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La bestemmia fa bene. Legalizziamola, Studi scientifici confermano: riduce la sensazione di dolore, aumenta la forza fisica, scarica la rabbia

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tanaca
view post Posted on 23/10/2017, 15:56




se la prendono con dio perchè non punisce quelli che in suo nome, o sotto la sua egida, fanno tante nefandezze... è sempre stato così.... purtroppo molti che si considerano giusti cancellano le scritte, rimproverano i bestemmistori ma continuano a votare o a incoraggiare quelli che sotto il manto di dio fanno le porcherie.... in religione e in politica...e nella cronaca di tutti i giorni,
 
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view post Posted on 20/1/2018, 09:21

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http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ver...ie-1427524.html

Verona, tre multe di fila per disco orario, cintura e bestemmie
Un uomo di 41 anni di Legnago (Verona) si è visto infliggere tre multe consecutive da uno zelante vigile urbano per disco orario, bestemmie e cintura non allacciata

Gianni Carotenuto - Mer, 02/08/2017 - 15:16
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Metti una giornata come tante altre a Legnago, cittadina di 25 mila abitanti in provincia di Verona.


E metti la classica lite tra un automobilista e un vigile urbano, terminata con una contravvenzione da 41 euro per una violazione del codice della strada relativa al disco orario. Bene, per un 41enne è stato l'inizio dell'inferno.

Dopo avere ricevuto la prima multa, ha inveito contro l'agente con una raffica di bestemmie, vedendosi infliggere una seconda multa da 102 euro. E poi, non essendosi allacciato la cintura dopo essere ripartito, ne ha preso una terza.

La vicenda, a metà strada tra il surreale e il divertente, è successa in questi giorni a Legnago. A.B., cittadino legnaghese di 41 anni, è tornato a riprendersi la macchina molto tempo dopo l'ora indicata sul disco orario, tanto che un vigile particolarmente zelante non ha voluto sentire spiegazioni e gli ha infilato una prima multa tra i tergicristalli.

L'uomo non ci ha visto più e in uno scatto d'ira ha investito il "povero" vigile con una lunga serie di espressioni irriguardose, tra cui diverse bestemmie. Il vigile è stato impassibile: ha ripreso in mano il suo blocchetto delle contravvenzioni e ha punito l'uomo con un'altra multa di importo più che superiore alla prima (102 euro).

A quel punto l'uomo è risalito in macchina per andare via. Peccato che pochi secondi dopo sia tornato sul luogo del delitto facendosi beccare dallo stesso vigile senza le cinture di sicurezza allacciate. Il risultato? L'avete già capito: il proprietario della Fiat Punto è stato multato per 81 euro, con contestuale decurtazione di cinque punti dalla patente.

Una vicenda di sapore fantozziano che sarà piaciuta a tutti, fuorché allo sfortunato protagonista.

Edited by pincopallino2 - 8/5/2018, 09:05
 
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view post Posted on 18/4/2018, 15:06
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Studi scientifici confermano: chi impreca parla chiaro, senza filtri

porco-bestemmia

https://video.d.repubblica.it/life/chi-imp...0/6498?ref=fbpr

Chi impreca è più affidabile. Lo studio che legittima l'irriverenza


Parolacce e imprecazioni, considerate socialmente inaccettabili, sono indice di onestà e trasparenza. Almeno secondo lo studio internazionale "Frankly, we do give a ***: The relationship between profanity and honesty", che sarà pubblicato sulla rivista scientifica Psychological and Personality Science. Secondo i ricercatori delle università di Hong Kong, Stanford, Cambridge e Maastricht esiste un legame positivo tra l'uso di un linguaggio irriverente e l'onestà della persona. Ovvero chi usa abitualmente parolacce, maledizioni, termini volgari e offensivi è più sincero, e quindi più affidabile, di chi cerca di controllare il proprio linguaggio. Una conclusione a cui i ricercatori sono giunti analizzando il rapporto imprecazioni-onestà sotto tre aspetti: a livello individuale (esaminando 276 persone), nel linguaggio usato sui social network (controllando ben 73.789 utenti) e a livello sociale. Stando a quanto dichiarato all’Independent da David Stilwell, co-autore dello studio, "se filtri il linguaggio, probabilmente, filtrerai anche i contenuti. E anziché dire ciò che pensi, dirai ciò che gli altri vogliono sentire. Chi non frena la lingua, e impreca, dice davvero ciò che pensa e, dal suo punto di vista, è più sincero”
(di Marisa Labanca)
22 giugno 2017
 
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view post Posted on 27/4/2018, 03:07
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Frascati. Pensionati miscredenti sfrattati dal Comitato, ma accolti dal Circolo del PD

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anziani giocano

https://www.ilmamilio.it/c/comuni/6792-tro...i-frascati.html

Troppe bestemmie, gioco delle carte sospeso per un mese al Centro anziani di Frascati
Pubblicato: Sabato, 21 Aprile 2018 17:09 | Scritto da redazione attualità | Stampa | Email
no carte centro anziani frascatiFRASCATI (attualità) - La drastica decisione presa, dopo diversi richiami, dal Comitato di augestione della struttura sociale di via Matteotti

ilmamilio.it - contenuto esclusivo

selasai 10anni

Della serie: ve lo avevamo detto e voi ve ne siete fregati.

Il problema, a quanto si apprende, sono le discussioni, spesso a voce elevata, le parolacce e le bestemmie. Tipiche, va detto.

E così il "comitato di gestione" del Centro anziani di via Matteotti, nel frattempo riqualificato a "Centro sociale autogestito" (ma vedremo, fino ad un certo punto) ha preso la decisione più drastica: dal 1 maggio, gioco delle carte sospeso, per un lunghissimo mese.

Con una ulteriore minaccia: "Comitato di gestione (presieduto da Lonzi, ndr) e Comune di Frascati concorderanno le decisioni da attuare".

Probabilmente sul tavolo potrebbero esserci clamorose espulsioni da parte dei recidivi, la possibile scomunica e, nei casi più gravi, magari chissà anche la Santa Inquisizione.

Un ultimo particolare appare curioso, al di là del citato cambio di denominazione subito dal centro di via Matteotti: come mai per eventuali reclami (di bestemmiatori pentiti, eventualmente) ci si dovrà rivolgere al Comune di Frascati (non meglio dettagliato in funzione e ruolo) quando di fatto il Centro sociale (anziani) di via Matteotti è regolarmente autogestito da un Comitato di gestione regolarmente e democraticamente eletto?

https://www.ilmamilio.it/c/comuni/6876-fra...a-briscola.html
Frascati: "scopa" vietata al Centro sociale per bestemmie, il Pd apre la sede agli anziani sfrattati
Pubblicato: Giovedì, 26 Aprile 2018 13:31 | Scritto da redazione attualità | Stampa | Email
pd carte frascatiFRASCATI (attualità) - Nei giorni scorsi il Comitato di gestione della struttura aveva vietato per un mese, per intemperanze, il gioco delle carte. Una vicenda finita anche sul Corriere della sera

ilmamilio.it - contenuto esclusivo

selasai 10anni

Una notizia, una decisione che proprio oggi - lanciata da ilmamilio.it - è rimbalzata sugli organi di stampa romani e nazionali. Addirittura sul Corriere della sera (LEGGI).

Una decisione, quella del comitato di gestione del Centro sociale (ex Centro anziani, vai a capire il cambio di destinazione...) di via Matteotti che ha suscitato grandi polemiche. La decisione, d'imperio (ma con presa di responsabilità parziale dal momento che per i ricorsi si invita a rivolgersi al... Comune di Frascati) di vietare il gioco delle carte "causa intemperanze" per un mese, a partire dal 1 maggio.

E che oggi si aggiorna.

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Il Partito democratico di Frascati, la cui sede storica si trova a via dell'Asilo 4 a poche decine di metri dal Centro "sociale" di via Matteotti, mette a disposizione agli anziani "sfrattati" i propri locali. Purché - si legge in un volantino in distribuzione in queste ore - "con atteggiamento rispettoso ed adeguato ad un luogo di incontro e condivisione".

Sulla vicenda, come al solito, nessun commento da parte dell'Amministrazione comunale,


https://www.corriere.it/cronache/18_aprile...f6a8efc34.shtml
Briscola vietata al centro anziani: «Troppe parolacce»
Accade a Frascati dove la direzione del centro sociale locale, dopo varie sollecitazioni non raccolte, ha deciso di sospendere per un mese il gioco delle carte: «Comportamento non compatibile con la civile convivenza»
di Redazione Online
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Dopo sollecitazioni e avvertimenti che evidentemente non hanno trovato ascolto alla fine è scattata la «sanzione». Accade a Frascati dove per un mese, nel centro sociale, non sarà più possibile giocare a briscola. La direzione del centro sociale anziani di via Matteotti, a causa delle tante parolacce e bestemmie durante il gioco delle carte, ha sospeso per tutto il mese di maggio le partite a carte. «Ripetute sollecitazioni indirizzate ai frequentatori del gioco delle carte, di attenersi ad un comportamento di civile convivenza, non hanno prodotto alcun risultato - si legge in un avviso appeso nel centro social e diffuso da Ilmamilio.it, sito di informazione locale - La situazione non è più sostenibile, pertanto a partire dal 1° maggio il gioco delle carte è sospeso».


(da Ilmamilio.it) (da Ilmamilio.it)
La decisione che ha creato qualche polemica ma anche curiosità. Così che la notizia è presto finita online e ha fatto il giro del web.

PUBBLICITÀ

inRead invented by Teads
26 aprile 2018 (modifica il 26 aprile 2018 | 22:27)
 
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view post Posted on 8/5/2018, 07:42

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www.focus.it/comportamento/psicolo...bbiamo-le-prove

Imprecare rende più forti: ora abbiamo le prove

Snocciolare parolacce durante compiti fisicamente impegnativi migliora le prestazioni, perché aumenta la forza fisica. Ne avevamo il sospetto, ora i dati lo confermano.


Non sarà la scoperta dell'ultima ora, ma finalmente possiamo esclamarlo dati alla mano: dire parolacce nei momenti di grande fatica ci rende fisicamente più forti.



Lo confermano alcuni esperimenti di uno scienziato britannico amante del turpiloquio (in termini di ricerca scientifica). Richard Stephens, psicologo dell'Università di Keele (Regno Unito) aveva già dimostrato come le imprecazioni migliorino la sopportazione del dolore.
Chi dice tante parolacce ha un vocabolario più ricco

Lavori di fatica. Questa volta Stephens ha chiesto a una serie di persone di dire parolacce o pronunciare una parola "neutra" mentre pedalavano brevemente su una cyclette o afferravano un oggetto con la mano. Per la pedalata di 30 secondi sono stati ingaggiati 29 volontari dell'età media di 21 anni, mentre per l'handgrip test - un semplice compito di presa con la mano e di stretta di 10 secondi - sono stati coinvolti 52 diciannovenni.



Quando ci vuole... A tutti è stato chiesto di ripetere in continuazione o l'imprecazione che avrebbero pronunciato dopo una testata, o una parola usata per descrivere un tavolo (come "marrone"). Durante la pedalata, chi diceva parolacce ha espresso una potenza massima di 24 watt maggiore, in media, rispetto agli altri. Nel compito di presa, il turpiloquio ha garantito un aumento di forza di 2,1 kg circa.



Mistero. Il perché accada, non è ancora chiaro. Il battito cardiaco dei partecipanti, infatti, non è aumentato pronunciando parolacce - come invece avverrebbe se si scatenasse la reazione di "attacco o fuga", che potrebbe aumentare la forza. La spiegazione non può dunque essere questa.



In attesa che qualcuno la trovi (magari confermando questo studio su un campione di volontari più ampi: 29 persone sono un forte limite di questo studio), possiamo continuare a sfogarci senza sensi di colpa.



07 MAGGIO 2017

Edited by pincopallino2 - 8/5/2018, 09:13
 
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view post Posted on 8/5/2018, 07:59

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http://temi.repubblica.it/micromega-online...smo/?refresh_ce

IN EDICOLA

MicroMega 3/2018: Almanacco di giornalismo

Viva la blasfemia! Libertà di espressione contro ogni fondamentalismo

Nel mondo ci sono paesi dove per una bestemmia si rischia addirittura la vita, ma anche nei paesi più secolarizzati la blasfemia è ancora un reato punibile, come in Italia, con un'ammenda. È giunto il momento di porre un termine a questo insopportabile privilegio religioso. Anticipiamo una parte dell'intervento che Cinzia Sciuto, in dialogo con Maryam Namazie, terrà sabato 6 maggio a Reggio Emilia nell'ambito delle Giornate della laicità.

di Cinzia Sciuto

La posizione privilegiata delle religioni

Quella che vedete qui a fianco è Lindsay Miller e quello che ha sulla testa per noi tutti è un semplice scolapasta, ma per Lindsay Miller è il simbolo della sua religione, il pastafarianesimo. Per chi non lo conoscesse il pastafarianesimo, è una religione fondata dal fisico statunitense Bobby Henderson, il quale, nel giugno 2005, per protestare contro la decisione del ministero per l'Istruzione del Kansas di introdurre il creazionismo nei corsi di scienze come un'alternativa alla teoria dell'evoluzione, chiese formalmente che anche la teoria della Chiesa degli spaghetti volanti sull'origine dell'uomo venisse inserita nei programmi scolastici. Da allora i pastafariani si sono diffusi in tutto il mondo e continuano a portare avanti battaglie legali e campagne mediatiche per mettere a nudo il regime di privilegio di cui godono le religioni.

In Massachussets, dove vive Lindsay Miller, così come in molti altri Stati, le foto con i copricapi sui documenti sono vietate, ad eccezione che per motivi religiosi. E poiché per Lindsay Miller lo scolapasta è un simbolo religioso, ha ottenuto il permesso di avere una foto con uno scolapasta in testa sulla patente.

Si tratta di un piccolo esempio, un po' paradossale, che mette in evidenza il regime di privilegio di cui godono le religioni anche in società secolarizzate, una sorta di «eccezione religiosa». In molte norme del nostro ordinamento, a partire dalla Costituzione, come fa notare Stefano Rodotà, la religione è sempre associata alle convinzioni filosofiche, all'appartenenza politica, alla lingua e all'essere parte di una minoranza. “L'entrata laica della religione nello spazio pubblico – scrive Rodotà – avviene in condizione di parità, non attraverso l'attribuzione di un qualsiasi privilegio” (Perché laico, Laterza, p. 21). Mentre nei fatti essa gode di una posizione privilegiata. L'esempio di Lindsay Miller lo dimostra, ma la nostra vita quotidiana è piena di casi in cui la religione viene trattata in maniera diversa da qualunque altro sistema di pensiero/opzione politica, filosofica o spirituale: alla religione concediamo quello che non consentiamo a nient'altro. A partire dal battesimo, iscrizione forzata a un'associazione di un minore di norma in un'età in cui è completamente incapace di intendere e di volere. Un «rito di iniziazione» talmente diffuso da apparirci del tutto innocuo, eppure basterebbe riflettere su come reagiremmo se si sottoponessero i neonati a riti di iniziazione in un qualsiasi altro contesto, per esempio se li iscrivessimo a un partito politico alla nascita. In alcuni paesi, peraltro, con il battesimo si compie già una scelta che avrà significative conseguenze nella vita del futuro adulto: in Germania, per esempio, tutti i battezzati al momento in cui riscuotono i loro primi redditi versano automaticamente le Kirchensteuer, le tasse alla Chiesa cui sono iscritti o, meglio, a cui i loro genitori li hanno iscritti. Si può smettere di versarle solo lasciando formalmente la Chiesa. Ma gli esempi sono tanti, dall'insegnamento della religione nelle scuole pubbliche (che, lo ricordiamo, è per legge un insegnamento confessionale e non storico-critico[1]) all'assistenza religiosa negli ospedali o nelle caserme, dalle visite pastorali nelle scuole alla benedizione delle case, fino ai privilegi accordati ai ministri di culto che, per fare solo un esempio, possono liberamente circolare «per servizio» con la propria autovettura durante i giorni di blocco del traffico. Per non parlare, poi, per quanto riguarda l'Italia, dell'8 per mille, costruito con un meccanismo grazie al quale la Chiesa cattolica prende molto più di quello che i suoi fedeli le versano[2].

La pretesa di “rispetto”

Uno dei maggiori privilegi di cui godono le religioni è la loro pretesa di «rispetto», un rispetto maggiore – ça va sans dire – di quello riservato a qualunque altro sistema di pensiero. La blasfemia è considerata un oltraggio intollerabile, ben più grave di una equivalente offesa a qualunque altra «cosa» che non si autoproclami religiosa. In Italia la bestemmia è oggetto dell'articolo 724 del Codice penale che recita: «Chiunque pubblicamente bestemmia, con invettive o parole oltraggiose, contro la Divinità è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da cinquantuno euro a trecentonove euro». Al netto della propria personale fede, si converrà che definire «la Divinità» è operazione alquanto ardua, nella quale i giudici si sono però dovuti avventurare per stabilire i limiti di applicazione della norma. Per esempio, è stato stabilito da varie sentenze che bestemmiare la Madonna non è reato, non trattandosi tecnicamente di «Divinità». Evidentemente la madre di Dio può essere bestemmiata impunemente. Ironia a parte, è palese l'arcaicità di queste norme, che perpetuano una condizione privilegiata delle religioni ormai del tutto fuori tempo.

L'argomento principale a sostegno di queste leggi è che chi offende una divinità offende i sentimenti religiosi di coloro che in quella divinità credono. È quello che ha di recente sostenuto il grande Imam della Università di al-Azhar al Cairo Muhammad al-Tayyib, una delle figure più importanti dell'islam sunnita (che è anche l'islam più diffuso al mondo) in una intervista a Die Zeit. Alla domanda: “È lecito scherzare su Dio e sul Profeta?” ha risposto: “Questo non è consentito né nell'islam né in altre religioni. Scherzare su Dio apre la porta a molti mali e per questo deve essere punibile. Non è lecito ridere su Dio e sui credenti, perché suscita avversione nei confronti di altre persone. Dovremmo invece rispettarci l'un l'altro e avere attenzione anche per quello in cui non crediamo. Se c'è una linea rossa che vale per tutti allora il Profeta sta dietro quella linea rossa”.

Il punto però è che i limiti del diritto di espressione e di critica in uno Stato liberale devono essere i più ampi possibile, definiti esclusivamente dalla diffamazione o dall'istigazione a commettere reati, devono valere erga omnes, e non dovrebbe essere necessaria un tutela speciale per le religioni, che ovviamente si configura come una forma di privilegio e, in quanto tale, di discriminazione. Soprattutto, questi limiti non possono essere stabiliti da chi da quella critica si sente offeso, è evidente. Per i Pastafariani, essendo il loro Dio il Mostro degli Spaghetti volanti, la bestemmia più grave è “Dio Scotto” e non si vede perché il Profeta Maometto debba stare dietro la “linea rossa” e il Dio degli Spaghetti volanti no. Proprio facendo leva su questa differenza di trattamento, la Chiesa pastafariana italiana hanno messo in piedi di recente una campagna per l'abolizione delle leggi contro la blasfemia in tutto il mondo. Se in Italia infatti rischiamo “solo” di pagare una multa, in alcuni paesi del mondo si rischia molto di più: in alcuni persino la pena di morte.

Blasphemy laws worldwide

Fonte: Conquistador, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=38334582

L'accusa strumentale di islamofobia

Su una cosa ha ragione l'imam del Cairo: questa pretesa di rispettoso ossequio è avanzata da tutte le religioni. È anche vero però che, mentre la critica alla Chiesa cattolica e al cristianesimo in generale – forte di secoli di battaglie laiche – è ormai considerata legittima, quella nei confronti dell'islam – trattandosi della religione di una minoranza che subisce spesso discriminazioni razziali – è sovente messa a tacere con la tanto generica quanto strumentale accusa di «islamofobia».

Il Council of Ex-Muslims of Britain (CEMB) è un'associazione fondata da Maryam Namazie che raccoglie persone provenienti da paesi a maggioranza musulmana che hanno abbandonato l'islam (o che non sono mai stati musulmani) e che portano avanti una battaglia per la libertà di espressione e l'abolizione dei reati di apostasia e di blasfemia in tutto il mondo. L'8 e 9 luglio 2017 ha partecipato al Gay Pride di Londra esponendo cartelli con slogan come «Allah è gay», «Viva l'apostasia», «Basta con l'odio e la violenza islamica contro i gay». Alcuni dei cartelli erano rivolti contro la moschea di Londra, esplicitamente accusata di «incitare a uccidere i gay».

La moschea ha successivamente diffuso un comunicato in cui ha a sua volta accusato il CEMB di promuovere l'«islamofobia». Il CEMB ha confermato le sue accuse, ricordando come in passato la moschea avesse ospitato predicatori che hanno espressamente inneggiato alla persecuzione di apostati e gay. Ma, soprattutto, il CEMB ha rimandato al mittente l'accusa di «islamofobia», una parola, si legge nel comunicato diffuso dall'associazione, «fuorviante e ipocrita, che mischia la critica a un insieme di credenze (islam) o alla destra religiosa (islamismo) con l'intolleranza nei confronti di un gruppo di persone (i musulmani)». Un'accusa «ironica», dichiarano al CEMB, visto che in quanto ex musulmani in gran parte provenienti da paesi a maggioranza musulmana, si trovano essi stessi spesso vittime di razzismo.

La cosa grave e sorprendente non è tanto la prevedibile reazione della moschea quanto quella degli organizzatori del Gay Pride: in seguito alle proteste della moschea, hanno infatti inviato una lettera al CEMB, annunciando che avrebbero avviato delle verifiche per capire se alcuni dei cartelli esposti violassero il codice di condotta del Pride, con la possibile esclusione del CEMB dal Pride del 2018. Per fortuna questa censura non si è concretizzata e il CEMB parteciperà al Gay Pride anche quest'anno, ma il solo fatto che se ne sia discusso è estremamente indicativo del clima che si crea quando a essere criticato è l'islam. Accusare chi denuncia gli omofobi tra le fila musulmane di fomentare l'odio contro i musulmani in quanto tali è un evidente nonsense.

Questa vicenda è solo uno dei tanti esempi che si possono fare sull'uso strumentale dell'accusa di islamofobia. Criticare anche in maniera molto provocatoria e radicale non solo l'uso politico di una religione, ma una determinata religione in sé o le religioni in generale è un diritto umano fondamentale e non può essere equiparato tout court a un invito alla intolleranza nei confronti dei credenti.

Per concludere, e tornando alla questione della blasfemia, il nostro incontro si intitola un po' provocatoriamente “Viva la blasfemia!” non perché vogliamo incitare alla bestemmia, ma perché finché al mondo ci sarà anche solo una persona che rischia la vita per quella che qualcun altro considera un'offesa alla propria sensibilità religiosa, varrà la pena lottare per la libertà di espressione e di critica. Che la bestemmia – come recita il Catechismo della Chiesa cattolica – sia per i credenti un peccato grave è legittimo e comprensibile. Quello che è incomprensibile, nel 2018, è che un peccato sia ancora considerato reato.

NOTE

[1] Come stabilisce il protocollo addizionale all'accordo di modifica del Concordato del 1984 fra la Santa Sede e la Repubblica italiana: «L'insegnamento della religione cattolica […] è impartito – in conformità alla dottrina della Chiesa e nel rispetto della libertà di coscienza degli alunni – da insegnanti che siano riconosciuti idonei dall'autorità ecclesiastica, nominati, d'intesa con essa, dall'autorità scolastica».

[2] Le cosiddette quote non espresse (ossia quelle di coloro che non effettuano nessuna scelta esplicita di destinazione dell'8 per mille) non rimangono infatti ai cittadini ma vengono ripartite in proporzione alle quote espresse. E poiché queste ultime sono in larga misura a favore della Chiesa cattolica, a questa spetta anche una larga fetta delle quote non espresse.

(2 maggio 2018)
 
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view post Posted on 5/12/2020, 16:43

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Jerome Klapka Jerome - L'effetto pacificante delle imprecazioni
JEROME KLAPKA JEROME
Jerome Klapka Jerome - L'effetto pacificante delle imprecazioni
Brani scelti: JEROME KLAPKA JEROME, Pensieri oziosi di un ozioso, 1886.

Le imprecazioni hanno sulle nostre ire lo stesso effetto pacificante che notoriamente esercita il fracassare un mobile o lo sbatter le porte, senza contare che è molto più economico. Un buon rosario di bestemmie ci ripulisce come il camino di una lavanderia. Una bella esplosione giova a entrambi. Io diffido sempre un po' dell'uomo che non bestemmia mai, che non prende furiosamente a calci uno sgabello, o non riattizza mai il fuoco con esagerata violenza. Senza uno scappamento di nessun genere, la collera causata dalle eterne contrarietà. della vita tende a inacidirsi e a suppurarci dentro.
 
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view post Posted on 22/4/2022, 09:38

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Porco dio uscito dalla figa della madonna cagna!!!
 
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