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Don Paolo Biasi, condannato per pedofila, trasferito a far il catechismo. Vaticano: "è innocente", Vescovo di Verona: "abbiamo verificato". Abusò di 4 ragazzine a Castel Ritaldi (PG).

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view post Posted on 6/2/2014, 00:02
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Ma dove deve stare? I vescovi proteggono i preti criminali e maniaici come questo don Paolo Biasi. Sono così: i vescovi se ne fregano dei bambini.

Il nome di questo prete lo abbiamo fatto noi, 3 anni fa, quando nessuno diceva chi era il prete sotto processo a Castel Ritaldi. Lo nascosero a Forette di Vigasio e poi lo dovettero cacciare pure da lì perché, grazie alla nostra segnalazione, i paesani protestarono e lo fecero cacciare.

Ma noi lo seguiremo. Gli facciamo questa promessa a don Biasi e al suo vescovo. Tutti dovranno sapere che mandano i loro figli a farsi spiegare il vangelo da un prete pedofilo, che potrebbe mettergli le mani addosso.

www.video.mediaset.it/video/iene/pu...catechista.html

Edited by GalileoGalilei - 6/2/2014, 07:34
 
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Luca54
view post Posted on 6/2/2014, 03:32




Io qui abito. E siete dei vergognosi. Vittorie di Pirro. Vi aspetto sulla piazza, dove avete mandato altri, dove non avete avuto il coraggio di metterci la faccia voi, mandando altri. Io sono sempre, comunque pronto: nascondersi dietro la faccia d'altri è da pusillanimi. La mia piazza è sempre aperta, credenti o meno, non è questo il problema! Vi aspetto nuovamente, chiedendo di me e non di altri.
 
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view post Posted on 6/2/2014, 07:33
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Ti preoccupi della piazza e non di 4 mura dove don Biasi può impunemente violentare altri bambini e ragazzini?

Ma un commento sulla condanna di don Biasi e il suo trasferimento no?
 
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view post Posted on 6/2/2014, 13:26
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Ma chi è sto scemo che difende il prete!?
 
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alessandra9
view post Posted on 6/2/2014, 14:57




@Luca, ma che hai bevuto??? pensa solo x un attimo a questa eventualità: allenatore delle giovanili di calcio condannato per pedofilia. Ma tu, tuo figlio, lo manderesti ancora agli allenamenti da lui come se nulla fosse? Perchè per un prete dovrebbe essere diverso?
 
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view post Posted on 6/2/2014, 15:59
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Sperate che non capiti mai a un vostro figlio di essere violentato da questi criminali.

La smettereste di difender questi zozzoni.

www.melty.it/le-iene-prete-pedofili...ia-a121088.html

Le Iene: Pablo Trincia e il prete condannato per molestie su minori

Di clara-ongaro
Aggiornato il 6/02/2014 12:36

Pablo Trincia ci racconta la storia di Don Paolo, un parroco condannato per molestie che continua ad insegnare catechismo ai bambini. Guarda il video del servizio delle Iene su melty.it.
Il team de "Le Iene" al completo

Le Iene hanno portato all'attenzione la vicenda di un prete, Don Paolo, condannato ad un anno e mezzo di carcere per molestie su minori che, dopo 10 anni, insegna ancora catechismo a bambini e ragazzi della sua parrocchia. Come anticipato da melty.it, nella puntata delle Iene del 5 febbraio, Pablo Trincia ha cercato di fare chiarezza sulle motivazioni che hanno portato il parroco di nuovo a contatto con minorenni. La storia di Don Paolo inizia nel 2005, quando era parroco in un piccolo paesino umbro e venne accusato da quattro ragazze di molestie sessuali nei loro confronti. Pablo Trincia ha incontrato una di queste giovani, all'epoca quattordicenne, che ha ripercorso insieme a lui la vicenda. La ragazza ha raccontato di come si fidasse di Don Paolo: lo considerava un punto di riferimento, ma si rese conto che in certe situazioni l'affetto del parroco era esagerato: quando l'abbracciava per salutarla le palpava il seno.

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pablo trincia le iene
La Iena Pablo Trincia

La madre della giovane, in seguito al racconto della figlia, andò ad incontrare il Vescovo per spiegargli la situazione e chiedere che il parroco fosse allontanato. Il Vescovo suggerì di non fare alcun tipo di denuncia e spostò Don Paolo in una abbazia, dove però era sempre a contatto con i giovani. Nel frattempo anche altre ragazze del paesino umbro confessarono di essere state molestate dal parroco, ci fu un processo e Don Paolo fu condannato a un anno e mezzo di carcere per molestie sessuali su minori. Il prete era incensurato e beneficiò della condizionale, quindi non andò in prigione. Il Vescovo decise allora di spostarlo in un'altra parrocchia, in Veneto, dove tuttora insegna catechismo a bambini delle scuole elementari e a ragazzi delle medie inferiori.
Le Iene hanno indagato sulle vicende di un prete molestatore Le Iene hanno indagato sulle vicende di un prete molestatoreLe Iene - Pablo Trincia ha incontrato anche il Vescovo di VeronaLe Iene - Pablo Trincia incontra Don PaoloLe Iene - Pablo Trincia in un'inchiesta su Chiesa e abusiGuarda le 7 foto dell'articolo

Pablo Trincia, che in passato si era già occupato di preti e pedofilia, è andato a incontrare sia Don Paolo che il Vescovo di Verona, il Monsignore Giuseppe Zenti. Il parroco ha risposto alle domande incalzanti della Iena con un semplice “Se il Vescovo mi ha mandato qui, significa che è giusto così”. Il Vescovo ha invece preferito non fornire spiegazioni, ma nei giorni seguenti all'intervento di Trincia, ha spedito una lettera alla Parrocchia di Don Paolo per chiarire la situazione: in seguito a delle indagini compiute all'interno della diocesi e presso la Santa Sede, il prete sarebbe innocente. Zenti si è assunto ogni responsabilità del caso. Certo è che il processo in di 10 anni fa era giunto a ben altre conclusioni. Il servizio delle Iene ha mostrato una realtà con cui la Chiesa si è trovata spesso a fare i conti, non sempre prendendo le decisioni migliori. In questi giorni anche l'ONU si è rivolta al Vaticano chiedendo maggior chiarezza e l'adozione di misure più efficaci per prevenire e per punire i casi di abusi sessuali da parte di ecclesiastici.

>>> Guarda il video del servizio delle Iene sul sito Mediaset

Edited by GalileoGalilei - 7/2/2014, 00:20
 
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Mammarrabbiata
view post Posted on 6/2/2014, 17:32




Sono sconcertata! Lo abbiamo cacciato da Forette di Vigasio in provincia di Verona e ce lo ritroviamo poco distante e ancora parroco! Genitori di Ca' degli Oppi...non lasciatevi confondere...imponetevi e non lasciate i ragazzini da soli con lui!
 
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64mmore
view post Posted on 6/2/2014, 18:30




CITAZIONE
CITAZIONE
In ogni caso, traggo spunto da questo "attacco" per recriminare ancora una volta una certa omertà in materia di abuso sui minori che continua ancora a connotare le realtà locali della Chiesa. Non so avete visto la trasmissione Iene di ieri sera, il caso di quel sacerdote che condannato con sentenza definitiva ad un anno e mezzo di reclusione per violenza sessuale sui minori, è stato poi inviato in provincia di Verona in una parrocchia ad occuparsi proprio del catechismo per minori. Mi ha colpito l'atteggiamento del Vescovo di Verona che sembrava ritenere discutibile l'accertamento svolto dai giudici italiani ( ripeto con sentenza definitiva) e in ogni caso si è rifiutato di rispondere al giornalista che chiedeva spiegazioni. a) Non sarebbe stato più semplice che il rappresentante della Chiesa rispondesse apertamente ( se tanto non c'era nulla da nascondere)? b) non sarebbe il caso che la Chiesa rispettasse gli accertamenti giudiziari svolti dall'Italia?

Non l'ho vista. Peraltro i servizi delle Iene partono già da un pregiudizio, per cui le domande sono rivolte in modo provocatorio, tale da far fare una figuraccia all'interlocutore.
Detto questo, la Chiesa deve rispettare i pronunciamenti giudiziari, e se un prete è condannato alla reclusione il Papa o il vescovo non possono certo scarcerarlo. Ma la sentenza condanna alla reclusione, non può certo dire a un vescovo come impiegare il suo clero.
Che poi, se è vero quanto detto, un prete condannato per pedofilia convenisse metterlo a fare dell'altro lontano dai bambini, questo è verissimo, e se non si voleva farlo per zelo verso i minori era da fare almeno per evitare la figuraccia, visto che le voci girano.

http://www.cattoliciromani.com/40-ecumenis...ghlight=iene#20
 
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view post Posted on 7/2/2014, 01:40
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http://www.umbria24.it/prete-condannato-pe...ese/259693.html

6 febbraio 2014 Ultimo aggiornamento alle 20:38
Prete condannato per molestie su minori a Spoleto insegna catechismo nel Veronese
Denuncia delle Iene, monsignor Zenti: «Dopo verifiche don Paolo risulta innocente»

Prete condannato per molestie su minori a Spoleto insegna catechismo nel Veronese
IL SERVIZIO DELLE IENE
MULTIMEDIA
Guarda il video


di C.F.
Twitter @chilodice

Era stato condannato dal tribunale di Spoleto nel 2010 per molestie su minori. E ora, don Paolo, per anni parroco in un paese dell’Archidiocesi di Spoleto-Norcia, è stato trasferito nel Veronese dove insegna catechismo ai ragazzini delle elementari e delle medie, preparandoli alla comunione e alla cresima. Sono direttamente Le Iene a confezionare il servizio denuncia sul caso della prete che, nonostante i precedenti appurati in sede giudiziaria, continua a svolgere attività pastorali a stretto contatto con i minori.

IL SERVIZIO DELLE IENE

La condanna A denunciare il prete erano state alcune ragazzine che al giornalista del programma tv hanno ripetuto quanto in passato raccontato, prima, agli inquirenti e, poi, in aula. Palpeggiamenti e contatti fisici che naturalmente hanno segnato le infanzie delle vittime. Eppure la Santa Sede e la diocesi di Verona hanno ritenuto opportuno mettere nuovamente a contatto don Paolo con i minori.

Insegna catechismo nel Veronese In particolare nel servizio viene mostrata la lettera scritta da monsignor Giuseppe Zenti, vescovo di Verona, affissa nella parrocchia veneta per rassicurare i fedeli: «Don Paolo ha subito un processo e ne è uscito condannato, ma nonostante le insistenze del suo avvocato, convinto della sua innocenza, non fece ricorso perché visse la vicenda con angoscia e chiese di non procedere, non volendo sottoporsi anche per lungo tempo a quel calvario mediatico». E poi: «Dopo approfondite indagini compiute in sede diocesana e in Santa Sede don Paolo è risultato del tutto innocente. Se si fosse rivelato realmente colpevole di molestie sessuali non ve lo avrei mandato come parroco. Ora don Paolo ha bisogno di serenità».

www.spoletonline.com/?page=articolo&id=146926

06 Febbraio 2014 alle 17:34:18
L'EX PRETE MOLESTATORE DI CASTEL RITALDI IN UN SERVIZIO DE 'LE IENE'
Il racconto delle vittime e l''Ave Maria' del catechista

Pamela Bevilacqua

La storia dell'ex prete di Castel Ritaldi, condannato a un anno e mezzo per le molestie sessuali su alcune ragazzine, finisce nella trasmissione delle Iene di Italia uno. Ieri sera è andato in onda il servizio in cui la iena Paolo Trincia ha intervistato due delle ragazze che furono molestate. Tutto è

partito dalla segnalazione giunta alla redazione del programma da parte di una mamma vicentina preoccupata perchè quel prete ora fa il catechista nella sua cittadina e insegna a suo figlio. La mamma avrebbe scoperto in internet il passato del prete e si sarebbe rivolta al vescovo senza però ottenere una risposta. Allora allarmata ha chiamato le Iene. Come può un parroco accusato e poi condannato per molestie sessuali su minori, essere trasferito a chilometri e chilometri di distanza e messo a fare il catechista? Le due ragazze di Castel Ritaldi hanno ripercorso quei palpeggiamenti, quel disagio davanti a quel prete e le sue attenzioni morbose. Nel loro racconto anche il lungo calvario giudiziario. La iena Paolo Trincia ha anche provato a intervistare il parroco che, invece di rispondere alle domande incalzanti dell'intervistatore, ha iniziato a recitare l'Ave Maria. No comment invece da parte del vescovo che ha deciso di mettere il parroco a fare il catechista, quindi a contatto stretto con bambini e bambine delle scuole medie.
 
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view post Posted on 7/2/2014, 11:38
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http://www.larena.it/stories/dalla_home/64...ete_condannato/

07.02.2014
Scoppia il caso del prete condannato

Il parroco di Ca' degli Oppi difeso dal vescovo Zenti e da monsignor Fasani: «È innocente e anche i test scientifici stabiliscono che è idoneo a fare il prete»

Quando si dice le coincidenze. Nello stesso giorno in cui l'Onu ha accusato il Vaticano di «aver sistematicamente adottato politiche che hanno portato alla prosecuzione degli abusi su minori e all'impunità dei sacerdoti colpevoli», la chiesa veronese è finita al centro delle polemiche dopo il servizio delle «Iene» sul prete condannato per molestie sessuali dal tribunale di Spoleto e trasferito a fare il parroco nella Bassa.
I fatti risalgono al 2005. Quattro ragazze di 14 anni denunciano don Paolo Biasi per averle «palpeggiate in diverse occasioni al seno». Nel 2008 parte il processo. Nel 2010 il religioso viene condannato a un anno e mezzo con la condizionale e al risarcimento di 20mila euro a due delle vittime costituitesi parte civile.
Per l'avvocato Laura Modena si tratta di una «sentenza che grida vendetta» e consiglia il ricorso in appello. Don Paolo non vuole andare avanti, rinuncia al secondo grado di giudizio pur dichiarandosi innocente.
Rimosso già all'apertura delle indagini dalla parrocchia umbra di Castel Ritaldi, viene spedito a Verona, sua città natale. Qui, dopo essere stato mandato dal vescovo Zenti a fare il cappellano a Castelletto di Brenzone per tre anni, quattro mesi fa è stato «reintegrato» e messo alla guida della parrocchia di Ca' degli Oppi. Si arriva così all'altra sera al servizio della «iena» Pablo Trincia che ha reso pubblico il passato di don Paolo intervistando due delle quattro ragazze molestate e venendo direttamente nel paese della Bassa a parlare con lui e con monsignor Zenti. Il servizio del giornalista gira attorno ad una semplice domanda, ripetutamente rivolta a don Paolo e al vescovo: «È opportuno che un sacerdote condannato per molestie sessuali sia messo a insegnare catechismo a bambini e ragazzini? Non poteva la diocesi trovargli un'altra collocazione a servizio di malati, anziani, carcerati o dietro ad una scrivania? Non è pericoloso lasciarlo ancora a contatto di minori dopo quello che ha fatto? Oppure il Vaticano non riconosce la giustizia italiana che ha emesso una condanna diventanta definitiva con la rinuncia al ricorso?».
La recita di continue «Ave Maria» è stata la risposta alle domande da parte dello stesso don Paolo mentre il vescovo Zenti ha cercato di spiegare che «bisogna conoscere e dire la verità», che don Paolo «va bene lì dov'è adesso», che «non si può trattare la gente in questo modo, è una violenza, un'aggressione che non accetto».
A spiegare con calma la posizione della Chiesa è don Bruno Fasani, direttore dell'ufficio stampa della diocesi di Verona. «Innanzittutto va premesso che don Paolo ha un'indole particolarmente aperta, è un prete "amicone", abbraccia i suoi parrocchiani e cerca una vicinanza fisica oltre che spiriturale con loro: non lo dico io», precisa don Fasani, «ma fior fiore di esperti del comportamento che hanno avuto modo di studiare don Paolo arrivando a definire il suo modo di rapportarsi alle persone tipico di un adolescente, con grandi manifestazioni di cordialità. Ora, relativamente ai fatti incresciosi, sarebbe accaduto tutto una notte di Natale: dopo la messa, la sacrestia s'è riempita di gente per lo scambio di auguri e c'erano anche le due ragazzine che proprio in quella situazione sarebbero state molestate. Sono tornate a casa e hanno raccontato tutto ai genitori. Da lì, è partita la denuncia». Continua don Fasani: «Il fatto che don Paolo abbia potuto in mezzo a tanti parrocchiani, in sacrestia, toccare le ragazzine, è sembrato inverosimile a tutti e il processo è stato affrontato con la certezza che sarebbe finito in una bolla di sapone. Invece, arriva la condanna. Il vescovo di Spoleto d'accordo con il nostro monsignor Zenti decide allora di far tornare don Paolo a Verona. Viene mandato per tre anni a Castelletto di Brenzone, nel convento delle suore, a fare il cappellano». Una sorta di «punizione» in attesa di chiarire, fuori dalle aule di tribunale, la posizione del sacerdote che continua a proclamarsi innocente. «Il vescovo Zenti», prosegue don Fasani, «seguendo le indicazioni di Roma sottopone don Paolo ad alcuni test medici eseguiti da professori del comportamento che confermano che, al di là di atteggiamenti adolescenziali privi però di ogni valenza libidica, è persona che non ha alcun tipo di problema dal punto di vista della pedofilia». L'esito dell'esame viene mandato alla Santa Sede alla Congregazione della dottrina per la fede che conclude: «Può tornare a fare il prete».
«Forte del giudizio di esperti e del nulla osta del Vaticano», conclude don Fasani, «il vescovo Zenti lo trasferisce da Castelletto a dirigere la parrocchia di Ca' degli Oppi. E a prova che non ha nulla da tenere nascosto a nessuno, scrive ai parrocchiani una lettera che è stata letta in chiesa per annunciare il suo arrivo e spiegare l'intera vicenda». In alcuni passaggi in cui ricostruisce la vicenda parla di «affettuosità nello scambio degli auguri natalizi», di «anni nei quali, soprattutto per tramite dei media, con disinvoltura si mescolavano accuse vere con accuse montate o inconsistenti», di un don Paolo che «ha vissuto la vicenda con angoscia e ha chiesto di non procedere all'appello perchè non se la sentiva di sottoporsi ancora per lungo tempo a quel calvario mediatico che era stato usato contro di lui». Termina il vescovo: «Sono state svolte approfondite indagini compiute in sede diocesana e presso la Santa Sede in seguito alle quali don Paolo è risultato del tutto innocente... Se si fosse rivelato che era realmente colpevole di molestie sessuali non ve lo avrei certo mandato come parrocco. Come vescovo me ne assumo la responsabilità». L'invito per e-mail, poi, a una parrocchiana che chiedeva chiarimenti: «Accogliete don Paolo con amore e pregate per lui che ha già sofferto abbastanza».
Conclude don Fasani: «La facenda è delicata ma dobbiamo stare attenti che la foga di vedere preti pedofili dapperttutto porti a criminalizzare anche chi è innocente».

Camilla Ferro
 
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view post Posted on 8/2/2014, 16:09
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http://www.larena.it/stories/dalla_home/64...per_il_parroco/

08.02.2014
Una folla in preghiera per il parroco

L'assessore Meneghelli: «Si è conquistato la stima di tutti; a mettere zizzania sono state poche persone»
L'ingresso della chiesa parrocchiale di Ca' degli Oppi; qui ieri la veglia di preghiera DIENNEFOTO L'ingresso della chiesa parrocchiale di Ca' degli Oppi; qui ieri la veglia di preghiera DIENNEFOTO
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Il paese di Ca' degli Oppi difende il proprio parroco, don Paolo Biasi, dalle accuse di molestatore rilanciate dalle «Iene» due sere fa su Italia Uno, non con una contro-trasmissione televisiva, ma con un'altra «arma»: la preghiera.
Infatti ieri sera la comunità cadioppina si è data appuntamento nella chiesa di San Girolamo, piena all'inverosimile, presente anche il sindaco Montagnoli con la giunta, i rappresentanti di tutte le associazioni del paese. Una folla che ha pregato per il proprio parroco, pastore della parrocchia da appena quattro mesi, dopo essere stato per tre anni a Castelletto di Brenzone e come cappellano dell'ospedale di Malcesine. Ha pregato non perché venga mandato via, ma per trattenerlo.
Ieri mattina, tra piazza Donatori di Sangue, il bar e la tabaccheria, non si parlava d'altro. Il sentimento comune è stato quello di prendere le difese del sacerdote, che ha subito una condanna definitiva per aver molestato alcune ragazzine di 14 anni durante il suo ministero in Umbria.
Una cosa risaputa dalla comunità, che era stata avvertita dal vescovo monsignor Giuseppe Zenti tramite una lettera che spiegava la situazione prima del suo arrivo.
Una lettera che ha fatto chiarezza tra i fedeli, che avevano saputo della questione in estate ed erano rimasti perplessi. Ma dopo il chiarimento del vescovo e la sua piena presa di responsabilità circa la scelta di inviare don Biasi a Ca' degli Oppi, i dubbi sono stati fugati.
Dopo averlo visto celebrare messa, averlo visto pregare, organizzare le attività pastorali e sentire le sue omelie, i cadioppini frequentanti e osservanti si sono decisamente schierati dalla parte del vescovo. Per questo ieri hanno voluto manifestare il loro disappunto circa la polemica sollevata dalle Iene, guarda caso dopo l'accusa pesante mossa dall'Onu al Vaticano sulla pedofilia. E l'hanno fatto proprio in chiesa e come una vera Chiesa. «Il paese l'ha accolto bene, dopo aver appreso della situazione direttamente dal vescovo», conferma l'assessore Luca Faustini, residente proprio a Ca' degli Oppi, «Da noi non ci sono stati problemi».
«Non ha alcun senso andare a tirar fuori una cosa vecchia di anni», prende le difese del parroco anche un altro residente della frazione, l'assessore Romolo Meneghelli, che ha una sua spiegazione per il caso mediatico che si è scatenato. «Sono state due - tre persone di qui ad andare a sollevare la questione, che per il resto della frazione era chiarita», continua Meneghelli. «Per noi, come amministratori e come residenti di Ca' degli Oppi, è un'ottima persona, che si è già conquistata la stima di tutti, tranne di quelle poche persone, che conosciamo molto bene e che hanno cercato di mettere zizzania».
«La gente sta molto attenta alle sue prediche e alle messe non si distrae, segno che riesce a catturare le menti e i cuori dei fedeli», fa notare Mattia Galbero, consigliere provinciale del Pdl, già consigliere comunale e anche presidente de La Magnifica Fabbriceria, una delle associazioni di volontariato più attive nella frazione.
«Purtroppo c'è sempre chi vorrebbe mettere etichette ed è sempre pronta a condannare gli altri, ma non guarda mai dentro di sè. È vero che qualcuno aveva mosso qualche perplessità prima del suo arrivo, ma dopo la lettera del vescovo abbiamo capito la situazione», evidenzia il consigliere.
«Quando abbiamo organizzato le iniziative natalizie, la gente del paese è venuta volentieri e anche lui ha sempre partecipato attivamente», aggiunge Galbero, «La comunità ha deciso di stare con lui, tranne i soliti sputasentenze, perchè non vuole che se ne vada dal paese e l'ha espresso pregando in chiesa, perchè il parroco si faccia forza, superi questo momento e rimanga al suo posto». «Tutti vogliono che rimanga qui tra noi a Ca' degli Oppi», fa notare anche Mirko Vertuan, presidente dell'Avis di Ca' degli Oppi, uno dei promotori della veglia di preghiera, «il 99 per cento della parrocchia e del paese è con il don. Con la serata di preghiera abbiamo voluto fargli sentire la nostra vicinanza. Tanti discorsi che sono venuti fuori sono inutili, perchè conosciamo nomi e cognomi di chi li ha fatti». «E poi, come ci insegna il Vangelo», concludono Galbero e Vertuan, «chi è senza peccato, scagli la prima pietra».

Zeno Martini
 
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Luca54
view post Posted on 9/2/2014, 04:55




Anticlericali? Liberi di non credere... Nessuno vi obbliga... e se non partecipate a quanto accade nella Chiesa, che problemi avete? Ma basta....
 
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view post Posted on 9/2/2014, 07:36
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Violentare i bambini non è problema di fede.

Così come esporre i bambini a un prete pedofilo.
 
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view post Posted on 10/2/2014, 02:56
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http://www.larena.it/stories/Provincia/642...il_suo_parroco/

09.02.2014
Il paese si schiera con il suo parroco

Don Paolo ha ringraziato e invitato a restare uniti: «Importante sentire di avere vicino tante persone» I genitori: «È il segno che non crediamo alle accuse»
La chiesa parrocchiale di San Girolamo affollata in occasione della veglia di preghiera FOTO DA TELEARENA La chiesa parrocchiale di San Girolamo affollata in occasione della veglia di preghiera FOTO DA TELEARENA
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«Silenzio, preghiera e perdono»: è in questo modo che don Paolo Biasi, parroco di Ca' degli Oppi, sta affrontando la bufera sollevata dalla trasmissione tv «Le Iene», che ha riaperto il caso della sua condanna per molestie, risalente al 2010 e già scontata. Il sacerdote ha parlato al termine della veglia di preghiera che si è tenuta venerdì sera nella chiesa parrocchiale di San Girolamo.
Veglia alla quale hanno preso parte più di 300 parrocchiani, facendo sentire la loro vicinanza al parroco. Alla vista della chiesa gremita, il sacerdote ha fatto una prova microfono dicendo: «Di solito si dice uno, due, tre prova. Stasera permettetemi di dire, uno, due, tre... grazie». A questo punto è scoppiato un fragoroso applauso, durato alcuni minuti che hanno fatto commuovere don Biasi. E' seguita a battimani la recita del rosario, dell'invocazione allo Spirito Santo e della preghiera per la santificazione dei sacerdoti.
Quindi una melodia, suonata da un violino, ha preceduto le poche parole di saluto del parroco all'assemblea. «E se questo momento di dolore servisse a renderci più uniti?», si è domandato dall'altare don Paolo. «Ringrazierei Dio se fosse così. Stasera qui non ci sono gruppi diversi, ma siamo una sola comunità cristiana unita. Continuiamo a restare uniti». Quindi, salutato da tanti fedeli che li si sono fatti attorno, ha stretto loro la mano, uno ad uno.
«Speriamo che il Signore mi dia la salute», ha aggiunto don Biasi alle parole iniziali («Silenzio, preghiera e perdono»). Comunque la partecipazione alla veglia è stata un segnale chiaro: la comunità è dalla sua parte. «Sicuramente», risponde il sacerdote, «è importante sentire di avere vicino tante persone».
Don Biasi è riuscito a tenere testa alle incalzanti e provocatorie domande delle «Iene», recitando l'Ave Maria. «Per mezza giornata, alcune persone con la microtelecamera addosso, attendevano il nostro parroco in tutti gli angoli della parrocchia per riprenderlo», raccontavano in chiesa i fedeli accorsi per la veglia.
I bambini e i ragazzi del catechismo, due ore prima del rosario di venerdì, si sono presentati in chiesa con un cartellone di foto per assistere alla messa del loro «don». «Questo è il segno che noi non crediamo alle accuse che gli sono state mosse e mandiamo i nostri figli tranquille al catechismo», hanno sottolineato alcuni genitori, con accanto le catechiste, al termine del momento di preghiera.
«La cosa sembrava chiarita dopo la lettera del vescovo: non capisco perchè sia rispuntata fuori in questo momento con tanto fragore», commenta il sindaco di Oppeano, Alessandro Montagnoli, anche lui in chiesa alla veglia. «Nei confronti della comunità di Ca' degli Oppi, don Paolo si è comportato bene ed è stato ben accolto. E' un prete giovane che ha già iniziato a lavorare coinvolgendo bambini e ragazzi», sottolinea il sindaco. «Avevamo saputo come amministrazione della vicenda che l'aveva coinvolto e per la quale era stato condannato, ma abbiamo saputo anche che egli si è sempre dichiarato innocente».
«Comunque, ritengo sia la diocesi a dover prendere una posizione in merito alla situazione che si è creata e mi auguro non venga strumentalizzata dalla politica, visto che siamo prossimi alle elezioni amministrative ed europee», conclude Montagnoli.
«Quando è giunto tra noi, si è detto subito disponibile ad incontrare in canonica chiunque avesse voluto chiarimenti o spiegazioni sulla vicenda capitata quando era in Umbria», fa notare Mirko Vertuan, presidente dell'Avis di Ca' degli Oppi e promotore della veglia dell'altra sera, «non ha mai voluto tenerci nascosto nulla. Perchè dunque ricorrere alla televisione per fargli del male? E' stato un gesto scandaloso, al quale la comunità ha voluto ribellarsi venendo in chiesa stasera».
«Ha scontato la sua pena e adesso è un uomo libero: non può essere perseguitato a vita», fa notare Francesca Feder terminata la preghiera. «E' un sacerdote che ama stare in mezzo alla gente ed è giusto che torni a fare il parroco: in questi mesi ha dimostrato di avere ottime doti e potenzialità pastorali. Gli auguro che stando in mezzo a noi, riesca a superare questa prova durissima».

Zeno Martini

1 • Lanfry67 (267 commenti ) • 09.02.2014 • 17:24
Che bello questo articolo. Che bello che tutto il paese si è stretto intorno al suo parroco. Che bella questa solidarietà. mi sovviene il pensiero del mulino bianco. Che cattivi quelli delle iene che in fin dei conti si facevano una domanda: MA è NORMALE CHE UN CONDANNATO PER MOLESTIE SESSUALI VENGA INCARICATO DI INSEGNARE CATECHISMO? Le accuse che muovono le ragazze sono terribili e dubito che se le siano inventate! Sarebbero delle criminali se avessero inventato tutto. Avrebbero rovinato la vita di un bravo parroco. Però tutto è stato confermato dalla magistratura e il vostro giornale non si sofferma minimamente su questo. Non avete voglia di provare ad andare dentro la notizia? Vi pare normale che dopo una condanna quindi una conferma di abusi, uno venga destinato ancora a stare coi ragazzini? Meglio evitare l'argomento! Meglio focalizzarsi sul paese che si è stretto intorno al suo parroco dando per scontato che sia innocente!
2 • lorenzo_forforina (1 commenti ) • 09.02.2014 • 17:21
Leggendo questa vicenda, non si può non pensare a un passo del Vangelo. Sì, perché nel Vangelo si parla di don Paolo Biasi, condannato in via definitiva per aver molestato quattro ragazzine di 14 anni. Gesù, infatti, rivolto ai suoi discepoli (i primi sacerdoti, no?), disse: «Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare». (Vangelo di Marco 9,42). Fanno bene gli abitanti di Ca' degli Oppi a pregare per il loro parroco. Perché cosa cela l'anima di don Paolo (che ha "scandalizzato" quattro ragazzine, le vere vittime di tutta questa vicenda), lo sa solo don Paolo. E lui, di preghiere, ne ha davvero bisogno.
3 • Goemon (323 commenti ) • 09.02.2014 • 11:57
Contenti loro... ma se succede "qualcosa" spero abbiano il coraggio di denunciare ai Carabinieri e non al Vescovo! L'omertà in questi casi di molestie clericali è peggio di quella mafiosa!
4 • asenospanpaseno (65 commenti ) • 09.02.2014 • 10:12
"SE NON SI UNGONO LE TONACHE NON SI ARRIVA O MANTIENE IL POTERE" DICEVA UNA NOTO POLITICO VERONESE. QUESTO SEMBRA AVERLO IMPARATO ANCHE IL SINDACO DI OPPEANO MONTAGNOLI, PRONTO A METTERSI IN PRIMA FILA IN CHIESA NELLA VEGLIA DI PREGHIERA A FAVORE DEL PARROCO, SALVO POI RACCOMANDARE AGLI ALTRI DI NON STRUMENTALIZZARE A FINI POLITICI LA VICENDA IN VISTA DELLE PROSSIME ELEZIONI.
 
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view post Posted on 12/2/2014, 07:23
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Strani tizi questi cattolici della bussola quotidiana. la loro bussola non ci ha mai indicato la strada per sapere qualcosa di questo prete pedofilo condannato con sentenza definitiva.

Ora si lamentano perché qualcuno fa scoprire cose che si vorrebbero segrete.

http://www.lanuovabq.it/mobile/articoli-le...dofili-8422.htm

12-02-2014
Le Iene vanno a caccia di preti "pedofili" di Donata Fontana
Il servizio delle Iene
A meno di 24 ore dal pronunciamento contro la Santa Sede da parte del Comitato Onu per i Diritti del Fanciullo tutti i media già non parlavano d'altro: persino il programma Le Iene in onda su Italia1 dedicava all'argomento dei preti pedofili parte della sua puntata proprio del 5 febbraio.

Ma si sa che quello de Le Iene non è giornalismo né informazione ma gossip aggressivo, notizia urlata e non sempre approfondita, un mix di poco pregio - solo saltuariamente ironico - condito spesso dalla volgarità della Gialappa's Band e dal pessimo gusto in fatto di abbigliamento della co-conduttrice Ilary Blasi. La prospettiva da cui è stato inquadrato l'intero reportage lascia pochi dubbi in ordine alla sua faziosità; di certo intristisce che venga dedicato all'argomento solo una manciata di minuti, subito dopo aver lanciato il nuovo album di Valerio Scanu e poco prima di rivelare al mondo che Pia è stata riconosciuta come figlia biologica dal calciatore Mario Balotelli.

La notizia riportata da Le Iene riguarda nello specifico la vicenda di don Paolo Biasi – originario di Verona – accusato da alcuni genitori di aver “allungato le mani” su certe ragazze della parrocchia di Castel Ritaldi, Diocesi di Spoleto, poi trasferito in un paesino del basso veronese, per essere nuovamente destinato a svolgere attività coi minori in qualità di catechista. I fatti cui ci si riferisce hanno tutti origine nel 2005, la sentenza del Tribunale di Spoleto risale al 2010 – dopo un processo durato due anni – a seguito della quale don Paolo, pur dichiarandosi sempre innocente, sceglie di non ricorre in appello.

Innanzitutto vien da chiedersi se tutte le verifiche del caso siano state compiute e se, cioè, allo spettatore siano stati presentati tutti gli elementi giusti per poter giudicare in modo obiettivo la vicenda narrata, senza correre il rischio di criminalizzare nessuno. L'inviato spiega, a più riprese, che «nulla è mai stato fatto per fermare don Paolo da parte della Santa Sede o della Diocesi, dopo qualche indagine nessun provvedimento...»: ma ci si è davvero premurati di esaminare il caso presso i competenti uffici in Vaticano, chiedendo di disarchiviare fascicoli e ricostruire i fatti, parlando con tutti i responsabili deputati a prendere provvedimenti “disciplinari” contro sacerdoti macchiati da simili colpe?

Le affermazioni de Le Iene sulla presunta inerzia del Vaticano si rivelano puntualmente infondate e la realtà dei fatti emerge più chiaramente dopo che, sul quotidiano scaligero L'Arena, il responsabile dell'ufficio stampa della Diocesi veronese don Bruno Fasani rilascia alcune precisazioni. Dei provvedimenti sono stati presi eccome, e fin da subito, stante l'immediato allontanamento di don Paolo dalla parrocchia di Castel Ritaldi durante l'espletamento delle indagini della Santa Sede. Per la durata e a seguito del processo, il prete è stato, poi, escluso dal contatto con minori e destinato per ben tre anni a prestar servizio come cappellano in un convento, sul Lago di Garda. In questo lasso di tempo un'equipe di medici e psicologi comportamentali ha svolto consulenze e perizie sulla personalità e la psiche di don Paolo, constatando che - al di là di atteggiamenti adolescenziali particolarmente amichevoli ed aperti, privi di ogni valenza libidica - don Paolo non ha alcun tipo di problema dal punto di vista della pedofilia. Ma di queste autorevoli considerazioni, durante il servizio, non viene mai fatto cenno.

Per quanto riguarda, poi, la criticata nuova destinazione di don Paolo, a contatto sempre con minorenni, non viene nemmeno lontanamente presa in considerazione l'ipotesi che il sacerdote sia tutt'ora seguito da uno specialista, per farsi accompagnare nel reintegro nella vita sociale dopo l'accertamento del reato. Nemmeno questo giustificherebbe il dramma inflitto alle giovani vittime, certo, ma aiuterebbe a completare il quadro della situazione che, dalle parole de Le Iene, pesa quasi come una conferma di condanna in terzo grado. Del resto, non bisognerebbe nemmeno stupirsi troppo, perché in Italia abbiamo ex-terroristi che predicano dalle cattedre universitarie, stupratori seriali che praticano lavori socialmente utili come misura alternativa alla detenzione, perfettamente reinseriti nella loro quotidianità.

Nel prosieguo del servizio viene posto un altro quesito inquietante ai telespettatori, alludendo al fatto che sembra che da Piazza San Pietro non siano arrivati altri provvedimenti dopo la condanna del Tribunale: «ma la Santa Sede non riconosce le sentenze di un Tribunale italiano?» La domanda lascia abbastanza interdetti. Ma cosa potrà mai avere a che fare un complicatissimo argomento di diritto internazionale come quello del riconoscimento di sentenze straniere in suolo estero con il caso in questione? Don Paolo è cittadino italiano anche se prete e, come tale, ha subito processo e scontato regolarmente la sentenza comminatagli. Il Vaticano avrà poi i suoi canali di inchiesta e sceglierà come e quando agire da un punto di vista “disciplinare”, canali dei quali non deve rendere conto né ai magistrati né alle forze dell'ordine italiane. La domanda posta da Le Iene risulta fuorviante e riesce solo a far ancora più confusione nello spettatore, probabilmente convinto che sotto la basilica di San Pietro ci siano delle prigioni in cui si dovrebbe poter rinchiudere i preti condannati, in ossequio a sentenze italiane.

La faccenda diventa oltremodo surreale quando il reporter de Le Iene bracca fuori dalla sua automobile il Vescovo di Verona, Monsignor Zenti, per chiedere delucidazioni sulla nuova destinazione di don Paolo come catechista in parrocchia. Il Presule assicura che la decisione è stata ponderata e motivata e che, soprattutto, non bisogna giudicare in fretta, spargendo menzogna e facendo del male alle persone con questi toni inquisitorii. Ma l'inviato insiste: «Vescovo ma come mai don Paolo è ancora in mezzo ai ragazzini? Vescovo perché non fate niente? Perché lo avete messo coi minorenni e non con gli anziani? Vescovo mi risponda, non vada via!». L'arroganza del giornalista dà quasi sui nervi (nessuno gli ha suggerito di rivolgersi a un Prelato chiamandolo Sua Eccellenza, Monsignore o almeno Signor Vescovo?) e fa sorgere il dubbio che si stia insinuando quasi un coinvolgimento di Monsignor Zenti nell'intera faccenda. Che lo si voglia persino accusare di istigazione a delinquere, di connivenza nel reato e di scelte intenzionalmente preordinate al malessere dei minorenni? Sarebbe davvero paradossale. Nell'annunciare ai parrocchiani l'arrivo del nuovo parroco, lo stesso Monsignor Zenti aveva spiegato, in una lunga lettera, la vicenda tormentata subita da don Paolo, per nulla tacendo ai fedeli l'intera storia, dalle accuse alla condanna, specificando però che, a seguito delle lunghe indagini mediche e del nulla osta della Santa Sede, la nuova destinazione risulta appropriata.

In conclusione di servizio si resta davvero con l'amaro in bocca: per la vicenda in sé e soprattutto per come è stata presentata, senza dar conto di tutte le circostanze, troncando la storia a metà, con partigianeria e frettolosità, solo per cavalcare mediaticamente l'onda smossa dai rifiuti gettati in mare dall'ONU. Purtroppo allo spettatore medio resterà impressa solo la parziale verità raccontata da Le Iene, non preoccupandosi certo di seguire i lavori della speciale Commissione istituita proprio dal Vaticano per indagare e reprimere i casi di pedofilia all'interno della Chiesa e dimenticandosi in fretta anche delle dure prese di posizione sia di Papa Benedetto XVI che di Papa Francesco contro i sacerdoti colpevoli. Non che gli altri mezzi di informazione, bene inteso, abbiano reagito diversamente dopo le accuse lanciate dalle Nazioni Unite contro la Chiesa, finendo – chi più chi meno - col dipingerla quasi fosse un'organizzazione a delinquere.
 
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