto quello che doveva: denunciare quel mostro”. Se Trotta è stato fermato, lo si deve soltanto alla determinazione di una giovane sostituta procuratrice di Bari, Simona Filoni, che un giorno vede sulla sua scrivania la denuncia di un genitore: “C’è un signore che ha chiesto a mia figlia di 11 anni, su Internet, le sue foto nuda”. Basta una piccola ricerca ed ecco Trotta, sul quale tra l’altro già indagavano altre due Procure.

L’uomo in quel momento allena una squadra di calcio del paese. Nel giro di pochi giorni scatta una perquisizione: è il 15 novembre del 2014. “La cosa più orribile che mi era mai capitata di vedere”, scuote ancora oggi la testa un investigatore. Filmati, dvd, foto, chat a ogni ora, soltanto con bambini. “Conservava tutto nel soppalco a casa della madre novantenne”. Gli investigatori ascoltano il primo bambino, poi il secondo, i racconti sono precisi, tremendi, “le foto delle bambine servivano per dimostrarci che non fosse gay”, in paese lo chiamano tutti “don Gianni”.

Trotta era un prete? “Non lo è più dal 2012”, si affretta a spiegare la Curia ndi Lucera, esibendo il documento della Congregazione per la dottrina della fede con il quale l’uomo era ridotto allo stato laicale, la più severa delle pene. In quel documento, in realtà, c’è però la prova che la Chiesa sapeva tutto da tempo. Le prime denunce all’ex Sant’Uffizio sono del 2009, tre anni dopo arriva la pena “in patrando delicta contra sextum Decalogi praeceptum cum minoribus”, cioè per “essere colpevole di delitti con minori contro il sesto precetto del decalogo” (“non commettere adulterio”). Trotta perde però soltanto l’abito.

Nessuno lo denuncia in Procura. E in più la Congregazione, all’epoca guidata dal cardinale Joseph Levada, impone al vescovo che “la nuova condizione di sacerdote dimesso non dia scandalo ai fedeli”. “Tuttavia – aggiunge – se sussiste il pericolo di abuso per i minori l’Ordinario può divulgare il fatto”. Silenzio, quindi. Seppur in caso di pericolo, si può raccontare quello che è successo. In pochi in paese sanno, in realtà, che Trotta non sia più un prete. “Al funerale del padre aveva il collarino ecclesiastico” raccontano oggi. “Frequentava la chiesa, ci aveva detto che era in attesa di una nuova destinazione”. Comincia così ad allenare la squadra giovanile. I ragazzini sono bombardati dalle sue avance eppure nessuno denuncia. Il 15 novembre la dirigenza della squadra lo allontana per “motivi etici”, senza avvisare la polizia che arriverà qualche giorno dopo su delega della pm Filoni. È a quel punto che si apre il vaso degli orrori.

Ma perché nessuno lo ha fermato? Perché gli è stato consentito di frequentare bambini nonostante i suoi precedenti? “Da un punto di vista del diritto canonico il provvedimento della Congregazione è inattaccabile: è stato inflitto il massimo della pena e la legge italiano non impone la denuncia” dicono i tecnici. Ma quella decina di bambini violati avrebbero potuto avere un futuro, se il vescovo dell’epoca, monsignor Domenico Cornacchia, lo avesse denunciato anche soltanto quando Trotta ha cominciato ad allenare, come d’altronde imponeva la direttiva del Vaticano.
Perché non lo ha fatto? “Ma io non sapevo nulla di Trotta – risponde ora Cornacchia – Non era un presbitero diocesano, avrebbero dovuto controllare il suo superiore generale e provinciale “. Monsignor Giuseppe Giuliano è il nuovo vescovo di Lucera. È arrivato lo scorso febbraio. Ha la voce provata: “Non sapevo nulla. Tremo a pensare a quei bambini – dice – È troppo tutto questo male”.
 
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view post Posted on 4/7/2017, 13:25

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"Bisogna evitare lo scandalo; non siamo obbligati a denunciare; non sapevo nulla". Ed il criminale violentava decine di bimbi foggiani


Mons Ladaria

L'indegno scaricabarile di Vaticano e Diocesi, protettori del pedofilo don Trotta

www.farodiroma.it/2017/07/04/pedofi...are-don-trotta/

Pedofilia. Le accuse di Repubblica a Ladaria e la risposta di TV 2000: vescovo e provinciale dovevano denunciare don Trotta

04 Lug 2017Ladaria, pedofilia by redazione
La sua nomina soltanto sabato scorso. Oggi finisce già nelle polemiche. Torniamo a occuparci del nuovo numero uno alla congregazione per la dottrina della fede, il gesuita spagnolo monsignor Luis Francisco Ladaria Ferrer. L’articolo di Repubblica lo accusa di non aver denunciato nel 2009, quando era segretario e non prefetto del medesimo dicastero, un caso di pedofilia. Ma per quella vicenda il prete in questione fu sanzionato e ridotto allo stato laicale proprio da monsignor Ladaria. Inoltre dalla stessa ricostruzione di Repubblica emerge chiaramente che i due ordinari ai quali Gianni Trotta era soggetto, ovvero il vescovo locale (che tra l’altro a quanto sembra ospitava il sacerdote) e il superiore degli orionini, non hanno messo in atto nessun tipo di condotta per prevenire altri possibili episodi delittuosi, come sarebbe stato loro dovere fare. In questo caso non si comprende l’accusa al dicastero vaticano. Mentre ci sono altri episodi poco chiari, per esempio sentenze di riduzione allo stato laicale ancora non emesse nonostante, ad esempio, una condanna inflitta a un sacerdote dalla Giustizia italiana. Ecco il servizio di TV2000 in risposta alle accuse a Ladaria.

www.immediato.net/2017/02/14/distin...ere-la-nazione/
“Distinto, colto”… e pedofilo. Il caso di “don Gianni” fa discutere la nazione
14 febbraio 2017 ·
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Giovanni Trotta
È approdato su La7 il caso di Giovanni Trotta, ex parroco dei Monti Dauni (Pietramontecorvino e Casalnuovo Monterotaro) condannato a 8 anni per violenza sessuale verso un 11enne. Durante la trasmissione “Bianco e Nero” incentrata sulle cronache italiane, conduttore e ospiti hanno cercato di rispondere alla domanda: “Chi ha coperto don Giovanni?”. Eh già, perchè è emersa solo pochi giorni fa la notizia della mancata denuncia da parte della Chiesa che nel 2012 si limitò a togliere l’abito talare al 56enne non divulgando i motivi del suo allontanamento “per evitare scandalo” scrisse la Congregazione per la Dottrina della fede, l’ex Santo Uffizio, nel provvedimento di dimissione dello stato clericale. Peccato però che sottacendo l’informazione, l’uomo sia tornato a colpire. Infatti, nonostante una condanna già in capo a “don Gianni”, l’ex parroco sarà nuovamente processato per presunti altri 9 casi di abusi. Nell’udienza preliminare del 7 febbraio scorso dinanzi al gup del Tribunale di Bari Roberto Oliveri del Castillo, l’imputato ha chiesto ed ottenuto di essere processato con il rito abbreviato. Trotta è ancora accusato di abusi su minorenni tra i 12 e i 13 anni che facevano parte dello stesso gruppo di giovani calciatori del primo ragazzino.

“Bianco e Nero” ha strappato una battuta a Raimondo Giallella, sindaco di Pietramontecorvino: “Chi è stato in silenzio è complice – ha detto il primo cittadino -. Ora attendiamo che le indagini facciano piena luce”.



Angelo Delle Donne, invece, dirigente della squadra di calcio per la quale “don Gianni” aveva lavorato, ha lasciato tutti perplessi con le sue dichiarazioni: “Una persona distinta e colta. Un amico. Certo non lo posso giustificare, assolutamente ma l’amicizia è un’altra cosa”. Inutili i tentativi di contattare l’avvocato da parte della trasmissione. Il legale di Trotta ha insistito sulla presunzione di innocenza del suo assistito evitando altre domande: “È possibile che l’avvocato di un uomo ridotto allo stato laicale e ritratto in foto hard con dei bambini possa invocare la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio?” il quesito posto dal programma di La7 in chiusura di servizio.

Ricordiamo, infine, che la Congregazione, all’epoca guidata dal cardinale Joseph Levada, impose al vescovo che “la nuova condizione di sacerdote dimesso non doveva provocare scandalo nei fedeli. Tuttavia – aggiunse – se sussiste il pericolo di abuso per i minori l’Ordinario può divulgare il fatto”. Silenzio, quindi. In pochi in paese sapevano, in realtà, che Trotta non era più un prete. “Al funerale del padre aveva il collarino ecclesiastico” raccontano oggi. “Frequentava la chiesa, ci aveva detto che era in attesa di una nuova destinazione”. Cominciò così ad allenare la squadra giovanile. I ragazzini furono bombardati dalle sue avance eppure nessuno denunciò. Poi la dirigenza della squadra lo allontanò per “motivi etici”, senza avvisare la polizia che arriverà qualche giorno dopo su delega della pm di Bari, Filoni. È a quel punto che si aprì uno scenario definito “agghiacciante” dagli inquirenti.



La storia – ricostruita da Repubblica il 7 febbraio scorso – è quella di Gianni Trotta, poi don Gianni, infine Gianni e basta. Comunque un pedofilo, in ogni momento della sua vita. L’uomo oggi è in carcere, condannato a ottobre del 2015 a otto anni di reclusione per violenza sessuale aggravata nei confronti di un 11enne e di produzione di materiale pedopornografico. Con le stesse accuse per le quali è già stato condannato, Trotta sarà processato per reati commessi nei confronti di un’altra decina di bambini tra gli 11 e 12 anni.

Secondo la Procura di Bari li ha adescati, in alcuni casi ha abusato di loro e potrebbero non essere i soli, i casi sospetti sono una trentina. “Tutti bambini – ragiona il padre di uno di loro – che si sarebbero potuti salvare se soltanto la Chiesa avesse fatto quello che doveva: denunciare quel mostro”. Se Trotta è stato fermato, lo si deve soltanto alla determinazione di una giovane sostituta procuratrice di Bari, Simona Filoni, che un giorno vede sulla sua scrivania la denuncia di un genitore: “C’è un signore che ha chiesto a mia figlia di 11 anni, su Internet, le sue foto nuda”. Basta una piccola ricerca ed ecco Trotta, sul quale tra l’altro già indagavano altre due Procure.

L’uomo in quel momento allena una squadra di calcio del paese. Nel giro di pochi giorni scatta una perquisizione: è il 15 novembre del 2014. “La cosa più orribile che mi era mai capitata di vedere”, scuote ancora oggi la testa un investigatore. Filmati, dvd, foto, chat a ogni ora, soltanto con bambini. “Conservava tutto nel soppalco a casa della madre novantenne”. Gli investigatori ascoltano il primo bambino, poi il secondo, i racconti sono precisi, tremendi, “le foto delle bambine servivano per dimostrarci che non fosse gay”, in paese lo chiamano tutti “don Gianni”.

Trotta era un prete? “Non lo è più dal 2012”, si affretta a spiegare la Curia ndi Lucera, esibendo il documento della Congregazione per la dottrina della fede con il quale l’uomo era ridotto allo stato laicale, la più severa delle pene. In quel documento, in realtà, c’è però la prova che la Chiesa sapeva tutto da tempo. Le prime denunce all’ex Sant’Uffizio sono del 2009, tre anni dopo arriva la pena “in patrando delicta contra sextum Decalogi praeceptum cum minoribus”, cioè per “essere colpevole di delitti con minori contro il sesto precetto del decalogo” (“non commettere adulterio”). Trotta perde però soltanto l’abito.

Nessuno lo denuncia in Procura. E in più la Congregazione, all’epoca guidata dal cardinale Joseph Levada, impone al vescovo che “la nuova condizione di sacerdote dimesso non dia scandalo ai fedeli”. “Tuttavia – aggiunge – se sussiste il pericolo di abuso per i minori l’Ordinario può divulgare il fatto”. Silenzio, quindi. Seppur in caso di pericolo, si può raccontare quello che è successo. In pochi in paese sanno, in realtà, che Trotta non sia più un prete. “Al funerale del padre aveva il collarino ecclesiastico” raccontano oggi. “Frequentava la chiesa, ci aveva detto che era in attesa di una nuova destinazione”. Comincia così ad allenare la squadra giovanile. I ragazzini sono bombardati dalle sue avance eppure nessuno denuncia. Il 15 novembre la dirigenza della squadra lo allontana per “motivi etici”, senza avvisare la polizia che arriverà qualche giorno dopo su delega della pm Filoni. È a quel punto che si apre il vaso degli orrori.

Ma perché nessuno lo ha fermato? Perché gli è stato consentito di frequentare bambini nonostante i suoi precedenti? “Da un punto di vista del diritto canonico il provvedimento della Congregazione è inattaccabile: è stato inflitto il massimo della pena e la legge italiano non impone la denuncia” dicono i tecnici. Ma quella decina di bambini violati avrebbero potuto avere un futuro, se il vescovo dell’epoca, monsignor Domenico Cornacchia, lo avesse denunciato anche soltanto quando Trotta ha cominciato ad allenare, come d’altronde imponeva la direttiva del Vaticano.
Perché non lo ha fatto? “Ma io non sapevo nulla di Trotta – risponde ora Cornacchia – Non era un presbitero diocesano, avrebbero dovuto controllare il suo superiore generale e provinciale “. Monsignor Giuseppe Giuliano è il nuovo vescovo di Lucera. È arrivato lo scorso febbraio. Ha la voce provata: “Non sapevo nulla. Tremo a pensare a quei bambini – dice – È troppo tutto questo male”.
 
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