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Gotti Tedeschi: "La JP Morgan ha fatto bene a chiudere il conto Ior"
Gotti Tedeschi: La JP Morgan ha fatto bene a chiudere il conto Ior
L'ex presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, ha presentato un memoriale alla Procura di Roma, nel quale si parla del conto alla JP Morgan. Il conto fu chiuso dalla banca americana a metà febbraio ed il report di Gotti Tedeschi al cardinale Bertone è molto chiaro, "Hanno fatto bene a chiudere ogni rapporto". Secondo gli inquirenti il conto veniva usato per pagare delle tangenti e la banca americana decise di chiuderlo in concomitanza dell'inizio delle indagini.
Pubblicato il 13 Giu 2012
http://affaritaliani.libero.it/economia/re...-ior090212.htmlRetroscena/ IOR, braccio di ferro Nicora-Bertone
Giovedì, 9 febbraio 2012 - 10:37:00
Ettore Gotti Tedeschi spl 2Ettore Gotti Tedeschi
Perché il Vaticano, o meglio lo IOR, cioè la Banca vaticana, ha deciso di lasciare i rapporti con le banche italiane e approdare ai lidi tedeschi? A quanto Affaritaliani.it apprende Oltretevere, questo sarebbe dovuto ad un braccio di ferro interno alla Santa Sede in nome della trasparenza. Che prende le mosse dal caso del presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, il quale nel settembre 2010 e' stato indagato per presunte omissioni nell'applicazione delle norme antiriciclaggio. Ma una fonte IOR avverte: "Lo IOR non ha una rete propria per le transazioni internazionali, per cui da anni si appoggia alla Jp Morgan di Francoforte così come nel passato si e' servita di Banca Intesa, per esempio.
QUEI 23 MILIONI - Certo e' che il riciclaggio e' un tema che da due anni tormenta la banca vaticana. Tutto comincia quando, il 21 settembre 2010, viene resa pubblica la notizia delle indagini appena aperte sul conto di Gotti Tedeschi, indagato perché sospettato di non aver rispettato le norme europee in tema di riciclaggio per circa 23 milioni di euro diretti, guarda caso, proprio in Germania. E proprio alla Jp Morgan di Francoforte. Di chi sono quei soldi? Li ha depositati lo IOR presso il Credito Artigiano di Roma, a sua volta controllato dal Credito Valtellinese, ma non ha detto a nome di chi l'avrebbe fatto. Quello del Credito Valtellinese non e' un particolare da sottovalutare: il presidente del e' Giovanni De Censi, a sua volta nel consiglio di sovrintendenza dello IOR insieme proprio a Gotti Tedeschi. Ed e' stato proprio il Credito Artigiano, ossia l'istituto di De Sensi, che nel settembre 2010 a sua volta sa come Gotti Tedeschi che la banca vaticana si sta adeguando alle norme anti riciclaggio (cosa che poi e' puntualmente avvenuta con la creazione dell'Aif, l'Agenzia ora presieduta dal cardinale Attilio Nicora e che si occupa di anti riciclaggio). Per la cronaca: De Censi e' ancora al suo posto ed il suo istituto, correttamente, ha applicato le norme italiane in tema di riciclaggio, mentre Gotti Tedeschi, presentatosi alle autorita' italiane, si e' visto riconfermare la fiducia e il supporto della Santa Sede già nell'immediatezza dei fatti (sebbene con un certo imbarazzo Vaticano, dal momento che lo IOR, secondo il Concordato, sarebbe un ente interno alla Santa Sede e dunque varrebbe il divieto di ingerenza delle autorità italiane, sebbene la Cassazione nel 2003 abbia con una sentenza assimilato lo IOR alle banche italiane).
IOR-ITALIA, COMUNICAZIONI ANCHE INFORMALI - A questo punto l'Aif inizia a collaborare con le autorità italiane. A dire il vero proprio stamattina è stato diffuso un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede nel quale, proprio in tema di riciclaggio si precisa sottolineando che: "La Santa Sede e le autorità del Vaticano hanno doverosamente cooperato con la magistratura e le altre autorità italiane", sottolineando che fin dal 2006-2007, pur in mancanza di una struttura come l'Aif: “Lo Ior si è impegnato con determinazione nell’analisi dei conti e nella verifica dei suoi clienti per accertare e riferire l’eventuale esistenza di transazioni sospette”, anticipando di qualche anno "la stessa adozione della legge n. 127 contro il riciclaggio, del 30 dicembre 2010, da parte dello Stato della Città del Vaticano”. E a proposito della collaborazione vaticana, la nota scrive che: “Lo Ior ha fornito informazioni, anche al di fuori dei canali formali, nel periodo precedente la costituzione dell’Autorità vaticana di informazione finanziaria (Aif)”. Non solo: dopo aver consultato l’Aif, la Sala stampa precisa che “non è vero che lo Ior non abbia fornito informazioni all’Aif sulle materie in questione” e “non è vero che l’Aif non abbia inoltrato queste informazione alla Uif (Unità di informazione finanziaria italiana)”. A proposito della Legge 127, su questo pare ci sarebbe stato un braccio di ferro tra monsignor Attilio Nicora, presidente Aif, e lo Ior, con Nicora deciso a chiedere qualunque informazione dallo IOR in nome della trasparenza; e dall'altro lo IOR con Gotti Tedeschi che, come sostiene un memo confidenziale circolato in Vaticano e reso noto in questi giorni, avrebbe adottato la linea dell'irretroattivita', potendo quindi fornire informazioni solo su fatti e movimenti dal 1' aprile 2011.
CONTROLLO A TRE- A fine gennaio 2012, in compenso, l'Aif ha visto un ridimensionamento delle sue prerogative. Sono infatti entrate in vigore le modifiche alla legge vaticana 127 che nel 2010 aveva imposto all'Aif la competenza in tema di antiriciclaggio. Adesso la responsabilità dovrà essere coesercitata insieme alla Segreteria di Stato (fatto che Oltretevere viene interpretato, secondo quanto riferiscono fonti ad Affari, come una vittoria di Bertone e il superamento del braccio di ferro IOR-Aif), la Pontificia Commissione per lo Stato Città del Vaticano che esercita il potere legislativo ed e' guidata da monsignor Giuseppe Bertello (considerato vicino a Bertone), e l'Aif di Nicora. E a meta' di quest'anno Moneyval, il comitato europeo che si occupa di antiriclaggio, dirà la sua sulla Santa Sede e il rispetto delle normative antiriciclaggio, dopo l'ispezione compiuta in Vaticano nel novembre scorso. Anche se una fonte in Curia, sentita da Affari, commenta: "Tutto questo rumore sulla decisione di spostare le transazioni in Germania non serve a niente. E' soltanto l'ultima cartuccia sparata da qualcuno che, avendo in mano qualche informazione interessante già diffusa in giro, sta dando fondo alle sue riserve. Con poco o niente in mano".
Antonino D'Anna