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Omicidio Guerrina Piscaglia. Padre Gratien Alabi condannato a 25 anni in Cassazione, Occultamento e soppressione di cadavere, calunnia e diffamazione

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GalileoGalilei
view post Posted on 4/9/2015, 05:46 by: GalileoGalilei
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http://newsitaliane.it/2015/guerrina-pisca...-giudizio-13498

Guerrina Piscaglia: Padre Graziano continua a mentire. A breve il sacerdote potrebbe essere rinviato a giudizio
News Italiane set 3, 2015 News Italiane Lascia un Commento

Fonte: Settimanale Giallo di Paolo Ferrari – Zio Francesco! A portare via Guerrina è stato zio Francesco! Posso assicurarvi che non è un personaggio inventato. È stato lui, io non c’entro niente!”.
Padre Graziano Alabi, 45 anni, sacerdote di origini congolesi, lo ha ripetuto fino allo sfinimento. A quattro mesi esatti dal suo arresto, in questi giorni i giudici del Tribunale di Arezzo lo hanno sottoposto per la prima volta a un drammatico interrogatorio, durato sette lunghe ore. E lui, unico indagato per l’omicidio e l’occultamento del cadavere di Guerrina Piscaglia, la donna di 50 anni scomparsa il primo maggio 2014 da Ca’ Raffaello, in provincia di Arezzo, non ha fatto altro che negare. Eppure alla vigilia dell’interrogatorio il religioso aveva annunciato di voler rispondere alle domande dei giudici e dire tutta la verità. Al contrario, quando gli inquirenti si sono presentati in carcere per ascoltarlo, padre Graziano è caduto di nuovo in contraddizione. In particolare quando gli hanno chiesto di tornare a parlare di zio Francesco, cioè l’uomo misterioso che il sacerdote ha sempre indicato come il vero responsabile della scomparsa di Guerrina. Le sue risposte stentate, discordanti e in alcuni casi insensate, hanno aggravato la sua posizione anziché migliorarla. In poche parole, si è inguaiato con le sue stesse mani. E adesso i giudici sono intenzionati a processarlo appena possibile.

LE ULTIME ORE DI VITA DI GUERRINA Ma per capire meglio chi è zio Francesco e come è sbucato in questa vicenda, occorre fare un passo indietro. La storia di Guerrina Piscaglia e padre Graziano Alabi inizia nella primavera del 2013, quando a Ca’ Raffaello, un piccolo borgo nel cuore degli Appennini, arrivano tre frati dal Congo: padre Faustino, padre Silvestre e, appunto, padre Graziano. I tre religiosi africani animano la parrocchia e si fanno apprezzare molto da tutti i fedeli: durante la messa si canta, si balla, la chiesa si riempie. I sacerdoti partecipano attivamente alla vita del paese ed entrano nelle case della gente. In particolare padre Graziano, che in breve tempo conquista la famiglia Alessandrini, composta dal marito Mirko, 52 anni, la moglie Guerrina, 50, e il figlio disabile Lorenzo, 21 anni. Guerrina, a detta di tutti, si invaghisce subito del prete, che di certo non passa inosservato per le sue sciarpe alla moda e il suo modo di vestire tutt’altro che misurato.

Padre Graziano aiuta Lorenzo a usare il computer e ingaggia Mirko come suo autista. Nel frattempo il rapporto con Guerrina diventa sempre più stretto: gli investigatori hanno registrato un totale di quattromila contatti telefonici, tra messaggi e chiamate. Un giorno la donna dice al prete di aspettare un bambino da lui. Lo minaccia di raccontare tutto ai carabinieri e di far scoppiare uno scandalo. Lui smentisce tutto, ma i contatti con la donna proseguono. Si arriva così al primo maggio 2014. Quella mattina Guerrina insiste per vedere padre Graziano. Lui prova a respingerla, ma lei gli manda un messaggio inequivocabile: «Vengo da te, ti cucino il coniglio e poi facciamo l’amore». Alla fine il sacerdote cede: «Vieni, la porta della canonica è aperta». Da quel momento di Guerrina non si saprà più nulla. Il parroco si chiude nel silenzio più totale, viene indagato prima per favoreggiamento in sequestro di persona e poi per omicidio. Con qualcuno, però, decide di
parlare. È il 10 settembre 2014, Guerrina è scomparsa da quattro mesi.

LE CONTRADDIZIONI DI PADRE GRAZIANO In paese continuano a circolare strane voci e padre Faustino chiede a padre Graziano di raccontargli tutto quello che sa. È in questa occasione che il sacerdote parla per la prima volta di zio Francesco. Dice che il pomeriggio del primo maggio era con il marito di Guerrina nella chiesa di Sestino, un paese vicino a Ca’ Raffaello, per celebrare la messa. Prima di iniziare, si sarebbe avvicinato uno sconosciuto che diceva di chiamarsi zio Francesco. Questo Francesco gli avrebbe raccontato che Guerrina era fuori ad aspettarlo in macchina per andarsene via con lui. Pochi giorni dopo avrebbe rivisto zio Francesco insieme a Guerrina. La donna si sarebbe fatta accompagnare in canonica per chiedere a padre Graziano di aiutarla a portare via anche il figlio Lorenzo. Il prete, però, si sarebbe rifiutato. Chi è quindi zio Francesco? Ecco la descrizione che padre Graziano ha fatto di zio Francesco a padre Faustino: «È un uomo dell’Africa del Nord tra i 55 e i 60 anni». Parlando con Riccardo Fontana, il vescovo di Arezzo, ha detto invece: «È una persona di mezza età, che non ha la pelle nera, ma non parla toscano». A un amico, infine, ha fatto una descrizione ancora diversa: «Zio Francesco è una persona di Cà Raffaello, ha un cane bianco e una macchina grigia». Qual è l’identikit corretto? Gli inquirenti non hanno dubbi: zio Francesco è un personaggio inventato. Tanto più che durante l’interrogatorio, padre Graziano ha fornito una quarta descrizione, simile alla prima, ma con qualche differenza. Ha detto: «Zio Francesco è un marocchino sui 50 anni, con i capelli ricci e l’accento francese».

UN NUOVO NUMERO DI TELEFONO I carabinieri hanno cercato a lungo zio Francesco, ma di lui non esistono tracce. E poi perché padre Graziano avrebbe deciso di raccontare questa storia solo a distanza di mesi dalla scomparsa di Guerrina? Con i giudici si è giustificato così: «Non dissi nulla perché all’epoca non ero nemmeno indagato. Sapevo che il rapporto tra Guerrina e zio Francesco era una questione privata e ho preferito tenermela per me». Poi ha aggiunto un ulteriore particolare: «Ricordo che Guerrina mi diede un numero di cellulare e mi disse: “Se dovessi sparire all’improvviso, chiama questo numero”. Ma io questo numero non l’avevo memorizzato, ricordo solo che finiva con un 6 e uno 0». Il magistrato si prenderà qualche settimana di tempo, al massimo un mese, per verificare le affermazioni del sacerdote. Cercherà di capire se esistono utenze telefoniche compatibili con le poche indicazioni fornite dal parroco. Ma si può già prevedere che se gli accertamenti non troveranno riscontro, la Procura chiederà che padre Graziano venga processato con il giudizio immediato, cioè il rito scelto quando la prova del delitto appare evidente.

«MA IO NON AVEVO IL SUO CELLULARE» Pur mancando il corpo di Guerrina, infatti, la Procura di Arezzo continua a ritenere che Guerrina sia stata uccisa da padre Graziano. Il giorno della scomparsa il sacerdote le andò incontro in strada, anticipando l’arrivo della donna in canonica. Qui l’avrebbe aggredita trascinandola in un boschetto, per poi nascondere il cadavere in un secondo momento. Nel pomeriggio e nei giorni successivi avrebbe poi usato il cellulare della donna per depistare le indagini. Fingendo di essere Guerrina, alle 17.20 del primo maggio inviò un messaggio a un ragazzo etiope che viveva a Ca’ Raffaello amato e siccome non hai risposto vado con il marocchino a Gubbio». Pochi minuti dopo, come accertato dagli inquirenti, spedì un altro messaggio in un italiano sgrammaticato e, per così dire, “francesizzato”: «Scuza, dite al mio marito vado a Gubbio con mio moroso marocchino che è venuto ieri a casa, sono stanca di Mirko torno domenica per prendere Lorenzo». Peccato che l’sms sia stato spedito, forse per sbaglio, al numero di telefono di un prete nigeriano residente a Roma, noto soltanto al religioso congolese. Questi e altri messaggi dello stesso tenore hanno indotto gli inquirenti a ritenere che il cellulare di Guerrina, dopo la scomparsa, era rimasto nelle mani di padre Graziano. Lui, naturalmente, durante l’interrogatorio ha negato anche questo: «Quel cellulare non è mai stato in mio possesso».

IL MARITO DI GUERRINA: «RABBIA E DELUSIONE» E che dire, allora, degli appunti trovati nella stanza del sacerdote durante le indagini? In quei biglietti padre Graziano aveva scritto: «Guerrina non c’è più», «Il telefonino è caduto nell’acqua come il libro delle preghiere». Come si spiegano? Insomma, la strategia del sacerdote sembra essere quella di negare tutto, anche l’evidenza. Salvo poi contraddirsi. Ha detto: «Non ho visto Guerrina il giorno della scomparsa, non avevo una relazione con lei ma soltanto un rapporto da parroco». E ancora: «Non ho mai messo incinta una donna». Certo, non è mai stato accertato che Guerrina aspettasse un bambino dal prete. Ma il dubbio che fosse davvero incinta e il timore di uno scandalo rappresenterebbe, secondo gli inquirenti, il movente dell’omicidio.

Da settimane il marito di Guerrina attendeva impaziente il giorno dell’interrogatorio di padre Graziano. Sperava finalmente di conoscere la verità sulla tragica fine della moglie, era pronto ad ascoltare le rivelazioni del sacerdote che un tempo era suo amico. Il desiderio di Mirko Alessandrini, però, è rimasto totalmente inappagato. Il suo avvocato, Francesca Faggiotto, lo ha descritto come un uomo «arrabbiato e deluso dalle parole di padre Graziano, che non trovano alcun riscontro logico e non hanno dato una risposta concreta alle sue domande». Insomma, l’interrogatorio di padre Graziano è stata «un’occasione persa per dire la verità». I giudici di Arezzo lo sanno molto bene. E agiranno di conseguenza.

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