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Pedofilia. Papa Francesco prima perdona e poi spreta mons. Inzoli, fondatore del Banco Alimentare, Violenze su ragazzini da 12 a 16 anni. Il monsignore se la cava con la prescrizione per 17 casi. Condannato per altri 6.

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view post Posted on 13/5/2016, 17:09
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Con l' 8 x 1000 avete fatto tanto, gli avete garantito lo sconto di pena



http://codice-italia.it/2016/05/12/pedofil...cire-5-vittime/

PEDOFILIA: DON MAURO INZOLI DOVRA’ RISARCIRE 5 VITTIME


POSTED BY: CODICEITALIA 12 MAGGIO 2016
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Don Mauro Inzoli, ex capo di Comunione e Liberazione della provincia di Cremona, dovrà risarcire 5 vittime di abusi.

Il più grande delle sue vittime ha 16 anni, il più piccolo 12, a loro dovrà dare 25.000 euro ciascuno. Don Inzoli, di 66 anni, detto don Mercedes per la sua passione per le auto di lusso, è stato anche fondatore e presidente del Banco alimentare di Crema e animatore della onlus cremasca “Fraternità”. Con il risarcimento la difesa evita di avere nel processo la costituzione di parti civili.

Il gup del Tribunale di Cremona, Letizia Platè, ha accolto anche la richiesta di processo con rito abbreviato. Si tornerà quindi in aula il 29 giugno.Contestati otto episodi di violenza sessuale – Il procuratore Roberto di Martino contesta a don Inzoli otto episodi di violenza sessuale. Il sacerdote li avrebbe commessi fra il 2004 e il 2008, abusando della sua autorità, sia nell’ufficio dove teneva gli esercizi spirituali, sia negli alberghi dove Cl portava i ragazzi per la villeggiatura estiva. All’epoca il prete era rettore del liceo linguistico “Shakespeare” di Crema e parroco della chiesa della Santissima Trinità della stessa città. Sono invece prescritti altri episodi, una quindicina, delle quali sarebbero stati vittime giovani oggi maggiorenni.

La Santa Sede, con papa Ratzinger, aveva agito nel 2012 riducendo don Inzoli allo stato laicale. Il ricorso del prete aveva fatto sì che la sanzione venisse però ammorbidita. Il 27 giugno del 2014 papa Francesco l’aveva trasformata in una “pena medicinale perpetua”, che imponeva a don Inzoli una “vita di preghiera e di umile riservatezza come segni di conversione e penitenza”.

Inchiesta penale partita grazie a un deputato di Sel – A promuovere l’azione penale davanti alla magistratura ordinaria italiana era stato Franco Bordo, deputato di Sel, che il 30 giugno 2014, tre giorni dopo la sentenza religiosa, presentò in procura l’esposto dal quale partì l’indagine. Il Vaticano si era opposto alla consegna degli atti dell’inchiesta ecclesiastica.
 
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view post Posted on 22/5/2016, 15:44
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www.mantellini.it/2016/05/22/a-cosa...ti-e-pedofilia/

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MAG
A cosa serve Internet (8): storie di preti e pedofilia
Il 25 ottobre 2010 il settimanale cattolico cremasco di informazione “Il nuovo Torrazzo 2.0” segnala www.ilnuovotorrazzo.it/read_news.asp?id=849 che dopo 17 anni di fecondo servizio il parroco di Crema don Mauro Inzoli abbandonerà l’incarico per motivi di salute:



Il vescovo Oscar ha ufficializzato venerdì le decisioni assunte per la comunità cittadina della SS. Trinità, da inizio ottobre “orfana” del suo parroco don Mauro Inzoli il quale – dopo 17 anni di fecondo servizio – ha chiesto a monsignor Cantoni di essere sollevato dall’incarico e di poter trascorrere un periodo sabbatico per motivi di salute.



È una bugia, seppur 2.0, Inzoli non è malato, viene allontanato perché, prosegue l’articolo



“su alcuni organi di stampa si sono susseguite le voci più variegate e fantasiose.”



Le voci variegate e fantasiose in quel lontano 2010 non lo erano poi troppo, visto che qualche giorno fa, a distanza di sei anni dal suo primo allontanamento, Don Inzoli ha risarcito con 25 mila euro a testa le famiglie di 5 vittime che lo accusavano di abusi sessuali e violenze sui minori: in cambio le famiglie non si costituiranno parte civile nel processo che il sacerdote sta subendo a Cremona per aver abusato fra il 2004 e il 2008 di 8 adolescenti di età compresa fra i 12 ed i 16 anni.

Da quell’ottobre del 2010 ci sono voluti ben 4 anni perché la Chiesa prendesse ufficialmente una posizione definitiva sui comportamenti di Mauro Inzoli: è poi servito un esposto del parlamentare di SEL Franco Bordo – sempre nel 2014 – perché la magistratura italiana decidesse di occuparsi del caso.

Il 10 marzo 2007, tre anni prima dell’ allontanamento forzoso di Inzoli dalla comunità ecclesiale, su un forum online gratuito di Virgilio su “Amore e sessualità” l’utente anonimo “esecutore” alle 23.51 scrive: http://geniv.forumcommunity.net/?t=5492349&st=30



tutti i ciellini che conosco parlano di castità, di vero amore, e poi si ammazzan di seghe sui porno.
don mauro inzoli tocca abitualmente il pacco ai ragazzini più carini del liceo linguistico di crema con scuse assurde,tipo per capire se hai la febbre.
a me l’ha fatto una sola volta,gli diedi un clacio nelle palle e gli rigai il mercedes cabriolet, poi finalmente i miei si convinsero ad iscrivermi all’artistico,tanti anni fa.



Si tratta di un commento premonitore che suggerisce alcuni elementi di questa vicenda. Il primo è comune a gran parte delle storie di abusi sui minori: molti nella piccola città di Crema sapevano ma nessuno diceva niente. Il secondo è che gli abusi del sacerdote erano già iniziati molti anni prima. Ecco cosa scrive “esecutore” in un commento successivo:


il tipo non mi ha di certo denunciato,sapendo lo sputtanamento a cui sarebbe andato incontro.
gli ha detto “culo” che non lo abbian denunciato i miei.
ovviamente,una cosa simile,che bene o male in città è risaputa,non intacca miimamente la sua figura con i suoi sostenitori,capre cieche bisognose di idoli di plastica.
ovviamente al di fuori della sua cerchia la gente lo tratta per quello che è: un viscidone.



Inzoli del resto non è un prete qualsiasi: al di là della sua passione per le auto sportive (per la quale è stato spesso soprannominato anche sui giornali don Mercedes) è uno dei capi di Comunione e Liberazione a livello nazionale, è il presidente del Banco Alimentare ed è – secondo molte voci mai confermate – il confessore personale di Roberto Formigoni. Ed anche in relazione alla centralità politica della sua figura è molto strano (oppure no) che la sua vicenda penale non sia mai uscita troppo dalle cronache locali, tranne per le polemiche seguite alla presenza di Inzoli, nel 2015 ad un convegno sul valore della famiglia (sic) con Maroni e Formigoni a Milano.

Per esempio il quotidiano della CEI Avvenire ha dedicato alla recente notizia del risarcimento di Inzoli alle vittime degli abusi un articolo laconico ed impreciso di 5 righe.

Tecnicamente, se le accuse di abusi sessuali e violenze di cui è imputato verranno confermate (prossima udienza il 29 giugno) don Inzoli sarebbe una figura al confine fra pedofilia e pederastia (la presunta vittima più giovane delle sue attenzioni è una ragazzina di 12 anni). Sempre tecnicamente i ritardi della giustizia italiana, le tardive denunce delle vittime e gli ostacoli frapposti alle indagini dal Vaticano, che ha a suo tempo rifiutato una rogatoria della procura di Cremona, hanno fatto sì che Inzoli debba oggi rispondere col rito abbreviato di 8 casi avvenuti nell’arco di 5 anni, mentre altri 15 casi analoghi che sono nel frattempo venuti alla luce a suo carico non riceveranno alcuna giustizia perché passati in prescrizione.

Il 9 dicembre 2012 dopo due anni di indagini coperte dal “segreto pontificio” seguiti alle dimissioni per “motivi di salute” di don Mauro Inzoli viene diffuso un comunicato del vescovo di Crema Oscar Cantoni che dice:



“In data 9 dicembre 2012 il Vescovo di Crema ha emesso un decreto, su mandato della Congregazione per la Dottrina della Fede (Santa Sede), che dispone la dimissione dallo stato clericale del rev.do Monsignor Mauro Inzoli al termine di un procedimento canonico a norma del canone 1720 del Codice di Diritto Canonico. La pena è sospesa in attesa del secondo grado di giudizio. Ogni altra informazione in merito al provvedimento di cui sopra è riservata all’autorità della Congregazione per la Dottrina della Fede”.



Quali sono gli atti contrari al Diritto Canonico commessi da don Inzoli, si chiese allora il quotidiano Crema Oggi una volta appresa la notizia della riduzione allo stato laicale di un sacerdote di Comunione e Liberazione molto noto e senza alcun addebito pubblico? Secondo il quotidiano online queste:



Secondo quanto riferito da alcune fonti vicine alla diocesi di Crema, tutto sarebbe avvenuto durante il periodo in cui don Mauro era ancora parroco della Santissima Trinità. Don Mauro sarebbe stato accusato da alcuni genitori della parrocchia di aver avvicinato sessualmente i loro figli. I genitori, anziché procedere alla denuncia penale – come sarebbe stato possibile, legittimo e nei loro diritti – hanno preferito rivolgersi direttamente al vescovo, chiedendo la rimozione del sacerdote dalla parrocchia. Cosa che il vescovo ha fatto, domandando a don Mauro di lasciare spontaneamente la Santissima Trinità.



Certo un po’ ce lo meritiamo don Inzoli ma la vicenda di straordinaria omertà che unisce vittima e carnefici e che è ben lungi dall’essere conclusa si arricchisce nel 2014 di un ulteriore tassello. Papa Ratzinger nel 2012 allontana don Inzoli dall’esercizio sacerdotale, pur per ragioni a noi a quel tempo oscure ed imprescrutabili ma con “sospensione della pena fino al secondo grado di giudizio” e con successivo placido e silenzioso trasferimento del prelato da Crema ad una parrocchia di Alessandria.

E il secondo grado di giudizio arriva puntale un paio di anni dopo quando Papa Francesco il 26 giugno 2014 accoglie il ricorso di don Inzoli e ne annulla lo stato laicale invitandolo nel contempo ad una vita sacerdotale maggiormente morigerata:



In considerazione della gravità dei comportamenti e del conseguente scandalo, provocato da abusi su minori, don Inzoli è invitato a una vita di preghiera e di umile riservatezza, come segni di conversione e di penitenza.



Secondo Papa Francesco don Inzoli dovrà inoltre “intraprendere, per almeno cinque anni, una adeguata psicoterapia”.

Merita infine una veloce lettura anche il commento del vescovo di Crema alla riabilitazione di don Inzoli da parte del Vaticano



Molti, e da tempo, si attendevano un pronunciamento definitivo e chiarificatore. Da parte mia, in questo momento in cui la nostra Chiesa è di nuovo provata, condividendo i sentimenti delle persone ferite, sento il dovere di intervenire perché la voce del Pastore aiuti a interpretare nella giusta prospettiva il pronunciamento ecclesiale che viene ora diffuso in forma di “comunicato”.



La diocesi di Crema è di nuovo provata dice il Vescovo, e noi con lei. Che è poi la ragione di questo post e delle lunghe ricerche dentro la memoria di Internet che hanno materialmente creato questo lungo testo. Memoria che per fortuna, per ora, ancora esiste.
 
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view post Posted on 29/6/2016, 17:04
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Perdonato da papa Francesco il fondatore del Banco Alimentare: resterà prete

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http://milano.repubblica.it/cronaca/2016/0...nato-143076468/




Cremona, don Inzoli condannato a quattro anni e nove mesi per pedofiliaCremona, don Inzoli condannato a quattro anni e nove mesi per pedofilia
Don Mauro Inzoli
Il verdetto a conclusione del processo con rito abbreviato. Negli scorsi mesi il leader carismatico di Comununione e Liberazione nel Cremonese aveva risarcito con 25mila euro cinque delle sue vittime

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29 giugno 2016
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Don Mauro Inzoli, per trent'anni capo carismatico di Comunione e Liberazione di Cremona e tra i fondatori del Banco alimentare è stato condannato a 4 anni e nove mesi e al divieto di avvicinarsi a luoghi frequentati da minori, per pedofilia. La sentenza è arrivata al termine del processo che si è svolta con rito abbreviato davanti al gup di Cremona Letizia Platè che comporta lo sconto di un terzo della pena. La procura aveva chiesto una condanna a sei anni. Nella scorsa udienza, era stato stabilito un risarcimento di 25mila euro per cinque vittime degli abusi sessuali dei quali il sacerdote era accusato.

Sono otto gli episodi di violenza sessuale di cui il prete (amante del lusso tanto da essersi guadagnato il soprannome di Don Mercedes) doveva rispondere, mentre altri 15 sono caduti in prescrizione: le accuse nei suoi confronti erano gravissime. All'epoca dei fatti che risalgono al periodo tra il 2004 e il 2008, i minori che lo hanno portato in Tribunale avevano i più piccoli 12 e 13 anni, gli altri tra 14 e 16. Don Inzoli allora era rettore al liceo linguistico Shakespeare e parroco della chiesa della Santissima Trinità di Crema a cui faceva capo il gruppo Gioventù studentesca. 'Don Mercedes' avrebbe abusato della sua autorità, sia nel suo ufficio dove teneva gli esercizi spirituali con i ragazzini, sia negli alberghi dei luoghi di villeggiatura dove Cl portava i giovani durante le vacanze estive. Secondo la procura, da parte di don Inzoli ci sarebbero stato verso i ragazzini baci, carezze, abbracci, pesanti palpeggiamenti. Era considerato un "idolo meritevole di venerazione" persino dai genitori delle vittime, che per questo motivo non avrebbero avuto la forza di reagire: tutti provavano una fortissima sottomissione psicologica davanti a lui.

Don Inzoli era stato sospeso dalla Congregazione per la Dottrina della Fede "in considerazione della gravità dei comportamenti e del conseguente scandalo provocato da abusi su minori". Per primo fu Papa Benedetto XVI a infliggere a don Inzoli la riduzione allo stato laicale, ammorbidita in seguito il 27 giugno 2014 da Papa Francesco con una pena medicinale perpetua: il prete è stato invitato a condurre una “vita di preghiera e di umile riservatezza come segni di conversione e di penitenza”. Dopo un esposto presentato dal deputato di Sinistra Ecologia e Libertà Franco Bordo, era partita l'inchiesta della magistratura italiana: questo nonostante il Vaticano avesse deciso di non trasmettere alla Procura gli atti inerenti i casi di abusi su minori, accertati da loro stessi.

La sua ultima uscita pubblica nel gennaio del 2015, quando si
presentò seduto in seconda fila dietro a Roberto Maroni e a Roberto Formigoni al discusso convegno in difesa della 'famiglia tradizionale' in Regione Lombardia, organizzato insieme a una associazione che propone la cura dei gay.
 
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view post Posted on 1/7/2016, 14:40
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http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/06/30...chiesa/2872094/

Don Inzoli condannato: le vittime dimenticate, l’inerzia della Chiesa
Don Inzoli condannato: le vittime dimenticate, l’inerzia della Chiesa
Giustizia & Impunità
di Marco Politi | 30 giugno 2016
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Marco Politi
Scrittore e giornalista

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Ci sono parecchie cose che non convincono nella vicenda di don Mauro Inzoli, condannato questa settimana in primo grado a quattro anni e nove mesi per abusi su cinque minori.

Inzoli non è un prete qualsiasi. E’ stato per trent’anni uomo di punta di Comunione e liberazione in Lombardia. Tra i fondatori di un’iniziativa importante come il Banco alimentare, rettore al Liceo linguistico Shakespeare di Cremona e parroco della chiesa della Santissima Trinità. Delle cinque vittime per cui è stato condannato, i più piccoli avevano tra i 12 e i 13 anni. I più grandi tra i 14 e i 16. Cinque vittime non sono poche. Perché il tribunale abbia abbassato la pena richiesta dal procuratore (sei anni) è poco comprensibile. “Ci sono alcuni particolari terribili”, aveva sottolineato il procuratore Roberto Di Martino.




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Ma è sul versante ecclesiale che si apre più di un interrogativo. I fatti giudicati in tribunale risalgono ad un periodo tra il 2004 e il 2008. Quando scoppiò lo scandalo e le autorità vaticane appurarono l’indiscussa verità delle accuse, papa Ratzinger dispose la sospensione a divinis di Inzoli. Sia Benedetto XVI che papa Francesco hanno ripetutamente proclamato tolleranza zero nei confronti dei preti pedofili. Tra il 2004 e il 2013 ben 884 preti responsabili di abusi sono stati svestiti dell’abito talare come risulta da un rapporto vaticano al comitato Onu contro la tortura, presentato nel 2014. Quali sotterranee pressioni (Cl non è certo la piccola confraternita di una sperduta parrocchia di provincia) hanno fatto sì che sotto il pontificato di Bergoglio la pena radicale sancita da Benedetto XVI sia stata addolcita e trasformata per Inzoli in pena perpetua ad una “vita di preghiera e di umile riservatezza come segni di conversione e di penitenza”, ridandogli però lo status sacerdotale?

Inzoli ha risarcito le cinque vittime con la somma di 25.000 euro ciascuna. Il fatto è che risultano altri quindici episodi di violenza sessuale. Episodi prescritti per la giustizia italiana. Tuttavia, una volta venuta alla luce la condotta pedofila del prete ciellino – considerato un personaggio “carismatico” a Cremona – il Vaticano ha svolto una sua indagine secondo le procedure ecclesiastiche (i cui risultati non sono stati trasmessi alle autorità italiane, che pure ne avevano fatto richiesta) e dunque la Santa Sede ha in mano tutti gli elementi per rendere giustizia alle altre vittime.

Quindici minori abusati non sono un dettaglio da trascurare, un danno collaterale da affidare al dimenticatoio. I traumi psicologici durano per sempre. E’ vero che sul piano della legislazione statale esiste la prescrizione, ma sul piano di una istituzione che si presenta come voce della morale non si può dire come la canzone popolare napoletana “chi ha avuto, ha avuto – chi ha dato, ha dato”.

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La svolta di Benedetto XVI nel 2010 con la Lettera ai cattolici di Irlanda aveva chiarito – si pensava per sempre – che nei problemi di pedofilia all’interno della Chiesa cattolica le vittime sono assolutamente da considerare la questione centrale. Dunque non si può pensare che la Chiesa locale o un’associazione importante come Comunione e liberazione si lavino le mani e non pensino a risarcire anche gli altri quindici abusati.

La vicenda Inzoli (come altri simili casi, sepolti rapidamente nelle cronache dei giornali) ripropone la questione dell’atteggiamento generale della Conferenza episcopale italiana in tema di abusi. La posizione della Cei è finora tenacemente minimalista. I fatti imputati riguardano il singolo sacerdote, si dice. Il singolo vescovo locale è il referente delle vittime. Non c’è preciso obbligo di denuncia alle autorità giudiziari italiane, se un vescovo viene a conoscenza di misfatti. Non esiste una struttura diocesana con sacerdoti e psicologi, dove la vittima possa chiedere aiuto e segnalare abusi. Non esiste nemmeno un indirizzo mail. Non esiste un programma di risarcimenti. La Cei come tale non si assume nessuna responsabilità, neanche quella di pubblicare anno per anno (come avviene per esempio negli Stati Uniti) un rapporto pubblico sulle violenze nelle strutture ecclesiastiche.

Altrove, nell’Europa del Nord o nell’America settentrionale, sono stati creati punti di ascolto e di denuncia in ogni diocesi, ci sono programmi delle diocesi per risarcire le vittime, si aprono indagini sugli episodi nascosti del passato, ci sono organi di monitoraggio della conferenza episcopale nazionale. In Italia nulla di nulla.

Non è una situazione che può continuare. Lasciare che – per prescrizione o per mancanza di indagini sul passato, aperte autonomamente dalle autorità ecclesiastiche – centinaia di vittime rimangano prigioniere del silenzio e prive di conforto e di aiuto è esattamente il contrario della tolleranza zero predicata dagli ultimi due pontefici. Di più: è un modo classico di sabotare attraverso l’inerzia la riforma di impostazione fondamentale nei confronti dei minori violentati, auspicata a suo tempo da Benedetto XVI e ribadita più volte da Francesco.

Niente impedisce che un modo radicalmente nuovo di affrontare in Italia i problemi degli abusi nella loro dimensione pratica di cura di tutte le vittime (prescrizione o meno) parta da una conferenza episcopale regionale o persino da una singola diocesi. Milano ha una secolare tradizione europea. La sua “buona amministrazione” in campo civile guarda da sempre alle buone pratiche d’Oltralpe. Potrebbe essere la Conferenza episcopale lombarda a mettere in campo iniziative e strutture di solidarietà nel campo degli abusi. Perché le vittime non si prescrivono mai.
 
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view post Posted on 10/11/2016, 18:38
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http://www.crema-news.it/articoli/lavvocat...l-ricorso-contr

L'AVVOCATO DI DON MAURO INZOLI HA DEPOSITATO IL RICORSO CONTRO LA CONDANNA A 4 ANNI E 9 MESI

Crema, 09 novembre 2016

Ha fatto ricorso all'avvocato di don Mauro Inzoli contro la sentenza che ha visto condannato il prete cremasco per violenza sessuale su minori lo scorso giugno in primo grado a Cremona a quattro anni e nove mesi di prigione. L'avvocato Corrado Limentani ha presentato il ricorso venerdì scorso. I tempi per l'esame della richiesta non saranno brevi, come al solito e la corte d'appello che giudicherà sarà quella di Brescia. L'avvocato si è detto sicuro che molti punti del ricorso saranno accolti, in particolare che per alcuni rilievi ci sarà l'assoluzione e che di certo la pena comminata al sacerdote dal tribunale di Cremona con rito abbreviato non sarà confermata. Ricordiamo che il sacerdote cremasco era stato condannato per episodi di violenza su cinque minori che erano stati prima del processo risarciti con 25.000 € ciascuno.

La vicenda di Don Mauro era nata nel dicembre del 2011, quando papa Ratzinger lo aveva spretato. Nel successivo ricorso, accolto poi da Papa Francesco nel maggio 2014, don Mauro aveva ottenuto di restare sacerdote ma era stato condannato a una vita di ritiro e di preghiera con il divieto di rientrare nella diocesi di Crema e di frequentare minori.
 
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view post Posted on 24/11/2016, 21:52
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http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/...3c3de2004.shtml


LE MOTIVAZIONI
La condanna del
Corriere della Sera
MILANO / CRONACA Vivimilano
LE MOTIVAZIONI
La condanna del "prete in Mercedes"
«Ha approfittato del suo ruolo»
Don Mauro Inzoli, legato a Comunione e Liberazione, è stato condannato a 4 anni e 9 mesi per gli abusi sessuali su minori
di Gilberto Bazoli

«Il contesto evidenzia come l'imputato abbia negli anni approfittato con spregiudicatezza della propria posizione di forza e prestigio per ottenere soddisfazione sessuale, tradendo al fiducia in lui riposta dai giovani nei momenti di confidenza delle proprie problematiche personali ed anche nel corso del sacramento della Confessione». Lo scrive il gup di Cremona Letizia Platè nella motivazione della sentenza nei confronti di don Mauro Inzoli, ex leader di Comunione e liberazione e soprannominato il «prete in Mercedes», parroco della Chiesa della Santissima Trinità di Crema, condannato a 4 anni e 9 mesi per violenza sessuale. Le cinque vittime (all'epoca dei fatti il più giovane aveva 12 anni, il più grande 17), costituitesi parte civile e uscite dal processo dopo essere state risarcite (25.000 euro a testa), parlano di «baci diventati particolarmente insistenti e quasi violenti», «carezze nelle parti intime», «palpeggiamenti» e altro ancora. Tutti episodi accaduti tra il 2005 e il 2008. Uno di quei ragazzi, che oggi ha 24 anni, ha ricordato di non aver avuto la forza di rivelare l'accaduto ai genitori perché consideravano il carismatico sacerdote «come una specie di idolo meritevole di venerazione». Scrive il giudice: «L'utilizzo strumentale da parte dell'imputato della propria posizione di guida religiosa per i giovani si evince anche dal fatto che in taluni casi diede alle sue vittime spiegazione di ciò che aveva fatto citando alcuni passi biblici o narrando episodi della tradizione ebraica». Gli strascichi psicologici sono stati pesanti. «Da alcune testimonianze si evidenzia l'esistenza di un danno morale di ampia portata». Uno dei giovani di allora è andato in depressione. Di un altro, che si ribellò rigando la Mercedes su cui don Inzoli circolava e che nel 2012 si è suicidato, il fratello ha detto: «Nell'ultimo periodo aveva nuovamente ripreso a parlare delle vicende degli abusi subiti da don Mauro che evidentemente lo avevano comunque segnato se a distanza di tanti anni aveva ripreso ad affrontare l'argomento«. Cinque gli accusatori «ma il quadro che emerge mostra l'esistenza di condotte analoghe nei confronti di una pluralità indiscriminata di soggetti». Nella lettera allegata alla memoria difensiva, don Inzoli si dichiara «profondamente addolorato per quanto per mia responsabilità accaduto».
 
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view post Posted on 25/11/2016, 11:50
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Le tecniche di seduzione delle vittime del fondatore del Banco Alimentare.

Il Vaticano prima lo spreta e poi lo reintegra, lasciandolo prete



www.ilgiorno.it/cremona/cronaca/don...zioni-1.2703556

"Lo dice il Vecchio Testamento": il prete violentatore con l’inganno
Cremona, le motivazioni della condanna di “don Mercedes”
di GABRIELE MORONIUltimo aggiornamento: 25 novembre 2016


Abusi su minori, don Mauro Inzoli condannato a 4 anni e 9 mesi

Cremona, 25 novembre 2016 - Ricorreva persino a citazioni dalla Bibbia, del Vecchio Testamento, per piegare i ragazzi e assoggettarli alle sue avances. Una pratica allucinante ricostruita nelle motivazioni della sentenza con cui il gup di Cremona, Letizia Platè, ha condannato a quattro anni e nove mesi di reclusione don Mauro Inzoli. Don Inzoli, 66 anni, per un trentennio leader carismatico di Comunione e Liberazione, fondatore e presidente del Banco alimentare di Crema, animatore della onlus cremasca “Fraternità” è stato riconosciuto colpevole di abusi sessuali su cinque ragazzini, all’epoca minorenni, il più piccolo di 12 anni, il più giovane di 16, commessi fra il 2004 e i 2008 nell’ufficio in cui teneva gli esercizi spirituali per il suo gruppo giovanile e anche nella casa-vacanza dove Cl portava i ragazzi per la villeggiatura.

Baci, abbracci, carezze e altro ancora. E’ stato uno di questi, per cinque anni vittima di attenzioni sessuali, a raccontare che “Don Mercedes” (soprannome legato alla predilezione del prete per le auto di lusso, abbinata a quelle per i sigari di marca e per le frequentazioni con politici altolocati) aveva citato un brano dell’Antico Testamento in cui si faceva riferimento a un rituale ebraico praticato da Abramo sul figlio Isacco. A un altro il gesto intimo venne spiegato come un rituale ebraico come segno dell’affetto del padre verso il figlio. Con un’altra giovane vittima Don Inzoli giustificò il suo atteggiamento come una vecchia usanza dell’ebraismo praticata dal genitore per trasmettere al figlio il suo sapere e la sua conoscenza.

Figura prestigiosa, all’epoca anche rettore del liceo linguistico Shakespeare e parroco della chiesa della Santissima Trinità di Crema, don Inzoli ha abusato dell’autorità che gli veniva dalla sua posizione, definita dal giudice «molto nota e carismatica». Uno dei ragazzi ha parlato di “sottomissione spirituale fortissima”, per cui “si faceva molta fatica a sottrarsi a questa sorte di legame morboso che si era creato”. Una reverenza che arrivava al prete non solo dai giovani ma anche dalle loro famiglie. Per quanto sconvolto, un ragazzo era stato incapace di reagire e di parlane con i genitori che consideravano don Mauro “una specie di idolo meritevole di venerazione”. La rivelazione sarebbe stata per loro “una cosa devastante”.

www.ilgiorno.it/cremona/cronaca/201...azione-cl.shtml

Ridotto allo stato laicale don Inzoli referente di Cl Cremona
Commenti
Le motivazioni non sono state rese note ma i fatti che vengono contestati al religioso riguarderebbero la sua vita privata

www.crema.laprovinciacr.it/news/cre...va-per-don.html

CREMA - Riconosciuti gli abusi sui minori, la Coingregazione per la dottrina della fede ha emanato il Decreto definitivo sul caso di don Mauro Inzoli.

"In considerazione della gravità dei comportamenti - si legge nel documento a firma del cardinale Muller - e del conseguente scandalo, provocato da abusi su minori, don Inzoli è invitato a una vita di preghiera e di umile riservatezza, come segni di conversione e di penitenza. Don Mauro non potrà celebrare e concelebrare in pubblico l’Eucaristia e gli altri Sacramenti, né predicare, ma solo celebrare l’Eucaristia privatamente".

Per il sacerdote cremasco sono stati inoltre disposte altre restrizioni, soprattutto in merito ad eventuali contatti con minorenni. In caso di mancata osservanza, don Inzoli verrà ridotto allo stato laicale. "Don Mauro non potrà svolgere accompagnamento spirituale nei confronti dei minori o altre attività pastorali, ricreative o culturali che li coinvolgano. Non potrà assumere ruoli di responsabilità e operare in enti a scopo educativo. Non potrà dimorare nella Diocesi di Crema, entrarvi e svolgere in essa qualsiasi atto ministeriale. Dovrà inoltre intraprendere, per almeno cinque anni, un’adeguata psicoterapia.

Il Decreto recepisce quanto papa Francesco, accogliendo il ricorso di don Mauro, ha stabilito ed è giunto al vescovo di Crema, Oscar Cantoni, il 12 giugno 2014.
 
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benedetto Nicotra1
view post Posted on 28/11/2016, 15:29




la responsabilità e di tutti Anche il papa lo sa benissimo chi procura lo scandalo e meglio che gli venga messo al collo una macina. e gettato. Quindi Dio lo sa Lasciamo fare a lui.
 
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view post Posted on 28/6/2017, 06:51

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Il fondatore del Banco Alimentare " invitato a una vita di preghiera e di umile riservatezza". Ma se ne va in giro per convegni

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Don Inzoli al convegno

www.crema-news.it/articoli/la-veste...re-comunicata-d

VIA LA VESTE A DON MAURO. LA DECISIONE DOVREBBE ESSERE COMUNICATA DOMANI

Crema, 27 giugno 2017

Don Mauro Inzoli non sarebbe più prete. Questa la clamorosa indiscrezione che da qualche ora circola in città. Il vescovo monsignor Daniele Gianotti ha convocato tutto il clero della diocesi per domani mattina in episcopato per importanti comunicazioni. Escluso l'annuncio della nomina di un nuovo vescovo, che secondo la tradizione deve essere dato a mezzogiorno con notizia certa in contemporanea nella diocesi di appartenenza e in quella di destinazione, le voci vogliono che il vescovo comunichi la gravissima decisione che riguarda il prete condannato per abusi sessuali su minori a quattro anni e nove mesi di galera. Sempre secondo indiscrezioni, sembra che la decisione sia stata presa perché l'ex parroco di SS Trinità ha trasgredito più volte alle disposizioni imposte da Roma.

Don Mauro Inzoli, 67 anni, l'ex presidente del Banco alimentare, esponente di punta di Comunione e liberazione, ex parroco della parrocchia della SS. Trinità di Crema era stato condannato con rito abbreviato nel giugno del 2016 a quattro anni e nove mesi di reclusione per abusi sessuali su cinque minori di età compresa da 12 a 16 anni. Secondo la sentenza vaticana don Mercedes, come era stato soprannominato per il fatto di utilizzare questa auto che gli era stata regalata, doveva fare vita ritirata, non poteva entrare nella diocesi di Crema, non poteva avvicinare minori. Tuttavia, aveva fatto scalpore la sua presenza a un congresso sulla famiglia a Milano, dove era stato fotografato in seconda fila alle spalle del presidente della Lombardia Maroni e altri personaggi politici noti che il prete aveva frequentato fino a poco prima della sentenza vaticana né aveva negato, in una rarissima intervista rilasciata al nostro quotidiano, la sua presenza al meeting di Cl a Rimini, poco dopo il giudizio d'appello del Vaticano del giugno del 2014. Don Mauro aveva ricevuto due ammonimenti da monsignor Oscar Cantoni, allora vescovo di Crema, con l'avvertimento che un terzo richiamo sarebbe stato fatale per la prosecuzione del suo ministero.

Nel novembre dello scorso anno l'avvocato Corrado Limentani, suo difensore insieme al collega Nerio Diodà, aveva presentato ricorso in appello contro la sentenza di condanna e attualmente non c'è ancora una risposta da tribunale di Brescia, risposta che è prevista entro l'anno.

Altre voci affermano che nella stessa riunione verrà annunciato l'affiancamento a don Giorgio Zucchelli con un'altra persona in vista del pensionamento del direttore del Nuovo Torrazzo, che ha 72 anni.

Nella foto, don Mauro Inzoli

www.crema.laprovinciacr.it/news/cre...va-per-don.html

'Don Inzoli ha abusato di minori'
E' arrivata la sentenza definitiva: riconosciuti gli abusi, il sacerdote è invitato a una vita di preghiera e riservatezza ma sarà ancora prete

CREMA - Riconosciuti gli abusi sui minori, la Coingregazione per la dottrina della fede ha emanato il Decreto definitivo sul caso di don Mauro Inzoli.

"In considerazione della gravità dei comportamenti - si legge nel documento a firma del cardinale Muller - e del conseguente scandalo, provocato da abusi su minori, don Inzoli è invitato a una vita di preghiera e di umile riservatezza, come segni di conversione e di penitenza. Don Mauro non potrà celebrare e concelebrare in pubblico l’Eucaristia e gli altri Sacramenti, né predicare, ma solo celebrare l’Eucaristia privatamente".

Per il sacerdote cremasco sono stati inoltre disposte altre restrizioni, soprattutto in merito ad eventuali contatti con minorenni. In caso di mancata osservanza, don Inzoli verrà ridotto allo stato laicale. "Don Mauro non potrà svolgere accompagnamento spirituale nei confronti dei minori o altre attività pastorali, ricreative o culturali che li coinvolgano. Non potrà assumere ruoli di responsabilità e operare in enti a scopo educativo. Non potrà dimorare nella Diocesi di Crema, entrarvi e svolgere in essa qualsiasi atto ministeriale. Dovrà inoltre intraprendere, per almeno cinque anni, un’adeguata psicoterapia.

Il Decreto recepisce quanto papa Francesco, accogliendo il ricorso di don Mauro, ha stabilito ed è giunto al vescovo di Crema, Oscar Cantoni, il 12 giugno 2014.

http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/...3c3de2004.shtml

LE MOTIVAZIONI
La condanna del
Corriere della Sera
MILANO / CRONACA Vivimilano
LE MOTIVAZIONI
La condanna del "prete in Mercedes"
«Ha approfittato del suo ruolo»
Don Mauro Inzoli, legato a Comunione e Liberazione, è stato condannato a 4 anni e 9 mesi per gli abusi sessuali su minori
di Gilberto Bazoli

«Il contesto evidenzia come l'imputato abbia negli anni approfittato con spregiudicatezza della propria posizione di forza e prestigio per ottenere soddisfazione sessuale, tradendo al fiducia in lui riposta dai giovani nei momenti di confidenza delle proprie problematiche personali ed anche nel corso del sacramento della Confessione». Lo scrive il gup di Cremona Letizia Platè nella motivazione della sentenza nei confronti di don Mauro Inzoli, ex leader di Comunione e liberazione e soprannominato il «prete in Mercedes», parroco della Chiesa della Santissima Trinità di Crema, condannato a 4 anni e 9 mesi per violenza sessuale. Le cinque vittime (all'epoca dei fatti il più giovane aveva 12 anni, il più grande 17), costituitesi parte civile e uscite dal processo dopo essere state risarcite (25.000 euro a testa), parlano di «baci diventati particolarmente insistenti e quasi violenti», «carezze nelle parti intime», «palpeggiamenti» e altro ancora. Tutti episodi accaduti tra il 2005 e il 2008. Uno di quei ragazzi, che oggi ha 24 anni, ha ricordato di non aver avuto la forza di rivelare l'accaduto ai genitori perché consideravano il carismatico sacerdote «come una specie di idolo meritevole di venerazione». Scrive il giudice: «L'utilizzo strumentale da parte dell'imputato della propria posizione di guida religiosa per i giovani si evince anche dal fatto che in taluni casi diede alle sue vittime spiegazione di ciò che aveva fatto citando alcuni passi biblici o narrando episodi della tradizione ebraica». Gli strascichi psicologici sono stati pesanti. «Da alcune testimonianze si evidenzia l'esistenza di un danno morale di ampia portata». Uno dei giovani di allora è andato in depressione. Di un altro, che si ribellò rigando la Mercedes su cui don Inzoli circolava e che nel 2012 si è suicidato, il fratello ha detto: «Nell'ultimo periodo aveva nuovamente ripreso a parlare delle vicende degli abusi subiti da don Mauro che evidentemente lo avevano comunque segnato se a distanza di tanti anni aveva ripreso ad affrontare l'argomento«. Cinque gli accusatori «ma il quadro che emerge mostra l'esistenza di condotte analoghe nei confronti di una pluralità indiscriminata di soggetti». Nella lettera allegata alla memoria difensiva, don Inzoli si dichiara «profondamente addolorato per quanto per mia responsabilità accaduto».
 
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www.crema-news.it/articoli/la-veste...re-comunicata-d

VIA LA VESTE A DON MAURO. LA DECISIONE DOVREBBE ESSERE COMUNICATA DOMANI

Crema, 27 giugno 2017

Don Mauro Inzoli non sarebbe più prete. Questa la clamorosa indiscrezione che da qualche ora circola in città. Il vescovo monsignor Daniele Gianotti ha convocato tutto il clero della diocesi per domani mattina in episcopato per importanti comunicazioni. Escluso l'annuncio della nomina di un nuovo vescovo, che secondo la tradizione deve essere dato a mezzogiorno con notizia certa in contemporanea nella diocesi di appartenenza e in quella di destinazione, le voci vogliono che il vescovo comunichi la gravissima decisione che riguarda il prete condannato per abusi sessuali su minori a quattro anni e nove mesi di galera. Sempre secondo indiscrezioni, sembra che la decisione sia stata presa perché l'ex parroco di SS Trinità ha trasgredito più volte alle disposizioni imposte da Roma.

Don Mauro Inzoli, 67 anni, l'ex presidente del Banco alimentare, esponente di punta di Comunione e liberazione, ex parroco della parrocchia della SS. Trinità di Crema era stato condannato con rito abbreviato nel giugno del 2016 a quattro anni e nove mesi di reclusione per abusi sessuali su cinque minori di età compresa da 12 a 16 anni. Secondo la sentenza vaticana don Mercedes, come era stato soprannominato per il fatto di utilizzare questa auto che gli era stata regalata, doveva fare vita ritirata, non poteva entrare nella diocesi di Crema, non poteva avvicinare minori. Tuttavia, aveva fatto scalpore la sua presenza a un congresso sulla famiglia a Milano, dove era stato fotografato in seconda fila alle spalle del presidente della Lombardia Maroni e altri personaggi politici noti che il prete aveva frequentato fino a poco prima della sentenza vaticana né aveva negato, in una rarissima intervista rilasciata al nostro quotidiano, la sua presenza al meeting di Cl a Rimini, poco dopo il giudizio d'appello del Vaticano del giugno del 2014. Don Mauro aveva ricevuto due ammonimenti da monsignor Oscar Cantoni, allora vescovo di Crema, con l'avvertimento che un terzo richiamo sarebbe stato fatale per la prosecuzione del suo ministero.

Nel novembre dello scorso anno l'avvocato Corrado Limentani, suo difensore insieme al collega Nerio Diodà, aveva presentato ricorso in appello contro la sentenza di condanna e attualmente non c'è ancora una risposta da tribunale di Brescia, risposta che è prevista entro l'anno.

Altre voci affermano che nella stessa riunione verrà annunciato l'affiancamento a don Giorgio Zucchelli con un'altra persona in vista del pensionamento del direttore del Nuovo Torrazzo, che ha 72 anni.
 
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Spretato il pedofilo don Inzoli. Era stato perdonato da papa Francesco: "preghiamo per le vittime"


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https://www.cremaoggi.it/2017/06/28/don-in...per-le-vittime/

28 giugno 2017COMMENTA
Don Inzoli ridotto allo stato
laicale. Il vescovo Daniele:
'Preghiamo per le vittime'

Questa mattina in sala rossa il vescovo Daniele Gianotti ha convocato tutti i sacerdoti della diocesi per comunicare che don Mauro Inzoli, condannato per abusi su minori, è stato dimesso dallo stato clericale per decisione del Santo Padre.

Il messaggio che il vescovo Daniele ha dato ai sacerdoti e alla città tutta è un messaggio non privo di compassione, compassione che sfocia nella consapevolezza, per l’ex sacerdote, di un Dio “che atterra e suscita, / Che affanna e che consola”. Monsignor Gianotti invita alla preghiera, specialmente per le vittime degli abusi, perché nonostante il dolore non si allontanino da Dio e per tutti coloro che hanno sofferto questo dolore.

IL MESSAGGIO DEL VESCOVO:

“Carissime e carissimi tutti,
nei giorni scorsi, la Congregazione per la Dottrina della Fede mi ha comunicato la decisione, presa da Papa Francesco il 20 maggio scorso con sentenza definitiva, di dimettere don Mauro Inzoli dallo stato clericale.
Non possiamo pensare che il Papa sia giunto a una decisione così grave senza aver vagliato attentamente davanti a Dio tutti gli elementi in gioco, per arrivare a una scelta che fosse per il bene della Chiesa e al tempo stesso per il bene di don Mauro: perché nessuna pena, nella Chiesa, può essere inflitta se non in vista della salvezza delle anime, che può passare anche attraverso una pena così grave, la più grave che possa essere inflitta a un sacerdote. Accogliamo dunque con piena docilità al Papa questa decisione, custodendola prima di tutto nel santuario della preghiera.

Chiedo a me e a tutti voi di accompagnare questo momento in vero spirito di fede, portando nella nostra preghiera anzitutto i nostri fratelli che sono stati vittime dei comportamenti che hanno condotto il Papa a questa decisione. A loro, e alle loro famiglie, va ancora una volta tutta la solidarietà mia e della nostra Chiesa, che non può non provare un profondo dolore per il male compiuto da uno dei suoi preti. Prego perché il male subìto non allontani questi nostri fratelli dall’amicizia con Dio e dalla comunione con la Chiesa, e perché possano sperimentare la grazia fedele di Dio, capace di trasfigurare in bene anche le sofferenze più gravi.

Ho assolto al compito, molto doloroso per me, di comunicare la decisione del Papa a don Mauro: con lui e per lui ho pregato, perché anche di fronte a un’ora così ardua egli possa sentire su di sé la mano del «Dio che atterra e suscita, / Che affanna e che consola» e far esperienza della Sua misericordia. Don Mauro, in quanto dimesso dallo stato clericale, non potrà esercitare il ministero sacerdotale né presiedere le celebrazioni sacramentali, neppure in forma privata; tuttavia – è bene precisarlo – non è scomunicato: resta un membro della Chiesa, un fratello in Cristo; e nella Chiesa è invitato ad attingere, come ogni fedele, alla grazia della Parola e dei Sacramenti, che ci fanno partecipare dell’amore fedele e perdonante di Dio. Chiedo dunque a me e a tutti voi che egli trovi spazio nella nostra preghiera e nella nostra com-passione in Cristo, perché la pena che gli è stata inflitta sia per lui non solo punizione ma anche – e soprattutto – via di conversione, per una nuova comunione con Dio e con i fratelli.

E tutti preghiamo perché Dio, nel suo amore fedele, possa ricavare dal dolore di questi anni e di questi giorni, per tutti coloro che hanno sofferto e soffrono per queste vicende, per la nostra Chiesa cremasca e per don Mauro, un frutto più abbondante di perdono, di unità e di pace”.

www.crema.laprovinciacr.it/news/cre...va-per-don.html

'Don Inzoli ha abusato di minori'
E' arrivata la sentenza definitiva: riconosciuti gli abusi, il sacerdote è invitato a una vita di preghiera e riservatezza ma sarà ancora prete

CREMA - Riconosciuti gli abusi sui minori, la Coingregazione per la dottrina della fede ha emanato il Decreto definitivo sul caso di don Mauro Inzoli.

"In considerazione della gravità dei comportamenti - si legge nel documento a firma del cardinale Muller - e del conseguente scandalo, provocato da abusi su minori, don Inzoli è invitato a una vita di preghiera e di umile riservatezza, come segni di conversione e di penitenza. Don Mauro non potrà celebrare e concelebrare in pubblico l’Eucaristia e gli altri Sacramenti, né predicare, ma solo celebrare l’Eucaristia privatamente".

Per il sacerdote cremasco sono stati inoltre disposte altre restrizioni, soprattutto in merito ad eventuali contatti con minorenni. In caso di mancata osservanza, don Inzoli verrà ridotto allo stato laicale. "Don Mauro non potrà svolgere accompagnamento spirituale nei confronti dei minori o altre attività pastorali, ricreative o culturali che li coinvolgano. Non potrà assumere ruoli di responsabilità e operare in enti a scopo educativo. Non potrà dimorare nella Diocesi di Crema, entrarvi e svolgere in essa qualsiasi atto ministeriale. Dovrà inoltre intraprendere, per almeno cinque anni, un’adeguata psicoterapia.

Il Decreto recepisce quanto papa Francesco, accogliendo il ricorso di don Mauro, ha stabilito ed è giunto al vescovo di Crema, Oscar Cantoni, il 12 giugno 2014.

http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/...3c3de2004.shtml

LE MOTIVAZIONI
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La condanna del "prete in Mercedes"
«Ha approfittato del suo ruolo»
Don Mauro Inzoli, legato a Comunione e Liberazione, è stato condannato a 4 anni e 9 mesi per gli abusi sessuali su minori
di Gilberto Bazoli

«Il contesto evidenzia come l'imputato abbia negli anni approfittato con spregiudicatezza della propria posizione di forza e prestigio per ottenere soddisfazione sessuale, tradendo al fiducia in lui riposta dai giovani nei momenti di confidenza delle proprie problematiche personali ed anche nel corso del sacramento della Confessione». Lo scrive il gup di Cremona Letizia Platè nella motivazione della sentenza nei confronti di don Mauro Inzoli, ex leader di Comunione e liberazione e soprannominato il «prete in Mercedes», parroco della Chiesa della Santissima Trinità di Crema, condannato a 4 anni e 9 mesi per violenza sessuale. Le cinque vittime (all'epoca dei fatti il più giovane aveva 12 anni, il più grande 17), costituitesi parte civile e uscite dal processo dopo essere state risarcite (25.000 euro a testa), parlano di «baci diventati particolarmente insistenti e quasi violenti», «carezze nelle parti intime», «palpeggiamenti» e altro ancora. Tutti episodi accaduti tra il 2005 e il 2008. Uno di quei ragazzi, che oggi ha 24 anni, ha ricordato di non aver avuto la forza di rivelare l'accaduto ai genitori perché consideravano il carismatico sacerdote «come una specie di idolo meritevole di venerazione». Scrive il giudice: «L'utilizzo strumentale da parte dell'imputato della propria posizione di guida religiosa per i giovani si evince anche dal fatto che in taluni casi diede alle sue vittime spiegazione di ciò che aveva fatto citando alcuni passi biblici o narrando episodi della tradizione ebraica». Gli strascichi psicologici sono stati pesanti. «Da alcune testimonianze si evidenzia l'esistenza di un danno morale di ampia portata». Uno dei giovani di allora è andato in depressione. Di un altro, che si ribellò rigando la Mercedes su cui don Inzoli circolava e che nel 2012 si è suicidato, il fratello ha detto: «Nell'ultimo periodo aveva nuovamente ripreso a parlare delle vicende degli abusi subiti da don Mauro che evidentemente lo avevano comunque segnato se a distanza di tanti anni aveva ripreso ad affrontare l'argomento«. Cinque gli accusatori «ma il quadro che emerge mostra l'esistenza di condotte analoghe nei confronti di una pluralità indiscriminata di soggetti». Nella lettera allegata alla memoria difensiva, don Inzoli si dichiara «profondamente addolorato per quanto per mia responsabilità accaduto».
 
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https://www.cremonaoggi.it/2017/09/04/abus...l-21-settembre/

4 settembre 2017COMMENTA
Abusi sessuali su minori:
per l'ex don Inzoli fissato
l'appello al 21 settembre

E’ stato fissato al prossimo 21 settembre a Brescia il processo d’appello nei confronti di don Mauro Inzoli, 67 anni, il carismatico capo di CL condannato il 29 giugno del 2016 dal gup di Cremona Letizia Platè a 4 anni e 9 mesi di reclusione per abusi sessuali su minori con l’aggravante dell’abuso di autorità. Don Inzoli, ridotto il 20 maggio scorso con sentenza definitiva allo stato laicale da Papa Francesco, era stato processato con il rito abbreviato. Nel conteggio della pena era stato tenuto conto anche del risarcimento alle due parti civili e ad altre tre parti offese. A ciascuno dei cinque minori, il religioso aveva riconosciuto una somma di 25mila euro. L’ex religioso doveva rispondere di otto episodi di violenza sessuale commessi sia nel suo ufficio dove teneva gli esercizi spirituali con i ragazzini, sia negli alberghi dei luoghi di villeggiatura dove CL portava i minori durante le vacanze estive. I fatti sarebbero accaduti tra il 2004 e il 2008. Tra le persone offese, un ragazzino all’epoca di soli 12 anni e un altro di 13. Sono gli episodi più gravi in quanto commessi ai danni di minori di 14 anni. Le altre vittime avevano tra i 14 e i 16 anni. Contestato l’abuso di autorità in quanto nei periodi dei presunti abusi Inzoli ricopriva i ruoli di rettore al liceo linguistico Shakespeare e parroco della chiesa della Santissima Trinità di Crema a cui faceva capo il gruppo Gioventù studentesca. I ragazzi frequentavano l’oratorio per i perfezionamenti spirituali che svolgevano con il don. Da parte del prete ci sarebbero stati baci, carezze, abbracci, toccamenti nelle parti intime e masturbazioni. Tutte le presunte vittime avevano raccontato di una loro fortissima sottomissione psicologica davanti a don Mauro: in sostanza, sarebbero rimasti allibiti, ma non avrebbero avuto la forza di reagire. Uno dei giovani aveva raccontato che per i genitori don Inzoli era un “idolo meritevole di venerazione”. L’imputato, come in primo grado, è difeso dagli avvocati Nerio Diodà e Corrado Limentani di Milano.

Sara Pizzorni
 
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http://www.crema-news.it/articoli/lex-sace...anti-ai-giudici
L'EX SACERDOTE MAURO INZOLI GIOVEDÌ DAVANTI AI GIUDICI

Crema, 17 settembre 2017

E' la settimana del giudizio. Giovedì mattina a Brescia, i giudici della Corte d'appello di quel tribunale discuteranno il ricorso presentato dagli avvocati Corrado Limentani e Nerio Diodà contro la condanna a 4 anni e nove mesi per abusi sessuali nei confronti del loro assistito, l'ex sacerdote Mauro Inzoli, ridotto allo stato laicale da papa Francesco nello scorso mese di maggio. Come ribadito più volte, il ricorso non mira a ottenere il cambio del giudizio, da colpevole a innocente, ma a una riduzione della pena. Infatti, Inzoli prima di andare davanti al giudice delle udienze preliminari del tribunale di Cremona, ha sanato la sua posizione, risarcendo le sue vittime con 150mila euro. Questo significa che ha riconosciuto la sua colpevolezza per il reato per il quale poi il giudice l'avrebbe condannato. La strategia difensiva dei suoi difensori punta a una riduzione della pena perché se il collegio che giudicherà l'imputato lo condannerà a una pena inferiore ai quattro anni, l'ex sacerdote potrebbe chiedere di evitare il carcere e di essere ammesso ai servizi sociali. In caso di risposta positiva l'ex parroco della SS. Trinità di Crema non vedrebbe aprirsi le porte del carcere. Se invece la pena venisse confermata o addirittura maggiorata, allora resterebbe sempre la strada del ricorso in Cassazione, che aprirebbe altre prospettive, tra le quali quella della prescrizione. Ricordiamo che l'ex sacerdote è a giudizio solo per una parte dei reati commessi, in quanto altri erano già finiti in prescrizione.
 
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view post Posted on 17/9/2017, 22:11

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Già prescritti 15 casi, potrebbe cavarsela per i restanti 8

Inizia l'appello per don Inzoli. Il prete violentatore di minori punta alla prescrizione

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Inzoli e Formigoni


http://www.crema-news.it/articoli/lex-sace...anti-ai-giudici
L'EX SACERDOTE MAURO INZOLI GIOVEDÌ DAVANTI AI GIUDICI

Crema, 17 settembre 2017

E' la settimana del giudizio. Giovedì mattina a Brescia, i giudici della Corte d'appello di quel tribunale discuteranno il ricorso presentato dagli avvocati Corrado Limentani e Nerio Diodà contro la condanna a 4 anni e nove mesi per abusi sessuali nei confronti del loro assistito, l'ex sacerdote Mauro Inzoli, ridotto allo stato laicale da papa Francesco nello scorso mese di maggio. Come ribadito più volte, il ricorso non mira a ottenere il cambio del giudizio, da colpevole a innocente, ma a una riduzione della pena. Infatti, Inzoli prima di andare davanti al giudice delle udienze preliminari del tribunale di Cremona, ha sanato la sua posizione, risarcendo le sue vittime con 150mila euro. Questo significa che ha riconosciuto la sua colpevolezza per il reato per il quale poi il giudice l'avrebbe condannato. La strategia difensiva dei suoi difensori punta a una riduzione della pena perché se il collegio che giudicherà l'imputato lo condannerà a una pena inferiore ai quattro anni, l'ex sacerdote potrebbe chiedere di evitare il carcere e di essere ammesso ai servizi sociali. In caso di risposta positiva l'ex parroco della SS. Trinità di Crema non vedrebbe aprirsi le porte del carcere. Se invece la pena venisse confermata o addirittura maggiorata, allora resterebbe sempre la strada del ricorso in Cassazione, che aprirebbe altre prospettive, tra le quali quella della prescrizione. Ricordiamo che l'ex sacerdote è a giudizio solo per una parte dei reati commessi, in quanto altri erano già finiti in prescrizione.

http://www.mantellini.it/2016/05/22/a-cosa...ti-e-pedofilia/

22
MAG
A cosa serve Internet (8): storie di preti e pedofilia
Il 25 ottobre 2010 il settimanale cattolico cremasco di informazione “Il nuovo Torrazzo 2.0” segnala che dopo 17 anni di fecondo servizio il parroco di Crema don Mauro Inzoli abbandonerà l’incarico per motivi di salute:



Il vescovo Oscar ha ufficializzato venerdì le decisioni assunte per la comunità cittadina della SS. Trinità, da inizio ottobre “orfana” del suo parroco don Mauro Inzoli il quale – dopo 17 anni di fecondo servizio – ha chiesto a monsignor Cantoni di essere sollevato dall’incarico e di poter trascorrere un periodo sabbatico per motivi di salute.



È una bugia, seppur 2.0, Inzoli non è malato, viene allontanato perché, prosegue l’articolo



“su alcuni organi di stampa si sono susseguite le voci più variegate e fantasiose.”



Le voci variegate e fantasiose in quel lontano 2010 non lo erano poi troppo, visto che qualche giorno fa, a distanza di sei anni dal suo primo allontanamento, Don Inzoli ha risarcito con 25 mila euro a testa le famiglie di 5 vittime che lo accusavano di abusi sessuali e violenze sui minori: in cambio le famiglie non si costituiranno parte civile nel processo che il sacerdote sta subendo a Cremona per aver abusato fra il 2004 e il 2008 di 8 adolescenti di età compresa fra i 12 ed i 16 anni.

Da quell’ottobre del 2010 ci sono voluti ben 4 anni perché la Chiesa prendesse ufficialmente una posizione definitiva sui comportamenti di Mauro Inzoli: è poi servito un esposto del parlamentare di SEL Franco Bordo – sempre nel 2014 – perché la magistratura italiana decidesse di occuparsi del caso.

Il 10 marzo 2007, tre anni prima dell’ allontanamento forzoso di Inzoli dalla comunità ecclesiale, su un forum online gratuito di Virgilio su “Amore e sessualità” l’utente anonimo “esecutore” alle 23.51 scrive:



tutti i ciellini che conosco parlano di castità, di vero amore, e poi si ammazzan di seghe sui porno.
don mauro inzoli tocca abitualmente il pacco ai ragazzini più carini del liceo linguistico di crema con scuse assurde,tipo per capire se hai la febbre.
a me l’ha fatto una sola volta,gli diedi un clacio nelle palle e gli rigai il mercedes cabriolet, poi finalmente i miei si convinsero ad iscrivermi all’artistico,tanti anni fa.



Si tratta di un commento premonitore che suggerisce alcuni elementi di questa vicenda. Il primo è comune a gran parte delle storie di abusi sui minori: molti nella piccola città di Crema sapevano ma nessuno diceva niente. Il secondo è che gli abusi del sacerdote erano già iniziati molti anni prima. Ecco cosa scrive “esecutore” in un commento successivo:


il tipo non mi ha di certo denunciato,sapendo lo sputtanamento a cui sarebbe andato incontro.
gli ha detto “culo” che non lo abbian denunciato i miei.
ovviamente,una cosa simile,che bene o male in città è risaputa,non intacca miimamente la sua figura con i suoi sostenitori,capre cieche bisognose di idoli di plastica.
ovviamente al di fuori della sua cerchia la gente lo tratta per quello che è: un viscidone.



Inzoli del resto non è un prete qualsiasi: al di là della sua passione per le auto sportive (per la quale è stato spesso soprannominato anche sui giornali don Mercedes) è uno dei capi di Comunione e Liberazione a livello nazionale, è il presidente del Banco Alimentare ed è – secondo molte voci mai confermate – il confessore personale di Roberto Formigoni. Ed anche in relazione alla centralità politica della sua figura è molto strano (oppure no) che la sua vicenda penale non sia mai uscita troppo dalle cronache locali, tranne per le polemiche seguite alla presenza di Inzoli, nel 2015 ad un convegno sul valore della famiglia (sic) con Maroni e Formigoni a Milano.

Per esempio il quotidiano della CEI Avvenire ha dedicato alla recente notizia del risarcimento di Inzoli alle vittime degli abusi un articolo laconico ed impreciso di 5 righe.

Tecnicamente, se le accuse di abusi sessuali e violenze di cui è imputato venissero confermate (prossima udienza il 29 giugno) don Inzoli sarebbe una figura al confine fra pedofilia e pederastia (la presunta vittima più giovane delle sue attenzioni è una ragazzina di 12 anni). Sempre tecnicamente i ritardi della giustizia italiana, le tardive denunce delle vittime e gli ostacoli frapposti alle indagini dal Vaticano, che ha a suo tempo rifiutato una rogatoria della procura di Cremona, hanno fatto sì che Inzoli debba oggi rispondere col rito abbreviato di 8 casi avvenuti nell’arco di 5 anni, mentre altri 15 casi analoghi che sono nel frattempo venuti alla luce a suo carico non riceveranno alcuna giustizia perché passati in prescrizione.

Il 9 dicembre 2012 dopo due anni di indagini coperte dal “segreto pontificio” seguite alle dimissioni per “motivi di salute” di don Mauro Inzoli viene diffuso un comunicato del vescovo di Crema Oscar Cantoni che dice:



“In data 9 dicembre 2012 il Vescovo di Crema ha emesso un decreto, su mandato della Congregazione per la Dottrina della Fede (Santa Sede), che dispone la dimissione dallo stato clericale del rev.do Monsignor Mauro Inzoli al termine di un procedimento canonico a norma del canone 1720 del Codice di Diritto Canonico. La pena è sospesa in attesa del secondo grado di giudizio. Ogni altra informazione in merito al provvedimento di cui sopra è riservata all’autorità della Congregazione per la Dottrina della Fede”.



Quali sono gli atti contrari al Diritto Canonico commessi da don Inzoli, si chiese allora il quotidiano Crema Oggi una volta appresa la notizia della riduzione allo stato laicale di un sacerdote di Comunione e Liberazione molto noto e senza alcun addebito pubblico? Secondo il quotidiano online queste:



Secondo quanto riferito da alcune fonti vicine alla diocesi di Crema, tutto sarebbe avvenuto durante il periodo in cui don Mauro era ancora parroco della Santissima Trinità. Don Mauro sarebbe stato accusato da alcuni genitori della parrocchia di aver avvicinato sessualmente i loro figli. I genitori, anziché procedere alla denuncia penale – come sarebbe stato possibile, legittimo e nei loro diritti – hanno preferito rivolgersi direttamente al vescovo, chiedendo la rimozione del sacerdote dalla parrocchia. Cosa che il vescovo ha fatto, domandando a don Mauro di lasciare spontaneamente la Santissima Trinità.



Certo un po’ ce lo meritiamo don Inzoli ma la vicenda di straordinaria omertà che unisce vittima e carnefici e che è ben lungi dall’essere conclusa si arricchisce nel 2014 di un ulteriore tassello. Papa Ratzinger nel 2012 allontana don Inzoli dall’esercizio sacerdotale, pur per ragioni a noi a quel tempo oscure ed imprescrutabili ma con “sospensione della pena fino al secondo grado di giudizio” e con successivo placido e silenzioso trasferimento del prelato da Crema ad una parrocchia di Alessandria.

E il secondo grado di giudizio arriva puntale un paio di anni dopo quando Papa Francesco il 26 giugno 2014 accoglie il ricorso di don Inzoli e ne annulla lo stato laicale invitandolo nel contempo ad una vita sacerdotale maggiormente morigerata:



In considerazione della gravità dei comportamenti e del conseguente scandalo, provocato da abusi su minori, don Inzoli è invitato a una vita di preghiera e di umile riservatezza, come segni di conversione e di penitenza.



Secondo Papa Francesco don Inzoli dovrà inoltre “intraprendere, per almeno cinque anni, una adeguata psicoterapia”.

Merita infine una veloce lettura anche il commento del vescovo di Crema alla riabilitazione di don Inzoli da parte del Vaticano



Molti, e da tempo, si attendevano un pronunciamento definitivo e chiarificatore. Da parte mia, in questo momento in cui la nostra Chiesa è di nuovo provata, condividendo i sentimenti delle persone ferite, sento il dovere di intervenire perché la voce del Pastore aiuti a interpretare nella giusta prospettiva il pronunciamento ecclesiale che viene ora diffuso in forma di “comunicato”.



La diocesi di Crema è di nuovo provata dice il Vescovo, e noi con lei. Che è poi la ragione di questo post e delle lunghe ricerche dentro la memoria di Internet che hanno materialmente creato questo lungo testo. Memoria che per fortuna, per ora, ancora esiste.
 
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view post Posted on 21/9/2017, 16:36

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Funziona la strategia del fondatore del banco Alimentare di sfruttare la prescrizione

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https://www.cremonaoggi.it/2017/09/21/appe...ita-caso-crema/

21 settembre 2017COMMENTA
Appello ex don Inzoli, pena
ridotta. 4 anni, 7 mesi e 10 giorni
E il Papa cita il caso di Crema

4 anni, 7 mesi e 10 giorni. I giudici della corte d’appello di Brescia, il presidente Enrico Fischetti e il giudice relatore Mariapaola Borio, hanno accolto la richiesta del pg Cristina Bertotti, e hanno ridotto la pena di 4 anni e 9 mesi decisa in primo grado per l’ex don Mauro Inzoli, 67 anni, il carismatico capo di CL condannato il 29 giugno del 2016 dal gup di Cremona Letizia Platè per abusi sessuali su minori con l’aggravante dell’abuso di autorità. La riduzione è dovuta all’intervenuta prescrizione di due episodi contestati all’imputato.
L’ex prete, ridotto il 20 maggio scorso con sentenza definitiva allo stato laicale da Papa Francesco, è stato processato con il rito abbreviato, che concede lo sconto di un terzo della pena. E proprio oggi, nel giorno della sentenza d’appello, Papa Francesco, che si è riferito anche a don Inzoli, ha fatto un pesante affondo contro la pedofilia. Davanti alla Pontificia Commissione per la tutela dei minori, ha detto: “Non concederò mai la grazia ai colpevoli di abuso. Per queste persone, se ci sono le prove, la pena e’ definitiva”. Il Papa ha parlato del caso di Crema. Le frasi da lui pronunciate sono riportate sul sito Avvenire.it. “In solo caso, uno solo, in quasi cinque anni”, ha detto Bergoglio, “c’erano due sentenze su un sacerdote della diocesi di Crema: la sentenza del vescovo era buona, toglieva tutti i ministeri ma non lo stato clericale. Io ero nuovo, non capivo bene queste cose e davanti alle due ho scelto la più benevola”. “Ma dopo due anni lui è ricaduto”, ha concluso il Papa. “In realtà”, hanno spiegato i legali della difesa, gli avvocati Nerio Dioda’ e Corrado Limentani, “il nostro assistito non ha commesso alcun fatto nuovo”.
Inzoli doveva rispondere di otto episodi di violenza sessuale commessi sia nel suo ufficio dove teneva gli esercizi spirituali con i ragazzini, sia negli alberghi dei luoghi di villeggiatura dove CL portava i minori durante le vacanze estive. I fatti sarebbero accaduti tra il 2004 e il 2008. Tra le persone offese, un ragazzino all’epoca di soli 12 anni e un altro di 13. Sono gli episodi più gravi in quanto commessi ai danni di minori di 14 anni. Le altre vittime avevano tra i 14 e i 16 anni. Contestato l’abuso di autorità in quanto nei periodi dei presunti abusi Inzoli ricopriva i ruoli di rettore al liceo linguistico Shakespeare e parroco della chiesa della Santissima Trinità di Crema a cui faceva capo il gruppo Gioventù studentesca. Da parte dell’ex prete ci sarebbero stati baci, carezze, abbracci, toccamenti nelle parti intime e masturbazioni.

Sara Pizzorni
 
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