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Venerabilis. La chat dei preti gay

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hanss
view post Posted on 27/4/2011, 13:04 by: hanss




Gentile amministratore,

ti riporto una mia impressione su "Venerabilis" il sito con chat per preti gay che si puo' trovare on line all'indirizzo www.venerabilis.tk
Tempo fa qualche giornalista si era già occupato di questo sito ma in termini un poco scandalistici e da gossip. Questi termini ingenerano nella parte "lesa" la tentazione d' essere delle vittime oggetto d' accuse da parte di cattivi. Non vorrei cadere in questo rischio ma analizzare a freddo alcuni contenuti di questo sito che, a mio avviso, dovrebbero fare riflettere gli stessi gestori del sito in questione.

1) Il sito parla di "omosensibilità" contrapponendola alla "omosessualità" sbandierata e rivendicata dai cosiddetti gay.
Questo neologismo è presto spiegato. L' "omosensibile", per i responsabili del sito, è un uomo che sente affetto e attrazione per gli uomini ma non pratica la sessualità con loro, in altri termini rimane casto. Come esempio di "omosensibile" qualche tempo fa i responsabili del sito ponevano il card. Newmann, tutta la vita con un amico sacerdote e presso di lui perfino in morte dal momento che ne ha condiviso il luogo di sepoltura.
Si potrebbe facilmente dimostrare l'inconsistenza di questa posizione analizzandola da più punti di vista.

a) Quando una persona si connette al sito, dopo un poco uno o più utenti (sacerdoti e non) cercano sempre di combinare un incontro sessuale. Diversi utenti (anche alcuni responsabili del sito) non praticano omosensibilità ma omosessualità bella e buona. Se uno segnala il comportamento "scorretto" di questi responsabili ad altri responsabili si sente dire "siamo tutti uomini"!
b) L'omosensibilità - che quindi si basa su un sentire omoaffettivo - è condannata dalla dottrina tradizionale cattolica ed è fortemente osteggiata nella pratica ascetica antica. "Di questo tra voi manco se ne parli", dice san Paolo a proposito di pensieri su argomenti probabilmente sessuali. E' poi notorio che gli asceti antichi non combattevano solo la masturbazione (o la pratica sessuale) ma pure il pensiero remoto che portava ad essa, quel pensiero remoto sul quale si appoggia la "omosensibilità". Che questo sia criticabile o meno è un altro paio di maniche; sta di fatto che è documentabile e dei preti non possono non saperlo.
c) Psicologicamente parlando, coltivare in sé un pensiero d'amore per una persona in senso omoaffettivo, significa o prima o poi desiderarla anche fisicamente (a meno di non avere dei blocchi psicosessuali). Se questo non dovesse avvenire è ovvio che si entra in conflitto con se stessi e si soffre psicologicamente. E' questo che spiega l'omosessualità repressa e l'aggressività feroce verso gli omosessuali che praticano serenamente la loro sessualità.

Da quanto brevemente esposto, risulta evidente che la posizione "omosensibile" è inconsistente e non ha senso né psicologicamente, né cristianamente, né praticamente!!

2) Un mio amico si è finto un arabo in cerca di lavoro. E' entrato in quella chat. In meno di un minuto è stato contattato in privato da un sacerdote del nord Italia il quale si è dichiarato disponibilissimo ad aiutarlo. Quel sacerdote gli ha promesso di trovare un lavoro e lo ha invitato ad abitare con sé in canonica a patto d' essere molto discreto. Perché tanta generosità? Il sacerdote ha chiesto in cambio del sesso e rapporti continuativi sessuali con il presunto arabo. L'idea d' avere del sesso non è nata - si badi bene! - dall'arabo ma dal prete. Che poi l'arabo si dichiarasse mussulmano non ha minimamente fatto retrocedere il prete dal suo proposito, nella forte speranza d'essere come "marito e moglie" con lui.
Ora, al di là della pena che la cosa puo' generare in sé, mi sembra che questo fatto debba essere letto in profondità come segue:

a) Il cosiddetto rapporto omoaffettivo non esiste nella pratica. Qui si tratta d' avere un rapporto sessuale continuativo e d' identificarsi in un rapporto sessuale stabile con ruoli ben definiti (il prete ha la parte passiva, l'arabo quella attiva). Il bisogno di questo rapporto pare essere assolutamente essenziale, non è dunque da vedersi come una semplice scappatella o debolezza personale. Questo fatto ci deve far chiedere se questo tipo di clero, in realtà, non abbia bisogno di scegliere un altro tipo di vita e non concepisca il sacerdozio, al più, che come un semplice paravento.
b) Colpisce molto che un ministro di culto cattolico, nella sua vita privata, non tenga alcun conto della sua scelta religiosa. Per lui condividere una vita di coppia con un mussulmano o con chiunque altro non cattolico non ha alcun peso pratico, l'importante è viverci assieme. Si vede da questo particolare come, nella vita strettamente personale, queste persone non tengano per nulla conto della religione della quale, in teoria, sono ministri pubblici.

Ho fatto solo alcuni accenni, senza alcuna volontà scandalistica o polemica, semplicemente leggendo uno spicchio di realtà da come appare dalla finestra di questo sito e di questa chat di "venerabilis" .

Mi sembra che un esame a freddo e senza mena di scandalismi, ci mostra dei problemi molto pesanti che paiono essere abbastanza diffusi nel mondo Cattolico. A tutt'oggi questo mondo pare impotente e incapace di risolverli. Così la deriva di questi fenomeni continua e si accentua, dietro l'apparenza di una realtà a volte tronfia e trionfante molto attenta a dare una perfetta apparenza di sé e ad assumere atteggiamenti violenti contro quelli che, vedendo questi fenomeni, ne parlano.
 
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