| Chiaro che tutti in parole povere NON CREDIAMO!
Però è interessante a capire il perchè "non crediamo " in maniere diverse, giusto?
io non credo per "impossibilità logica", perchè :
D-o (o qualsiasi entità simile) per essere persona perfetta e creatore "dei cieli e della terra" deve porsi fuori dal tempo, quindi dall'esistenza, per cui non può sussistere una entità fuori dal tempo, dall'esistenza, poichè di per sè non "esiste", sarebbe una contraddizione e contro ogni principio di identità.
Come vedi non credo per mancanza di prove contrarie o di verifica sperimentale dei fatti, D-o (o qualsiasi entità simile) è un concetto no-sense.
Brevemente, il mio punto di vista si può dire “formale”, in quanto considero il concetto di D-o (o entità perfetta e trascendente, quindi personale) indipendentemente dal contenuto della pienezza del suo essere ovvero nella sua struttura e di oggetto naturale di reale esistenza. Per me “D-o esiste o non esiste” sono due proposizioni senza senso-significante non da confondere con proposizioni false , come tali rimangono strutture logico-linguistiche. Da queste due frasi si fondano due blocchi di giudizi a catena (teorie) formanti proprie scuole di pensiero. Una “teoria” sono un insieme di proposizioni. Ora io considero solo quelle proposizioni che abbiano un valore influente nell’agire dell’uomo (proposizioni prescrittive). Ricordo che una proposizione è un insieme di parole con significato, base logica della proposizione e il “giudizio”, composta da un soggetto e da un predicato unita da un connettivo copula “S è / non-è P” Attenzione che non sempre ogni proposizione è un giudizio, come in “hai fame ?, attenzione !, boh,” ecc.. Ugualmente bisogna distinguere la proposizione dal suo “enunciato”, in quanto l’enunciato è la forma grammaticale con cui il significato, il giudizio viene espresso linguisticamente, esempio “Il cane ha azzannato Pericle” in “Pericle è azzannato dal cane” Abbiamo significato identico, ma enunciati diversi, oppure in lingue diverse abbiamo enunciati diversi, ma con medesimo significato “Piove” (ita) e “Es regnet” (ted) Oppure stesso enunciato, ma in un contesto diverso, diverse proposizioni significanti “che … idiota !!!” Siamo al bar, il barista mi spruzza del cacao sul cappuccino, lo guardo … (in realtà lo guardavo come complice della mia idiozia, non che lui fosse idiota, ho lasciato il mio portafoglio alla cassa del supermercato) Cmq quando intendiamo proposizione avente significato le parole nel suo complesso, intendiamo escludere insiemi di parole senza referente, come “Platone vola con ali di fagiano” o “la politica è un triangolo” Resta sempre da distinguere “senza senso” da “falso” “il triangolo ha quattro lati” Ora le nostre proposizioni <<d-o esiste o D-o non esiste oppure ci asteniamo x varie ragioni>> Non ci sembrano normative, ma descrittive, invece sono piene di una carica prescrittiva che determina il comportamento dell’agire umano. Sono proposizioni prescrittive Infatti l’asserzione non ci informa o descrive solamente uno stato della questione, ma ha una funzione di modificare il comportamento, ci prescrive un approccio piuttosto che un altro. Nei confronti del destinatario, la pragmatica dell’asserzione è , non di credere solamente, ma di fare eseguire di conseguenza, come prova dell’accettazione. Primaria conseguenza delle asserzione prescrittive è il criterio di verifica come le accettiamo o le respingiamo. Ovvero la loro giustificazione o con-validazione. Faccio presente che le nostre “asserzioni” sono più uniche che rare in quanto non sono dimostrabili, ma piuttosto soggette ad essere persuadibili. Logicamente sono no-sense. Retoricamente sono significative.
Edited by davide0000 - 8/1/2008, 15:40
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