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Omicidio Guerrina Piscaglia. Padre Gratien Alabi condannato a 25 anni in Cassazione, Occultamento e soppressione di cadavere, calunnia e diffamazione

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GalileoGalilei
view post Posted on 7/11/2014, 15:58 by: GalileoGalilei
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Anticipazioni Quarto Grado oggi 7 Novembre: Guerrina Piscaglia, indagato anche il marito
7 novembre 2014 Pubblicato da Passione Tecno



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Dite a che mio marito sono scappata con il mio amoroso marocchino. Sono stanca di lui, tornerò a prendere mio figlio Lorenzo”. Questo è lo sconvolgente messaggio partito dal telefonino di Guerrina Piscaglia, il giorno in cui la donna, 50 anni, è scomparsa dalla sua abitazione di Ca’ Raffaello, in provincia di Arezzo. Di Guerrina non si hanno più notizie dallo scorso primo maggio, quando si è allontanata di casa facendo perdere le proprie tracce. Da quel momento in paese non si parla d’altro, anche perché nell’inchiesta aperta dalla Procura di Arezzo è finito nientemeno che padre Graziano Alabi, 51 anni, ex parroco del paese di origini africane. Il religioso, fino a questo momento, è Punico indagato per la scomparsa della donna, con la quale aveva un rapporto a dir poco particolare. Tra i due, infatti, negli ultimi mesi cerano stati la bellezza di quattromila contatti telefonici, tra chiamate e messaggini. Ebbene: l’ultimo messaggio, quello che abbiamo riportato all’inizio del nostro articolo, potrebbe mettere ancora più nei guai il sacerdote africano. image



UN BANALE ERRORE LO METTE NEI GUAI Ma vediamo perché. Guerrina, dicevamo, è scomparsa lo scorso primo maggio, poco dopo l’ora di pranzo. Il vecchio postino del paese dice di averla vista l’ultima volta intorno alle 15.30 vicino alla chiesa, in compagnia di un uomo con una macchina grigia. Chi era quell’uomo? Nessuno ha ancora saputo rispondere. Ma un paio d’ore più tardi, il telefonino di Guerrina è stato localizzato a Sestino, un paese a una ventina di chilometri da Ca’ Raffaello. Come emerso dalle analisi degli inquirenti, in quella stessa zona, alla stessa ora, erano presenti anche i telefonai del marito, Mirko Alessandrini, e di padre Graziano, che quel giorno celebrava un à funerale proprio a Sestino. Fin qui, però, potrebbe trattarsi soltanto di una coincidenza. Ma in quegli stessi minuti, ovvero intorno alle 17.30, dal telefonino di Guerrina parte il misterioso messaggio: «Dite a mio marito che sono scappata con il mio amoroso marocchino». A ricevere questo messaggio è un prete nigeriano che vive a Roma, di cui soltanto padre Graziano possiede il numero. Il sospetto degli investigatori, quindi, è che a scrivere quel messaggio non sia stata Guerrina, bensì lo stesso padre Graziano. Il quale, però, avrebbe sbagliato numero di telefono spedendolo all’amico nigeriano anziché al reale destinatario. Ma a chi voleva inviarlo, allora? La risposta, molto probabilmente, è nella rubrica telefonica del sacerdote africano. Alla lettera “M” appena sotto il numero del prete nigeriano, c’è quello della catechista di Ca’ Raffaello che per prima avanzò il sospetto che tra padre Graziano e Guerrina ci fosse un rapporto fin troppo intimo. Era lei, dunque, la persona a cui padre Graziano avrebbe voluto mandare il messaggio dal telefonino di Guerrina? Molto probabilmente sì, anche perché il 10 maggio la stessa catechista ha ricevuto un messaggio molto simile a quello spedito dieci giorni prima al prete nigeriano. Eccolo: «Tu accusi l’uomo di Dio, ma io sono scappata con il mio amoroso marocchino», Che sia un tentativo di padre ¡ Graziano di depistare le indagini verso l’ipotesi dell’allontanamento volontario? Il religioso africano, interrogato dai giudici, non ha voluto rispondere a nessuna domanda. L’ipotesi nei suoi confronti I resta quella di favoreggiamento di due reati: sequestro di persona e omicidio. E di certo non gli gioverà il suo tentativo di allontanarsi dallTtalia per prendere possesso di una parrocchia in Francia alla quale l’aveva destinato la sua congregazione africana. Padre Graziano sarebbe dovuto partire il 31 agosto, ma aveva sempre rinviato sostenendo di voler restare a disposizione degli inquirenti. Negli ultimi giorni, però, il suo trasferimento sembrava imminente. Tanto che i giudici di Arezzo hanno emesso subito un divieto di espatrio per impedirgli di andarsene. Lui, in tutta risposta, ha annunciato attraverso i suoi avvocati di voler fare ricorso al Tribunale di Firenze.
 
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