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Venerabilis. La chat dei preti gay

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hanss
view post Posted on 27/4/2011, 16:22 by: hanss




CITAZIONE (GalileoGalilei @ 27/4/2011, 16:26) 
Si, condivido in gran parte le tue osservazioni.

Aggiungo che tutto si inserisce in un contesto di ipocrisia diffusa a livello gerarchico non solo sull'omosessualità (che pervade, secondo stime, il 40% del clero), ma in generale su tutta la vita sessuale dei preti.

In pratica l'unico ammonimento è di far sesso senza farsene accorgere.

L'unica preoccupazione è lo scandalo. E aggiungo che il discorso cambia poco non solo nelle relazioni eterosessuali ma anche in materia di abusi sessuali del clero o, peggio, di pedofilia vera e propria.

Infatti, si tratta della "RELIGIONE DELLE APPARENZE" che ha sostituito la religione cristiana e cattolica da molto tempo oramai. (La beatificazione di GPII non è che la canonizzazione di questa "religione delle apparenze spettacolari") Nella storia da me riportata per il prete è importante il rapporto sessuale, non la religione di appartenenza dell'amico. La religione quindi appartiene all'ordine delle cose non essenziali e quindi relagata tra le apparenze. Il RELATIVISMO che questi preti combattono accusandolo ai laici lo nutrono loro stessi nelle loro scelte di vita.

CITAZIONE (GalileoGalilei @ 27/4/2011, 16:26) 
L'ipocrisia è connaturata alla stragrande maggioranza dei preti. Pedché non si può vivere senza affetti e senza sesso. A parte qualche rarissimo asceta con seri problemi ormonali.

Si puo' essere concordi o discordi verso l'asceta che domina le proprie passioni, ma è un dato di fatto che il Cristianesimo - nella sua essenza - è una altra cosa rispetto alle teorie di preti gay che, pur di trovare una giustificazione, si inventano il termine "omosensibilità".

CITAZIONE (GalileoGalilei @ 27/4/2011, 16:26) 
L'omosensibilità è una palla che serve solo alle apparenze. Cercano solo sesso e, quello che sconcerta, spesso non cercano affatto relazioni affettive.

Poi non so se sono tutte checche passive, ma di certo sono affamati di sesso come ricci.

Poveri cristi costretti dalla loro stessa miseria a vivere come topi di fogna. Ben gli sta.

E' così, è una condizione di estrema sofferenza che porta alla morbosità sessuale da un lato e alla condanna dura e isterica dall'altro. Il problema non è tanto il loro viver male quanto il trascinare pure altri nel vortice di queste loro tremende contraddizioni che alla fine creano sdoppiamenti di personalità.
 
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36 replies since 22/1/2007, 01:04   13246 views
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